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Navigare nell’Era Digitale: Il Marketing Etico come Guida
L’era digitale ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si promuovono e raggiungono i propri clienti. Tuttavia, con il grande potere del marketing digitale, arriva anche una grande responsabilità. In questo articolo, esploreremo il concetto di marketing etico e come può essere utilizzato come guida per navigare nell’era digitale. Che cos’è il Marketing Etico? Il marketing etico è un approccio…
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[TRAD ITA] 240628 AVVISO WEVERSE SULLE PROCEDURE LEGALI CONTRO LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEGLI ARTISTI:
"Salve,
Questa è la BIGHIT MUSIC.
Intraprendiamo regolarmente azioni legali contro gli autori di post dannosi riguardanti i BTS per reati tra cui diffamazione, attacchi personali, molestie sessuali, diffusione di informazioni false e critiche mal intenzionate. Desideriamo fornire un aggiornamento sui nostri progressi.
In questo trimestre abbiamo continuato a raccogliere prove di attività che violano i diritti degli artisti, inclusi attacchi personali e diffamazione, attraverso le segnalazioni dei fan e il nostro sistema di monitoraggio interno. Di conseguenza, abbiamo presentato diverse denunce all'agenzia investigativa.
Come abbiamo chiarito in annunci separati di aprile e maggio, varie voci dannose sull'artista sono false e infondate. Abbiamo continuamente raccolto prove su coloro che hanno partecipato agli sforzi organizzati di diffusione di voci e li abbiamo inclusi nelle denunce.
Vogliamo chiarire ancora una volta che non esiste alcun collegamento tra BIGHIT MUSIC e BTS, e Body & Brain. Le voci circolanti secondo cui l'artista o i testi dell'artista sarebbero associati a Body & Brain sono fittizie. Dopo aver scoperto l'uso illegale dei diritti di proprietà intellettuale dei BTS da parte di Body & Brain, abbiamo prontamente richiesto la rimozione del contenuto in questione e abbiamo ricevuto l'impegno a prevenire qualsiasi avvenimento futuro. Se in futuro dovessero verificarsi problemi simili, intraprenderemo azioni legali decisive per sostenere e proteggere i diritti di proprietà intellettuale degli artisti in linea con il nostro principio. Allo stesso modo, a febbraio, abbiamo comunicato una richiesta di cessazione e desistenza alla Global Cyber University per fermare l'uso non autorizzato dei diritti di proprietà intellettuale dei BTS. Vogliamo anche chiarire che le voci sulla manipolazione clandestina delle classifiche e sul marketing non etico sono un prodotto di invenzione e completamente estraneo all'artista.
A parte gli autori dei post dannosi, stiamo intraprendendo azioni legali separate contro coloro che hanno violato la privacy dell’artista. Stiamo inoltre perseguendo cause civili e penali contro i cosiddetti 'cyber demolitori', compreso il canale YouTube 'Sojang'.
Nel 2022 abbiamo intentato una causa contro Sojang per diffamazione e ostruzione agli affari e l’agenzia investigativa aveva precedentemente deciso di sospendere le indagini. Tuttavia, con la nostra persistente richiesta di autorizzazione alla ripresa delle indagini e la fornitura di informazioni personali riguardanti Sojang all'agenzia investigativa, il caso è stato riaperto ed è attualmente oggetto di indagine. All'inizio di quest'anno è stata intentata un'ulteriore causa civile per chiedere danni per diffamazione e altri atti illegali commessi da Sojang e si prevede che presto andrà in tribunale.
Come per le precedenti denunce presentate, diversi casi sono stati inoltrati alla Procura e gli indagati sono in attesa di essere pronunciati. Faremo il possibile per garantire che i sospettati siano ritenuti responsabili indipendentemente da quanto tempo ciò potrebbe richiedere.
Continuiamo a raccogliere, segnalare e intraprendere azioni legali contro post dannosi sui membri dei BTS, che attualmente stanno svolgendo il servizio militare obbligatorio. I nostri sforzi legali continueranno durante il loro posto vacante e intraprenderemo azioni severe contro i sospettati. Non ci sarà clemenza o accordo in nessuna circostanza.
Non esitate a contattare la linea ufficiale di risposta legale della BIGHIT MUSIC tramite e-mail all'indirizzo [email protected].
Apprezziamo profondamente il vostro incrollabile amore e supporto per i BTS. La BIGHIT MUSIC continuerà a lavorare per garantire che i diritti dei nostri artisti siano pienamente protetti.
Grazie."
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©ImVali)
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La Manipolazione e la Persuasione nel Branding
Strategie di Marketing etico Nel mondo del marketing, le "Tecniche di Marketing" non sono solo strumenti per promuovere prodotti; sono anche modi per influenzare le decisioni dei consumatori. In questo articolo, esploreremo come la manipolazione e la persuasione possono essere utilizzate in modo etico per costruire brand forti e credibili. Introduzione alla Manipolazione nel Marketing La manipolazione nel marketing è un concetto spesso frainteso. Molti la vedono come una pratica negativa, ma in realtà può rappresentare un modo per influenzare le decisioni dei consumatori in modo etico. Le "Tecniche di Marketing" utilizzate in questo contesto non mirano a ingannare, ma piuttosto a guidare il cliente verso scelte informate. La manipolazione implica l'uso di strategie psicologiche per creare un legame emotivo con il consumatore. Questo legame può aumentare la fiducia e la lealtà verso un brand, rendendo più probabile l'acquisto dei suoi prodotti o servizi. In questo senso, la manipolazione diventa uno strumento di persuasione efficace. Differenze tra Grandi Brand e Piccole PMI Le piccole e medie imprese (PMI) affrontano sfide uniche rispetto ai grandi brand. Mentre i grandi marchi godono di riconoscimento e fiducia immediata, le PMI devono costruire la loro reputazione da zero. Questo richiede l'implementazione di "Tecniche di Marketing" più strategiche e mirate. Le PMI possono sfruttare la loro autenticità e il servizio clienti personalizzato per differenziarsi. A differenza dei grandi brand, che possono sembrare impersonali, le PMI possono creare relazioni più strette con i loro clienti, utilizzando tecniche di marketing che enfatizzano la connessione umana. - Vantaggi delle PMI: Maggiore flessibilità e capacità di adattamento alle esigenze del cliente. - Svantaggi delle PMI: Limitata visibilità e risorse rispetto ai grandi brand. Il Potere del Brand Famoso I brand famosi esercitano un'influenza significativa sui consumatori. Quando un marchio è ben riconosciuto, i clienti tendono a fidarsi di più dei suoi prodotti, riducendo l'ansia legata all'acquisto. Questo fenomeno si traduce in vendite più elevate e in una minore necessità di negoziare i prezzi. Il potere del brand famoso si basa su diversi fattori, tra cui la qualità percepita, la pubblicità efficace e la reputazione costruita nel tempo. I consumatori spesso scelgono di acquistare da marchi noti proprio per la loro affidabilità, anche a fronte di un prezzo più elevato. Il Ruolo della Fiducia nel Processo di Acquisto La fiducia è un elemento cruciale nel processo di acquisto. Quando i consumatori si fidano di un brand, sono più propensi a scegliere i suoi prodotti rispetto a quelli di un concorrente meno conosciuto. Questo è particolarmente vero nel caso delle PMI, che devono lavorare per costruire questa fiducia. Le "Tecniche di Marketing" volte a promuovere la fiducia includono testimonianze di clienti, recensioni online e una comunicazione trasparente. Questi elementi aiutano a creare un'immagine positiva del brand e a rassicurare i clienti sulla qualità dei prodotti offerti. L'Importanza della Percezione del Prezzo La percezione del prezzo gioca un ruolo fondamentale nella decisione di acquisto. I consumatori non considerano solo il costo effettivo di un prodotto, ma anche il valore che attribuiscono a esso. Un brand famoso può giustificare prezzi più elevati grazie alla sua reputazione e alla qualità percepita. Inoltre, l'uso di tecniche di marketing come sconti e offerte promozionali può influenzare la percezione del prezzo. Le PMI possono utilizzare strategie creative per rendere i loro prodotti più attraenti senza compromettere la loro sostenibilità economica. Casi di Studio: Medici e Professori Un esempio interessante di come la manipolazione e la persuasione operano nel marketing può essere osservato nel campo della salute e dell'istruzione. Medici e professori rappresentano professionisti che, grazie alla loro reputazione, possono influenzare le decisioni di acquisto dei pazienti e degli studenti. Quando un