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#mondiali femminili
sauolasa · 1 year
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Mondiali femminili, le azzurre piegano l'albiceleste
Dal 20 luglio al 20 agosto 2023, si tengono in Australia e in Nuova Zelanda, i mondiali di calcio femminile 2023. L'Italia batte l'Argentina. Marcatura all'87esimo minuto di Cristiana Girelli e le sudamericane s'inchinano.
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fa14-eb23 · 1 year
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WENDIEEEEEEE😍😍😍
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megachirottera · 2 years
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La storia del controllo della popolazione è importante per comprendere il COVID-19
C’è un precedente passato di utilizzo di vaccinazioni sperimentali per la sterilizzazione… Source: Apr 2, 2022; by A Midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine (more…) “”
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vintagebiker43 · 7 months
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#ZaynabDosso, la donna più veloce di Italia. Zaynab ha vinto il bronzo per l’Italia nei 60 metri femminili ai Mondiali Indoor di atletica leggera. Atleta straordinaria.
Ha 24 anni ed è nata in Costa d’Avorio.
Il padre arriva in Italia nel 2002, raccoglie frutta e verdura a Napoli, poi si sposta con la famiglia a Reggio Emilia.
Quando lei è una #bambina comincia a correre e batte i suoi compagni maschi.
Cresce e comincia a fare tempi pazzeschi “solo che per tutte le giovanili i miei tempi restavano nascosti, non avevo la cittadinanza quindi non facevano statistica”.
In una intervista, di due anni fa, Giulia Zonca su La Stampa la giornalista chiede: Ricorda il giorno in cui è diventata italiana?
“È stata musica. L’ho saputo a scuola e volevo ballare, cantare, non potevo stare ferma. Impazzita”.
La sua figura ispiratrice? #SerenaWilliams.
Perché non conosce limiti.
#labodifsegnala#labodifsport#sprinter#atletica#giovanedonne Zaynab Dosso
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diceriadelluntore · 3 months
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Storia Di Musica #331 - Antonello Venditti, Sotto Il Segno Dei Pesci, 1978
L’ultimo disco di questo scatolone incredibile che ho ritrovato in soffitta è uno dei dischi più famosi di sempre fatti in Italia. È un disco che segna un momento storico per il nostro Paese a cui indirettamente anche lui contribuisce, e uno più personale, che proietta l’autore a diventare una delle voci più famose, e incisive, della canzone italiana. È anche l’opportunità per raccontare di un cantautore che troppo spesso è stato bistrattato per il suo essere “commerciale” (definizione che per me ha valore di assoluta stupidità). Il disco di oggi esce l’8 Marzo 1978. 29 anni prima, era nato nello stesso giorno l’autore, Antonello Venditti. Proprio per questo, il titolo, profondamente autobiografico, è Sotto Il Segno Dei Pesci. Dico subito che nello scatolone ho la fortuna di avere una prima edizione originale: la stupenda copertina di Mario Convertino, designer celeberrimo di fortunatissime copertine di album e uno dei primi ad usare la grafica in TV (Mister Fantasy del 1981, di cui cura sigla e grafica, alle videosigle de La Domenica Sportiva nel 1986, e persino la grafica delle partite dei Mondiali di Italia '90) insieme ai due pesci colorati vi sono in rilievo i dodici segni dello Zodiaco. Venditti arriva a questo disco dopo un percorso artistico particolare. L’inizio, famosissimo, è al Folkstudio, il locale romano dove stringe amicizia con Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano e soprattutto Francesco De Gregori: a quel momento dedica una delle strofe più famose della canzone italiana, quattro ragazzi con la chitarra e il pianoforte sulla spalla, di Notte Prima Degli Esami. La It di Vincenzo Micocci gli dà l’opportunità di fare un disco insieme a De Gregori, e nasce così nel 1972 Theoruis Campus. Il disco segna però un distacco tra i due, su cui la stampa musicale ha ricamato cose assurde e per la maggior parte inventate (su tutte che Pianobar di De Gregori fosse indirizzata a lui). Segue quindi il percorso di un cantautorato febbrile e intenso, estroverso e popolare, incentrato sulla passione per la sua città, Roma (a cui dedicherà veri e propri inni, come Roma Capoccia, E Li Ponti So’ Soli da L’Orso Bruno del 1973, Campo De’ Fiori da Quando Verrà Natale del 1974, e sul raccontare storie forti e niente affatto scontate. Tra queste ultime, Mio Padre Ha Un Buco In Gola (Le Cose Della Vita, 1973) sugli attriti generazionali, Canzone Per Seveso (da Ullalà, 1977) per l’ecologia, e soprattutto una carrellata di canzoni dedicate a figure femminili che faranno epoca, come Lilly (dall’omonimo album del 1975), struggente, una delle prime canzoni italiane scritte sulla droga, Maria Maddalena (1977), sulla prostituzione.
