#maurizio vescovo
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primepaginequotidiani · 4 months ago
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PRIMA PAGINA La Verita di Oggi lunedì, 07 ottobre 2024
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retelabuso · 1 month ago
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Monsignor Gronchi a Rete 4, “Gisana faccia passo indietro”
“Io direi che il vescovo potrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro”. Lo ha detto, nel corso della trasmissione Zona Bianca, andata in onda ieri sera su Rete 4 , monsignor Maurizio Gronchi, teologo dell’università pontificia, in merito alla posizione di Rosario Gisana, il vescovo di Piazza Armerina sul caso di Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi di…
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Meloni a Caivano incontra don Maurizio Patriciello
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è nella chiesa di San Paolo Apostolo, nel Parco Verde di Caivano. La premier, entrata da un ingresso laterale ed è stato accolta da un coro di persone che la acclamavano: “Giorgia, Giorgia”. In chiesa ad attenderla c’erano il parroco don Maurizio Patriciello ed il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo oltre al prefetto di Napoli, Claudio…
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siciliatv · 1 year ago
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Antica Celebrazione di Sant'Agata a Catania: Tra Devoti e Storia Millenaria
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All'arrivo di agosto, nell'animo dei cittadini di Catania, non si fermano soltanto i pensieri sulle vacanze estive e il consueto ferragosto, ma si accende l'attesa per un evento di grande rilevanza che non può passare inosservato. Si tratta della festa di Sant'Agata del 17 agosto, comunemente nota come Sant'Agata d'estate. Dopo i sontuosi festeggiamenti di febbraio, in cui la patrona della città viene venerata in maniera intensa, devoti, fedeli e persino turisti, spesso ignari di questa ricorrenza, avranno l'opportunità di rinnovare il loro legame con Agata durante questa giornata. Ma quali sono le radici di questa celebrazione? Perché viene festeggiata? Di seguito, le spiegazioni e le motivazioni che stanno dietro a questo evento millenario.   La Celebrazione di Sant'Agata il 17 agosto: Significato e Origini Per immergerci nel passato e scoprire le origini della celebrazione di Sant'Agata che si svolge il 17 agosto, è necessario compiere un viaggio nella storia. Il punto di partenza ci riporta all'anno 1040, quando il generale bizantino Giorgio Maniace, durante la sua campagna in Sicilia, depredò le reliquie di Sant'Agata, patrona di Catania, portandole a Costantinopoli insieme a quelle di Santa Lucia. Tuttavia, 86 anni dopo, precisamente il 17 agosto del 1126, due ex soldati dell'esercito bizantino, noti come Gisliberto e Goselmo, entrambi devoti alla Santa secondo una leggenda, riportarono a Catania le spoglie di Agata, precedentemente trafugate da Costantinopoli. Durante il viaggio di ritorno, una tappa presso le coste di Gallipoli diede luogo a un gesto di riconoscenza da parte di Goselmo verso la sua terra d'origine e l'ospitalità ricevuta: donò una delle due mammelle di Sant'Agata, un oggetto che è ancor oggi conservato nel duomo della cittadina pugliese. Nel frattempo, le restanti reliquie sono distribuite tra il busto reliquiario realizzato da Giovanni Di Bartolo e lo scrigno argenteo. Documenti storici raccontano che Gisliberto e Goselmo avessero suddiviso il corpo di Sant'Agata in varie parti, allo scopo di agevolare il trasporto, occultando le reliquie all'interno delle faretre al posto delle frecce. Presso la chiesa di Sant'Agata al Carcere, è possibile ammirare una parte della cassa utilizzata per riportare le reliquie a Catania da Costantinopoli. All'arrivo delle reliquie nella notte del 17 agosto, i cittadini furono svegliati dal suono gioioso delle campane, e spontaneamente iniziarono i festeggiamenti. È per questo motivo che il 17 agosto è considerato il giorno della prima celebrazione agatina nella storia, rappresentando così la più antica festa nel tempo. Gisliberto e Goselmo consegnarono le reliquie al vescovo di Catania Maurizio, presso il Castello di Aci, l'odierna Aci Castello. Nel corso di quest'anno, si commemora l'897° anniversario del ritorno delle reliquie di Sant'Agata da Costantinopoli in patria.   Festeggiamenti di Sant'Agata il 17 agosto: Tradizioni e Rituale Pur essendo festeggiata in una forma più contenuta rispetto a febbraio, la celebrazione estiva di Sant'Agata rappresenta un momento di grande attesa. Numerosi devoti e fedeli partecipano alla processione. Il culmine dei festeggiamenti avviene il 17 agosto, il giorno in cui i cittadini catanesi possono nuovamente rivolgere lo sguardo ad Agata. Le celebrazioni prendono il via dalla mattina con la Santa Messa alle 7:30. Subito dopo, verso le 8 del mattino, si apre il sacello, esponendo il busto reliquiario sull'altare insieme alle reliquie, precedentemente rimosse dallo scrigno in cui sono custodite. Successivamente, la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo è in programma per le 19. Alle 20:30, il busto reliquiario e lo scrigno lasceranno la cattedrale, dando inizio alla processione che seguirà un percorso inverso rispetto a quello del 16 agosto. Il tragitto comprenderà le seguenti tappe: piazza Duomo, Porta Uzeda, via Dusmet, via Porticello, piazza San Placido, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo.   