paziente sceglie un medico, tende a preferire quelli con una buona reputazione, specialmente se si tratta di un medico specializzato. Analogamente, gli studenti cercano professori con esperienza e riconoscimento nel loro campo. In entrambi i casi, la fiducia e la percezione di competenza giocano un ruolo chiave. - Medici: La specializzazione e le recensioni positive possono aumentare il numero di pazienti. - Professori: Riconoscimenti e pubblicazioni possono influenzare la scelta degli studenti. La Manipolazione come Strumento di Marketing La manipolazione, quando utilizzata in modo etico, può rivelarsi un potente strumento di marketing. Le "Tecniche di Marketing" che sfruttano la manipolazione si concentrano sulla creazione di un legame emotivo con il consumatore, portandolo a compiere azioni desiderate senza che se ne accorga. Questo approccio non implica inganno, ma piuttosto una comprensione profonda delle esigenze e dei desideri del cliente. Un esempio chiaro della manipolazione positiva è l’uso delle storie nel marketing. Raccontare una storia coinvolgente può catturare l'attenzione del pubblico e generare empatia. Le persone tendono a ricordare le emozioni suscitate da una storia più delle informazioni razionali. Di conseguenza, le aziende possono utilizzare questa tecnica per rafforzare la loro immagine e creare un senso di appartenenza. - Storytelling: Utilizzare narrazioni per coinvolgere emotivamente il pubblico. - Testimonianze: Presentare esperienze positive di clienti reali per costruire fiducia. - Offerte esclusive: Creare un senso di urgenza attraverso promozioni limitate nel tempo. Costruire Autorità e Credibilità Per un brand, costruire autorità e credibilità è fondamentale. Questi elementi non solo influenzano la percezione del consumatore, ma sono anche essenziali per il successo a lungo termine. Le "Tecniche di Marketing" che favoriscono l'autorità includono l'uso di esperti e influencer nel settore. Collaborare con figure riconosciute nel proprio campo può incrementare la fiducia dei consumatori. Quando un esperto raccomanda un prodotto, i consumatori tendono ad accettare questa raccomandazione senza esitazione. Inoltre, la pubblicazione di articoli, studi e ricerche può contribuire a stabilire il brand come un'autorità nel settore. - Collaborazioni con esperti: Associare il brand a professionisti di riconosciuta competenza. - Pubblicazioni: Creare contenuti informativi che dimostrano expertise e conoscenza del settore. - Testimonianze di esperti: Utilizzare citazioni e approvazioni da parte di figure di spicco. Strategie per Piccole Aziende e Professionisti Le piccole aziende e i professionisti possono adottare strategie di marketing specifiche per competere con i grandi brand. La chiave è sfruttare la propria unicità e il rapporto diretto con i clienti. Le "Tecniche di Marketing" per le PMI dovrebbero concentrarsi su un marketing relazionale e personalizzato. Una strategia efficace è quella di coinvolgere i clienti nella creazione di contenuti. Le piccole aziende possono chiedere ai propri clienti di condividere le loro esperienze e feedback, che possono poi essere utilizzati come testimonianze. Questo non solo migliora la credibilità, ma crea anche un senso di comunità attorno al brand. - Marketing relazionale: Costruire relazioni durature con i clienti attraverso interazioni personalizzate. - Coinvolgimento dei clienti: Invitare i clienti a partecipare attivamente alla creazione di contenuti. - Utilizzo dei social media: Sfruttare le piattaforme social per comunicare direttamente con il pubblico. Il Triangolo della Manipolazione: Autorità, Credibilità e Fiducia Il triangolo della manipolazione è composto da tre elementi chiave: autorità, credibilità e fiducia. Questi elementi sono interconnessi e, quando gestiti correttamente, possono potenziare l'efficacia delle "Tecniche di Marketing". Costruire autorità significa posizionarsi come esperti nel proprio settore. La credibilità, d'altra parte, si basa sulla trasparenza e sull'integrità. Infine, la fiducia è il risultato di una comunicazione coerente e onesta. Se un brand riesce a stabilire un equilibrio tra questi tre elementi, avrà maggiori possibilità di influenzare le decisioni di acquisto dei consumatori. - Autorità: Dimostrare competenza e conoscenza nel settore. - Credibilità: Essere trasparenti e coerenti nelle comunicazioni. - Fiducia: Creare un ambiente in cui i consumatori si sentano sicuri nel fare acquisti. Creare Simboli di Autorità: Libri e Pubblicazioni Scrivere un libro o pubblicare articoli di ricerca è un modo efficace per creare simboli di autorità. Le "Tecniche di Marketing" che utilizzano questo approccio non solo aumentano la visibilità del brand, ma dimostrano anche la competenza del professionista o dell'azienda. I libri, in particolare, sono spesso visti come prove tangibili di expertise. Inoltre, la pubblicazione di contenuti su riviste di settore può rafforzare ulteriormente la reputazione. Essere citati in articoli o interviste non solo aumenta la credibilità, ma posiziona anche il brand come un leader di pensiero nel proprio campo. - Scrivere un libro: Condividere conoscenze e esperienze in un formato tangibile. - Pubblicare articoli: Contribuire a riviste di settore per aumentare la visibilità. - Interviste e podcast: Partecipare a discussioni pubbliche per affermare la propria autorità. La Dimostrazione come Strumento di Vendita La dimostrazione è uno strumento di vendita potente che può avere un impatto significativo sulle decisioni di acquisto. Le "Tecniche di Marketing" che incorporano dimostrazioni rendono il prodotto tangibile e mostrano ai consumatori come funziona realmente. Questo approccio è particolarmente efficace per prodotti complessi o innovativi. Le dimostrazioni possono avvenire in vari modi, come eventi dal vivo, video tutorial o prove gratuite. Mostrare il prodotto in azione può ridurre l'incertezza del consumatore, aumentando così la probabilità di acquisto. Inoltre, le dimostrazioni possono creare un'esperienza memorabile, incoraggiando il passaparola. - Eventi dal vivo: Organizzare dimostrazioni pratiche per coinvolgere i clienti. - Video tutorial: Creare contenuti visivi che mostrano l'uso del prodotto. - Prove gratuite: Offrire ai clienti la possibilità di testare il prodotto prima dell'acquisto. Superare le Obiezioni attraverso la Credibilità Affrontare le obiezioni dei clienti è una parte cruciale del processo di vendita. La credibilità gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. Quando un cliente esprime dubbi o preoccupazioni, è essenziale rispondere in modo che rafforzi la fiducia nel brand. Utilizzare testimonianze di altri clienti soddisfatti, dati concreti e case study può aiutare a dissipare i timori. Una strategia efficace consiste nel preparare risposte a obiezioni comuni prima di incontrare il cliente. Queste risposte dovrebbero essere basate su fatti e statistiche che dimostrano l'affidabilità del prodotto o servizio. Ad esempio, se un cliente è preoccupato per il prezzo, puoi presentare dati che mostrano il risparmio a lungo termine che il cliente otterrà scegliendo il tuo prodotto. - Testimonianze: Utilizzare feedback di clienti soddisfatti per dimostrare l'efficacia del prodotto. - Statistiche: Presentare dati di mercato che avvalorano la qualità e il valore del prodotto. - Case Study: Condividere storie di successo di altri clienti che hanno affrontato obiezioni simili. Case Study: Esempi Pratici di Marketing Un caso di studio illuminante è quello di un'azienda di prodotti per la cura della pelle che ha affrontato una forte concorrenza. Inizialmente, i clienti erano scettici riguardo alla qualità dei prodotti, poiché l'azienda era nuova sul mercato. Per superare questa obiezione, l'azienda ha implementato una campagna di marketing che includeva testimonianze di influencer e dermatologi riconosciuti, aumentando così la credibilità del brand. Inoltre, l'azienda ha offerto campioni gratuiti ai nuovi clienti, incoraggiando le persone a provare i prodotti senza rischi. Questo approccio ha portato a un aumento significativo delle vendite e a una crescita della base clienti. Gli utenti soddisfatti hanno iniziato a condividere le loro esperienze sui social media, creando un effetto virale che ha ulteriormente rafforzato la reputazione del brand. Altri esempi pratici includono: - Brand di abbigliamento: Ha lanciato una campagna di marketing che mostrava clienti reali indossare i loro vestiti, invece di modelli professionisti, aumentando l'autenticità e la connessione con il pubblico. - Servizi di consulenza: Hanno offerto sessioni gratuite iniziali per costruire fiducia e dimostrare il valore dei loro servizi. Conclusioni e Riflessioni sul Marketing Etico Il marketing etico si basa sulla trasparenza, sull'autenticità e sulla costruzione di relazioni significative con i clienti. Le "Tecniche di Marketing" devono essere utilizzate per creare valore reale e soddisfare le esigenze dei consumatori, piuttosto che manipolarli. La fiducia è un elemento essenziale in questo processo, e può essere costruita attraverso pratiche di business responsabili e comunicazione aperta. In conclusione, le aziende che si impegnano a essere etiche e trasparenti non solo guadagnano la fiducia dei clienti, ma si distinguono anche in un mercato sempre più competitivo. La credibilità, l'autorità e la fiducia devono essere al centro delle strategie di marketing. Solo così si può costruire un brand forte e duraturo che resista alla prova del tempo. FAQ sul Marketing e Manipolazione 1. Cos'è il marketing etico? Il marketing etico si riferisce a pratiche di marketing che rispettano i valori e i diritti dei consumatori, evitando manipolazioni e inganni. 