Sotto Il Segno Dei Pesci uscirà una settimana prima del sequestro Moro. Ne diventerà suo malgrado una sorta di colonna sonora, in un disco cruciale che assomma, in una maniera decisiva la contestazione e il riflusso, le storie dell’amore intimo e l’impegno per le lotte sociali, le speranze pubbliche e le frustrazioni quotidiani. Ne è esempio il ritornello, che conosciamo tutti, della title track, dedicata alla storia di Marina e di Giovanni (due veri suoi amici) delle loro paure sul futuro, del cambiare città perchè “Tutto quel che voglio, pensavo\È solamente amore\Ed unità per noi\Che meritiamo un'altra vita\Più giusta e libera se vuoi\Corri, amore, corri, non aver paura”. È il disco con cui “ricompone” con De Gregori: gli dedica la scarna e delicata Francesco, (Possiamo ancora suoniamo ancora l'ultima volta\Senza rimpianti, senza paura\Come due amici antichi\E nient'altro di più di più di più) e soprattutto Bomba O Non Bomba, che parla di due ragazzi, Antonello e Francesco (De Gregori, naturalmente), e ripercorre il cammino dei due protagonisti, e gli incontri fatti, a Sasso Marconi, Roncobilaccio, Firenze e Orvieto (in ordine cronologico le uscite dell’Autostrada Del Sole, direzione Roma), per raggiungere il successo, rappresentato da Roma come meta finale. È anche un disco per le donne: Sara (“svegliati è primavera”) è una toccante storia di una ragazza incinta, amica della prima moglie Simona Izzo al Liceo Mamiami di Roma, di un ragazzo “mammome e anaffettivo” (Ma Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò\Magari in chiesa (…) tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà\Il tuo bambino, se ci credi nascerà); Giulia è invece la prima canzone che parla apertamente di un amore lesbico all’interno di una coppia eterosessuale, il punto di vista del testo è dell’uomo che si trova a ragionare sull’allontanamento della sua amata, la canzone è un gioiello del disco, potente e struggente, È Giulia che ti tocca\È Giulia che ti porta\Via da me (…) Lei è solo troppo anche per te\Lei è solo un po' confusa\E ti prego non portarla\Via da me. C’è pure la canzone sociale di Chen Il Cinese, la deliziosa Il Telegiornale, che sembra scritta adesso “TG1, TG2, che confusione\Ma almeno rimane il pregio dell'informazione\E tra una smentita e l'altra e un sorriso ministeriale\Ci fa capire che le cose non vanno poi\Troppo male.
Il disco fu registrato a Roma nei Trafalgar Recording Studios e a Londra ai Marquee Studios; il tecnico del suono è Gaetano Ria, che si occupa anche del missaggio insieme a Tim Painter. Tra i musicisti sono da ricordare i componenti del gruppo degli Stradaperta, già collaboratori di Venditti in Lilly; anche Carlo Siliotto e Pablo Romero avevano già suonato con il cantautore (entrambi nell'album Quando verrà Natale), ed inoltre suona nell'album il tastierista dei Goblin, Claudio Simonetti. Durante le session dell'album venne registrata anche un'altra canzone, Italia, che però non venne inserita nel disco (solo nel 1982 sarà pubblicata in Sotto La Pioggia). Il disco venderà tantissimo: 700.000 copie quell’anno, Sotto Il Segno Dei Pesci\Sara singolo Numero Uno, riuscendo, come pochissimi, a intuire l’umore della piazza. Perché è un fatto che forse per la sua produzione quantitativamente molto elevata rispetto ad altri grandi cantautori, e spesso per alcune sue scelte facili, abbia sempre avuto critica feroce. Il problema della “musica commerciale” è la scusa di chi deve per forza contestare le scelte artistiche non per quelle che sono (un lavoro artistico ha tutto il diritto di essere considerato brutto). Venditti fu accusato di disimpegno negli anni ’80, su cui per anni la critica ha ironizzato sul suo intimismo da supermercato, seppure nonostante dischi non così belli come questo scriverà inni generazionali, ne elenco un paio: Ci Vorrebbe Un Amico e Notte Prima Degli Esami nel 1984 da Cuore, In Questo Mondi Di Ladri del 1988 che venderà più di un Milione di Copie, Alta Marea, cover di Don’t Dream It’s Over dei Crowded House del 1991. Ditemi se è poco.