Evoluzione Storica della Festa di Sant'Agata il 17 agosto Nonostante appaia già come una celebrazione più modesta rispetto a febbraio, l'evento del 17 agosto, con il percorso attuale che attraversa le strade nei dintorni di piazza Duomo, un tempo era ancora più breve. In passato, si limitava a una breve processione attorno a piazza dell'Elefante, lo stesso percorso che caratterizza il giorno dell'ottava di Sant'Agata, il 12 febbraio. Recentemente, si è verificato un cambiamento riguardo alla partecipazione delle candelore. Se la candelora di monsignor Ventimiglia è stata sempre un punto fermo nelle celebrazioni, nelle ultime edizioni pre-COVID, come nel 2019, si sono unite alle celebrazioni anche le candele dei fiorai, dei fruttivendoli, dei pizzicagnoli e del Villaggio Sant'Agata. È ancora da vedere se parteciperanno anche quest'anno.   Curiosità sulla Celebrazione di Sant'Agata il 17 agosto Facendo ancora un salto temporale al 1126, si ipotizza, anche se con incertezza, che il sacco bianco, l'abito indossato dai devoti durante le festività, possa essere collegato al fatto che i cittadini scesero in strada in camicia da notte all'arrivo delle reliquie di Sant'Agata. Tuttavia, si tratta di un'elaborazione successiva al 1126. Riguardo alla durata dei festeggiamenti, l'edizione del 2000 è stata speciale. In occasione dell'Anno del Giubileo, il busto reliquiario di Sant'Agata e lo scrigno sono stati esposti sul sagrato della Cattedrale durante la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo Luigi Bommarito. In questa occasione, la processione è stata allungata. Il busto reliquiario e lo scrigno sono stati portati a spalla da piazza Duomo lungo via Etnea fino a piazza Stesicoro, per poi ritornare indietro attraverso la stessa piazza, questa volta passando davanti all'anfiteatro romano e alla chiesa di San Biagio. Questa scelta non è stata un'innovazione assoluta, poiché lo stesso itinerario è stato seguito nel febbraio del 1991, in una celebrazione più breve a causa della Guerra del Golfo. L'appuntamento, quindi, è fissato dopo il ferragosto, per partecipare a questa significativa commemorazione e rivedere Sant'Agata, nell'attesa di febbraio 2024. Read the full article
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andreamassarisindaco · 2 years ago
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ARMIDA BARELLI. NULLA SAREBBE STATO POSSIBILE SENZA DI LEI 🖼 UNA MOSTRA IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA DONNA. Dal 8 al 12 marzo, nel Cortile del palazzo comunale di Fidenza, si terrà la mostra dedicata ad Armida Barelli, fondatrice dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, una donna anticipatrice e fuori dagli schemi. 📆 INAUGURAZIONE IL 7 MARZO, ORE 18:00 Il 7 marzo si terrà l'inaugurazione con la testimonianza del giornalista Egidio Bandini, nipote di Pierina Belli, la principale collaboratrice di Armida Barelli. Si dedicò in particolare alla fondazione della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Nata a Castelvetro Piacentino, lavorò assiduamente nella Diocesi di Fidenza. Il Vescovo Maurizio Galli ha avviato il suo processo di beatificazione a lei sarà dedicato un pannello della mostra. 👉 Sarà possibile effettuare visite guidate ogni mattina dalle ore 8:00 alle ore 12:00, prenotandosi al numero 351 5247318, oppure via mail a [email protected] #eccofidenza #festadelladonna | Comune di Fidenza ASP - Distretto di Fidenza Azione Cattolica Fidenza https://www.instagram.com/p/CpiVWe1NRI3/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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abr · 2 years ago
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Previsioni 2023
Partiamo con un fatto recente di cronaca, ormai abituale: donna anziana rimane sei giorni sulla barella nei box dell’ospedale. Non si trova posto letto. La direzione sanitaria molto francamente dice: “Non c’è posto per tutti. Nel 2022 avevamo scelto di non accogliere quelli/e del Sagittario… nel 2023 tocca agli Ariete”. Rispondo io del Toro (cuspide): “Amici! Ormai abbiamo capito che gli ospedali pubblici servono per i dipendenti della struttura e loro parenti. Evidentemente la signora anziana non conosceva nessuno… Se capitava alla moglie del prefetto o al vescovo o alla sorella del questore o alla zia di un primario, il letto saltava fuori. Per cui la scusa di escludere ogni anno dalla sanità pubblica un segno dello zodiaco, scelta da me condivisa, non sta in piedi”.
via https://www.ilfoglio.it/societa/2023/01/02/news/niente-paura-il-2023-sara-l-anno-peggiore-di-sempre-l-oroscopo-dell-innamorato-fisso-4814103/
Il grande Maurizio Milani si finge stralunato per dire le cose come stanno, oppure solo gli stralunati oramai ci azzeccano in pieno.
