#maledizione di tutankhamon
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🗓 1923 - Egitto. L'archeologo Howard Carter ispeziona la tomba di Tutankhamon dopo l'apertura del suo sarcofago.
📷 #LaStoriaInFoto
"La maledizione del faraone?"
✓Negli anni ’20 due dozzine circa di egittologi morirono poco dopo essere entrati nella tomba del faraone Tutankhamon.
✓Erano stati vittime di una maledizione, come si diceva?
La dottoressa francese Caroline Stenger-Philipp ha trovato una possibile spiegazione dei misteriosi decessi.
✓Secondo certi indizi la colpa sarebbe delle sostanze organiche lasciate nella tomba, come frutta e verdura.
Nel corso dei secoli queste cose — che originariamente dovevano servire a nutrire il Faraone durante il suo “viaggio verso l’eternità” — si sono putrefatte, sono ammuffite e hanno formato particelle di polvere organica dotate di un forte potere allergenico.
✓Secondo quanto sostiene la dottoressa francese, dopo avere respirato le particelle gli scienziati furono vittime di una reazione da shock anafilattico.
Vedi l'articolo:
📌
Uno sguardo al mondo — BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/101986413#h=16:0-17:839
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All'asta statua di Tutankhamon
L'Egitto: "No alla vendita. E' stata rubata"
Il Cairo chiede a Christie's di bloccare tutto. La testa di quarzite sarà battuta il prossimo mese a Londra
Tutankhamon potrebbe far scoppiare un caso diplomatico tra Regno Unito ed Egitto. E non è l’ennesima maledizione di chi sostiene che la sua mummia punisca severamente chiunque la disturbi. Stavolta si tratta una testa di quarzite scura, altezza circa 29 centimetri, parte di una statua della divinità egizia Amon-Ra, con i lineamenti facciali proprio del giovane e leggendario faraone. Un’opera di assoluto rilievo risalente a circa tremila anni fa, che andrà in asta a Londra per Christie’s il prossimo 4 luglio e che, secondo le prime stime, dovrebbe raccogliere circa 5 milioni di euro. Insomma, un tesoro archeologico, in ogni aspetto. Ma c’è un problema: l’Egitto sostiene che la statua sia stata rubata. Secondo le autorità del Cairo, questo piccolo Tutankhamon sarebbe stato trafugato negli anni Settanta dal Complesso templare di Karnak, dove si trova anche il Grande tempio di Amon, poco fuori la città di Luxor. “Faremo di tutto per fermare immediatamente l’asta”, ha dichiarato Mustafa Waziri, a capo del Consiglio supremo egiziano che si occupa delle Antichità e del patrimonio archeologico del Cairo: “Bisogna prima controllare l’origine di questo Tutankhamon." Secondo Zahi Hawass, 72 anni, ex ministro delle Antichità, istituzione mondiale tra gli studiosi dell’Antico Egitto (ha ricostruito anche la genealogia di Tutankhamon) nonché l’archeologo più famoso di tutto il Paese, “è impossibile che Christie’s possegga i documenti per mostrare che abbia acquisito legalmente la statua” ha commentato in questi giorni dopo che il caso è partito proprio da una sua denuncia, “la casa d’aste non avrà mai le prove. Sarebbe quindi moralmente giusto che l’opera d’arte torni in Egitto”, le cui autorità già invocano l’aiuto dell’Interpol. Ma Christie’s non molla e difende l’asta della statua che appartiene alla collezione privata
di ANTONELLO GUERRERA
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Tutankhamon - La maledizione del Faraone bambino: il mio nuovo giallo per ragazzi
Esce oggi il mio nuovo romanzo giallo per ragazzi #Tutankhamon - La maledizione del #Faraone bambino edito dal Battello a Vapore. La terza avventura della serie Elementare Ricky. questa volta poi mi sono cimentato con un mistero, anzi una maledizione...