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abr · 1 year
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Il wokismo – scrive Renée Fregosi (*) – è un’ideologia totalitaria: si appropria di tutti i campi dell’attività umana e distorce la realtà in vari modi. (...) Il corpo occupa un posto centrale: è il primo punto di partenza della logica di vittimizzazione sistematica che è il motore del wokismo. Il colore della pelle è messo in rilievo per denunciare ciò che i wokisti definiscono la “razzializzazione” dei non-bianchi, ossia le discriminazioni, oppressioni e violenze esercitate ai loro danni “in maniera sistemica” da quelli che a loro detta beneficiano del “privilegio bianco”. La differenza di sesso (...) è messa in discussione a beneficio del “genere” che distingue il maschile dal femminile principalmente attraverso l’apparenza (...), vestimentaria in particolare. Il velamento del corpo delle donne, benché patriarcale, viene rivendicato contro una presunta “islamofobia” (...). L’ossessione wokista trasforma (anche) il corpo degli sportivi in uno dei suoi terreni di gioco privilegiati. (...) Il delirio woke raggiunge nello sport il suo punto più alto, mandando nel panico le federazioni sportive che reagiscono in maniera disordinata. Lo scorso marzo, la Federazione internazionale di atletica leggera (World Athletics) ha deciso di escludere dalle prove femminili le donne transgender che “hanno attraversato la pubertà maschile”, ritenendo “insufficienti le prove che le donne trans non abbiano vantaggi sulle donne biologiche”. Indignata, l’atleta francese nata uomo Halba Diouf ha immediatamente denunciato questa decisione sul quotidiano sportivo L’Équipe. Quanto ai (sedicenti, ndr) atleti intersessuali (ermafroditi o di sesso indeterminato alla nascita), come la sudafricana Caster Semenya, devono d’ora in avanti mantenere il loro tasso di testosterone sotto la soglia di 2,5 nmol/L per ventiquattro mesi per poter concorrere nella categoria femminile (...), fatto che essi giudicano come una misura “discriminatoria”. (...) La Federazione internazionale di nuoto ha annunciato nel giugno del 2022 che voleva creare una categoria per le nuotatrici transgender divenute donne post pubertà (come l’americana Lia Thomas), al fine di riservare le categorie femminili alle donne di nascita e eventualmente alle transgender divenute donne prima della pubertà. Nel calcio, i regolamenti cambiano a seconda dei paesi.  Anche nel ciclismo le posizioni sono varie e cambiano in tutti i sensi. I britannici, per esempio, dichiarano che l’atleta transgender Emily Bridges non era “ancora” autorizzata a concorrere in un campionato nazionale. La questione agita tutto il mondo sportivo, e in particolare gli sport di combattimento.  (Traduzione di Mauro Zanon) (*) Filosofa e politologa francese, Renée Fregosi, con un passato da militante del Mouvement de libération des femmes (Mlf) e Partito socialista, ha scritto “Les Nouveaux autoritaires. Justiciers, censeurs et autocrates” (Éditions du Moment).
via https://www.ilfoglio.it/il-foglio-internazionale/2023/09/11/news/l-ossessione-woke-trova-nello-sport-uno-dei-suoi-terreni-di-gioco-privilegiati-5664212/
IL DELIRIO. E noi siamo costretti a perderci del tempo.
Ah, sempre a proposito di sport, che dire poi quella francese (giornalaia o ministro? Boh) che ha definito la HAKA neozelandese in corso di Mondiali di rugby, "atteggiamento maschlista e violento". Manco più le popolazioni indigene sfuggono al melting pot omogeneizzante del siamo quello che desideriamo essere (non nel senso motivazionale, in quello "fisico" proprio).
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deathshallbenomore · 1 year
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io: in questi mondiali femminili che tanto non seguirò per davvero [oltre all’italia perché okay] si tifa marocco
il marocco: perde 6-0 contro la germania
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bicheco · 1 year
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Finiti i mondiali di atletica. Bellissimi.
E adesso? Allora: fase finale degli europei femminili di pallavolo, europeo maschile di pallavolo e soprattutto gli US Open di tennis. Fino a metà Settembre la sfanghiamo. Poi... Dio provvede. Viva lo sport!!!