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corallorosso · 6 years ago
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Ho voluto fare una ricerca per capire quante sono le persone a vario titolo attaccate, prese di mira o insultate da Matteo Salvini da quando è ministro. Escludendo le categorie generiche (i "rosiconi", i "radical-chic", i "professoroni", le Ong) ho stilato la seguente lista, sicuramente incompleta ma nella quale non mancano le sorprese. Non c'è molto da dire, le parole "bullo" e "prepotente" sono le uniche due che mi vengono in mente. PERSONE ATTACCATE DA MATTEO SALVINI DAL PRIMO GIUGNO A OGGI: Gad Lerner; Roberto Saviano; Laura Boldrini; Gino Strada; Padre Zanotelli; don Paolo Tofani parroco di Pistoia; Matteo Renzi; Maria Elena Boschi; Aboubakar Soumahoro; Eugenio Scalfari; Elsa Fornero; Alan Friedman; JAx; Emanuelle Macron; Luigi De Magistris; Enrico Rossi; il settimanale Left; Leoluca Orlando; Maurizio Martina; Claudio Baglioni; Massimo Cacciari; Famiglia Cristiana; Luciano Canfora; Mario Monti; Heater Parisi; Susanna Camusso; Francesca Re David; il prof. Alex Corlazzoli; Fabio Fazio; Morgan; Carlo Lucarelli; l’Associazione Nazionale Partigiani; la Cgil; l’Arci; Piero Sansonetti; Valentina Nappi; Giuseppe Genna; Marco Minniti; Pamela Anderson; Gonzalo Higuain; Frankie Energy; i Pearl Jam; Beppe Sala; Jean-Claude Juncker; Tito Boeri; Armando Spataro; Mario Draghi; monsignor Galantino; l’Unicef; Mimmo Lucano; Virginia Raggi; Roberto Fico; Mario Balotelli; il rapper Gemitaiz; Asia Argento; Fiorella Mannoia; Nina Zilli; Ghali; Oliviero Toscani; Chef Rubio; Michele Riondino; Don Biancalani; il sindaco di Latina Damiano Coletta; Pif; il rapper francese Nick Conrad; l’Associazione Nazionale Magistrati; il ministro del Lussemburgo Jean Asselborn; Spike Lee; Ugo De Siervo; Pierre Moscovici; Gianluigi Donnarumma; Giovanni Malagò; il rapper Salmo; Michela Murgia; la preside della scuola elementare Anita Garibaldi di Terni; la Cina; Avvenire; Hezbollah; il vescovo di Caltagirone; , il ministro francese Nathalie Loiseau; Marco Damilano; Vauro; Yanis Varoufakis; Repubblica; Giampiero Mughini; il sindaco di Barcellona Ada Colau; Martin Schulz; Federico Fubini; Reinhold Messner; Lello Arena; Valeria Fedeli; Udo Gumpel; il Roma Pride; Emma Bonino; Fabrizio Corona; la Coca-Cola. Federico Mello mancano: Francesco Di Gesù a cui ha dato del cretino 3 volte per i selfi al funerale di Genova I Pearl Jam Rino Gattuso Due liceali minorenni additate al ludibrio dei suoi fans su FB il cittadino che ha denunciato la capotreno razzista di Trenord Elsa di Frozen Claudio Baglioni Fabio Fazio Coca-Cola: durante un comizio ha sostenuto che gli faceva schifo perché è sponsor Gay Pride Higuain Pamela Anderson Rolling stone la rivista La Cina Ministro di tutti Capitan Coniglio
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tradizioni-barcellona · 2 years ago
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DOMENICA 18 DICEMBRE 2022 - ♦️ SAN GRAZIANO DI TOURS ♦️ IV° DOMENICA DI AVVENTO Gaziano, o Graziano, in francese Gatien di Tours (Roma, III secolo – Tours, 307 ca.), è stato il primo vescovo di Tours, nella quale alla fine del III secolo portò il Cristianesimo, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Tutto ciò che si conosce su Gaziano risale all'Historia Francorum scritta da Gregorio di Tours nel VI secolo. Questi riferisce che attorno alla metà del III secolo Dionigi di Parigi partì da Roma assieme ad altri sei missionari per portare il Vangelo nelle Gallie. Gaziano o Catianus era uno di questi. Una tradizione più antica, che però non ha riscontri, sostiene che i sette missionari furono mandati da Pietro apostolo stesso apparso loro in spirito (a mandarli fu, verso il 245, Papa Fabiano, successore di Pietro). Gaziano si fermò nella Gallia lugdunense e predicò la fede cristiana a Tours per circa cinquant'anni, fondando la diocesi di Tours. Inizialmente incontrò una grande ostilità da parte degli abitanti di Tours, tanto da essere costretto a celebrare i riti nelle catacombe. Quando morì fu sepolto in un cimitero cristiano nelle vicinanze di Tours: "in ipsius vici cimiterio, qui erat christianorum", secondo le parole di Gregorio. Un secolo dopo, Martino di Tours, che fu il terzo vescovo di Tours, traslò le sue spoglie nella chiesa, costruita dal secondo vescovo san Lidorio, sulla quale venne poi costruita la cattedrale di Tours, inizialmente dedicata a san Maurizio e dal 1357 dedicata a Gaziano e soprannominata "La Gatianne". Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CmT2ReDoqKn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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b1e2t3t4a1 · 2 years ago
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LA FALSA CHIESA NON SI NASCONDE NEMMENO PIÙ : NON È LA CHIESA DI CRISTO. È MASSONERIA. ATTENZIONE ALLE FALSE MESSE IN LATINO👇👇 MAURIZIO BLONDET: Terni, il Vescovo inaugura la Nuova Casa Massonica. Messa in Latino.
https://www.maurizioblondet.it/terni-il-vescovo-inaugura-la-nuova-casa-massonica-messa-in-latino/   . Sorgente: LA FALSA CHIESA NON SI NASCONDE NEMMENO PIÙ : NON È LA CHIESA DI CRISTO. È MASSONERIA. ATTENZIONE ALLE FALSE MESSE IN LATINO👇👇 MAURIZIO BLONDET: Terni, il Vescovo inaugura la Nuova Casa Massonica. Messa in Latino.
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fondazioneterradotranto · 6 years ago
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2018/11/07/il-noce-tra-leggenda-magia-e-medicina-in-terra-dotranto-e-altrove/
Il noce tra leggenda, magia e medicina in Terra d'Otranto e altrove
di Gianfranco Mele
   La pianta del Noce è circondata di miti, leggende e attribuzioni magiche; il riferimento più popolare è certamente quello che lo vede albero prediletto dai sabba delle streghe.