Scrivere mi piace molto, lo sapete. E scrivere romanzi per ragazzi ancora di più visto che con questo sono già quattro le opere che dedico ai miei giovani lettori; questa volta poi mi sono cimentato con un mistero, anzi una maledizione, che prende le mosse dagli antichi Egizi e che riguarda il faraone bambino Tutankhamon. Un giallo per tutti, a partire dai 10 anni. S’intitola Tutankhamon – La…
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#battello a vapore#cento anni#egizi#elementare ricky#faraone#gialli per ragazzi#giallo#maledizione#paolo roversi#romanzi per ragazzi#romanzo#tomba#Tutankhamon
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Il Disco di Sabu: tecnologia sconosciuta dall'Antico Egitto
Il Disco di Sabu: tecnologia sconosciuta dall’Antico Egitto
La tomba più famosa dell’Antico Egitto, non serve dirlo, è quella del faraone Tutankhamon, divenuta celebre per le eccezionali ricchezze conservate al suo interno (ma anche per la famigerata maledizione). Nel corso dei vari scavi, però, sono state aperte tantissime tombe, e si può dire che in ognuna di esse sia stato trovato qualcosa di curioso e anche, spesso, misterioso. Ad esempio, nella tomba…
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#Antico egitto#cyril aldred#disco di Sabu#disco trilobato#Erik von Daniken#OOPArt#saqqara#scisto#walter bryan emery
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Day 4
h. 7:50
Stanchezza già al mattino, altro che oro in bocca. Ho fatto un sogno cupo, in cui anche in pieno giorno sembravano le 10 di sera e dovevo scacciare due persone - tipo dell’Est, con accento strano - che volevano rubarmi casa, una cascina tipo quella di mia madre in campagna. Inseguivo la lei della coppia roteando una catena e declamandole poemi tipo “Sei solo una troia postsovietica” e cercavo di randellarla. Mentre il suo compare entrava in cortile con un trattore a tutta birra.
Vabbè buongiornissimo kaffe’.
Voglia di bere: nausea.
h. 8:20
Scopro che facebook mi ha messo in castigo fino a mezzanotte. Non mi lascia pubblicare link, dice che ho violato qualche standard ma non mi spiega quale. E non mi ha rimosso alcun contenuto. Si fotta pure zuckerberg fornaciari. Sticazzi in carrozza proprio.
h. 20:25
Quando Annibale attraversò le Alpi con gli elefanti [boh mi ricordo qualcosa del genere perché avevo dei Trasferelli su questa roba, a metà anni ‘70, ma chissà se davvero è accaduto... elefanti + Alpi + gente in sandali che arriva da Tunisi boh... confesso ignoranza] più o meno deve avere avuto la stessa sensazione che si prova a spostarsi da Merdano verso i monti della Bergamasca di sabato mattina, partendo dopo le 6:00. In pratica coda, traffico, santi volanti, madonne a vela, e cristi a rotelle (sì, ho messo la Cambridge comma). Tipo la campagna di Russia in monopattino, la battaglia delle Midway in pedalò o l’offensiva del Têt con un camioncino di quelli che vendono hot dog al catrame e hamburger farciti di interni di sedili di Fiat Croma rottamate (tanto il checiàp copre bene e con un po’ di picànte si vola verso la haute cuisine).
Arrivo al pelo, tipo quasi in ritardo, con la voglia di farmi una cravatta con una vipera incazzata.
Fantastico pranzo in una specie di cazzo di cascina rustica ristrutturata che farebbe impazzire frotte di architetti pugliesi gay, quelli pagati in nero da studi in decadenza del quadrilatero del design Baggio-Muggiano-Quarto Cagnino-Seguro che ormai si occupano solo di progettare bagni per monolocali dell’Aler o restyling di androni di palazzi di impiegati fuorisede per metterli in regola con le normative dei Vigili del Fuoco.
Ripeto: fantastico pranzo. Can you say “fantastico”? Ecco, non dirlo.