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ornitomoltorinco · 1 year
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💕Complimenti alle nostre calciatrici che, a differenza delle controparti maschili, portano a casa risultati. Avanti così! 💕
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m2024a · 2 months
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Imane Khelif denuncia per cyberbullismo Elon Musk e JK Rowling La pugile algerina Imane Khelif ha citato in giudizio Elon Musk e JK Rowling in una causa presentata alle autorità francesi per presunti atti di molestie informatiche aggravate, più conosciuto come cyberbullismo, dopo che i due vip avevano fomentato le proteste per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Nabil Boudi, l'avvocato della atleta vincitrice della medaglia d'oro nella boxe, ha dichiarato a Variety che il magnate della Tesla e l'autrice di Harry Potter sono stati entrambi citati nella denuncia penale inviata la scorsa settimana al centro anti-odio online della procura francese. Imane Khelif vittima di cyberbullismo presenta denuncia Boudi ha detto che Khelif ha intentato la causa come parte della sua lotta per la giustizia, la dignità e l'onore. La causa è stata intentata contro il social network di Musk, X, il che significa che è stata intentata contro persone ignote secondo la legge francese. Boudi ha spiegato che ciò garantisce che l'accusa abbia tutta la libertà di indagare su tutte le persone, comprese quelle che hanno condiviso messaggi d'odio sotto pseudonimo. J.K. Rowling ed Elon Musk sono citati nella causa, tra gli altri, ha scritto Boudi su X, sottolineando che anche Donald Trump avrebbe preso parte all'indagine. Le possibili ripercussioni per i reati di cyberbullismo in Francia sono pene detentive che vanno da due a cinque anni e multe che vanno da 25mila a 40mila euro. Se perseguiti per incitamento all'odio online, i colpevoli potrebbero addirittura essere multati fino a 220mila euro. Trump ha twittato che, indipendentemente dal fatto che venga o meno citato nella nostra causa, sarà inevitabilmente preso in considerazione come parte dell'accusa, ha aggiunto. La notizia arriva pochi giorni dopo che Khelif si è aggiudicato la medaglia d'oro nella gara di pugilato femminile nella categoria 66 chilogrammi. Non solo Musk e JK Rowling, anche Trump citato Ne è uscita vittoriosa dopo aver sopportato una campagna denigratoria molto dura, durante la quale ha dovuto affrontare una valanga di domande sul suo genere sessuale. La 25enne, che non è una donna transgender, avrebbe i cromosomi maschili XY, che hanno portato alla sua squalifica dai campionati mondiali del 2023. Test di idoneità di genere effettuati (ma mai resi pubblici) dall'International Boxing Association, associazione ora bandita dal Comitato Olimpico per la sua non trasparenza. I dubbi sulla federazione boxe che ha scatenato il caso La sua partecipazione ai Giochi contro le pugili donne suscitò l'indignazione di alcune personalità, tra cui Musk e Rowling. In un post, la Rowling ha condiviso una foto della lotta tra Khelif e l'italiana Angela Carini, accusando l'algerina di essere un uomo che si stava godendo il dolore di una donna che aveva appena preso a pugni in testa. Musk, da parte sua, ha condiviso nuovamente il post della nuotatrice Riley Gaines, in cui si affermava che gli uomini non dovrebbero praticare sport femminili. La reazione negativa nei confronti della pugile è iniziata quando Carini ha abbandonato il combattimento dopo soli 46 secondi. L'italiana era stata colpita due volte e sospettava una frattura del naso (poi smentita). Nel frattempo, i responsabili delle Olimpiadi hanno ribadito la loro decisione di consentire a Khelif e alla taiwanese Lin Yu-ting di competere nonostante la loro squalifica dal campionato mondiale del 2023. Poco dopo l'evento, l'IBA si è vista revocare lo status dal CIO a causa di problemi di governance e presunta corruzione.
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pettirosso1959 · 2 months
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Definitivo e tombale, tutti gli altri discorsi sono discorsi da celebrolesi! L'Attimo Vincente - di Giulio Zoppello 02 Agosto 2024·
Vediamo di fare il punto della situazione su ciò che è successo sul ring, su #AngelaCarini e togliere un po' di roba inutile dal tavolo. Sta girando il tweet di un giornalista che parla della #Imane come di una sorta di brocco che solo una piagnona magari plagiata dagli strumenti del minculpop nostrano poteva far vincere. Ecco il giornalista Giovanni Rodriquez (di cui vedo condividere il post ovunque) di boxe sa poco, infatti dà una lettura dei dati e della carriera non solo erronea, ma da chiaro non conoscitore di questo sport. Partiamo dall'elefante nella stanza: #ImaneKhelif non è un'atleta trans. Si tratta di un caso molto particolare per il quale al momento la definizione è lungi dall'essere conclusiva. Diciamo che per la maggiore va il definirla un'atleta intersex, un termine usato per includere tutte le variazioni innate nelle caratteristiche del sesso che non rientrano nelle tipiche nozioni dei corpi considerati femminili o maschili. Queste variazioni possono interessare i cromosomi sessuali, i genitali, gli ormoni e l'apparato riproduttivo. Tali persone non possono essere categorizzatile secondo il consueto sistema binario maschio/femmina.
