#messo a caso su zelig
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Mmmmmmmmmmmh
#messo a caso su zelig#mi ricordavo facessero più ridere i PanPers#ad orecchio direi anche il pubblico
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12 SET 2019 12:58
ROLLING DAGO – ''SALVINI E DI MAIO NON HANNO AVUTO IL QUID PER CAPIRE CHE È LA POLITICA INTERNAZIONALE CHE CREA IL QUADRO. DI MAIO: DAI GILET GIALLI A MACRON, VOTANDO URSULA. SALVINI, DA PUTIN A TRUMP - OGGI SE STAI SUI GIORNALI O STAI IN TELEVISIONE CONTA POCO. BERLUSCONI, PUR AVENDO ANCORA TRE RETI, È FINITO AL 4-5% - LA RAI È WELFARE, LA POSSIBILITÀ DI DARE UNO STIPENDIO A 13MILA PERSONE'' –DAGO E CRUCIANI SHOW DOMENICA A PADOVA
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Gaspare Baglio per www.rollingstone.it
Tagliente, ironico, ribelle, provocatorio, pioniere: semplicemente Roberto D’Agostino. Quando nessuno puntava su Internet, lui ha messo in piedi Dagospia, portale che macina una media di 300mila visite al giorno. La University Italia Society di Oxford lo ha fatto salire in cattedra in qualità di guru del web. Dopo un passato da disc-jockey (nel programma radiofonico Bandiera gialla, con Arbore e Boncompagni), giornalista musicale (Popster e Mister Fantasy) e personaggio tv, D’Agostino oggi regala una visione differente del potere, del costume e della società. Se non siete studenti di Oxford, non preoccupatevi: Dago è tra gli ospiti del Future Vintage, il festival del lifestyle e della comunicazione, che, dal 13 al 15 settembre, esplora origini, contaminazioni e ispirazioni delle tendenze contemporanee. Insieme a Giuseppe Cruciani, star della Zanzara su Radio 24, cercherà di svelare il successo e i segreti della sua chiacchieratissima creatura.
Cosa farete, con Giuseppe Cruciani, al Future Vintage Festival?
Sarà una sorpresa sia per il pubblico, sia per noi. Andremo a braccio, non siamo capaci di fare scalette.
Perché proprio Cruciani?
Abbiamo un buon feeling. Cerchiamo di essere tutti e due fuori dal coro.
Il claim del Future Vintage è Be dissident. Cosa significa oggi essere dissidenti?
Non bere tutto quello che viene proposto da quella che è l’informazione accademica, classica, dei giornali, della televisione o dei talk. Tocca sempre essere capaci di fare il proprio mestiere, di fare il contropelo a quello che, di solito, ci viene propinato. Anche Giuseppe, in qualche modo, non si adegua a quello che è il copione.
Sia te che Cruciani siete temuti, ma poi tutti vogliono apparire su Dagospia o essere ospitati a La Zanzara…
Meno male. Io so solo che, dalla mattina alla sera, sono tempestato da persone che si lamentano. Che ci vuoi fare, è così. Ma va bene, finché c’è questa sorta di atteggiamento per me va bene: è una medaglia sul petto. Significa che faccio il mio lavoro.
Visto che su Dago la politica ha, senza dubbio, una parte importante, che ne pensi del premierConte?
Il soprannome che gli ho dato è CamaleConte. È stato abilissimo a essere un “Conte Zelig”, a interpretare tanti parti in commedia, però fin dall’inizio – quando lui, appena arrivato, sconosciuto avvocato di Foggia, chiese e si impuntò sulle deleghe dei servizi segreti – mi ha lasciato sempre una spia accesa. E da lì che ho pensato subito che dietro a Conte ci fosse una rete di relazioni tali che, poi, l’hanno portato a quello che oggi è il risultato finale.
Vale a dire?
Vale a dire una persona che è riuscita a infinocchiare tutti. A partire da colui che l’ha proposto: Di Maio.
E allora che mi dici di Di Maio, neo ministro degli Esteri?
Lui e Salvini sono due ingenui, due insicuri e due persone che – soprattutto Di Maio – non hanno mai fatto politica. Sono stati, chiaramente, messi in mezzo.
Spiegati meglio.
Soprattutto non avevano una capacità di capire che oggi c’è una politica internazionale, che crea il quadro. Penso a Di Maio, che prima va ad abbracciare i gilet gialli. E poi si mette accanto a Macron, votando Ursula von der Leyen, che, praticamente, è una controfigura della Merkel. Questo fa capire lo stato di sbandamento di questo ragazzo. Che ha poi 33 anni, eh. Quindi è anche vero che a 33 anni, senza nessuna esperienza politica, ti trovi a fare questi sbagli. Meno giustificabile il caso di Salvini.
Perché?
Ha commesso degli errori a dir poco madornali. Non ha avuto la consapevolezza che non c’è il Papeete, non c’è la discoteca, non c’è il comizio.
E cosa c’è?
Ci stanno i poteri forti internazionali, che poi l’hanno, in qualche modo, fatto fuori. Dal Vaticano, alla Russia, agli Stati Uniti, all’Europa e varie altre confraternite che l’hanno messo KO.
Secondo te ci sono possibilità che ritorni?
Assolutamente no. Perché adesso l’Europa darà all’Italia delle condizioni economiche e finanziarie talmente positive, talmente eccezionali, che dimenticheremo presto gli assoli social di Salvini. È uscito Salvini e improvvisamente lo spread è crollato, il problema dei 40 miliardi per la legge di bilancio – di cui 23 riguardavano l’IVA – è finito a posto. Il Paese non ha più problemi di questo tipo economico. Ci era stato raccontato che l’Italia era, praticamente, dalle parti della Grecia di una volta. Adesso, improvvisamente, l’Italia è la Svizzera: ci vogliono bene tutti, tutti sono d’accordo con noi, l’importante era bruciare l’uomo nero. Cioè Salvini.
Cosa mi dici, invece, dei vari Meloni, Zingaretti, Grillo, Berlusconi.
Hanno fatto delle giravolte, dei voltafaccia che ci hanno lasciato tutti quanti a bocca aperta. Pensa solo allo scambio di insulti tra PD e il Movimento 5 Stelle. Pensiamo solo che chi ha dato il via a questo governo – che io chiamo giallo-rosé – è stato Renzi. Ed è un anno che i 5 Stelle massacrano la sua famiglia in maniera pesantissima. Tutto quanto è stato dimenticato, messo da parte, in qualche modo coperto, dalla famosa frase «per il bene del Paese». Quello che è avvenuto era qualcosa che nessuno poteva immaginare. La realtà è più forte della fantasia. Chi poteva prevedere, qualche mese fa, in quella bagarre tra pentastellati e PD, che questi, a un certo punto, si mettessero a letto insieme e fornicassero allegramente? Ecco che allora comprendo che la politica non sia quella dei talk, non sia quella raccontata dai giornali.