2. Come posso aumentare la credibilità del mio brand? Puoi aumentare la credibilità del tuo brand attraverso testimonianze, case study, certificazioni e pubblicazioni su riviste di settore. 3. Le tecniche di marketing possono essere considerate manipolative? Sì, se utilizzate in modo ingannevole o per sfruttare i consumatori. Tuttavia, se utilizzate eticamente, possono guidare le decisioni d'acquisto in modo positivo. 4. Qual è l'importanza della fiducia nel marketing? La fiducia è fondamentale poiché i consumatori sono più propensi a comprare da brand di cui si fidano, aumentando così le vendite e la lealtà. 5. Come posso affrontare le obiezioni dei clienti? Puoi affrontare le obiezioni presentando dati, testimonianze e case study che dimostrano il valore e l'affidabilità del tuo prodotto o servizio. 6. Cosa sono i case study nel marketing? I case study sono analisi dettagliate di come un brand ha risolto problemi specifici per i suoi clienti, dimostrando l'efficacia dei suoi prodotti o servizi. 7. Come posso utilizzare le testimonianze nel marketing? Le testimonianze possono essere utilizzate in campagne pubblicitarie, sui social media e nei materiali di vendita per costruire fiducia e credibilità. 8. Quali sono le migliori pratiche per un marketing etico? Le migliori pratiche includono la trasparenza, l'onestà nelle comunicazioni, la protezione dei dati dei clienti e l'impegno sociale. Read the full article
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Intelligenza artificiale: la Cina e il primo posto per numero di brevetti
Secondo un recente report dell'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), la Cina ha superato gli Stati Uniti diventando il leader mondiale per numero di brevetti depositati nel campo dell'intelligenza artificiale (IA). Questo sorpasso rappresenta un traguardo significativo per la Cina, che negli ultimi anni ha intensificato gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie legate all'IA. I dati del boom I dati dell'OMPI mostrano che gli inventori cinesi hanno depositato oltre 38.000 brevetti per invenzioni relative all'IA generativa tra il 2014 e il 2023. Si tratta di un numero ben otto volte superiore rispetto al 2017 e rappresenta circa un quarto di tutti i brevetti per IA generativa depositati a livello globale nello stesso periodo. L'intelligenza artificiale generativa è un ramo dell'IA che si concentra sulla creazione di nuovi contenuti, come testi, immagini, video e musica. Questa tecnologia ha il potenziale per rivoluzionare molti settori, come il marketing, l'intrattenimento e la progettazione di prodotti. Intelligenza artificiale: le aziende protagoniste Tra le aziende cinesi che guidano la corsa ai brevetti nell'IA generativa troviamo Tencent, Ping An Insurance, Baidu e l'Accademia cinese delle scienze. Tuttavia, è importante sottolineare che il numero di brevetti depositati non è l'unico indicatore del successo di un paese nel campo dell'IA. Altri fattori importanti includono la qualità della ricerca, la capacità di tradurre le innovazioni in prodotti e servizi di successo e l'impatto sociale ed etico delle tecnologie sviluppate. Sfide e opportunità La leadership della Cina nel campo dei brevetti per l'IA generativa presenta sia sfide che opportunità. Da un lato, la Cina dovrà affrontare la sfida di tradurre questa leadership tecnologica in un vantaggio economico concreto. Dall'altro lato, il paese ha l'opportunità di giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale benefiche per l'intera umanità. La corsa all'IA continua La corsa all'intelligenza artificiale è ancora agli inizi e il panorama competitivo è in continua evoluzione. È probabile che nei prossimi anni altri paesi si uniranno alla Cina e agli Stati Uniti nella lotta per la leadership in questo settore strategico. Intelligenza artificiale: ora cosa accadrà? Il sorpasso della Cina nel campo dei brevetti per l'IA generativa è un evento che segna un punto di svolta nella storia della tecnologia. Resta da vedere come questo sorpasso si tradurrà in termini di innovazioni concrete e di impatto sul mondo reale, ma è chiaro che la Cina è ormai un attore di primo piano nel panorama globale dell'intelligenza artificiale. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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I signori della guerra sempre più ricchi grazie alla Russia
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A Wall Street la guerra tocca il fondo. La finanza Usa e l’industria delle armi. Il “complesso militar-industriale” degli Stati Uniti, così definito nel 1961 durante il celebre discorso d’addio del presidente Dwight D. Eisenhower, ha accolto in maniera entusiastica la decisione della Camera Usa di approvare il pacchetto di aiuti esteri (Ucraina, Israele, Taiwan) da 95 miliardi di dollari. Il disegno di legge include, tra le varie misure, quasi 14 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina ad acquistare sistemi d’arma avanzati ed equipaggiamenti di difesa, 13,4 miliardi di dollari per ricostituire le scorte di difesa statunitensi, 7,3 miliardi di dollari per le attuali operazioni militari statunitensi nella regione e 13,7 miliardi di dollari per l’acquisto di sistemi di difesa statunitensi per l’Ucraina. Come nota il giornalista investigativo Lee Fang, Christopher Calio, presidente di RTX, ha fatto notare durante l’incontro con gli investitori che dei 60 miliardi di dollari previsti dalla legislazione per l’Ucraina, due terzi saranno indirizzati a “prodotti RTX”. James Taiclet, amministratore delegato di Lockheed Martin, ha dichiarato agli investitori che il bilancio supplementare e quello della difesa “forniranno una solida base per la crescita futura della nostra azienda nei prossimi anni”. Lo stesso tipo di entusiasmo lo ha manifestato Chris Kubasik, amministratore delegato di L3Harris. “Sono state cinque settimane fantastiche per l’industria della difesa”, ha dichiarato Kubasik alla Cnbc.”Abbiamo 900 miliardi di dollari, che cinque settimane fa non c’erano”, ha osservato, riferendosi al bilancio della difesa e al pacchetto di spesa supplementare. Quali sono i fondi che posseggono le grandi aziende della Difesa
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Ma ad esultare sono soprattutto i grandi fondi americani, che detengono una buona parte delle azioni delle più grandi aziende della Difesa degli Stati Uniti e di quel “complesso-militar industriale” citato poc’anzi. State Street, ad esempio, è il maggiore investitore in Lockheed Martin con azioni per un valore di oltre 16 miliardi di dollari. Lockheed Martin, com’è noto, è uno dei maggiori appaltatori del governo degli Stati Uniti e il suo principale cliente è il Dipartimento della Difesa, al quale fornisce sistemi d’arma, aerei e supporto logistico. Tra i suoi prodotti figurano il caccia F-35 Lightning II, gli elicotteri Sikorsky e il sistema Aegis. Oltre a State Street, i principali azionisti della società sono Marillyn Hewson, Daniel Akerson, Scott Greene, Vanguard Group Inc. e BlackRock. Quest’ultimo – uno dei più grandi fondi americani – possiede 17,2 milioni di azioni di Lockheed Martin, pari al 6,2% del totale. Capital Group detiene almeno 13 miliardi di dollari in azione di RTX, azienda del settore aerospaziale e della Difesa, che fornisce sistemi e servizi per clienti commerciali, militari e governativi negli Stati Uniti e a livello internazionale, e che opera attraverso tre segmenti, Collins Aerospace, Pratt & Whitney e Raytheon. Come nel caso di Lockheed Martin, oltre a Capital Group, tra i maggiori azionisti figurano Vanguard Group Inc, State Street