Stiamo parlano di una percentuale che conta qualcosa come l'1% della popolazione. Ci sono variazioni nei cromosomi sessuali? La Khelif è nata donna ma con cromosomi maschili, una condizione compatibile con un disordine della differenziazione sessuale: un sesso cromosomico di tipo XY e un fenotipo femminile. Il che ci porta al famoso tasso di testosterone, che in dosi sopra la norma permetterebbe alla pugile algerina di avere un surplus non da nulla in termine di potenza e forza. Ma è proprio qui il pomo della discordia. Nel 2023 la Khelif era stata sospesa dalla IBA, la Associazione Internazionale Boxe Amatori presieduta dal russo Kremlev, dopo i Campionati Mondiali dove aveva preso l'argento. Il livello di testosterone era troppo alto secondo gli standard IBA, differenti da quelli del CIO in virtù dei quali la Khelif aveva partecipato a Tokyo 2020. Attenzione, le Olimpiadi di Tokyo però, ebbero la boxe organizzata anche dalla IBA! Il CIO dopo il 2023, ha deciso di ammettere la Khelif ma secretandone i testi ed i dati, dicendo che erano però conformi ai suoi standard. Gli standard della IBA e del CIO sono diversi. Il che è un grosso problema.
La guerra tra CIO e IBA è però particolare. Parte con la corruzione sistematica nella IBA, che ha trasformato la boxe alle Olimpiadi in una schifezza di cui questa Paris 2024 è il triste canto del cigno. Non ci sarà più boxe dai prossimi giochi, troppi verdetti assurdi, furti, mafie e sconcezze. La Federazione Pugilistica Italiana ha lasciato la IBA, disconosciuta dal CIO dal 2019, ad inizio di quest'anno il che per me spiega il perché di certi verdetti di questi giorni. La IBA per inciso ha sempre invitato atleti russi e bielorussi e questo è stato un altro elemento nella crisi. Un bel casino eh? Bene. Ora il punto è: che la Khelif sia una donna non credo ci siano dubbi. Sul fatto che possa gareggiare contro altre donne invece io penso che sia un problema non da nulla. Non tanto per la sua identità o condizione, quanto perché questa non la rende uguale alle sue avversarie. Di questo ovviamente la Khelif non ne ha nessuna colpa. Non è un atleta trans che effettua una transizione per gareggiare contro altre donne con tutti i problemi noti del caso. Lei è vittima della sua sfortunata condizione.
Imane Khelif non è una pugile mediocre. Questo lo direbbe uno che non conosce minimamente la boxe e non sa leggere un minimo i dati. Il suo vero record disponibile su BoxRec di parla di un 36 (5) - 9 (0) - 0 prima di oggi. Percentuale di KO? 12%, non proprio bassa per una pugile donna dilettante. E tenete presente che 6 delle sconfitte le ha subite nei primi 9 match, nel 2018, nel primo anno da dilettante. Così giusto per inquadrare la cosa. Chi altri l'ha battuta? #MiraPotkonen tipo 260 combattimenti in carriera e una sfilza di medaglie lunga come la mia gamba. Rodriquez ha scritto "ha perso ai quarti di Tokyo" come a dire: è una pippa. Ha perso contro #KellieHarrington, un'altra top mondiale con una sfilza di medaglie, un satanasso che poche ore fa ha commentato: “Se la Khelif fosse un uomo e venisse accertato al 100%, io sarei disgustata dal fatto di esserci salita sul ring così come molte altre. Un uomo contro una donna non è assolutamente ok. Ma ora come ora nessuno sa qual è la verità”.. E tenete presente: aveva 21 anni. Oggi ne ha 25, è nell'età in cui si entra nel prime per un fighter. Ai mondiali del 2022 con chi perde in finale (come se una finale fosse facile da raggiungere)? #AmyBroadhurst altra fighter eccezionale.