Quali sono allora?
La politica e la finanza sono cose molto più complesse, che non vengono mai raccontate. Io ci provo, in qualche modo, a spiegare che il potere non è quello visibile, ma quello invisibile, quello che agita i fili, i burattinai. Conte è diventato improvvisamente come la pizza. Tutti amano la pizza. E tutti amano Conte: da Trump alla Merkel, da Macron a Tusk, il presidente del Consiglio Europeo. Ogni giorno Conte riceve un abbraccio, un applauso, un endorsement dal Vaticano, da tutti. Come mai questo Conte – che poi era uno che ha detto pure che votava a sinistra, addirittura Cuperlo – poi improvvisamente è diventato il capo del Movimento 5 Stelle – incoronato da Grillo –, non avendo alle spalle nemmeno un vaffa. Ma avendo una bella pochette a una, due, tre, quattro punte nel taschino della giacca. Questo fa comprendere che il mondo internazionale, quando vuole intervenire, interviene e ti fa fuori.
E qui ritorniamo a Salvini.
Salvini non aveva capito che con quel caso di Mosca, Metropol, Savoini era arrivato un pizzino che stava a indicare che si erano spostati i suoi referenti. Lui era alleato di Marine Le Pen addirittura. Che dava fastidio a Macron. Ma tutti i suoi amici sovranisti, dall’ungherese Orban al polacco Kaczynski, stanno dentro il PPE della Merkel. È uno che non conosce la politica internazionale. Ogni nazione fa parte di un emisfero, un circolo. Noi siamo l’Europa. Se non ti va bene questo club, questo consiglio transnazionale, che devi fare?
Eh, cosa?
Fai come la Gran Bretagna che se ne va. Esci, non puoi stare dentro a rompere i coglioni. Alla fine questi si uniscono e ti fanno il culo. Salvini è uno che è rimasto fregato.
Tra tutti i personaggi politici ce n’è qualcuno che, a tuo avviso, andrebbe rivalutato?
Tutti quelli della Prima e della Seconda Repubblica. Ormai non si fa altro che dire !ah, quando c’erano coloro che sapevano…!. Quelli che abbiamo rottamato allegramente, ma conoscevano la politica, sapevano come interfacciarsi coi poteri importanti. Non come ha fatto Salvini: una volta stai con Putin, poi vai in America e stai con Trump. E poi mandi affanculo quello, mandi affanculo quell’altro. Il rapporto col Vaticano, Salvini ha sempre parteggiato per la curia anziché Bergoglio. Ti fai tanti nemici. E poi questi non sono nemici piccoli, sono grossi. Anche uno come Di Maio che ha detto tutto e il contrario di tutto. Cosa vuoi fare, poi non hai nostalgia?
Tu di chi ce l’hai?
Io ho nostalgia per Fanfani. Nostalgia per gente con cui si può essere in disaccordo, di diverso parere, ma che sa in che situazione, in quale contesto, qual è la cornice. L’Italia – che è un piccolo Stato – non può permettersi di avere un rapporto di guerriglia con questa gente.
E adesso?
Gli zingari, la violenza, sbarchi non ci stanno più. È tutto quanto tranquillo, avremo tutto. Vivremo tutti quanti noi, con Conte, più sicuri di quello che sarà fine mese, perché c’avremo delle possibilità economiche tali che, con Salvini, c’erano state negate. La politica è molto complessa, non si può dare, come si dice in napoletano, ‘a fessa mmano a ‘e ccriature. Bisogna essere consapevoli di questo: bisogna essere capaci, avere conoscenze e relazioni. Non si può andare solo sull’emotività. Non puoi andare sui social, sparando qualsiasi cosa.
Ma quindi oggi come siamo messi?
La situazione politica è diretta da Mattarella. Conte fa quello che Mattarella vuole. Bisogna stare molto attenti quando si parla di politica, perché spesso si va a parlare di personaggi che sono solo delle comparse, che riempiono le pagine dei giornali. La politica, oggi, con la globalizzazione, ci mostra da una parte la Russia, da una parte la Cina, gli Stati Uniti, l’Europa. Siamo tutti in un periodo di transizione, perché la globalizzazione è quella che ha innescato il populismo, il sovranismo.
A questo proposito, cosa mi dici della globalizzazione?
La globalizzazione è stata fatta coi piedi, ha fatto star meglio il Terzo Mondo, ma l’Occidente ne ha pagato le conseguenze in maniera pesante, creando risentimento e frustrazione. Anche perché poi tutto questo mondo occidentale si è affidato ai tecnici, quelli portano i dati, i numeri. La politica non è fatta di numeri. È fatta di altre cose. Ecco che anche la politica tecnocratica ha fallito.
Perché?
Perché poi, coloro che ci hanno messo in condizioni economiche disagiate, sono i responsabili del crack delle banche, eccetera, eccetera. Quello che penso io è che si vede sempre l’effetto: arrivano i clown, arriva Trump, Boris Johnson, Bolsonaro, Salvini, ma quello che bisogna chiedersi è qual è la causa? Perché sono usciti fuori questi personaggi? È questo il punto.
Te lo sai spiegare?
Qualcuno ha sbagliato. Ha fatto delle politiche che hanno arricchito alla grande multinazionali di ogni tipo a partire da quelle della Silicon Valley (Apple, Google, Amazon). E questi avevano la possibilità di non pagare le tasse, andando dove cazzo gli pare. Tutto questo ha portato a uno scompenso tale, a una frustrazione tale, a un dolore tale che, attraverso Internet, si sono potute creare una sorta di comunità che hanno dato vita al sovranismo. E oggi abbiamo questi problemi. Quindi il problema di Salvini e di Trump nasce da problemi di finanza, di economia, che hanno creato una situazione di rancore. Anche togliendo di mezzo Trump o Salvini, la causa non viene eliminata.
Capito. Ora parliamo di tv. Non appena il vento politico è cambiato, si è subito passati a dire che anche in Rai cambierà qualcosa.
Si parla di televisione come 10 anni fa. Per fortuna la televisione è cambiata completamente: col digitale, con le piattaforme, con lo streaming, col satellite. Oggi la televisione è parcellizzata. Oggi se stai sui giornali o stai in televisione non conta niente. Berlusconi, pur avendo ancora tre reti televisive, è finito al 4-5%. Quel potere mediatico che c’era una volta è scomparso. Ora conta più Internet, contano i social. Non conta più andare al talk della Gruber o di Floris, non contano un cazzo.