Nelle testimonianze raccolte intorno al fenomeno della stregoneria in Terra d’ Otranto emergono come in altre regioni gli incontri sotto l’albero del noce: è il caso, ad esempio, di quanto documentato negli archivi della Curia di Oria. Grazia Gallero, di Francavilla Fontana, viene iniziata come masciàra da Cinzia la Napoletana detta la pignatara. Nella sua deposizione del 1679, racconta i particolari della iniziazione: dopo essersi unte con l’unguento, Grazia e Cinzia insieme a compagne e compagni masciàri si recano, avvolte da una suggestiva atmosfera evocata dagli effetti dell’unzione dell’unguento, al Ballo (questo il termine con il quale masciàre e masciàri salentini denominavano il cosiddetto sabba). In questo caso, la congrega si dà appuntamento ad un crocevia in Francavilla, “nei pressi dell’Hospitale de Buonfratelli”, per poi recarsi verso un non meglio identificato “Noce di Sobrino”:
“Et all’ hora cavalcò ciascheduna di noi, come ancora l’ huomini sopradetti asini negri, et ogn’uno sopra il suo, li quali animali ci portarono per aria, et in poco tempo conforme mi parse tutti arrivassimo in un luoco, che mi disse la napoletana chiamarsi la noce di Sobrino, dove ci era oscuro e doppo comparse una certa luce com’un fuoco, che non faceva luce chiara, ma era bastante a poter conoscere le persone, e vedere quanto si faceva in detto luoco, nel quale viddi una quantità di genere d’huomini, e donne tutti ignudi colli capelli sciolti le donne particolarmente, e viddi e conobbi di nuovo li soprannominati compagni, colli quali eramo partiti di questa terra di Francavilla à cavallo in detti asini negri, et in mezzo stava come in un tribunale seduta una brutta forma d’huomo, con diversi altri intorno in piedi, che mi parvero fatti come le figure delli demonij depinti nel quadro, e chiesa di Sant’Antonio Abbate di questa Terra, e la detta Cinzia mi disse, che quello che sedeva in mezzo era il più grande diavolo e che quell’altri brutti fatti erano tutti diavoli”. [1]
Dalla deposizione di Narda Mingolla del 1722, sempre presso il Tribunale del Santo Officio di Oria, emergono le descrizioni del volo, dell’unguento e del Ballo nei pressi di un albero di noce che in questo caso è quello di Benevento:
“Ogni settimana il Giovedi sera e il Martedi veniva il Demonio in forma di Gentiluomo a trovarla per portarla alli Balli, essa si spogliava nuda, e si ungeva con un unguento la pianta delle mani, e delli piedi, e diceva: Demonio adesso è il tempo di portarci sotto la noce di Benevento […] e si metteva a cavallo e volava fino ad un luoco e vedeva visibile il Diavolo. Nel luoco dove andavamo trovavamo tanta gente huomini e donne ballando e giocando et il Diavolo stava sedendo in trono, e noi arrivati li dicevamo buona sera, e ci mettevamo a ballare”. [2]
Nonostante le evidenti distanze geografiche, il Noce di Benevento ricorre nelle registrazioni di testimonianze di svariate località italiane: ad esempio la deposizione di una tal strega Matteuccia processata nel 1428 a Todi riporta che Lucifero, “sotto forma di capro o di mosca“, la trasportava al noce di Benevento o in altri luoghi.[3]
Difficile stabilire se la località di Benevento fosse introdotta da forzature degli inquisitori nelle registrazioni delle deposizioni, o se realmente le persone processate dichiarassero di essersi recate presso il mitico noce campano, immaginario o vero che fosse il loro viaggio verso il magico albero. E’ anche possibile che “Noce di Benevento” fosse genericamente appellato ogni albero di noce sotto il quale si svolgevano gli incontri, a memoria del più noto noce beneventano (la leggenda del noce di Benevento ha origini in tempi remoti, pare risalga addirittura alla tradizione del culto di Diana e/o divinità similari: si narra che nel VII secolo il vescovo Barbato lo fece sradicare nel tentativo di porre fine a pratiche pagane che là continuavano a svolgersi in onore di una qualche dea lunare, ma un altro noce rispuntò nel medesimo sito, e sopravvisse sino al XVII secolo). Di fatto, come già si è accennato, non sempre e non solo il noce di Benevento era considerato luogo prediletto, ma ogni albero di noce situato più o meno in prossimità delle residenze degli appartenenti alle congreghe. Ad esempio, si narra degli incontri di masciàri e masciàre salentini sotto un “Noce del Mulino a Vento” situato in agro di Uggiano La Chiesa[4], ricorre più volte nelle testimonianze del Santo Officio di Oria il “Noce di Sobrino”, altre volte si fa riferimento genericamente ad alberi di noce situati nelle vicinanze dei paesi di provenienza degli “adepti”, o in luoghi non meglio specificati. In alcuni casi il “ballo” avviene semplicemente al crocevia dove la congrega si era dato appuntamento. Il noce ritorna però come luogo privilegiato per le cerimonie stregonesche di ogni parte d’Italia, ed è così che a Roma ci si riuniva in un luogo nel quale anticamente c’era un grande albero di noce, poi sradicato e al posto del quale fu costruita una chiesa per esorcizzare le presenze demoniache del luogo, a Bologna erano individuati diversi alberi di noce sotto i quali si davano appuntamento le streghe, e in Valdinievole si parlava di un noce sotto il quale le streghe andavano a dormire.
Una serie di orazioni stregonesche raccolte tra Soleto, Lecce, Nardò, Otranto e altri paesi salentini, legate al tema del volo magico e del convegno notturno, testimoniano la presenza del noce come luogo prediletto per gi incontri masciàri.[5] Come si può notare, trattasi di varianti della più nota “Unguento, unguento, mandame alla noce de Benevento, supra acqua et supra vento, et supra omne maltempo”:
– “te subbra a parìti, te sotta le scrasce, finca a lu noce te Minimientu” ;
– “te subbra alli scuerpi, te subbra a parìti, sutta lu nuce lu jentu me ‘nnuce” ;
– “de subbra alli scuerpi, de subbra alli parìti, de sutta allu nuce me mina lu jentu” ;
– “sopra acqua sopra vento sopra il noce del mulino a vento, tu che fai la rota rotonda…” ;
– “Sutta l’acqua e sutta lu jentu sutta lu nuce de lu mulinu a jentu”
Il mito del noce come luogo prediletto da spiriti, dèmoni e masciàri sopravvive nella tradizione contadina fino ai giorni nostri: l’anziano Noè Giuggia, intervistato da Maurizio Nocera, racconta di una strana e inquietante figura che vien fuori da sotto un albero di noce.[6]
Il frutto del noce a guscio trivalve (detto “a croci” a Grottaglie, “a triangulettu” a Manduria) era utilizzato come amuleto contro il malocchio e come simbolo augurale di fecondità (per questo motivo gli innamorati se lo scambiavano).[7] “Li nuci a tre cerchi portanu furtuna”, è un detto leccese.