Corp, BlackRock Inc, Morgan Stanley, VTSMX – Vanguard Total Stock Market Index Fund Investor Shares, Dodge & Cox, Vanguard e molti altri. Non solo. BlackRock ha recentemente rivelato di detenere la proprietà di 17.403.276 azioni di L3Harris, il che rappresenta il 9,2% delle azioni complessive dell’azienda. Le più grandi aziende del settore sono nelle mani di questi fondi, sempre più influenti e potenti. E il cui interesse primario è solo uno: il profitto, sopra ogni cosa. Il paradosso etico Nonostante questi fondi affermino di sostenere la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite e, le linee guida dell’Ocse e, in generale, i diritti umani, con State Street che sostiene che le sue politiche sono “pensate per prevenire l’uso illegale dei nostri prodotti e servizi, compresi quelli che potrebbero comportare violazioni dei diritti umani” come nota Responsible Satecraft, aziende come RTX e Lockheed Martin sono direttamente impegnate nel sostenere la campagna israeliana a Gaza. “RTX – osserva il ricercatore del Quincy Institute Nick Cleveland-Stout – fornisce all’esercito israeliano missili e bombe a grappolo e produce motori per gli aerei da combattimento F-15 e F-16 che sono stati utilizzati per bombardare Gaza. Lockheed Martin fornisce a Israele missili Hellfire e aerei da combattimento F-16 e F-35 usati per bombardare la Striscia”. Visti anche gli utili in crescita di queste società, nessun investitore si è azzardato a chiedere delle potenziali violazioni dei diritti umani o su come queste armi vengano utilizzate. Questo nonostante le violazioni acclarate da vari organismi internazionali. Eisenhower diceva nel 1961 che “nei consigli di governo dobbiamo evitare che il complesso militare-industriale acquisisca un’influenza ingiustificata”: un monito quantomai attuale. Read the full article
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Agenzie di Moda di Milano: la tua porta d'accesso al mondo dello stile
Nel mondo della moda, Milano rappresenta un illustre faro, irradiando eleganza, innovazione e raffinatezza. Famosa per le sue case di alta moda di fascia alta, gli stilisti di tendenza e gli eventi di moda iconici come la settimana della moda di Milano, questa città italiana è un epicentro globale di stile. Ma dietro le quinte di questo settore glamour ci sono le agenzie milano moda, gli eroi non celebrati che svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare il panorama dell’haute couture e della moda di lusso.
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Le agenzie di moda di Milano fungono da collegamento vitale tra designer, marchi e il mercato in continua evoluzione. Queste agenzie fungono da intermediari, collegando designer di talento con rivenditori, media e acquirenti in tutto il mondo. Forniscono una gamma diversificata di servizi su misura per le esigenze dei clienti della moda, dallo sviluppo e marketing del marchio alla rappresentanza e distribuzione delle vendite.
Una delle funzioni chiave delle agenzie di moda milanesi è lo scouting e la gestione dei talenti. Con il loro occhio attento all'innovazione e alle tendenze del mercato, queste agenzie identificano i designer emergenti con il potenziale per avere un impatto significativo nel settore della moda. Coltivando e guidando questi talenti, aiutano a coltivare la prossima generazione di luminari della moda, garantendo un afflusso costante di fresca creatività nel settore.
Inoltre, le agenzie di moda milanesi fungono da partner strategici per marchi affermati che cercano di espandere la propria portata o rivitalizzare la propria immagine. Attraverso un'analisi completa del marchio e una pianificazione strategica, queste agenzie sviluppano soluzioni su misura per migliorare la visibilità del marchio, ottimizzare i canali di vendita e sfruttare le opportunità emergenti nel mercato globale.
Oltre al loro ruolo nello sviluppo e nella gestione del marchio, le agenzie di moda milanesi svolgono un ruolo cruciale nel facilitare collaborazioni e partnership internazionali. Sfruttando le loro estese reti e connessioni industriali, queste agenzie stringono preziose alleanze tra designer, marchi, produttori e rivenditori oltre confine, favorendo lo scambio interculturale e l’innovazione.
Inoltre, le agenzie di moda milanesi fungono da guide indispensabili per i marchi internazionali che cercano di orientarsi nelle complessità del mercato della moda italiano. Con la loro conoscenza approfondita delle usanze locali, delle normative e delle preferenze dei consumatori, queste agenzie forniscono informazioni e supporto preziosi per garantire l’ingresso e l’espansione di successo dei marchi stranieri in Italia.
Anche le agenzie di moda milanesi svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare la narrativa della moda italiana sulla scena globale. Attraverso campagne strategiche di pubbliche relazioni, sensibilizzazione sui media e gestione di eventi, queste agenzie lavorano instancabilmente per promuovere l'eccellenza della moda italiana e mostrare al mondo la creatività e l'artigianalità dei designer locali.
Inoltre, le agenzie di modelle milano sono in prima linea nel promuovere la sostenibilità e le pratiche etiche all’interno del settore. Con la crescente domanda da parte dei consumatori di moda ecologica e socialmente responsabile, queste agenzie stanno collaborando attivamente con designer e marchi per implementare pratiche sostenibili di approvvigionamento, produzione e gestione della catena di fornitura, garantendo un futuro più sostenibile ed etico per la moda.
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Vendere Calzini Usati
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INDICEVendere calzini usati su Vinted 1.Studiare il Mercato 2.Scegliere il Target 3.scegliere il prezzo 4.Fare Marketing 5.Conoscere gli aspetti legali Dove vendere calzini usati Calzini usati donna Vendita collant usati La vendita di calzini usati online rappresenta un interessante fenomeno che può essere analizzato sia da una prospettiva economica che sociologica. Economicamente, questa pratica si configura come un esempio di mercato di nicchia all'interno dell'ampio settore dell'e-commerce. I mercati di nicchia sono segmenti specifici e ben definiti di un mercato più grande, caratterizzati da una domanda forte ma limitata in termini di volume. La specializzazione e un pubblico target ben definito sono tratti distintivi. Per esempio, il mercato globale dell'e-commerce di seconda mano nel 2021 è stato valutato a circa 28 miliardi di euro, con previsioni di crescita fino a 64 miliardi di euro entro il 2024, secondo Statista. Dal punto di vista sociologico, la vendita di calzini usati può essere interpretata come un caso di consumo simbolico, dove l'acquisto di tali oggetti riflette il desiderio di espressione individuale e l'appartenenza a specifiche subculture o interessi. Questo aspetto sottolinea come i calzini usati possano acquisire un significato che va oltre il loro valore utilitario, diventando simboli di identità personale e di appartenenza a determinati gruppi o tendenze. Ecco qui di seguito un diagramma che mostra i 5 step per vendere calzini usati:
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Vendere calzini usati su Vinted
Vendere calzini usati su piattaforme come Vinted si inserisce nel contesto più ampio del mercato dell'usato e del riciclo di moda, che sta guadagnando sempre più popolarità. Ecco alcuni aspetti chiave da considerare: Ecco i 5 step per vendere calzini usati su Vinted: - Studiare il mercato - Scegliere il Target - Scegliere il prezzo - Fare marketing - Conoscere gli Aspetti legali
1.Studiare il Mercato
La vendita di articoli usati, inclusi i calzini, su piattaforme come Vinted rientra nella tendenza crescente verso un consumo più sostenibile e responsabile. Secondo un report di ThredUp, il mercato globale dell'abbigliamento usato è previsto di raggiungere i 64 miliardi di euro entro il 2024, dimostrando un crescente interesse verso l'acquisto di articoli di seconda mano.
2.Scegliere il Target
I calzini usati possono avere un mercato di nicchia specifico. Questo segmento può essere influenzato da vari fattori, come la rarità, il design, la marca, o anche l'associazione a particolari personalità o eventi. È importante identificare e comprendere il target di mercato per massimizzare le possibilità di vendita.
3.scegliere il prezzo
La valutazione dei calzini usati dovrebbe considerare il loro stato di conservazione, la marca, e qualsiasi valore aggiunto unico che potrebbero avere. Non esiste un prezzo standard per tali articoli, quindi la valutazione dipende molto dalla percezione del valore da parte dei potenziali acquirenti.