E chi pensi che ancora conti qualcosa?
Sinceramente è gente che è rimasta ancora col gettone telefonico. Oggi è tutto un altro mondo la televisione. Gran parte dei giovani vedono tutto in streaming, scaricano quello che piace loro e si fanno un palinsesto. L’idea che alle 20:00, mi devo guardare il telegiornale non mi passa neanche per la testa, vedo le notizie sullo smartphone, le commento in tempo reale. Quindi togli la Cuccarini, metti la Cuccarini, non ce ne può frega’ de meno. Non esiste più questo mondo. È come se dovessimo ancora parlare delle candele, siamo a led: che ce ne importa? Non è che hanno un peso. Trump usa Twitter, Salvini usa Facebook, Instagram, tutti usano i mezzi legati al digitale. Nessuno sta lì a combattere per vedere il telegiornale.
Ma quindi la tv di cui i giornali parlano che tipo di televisione è?
La televisione di cui parli è quella dei telemorenti, di gente che non c’ha manco la forza di cambiare canale. È come è successo con la musica. Chi è compra ancora i dischi? Nessuno. E c’è ancora chi pensa di contare avendo quel programma. Berlusconi è morto, con tre reti, Salvini è arrivato al 30% senza aver nessun telegiornale. Vuol dire che oggi c’è un diverso rapporto della gente con l’informazione, la possibilità di fare comunità, comunicare direttamente. Non ci sono più i comizi per strada, non ci sono più i cortei. Oggi avviene tutto in maniera tecnologica. E stiamo ancora qui a parlare della Cuccarini o se cambierà la Rai? Ma possono cambiare quello che vogliono. Non succede nulla, non frega più nulla a nessuno.
Ma quindi per te la Rai cosa rappresenta?
La Rai è welfare, la possibilità di dare uno stipendio a 13mila persone, più un indotto che, in qualche modo, non sanno che cazzo fare della loro vita.
Poco fa hai parlato di musica.
Ecco io da Rolling Stone mi aspettavo un’intervista sulla musica, di cui sono grande esperto: ho fatto per trent’anni la critica musicale. Non me ne frega un cazzo di politica, un brano di Otis Redding o Johnny Cash valgono tutta ‘sta monnezza di Rousseau, Casaleggio e Grillo, mamma mia.
E che musica ascolti, allora?
La più bella canzone, quella che ho deciso che quando morirò vorrò, è Hurt di Johnny Cash, il brano più straziante che abbia mai ascoltato era dei Nine Inch Nails.
Come vede la situazione del mercato discografico, soprattutto italiano?
Diciamo che l’epoca rock è finita con gli U2 e compagnia varia. Poi è arrivata un altro tipo di musica. Quella che abbiamo adesso è una musica che non lascia una traccia. Anche la musica elettronica, l’hanno inventata i Kraftwerk: hanno fatto musica incredibile, mai ascoltata prima, li ho rivisti recentemente in uno spettacolo in 3D.
E oggi, invece?
Oggi questa musica dei vari rapper e trapper non entra nella testa, non è costruita a livello di presa rapida. Bisogna avere la tasca piena di pillole per ascoltarla, non è più musica. Il mondo digitale ci permette, però, di ascoltare tutta quella musica del passato, dal blues al rock’n’roll, che prima non avevamo la possibilità di ripescare. Io vado su YouTube e mi perdo. Stamattina mi sono sentito i Four Tops per svegliarmi in maniera divertente, per ballare. La musica è qualcosa che emoziona, ma nessuno sa perché. Il web fa conoscere alle nuove generazioni una musica che noi abbiamo amato. Io e mio figli amiamo i Ramones insieme. Ci sono cose di una bellezza assoluta.
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50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori
Oggi mi sono trovato a gironzolare senza meta tra i corridoi di un supermercato. Attività questa, condivisa da molti uomini visto che a decidere sono sempre le mogli.
“Questo no. Questo mettilo a posto. Faccio io, tanto tu compri solo minchiate!”.
Ah sì? e allora gironzolo!
Mi piace controllare come i supermercati organizzano i prodotti. Capire la filosofia dietro ad un pacchetto di patatine in alto a destra piuttosto che un detersivo in basso a sinistra.
Come vengono usati corridoi stretti per aumentare l’attenzione dei clienti ed evitare che questi tornino indietro ma vengano forzati inconsciamente a controllare tutti gli scaffali.
Però queste sono comunque cose già viste. Fino a quando non mi cade l’occhio su una cosa in particolare.
Sai quando giri la testa per un secondo e la rigiri subito perché non credi a quello che hai visto?
Ecco…
Io ho visto questo:
Profilattici neri. “Ma che ca#&*o ?!?…”
Ma chi li usa?
Mi è venuto in mente un vecchio studio fatto sulla percezione dei colori e di come questi alterino il punto di vista delle persone.
Allora mi sono appuntato una nota…
“Quando torno a casa devo assolutamente scrivere qualcosa a riguardo. È un bel soggetto per un articolo di psicomarketing.”
Ed eccoci qua, con la psicologia dei colori e come questi influenzino peso, gusto e percezione delle cose.
Prendi carta e penna perché alla fine di questo articoli cambierai parecchi colori dei tuoi prodotti, te lo prometto!
Verde, Viola, Rosso: Come fanno i colori a farci cambiare idea nell’acquisto?
Vuoi un esempio di psicologia dei colori nell’infanzia? Bene, metti un bambino in una stanza gialla e incomincerà a piangere.
Vuoi farti passare l’appetito? Prova “la dieta del muro blu”.
Pittura il muro della prigione che ti hanno lasciato in eredità in rosa, e avrai meno problemi di violenza tre carcerati.
Nello stesso modo, se pitturi le classi di una scuola in rosso, queste ecciteranno i bambini, mentre se usi il blu nelle stanze, calmerai gli infanti.
Ancora qualche esempio di psicologia cromatica nel marketing…
Se i volontari indossano una uniforme rosa, ricaveranno molte più donazioni, mentre gli ospedali che usano un verde salvia nei corridoi aiutano i pazienti a rilassarsi.
Fantastica la mente umana. Non trovi?
Colori e Peso: Quanto pesa una determinata tinta?
I colori hanno un grosso impatto in noi e influenzano anche la nostra percezione di peso apparente.
Per esempio se per lavoro porti in giro pacchi tutto il giorno, potrebbe essere davvero un impegno pesante! (dovrei andare a Zelig, lo so.)
Per agevolare -si fa per dire- i lavoratori, una società ha deciso di pitturare tutti i suoi scatoloni neri, in verde chiaro.
Boom! Gli scatoloni, sono diventati scatolini. In realtà non è cambiato niente a prima vista, ma sono diventati psicologicamente più leggeri.
