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Incastrati!! La nuova serie Comedy Crime di Ficarra e Picone (SPOILER)
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PREMESSA
La notizia di una serie TV scritta e diretta da Ficarra e Picone, considerata la grande stima e considerazione che nutro da sempre per i due comici siciliani,   non poteva che stuzzicare la mia curiosità. La serie Tv  “Incastrati” è disponibile in streaming su Netflix ed è una serie Comedy Crime divisa in 6 episodi da 30 minuti ciascuno. Nonostante la serie, nella Top ten delle più viste su Netflix, stia raccogliendo recensioni positive e venga considerata come la prima grande novità nel panorama italiano del 2022, confesso di non aver provato un senso di esaltazione al termine della visione, in quanto il prodotto ha alcuni difetti che non riesco a digerire con facilità.
LA STORIA IN SINTESI
I protagonisti della storia sono Salvo e Valentino, due tecnici della TV che in seguito ad una richiesta di assistenza, si recano in casa del sig. Alberto Gambino, trovandolo assassinato in camera da bagno. Per evitare di essere accusati, provano a scappare e cancellare le loro impronte, ma per una serie di imprevedibili circostanze restano “Incastrati” in una fitta rete di complicazioni che li porta a fare uno sbaglio dopo l’altro. Si scopre infatti che Ester, la moglie di Valentino, è l’amante di Gambino e che quest’ultimo è stato vittima di un omicidio di stampo mafioso. Salvo e Valentino vengono rapiti dalla mafia e costretti ad inscenare l’omicidio di Ester,  sotto ordine di “Padre Santissima”, un boss di cui nessuno è mai riuscito a svelare l’identità. Come se non bastasse Agata, il vice questore della polizia a capo delle indagini sull’omicidio Gambino, ha un legame sentimentale con Valentino, che per evitare ripercussioni mafiose è costretto a mentirle ed a manipolarla.  
LA SCENEGGIATURA
La sceneggiatura nel complesso funziona bene. Anche se la scoperta casuale di un cadavere  (l’evento scatenante) è  improbabile, rappresenta una situazione verosimile per lo spettatore. Voi come reagireste? Vi identificate nel comportamento di Valentino, che preso dal panico propone di contattare la polizia, oppure nel comportamento di Salvo, che decide di occultare le tracce per non essere accusato di omicidio? Da sottolineare che le reazioni di Salvo sono condizionate dal lavaggio del cervello subito dalla visione di una serie crime, chiamata “The touch of the killer” che sarà richiamata durante tutta la vicenda. Fino alla scoperta del cadavere da parte della polizia, la storia mantiene il suo pathos, in quanto i protagonisti sono all’oscuro di tutto, come lo spettatore. Non sappiamo chi è Gambino, se Ester è coinvolta in qualche modo nell’omicidio, se e quando la polizia riuscirà a risalire al coinvolgimento dei protagonisti. Da questo punto in poi, la storia inizia la sua involuzione verso situazioni già viste e riviste nelle sceneggiature dei precedenti film di Ficarra e Picone. Compare infatti la mafia,  palesemente responsabile dell’omicidio Gambino che minaccia Salvo e Valentino. Questi ultimi vengono scoperti dalla polizia e costretti a collaborare nell’organizzazione di una operazione blitz antimafia. In poche parole, la vicenda diventa molto simile al film “La matassa”. Il personaggio di Ester, che avrebbe potuto avere un ruolo chiave non ha sviluppo. Salvo e Valentino per evitare che venga uccisa dalla mafia, simulano l’assassinio di Ester e la portano al convento di Castelmonte per nasconderla. La presenza del convento e della relazione tra i protagonisti che li vede cognati è un’altra situazione già vista, un pò presa da alcuni sketch teatrali, un pò dal film “Il 7 e l’8″. La nota positiva è che le stesse situazioni, che nei film precedenti erano un pò scarne