Il Cattabiani nella sua corposa ricerca su miti, simboli e leggende di fiori e piante ci fornisce altre informazioni rispetto alla noce trivalve:
“Nella terra d’Otranto le donne la tenevano in tasca per difendersi dal malocchio e dalle malattie. E guai a romperla per mangiarla! Nei racconti popolari di quella zona era considerata un talismano: bastava gettarne una a terra per far apparire pianure cosparse di rosai, montagne che toccavano le stelle, mari infiniti.”[8]
La noce comune, schiacciata, era utilizzata nel territorio salentino per divinazioni (“apri la nuce ca iti la sorte”, “apri il frutto del noce e vedrai la sorte”, interpretata come cattiva se il gheriglio era annerito, buona se era chiaro).[9] Questa usanza dalla quale è ricavato il succitato detto salentino, è ricorrente in diversi luoghi: ad esempio, in Belgio, le ragazze interrogavano le noci durante la festa di san Michele Arcangelo, il 29 settembre, per sapere se si sarebbero sposate.[10]
Il manduriano Michele Greco ci racconta, nella sua opera “Superstizioni, medicamenti popolari, tarantismo” di come i contadini salentini erano convinti che riposare sotto l’ombra del noce fosse dannoso alla salute:
“si raccontano dei casi di alcuni che, addormentatisi sotto questi alberi, o non si sono rialzati più o si sono ritrovati dopo il sonno pallidi e smunti come cadaveri e son rimasti malaticci per tutta la vita”.[11]
Nell’ambito della medicina popolare, le foglie di noce erano utilizzate dai nostri contadini come emostatici: usavano fasciarsi con queste le ferite.[12]
L’ “acqua di noce” era un distillato di noci a diversi stadi di maturazione, indicato per gotta, malaria, renella, diarrea, mal di denti, piaghe, epilessia.[13]
Un trattato medico del XIV secolo riporta un impiastro contro il morso dei cani rabbiosi a base di noci, cipolla e sale.
Nella sua opera “Ricettario delle streghe”, il tossicologo Enrico Malizia raccoglie una selezione di antiche ricette da formulari, manoscritti magici e testi esoterici che vanno dal 1400 agli inizi del 1800. Tra le ricette riportate dal Malizia, è presente un elettuario afrodisiaco in cui sono presenti noci ammollite per un giorno nel miele insieme a vari altri ingredienti (foglie di verbena, radici di eringio, conserva di zenzero, decotto in latte di testicoli di gallo, filtrato di pigne di pino di mare macerate nel latte, torta di mandorle, noci ammollite per un giorno nel miele, semi di cipolla). I componenti solidi vanno tritati e fatti sedimentare in un boccale di vetro scuro; quindi va mescolato il tutto e dopo dieci giorni va aggiunto sciroppo di conserva di corteccia di cedro. Un bicchierino dopo i pasti.[14]
Un elettuario per stimolare gli impulsi sessuali è composto di: noci macerate in miele, conserva di satirione, conserva di cedro, pigna macerata in miele, pistacchi fritti per breve tempo in burro, decotto di carne di tartaruga al mughetto, cinnamomo. Mescolare fino ad amalgamare, e aggiungere sciroppo di eringio. Conservare in un vaso di coccio chiuso con pelle di pecora rovesciata. Dopo venti giorni assumerne un cucchiaino a ogni tramonto.[15]
Una ricetta del ‘500 mirata a provocare “il massimo piacere nell’amplesso sessuale“, impiega un olio con il quale ungere i genitali ricavato da noci bollite in olio comune.[16]
Secondo la teoria della segnatura (antichissima credenza secondo la quale parti di una pianta somiglianti ad organi umani servono a curare quegli organi), il mallo verde del frutto di noce assomiglia alla bile dunque la sua essenza può essere impiegata per far uscire la bile, mentre il sale preparato con mallo verde di noce è utile a consumarla. Siccome il gheriglio della noce ricorda invece in modo impressionante il cervello, l’essenza fatta con questo e pestata con il vino rinforza la testa e il cervello. [17]
In ambito mitologico, il noce è legato a Giove, Diana-Artemide, e alla divinità pelasgica Ker, dalla quale Artemide eredita attributi e l’appellativo di “Artemide Cariatide”. Karya in greco antico sta per noce, e il noce è detto “Karya Basilica” (noce regale), da qui anche Iovis glans (ghianda di Giove) e l’attuale nome botanico Juglans regia (Juglans è contrazione di Iovis-glans). Caria è anche una fanciulla trasformata da Dioniso in noce. Il tempio di Artemide Cariatide in Laconia era caratterizzato da colonne scolpite in legno di noce.[18]
Note
[1]Archivio Curia di Oria, Sortilegi e stregonerie in Francavilla Fontana ai tempi di Monsignor C. Cozzolino, Denuncia contro Nicodemo Salinaro, anno 1679, f. 29 (cit. in M.A. Epifani, Stregatura, Besa Editrice, 2000)
[2]Archivio Curia di Oria, Denuncia di Tommaso Camassa in data 21 settembre 1722 contro Narda Mingolla, perchè posseduta da demonio, f f. 9-10 (cit. in M.A. Epifani, Stregatura, Besa Editrice, 2000)
[3]Gianluca Toro, Sotto tutte le brume sopra tutti i rovi, Nautilus Ed., 2005, pag. 46