In montagna mangi polenta e formaggio o polenta e animali salterini morti, preferibilmente fauna tipo cervo-capriolo, surgelata a Ulan Bator negli anni ‘90 e nel più totale disprezzo delle norme sanitarie occidentali - che sono roba da donnette e froci che si depilano le sopracciglia e manco sanno cavalcare uno yak senza sella.
A onor del vero c’era anche risotto con formaggio e della roba verde... ho preso quello, sperando in un attimo di tregua per il mio fegato e stomaco. Chi vive sperando muore cagando e infatti ho la dissenteria della maledizione di Montezuma, Tutankhamon e Pazuzu da circa 4 ore.
Cosa c’era in quel risotto che sembrava fatto con le buste scadute della Knorr che mia madre ha nella dispensa (ma le tiene per collezionismo, mi sa)? Indagheranno le prossime puntate di “Mistero” (Ruggeri, non chiamarmi adesso, però, se no mi cago adosso in diretta per il mal di pancia... vai Rrrrrouge!).
Ecco. Buttiamola sul ridere. Perché intanto a frullare col minipimmer il secchio dell’umido c’è tempo di notte e privatamente.
Voglia di bere: una birra e un quartino di rosso in tutto il dì.
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Angela da Mondello lancia la sua canzone. E io avrei qualcosa da dirle Ci sono verità impenetrabili, fenomeni inspiegabili, misteri a volte spaventosi: il triangolo delle Bermude, il mostro di Loch Ness, la maledizione di Tutankhamon, il continente perduto di Atlantide, Vittorio Sgarbi sindaco di una città. Sono fatti talmente complicati anche solo da capire che talvolta generano un vuoto cosmico nelle nostre speranze e convinzioni e ci fanno sentire persi. Alla lunga lista di eventi sconcertanti se n’è appena aggiunto uno che rischia però di surclassare gli altri: il nuovo videoclip musicale di Angela Chianello, detta Angela da Mondello. Tra tutte le sventure di questo periodo, questa è a mio avviso la più sconvolgente. Abbiamo conosciuto la signora Angela quest’estate, nella cornice assolata della spiaggia di Mondello. Lei con un gruppo di amici si apprestava a godere di una bella giornata di mare e di sole, quando il caso volle che un���inviata della trasmissione Live- Non è la D’Urso, nota testata giornalistica di rilievo internazionale, la invitasse ad esprimere il suo esimio parere sulla pandemia in corso. La signora, visibilmente felice di dare il suo contributo alla società con la sua dichiarazione, ha così commentato: “Non ce n’è coviddi, non ce n’è! Non c’è niente! E’ finito tutto, a Palermo non abbiamo niente!”. Dopo una dichiarazione di tale rilievo socioculturale, il Comitato Tecnico Scientifico ha cominciato a mettere in discussione le proprie competenze e ha pensato persino di “scendere a mare” dalla signora Angela per carpire altri preziosi consigli su come si combatte una pandemia. Ciò che accade in seguito è abbastanza noto e anche logico, in un Paese come l’Italia: Angela da Mondello diventa un fenomeno social. La sua “non ce n’è coviddi” diventa un mantra per webeti, che con la scusa di farlo perché fa ridere affollano di like e commenti i profili social della signora. Ed è qui che entra in gioco lei, la talent scout di casi umani per eccellenza, la scova-fenomeni da baraccone più potente dell’Italia tutta: Barbara D’Urso, nostra signora del faretto abbagliante. Fiera di aver dato inizio alla sfolgorante carriera della signora Angela grazie a quella preziosa intervista sulla spiaggia, Barbarella decide col cuore di invitare la nuova star del web nel suo salotto ed è qui che avviene la definitiva consacrazione di questa ex bagnante di Mondello che si aggiunge con fierezza alla collezione di “mostri” parlanti della D’Urso. Tutto questo avviene naturalmente, mentre la seconda ondata, prevista proprio nel periodo in cui la signora Angela stendeva il suo telo mare sulla spiaggia di Mondello, è in pieno svolgimento e gli operatori