dal punto di vista della tensione narrativa e dei dettagli, in questo caso sono molto più godibili, grazie alla regia estremamente più matura di Ficarra e Picone e all’espressività interpretativa degli attori. Ogni episodio rispetta in pieno la struttura 1) “FASE DI TENSIONE INIZIALE” 2) “RICOSTITUZIONE DI UN EQUILIBRIO” 3) SCONVOLGIMENTO FINALE (CLIFF HANGER). Il ritmo incalzante degli ultimi minuti di ogni episodio rende i finali sospesi molto efficaci. In alcuni episodi basta un elemento anche apparentemente banale, come l’arrivo delle volanti della polizia, a instillare nello spettatore lo stimolo al  binge watching. La serie ha il pregio di farsi guardare tutta d’un fiato. Alcuni sviluppi di trama, soprattutto dalla 3 puntata in poi, sono prevedibili, ma non viene trascurato nessun dettaglio. Si percepisce che c’è un filo conduttore che lega ogni singolo elemento narrativo, che anche un singolo incontro casuale dei protagonisti con alcuni personaggi non è fine a sè stesso. Ad esempio la gag dell’incontro di Valentino con i due bambini sul pianerottolo di casa Gambino, che vediamo nelle prime puntate, farà saltare la loro copertura agli occhi della polizia. La serie ha un finale aperto, che sembra essere un espediente per confermare lo show per una seconda stagione. In realtà il finale ci fa capire che la serie era stata già ideata per proseguire con una seconda stagione e che siamo stati ingannati, in quanto ci sono alcune incongruenze nella storia, che non sono buchi di trama, ma punti di svolta. Salvo chiede a Valentino: <<come mai siamo stati chiamati per un intervento di assistenza  in casa Gambino, se abbiamo constatato che il televisore non era guasto?>> . In quello stesso istante, investono lungo la strada il boss “Padre santissima” e vengono rapiti nuovamente dal mafioso Tonino Macaluso. In questo modo la prima scena della serie si ricollega all’ultima, e si aprono nuovi scenari per una prossima stagione, in cui inconsapevolmente Salvo e Valentino sono diventati a loro volta degli assassini.
LA RECITAZIONE
Tra i pregi della serie spiccano la recitazione e l’interpretazione degli attori.
Ficarra e Picone hanno ormai una carriera trentennale alle spalle e la loro maturità artistica si vede tutta. L’interpretazione non è più costruita sul personaggio, non è più quella maschera goliardica che Ficarra e Picone indossavano trent’anni fa per farci divertire. L’attore e il personaggio sono ormai la stessa entità, è l’umanità dell’attore che rende il personaggio verosimile. Si percepisce che il personaggio ha il proprio vissuto, le proprie debolezze, le sue dinamiche psicologiche che lo spingono oppure lo bloccano verso alcune azioni. In molte scene Salvo e Valentino si trovano faccia a faccia con la morte, e sebbene anche queste scene abbiano una propria struttura comica (come è giusto che sia, dato che “incastrati” è un prodotto che deve far ridere) abbiamo la sensazione che i protagonisti siano davvero in pericolo e quindi esagitati. Allo stesso modo la scena in cui Salvo, profondamente ferito dal tradimento di Ester, tenta il suicidio, è molto carica di emotività. Sappiamo bene che Salvo non si butterà dal cornicione, ma la sua reazione ci trasmette la sensazione che  stia davvero per fare un gesto insano. Ci commuove l’intervento di Valentino  che riesce a distoglier Salvo dal suo proposito, mettendo in primo piano il loro forte legame di amicizia che è uno dei sentimenti per i quali vale la pena vivere.
Gli altri attori del cast interpretano in maniera magistrale i ruoli, pur dovendosi attenere purtroppo alla caratterizzazione stereotipata dei personaggi secondari. Abbiamo infatti nel cast Tony Sperandeo, Leo Gullotta, Sergio Friscia (che fa un piccolo cameo), Domenico Centamore, le bellissime Anna Favella e Marianna di Martino.