4.Fare Marketing
La presentazione dei calzini, inclusa la fotografia e la descrizione dell'articolo, gioca un ruolo cruciale nel processo di vendita. Una presentazione chiara, attraente e onesta può aumentare l'interesse e la fiducia degli acquirenti.
5.Conoscere gli aspetti legali
È importante assicurarsi che la vendita di calzini usati rispetti le normative locali e le politiche della piattaforma. Inoltre, la trasparenza riguardo alle condizioni degli articoli è fondamentale per mantenere una buona reputazione come venditore. vendere calzini usati su Vinted può essere un modo per partecipare al mercato dell'usato e sostenere pratiche di consumo più responsabili. Tuttavia, il successo in questo settore richiede una buona comprensione del proprio target di mercato, una presentazione efficace degli articoli e un approccio etico e trasparente alla vendita. Ecco qui di seguito un video che spiega come guadagnare vendere calzini usati: https://youtu.be/aO6hNrb6Ltc
Dove vendere calzini usati
Vendere calzini usati può essere un'attività interessante e si può fare attraverso diverse piattaforme online. Piattaforme di e-commerce di seconda mano come Vinted, con oltre 45 milioni di utenti, Depop, popolare tra un pubblico giovane con il 90% degli utenti sotto i 26 anni, e eBay, che vanta circa 159 milioni di utenti attivi e un volume di vendite lordo di circa 82 miliardi di euro nel 2020 (convertendo da 87 miliardi di dollari con un tasso di cambio di 0,94 euro per dollaro), sono scelte popolari per questo tipo di vendite. Offrono una vasta audience e sono ideali per articoli di abbigliamento usato, specialmente se si tratta di pezzi unici o di marche note. Inoltre, esistono siti web specializzati nella vendita di articoli specifici, inclusi calzini usati, che possono attrarre un pubblico di nicchia già interessato. I social media, come Instagram con oltre 1 miliardo di utenti attivi mensili e Facebook Marketplace, parte di Facebook che ha circa 2,8 miliardi di utenti attivi mensili, così come forum e gruppi online dedicati a vestiti e accessori di seconda mano, rappresentano un'altra via efficace per raggiungere potenziali acquirenti. Per chi preferisce un approccio più personale, partecipare a mercatini locali o eventi di scambio di vestiti può essere un'ottima opzione. Infine, applicazioni di vendita locali come Wallapop o Shpock facilitano la vendita di articoli usati a livello locale, eliminando la necessità di gestire la spedizione. È fondamentale, in tutti questi casi, essere trasparenti sulle condizioni degli articoli e seguire le normative locali relative alla vendita di abbigliamento usato, oltre a curare la presentazione e la descrizione del prodotto per aumentare l'interesse e la fiducia degli acquirenti. Secondo uno studio, le immagini di alta qualità possono aumentare le vendite online fino al 40%, sottolineando l'importanza di una buona presentazione.
Calzini usati donna
Vendere calzini usati da donna online (o calzini usati uomo) può essere un'attività di nicchia ma potenzialmente redditizia, specialmente se si sfruttano le piattaforme giuste. Questo tipo di vendita si inserisce nel crescente mercato dell'abbigliamento di seconda mano, che sta guadagnando popolarità grazie alla crescente consapevolezza verso la sostenibilità e il consumo responsabile. Piattaforme come Vinted, Depop e eBay offrono un'ampia audience e sono ideali per raggiungere acquirenti interessati a calzini unici, vintage o di marche specifiche. La chiave del successo in questo mercato sta nella capacità di presentare i prodotti in modo attraente e onesto, descrivendo accuratamente le condizioni e l'unicità dei calzini. Inoltre, è importante rispettare le normative locali e le linee guida delle piattaforme utilizzate per la vendita. Con la giusta strategia, vendere calzini usati da donna può diventare un modo interessante per guadagnare online, contribuendo al contempo alla riduzione degli sprechi nel settore della moda.
Vendita collant usati
Vendere collant usati online rappresenta un segmento specifico nel mercato dell'abbigliamento di seconda mano, attraendo un pubblico di nicchia interessato a questi articoli per vari motivi, che possono spaziare dall'interesse per la moda vintage alla ricerca di pezzi unici o di specifiche marche. Piattaforme come Vinted, eBay e Depop sono scelte popolari per questo tipo di vendita, offrendo una vasta audience e la possibilità di raggiungere facilmente acquirenti potenziali. La chiave per avere successo in questo mercato è una presentazione accurata e attraente dei prodotti, con descrizioni dettagliate che evidenzino lo stato e le caratteristiche uniche dei collant. È fondamentale anche rispettare le normative locali sulla vendita di abbigliamento usato e le politiche delle piattaforme scelte. Vendere collant usati può non solo generare un guadagno, ma anche contribuire a un consumo più sostenibile, riducendo gli sprechi nel settore della moda. Read the full article
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Strategie di Marketing per un Futuro Responsabile
Digitale e Etico – Strategie di Marketing per un Futuro Responsabile Negli ultimi anni, il panorama digitale ha subito una trasformazione radicale, con un’enfasi crescente sulla responsabilità etica. Le strategie di marketing non sono rimaste indietro; al contrario, stanno evolvendo per rispecchiare un approccio più consapevole nei confronti del consumatore e della società nel suo complesso. In…
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#ambientedigitale#autenticità#cambiamentosociale#coinvolgimentoresponsabile#comunicazioneetica#digitalmarketing#eticaaziendale#eticanegliaffari#futurosostenibile#innovazioneresponsabile#responsabilitàaziendale#sostenibilitàdigitale#trasparenza
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Come nasce il marketing Il Marketing dall'origine ai giorni nostri Cosa era e cosa è oggi la grande macchina che smuove le masse…
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Ser una buena marca es buen negocio, caminando por el Marketing Ético.
Ser una buena marca es buen negocio, caminando por el Marketing Ético.
La ética no es el fuerte de nuestras grandes empresas, se ha notado en estos días, entre la Crisis Social que le pegó duro a la economía chilena y la actual Crisis Sanitaria que afecta al mundo entero se han notado los comportamientos poco empáticos de varias compañías, desde aumentar los precios de forma desorbitante, hasta hacer trabajar a todos sus colaboradores en plena Pandemia!
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En estos…
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#Banca Etica#Etica#marcas con proposito#Marcas con Sentido#Marketing#Marketing Etico#Moral#negocios buenos#Negocios con Sentido
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Osea sí pero no, recuerda, el #marketing busca conocer al #cliente para cubrir una #necesidad, seamos #eticos ;) #goodpractice #honestidad #etica #mktdigital https://www.instagram.com/p/CC-KQgbpy1m/?igshid=177uxd284dh51
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Parla la libraia che ha rifiutato il libro di Giorgia Meloni: "Ecco perché la mia è una scelta etica" Di sentire attacchi e turpiloqui della capa bolsonariana molti sono stanchi, qualcuno adesso è stanco anche di doverla leggere, ed è per questa che ha compiuto una scelta coraggiosa e indipendente. Alessandra Laterza, una libraia di Roma, dice di aver fatto una scelta etica nel non vendere il libro di Giorgia Meloni. Ha deciso che sugli scaffali del suo negozio non sarà rintracciabile “Io sono Giorgia”. Ha poi spiegato perché: “Non vendo il libro di Giorgia Meloni, è una scelta etica, preferisco lo scopo educativo, piuttosto che le azioni di marketing”. Dunque nella libreria di via Amico Aspertini, nella Capitale, non ci sarà il libro della leader di Fratelli d’Italia. Nei giorni scorsi, prima sulla sua pagina Facebook poi su quella della libreria, Laterza ha postato la foto di copertina del libro di Giorgia Meloni: “Io sono una libraia e questo libro non lo vendo! So scelte, mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria... Alla lotta e al lavoro, il mio è indipendente!”. Proprio lei ha spiegato: “La mia libreria è un luogo di resistenza, di vero servizio sociale. Il mio sentire è diverso da quello di Giorgia Meloni, il sottotitolo fa riferimento alla sua storia, la conosco e proprio per questo non ho intenzione di venderlo, non si tratta di censura ma di cosa si vuole comunicare – ha aggiunto – Le presentazioni in libreria hanno sempre avuto uno scopo educativo, morale e etico e nel pensiero di Meloni non c’è qualcosa che ho piacere di raccontare. Sicuramente avrà altrove la sua visibilità”. globalist
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Viva la scienza, ma occhi aperti: il problema non è il vaccino, è il sistema che li produce
di LUIGI MEZZACAPPA
Se mi avventuro su questa scivolosa questione in merito all’obbligatorietà del vaccino contro il covid è perché mi piacerebbe valutarla da un’angolazione diversa rispetto agli aspetti strettamente sanitari. Non sono no-vax: le vaccinazioni le ho sempre fatte tutte e le ho fatte fare ai miei figli. Da dieci anni faccio anche il vaccino anti-influenzale, sollecitato da nessuno. Ho fiducia nella scienza. Non riesco però ad avere altrettanta fiducia nell’informazione, specialmente quando tutte le grancasse battono in perfetta, assoluta sincronia.