Tutte sanno chi è la Khelif e negli ultimi anni negli USA e UK si è discusso ferocemente su di lei, non è cominciato adesso tutto questo casino. Se seguite la boxe lo sapete, sennò cascate dal pero ma non è colpa vostra. Tutti hanno visto quanto è migliorata dagli inizi, è anche normale, è determinata e sa credo di avere qualcosa in più data la sua condizione. Non finirà certo con questi Giochi tutto questo. Ho letto molti dare della vile o della buffona o peggio della marionetta in mano alla destra alla #Carini. State zitti. Non sapete di che parlate. Angela Carini è stata bronzo mondiale ed europeo, ha più di 110 combattimenti in carriera, è esperta, è brava. Ma vedendo il match era chiaro che l'avversaria è arrivata armata di una fisicità e potenza totalmente sproporzionate. Eccessive e connesse alla sua situazione particolare? I primi due colpi hanno quasi fatto saltare il caschetto alla Carini. Mai vista sta cosa nei welter. Sul ring anche col caschetto puoi finire in coma. Avete mai fatto guanti con gente più grossa? A me è capitato due volte e tutte e due le volte è finita molto male. Me lo ricordo ancora. Qui è stato come chiedere ad un medio di combattere un massimo leggero.
La Carini ha mangiato merda in vita sua che voi manco vi sognate. Sveglia alle 4, diete, corse fino a scoppiare, migliaia di sessioni di allenamento con guanti, sacco, colpitori, sparring. Il naso è bello schiacciato, i denti non sono rimasti tutti, mani e costole hanno preso colpi su colpi. Conosce una sofferenza che voi non conoscente. Sa cosa può reggere. Ha capito subito che non poteva vincere, che avrebbe riportato danni enormi. Il peso non c'entra, che siano entrambe donne non c'entra. C'è una sproporzione inedita a livello di potenza e fisicità che era nota e per me va risolta. Creando una categoria ad hoc? Forse. Ma non vorrei essere nei panni delle avversarie di qui in avanti. E se pensate che il CIO sia l'impero del bene svegliatevi: la sua storia è tetra come l'IBA, lo è sempre stata. Intanto Angela sa che il suo sogno, per cui si è fatta il culo, quella medaglia che voleva dedicare al padre scomparso, non c'è più. Questo forse le fa più male di ogni pugno, ma di pugni si muore ancora oggi sul ring.
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Il Beach Volley: Un Viaggio tra Storia, Regole e Divise Personalizzate
Il beach volley, noto anche come beach volleyball, sand volleyball, sand volley o pallavolo da spiaggia, è uno sport di squadra giocato sulla sabbia e riconosciuto come disciplina olimpica dal 1996. Nato come una variante del gioco della pallavolo, il beach volley ha percorso un lungo viaggio, da semplice passatempo sulle spiagge a sport professionistico praticato in tutto il mondo. Le squadre, composte da due giocatori ciascuna, si scontrano su un campo di sabbia diviso da una rete, con l’obiettivo di mandare la palla nel campo avversario e difendere il proprio.
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Origini e Evoluzione del Beach Volley
Le origini del beach volley risalgono agli inizi del XX secolo in California e nelle Isole Hawaii. Da lì, si è rapidamente diffuso in tutto il mondo, guadagnando popolarità non solo nelle regioni costiere ma anche in paesi senza accesso al mare come la Svizzera. Il primo torneo ufficiale si tenne nel 1947 a State Beach, in California, mentre il primo torneo con un premio in denaro si svolse nel 1974 a San Diego.
Regole del Gioco
Come nella pallavolo, lo scopo del beach volley è mandare la palla sopra la rete e farla cadere nel campo avversario, cercando di opporsi al medesimo obiettivo della squadra avversaria. Ogni squadra ha a disposizione tre tocchi, inclusi i tocchi a muro. Il gioco inizia con un servizio e continua fino a quando la palla tocca terra, va fuori dal campo, o una squadra commette un errore. La squadra che vince lo scambio guadagna un punto e, se era la squadra che riceveva il servizio, anche il diritto di servire.
Divise Personalizzate nel Beach Volley
Uno degli aspetti più interessanti e distintivi del beach volley è l’uso delle divise personalizzate. Le divise personalizzate non solo offrono un tocco di stile e unicità alle squadre, ma sono anche cruciali per il comfort e le prestazioni degli atleti. Realizzate con materiali leggeri e traspiranti, le divise personalizzate permettono ai giocatori di muoversi liberamente sulla sabbia, riducendo il rischio di irritazioni e migliorando la termoregolazione corporea.
Caratteristiche del Campo e dell’Equipaggiamento
Il campo di beach volley è un rettangolo di sabbia che misura 16×8 metri, circondato da una zona libera larga almeno 3 metri. Le linee di gioco sono larghe 5-8 cm e la rete ha le stesse caratteristiche della pallavolo indoor (2.24 m per le donne e 2.43 m per gli uomini). Il pallone utilizzato è leggermente più grande e più leggero di quello della pallavolo tradizionale, con un diametro di 66-68 cm e un peso di 260-280 g.