[4]Antonio Mele Melanton, Il salento delle leggende. Misteri, prodigi e fantasie nell’antica terra d’Otranto.3 Fondazione Terra d’Otranto, sito web, marzo 2013
[5]Gianfranco Mele, Maurizio Nocera, La Magia nel Salento, Fondo Verri Edizioni, 2018, pp. 70-71
[6]Gianfranco Mele, Maurizio Nocera, op. cit., pp. 162-165
[7]Domenico Nardone, Nunzia Maria Ditonno, Santina Lamusta, Fave e favelle. Le piante della Puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione, Centro Studi Salentini, Lecce, 2012, pag. 331
[8]Alfredo Cattabiani, Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante, Mondadori, 1996, rist. 2017, pag. 413
[9]Domenico Nardone et al., op. cit., pp. 331-332
[10]Alfredo Cattabiani, op. cit., pag. 412
[11]Michele Greco, Superstizioni medicamenti popolari tarantismo, manoscritto, 1912, ried. a stampa Filo Editore, 2001, pag. 70
[12]Michele Greco, op. cit., pag. 88
[13]Nardone et al., op. cit., pag. 332
[14] Enrico Malizia, Ricettario delle streghe, Edizioni Mediterranee, 2003, pp. 153-154
[15] Enrico Malizia, op. cit., pp. 154-155
[16] Salvatore Pezzella, Magia delle Erbe, Vol.2, Edizioni Mediterranee, 1993, pag. 103
[17] Alessandro Boella, Antonella Galli (a cura di), Giovanni Tritemio, Il Libro delle Meraviglie, la Lepre Edizioni, 2012, pag. 164
[18]Alfredo Cattabiani, op. cit., pp. 408-412; vedi anche George Hersey, Il significato nascosto della letteratura classica, Mondadori, 2001, pp. 75-77
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chez-mimich · 3 years ago
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NOVARA JAZZ 2022: COLLOCUTOR
Eccoci nel cuore sacro di Novara, sotto la Cupola antonelliana della Basilica di San Gaudenzio, per un concerto di grande rilievo (anche internazionale), nato proprio per luoghi sacri: si tratta di "Church of Sound", un progetto londinese dell'ensemble "Collocutor" di Tamara Osborn, leader carismatica del gruppo oltre che sassofonista e flautista, già portato a spasso per i più grandi festival jazz in UK; con lei in Basilica Christopher Williams al sax tenore, Suman Joshi al basso elettrico, Marco Piccioni alla chitarra, Maurizio Ravalico alle percussioni. termine finanche restrittivo, visto l'attrezzatura più simile ad un altare cerimoniale. È ' innegabile che in una Basilica non sia opportuna una musica "qualsiasi", ed infatti la musica dell'ensemble è indelebilmente segnata dalla cifra stilistica della soavità e, anche nei momenti più intensi e ritmici, le note fatte vibrare e ascendenti sotto l’ampio spettro della Cupola antonelliana, creano un’architettura sonora di grande spiritualità, anche quando, o forse proprio per questo, le vibrazioni provengono dallo strisciamento di piatti di rame sul pavimento della basilica o dalle corde di un basso elettrico monocordemente pizzicato, a cui risponde un sax nudo e puntillista. La spiritualità è tutta nelle intenzioni mentali e la sincerità di queste intenzioni si riflette in maniera automatica nella musica. Un suono che è jazz, funk, punk ed etnico, eppure esattamente niente di tutto questo e dal quale traspare con molta evidenza l’impronta di formazione classica della poliedrica Tamara Osborn, soprattutto nei brani che la vedono al flauto traverso. Oltre alle amabilità del jazz più dolcemente melodioso, il folto pubblico novarese ha potuto gustare anche percorsi irti di picchi sperimentali e di ricerca, soprattutto grazie alle non convenzionali percussioni di Maurizio Ravalico, un po’ l’officiante in seconda, dopo la sacerdotessa Tamara. Perché in fondo di questo si tratta dell’officio laico della spiritualità della musica in un luogo sacro. Sono ormai parecchi anni che Novara Jazz porta avanti questo discorso di delocalizzazione del jazz verso “contenitori” inconsueti come cortili, palazzi storici, chiese, ambienti naturali. Per quel che concerne le chiese, occorre ricordare che, oltre che nella Basilica di San Gaudenzio, si sono tenuti e si terranno altri concerti in altre chiese della città ed occorre sottolineare la lungimiranza e la grande apertura mentale della Curia novarese, che ha sempre concesso i luoghi di culto al festival novarese. Nella circostanza particolare, gli organizzatori hanno ringraziato sia il Vescovo, Monsignor Brambilla, sia il Parroco delle Parrocchie Unite del Centro, Don Renzo Cozzi, per l’ospitalità e per la fattiva collaborazione nell’organizzazione del concerto. Non si tratta di parole di circostanza, poiché non è una circostanza così normale che il jazz entri nelle chiese, benché per Novara Jazz si tratti sempre di jazz di altissima qualità. È un bel gesto di apertura mentale, oltre che umana, e che dimostra come il dialogo tra le culture e la contaminazione degli ambienti, siano sempre semi che cadono nella terra fertile, quella che dà frutto. Un bel segnale per questi tempi orribili che stiamo attraversando.