Al contrario, per far apparire il packaging più pesante, un’azienda di food and beverage (roba che se magna insomma), ha cambiato i soliti scatoloni marroni in pacchi scuri.
Badaboom! ‘Molto più’ cibo dentro i cartoni.
Attenzione però a non confondere questo fenomeno con il suggerimento che ti danno i fashion designer nell’abbigliamento: “il nero sfina”.
In quel caso stiamo parlando dell’abilità del nero di nascondere le ombre e quindi farti sembrare un secco anche se ti ammazzi di birra.
Non essendoci ombre, il nostro cervello non ha elementi specifici su cui posare l’attenzione. Ecco perché i culturisti si vestono sempre con colori chiari per far risaltare i muscoli. Furbi eh?
Tornando al nero e ai colori scuri in generale, parliamo ovviamente di un’illusione che ha un nome specifico: si chiama peso apparente.
Apparentemente il peso conta quindi? Vediamo qualche dato
Sta tutto nello scegliere il colore giusto per avere la percezione di peso apparente di cui hai bisogno.
Snoccioliamo qualche numero e mettiamo ciccia sul fuoco.
In un articolo dell’American Journal of Psychology chiamato ‘L’effetto del colore su formato e peso apparente’, due psicologi – Warden e Flynn – hanno fatto qualche test. Hanno messo insieme otto pacchi della stessa misura in una vetrina. Poi hanno chiesto a delle persone di guardare ogni pacco, senza un ordine preciso e senza toccarli, e dargli un voto in base al peso.
Questi sono i risultati dei pacchi, dall’apparentemente più leggero al più pesante:
Colore PaccoPuntiBianco3.1Giallo3.5Verde4.1Blu4.7Viola4.8Grigio4.8Rosso4.9Nero5.8
In un mercato dove tutti vogliamo telefoni “pesi piuma” e piatti, Apple avrebbe dovuto studiare meglio la psicologia dei colori nel marketing controllando meglio le scatole dei suoi iPhone prima di lanciarli sul mercato.
Era iniziata male con iPhone 3…
poi l’aveva quasi azzeccata con il 4…
Per poi perdere completamente la ragione con la versione successiva del telefono.
Peso ma non solo. Anche il gusto vuole la sua parte.
Hai letto bene, i colori possono anche influenzare il gusto.
Quando i manager della Dr Pepper (bibita americana tipo CocaCola) decisero di cambiare il colore di sfondo da beige a blu della loro birra Barrelhead, la gente si lamentava che la nuova ricetta non era poi un gran che. Tutti preferivano il gusto della versione precedente. Ma la ricetta della bibita, non è stata mai cambiata nel tempo!
Non basta.
I colori se associati pesantemente con altri prodotti possono anche confondere.
Se ti dico bibita frizzante con bottiglia rossa, tu che mi dici?
Almeno che tu non abbia passato gli ultimi 100 anni su Marte, la risposta è chiara: CocaCola!
CocaCola tra le bibita è IL rosso per eccellenza.
C’è stato un periodo però in cui la società dietro la Canada Dry (birra ale senza zucchero) stava dandosi la mazza sui piedi a causa di colori sbagliati.
I grafici della Berni Corp. (società esperta di packaging) ha poi cambiato il design della birra da rosso a verde e bianco, e le vendite sono aumentate del 25%! La scelta d’acquisto dei clienti era stata ancora una volta influenzata da un semplice colore. Questi trovavano infatti la nuova birra meno zuccherata, insomma, più buona.
Rosso = CocaCola e quindi bibita zuccherata analcolica.
Punto.
La forza dei colori è grande e a causa della sua duplice natura di attirare attenzione ma anche di alterare la percezione del cliente, le agenzie pubblicitarie sono sempre molto caute ad usare i colori negli annunci e nelle confezioni dei prodotti.
Ora che lo sai, attento a quali colori usi per i tuoi prodotti e servizi.
Le cose che vendi fanno scappare i clienti o li attraggono come mosche?
Quel viola scuro nel logo ricorda una casa chiusa?
E quel rosso nelle confezioni? Non da troppo l’impressione che siano prodotti scontati di bassa qualità?
Fammi sapere quali sono i colori predominanti in ciò che fai e se pensi di cambiarli e con quali.
Su, metti il tuo pensiero nero su bianco.
psicologia-colori è stato pubblicato su Espresso Triplo.
50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori posted first on https://espressotriplo.com/ 50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori published first on https://espressotriplo.com/ 50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori posted first on https://espressotriplo.com/
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50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori
Oggi mi sono trovato a gironzolare senza meta tra i corridoi di un supermercato. Attività questa, condivisa da molti uomini visto che a decidere sono sempre le mogli.
“Questo no. Questo mettilo a posto. Faccio io, tanto tu compri solo minchiate!”.
Ah sì? e allora gironzolo!
Mi piace controllare come i supermercati organizzano i prodotti. Capire la filosofia dietro ad un pacchetto di patatine in alto a destra piuttosto che un detersivo in basso a sinistra.
Come vengono usati corridoi stretti per aumentare l’attenzione dei clienti ed evitare che questi tornino indietro ma vengano forzati inconsciamente a controllare tutti gli scaffali.
Però queste sono comunque cose già viste. Fino a quando non mi cade l’occhio su una cosa in particolare.
Sai quando giri la testa per un secondo e la rigiri subito perché non credi a quello che hai visto?
Ecco…
Io ho visto questo:
Profilattici neri. “Ma che ca#&*o ?!?…”
Ma chi li usa?
Mi è venuto in mente un vecchio studio fatto sulla percezione dei colori e di come questi alterino il punto di vista delle persone.
Allora mi sono appuntato una nota…
“Quando torno a casa devo assolutamente scrivere qualcosa a riguardo. È un bel soggetto per un articolo di psicomarketing.”
Ed eccoci qua, con la psicologia dei colori e come questi influenzino peso, gusto e percezione delle cose.
Prendi carta e penna perché alla fine di questo articoli cambierai parecchi colori dei tuoi prodotti, te lo prometto!
Verde, Viola, Rosso: Come fanno i colori a farci cambiare idea nell’acquisto?
Vuoi un esempio di psicologia dei colori nell’infanzia? Bene, metti un bambino in una stanza gialla e incomincerà a piangere.
Vuoi farti passare l’appetito? Prova “la dieta del muro blu”.
Pittura il muro della prigione che ti hanno lasciato in eredità in rosa, e avrai meno problemi di violenza tre carcerati.
Nello stesso modo, se pitturi le classi di una scuola in rosso, queste ecciteranno i bambini, mentre se usi il blu nelle stanze, calmerai gli infanti.