Non mi aggiungerò quindi al coro dei laureati su Facebook che non capiscono ma pontificano. A differenza di molti so distinguere i terrapiattisti da chi vuole semplicemente capire. E ciò che io vorrei capire, oltre alla questione scientifica in sé, è la credibilità di questo sistema, di questa informazione e di queste multinazionali del farmaco. Lasciamo perdere i “si dice” e i “sembra”, le controverse questioni sull’uso che in passato si è fatto dei vaccini; lasciamo perdere anche le notizie in bilico tra verità accertate e ipotesi da verificare in merito ad alcune campagne di vaccinazione degli anni ‘90 usate come pretesto per altri fini più o meno palesi; lasciamo stare anche il fatto che nessun paese – primi fra tutti quelli che oggi si autocelebrano come civili – è completamente esente da brutte storie dal sapore di eugenetica, alcune nemmeno troppo lontane nel tempo, come quelle praticate sulla popolazione carceraria.
Non credo si possa, invece, lasciar perdere altre questioni, più recenti, che riguardano proprio la casa farmaceutica che in questo momento sta salvando l’umanità e che in passato salì agli onori delle cronache per le denunce e le migliaia di cause a cui ha dovuto rispondere nei tribunali per pratiche di vendita illegali o per lesioni, fino all’omicidio causato da sperimentazione umana. Non si possono, non si dovrebbero dimenticare i 55 milioni di dollari patteggiati nel 2013 per risarcire le pratiche irregolari di marketing di un medicinale gastrointestinale per il quale sono ancora pendenti cause per lesioni renali. Non si dovrebbero dimenticare le ben 10mila donne scese in causa contro un medicinale che curava i sintomi della menopausa e l’osteoporosi prescritto impropriamente per curare il cancro al seno, alle quali è stato riconosciuto un risarcimento per circa 1 miliardo di dollari fino al 2012. Non si dovrebbe dimenticare quell’altro medicinale per il trattamento della dipendenza da nicotina che rese circa tremila persone vittime di depressione e disturbi psichiatrici. Né l’inefficacia di quello contro l’ipogonadismo, l’oligozoospermia e l’impotenza, e neanche la maxi-multa di 2,3 miliardi di dollari per il più grande patteggiamento per frode sanitaria nella storia del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, un’ammenda pagata per le responsabilità civili e penali derivanti dalla promozione illegale di tre medicinali. L’azienda incaricava i suoi rappresentanti di trasferirli ai medici per patologie diverse da quelle indicate e in dosi superiori a quelle approvate nonostante i rischi per i pazienti. L’indagine fu condotta da un giudice che fece emergere pratiche molto diffuse come quella di invitare i medici a riunioni e conferenze in paradisi turistici, spese e compensi naturalmente a carico dell’azienda.
La casa farmaceutica che dovrà darci il vaccino è stata messa più volte sotto accusa per reati gravissimi e condannata per subdole sperimentazioni. E ora dobbiamo fidarci?
Sempre la stessa casa farmaceutica si macchiò, verso la metà degli anni ‘90, di un altro crimine agghiacciante, ovvero la sperimentazione occulta e quindi illegale di un antibiotico. La vicenda è nota come “Il Contenzioso di Kano”. La Casa sperimentò un nuovo antibiotico che aveva tutte le carte per diventare un farmaco da parecchi milioni di dollari. La sua efficacia era comprovata da 87 studi in 27 paesi diversi. Mancava “solo” un test pediatrico in caso di patologia infettiva acuta come la meningite, impossibile da condurre negli Stati Uniti. Nel 1996 a Kano, una cittadina nel nord della Nigeria, ci fu un’epidemia di meningite che uccise 12.000 persone. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lanciò un programma di emergenza e la casa farmaceutica vide in quell’epidemia l’opportunità per effettuare finalmente i test pediatrici. Aderì al programma dell’Oms proponendo di curare 200 bambini con un medicinale che all’epoca era il miglior farmaco anti-meningite. In realtà, solo la metà dei bambini furono curati con quello, mentre agli altri fu somministrato il nuovo medicinale da sperimentare per valutare le differenze tra i due. Cinque dei 100 bambini curati con l’antibiotico sperimentale morirono, ma molti rimasero vittime di cecità, malformazioni e paralisi. Per i medici della Casa fu comunque un risultato utile e l’antibiotico venne commercializzato nel 1996 in Europa, anche se solo per gli adulti. Due anni dopo, però, fu ritirato dal mercato per l’alta tossicità. Il caso scosse l’opinione pubblica perché la sperimentazione fu condotta illegalmente nel modo più subdolo. Nonostante molteplici azioni legali intraprese negli Stati Uniti e in Nigeria, le vittime non sono ancora state risarcite e negli Stati Uniti il dibattimento processuale non ha ancora avuto inizio.
FARMACI E VACCINI
Sì dirà che tutto questo non ha senso, che i casi citati riguardano medicinali e non vaccini, che se la casa farmaceutica agisse con il coronavirus con quella stessa leggerezza rischierebbe troppo. Dunque non possiamo non fidarci. E’ vero ma, se ci liberassimo per un attimo dalla suggestione emotiva, forse riusciremmo ancora a leggere qualche ragionamento interessante. In piena pandemia, per esempio, su uno dei più famosi, autorevoli e diffusi rotocalchi che gode della stima del pubblico più sensibile e progressista, L’Espresso, ho letto una coraggiosa affermazione secondo cui “per le nuove emergenze occorre un’azienda pubblica finanziata da tutti i paesi dell’Unione Europea”. L’articolo spiega che a certe multinazionali del farmaco andrebbero posti dei limiti perché hanno completamente smarrito ogni senso etico, perché da tempo producono solo medicine che garantiscono il massimo profitto e hanno abbandonato la ricerca nei settori chiave della salute, un atteggiamento che sul lungo termine ha stravolto la missione originaria e le ha rese impreparate a cogliere la sfida del covid.
Questa è la mia prima domanda: perché mai, oggi e all’improvviso, queste multinazionali avrebbero ritrovato un’etica smarrita da almeno cinquant’anni? La seconda: quanto è cambiata, l’etica, da quando nella patria di quell’industria si offrivano ai nativi americani coperte “umanitarie” infettate col vaiolo? Se dovessi fare un parallelo con il fenomeno del razzismo non saprei davvero cosa rispondere. Ma ho anche altre domande, se interessano.
IL CASO RUSSO
Il 24 novembre la Russia ha annunciato il suo vaccino “Sputnik V”. La notizia è stata accolta dalla nostra informazione con un atteggiamento sospeso tra sconcerto e dileggio. Il quotidiano Il Sole 24 ore ha titolato: “Fuga in avanti di Mosca”, cioè in sostanza si è domandato: com’è possibile che la Russia sia arrivata per prima? Il pensiero sotteso più o meno è: sicuramente si tratta di una bufala, il vaccino non può essere sicuro, non è stato sufficientemente testato, non c’è stato il tempo materiale per certificarlo, sicuramente non ha sufficiente copertura. Tre giorni dopo – tre, non trentatré – è stato annunciato il “nostro” vaccino, il quale non ha problemi di certificazione né di test carenti. Ha solo un po’ meno copertura, ma in tre giorni l’ha recuperata e ha perfino superato la copertura del vaccino russo. Ha solo un piccolo inconveniente di logistica: deve essere conservato e trasportato a 90° sotto zero. Ma dopo dieci giorni i gradi sotto zero sono solo 70. Ho immediatamente pensato, da perfetto incompetente, a quanto potesse essere complicato il mantenimento della catena del freddo, ma nessuno ne ha parlato. Nei primi giorni di distribuzione del “nostro” vaccino, ho letto che in Germania ci sono stati problemi e un intero lotto di vaccini è andato perso.