sanitari ripiombano nell’incubo dei mesi passati. Ma the show must go on e Barbarella va avanti sicura e fiera di aver lanciato nel firmamento delle cose inutili la stella sfolgorante di Angela da Mondello, la quale ha persino ritrattato la sua “non ce n’è coviddi”, sostenendo che “il coviddi c’è” e mettendo in crisi così il Cts che ora dovrà rivolgersi a Enrico Montesano. Probabilmente si sente appagata e orgogliosa del suo contributo alla televisione italiana, della missione che porta avanti ormai da anni di svuotare menti e offrire caffeucci. E ora più che mai, visto che Angela da Mondello sta per diventare anche una star della musica. Il suo debutto è avvenuto qualche giorno fa, con le prime immagini del videoclip della sua nuova canzone, girato ovviamente nella sua Mondello, ovviamente senza l’ombra di mascherine per nessuna delle circa trenta persone coinvolte e ovviamente senza il minimo distanziamento sociale. Per questo motivo, i carabinieri della sua Mondello l’hanno denunciata e multata insieme ad altre quattro persone per organizzazione e rappresentazione di uno spettacolo non autorizzato. E lo spettacolo è davvero qualcosa di raccapricciante. Intanto il singolo si chiama Non ce n’è e il videoclip è girato un po’ in spiaggia e un po’ in un autolavaggio, che dopo il video è stato chiuso per cinque giorni a causa della denuncia. La signora Angela from the block sfoggia con sobrietà un abitino paillettato e degli occhiali da sole da vera dura, mentre si sollazza dentro una Hammer limousine. Il messaggio è chiaro sin da subito: non ce n’è, non ce n’è, non c’è niente. Circondata da una manciata di rapper homemade, Angela si agita e balla in mezzo alla gente, com’è giusto che sia in questo periodo. Ma bisogna aspettare al minuto 3.38 per capire davvero il senso profondo di quest’opera senza precedenti: Angela urla a favore di camera “Non c’è niente” e uno sfumato lascia il posto ad un video denuncia di uno dei rapper autori di cotanto capolavoro musicale. I capelli colorati di rosso bianco e verde e gli immancabili occhialoni da sole, circondato da sei persone, si rivolge direttamente al presidente Giuseppe Conte: “Questo è un videomessaggio per il signor Conte. Vede tutte queste persone, tutti questi esseri umani? Prima avevano una vita, un’attività e potevano dar da mangiare alle loro famiglie. Adesso grazie a voi, persone potenti, non possono più. Grazie mille di cuore”. Così dicendo scatta un applauso mentre tutti voltano le spalle alla camera e una scritta compare dal buio: “Noi siamo con i lavoratori”. Ecco che appare subito chiaro come il sole quanto tutti abbiano compreso a pieno la situazione. Il nemico è Conte e tutte le persone potenti, mica un virus che sta mettendo in crisi il pianeta intero. Il disagio è stato tale che sono rimasta inebetita per qualche secondo. Poi il disgusto ha preso il posto della confusione, una sensazione di nausea mista a rabbia al solo pensiero dei miei 20 giorni in casa, con la febbre e le punture di eparina perché il “coviddi” ce l’ho avuto e ho pure avuto una fottuta paura di finire in ospedale. Tutto questo non è trash, non è simpatico, non è divertente, non è un cazzo. Tutto questo è estremamente pericoloso e chi continua ad alimentare il fenomeno di questa donna, chi continua a lucrare usando la sua pietosa popolarità, dovrebbe risponderne penalmente. Così, giusto per onorare davvero i lavoratori, che sono stati messi in ginocchio da un virus, non da Giuseppe Conte e altre persone potenti, ma da una pandemia. Capire questo è indispensabile. Altrimenti meritiamo davvero l’estinzione, altro che cenone di Natale! Francesca Petretto, attrice
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Zenigata in La maledizione di Tutankhamon (2°serie tv)
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¥•Mallachd•¥ [O della maledizione dei ghost hunters]