Ancora qualche esempio di psicologia cromatica nel marketing…
Se i volontari indossano una uniforme rosa, ricaveranno molte più donazioni, mentre gli ospedali che usano un verde salvia nei corridoi aiutano i pazienti a rilassarsi.
Fantastica la mente umana. Non trovi?
Colori e Peso: Quanto pesa una determinata tinta?
I colori hanno un grosso impatto in noi e influenzano anche la nostra percezione di peso apparente.
Per esempio se per lavoro porti in giro pacchi tutto il giorno, potrebbe essere davvero un impegno pesante! (dovrei andare a Zelig, lo so.)
Per agevolare -si fa per dire- i lavoratori, una società ha deciso di pitturare tutti i suoi scatoloni neri, in verde chiaro.
Boom! Gli scatoloni, sono diventati scatolini. In realtà non è cambiato niente a prima vista, ma sono diventati psicologicamente più leggeri.
Al contrario, per far apparire il packaging più pesante, un’azienda di food and beverage (roba che se magna insomma), ha cambiato i soliti scatoloni marroni in pacchi scuri.
Badaboom! ‘Molto più’ cibo dentro i cartoni.
Attenzione però a non confondere questo fenomeno con il suggerimento che ti danno i fashion designer nell’abbigliamento: “il nero sfina”.
In quel caso stiamo parlando dell’abilità del nero di nascondere le ombre e quindi farti sembrare un secco anche se ti ammazzi di birra.
Non essendoci ombre, il nostro cervello non ha elementi specifici su cui posare l’attenzione. Ecco perché i culturisti si vestono sempre con colori chiari per far risaltare i muscoli. Furbi eh?
Tornando al nero e ai colori scuri in generale, parliamo ovviamente di un’illusione che ha un nome specifico: si chiama peso apparente.
Apparentemente il peso conta quindi? Vediamo qualche dato
Sta tutto nello scegliere il colore giusto per avere la percezione di peso apparente di cui hai bisogno.
Snoccioliamo qualche numero e mettiamo ciccia sul fuoco.
In un articolo dell’American Journal of Psychology chiamato ‘L’effetto del colore su formato e peso apparente’, due psicologi – Warden e Flynn – hanno fatto qualche test. Hanno messo insieme otto pacchi della stessa misura in una vetrina. Poi hanno chiesto a delle persone di guardare ogni pacco, senza un ordine preciso e senza toccarli, e dargli un voto in base al peso.
Questi sono i risultati dei pacchi, dall’apparentemente più leggero al più pesante:
Colore PaccoPuntiBianco3.1Giallo3.5Verde4.1Blu4.7Viola4.8Grigio4.8Rosso4.9Nero5.8
In un mercato dove tutti vogliamo telefoni “pesi piuma” e piatti, Apple avrebbe dovuto studiare meglio la psicologia dei colori nel marketing controllando meglio le scatole dei suoi iPhone prima di lanciarli sul mercato.
Era iniziata male con iPhone 3…
poi l’aveva quasi azzeccata con il 4…
Per poi perdere completamente la ragione con la versione successiva del telefono.
Peso ma non solo. Anche il gusto vuole la sua parte.
Hai letto bene, i colori possono anche influenzare il gusto.
Quando i manager della Dr Pepper (bibita americana tipo CocaCola) decisero di cambiare il colore di sfondo da beige a blu della loro birra Barrelhead, la gente si lamentava che la nuova ricetta non era poi un gran che. Tutti preferivano il gusto della versione precedente. Ma la ricetta della bibita, non è stata mai cambiata nel tempo!
Non basta.
I colori se associati pesantemente con altri prodotti possono anche confondere.
Se ti dico bibita frizzante con bottiglia rossa, tu che mi dici?
Almeno che tu non abbia passato gli ultimi 100 anni su Marte, la risposta è chiara: CocaCola!
CocaCola tra le bibita è IL rosso per eccellenza.
C’è stato un periodo però in cui la società dietro la Canada Dry (birra ale senza zucchero) stava dandosi la mazza sui piedi a causa di colori sbagliati.
I grafici della Berni Corp. (società esperta di packaging) ha poi cambiato il design della birra da rosso a verde e bianco, e le vendite sono aumentate del 25%! La scelta d’acquisto dei clienti era stata ancora una volta influenzata da un semplice colore. Questi trovavano infatti la nuova birra meno zuccherata, insomma, più buona.
Rosso = CocaCola e quindi bibita zuccherata analcolica.
Punto.
La forza dei colori è grande e a causa della sua duplice natura di attirare attenzione ma anche di alterare la percezione del cliente, le agenzie pubblicitarie sono sempre molto caute ad usare i colori negli annunci e nelle confezioni dei prodotti.
Ora che lo sai, attento a quali colori usi per i tuoi prodotti e servizi.
Le cose che vendi fanno scappare i clienti o li attraggono come mosche?
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E quel rosso nelle confezioni? Non da troppo l’impressione che siano prodotti scontati di bassa qualità?
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Su, metti il tuo pensiero nero su bianco.
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50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori
Oggi mi sono trovato a gironzolare senza meta tra i corridoi di un supermercato. Attività questa, condivisa da molti uomini visto che a decidere sono sempre le mogli.
“Questo no. Questo mettilo a posto. Faccio io, tanto tu compri solo minchiate!”.
Ah sì? e allora gironzolo!
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Però queste sono comunque cose già viste. Fino a quando non mi cade l’occhio su una cosa in particolare.
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Ecco…
Io ho visto questo:
Profilattici neri. “Ma che ca#&*o ?!?…”
Ma chi li usa?
Mi è venuto in mente un vecchio studio fatto sulla percezione dei colori e di come questi alterino il punto di vista delle persone.
Allora mi sono appuntato una nota…
“Quando torno a casa devo assolutamente scrivere qualcosa a riguardo. È un bel soggetto per un articolo di psicomarketing.”
Ed eccoci qua, con la psicologia dei colori e come questi influenzino peso, gusto e percezione delle cose.
Prendi carta e penna perché alla fine di questo articoli cambierai parecchi colori dei tuoi prodotti, te lo prometto!
Verde, Viola, Rosso: Come fanno i colori a farci cambiare idea nell’acquisto?
Vuoi un esempio di psicologia dei colori nell’infanzia? Bene, metti un bambino in una stanza gialla e incomincerà a piangere.
Vuoi farti passare l’appetito? Prova “la dieta del muro blu”.
Pittura il muro della prigione che ti hanno lasciato in eredità in rosa, e avrai meno problemi di violenza tre carcerati.
Nello stesso modo, se pitturi le classi di una scuola in rosso, queste ecciteranno i bambini, mentre se usi il blu nelle stanze, calmerai gli infanti.
