#montalto dora
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Carlo Nigra (1856-1942)
Castello di Montalto Dora
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28ª Sagra del Cavolo Verza a Montalto Dora (Torino): Tradizione, Gusto e Competizione
Torna la celebre sagra con il 5° Palio dei Comuni
Torna la celebre sagra con il 5° Palio dei Comuni Un appuntamento imperdibile con la tradizione piemonteseDal 20 al 24 novembre 2024, Montalto Dora (Torino) si prepara ad accogliere la 28ª edizione della Sagra del Cavolo Verza, una festa che celebra la cultura e i sapori del territorio piemontese. Organizzata in collaborazione con la Regione Piemonte e la Provincia di Torino, la sagra è…
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CULTURA ED ESCURSIONI TRA LAGHI, COLLINE, BOSCHI E VIGNETI DI MONTALTO DORA
a cura della redazione Il programma della Sagra del Cavolo Verza prevede anche una serie di appuntamenti culturali. Il Parco Archeologico del Lago Pistono proporrà “Un tuffo nella Preistoria” alle 10,30 e alle 14,30 di domenica 24 novembre, per osservare la ricostruzione di un villaggio su palafitte di 6500 anni fa, con fedeli riproduzioni degli utensili e degli oggetti della vita quotidiana.…
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Castello Montalto Dora, Piedmont, Italy,
It was built in the 12th century on Mount Crovero as Castrum Montesalti.
The castle witnessed al lot - it was destroyed several times, rebuilt several times and finally restored. In the 19th century after years of neglect careful restoration brought it back to life.
Courtesy: Famous Architectural Works
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❤️ Spreading love ❤️ (at Montalto Dora) https://www.instagram.com/p/Cp5wmzbqsqq/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Montalto Dora, l’Anello dei 5 Laghi e l’importanza di meravigliarsi
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Cia agricoltori, 'squarci nelle reti e i cinghiali banchettano'
“Gli agricoltori mostrano indignati e arrabbiati i numerosi squarci aperti a colpi di tronchese nelle reti elettrosaldate poste a protezione delle loro coltivazioni lungo la Dora, tra Ivrea, Montalto Dora e Borgofranco, nel Torinese. Non c’è dubbio che si tratta di atti praticati con l’intento di fare danno, in modo da consentire ai cinghiali nella boscaglia attigua al fiume di raggiungere…
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NOVARA JAZZ 2023 DIARY: BLUEGRASS, SALIS, INSULAE SONGS, TERRE BALLERINE E CHURCH OF SOUND (parte II)
(segue) La domenica di Novara Jazz si apre con un duo immarcescibile del jazz italiano ovvero Antonello Salis e Sandro Satta, a Villa Caccia di Romagnano Sesia. Sono subito fuochi d’artificio, già dall’inizio quando Antonello Salis percuote una vecchia scatola di biscotti all’interno della cassa armonica del suo pianoforte e Sandro Satta imbraccia un’arma (dal fascino) letale come il suo sax. E qui abbiamo tutto ricerca e melodia, sperimentazione ed elegia…Loro, come tutti i grandi, sanno amalgamare in unico pezzo l’Oriente e l’Occidente, l’alpha e l’omega del jazz. Sei pezzi in rapida sequenza, da brani originali a Coltrane senza soste, dove il principio e la fine si confondono in una meraviglia che non ha confini, in un jazz completo e senza fronzoli, suonato da Salis prima al piano e poi alla fisarmonica, con un richiestissimo bis che, come il famoso bacio, ti fulmina sul ring. Il tempo di un cambio strumenti ed ecco che nel suggestivo Museo Storico Etnografico di Villa Caccia, sempre a Romagnano Sesia, è la volta di un duo composto da Salvatore Maltana e Marcello Peghin con il progetto “Insulæ Songs”, se così si può dire, “commissionato” da Paolo Fresu e che va alla ricerca degli elementi musicali comuni dei paesi del Mediterraneo. Infatti è sorprendente ascoltare sonorità molto simili che appartengono a paesi diversi, dal Portogallo (anche se geograficamente non appartenente all’area mediterranea) alla Grecia, passando per la Sardegna; ed è così che con “Safesta”una suite composta sulle sonorità tradizionali dell’isola, che inizia con una Ave Maria e si conclude con una danza, che si chiude anche il secondo concerto della giornata. La “Novara Jazz caravan” si trasferisce quindi a Maggiora, nella Villa Antonelli, per “Terre Ballerine” di Anaïs Drago, un progetto seguito da Enrico Bettinello che si occupa delle produzioni di NJ. Con Anaïs Drago ai violini, ci sono Federico Calcagno ai clarinetti e Max Trabucco alla batteria. Particolarmente ispirata la giovane violinista, crea una atmosfera molto particolare con composizioni ispirate ad opere d’arte (Klee e Boccioni), in bilico tra un jazz pervaso di ricerca e molti ammiccamenti alla classica. “Terre Ballerine” fa riferimento alla particolare conformazione del suolo di una zona intorno a Montalto Dora, dove esistono delle torbiere “elastiche”, ma anche metaforicamente alla instabilità, come tipicità dell’atto creativo. La serata di domenica è dedicata al progetto “Church of Sound”, modellato sul format londinese della St.James the Great Church, che prevede un concerto in un luogo sacro (per altro, Novara Jazz porta da anni concerti in luoghi sacri, anche prima dell’esperimento di East London). Il concerto di quest’anno dell’arpista ucraina Alina Bzhezhinska con il suo quartetto londinese, decimato da uno sciopero delle compagnie aeree che ha impedito l’arrivo di Toni Kofy, sostituito da Filippo Orefice al sax e di Joel Prime, il cui posto alla batteria e alle percussioni è stato preso da Enzo Zirillo, sostituti assolutamente all’altezza della situazione. Sulla scia delle composizioni di Alice McLeod (conosciuta come Alice Coltrane) e di un’altro mostro sacro dell’arpa jazz, ovvero Dorothy Ashby, Alina Bzhezhinska ci mette proprio poco a trasformare la grande navata della Basilica di San Gaudenzio in una enorme cassa armonica, percorsa da un jazz caldo ben amalgamato con uno spiccato accento ritmico, pur non privandosi di momenti lirici di grande impatto, come nel pezzo dedicato alle sofferenze del popolo ucraino, ma mantenendo l’omaggio nei binari della sobrietà e senza la minima ombra di retorica commemorativa. Grande stile dell’arpista e magnifico amalgama dell’arpa in ritmi che qualche volte, assumono addirittura la tipicità del sound del jazz latino. Primo weekend del ventennale di Novara Jazz, da incorniciare.