Chi si occupa di paranormale sa, che prima o poi, entrerà in contatto con qualcosa di così forte, ancestrale e negativo, che si porterà dietro la negatività di quel luogo, diverso da tutti gli altri, fino a casa propria e nella propria vita. E allora, a distanza di giorni, o mesi, cominceranno tutta una serie di eventi e fatti oscuri, molto negativi e concatenati, che riguarderanno a turno non solo tutti i membri di una squadra di ghost hunters, ma anche i loro famigliari. Nel peggiore dei casi si rischia la vita, nel migliore, si riesce a sopravvivere. L'esempio più noto del passato è la “maledizione di Tutankhamon”, che ha colpito, uccidendoli, tutti gli archeologi che si sono occupati della tomba del celebre faraone egizio. Gli esempi più recenti sono le morti improvvise che hanno colpito, qualche tempo fa, sia l'autore che il produttore del programma televisivo Mistero (vi ricordate la puntata in cui fu scoperta e scoperchiata la tomba di una bambina nascosta e sepolta sotto il pavimento di una chiesa? Quella fu la loro indagine fatale) e, oltreoceano, le morti cruente che hanno colpito due collaboratori dei Ghost Adventures, i noti ghost hunters americani, la separazione dalla moglie di uno di loro in seguito a fatti paranormali riportati dopo un'indagine e la fuoriuscita dalla crew di un altro componente per il medesimo motivo (la loro indagine fatale è stata quella al Bobby Mackey’s, locale country americano conosciuto in tutto il mondo come “il cancello dell'Inferno”). Come ci si puó liberare da queste maledizioni? Solamente allontanandosi e non occupandosi più del mondo degli spiriti. Le cose dell'aldilà non sono fatte per i vivi.
Questa mia riflessione, naturalmente, non è semplicemente casuale*
#ghost hunting#ghosts#ghostbusters#haunted home#haunted#curse#paranormal activity#paranormal#artists on tumblr#made with tumblr#photographers on tumblr
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La mia professoressa di storia dell’università sosteneva sempre che è nella cosiddetta piccola storia che su può apprendere il vero elemento che rende questa disciplina indispensabile: lo spirito del tempo.
I secoli che passano, tra eventi più o meno sanguinari, i cambiamenti sociali e politici, le alleanza, e le conquiste non sono altro che indicatori della brava e autentica motivazione alla base di questo strano percorso a spirale: l’evoluzione.
E per evoluzione si intende un non meramente scientifico, quando intimo e morale.
Sono le macine del grande mulino che dando spazio a un era o l’altra, possono donarci complessivamente una visione di insieme laddove è il dentro dell’essere umano a cambiare, è la sua mentalità, la prospettiva, i valori e persino la sua anima.
Ecco, la meraviglia dello spirito del tempo che timido si nasconde dietro accadimenti puramente e fintamente logici che vanno vivisezionati per tirar fuori le cosiddette radici illogiche di ogni azione e di ogni evento.
E cosi noi studiamo la storia per comprendere chi siamo e forse il mondo verso cui sogniamo di dirigerci, quasi mai simile a quello delle nostre utopie.
I grande fatti, come le battaglie, come gli intrighi politici sono, dunque, specchietti per le allodole.
E’ nella vita di tutti i giorni, in come essa dagli stessi viene trasformata a celare il vero autentico sentimento storico.
Non è nella battaglia di Lepanto, ad esempio, il vero interesse nello storico, ma a tutto ciò che ruota attorno e che ci fa comprendere come, anche le realtà più brutali fanno nascere ibridi interessanti, fanno avvicinare le culture e creano la nostra sfaccettata identità.
E cosi una semplice guerra navale si arricchisce di quelle piccole storie che la rendono unica, che ne isolano il vero significato, che stravolgono le vite degli umili più che dei potenti, che cambiano drasticamente gli occhiali con cui guardare il mondo.
