#mai abbassare le difese
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Io ci rinuncio: non riesco a capire le persone... e ci rimango sempre male...
Credevo di essere io il problema, di non essere in grado di tenermi gli amici, di cercarli troppo poco, di non far sentire il mio affetto per loro... questo è quello che mi è stato detto, questo è quello che è emerso durante i colloqui con la psicologa... e io mi sono impegnata per cambiare, per modificare i miei comportamenti sbagliati: mi sono sforzata di contattarli per prima, ho proposto uscite, ho scritto cose stupide solo per avere una scusa per sentirli, ho cercato di far vedere che non ho il cuore di ghiaccio... però non è cambiato nulla... perché la verità è che il problema non sono io, o almeno non solo: la maggior parte delle persone è indifferente agli altri tanto quanto lo ero io, ma non me ne ero mai accorta, accecata dalla stessa indifferenza... solo che io, stupida, pensando di essere quella sbagliata, ho demolito la mia muraglia di menefreghismo e ora mi ritrovo con due secchi di affetto da dare e nessuno interessato a riceverlo...
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Sono stato tradito, anni fa.
Me lo ricordo bene: sono entrato in stanza e l'ho trovata a letto con un altro. Ricordo solo di essere rimasto immobile qualche secondo, poi, in un momento di lucida follia ho detto solo: "scusate, state comodi...".
Ho preso le due magliette che avevo nell''armadio, e sono andato via.
Qualche ora dopo mi è arrivato un suo messaggio. Diceva così.
"Mi dispiace per la situazione travisabile...".
Ho sorriso per quella nuova bugia,
anche di fronte alla verità.
Non ho risposto, ho messo via il cellulare,
sono andato per la mia strada.
Lei, non l'ho più rivista.
In quel momento ho imparato questo.
Alcune cose, non le guarisci mai per davvero.
E la mancanza di fiducia, è una di quelle.
Capita solo quando trovi la persona giusta.
Quella che, non sai perché, ti fidi e basta.
Mi sono chiesto per tanto tempo
come si fa a capire chi è la nostra persona,
poi ho capito questo.
E' quella con cui tutto fa clic senza sforzo.
Quella che la fiducia non la devi cercare,
perché la senti.
Quella con cui non servono "trucchi"
per sentire la magia.
Quella per cui sentiamo il cuore di nuovo
al posto giusto, anche se per tanto tempo abbiamo pensato non sarebbe più successo.
Quella con cui si può non lottare,
ma abbassare le armi.
Vi dico questo.
Se accanto a qualcuno avete problemi
di fiducia, scappate.
Probabilmente avete ragione voi.
Fermatevi solo quando avete davanti
due occhi e all'improvviso sentite
che potete abbassare le difese.
Perché, alla fine, l'amore è questo.
Qualcuno con cui poter essere fragile..."
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Cara Emmi B. Rothner,
Mi manchi vuol dire che mi hai colpito e vorrei che mi colpissi ancora, che continui a mancarmi
Per favore, con i tuoi sguardi, curiosi, con i tuoi occhi sabbie mobili che ci sprofondo dentro.
Vorrei sbirciare di nuovo in quel mondo, celato oltre il nero orizzonte degli eventi delle tue pupille, un drappeggio color notte da cui si intravedono le stelle, se ne potrebbe fare una mostra, che dico, un museo, per ciò che conservi.
Ti prego ancora, si me ne rendo conto, sono in ginocchio ti sembrerò disperato, eppure non riesco più a vivere come il passante sfocato nelle fotografie delle vite degli altri
Vorrei sapere tante cose di te, come ti svegli la mattina, se sei goffa o imbronciata, mentre ti prepari un caffè/the/chissà, vorrei sapere come si sente il sole sulla tua pelle, quando fuori fa freddo ed uno spiraglio di luce si poggia sul tuo viso
Vorrei leggere ciò che scrivi, per toccare con gli occhi cosa pensi, saranno parole levigate come i movimenti delle tue dita? Oppure parole randagie di una tua ombra, che ringhiano di nero e di sangue? Sto forse immaginando troppo? Spero di non averti offesa
Ti sei offesa?
Ma chi risponderebbe mai a un richiamo simile, chi mai si desterebbe davanti a un uomo tanto chino da toccare terra con la fronte, un uomo deve essere forte, deve essere una roccia, deve deglutire e in silenzio rialzarsi e camminare.. eppure.. eppure come posso, come posso
Un ultima scusa per ribadire il concetto ed un grazie anche solo per la lettura, sarò patetico ma spero che l'etimologia in questo caso mi salvi dalla condanna più grande e che il giudizio possa dimettersi fino a data da dichiararsi
Non preoccuparti di mandarmi una risposta solo per pena
P.s.
Non so cosa mi spinga ad abbassarmi a tal punto, forse spero che arrendendomi, dichiarando di non voler combattere, forse spero che anche tu decida di abbassare le armi e le difese, e di.. fidarti?
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Ho le placche alla gola.
A volte mi chiedo perché il mio organismo non tollera la tristezza così tanto da riuscire ad abbassare le mie difese immunitarie…
Io credo nell’amore, voglio crederci ma mi fa troppo male il solo pensiero della minuscola possibilità di stare male ancora..
A volte mi credo così forte, infinitamente determinata; quel tipo di donna che non accetta di essere trattata male o d’avere bugie nella propria relazione. Però nei momenti di debolezza inizio a domandarmi se mai troverò quel tipo di relazione e amore che tanto desidero
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36 domande per innamorarsi in 45 minuti. Un esperimento (riuscito)
Love is…” scriveva Kim Casali sulle sue famose vignette negli anni ’60. Dopo qualche anno e uno studio psicologico che ha fatto il giro del mondo, quel celebre inizio di frase potrebbe essere completato con “…fare le domande giuste”. Nel 1997 lo psicologo Arthur Aron - si legge sul New York Times - dimostrò che è possibile far innamorare due sconosciuti in un’ora con un test di 36 domande divise in 3 gruppi, studiati per abbassare un po’ alla volta le difese dell’altra persona.