Ancora qualche esempio di psicologia cromatica nel marketing…
Se i volontari indossano una uniforme rosa, ricaveranno molte più donazioni, mentre gli ospedali che usano un verde salvia nei corridoi aiutano i pazienti a rilassarsi.
Fantastica la mente umana. Non trovi?
Colori e Peso: Quanto pesa una determinata tinta?
I colori hanno un grosso impatto in noi e influenzano anche la nostra percezione di peso apparente.
Per esempio se per lavoro porti in giro pacchi tutto il giorno, potrebbe essere davvero un impegno pesante! (dovrei andare a Zelig, lo so.)
Per agevolare -si fa per dire- i lavoratori, una società ha deciso di pitturare tutti i suoi scatoloni neri, in verde chiaro.
Boom! Gli scatoloni, sono diventati scatolini. In realtà non è cambiato niente a prima vista, ma sono diventati psicologicamente più leggeri.
Al contrario, per far apparire il packaging più pesante, un’azienda di food and beverage (roba che se magna insomma), ha cambiato i soliti scatoloni marroni in pacchi scuri.
Badaboom! ‘Molto più’ cibo dentro i cartoni.
Attenzione però a non confondere questo fenomeno con il suggerimento che ti danno i fashion designer nell’abbigliamento: “il nero sfina”.
In quel caso stiamo parlando dell’abilità del nero di nascondere le ombre e quindi farti sembrare un secco anche se ti ammazzi di birra.
Non essendoci ombre, il nostro cervello non ha elementi specifici su cui posare l’attenzione. Ecco perché i culturisti si vestono sempre con colori chiari per far risaltare i muscoli. Furbi eh?
Tornando al nero e ai colori scuri in generale, parliamo ovviamente di un’illusione che ha un nome specifico: si chiama peso apparente.
Apparentemente il peso conta quindi? Vediamo qualche dato
Sta tutto nello scegliere il colore giusto per avere la percezione di peso apparente di cui hai bisogno.
Snoccioliamo qualche numero e mettiamo ciccia sul fuoco.
In un articolo dell’American Journal of Psychology chiamato ‘L’effetto del colore su formato e peso apparente’, due psicologi – Warden e Flynn – hanno fatto qualche test. Hanno messo insieme otto pacchi della stessa misura in una vetrina. Poi hanno chiesto a delle persone di guardare ogni pacco, senza un ordine preciso e senza toccarli, e dargli un voto in base al peso.
Questi sono i risultati dei pacchi, dall’apparentemente più leggero al più pesante:
Colore PaccoPuntiBianco3.1Giallo3.5Verde4.1Blu4.7Viola4.8Grigio4.8Rosso4.9Nero5.8
In un mercato dove tutti vogliamo telefoni “pesi piuma” e piatti, Apple avrebbe dovuto studiare meglio la psicologia dei colori nel marketing controllando meglio le scatole dei suoi iPhone prima di lanciarli sul mercato.
Era iniziata male con iPhone 3…
poi l’aveva quasi azzeccata con il 4…
Per poi perdere completamente la ragione con la versione successiva del telefono.
Peso ma non solo. Anche il gusto vuole la sua parte.
Hai letto bene, i colori possono anche influenzare il gusto.
Quando i manager della Dr Pepper (bibita americana tipo CocaCola) decisero di cambiare il colore di sfondo da beige a blu della loro birra Barrelhead, la gente si lamentava che la nuova ricetta non era poi un gran che. Tutti preferivano il gusto della versione precedente. Ma la ricetta della bibita, non è stata mai cambiata nel tempo!
Non basta.
I colori se associati pesantemente con altri prodotti possono anche confondere.
Se ti dico bibita frizzante con bottiglia rossa, tu che mi dici?
Almeno che tu non abbia passato gli ultimi 100 anni su Marte, la risposta è chiara: CocaCola!
CocaCola tra le bibita è IL rosso per eccellenza.
C’è stato un periodo però in cui la società dietro la Canada Dry (birra ale senza zucchero) stava dandosi la mazza sui piedi a causa di colori sbagliati.
I grafici della Berni Corp. (società esperta di packaging) ha poi cambiato il design della birra da rosso a verde e bianco, e le vendite sono aumentate del 25%! La scelta d’acquisto dei clienti era stata ancora una volta influenzata da un semplice colore. Questi trovavano infatti la nuova birra meno zuccherata, insomma, più buona.
Rosso = CocaCola e quindi bibita zuccherata analcolica.
Punto.
La forza dei colori è grande e a causa della sua duplice natura di attirare attenzione ma anche di alterare la percezione del cliente, le agenzie pubblicitarie sono sempre molto caute ad usare i colori negli annunci e nelle confezioni dei prodotti.
Ora che lo sai, attento a quali colori usi per i tuoi prodotti e servizi.
Le cose che vendi fanno scappare i clienti o li attraggono come mosche?
Quel viola scuro nel logo ricorda una casa chiusa?
E quel rosso nelle confezioni? Non da troppo l’impressione che siano prodotti scontati di bassa qualità?
Fammi sapere quali sono i colori predominanti in ciò che fai e se pensi di cambiarli e con quali.
Su, metti il tuo pensiero nero su bianco.
psicologia-colori è stato pubblicato su Espresso Triplo.
50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori posted first on https://espressotriplo.com/ 50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori posted first on https://espressotriplo.com/
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50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori
Oggi mi sono trovato a gironzolare senza meta tra i corridoi di un supermercato. Attività questa, condivisa da molti uomini visto che a decidere sono sempre le mogli.
“Questo no. Questo mettilo a posto. Faccio io, tanto tu compri solo minchiate!”.
Ah sì? e allora gironzolo!
Mi piace controllare come i supermercati organizzano i prodotti. Capire la filosofia dietro ad un pacchetto di patatine in alto a destra piuttosto che un detersivo in basso a sinistra.
Come vengono usati corridoi stretti per aumentare l’attenzione dei clienti ed evitare che questi tornino indietro ma vengano forzati inconsciamente a controllare tutti gli scaffali.
Però queste sono comunque cose già viste. Fino a quando non mi cade l’occhio su una cosa in particolare.
Sai quando giri la testa per un secondo e la rigiri subito perché non credi a quello che hai visto?
Ecco…
Io ho visto questo:
Profilattici neri. “Ma che ca#&*o ?!?…”
Ma chi li usa?
Mi è venuto in mente un vecchio studio fatto sulla percezione dei colori e di come questi alterino il punto di vista delle persone.
Allora mi sono appuntato una nota…
“Quando torno a casa devo assolutamente scrivere qualcosa a riguardo. È un bel soggetto per un articolo di psicomarketing.”