Sistema di Punteggio e Struttura del Gioco
Le partite di beach volley si giocano al meglio dei tre set. Per vincere un set, una squadra deve ottenere 21 punti con un vantaggio minimo di due punti. In caso di parità dopo i primi due set, il terzo set si gioca fino a 15 punti, sempre con un vantaggio minimo di due punti. Il rally point system, in cui ogni scambio vinto vale un punto, rende il gioco dinamico e avvincente.
Beach Volley Internazionale
A livello internazionale, le nazioni più vittoriose nel beach volley maschile sono il Brasile, gli Stati Uniti e la Germania. Tra le squadre femminili, il Brasile domina seguito da Stati Uniti e Cina. Le coppie di punta brasiliane, come Larissa-Juliana, hanno ottenuto numerosi successi nei campionati mondiali e negli eventi FIVB. Gli Stati Uniti, l’Italia e il Brasile sono le nazioni con il maggior numero di partecipazioni al World Tour.
Importanza delle Divise Personalizzate
Le divise personalizzate giocano un ruolo fondamentale non solo nel rappresentare l’identità della squadra, ma anche nel migliorare le prestazioni. La possibilità di personalizzare le divise permette alle squadre di scegliere design, colori e materiali che meglio si adattano alle loro esigenze specifiche. Inoltre, le divise personalizzate possono includere dettagli come numeri, nomi dei giocatori e loghi degli sponsor, aumentando la visibilità e il supporto per il team.
La Popolarità del Beach Volley
Il beach volley è diventato lo sport più popolare tra quelli praticati sulla sabbia. Ogni stabilimento balneare nel mondo ha almeno un campo di beach volley, e il gioco è ampiamente praticato anche in paesi dove la pallavolo tradizionale ha meno seguito. Questo sport è facilmente accessibile, richiede poche attrezzature e offre regole flessibili a livello amatoriale, permettendo la partecipazione di un numero variabile di giocatori.
Storia del Beach Volley in Italia
In Italia, il primo torneo nazionale di beach volley si è tenuto nel 1984 al Fantini Club di Cervia. Da allora, il beach volley ha visto una crescita esponenziale in termini di popolarità e partecipazione. Il Fantini Club è noto anche per aver coniato il termine “beach volley”, italianizzando l’americana “beach volleyball”.
Conclusione
Il beach volley è uno sport dinamico e affascinante, che combina elementi di strategia, abilità fisica e coordinazione. Le divise personalizzate aggiungono un elemento di individualità e professionalità, contribuendo a migliorare le prestazioni degli atleti. Con una storia ricca e una comunità globale in crescita, il beach volley continua a evolversi e a guadagnare nuovi appassionati in tutto il mondo.
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fa14-eb23 · 1 year
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Now take off the clubs' kits and put in the national teams' kits waiting for Nations League Finals, some Euro 2024 qualifications, Euro 2023 u21, and then Women's World Cup 😍
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Mondiali atletica indoor di Glasgow: 60 ostacoli femminili
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tempi-dispari · 1 year
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Rising Star: Nexus Opera
Raccontare storie sulle due guerre mondiali e trasformarle in canzoni. Questo è ciò che fanno i Nexus Opera, e questo moniker può essere spiegato come un collegamento, un ponte musicale tra passato, presente e futuro, per offrire queste storie come monito, per non dimenticarle o semplicemente per il piacere di raccontarle.
I Nexus Opera nascono a Roma nel 2003, fondati da Marco e Alessandro, due chitarristi entrambi con la passione per l’Heavy e il Power Metal. Le prime canzoni e spettacoli risalgono a questo periodo, ma a causa di alcuni cambi di formazione e di un lungo stop delle attività si dovrà attendere il 2014 per l’album d’esordio: ‘Tales from WWII’, dedicato a persone e fatti, più o meno noto, sul più grande conflitto della storia dell’Umanità.
L’album, interamente autoprodotto e inquadrato in un power metal con venature classiche, ottiene buone recensioni e critiche e dà alla band la possibilità di diffondere il proprio nome nella scena underground e di suonare una serie di spettacoli con il climax in apertura. recitano per Edu Falaschi e per il festival Metal 4 Kids United.
Durante il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, i Nexus Opera iniziano a scrivere materiale per il loro nuovo capitolo. Ci vorranno più anni e cambi di formazione del previsto per arrivare finalmente al 2020 e completare la lavorazione di ‘La Guera Granda (The Great Call to Arms)’, il secondo album della band, ancora una volta un concept ma questa volta di protagonisti e le vicende del fronte austro-italiano durante la Grande Guerra, l’immane tragedia che segnò la fine di un’epoca e dei Grandi Imperi.