Non è tanto nella battaglia di Annibale il tratto particolare, quanto nell’impatto che esso ebbe sulla popolazione a rendere leggendarie le sue gesta. Furono forse, i suoi 37 elefanti a diventare storia più della sua meravigliosa tattica e strategia. E cosi bisogna, se si vuole immergersi nel passato, trovare spiegazione non tanto nel clamoroso quanto nel piccolo, nel consueto per comprendere come cambia il quotidiano di fronte alle grandi storie che irrompono quasi amai a passo leggiadro, nella nostra esistenza.
La Giustiniani lo ha compreso bene, tanto che il suo racconto del meraviglioso Egitto specie dei periodi più traumatici, si interseca con vicissitudini apparentemente banali ma che contengono tutta la rivoluzionaria specificità di quegli anni confusi. Id che età stiamo parlando?
Non so quanti di voi masticano le storia del sacro Egitto, ma per noi appassionati il momento più tragico e al tempo stesso più interessante, fu il periodo che va dall’ascesa del faraone eretico alla sua morte, fino a toccare il breve regno del suo sfortunato erede. E’ in quell’attimo che si compie il vero cambiamento dell’Egitto che si troverà a dover cambiare la sua radicata identità culturale.
Amenofi IV, conosciuto più comunemente Akhenaton, fu un sovrano molto particolare, oserei dire eccessivamente particolare.
Egli, infatti operò una riforma religiosa che non toccava solo il culto formale ma sopratutto sostanziale ossia introdusse un culto solare al posto di quello “stellare” dell’antichità.
Secondo molti studiosi e io sono concorde, non si tratto di una vera rivoluzione monoteistica, come è passato nell’immaginario popolare. Non introdusse una religione rivelata che potesse dare origine e radici al cristianesimo.
Più che altro si potrebbe individuare un substrato semitico dell’innovazione tanto da far propendere a un meraviglioso Freud per una strana e inquietante somiglianza tra Mosè e il re eretico. Fu, quindi una solarizzazione delle divinità riunite nella forma di Amon Ra.
Il risultato fu una sorta di religione universalistica che però è molto lontana dal vero monotesimo, tanto che Max Muller verso la fine del XIX secolo parlò di enoteismo.
Con tale termine si indica una religione che si contrappone fortemente all’animismo, ossia all’esistenza di una moltitudine di divinità ognuna con una sua identità ben definita, per passare a una divinità principiale, unica da cui si irradiavano divinità secondarie.
Parti dello stesso tutto. Diciamo che forse, Akhenaton fu un pro-tocibernetico.
Ma bando alle ciance filosofiche…quello che va sottolineato, dunque, è la conspegueza sociale e politica di tale “innovazione”: il riunire le varie personificazioni della natura sotto un unico elemento significava limitare sensibilmente il potere sacerdotale.
Se la divinità era secondaria e emanazione dell’unico, anche il potere della casta andava a diminuire. Fu quindi più che manovra religiosa profondamente politica, evitando la delega del sacro a un clero specializzato.
Aton, permise la percezione immediata dal divino in netta opposizione alla divinità quasi nascoste del pantheon stellare.
Ciò significava la perdita costante di influenza di Osiride e di tutte le pratiche funerarie egizie: grazie a Aton tutti potevano sperare nel paradiso del Duat.
Se per molti storici l’influenza sul popolo fu minima, quella sul clero e sull’èlite fu sicuramente di grande importanza.
L’assolutismo teocratico ne usci rafforzato, raggiungendo quasi lo stesso potere del diritto medievale del re.
Mentre il popolo continuava in fondo a venerare le divinità tradizionali, capaci di rassicurare un identità messa in crisi non solo da questa riforma ma dalle pressioni ai suoi confini da parte di ittiti e Mitanni, le alte cariche dello stato iniziarono una sorta di muta ribellione.
Dopo la sua morte e l’avvento la regno del re bambino Tutankhamon la situazione mostrò tutta la sua crisi interna:la messa in disparte di istanze locali in favore dell’amministrazione centralizzata, provocò un sistema di corruzione, intrighi contro cui, più tardi dovette combattere il faraone Horemheb.