I PERSONAGGI
La caratterizzazione dei personaggi purtroppo, è una delle note dolenti che mi ha fatto storcere il naso. I protagonisti Salvo e Valentino sono caratterizzati in base al loro bagaglio personale, hanno un carattere ben definito, con i loro difetti e pregi. Poco conta il fatto che siano due tecnici della TV, avrebbero potuto svolgere qualsiasi altra professione e vivere in qualsiasi altro contesto territoriale. Gli altri personaggi e le loro relazioni reciproche invece sono tutti stereotipi. Ester in primis, la moglie di Salvo, viene rappresentata come un’insegnante di yoga dedita al perseguimento di valori ideali, come una vita sana ed equilibrata ed un’alimentazione ayurvedica. La sua indole contrasta con quella di Salvo, che è una persona apparentemente meno spirituale, che non bada alle esigenze della moglie ed è molto concentrato su sè stesso e sulla sua passione per le serie TV. Traspare quindi solo un messaggio negativo, l’ incomunicabilità nelle relazioni, dovuta ad una propensione naturale a dedicarsi alle proprie passioni piuttosto che al legame di coppia. In questa forma le diversità di Ester e Salvo vengano presentate come sinonimi di egoicità e di stupidità, come se il percorso di elevazione spirituale di Ester fosse solo un pretesto per colmare una mancanza di affetto da parte del marito. Infatti è proprio al corso di yoga che Ester incontra Alberto Gambino, in cui non trova un compagno spirituale, ma un’occasione per colmare quella stessa mancanza di affetto.  Allo stesso modo, la passione di Salvo per le serie TV è rappresentata come un difetto, che lo spinge a diventare logorroico nei confronti degli altri, piuttosto che essere motivo di riflessione e di condivisione. La madre di Valentino è invece la classica suocera/mamma apprensiva che soffre dalla sindrome di abbandono, molto concentrata su sè stessa piuttosto che sulle esigenze dei figli. I mafiosi sono rappresentati con la chiave ironica che è sempre stata utilizzata da Ficarra e Picone,  spietati, di estrazione contadina,  ma allo stesso tempo un pò sempliciotti, a volte quasi infantili. Capisco la propensione naturale di attori come Tony Sperandeo e  Domenico Centamore per questi ruoli, ma è possibile che non possiate scrivere un personaggio per loro diverso da quello di un malvivente?   
LE GAG
La verve comica di Ficarra e Picone è apprezzabile a prescindere all’interno di qualsiasi dialogo, poichè come coppia hanno dei tempi comici che rasentano la perfezione. Pertanto, anche uno scambio di battute banali, non distoglierebbe la mia attenzione nella visione di una scena. Detto questo non capisco perchè ciclicamente Ficarra e Picone si ostinino a portare in ogni loro lavoro le stesse gag. In quanti film abbiamo visto la scenetta dell’interrogatorio in cui loro sono seduti ad un tavolo al cospetto di un’autorità che cerca di imbeccargli il finale delle parole che loro inevitabilmente sbagliano? Quante volte abbiamo visto il luogo comune dell’impiegato comunale che prende la mazzetta per concedere piccoli favori? Quante volte abbiamo visto, non soltanto nei loro film, la scenetta dei mafiosi che devono stare al passo con la tecnologia e che battibeccano per organizzare una riunione su zoom? E ancora quante volte abbiamo visto la scenetta dei testimoni di Geova che bussano alla porta e vengono spudoratamente presi per il culo? Ragazzi, basta con questa pasta riscaldata. Siete dei geni, siete capaci di fare molto meglio.
CONCLUSIONI
“Incastrati” rappresenta certamente una novità nel panorama delle serie TV italiane. Il prodotto è godibile, divertente,  originale ed ha grandi potenzialità. Sono certo che una seconda stagione sarà accolta con grande piacere da tutti gli amanti delle serie TV, soprattutto perchè è un prodotto che si segue con leggerezza ed è adatto a tutte le età. In ogni caso, spero che Ficarra e Picone, nella ultima parte della loro carriera si impegnino ad uscire fuori da una serie di temi sociali e territoriali che in parte non consentono loro di esprimere a pieno la loro genialità. Mi auguro vivamente che tornino ad affrontare temi più introspettivi, che tendano a distruggere i luoghi comuni piuttosto che a crearli ed a descrivere l’essere umano nella propria fragilità. Un pò come accadeva nello spettacolo  teatrale “Sono cose che capitano”, geniale nel mettere a nudo le gabbie situazionali in cui ci si trova intrappolati nelle circostanze date (L’amore, La morte, La nascita), oppure nello spettacolo  “Vuoti a perdere” in cui con riferimento alla “paradossalità” delle situazioni sono state raggiunge vette comiche inarrivabili.
VOTO 2,5/5
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alex6186 · 5 years
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My MCM aka Movie Crush Monday an adoption from 60’s tv series The Man from U.N.C.L.E.. If you into action spy films or fan of Henry Cavil and Armie Hammer you luv this.
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At the height of the Cold War, a mysterious criminal organization plans to use nuclear weapons and technology to upset the fragile balance of power between the United States and Soviet Union. CIA agent Napoleon Solo (Henry Cavill) and KGB agent Illya Kuryakin (Armie Hammer) are forced to put aside their hostilities and work together to stop the evildoers in their tracks. The duo's only lead is the daughter of a missing German scientist, whom they must find soon to prevent a global catastrophe.
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