Anche Israele ha scelto il vaccino russo, ma noi non lo consideriamo sicuro. E’ invece sicuro un vaccino che va conservato a -70 gradi
Ma il nostro vaccino è sicuro mentre quello russo no. Il fatto che il vaccino russo sia realizzato secondo principi consolidati e il “nostro” sia invece frutto di una nuova concezione e tecnologia pare non contare assolutamente nulla. Però Israele, Turchia ed Emirati Arabi hanno prenotato quello russo, e poi anche Argentina, Venezuela, Messico, Brasile, India e Bielorussia. E il vaccino cinese? Figuriamoci, come possiamo fidarci degli untori? Addirittura Cuba ha un suo vaccino? No, veramente ne ha due, e ha una lunga storia di ricerca scientifica e un’industria farmaceutica propria. Pubblica.
IL PIANO ITALIANO
Andrà tutto bene, dai. Via con il “V-day”. Il celebre giornalista Paolo Mieli annuncia che si vaccinerà, ma senza saltare la fila. E comunque, se fosse in età per avere dei figli, non lo farebbe. Un no vax o un pro vax? Boh. Il “nostro” vaccino non ha problemi di test né di certificazione, però non sappiamo quante dosi ricavare da un flacone. Quattro giorni dopo la prima vaccinazione scopriamo che possiamo farne sei invece delle cinque che pensavamo. Così risolviamo anche l’eventuale problema di approvvigionamento. Nel nostro mondo perfetto non c’è spazio per l’improvvisazione. E infatti il sito dell’EMA (European Medicine Agency) ne dà prova: chi ha già avuto il covid non ha bisogno della vaccinazione. O forse sì. Chi ha fatto la vaccinazione non è detto che non sia più contagioso. O forse no. Quanti richiami occorre fare? Al momento non si sa, però i vaccinati saranno monitorati due anni per fornire elementi sulla durata dell’effetto. Le persone immuno compromesse possono essere vaccinate? Per adesso non è chiaro, però gli immuno compromessi hanno già problemi con gli anticorpi, che male può fargli il vaccino? E le donne in gravidanza o che allattano? Beh, gli studi sugli animali non hanno evidenziato effetti collaterali, però non si sa ancora, sono ancora troppo pochi. Semmai, le donne in gravidanza ne parlino con il loro medico di fiducia e valutino benefici e rischi. Oltre a tutto questo, sul sito dell’EMA c’è scritto anche che quella che ha rilasciato è “una autorizzazione subordinata”. Vuol dire che per due anni esaminerà tutti i dati sul vaccino e i relativi effetti. Le cose stanno così.
Io voglio vaccinarmi, ma mi è concesso avere qualche dubbio? Sono pronto, voglio firmare il consenso informato. Ma informato di cosa? Dove sono le informazioni? Sul sito dell’EMA? La questione non può essere ridotta a “vaccino sì-vaccino no”. Non si può dubitare del principio, sarebbe come dubitare che il vaccino abbia cambiato il corso dello sviluppo umano per tutte le malattie che in passato ha sconfitto, ma non riesco a fidarmi in un momento come questo in cui è facile speculare, in cui la straordinaria emergenza fa passare come logica e naturale l’impunità penale di chi fa di tutto pur di salvarci. Io voglio vaccinarmi e voglio firmare il consenso informato, ma se tu mi costringi, acconsentirò solo se la responsabilità te la prendi tu. Se devo concedere la mia fiducia, preferisco concederla a chi sa dimostrarmi il suo senso etico e mi informa in completa e totale trasparenza.
Io voglio vaccinarmi ma non riesco a fidarmi degli speculatori e della mancanza di informazioni. Tante contraddizioni su un tema in cui ci vorrebbe chiarezza
Purtroppo, quando finiscono le buone ragioni cominciano le “campagne emotive”: chi non si vaccina non merita di essere curato. Ho letto il post di un “guru” di etica applicata ai tempi del covid. Dice che se anzichè con il covid si stesse combattendo contro l’ebola o una malattia con letalità al 90% che colpisce vecchi e bambini, allora ci sarebbero meno scettici, rivoluzionari e ribelli alla dittatura sanitaria, e si vedrebbero file supplicanti battere i pugni sui vetri del primo ospedale di zona, con i figli per mano, implorando che qualcuno li vaccini col siringone per gli elefanti, e la questione costi/benefici non sarebbe in discussione; e allora sì che finalmente si scoprirebbe quanto è facile essere alternativi, antagonisti dei poteri forti col culo degli altri.
Beh, che discorsi! Al di là del fatto che chi parla così ha probabilmente il culo al caldo anche lui, il linguaggio utilizzato spesso è tutt’altro che ecumenico e pastorale, e produce proprio quei sentimenti che si vorrebbero stigmatizzare e che nulla hanno a che fare con la pace sociale così tanto invocata. Ma soprattutto, non si capisce quale sia il nesso tra tutto questo e il farsi domande sulla trasparenza di un sistema i cui limiti sono ampiamenti dimostrabili. Tutti abbiamo visto come hanno funzionato i modelli di sanità privati o para-privati. Può piacere oppure no, ma quando Gino Strada afferma che “se la sanità è un’azienda che gioca con rimborsi e pagamenti a prestazione, allora mette in atto un crimine sociale” fa una semplice constatazione.
La questione, purtroppo, è sempre la stessa: chi ha i soldi ha poco da temere. Per questi, sarà sempre disponibile la migliore soluzione. Tutti sanno che il problema è questo, ma si guarda altrove. Anche con il ponte Morandi si è capito che la sicurezza non può essere affidata ai privati. E allora perché lo si fa con una cosa così importante come un vaccino? In un sistema simile, chi dubita non è un attentatore della salute pubblica: è l’esatto contrario.
LA LEGGE DEL PROFITTO
Se dal sistema si togliesse il profitto, si eliminerebbe automaticamente qualsiasi dubbio, e non saremmo qui a parlare di “no vax”. Bisognerebbe avere tempo, voglia, coraggio, apertura mentale e autentica curiosità per guardare a sistemi diversi, senza cercare l’oro colato che non esiste, ma senza preconcetti. Basterebbe guardare alla povera Cuba, dove dall’inizio della pandemia è stato registrato a livello mondiale il più basso rapporto di mortalità per numero di cittadini, per forza di cose curati con medicine nazionali a causa di un embargo che dura da quasi 60 anni, mentre all’Italia spetta il primato opposto.
Chiedo scusa, ma questa feroce contrapposizione con i “no-vax” e l’idea della repressione o dell’obbligo di vaccinazione mi suonano pericolose. Nel bene o nel male, il mondo virtuale di Facebook rappresenta in qualche modo quello reale. E così, al fianco dei post che auspicano la pace ma fomentano le divisioni, ne ho trovato uno che prospetta invece una possibile via d’uscita, pacifica. Dice: “A Cuba c’è la fila di volontari per testare il vaccino prodotto direttamente dalle case farmaceutiche nazionali, e quindi nell’interesse collettivo. Trovatemi un “no vax” cubano. Il problema non è il vaccino, il problema è il sistema. Non è necessaria una rivoluzione, basta una banalissima sanità pubblica che si prenda carico anche della ricerca farmaceutica, perché non ci vuole un virologo per capire che ricerca e sanità sono strettamente legate. Alle case farmaceutiche private lasciamo gli integratori a base di aloe e spirulina, ma la sanità, i vaccini e i farmaci salva vita devono essere pubblici. Si può fare ora, e dovrebbe essere il vero lascito di questa pandemia, la giustizia che dobbiamo a chi in questa pandemia ci ha rimesso la vita”.
Perché no?
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La manipolazione si basa sull’induzione di una dissonanza cognitiva, ossia una contraddizione interna che porta qualcuno a parlare e a pensare in modo contrario a ciò che sente e percepisce o a ciò che un ragionamento logico suggerirebbe.
La sudditanza psichica, implica sempre una dissonanza cognitiva, ecco perché essa è funzionale al potere.
Un prigioniero, ad esempio, si abitua a vedere un benefattore nel proprio carceriere, imparando a negare dentro di sé le emozioni di rabbia e paura, così come la consapevolezza che questi lo privi della sua libertà.