Ecco che la Giustiniani usa, come scenario per le avventure/disavventure di Nimaat proprio questo contesto di transizione.
Ricco di complotti, di insicurezza, di tradimenti e di valori messi in discussione, i protagonisti si muovono sul filo del rasoio alla ricerca di un identità del se messa in discussione proprio dai cambiamenti.
Il culto di Aton messo poi da parte dal Tutankhamon che ristabilì forse costretto l’antico culto pone i nostri protagonisti in una sorta di limbo in cui tutto è confuso e nulla è certo.
Lo stesso rapporto tra padre e figlia Thutmosi e Nimaat sembra richiamare questo conflitto tra il faraone padre di tutto l’Egitto e i suoi sudditi, che non si riconoscono più nelle leggi e nelle sue parole, non si riconoscono più in una terra che ha visto troppi ripensamenti, che è sta preda di troppe rivisitazioni, e di poche certezze.
Che non riesce più a essere immagine del cielo e della Maat cosmica e troppo immagine del principio caotico di Seth.
E cosi nel primo libro, la città dei morti o la città Set-Maat tenta di trovare se stessa attraverso la manualità creativa,trovandosi, però il blocco di convenzioni sociali che la osteggiano e al tempo stesso la stimolano, fino a costringerla a infrangerle.
Nimaat è l’immagine di un Egitto che non si arrende e che tenta d salvare se stesso coniugando il passato con il presente, un presente meno coinvolgente meno certo e meno avvolgente.
L’Egitto di questi libri appare cosi fragile, in costante pericolo non più unito sotto lo sguardo benevolo degli Dei.
Essi si sono ritirati, essi hanno sciolto l’Enneade, e lasciato i propri figli abbandonati, nel caos.
Nel sigillo di Anubis è il dio dei morti a dominare.
Con il suo sguardo di fuoco osserva il mondo conosciuto sfaldarsi lentamente, sotto giochi di potere che compromettono il legame originario tra la terra e il sovrano, tra il sovrano e il popolo sempre più in balia di scelta più impronta alla ragion di stato che al raggiungimento della vera unica finalità del patto di governo degli antichi: la concordanza di cielo e terra.
Ecco che si assiste non solo al crepuscolo di una dinastia, ma di un intero paese. L’Egitto di Nimaat non sarà più quello raccontato nelle leggende, lontano dal Zep Tepi, lontano da ogni sogno e da ogni utopia. Il suo ultimo regalo al mondo sarà appunto la città dei morti, dove un giovane Carter scoprirà tesori inestimabili ma anche la maledizione che accompagnerà il giovane sfortunato sovrano per tutta la vita: essere stato incapace di divenire il collante tea passato e futuro, figli odi tempi fragili, figlio di una decadenza che, forse è inscritta nel DNA delle grandi civiltà. L’Egitto, da allora non sarà mai più lo stesso. Diretto verso il declino, si lascerà alle spalle un passato glorioso quasi sommerso dalla sabbia del tempo.
Tra amori e lacrime, tra avventure e meravigliosi intrighi, l’Egitto dei miei sogni mi parla attraverso il contesto tornato a vivere grazie alla penna talentuosa di Isabel
Arriverà il momento in cui si vedrà che gli Egiziani hanno onorato gli Dei con sincera pietà e assiduo servizio; e si vedrà che tutta la nostra santa adorazione sarà stata inutile e inefficace
Perché gli Dei torneranno in cielo dalla Terra.
L’Egitto sarà abbandonato e la Terra che una volta fu la casa della religione rimarrà vuota, sprovvista della presenza dei suoi Dei.