Rispetto alla prima uscita si tratta di un passo avanti sia sul piano musicale, con alcuni inserti sinfonici e di voci femminili e cori epici, sia sui testi con il concept incentrato sugli eventi bellici che coinvolsero il Regno d’Italia fin dal suo ingresso nel Regno d’Italia. guerra del 24 maggio 1915 fino alla vittoria del 4 novembre 1918 attraverso battaglie, epiche gesta, ritirate, tragedie.
A settembre 2020 Nexus Opera firma con Revalve Records per la pubblicazione e distribuzione di “La Guera Granda (The Great Call to Arms)”.
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Lo Sport Femminile in Italia: Un Cammino Verso la Parità e l'Ispirazione
Lo sport femminile in Italia sta attraversando una fase di crescita senza precedenti, contribuendo a ridefinire l'immagine delle donne nell'ambito sportivo e a ispirare generazioni future. Mentre le atlete italiane continuano a scalare le vette del successo e a sfidare gli stereotipi di genere, il paese sta lentamente ma inesorabilmente guadagnando terreno nella promozione dell'uguaglianza nello sport. Lo sport femminile in Italia: difficoltà Nel corso degli anni, lo sport femminile in Italia è stato spesso oscurato dalla predominanza dell'atletica maschile. Tuttavia, negli ultimi decenni, le donne hanno fatto passi da gigante nel dimostrare che la passione, la determinazione e il talento non conoscono distinzioni di genere. Discipline sportive come il calcio, il ciclismo, la pallavolo, il tennis e la ginnastica artistica hanno visto emergere talenti straordinari che hanno brillato sulle scene internazionali. Nuova popolarità Il calcio femminile, ad esempio, sta raggiungendo nuove vette di popolarità e riconoscimento. L'Italia è ora rappresentata da squadre competitive in diverse competizioni internazionali e la Lega Calcio Femminile (Serie A Femminile) sta guadagnando visibilità grazie a partnership e investimenti crescenti. Le atlete italiane stanno dimostrando la loro abilità e dedizione, lottando per ottenere la stessa attenzione mediatica riservata ai loro omologhi maschi. Le grandi eccellenze Anche il ciclismo femminile ha fatto grandi progressi in Italia. Atlete come Elisa Longo Borghini e Marta Bastianelli hanno dimostrato la loro superiorità in competizioni come il Giro d'Italia Femminile e le Olimpiadi. Questi successi hanno ispirato una nuova generazione di giovani cicliste a percorrere la strada del professionismo e a lottare per un riconoscimento paritario e giusto nello sport. La pallavolo femminile ha sempre goduto di popolarità in Italia, con squadre che hanno dominato le competizioni internazionali. La nazionale italiana di pallavolo femminile è una forza da non sottovalutare, con numerose medaglie d'oro e successi nei campionati europei e mondiali. Questi trionfi hanno contribuito a costruire una cultura di ammirazione e rispetto per le atlete femminili. Verso la parità ma con degli ostacoli Tuttavia, la strada verso la parità nello sport femminile in Italia non è priva di sfide. Le atlete spesso si scontrano con disparità di trattamento nei finanziamenti, nella visibilità mediatica e nelle opportunità di carriera. È cruciale che istituzioni, sponsor e media lavorino insieme per promuovere il cambiamento e assicurare che le atlete ricevano il riconoscimento e le risorse che meritano. Il successo delle atlete italiane non si limita ai risultati sul campo, ma ha anche un impatto sociale significativo. L'ascesa delle donne nello sport è un potente messaggio di empowerment e di sfida agli stereotipi di genere. Le giovani ragazze possono ora guardare alle atlete italiane come modelli di ruolo, ispirandosi a perseguire i propri sogni e a superare ogni ostacolo. Evoluzione e crescita In conclusione, lo sport femminile in Italia sta vivendo un periodo di evoluzione e crescita, aprendo nuove possibilità e spazi per le donne in un ambiente tradizionalmente dominato dagli uomini. Le atlete italiane stanno dimostrando il loro talento, la loro dedizione e la loro capacità di ispirare, creando un futuro in cui lo sport non conosce limiti di genere. Mentre l'Italia continua il suo viaggio verso la parità nello sport, la strada è illuminata dalla passione delle atlete che stanno cambiando il volto dell'atletica italiana. Lo sport femminile in Italia sta attraversando una fase di crescita senza precedenti, contribuendo a ridefinire l'immagine delle donne nell'ambito sportivo Foto di Nicolas Hoizey su Unsplash Read the full article
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