Ed eccoci qua, con la psicologia dei colori e come questi influenzino peso, gusto e percezione delle cose.
Prendi carta e penna perché alla fine di questo articoli cambierai parecchi colori dei tuoi prodotti, te lo prometto!
Verde, Viola, Rosso: Come fanno i colori a farci cambiare idea nell’acquisto?
Vuoi un esempio di psicologia dei colori nell’infanzia? Bene, metti un bambino in una stanza gialla e incomincerà a piangere.
Vuoi farti passare l’appetito? Prova “la dieta del muro blu”.
Pittura il muro della prigione che ti hanno lasciato in eredità in rosa, e avrai meno problemi di violenza tre carcerati.
Nello stesso modo, se pitturi le classi di una scuola in rosso, queste ecciteranno i bambini, mentre se usi il blu nelle stanze, calmerai gli infanti.
Ancora qualche esempio di psicologia cromatica nel marketing…
Se i volontari indossano una uniforme rosa, ricaveranno molte più donazioni, mentre gli ospedali che usano un verde salvia nei corridoi aiutano i pazienti a rilassarsi.
Fantastica la mente umana. Non trovi?
Colori e Peso: Quanto pesa una determinata tinta?
I colori hanno un grosso impatto in noi e influenzano anche la nostra percezione di peso apparente.
Per esempio se per lavoro porti in giro pacchi tutto il giorno, potrebbe essere davvero un impegno pesante! (dovrei andare a Zelig, lo so.)
Per agevolare -si fa per dire- i lavoratori, una società ha deciso di pitturare tutti i suoi scatoloni neri, in verde chiaro.
Boom! Gli scatoloni, sono diventati scatolini. In realtà non è cambiato niente a prima vista, ma sono diventati psicologicamente più leggeri.
Al contrario, per far apparire il packaging più pesante, un’azienda di food and beverage (roba che se magna insomma), ha cambiato i soliti scatoloni marroni in pacchi scuri.
Badaboom! ‘Molto più’ cibo dentro i cartoni.
Attenzione però a non confondere questo fenomeno con il suggerimento che ti danno i fashion designer nell’abbigliamento: “il nero sfina”.
In quel caso stiamo parlando dell’abilità del nero di nascondere le ombre e quindi farti sembrare un secco anche se ti ammazzi di birra.
Non essendoci ombre, il nostro cervello non ha elementi specifici su cui posare l’attenzione. Ecco perché i culturisti si vestono sempre con colori chiari per far risaltare i muscoli. Furbi eh?
Tornando al nero e ai colori scuri in generale, parliamo ovviamente di un’illusione che ha un nome specifico: si chiama peso apparente.
Apparentemente il peso conta quindi? Vediamo qualche dato
Sta tutto nello scegliere il colore giusto per avere la percezione di peso apparente di cui hai bisogno.
Snoccioliamo qualche numero e mettiamo ciccia sul fuoco.
In un articolo dell’American Journal of Psychology chiamato ‘L’effetto del colore su formato e peso apparente’, due psicologi – Warden e Flynn – hanno fatto qualche test. Hanno messo insieme otto pacchi della stessa misura in una vetrina. Poi hanno chiesto a delle persone di guardare ogni pacco, senza un ordine preciso e senza toccarli, e dargli un voto in base al peso.
Questi sono i risultati dei pacchi, dall’apparentemente più leggero al più pesante:
Colore PaccoPuntiBianco3.1Giallo3.5Verde4.1Blu4.7Viola4.8Grigio4.8Rosso4.9Nero5.8
In un mercato dove tutti vogliamo telefoni “pesi piuma” e piatti, Apple avrebbe dovuto studiare meglio la psicologia dei colori nel marketing controllando meglio le scatole dei suoi iPhone prima di lanciarli sul mercato.
Era iniziata male con iPhone 3…
poi l’aveva quasi azzeccata con il 4…
Per poi perdere completamente la ragione con la versione successiva del telefono.
Peso ma non solo. Anche il gusto vuole la sua parte.
Hai letto bene, i colori possono anche influenzare il gusto.
Quando i manager della Dr Pepper (bibita americana tipo CocaCola) decisero di cambiare il colore di sfondo da beige a blu della loro birra Barrelhead, la gente si lamentava che la nuova ricetta non era poi un gran che. Tutti preferivano il gusto della versione precedente. Ma la ricetta della bibita, non è stata mai cambiata nel tempo!
Non basta.
I colori se associati pesantemente con altri prodotti possono anche confondere.
Se ti dico bibita frizzante con bottiglia rossa, tu che mi dici?
Almeno che tu non abbia passato gli ultimi 100 anni su Marte, la risposta è chiara: CocaCola!
CocaCola tra le bibita è IL rosso per eccellenza.
C’è stato un periodo però in cui la società dietro la Canada Dry (birra ale senza zucchero) stava dandosi la mazza sui piedi a causa di colori sbagliati.
I grafici della Berni Corp. (società esperta di packaging) ha poi cambiato il design della birra da rosso a verde e bianco, e le vendite sono aumentate del 25%! La scelta d’acquisto dei clienti era stata ancora una volta influenzata da un semplice colore. Questi trovavano infatti la nuova birra meno zuccherata, insomma, più buona.
Rosso = CocaCola e quindi bibita zuccherata analcolica.
Punto.
La forza dei colori è grande e a causa della sua duplice natura di attirare attenzione ma anche di alterare la percezione del cliente, le agenzie pubblicitarie sono sempre molto caute ad usare i colori negli annunci e nelle confezioni dei prodotti.
Ora che lo sai, attento a quali colori usi per i tuoi prodotti e servizi.
Le cose che vendi fanno scappare i clienti o li attraggono come mosche?
Quel viola scuro nel logo ricorda una casa chiusa?
E quel rosso nelle confezioni? Non da troppo l’impressione che siano prodotti scontati di bassa qualità?
Fammi sapere quali sono i colori predominanti in ciò che fai e se pensi di cambiarli e con quali.
Su, metti il tuo pensiero nero su bianco.
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50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori
Oggi mi sono trovato a gironzolare senza meta tra i corridoi di un supermercato. Attività questa, condivisa da molti uomini visto che a decidere sono sempre le mogli.
“Questo no. Questo mettilo a posto. Faccio io, tanto tu compri solo minchiate!”.
Ah sì? e allora gironzolo!
Mi piace controllare come i supermercati organizzano i prodotti. Capire la filosofia dietro ad un pacchetto di patatine in alto a destra piuttosto che un detersivo in basso a sinistra.
Come vengono usati corridoi stretti per aumentare l’attenzione dei clienti ed evitare che questi tornino indietro ma vengano forzati inconsciamente a controllare tutti gli scaffali.