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Montaldo Dora is an Italian small town in the province of Turin, the beauty of this small lake is mesmerising. I just love how picturesque it is and how the castle reflects itself in the crystal water of the lake
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Carlo Nigra (1856-1942)
Castello di Montalto Dora
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Sono qui sola, nel vano di una piccola e bassa finestra a inferriata dove ho legato un pezzo di tavola che fu una panca – o una trave – e dove appoggio i gomiti e i pensieri. La giornata è pesante, piove, piove, piove e piove. La montagna pare accovacciata sotto la pioggia e la valle di Ivrea e di Chiusella non è più che nebbia. Che sia sparita? Se per aspettare e aspettare che io facessi, non rivedessi più né le case sparse che conducono alle case aggruppate, né le piccole strade né il lago fosco presso il Castello di Montalto, né la Dora che pare un lungo, lungo serpente? Vi assicuro che vedendo di quassù il paese e i casolari e tutto quello che sa indizio di abitato, viene una pietà, una pietà che non dà lagrime perché è tutta di sconforto. Quelle case così unite, così ammucchiate l’una contro l’altra, danno così esattamente il sentimento della nostra povertà, della nostra debolezza, nella vita, per la vita. È evidente che quella gente si unisce perché soffre e perché la solitudine alla massa fa paura.
Ahimè! Se penso che devo tornare fra quel turbinio – fra quella nebbia – sento per me la stessa pietà che capisco per loro! Eppure! quando sarò ben risanata… chissà che non sia io la prima a desiderarlo. Finora però v’assicuro che ho quasi dimenticata la scena. Anzi – starei per dire – che mi pare di non aver mai recitato.
Recitare? Che brutta parola! Se si trattasse di recitare soltanto, io sento che non ho mai saputo e non saprò mai recitare! Quelle povere donne delle mie commedie mi sono talmente entrate nel cuore e nella testa che mentre io m’ingegno di farle capire alla meglio a quelli che mi ascoltano, quasi volessi confortarle… sono loro che adagio adagio hanno finito per confortar me!… Come – e perché – e da quando mi sia successo questo ricambio affettuoso, inesplicabile e innegabile tra quelle donne e me… sarebbe troppo lungo, e anche difficile, per esattezza, a raccontare. Il fatto sta che, mentre tutti diffidano delle donne, io me la intendo benissimo con loro! Io non guardo se hanno mentito, se hanno tradito, se hanno peccato – o se nacquero perverse – purché io senta che loro hanno pianto, hanno sofferto o per mentire o per tradire o per amare… io mi metto con loro e per loro e le frugo frugo non per mania di sofferenza, ma perché il compianto femminile è più grande e più dettagliato, è più dolce e più completo che non il compianto che ne accordano gli uomini.
Eleonora Duse
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Pulizie Montalto Dora
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Pulizie Montalto Dora
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Verza con noci e cipolla C'e' un antico proverbio che dice “i cavoli sono sempre in mezzo” e forse la sua origine è molto antica visto che questa verdura ha avuto da sempre un ruolo primario nell' alimentazione invernale. É un ortaggio estremamente versatile si può consumare crudo o cotto, tutte le varietà derivano da una specie selvatica originaria delle regioni costiere del mediterraneo e dell'atlantico. Viene coltivato in varie zone d'Italia soprattutto nelle regioni centro-settentrionali e viene chiamato anche "cavolo di milano". Addirittura a Montalto Dora in provincia di Torino si svolge dalla metà degli anni '90 una sagra dedicatagli. Simile nelle proprietà al broccolo, tuttavia il contenuto di vitamina E e di zolfo è maggiore, la ricchezza del cavolo in zolfo, arsenico, calcio, fosforo, rame, iodio può spiegare le sue virtù digestive, rimineralizzanti e ricostituenti. Il suo nome deriva dal latino "virdia" che significa verde e credo sia proprio un bel tocco di colore per la cena di stasera. Un piatto sano e nutriente, verza con noci e cipolla, un classico di questo periodo, cuocetela tagliata a piccole listarelle in una padella con olio, poco burro e cipolla, sfumate poi con del brodo vegetale e fatelo ritirare bene finché la verdura non diventa una specie di crema, completate con gherigli di noci, non ve ne pentirete. Verza, sacra per i greci, miracolosa per i romani che consumavano le sue generose foglie per aiutare l’organismo ad assorbire meglio l’alcool, e non solo, a Roma si attribuiva al cavolo il potere di scacciare la malinconia e la tristezza, quindi un piatto vegetariano, saporito e del buonumore e visto che assorbe bene l'alcol vi consiglio di abbinare un bel calice di bianco, corposo come il Roero Arneis, felicità assicurata (presso Casa Mia) https://www.instagram.com/p/CG-9V_6pMAO/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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