Una donna che rimane accanto ad un marito violento, nega a se stessa che l’uomo che oggi, scusandosi, le ha portato un bel mazzo di fiori, sia lo stesso che ieri l’ha presa a pugni.
Capiamo quindi molto bene perché il potere si serva di queste leve psicologiche: un essere umano allenato a negare ciò che sente e ciò vede può essere indotto a fare qualsiasi cosa e obbedire a qualunque ordine, senza alcun limite etico.
Diversi esperimenti lo hanno dimostrato in modo incontestabile, laddove la storia non basti a fornire esempi.
Ho scelto la nuova campagna di marketing firmata Gucci, in quanto molto istruttiva nell’indicare come funzioni la comunicazione manipolativa.
La ricetta della manipolazione è la seguente:
Si presenta un fatto, che induce un certo sentire.
Nel caso di Gucci si sceglie come testimonial una donna, che palesemente mostra un aspetto contrastante con il ruolo assegnatole.
Chiunque, vedendo la sua foto, sente immediatamente che c’è qualcosa che non va.
Quel medesimo sentire viene però indicato come “sbagliato”, sotto il peso di un giudizio morale e di una conseguente punizione, che può essere anche la semplice stigmatizzazione sociale, cui l’essere umano è molto sensibile (punizione).
Nel nostro caso, chiunque facesse notare ciò che tutti vedono, ossia che la donna in questione non è bella, dimostrerebbe di essere un individuo meschino, che giudica una donna per il suo aspetto – ma di una foto su una copertina, cos’altro si dovrebbe giudicare, se non l’aspetto???
Si spingono quindi le persone, sotto il peso della minaccia (la riprova sociale è una forma di “punizione”), a dover affermare l’opposto di ciò che sentono, elogiando nel contempo chi accondiscende alla negazione (premio).
Ammiriamo in questo caso le sofisticate contorsioni retoriche di chi cerca di affermare che la modella abbia una “bellezza differente” ed altre sciocchezze del genere, che sarebbero argomenti validi in un saggio di filosofia, ma che non cambiano il fatto meramente estetico (forme, proporzioni, armonia, colori) che la modella non è bella.
Questo è l’aspetto più sottile. La reazione fisiologica che si genera nella psiche di chi sta subendo una manipolazione è la rabbia.
La rabbia, se incanalata correttamente, avrebbe proprio la funzione di spingere a reagire contro chi ci sta manipolando. Dal momento però che la natura della manipolazione è restare nascosta, la maggior parte delle persone prova in questi casi una forte rabbia, ma non sa perché.
Non trovando il suo vero bersaglio, ossia il manipolatore, la rabbia devia verso un oggetto secondario (la modella), che non è il manipolatore, ma parte del contesto attraverso cui si viene manipolati.
La rabbia è dovuta alla percezione di essere manipolati, ma quasi nessuno riesce a chiarirsi cosa stia accadendo. Il manipolatore (Gucci o chi per loro) non viene visto e la rabbia si dirige verso il mezzo con cui si è stati manipolati: la modella.
La vittima (il manipolato) sopraffatta dalla rabbia, la sfogherà in modo scomposto verso la modella che, di per sé, è solo una donna che si è prestata ad un servizio fotografico. E rivolgerà a quest’ultima una serie di insulti.
Questi deprecabili insulti, ma naturali e spontanei, serviranno ai manipolatori a “dimostrare” (faziosamente) quanto coloro che non si piegano alla manipolazione siano delle persone orrende.
ATTENZIONE, è verissimo che insultare una persona per il suo aspetto è un comportamento scorretto. Chi lo fa, sbaglia.
Ma il punto è questo(!): chi lo fa è stato indotto a sbagliare dalla manipolazione stessa!!!
Questo giochino è il sigillo più raffinato della manipolazione e si chiama in psicologia:”doppio legame”. Cioè la situazione nella quale qualunque comportamento agito da un soggetto (la vittima) sarà sempre considerato sbagliato e penalizzante.
Se fai il “bravo bambino” e accondiscendi, sei penalizzato perché devi ingoiare il rospo e negare ciò che senti.
Se protesti, sei giudicato cattivo e violento e sarai colpevolizzato.
Come si esce dalla manipolazione?
Semplice: unendo pensiero & sentire.
IL sentire fastidio o rabbia di fronte alla foto della modella – per restare nell’esempio – non va negato, ma accolto come legittimo e motivato.
In secondo luogo uso la mente (pensiero) per analizzare la situazione e trovare la vera causa della rabbia: scoprendo che non sono arrabbiato con la modella, ma con il comportamento manipolativo di Gucci.
In questo modo potrò produrre un’azione integra che esce dal doppio legame:
non cedo alla manipolazione, né protesto insultando la modella – cosa che mi fa ricadere nella manipolazione;
e poi posso denunciare la modalità manipolativa della campagna di Gucci.
Questo processo possiamo applicarlo a ogni caso di manipolazione in cui c’imbattiamo.
Bisogna sempre fare un salto di livello rispetto al contesto della manipolazione.
Meditate, allenatevi a riconoscere le manipolazioni ed eleviamoci al di sopra di esse, perché ci rendono docile gregge nelle mani di persone abiette.
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Agenzia di Moda Milano: un faro di stile e innovazione
Nel regno dell'alta moda, Milano si erge come una delle capitali più importanti del mondo. Le sue strade emanano un'aria di eleganza, raffinatezza e creatività, rendendola lo sfondo perfetto per il dinamico settore della moda che prospera all'interno dei suoi confini. Al centro di questa vivace scena della moda si trovano le agenzie di moda milanesi, determinanti nel plasmare la traiettoria del settore e spingere designer di talento sulla scena globale.
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agenzia di milano moda funge da nesso, collegando designer, marchi e clienti in una relazione simbiotica che guida l’innovazione e definisce le tendenze. Queste agenzie agiscono come facilitatori, fornendo una piattaforma ai designer emergenti per mostrare la loro creatività, offrendo allo stesso tempo una guida e un supporto inestimabili ai marchi affermati che cercano di mantenere la loro rilevanza in un mercato in rapida evoluzione.
Uno dei ruoli chiave di un'agenzia di moda milanese è il talent scouting. Con il dito sul polso del mondo della moda, queste agenzie hanno un occhio attento nell'individuare il talento grezzo e coltivarlo in qualcosa di straordinario. Dalla ricerca di nuovi designer alla scoperta di volti nuovi per le passerelle, l'acquisizione di talenti è al centro delle loro operazioni. Fornendo tutoraggio, risorse e visibilità, le agenzie di moda di Milano aiutano i talenti emergenti ad affinare le proprie competenze e a realizzare il loro pieno potenziale.
Inoltre, le agenzie di moda milanesi svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare il panorama della moda attraverso le loro collaborazioni e partnership strategiche. Stringendo alleanze con marchi di lusso, rivenditori e organi di stampa, queste agenzie orchestrano eventi di alto profilo, sfilate di moda e campagne di marketing che affascinano il pubblico di tutto il mondo. Attraverso il posizionamento strategico e la gestione del marchio, aumentano la visibilità e l'appetibilità dei propri clienti, garantendo che rimangano in prima linea nel settore.
Oltre a promuovere la creatività e l’innovazione, le agenzie di moda milanesi sono determinanti nel promuovere la sostenibilità e le pratiche etiche all’interno del settore della moda. Con una crescente consapevolezza sull’impatto ambientale e sociale della moda, queste agenzie sostengono iniziative sostenibili e pratiche responsabili tra i loro clienti. Promuovendo la trasparenza, l’approvvigionamento etico e metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, aiutano a indirizzare il settore verso un futuro più sostenibile.
Inoltre, le agenzie di moda milanesi fungono da ambasciatori culturali, mostrando al mondo il ricco patrimonio e l’abilità artistica della moda italiana. Con Milano come epicentro, queste agenzie celebrano l'eredità dell'artigianato italiano e dell'eccellenza del design, preservando le tradizioni e abbracciando la modernità. Attraverso le loro collaborazioni con designer e marchi internazionali, promuovono lo scambio interculturale e favoriscono la creatività senza confini.
L’influenza delle agenzie di modelle milano milanesi si estende ben oltre i confini della città, plasmando il panorama della moda globale e definendo tendenze che si riverberano attraverso i continenti. La loro capacità di anticipare i desideri dei consumatori, adattarsi alle mutevoli dinamiche del mercato e coltivare il talento li distingue come veri trendsetter e trendsetter nel settore.
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