Questa terra e regione sarà piena di stranieri; e gli uomini non si occuperanno più del servizio per gli Dei,ma anche…; e l’Egitto sarà occupato da Sciiti o Indiani e da qualche razza dei paesi barbari della zona. Quel giorno la nostra terra più sacra, terra di santuari e templi si riempirà di funerali e cadaveri
…. e questa terra che una volta fu santa, una terra che amava gli Dei e nella quale , come ricompensa della sua devozione, gli Dei si degnarono di risiedere sulla Terra, una terra che fu la maestra dell’umanità per santità e pietà, questa terra andrà aldilà di ogni fatto crudele….
Oh Egitto, Egitto, della tua religione non rimarrà che racconto vuoto, a cui i tuoi stessi in futuro non crederanno; non rimarranno altro che delle parole scolpite e solo le pietre parleranno della tua pietà.
E in quei giorni gli uomini saranno stanchi della vita, e smetteranno di pensare all’universo come degno di rispetto e ammirazione.
E così la religione, la più grande di tutte le benedizioni, perché non c’è niente e non c’è stato nè ci sarà cosa che possa considerarsi una benedizione più grande, sarà minacciata dalla distruzione; gli uomini la considereranno un peso e arriveranno a disprezzarla.
Non ameranno più questo mondo che ci circonda, questa opera incomparabile di Dio, questa struttura gloriosa che egli ha costruito, quella somma di beni composti da molte forme diverse, questo strumento con il quale la volontà di Dio opera su quello che lui ha fatto, favorendo diligentemente il benessere dell’uomo, questa combinazione e accumulo di tutte le molteplici cose che possono provocare la venerazione, l’adorazione e l’amore di chi è osservante.
Si preferirà l’oscurità alla luce e la morte sarà considerata più redditizia della vita;nessuno alzerà gli occhi al cielo; i pietosi saranno considerati pazzi e gli empi saggi; il pazzo sarà considerato un uomo di valore e i malvagi buoni.
In quanto all’anima, e la credenza che è immortale per natura o può sperare di raggiungere l’immortalità, come ti ho insegnato, si burleranno di tutto ciò e si convinceranno che è falso.
Nessuna parola di reverenza o pietà, nessuna dichiarazione degna del cielo e degli Dei del cielo, sarà ascoltata o creduta.
E così gli Dei si allontaneranno dall’umanità, una cosa grave! E rimarranno solo angeli malvagi che si mescoleranno con gli uomini e condurranno i poveri disgraziati con la forza verso ogni genere di crimini insensati, guerre ruberie e frodi e tutte quelle cose ostili alla natura dell’anima….
Così la vecchiaia scenderà sul mondo. La religione già non esisterà più e tutte le cose saranno disordinate storte, tutto ciò che è buono scomparirà.
Asclepio III
Il romanzo di Tutankhamon “La città dei morti” e “Il sigillo di Anubis”. di Isabel Giustiniani. A cura di Alessandra Micheli La mia professoressa di storia dell'università sosteneva sempre che è nella cosiddetta piccola storia che su può apprendere il vero elemento che rende questa disciplina indispensabile: lo spirito del tempo.
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MALEDIZIONE ESORCIZZATA
La regina Elisabetta del Belgio fu tra i primi a visitare la tomba di Tutankhamon. Sopravvissuta alla maledizione che avrebbe colpito i partecipanti alla scoperta, scherzò con la figlia dicendo: ” So perchè la maledizione mi ha risparmiata: essendo ricca, sono l’unica ad essere entrata li dentro per il solo amore per la cultura”.
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ACO® La maledizione dei Faraoni Tomba di Tutankhamon Parte 5 Caverna del...
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Il Politecnico di Torino in Egitto per svelare i misteri millenari di Tutankhamon
Una missione scientifica del Politecnico di Torino in Egitto, per svelare i misteri ancora irrisolti della Tomba del Faraone Tutankhamon, celebre per la “maledizione” che avrebbe colpito i suoi scopritori cento anni fa.
Dopo quasi un anno di attesa, i ricercatori di Archeo-Fisica del Politecnico di Torino hanno finalmente ottenuto il via libera dall’Egitto per le misure geo-radar decisive…
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Zenigata in La maledizione di Tutankhamon (2°serie tv)
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