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Meloni a Caivano: incontro con don Maurizio Patriciello
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata nella chiesa di San Paolo Apostolo, nel Parco Verde di Caivano. La premier, entrata da un ingresso laterale ed è stato accolta da un coro di persone che la acclamavano. “Giorgia, Giorgia” In chiesa ad attenderla c’erano il parroco don Maurizio Patriciello ed il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo oltre al prefetto di Napoli, Claudio…
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siciliatv · 1 year ago
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Antica Celebrazione di Sant'Agata a Catania: Tra Devoti e Storia Millenaria
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All'arrivo di agosto, nell'animo dei cittadini di Catania, non si fermano soltanto i pensieri sulle vacanze estive e il consueto ferragosto, ma si accende l'attesa per un evento di grande rilevanza che non può passare inosservato. Si tratta della festa di Sant'Agata del 17 agosto, comunemente nota come Sant'Agata d'estate. Dopo i sontuosi festeggiamenti di febbraio, in cui la patrona della città viene venerata in maniera intensa, devoti, fedeli e persino turisti, spesso ignari di questa ricorrenza, avranno l'opportunità di rinnovare il loro legame con Agata durante questa giornata. Ma quali sono le radici di questa celebrazione? Perché viene festeggiata? Di seguito, le spiegazioni e le motivazioni che stanno dietro a questo evento millenario.   La Celebrazione di Sant'Agata il 17 agosto: Significato e Origini Per immergerci nel passato e scoprire le origini della celebrazione di Sant'Agata che si svolge il 17 agosto, è necessario compiere un viaggio nella storia. Il punto di partenza ci riporta all'anno 1040, quando il generale bizantino Giorgio Maniace, durante la sua campagna in Sicilia, depredò le reliquie di Sant'Agata, patrona di Catania, portandole a Costantinopoli insieme a quelle di Santa Lucia. Tuttavia, 86 anni dopo, precisamente il 17 agosto del 1126, due ex soldati dell'esercito bizantino, noti come Gisliberto e Goselmo, entrambi devoti alla Santa secondo una leggenda, riportarono a Catania le spoglie di Agata, precedentemente trafugate da Costantinopoli. Durante il viaggio di ritorno, una tappa presso le coste di Gallipoli diede luogo a un gesto di riconoscenza da parte di Goselmo verso la sua terra d'origine e l'ospitalità ricevuta: donò una delle due mammelle di Sant'Agata, un oggetto che è ancor oggi conservato nel duomo della cittadina pugliese. Nel frattempo, le restanti reliquie sono distribuite tra il busto reliquiario realizzato da Giovanni Di Bartolo e lo scrigno argenteo. Documenti storici raccontano che Gisliberto e Goselmo avessero suddiviso il corpo di Sant'Agata in varie parti, allo scopo di agevolare il trasporto, occultando le reliquie all'interno delle faretre al posto delle frecce. Presso la chiesa di Sant'Agata al Carcere, è possibile ammirare una parte della cassa utilizzata per riportare le reliquie a Catania da Costantinopoli. All'arrivo delle reliquie nella notte del 17 agosto, i cittadini furono svegliati dal suono gioioso delle campane, e spontaneamente iniziarono i festeggiamenti. È per questo motivo che il 17 agosto è considerato il giorno della prima celebrazione agatina nella storia, rappresentando così la più antica festa nel tempo. Gisliberto e Goselmo consegnarono le reliquie al vescovo di Catania Maurizio, presso il Castello di Aci, l'odierna Aci Castello. Nel corso di quest'anno, si commemora l'897° anniversario del ritorno delle reliquie di Sant'Agata da Costantinopoli in patria.   Festeggiamenti di Sant'Agata il 17 agosto: Tradizioni e Rituale Pur essendo festeggiata in una forma più contenuta rispetto a febbraio, la celebrazione estiva di Sant'Agata rappresenta un momento di grande attesa. Numerosi devoti e fedeli partecipano alla processione. Il culmine dei festeggiamenti avviene il 17 agosto, il giorno in cui i cittadini catanesi possono nuovamente rivolgere lo sguardo ad Agata. Le celebrazioni prendono il via dalla mattina con la Santa Messa alle 7:30. Subito dopo, verso le 8 del mattino, si apre il sacello, esponendo il busto reliquiario sull'altare insieme alle reliquie, precedentemente rimosse dallo scrigno in cui sono custodite. Successivamente, la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo è in programma per le 19. Alle 20:30, il busto reliquiario e lo scrigno lasceranno la cattedrale, dando inizio alla processione che seguirà un percorso inverso rispetto a quello del 16 agosto. Il tragitto comprenderà le seguenti tappe: piazza Duomo, Porta Uzeda, via Dusmet, via Porticello, piazza San Placido, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo.   Evoluzione Storica della Festa di Sant'Agata il 17 agosto Nonostante appaia già come una celebrazione più modesta rispetto a febbraio, l'evento del 17 agosto, con il percorso attuale che attraversa le strade nei dintorni di piazza Duomo, un tempo era ancora più breve. In passato, si limitava a una breve processione attorno a piazza dell'Elefante, lo stesso percorso che caratterizza il giorno dell'ottava di Sant'Agata, il 12 febbraio. Recentemente, si è verificato un cambiamento riguardo alla partecipazione delle candelore. Se la candelora di monsignor Ventimiglia è stata sempre un punto fermo nelle celebrazioni, nelle ultime edizioni pre-COVID, come nel 2019, si sono unite alle celebrazioni anche le candele dei fiorai, dei fruttivendoli, dei pizzicagnoli e del Villaggio Sant'Agata. È ancora da vedere se parteciperanno anche quest'anno.   Curiosità sulla Celebrazione di Sant'Agata il 17 agosto Facendo ancora un salto temporale al 1126, si ipotizza, anche se con incertezza, che il sacco bianco, l'abito indossato dai devoti durante le festività, possa essere collegato al fatto che i cittadini scesero in strada in camicia da notte all'arrivo delle reliquie di Sant'Agata. Tuttavia, si tratta di un'elaborazione successiva al 1126. Riguardo alla durata dei festeggiamenti, l'edizione del 2000 è stata speciale. In occasione dell'Anno del Giubileo, il busto reliquiario di Sant'Agata e lo scrigno sono stati esposti sul sagrato della Cattedrale durante la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo Luigi Bommarito. In questa occasione, la processione è stata allungata. Il busto reliquiario e lo scrigno sono stati portati a spalla da piazza Duomo lungo via Etnea fino a piazza Stesicoro, per poi ritornare indietro attraverso la stessa piazza, questa volta passando davanti all'anfiteatro romano e alla chiesa di San Biagio. Questa scelta non è stata un'innovazione assoluta, poiché lo stesso itinerario è stato seguito nel febbraio del 1991, in una celebrazione più breve a causa della Guerra del Golfo. L'appuntamento, quindi, è fissato dopo il ferragosto, per partecipare a questa significativa commemorazione e rivedere Sant'Agata, nell'attesa di febbraio 2024. Read the full article
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qdmnotizie-blog · 6 years ago
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JESI, 26 ottobre 2018 – Prenderà il via tra la fine di quest’anno e l’immediato inizio del prossimo Start Up Emporio Solidale di Jesi, un progetto di solidarietà che vede coinvolti oltre alla Fondazione Cariverona, che finanzia un terzo del progetto, la Fondazione Centro Servizi Caritas Jesina Padre Oscar e l’Associazione Anteas Marche.