Però queste sono comunque cose già viste. Fino a quando non mi cade l’occhio su una cosa in particolare.
Sai quando giri la testa per un secondo e la rigiri subito perché non credi a quello che hai visto?
Ecco…
Io ho visto questo:
Profilattici neri. “Ma che ca#&*o ?!?…”
Ma chi li usa?
Mi è venuto in mente un vecchio studio fatto sulla percezione dei colori e di come questi alterino il punto di vista delle persone.
Allora mi sono appuntato una nota…
“Quando torno a casa devo assolutamente scrivere qualcosa a riguardo. È un bel soggetto per un articolo di psicomarketing.”
Ed eccoci qua, con la psicologia dei colori e come questi influenzino peso, gusto e percezione delle cose.
Prendi carta e penna perché alla fine di questo articoli cambierai parecchi colori dei tuoi prodotti, te lo prometto!
Verde, Viola, Rosso: Come fanno i colori a farci cambiare idea nell’acquisto?
Vuoi un esempio di psicologia dei colori nell’infanzia? Bene, metti un bambino in una stanza gialla e incomincerà a piangere.
Vuoi farti passare l’appetito? Prova “la dieta del muro blu”.
Pittura il muro della prigione che ti hanno lasciato in eredità in rosa, e avrai meno problemi di violenza tre carcerati.
Nello stesso modo, se pitturi le classi di una scuola in rosso, queste ecciteranno i bambini, mentre se usi il blu nelle stanze, calmerai gli infanti.
Ancora qualche esempio di psicologia cromatica nel marketing…
Se i volontari indossano una uniforme rosa, ricaveranno molte più donazioni, mentre gli ospedali che usano un verde salvia nei corridoi aiutano i pazienti a rilassarsi.
Fantastica la mente umana. Non trovi?
Colori e Peso: Quanto pesa una determinata tinta?
I colori hanno un grosso impatto in noi e influenzano anche la nostra percezione di peso apparente.
Per esempio se per lavoro porti in giro pacchi tutto il giorno, potrebbe essere davvero un impegno pesante! (dovrei andare a Zelig, lo so.)
Per agevolare -si fa per dire- i lavoratori, una società ha deciso di pitturare tutti i suoi scatoloni neri, in verde chiaro.
Boom! Gli scatoloni, sono diventati scatolini. In realtà non è cambiato niente a prima vista, ma sono diventati psicologicamente più leggeri.
Al contrario, per far apparire il packaging più pesante, un’azienda di food and beverage (roba che se magna insomma), ha cambiato i soliti scatoloni marroni in pacchi scuri.
Badaboom! ‘Molto più’ cibo dentro i cartoni.
Attenzione però a non confondere questo fenomeno con il suggerimento che ti danno i fashion designer nell’abbigliamento: “il nero sfina”.
In quel caso stiamo parlando dell’abilità del nero di nascondere le ombre e quindi farti sembrare un secco anche se ti ammazzi di birra.
Non essendoci ombre, il nostro cervello non ha elementi specifici su cui posare l’attenzione. Ecco perché i culturisti si vestono sempre con colori chiari per far risaltare i muscoli. Furbi eh?
Tornando al nero e ai colori scuri in generale, parliamo ovviamente di un’illusione che ha un nome specifico: si chiama peso apparente.
Apparentemente il peso conta quindi? Vediamo qualche dato
Sta tutto nello scegliere il colore giusto per avere la percezione di peso apparente di cui hai bisogno.
Snoccioliamo qualche numero e mettiamo ciccia sul fuoco.
In un articolo dell’American Journal of Psychology chiamato ‘L’effetto del colore su formato e peso apparente’, due psicologi – Warden e Flynn – hanno fatto qualche test. Hanno messo insieme otto pacchi della stessa misura in una vetrina. Poi hanno chiesto a delle persone di guardare ogni pacco, senza un ordine preciso e senza toccarli, e dargli un voto in base al peso.
Questi sono i risultati dei pacchi, dall’apparentemente più leggero al più pesante:
Colore PaccoPuntiBianco3.1Giallo3.5Verde4.1Blu4.7Viola4.8Grigio4.8Rosso4.9Nero5.8
In un mercato dove tutti vogliamo telefoni “pesi piuma” e piatti, Apple avrebbe dovuto studiare meglio la psicologia dei colori nel marketing controllando meglio le scatole dei suoi iPhone prima di lanciarli sul mercato.
Era iniziata male con iPhone 3…
poi l’aveva quasi azzeccata con il 4…
Per poi perdere completamente la ragione con la versione successiva del telefono.
Peso ma non solo. Anche il gusto vuole la sua parte.
Hai letto bene, i colori possono anche influenzare il gusto.
Quando i manager della Dr Pepper (bibita americana tipo CocaCola) decisero di cambiare il colore di sfondo da beige a blu della loro birra Barrelhead, la gente si lamentava che la nuova ricetta non era poi un gran che. Tutti preferivano il gusto della versione precedente. Ma la ricetta della bibita, non è stata mai cambiata nel tempo!
Non basta.
I colori se associati pesantemente con altri prodotti possono anche confondere.
Se ti dico bibita frizzante con bottiglia rossa, tu che mi dici?
Almeno che tu non abbia passato gli ultimi 100 anni su Marte, la risposta è chiara: CocaCola!
CocaCola tra le bibita è IL rosso per eccellenza.
C’è stato un periodo però in cui la società dietro la Canada Dry (birra ale senza zucchero) stava dandosi la mazza sui piedi a causa di colori sbagliati.
I grafici della Berni Corp. (società esperta di packaging) ha poi cambiato il design della birra da rosso a verde e bianco, e le vendite sono aumentate del 25%! La scelta d’acquisto dei clienti era stata ancora una volta influenzata da un semplice colore. Questi trovavano infatti la nuova birra meno zuccherata, insomma, più buona.
Rosso = CocaCola e quindi bibita zuccherata analcolica.
Punto.
La forza dei colori è grande e a causa della sua duplice natura di attirare attenzione ma anche di alterare la percezione del cliente, le agenzie pubblicitarie sono sempre molto caute ad usare i colori negli annunci e nelle confezioni dei prodotti.
Ora che lo sai, attento a quali colori usi per i tuoi prodotti e servizi.
Le cose che vendi fanno scappare i clienti o li attraggono come mosche?
Quel viola scuro nel logo ricorda una casa chiusa?
E quel rosso nelle confezioni? Non da troppo l’impressione che siano prodotti scontati di bassa qualità?
Fammi sapere quali sono i colori predominanti in ciò che fai e se pensi di cambiarli e con quali.
Su, metti il tuo pensiero nero su bianco.
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50 grammi di nero – Peso e gusto dei colori posted first on https://espressotriplo.com/
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