L’articolazione dell’innovativo progetto sta nel fatto che sarà creato un «emporio solidale, concepito come spazio fisico dove le persone in condizioni di disagio socio-economico possono recarsi a fare la spesa utilizzando – ed è questa la novità del progetto – non il denaro, ma una tessera con punti assegnati da una equipe professionale sulla base dei bisogni espressi dal nucleo e scaturenti dalla valutazionesociale».
Questo emporio è destinato solo a residenti nel territorio dell’Ambito territoriale IX (in pratica ai circa 110mila abitanti nei 21 comuni della Vallesina e dintorni). Tali beneficiari dovranno trovarsi in condizioni di disagio economico-sociale che sarà valutato dal servizio socio/professionale dell’Azienda Servizi alla Persona dell’ambito territoriale 9.
Alla presentazione del progetto hanno preso parte il vescovo, don Gerardo Rocconi, presidente della Caritas diocesana, Sergio Mosconi, presidente Asp9, la sua vice, Martina Coppari, il direttore Franco Pesaresi, Marco D’Aurizio, direttore del centro servizi Caritas di Jesi, oltre ai rappresentanti della associazioni di volontariato che sostengono il progetto, come il Forum del terzo settore, l’Auser provinciale Ovd di Ancona che supporta la Caritas jesina, l’alleanza contro la povertà delle Marche ed il Banco alimentare Marche Onlus rappresentati da Sergio Gradara,  Maurizio Tomassini, quindi Cinzia Verdenelli dell’Anteas servizi, Nora Bianchi e Maria Pina Massella, assistenti sociali Uoc disagio Asp9, Lorenza Gagliano, referente dell’Emporio.
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Tutte le personalità convocate hanno espresso il loro pensiero su questo interessante progetto dell’Emporio solidale che troverà ospitalità nell’attuale sede della Caritas diocesana, in viale Papa Giovanni XXIII. Tra le cose messe in evidenza, come detto, la scomparsa di quello che è stato definito «mero contributo economico assistenzialistico», al suo posto ci sarà la card dei punti la cui distribuzione «sarà subordinata all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale in cui potranno essere previste lo svolgimento di alcune ore di volontariato, l’adesione ad un corso di formazione per volontari, l’adesione a corsi di formazione sull’economia domestica e altro».
«In altre parole, oltre all’aiuto in materia di distribuzione di viveri, il progetto offre alle famiglie l’opportunità di superare la condizione di crisi e consentire di fronteggiare la difficoltà un manieraattiva».
Particolari trattamenti saranno riservati a quei cittadini di Jesi o di uno dei comuni dell’Asp9 che per motivi di salute, ad esempio, si troveranno in difficoltà per raggiungere l’Emporio cittadino.
(s.b.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
JESI / LOTTA AL DISAGIO, ALL’EMPORIO SOLIDALE SI FARÀ SPESA CON UNA CARD A PUNTI JESI, 26 ottobre 2018 – Prenderà il via tra la fine di quest’anno e l’immediato inizio…
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adrianomaini · 7 years ago
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Ventimiglia e la leggenda di San Secondo   Nella rara foto d'epoca si vedono in Ventimiglia (IM), prima del loro abbandono e quindi della scomparsa definitiva, sullo sfondo la casa colonica dell'antica e importante famiglia dei Porro ed in primo piano la rustica CHIESA o CAPPELLA DI SAN SECONDO che, secondo una radicata tradizione locale, sarebbe stata qui edificata sul luogo del martirio del Santo; …
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tradizioni-barcellona · 2 years ago
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VENERDÌ 26 AGOSTO 2022 - ♦️SANT'ALESSANDRO DI BERGAMO♦️ Alessandro di Bergamo (III secolo – Bergamo, 26 agosto 303) è stato, secondo la tradizione, un soldato della legione tebea, che subì il martirio a Bergomum. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Fu probabilmente, secondo quanto documentato dai tardivi atti del suo martirio (risalenti all'VIII secolo), il vessillifero della leggendaria legione tebea, composta da soldati della Tebaide e comandata dal generale romano Maurizio anch'egli venerato dalla chiesa cattolica con il nome di san Maurizio. Secondo la tradizione, la centuria di cui Alessandro era comandante fu spostata intorno all'anno 301 dalla Mesopotamia alle regioni occidentali, prima a Colonia, poi a Brindisi, sino a giungere in Africa. Durante il lungo viaggio dei legionari, diverse persecuzioni contro i cristiani furono ordinate dall'imperatore Massimiano, ma i soldati si rifiutarono di eseguire gli ordini pagando con la decimazione, avvenuta ad Agaunum, nell'odierna Saint Maurice-en-Valais che si trova nel cantone Vallese, in Svizzera. Tra gli scampati al massacro, Alessandro riparò con alcuni suoi compagni in Italia, ma fu imprigionato a Milano (nel luogo dove sorge la basilica di Sant'Alessandro in Zebedia, in piazza di Sant'Alessandro) e qui si rifiutò di abiurare alla fede cristiana come ordinatogli dall'imperatore Massimiano. Fuggito dalla prigione, grazie all'aiuto di Fedele di Como e del vescovo Materno, sulla strada verso Como, secondo la leggenda compì il miracolo di risuscitare un defunto. Dopo essere stato riconosciuto, catturato e riportato davanti a Massimiano, Alessandro abbatté l'ara preparata per il sacrificio agli dei romani, facendo infuriare l'imperatore, che lo condannò a morte per decapitazione; la leggenda vuole che il carnefice non osasse colpirlo poiché Alessandro gli appariva "come un monte" e, per lo spavento, gli si sarebbero irrigidite le braccia: la stessa sorte sarebbe toccata ad altri soldati chiamati ad eseguire la condanna; pertanto fu nuovamente incarcerato nel carcere Zebedeo, a morire di stenti, ma riuscì nuovamente a fuggire. Alessandro passò miracolosamente l'Adda all'asciutto e si nascose in un bosco (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/ChtsuYcMdBK/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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