L’amore analizzato in laboratorio
Venti anni fa Aron e i suoi colleghi pubblicarono un saggio sul Personality and Social Psychology Bulletin che si intitolava “Experimental Generation of Interpersonal Closeness” (Creazione sperimentale di intimità interpersonale). Volevano scoprire se fosse possibile creare un contesto artificiale, ‘da laboratorio’, in cui due sconosciuti potessero legare tra loro e costruire un’amicizia profonda, o addirittura un rapporto romantico, in meno di un’ora. Organizzarono così una serie di esperimenti con alcune coppie di persone che non si conoscevano. I due volontari entravano in una stanza vuota, si sedevano uno di fronte all’altro e cominciavano a rispondere a una lista di domande, 36 nello specifico. Arrivati alla fine i volontari dovevano guardarsi negli occhi per 4 minuti. La durata dell’incontro non doveva superare i 45.
Ecco le 36 domande per innamorarsi
Primo gruppo:
1. Se potessi scegliere tra qualsiasi persona al mondo, chi inviteresti a cena?
2. Vorresti essere famoso? Come?
3. Prima di fare una telefonata, fai le prove di quello che dirai?
4. Definisci qual è «Il giorno perfetto» per te?
5. Qual è l’ultima volta che hai cantato da solo? E per qualcun altro? Video correlato: Chi sono le star che hanno perdonato un tradimento - La Volta Buona 31/10/2024 (RaiPlay)
6. Se potessi vivere fino a 90 anni e per gli ultimi 60 anni avere o il corpo o la mente di un trentenne, quale dei due sceglieresti?
7. Pensi mai al modo in cui morirai?
8. Tre cose che tu e il tuo partner avete in comune.
9. Qual è la cosa nella tua vita di cui sei più grato?
10. Se potessi cambiare qualcosa nel modo in cui sei stato allevato, quale sarebbe?
11. Racconta la storia della tua vita al tuo partner in 4 minuti nel modo più dettagliato possibile.
12. Se potessi svegliarti domani con una particolare qualità, quale sceglieresti?
Secondo gruppo:
13. Se una palla di cristallo potesse dirti la verità su te stesso, sulla tua vita o sul futuro o su qualsiasi altra cosa, che sceglieresti?
14. C’è qualcosa che hai a lungo sognato di fare? Perché non l’hai fatta?
15. Qual è il più gran risultato della tua vita?
16. Per te cosa conta di più in un’amicizia?
17. Qual è il tuo ricordo più caro?
18. E il più terribile?
19. Se sapessi che nel giro di un anno morirai cosa cambieresti nella tua vita?
20. Cosa significa l’amicizia per te?
21. Che ruolo gioca l’amore nella tua vita?
22. Condividi con il tuo partner almeno cinque qualità positive reciproche.
23. Quanto è stata affettuosa la tua famiglia? Ritieni che la tua infanzia sia stata in media più felice delle altre?
24. Che rapporto hai con tua madre?
Terzo gruppo:
25. Tu e il tuo partner fate tre affermazioni vere con il «noi». Per esempio: «Siamo entrambi in questa stanza e sentiamo...».
26. Completa questa frase: «Vorrei aver avuto qualcuno con cui condividere…»
27. Se tu diventassi amico del tuo partner quale segreto dovrebbe sapere di te?
28. Dì al partner cosa ti piace di lui.
29. Dividi con il partner un momento imbarazzante nella tua vita.
30. Quand’è stata l’ultima volta che hai pianto davanti a qualcuno? E da solo?
31. Sottolinea al tuo partner qualcosa che ti piace particolarmente di lui.
32. Che cosa è troppo serio per scherzarci su?
33. Se tu dovessi morire questa sera, qual è la cosa che rimpiangi di più di non aver detto a qualcuno?
34. La tua casa brucia, hai tempo per salvare solo un oggetto, cosa sceglieresti e perché?
35. Fra tutte le persone della tua famiglia, la morte di chi ti colpirebbe di più?
36. Condividi un problema personale con il tuo partner e chiedigli aiuto per risolverlo.
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La sottomissione è un’arte che richiede astuzia, potere e una mente senza scrupoli.
Abbiamo già parlato di un argomento simile in qualche post precedente, in maniera molto più soft. Stavolta voglio dedicare questo scritto al potere coercitivo della manipolazione.
Senza troppi giri di parole, dunque, addentriamoci in un’analisi approfondita dei quattro step fondamentali che compongono gli stadi della manipolazione, chiameremo “D” la Divinità manipolatrice e “Preda” l’essere inferiore manipolato.
Step 1: Identificazione della preda
Il primo passo è individuare la preda, un individuo che possa essere sfruttato a proprio vantaggio. La debolezza, l’insicurezza o la dipendenza sono le caratteristiche ideali da sfruttare.
Step 2: Seduzione ed inganno
Dopo aver individuato la preda, D. si immerge nella S E D U Z I O N E; questa fase è cruciale, poiché rappresenta il primo passo verso la conquista della mente e della volontà della preda. Utilizzando un mix di fascino, carisma e astuzia, D. si avvicina alla preda con l’intento di guadagnare la sua fiducia e abbattere le sue difese.
La seduzione, quella pura, è un’arte talvolta subdola che sfrutta desideri, debolezze ed aspirazioni della preda. D. può adottare molteplici approcci, adattandosi al profilo psicologico della preda.
Tutto questo allo scopo di conquistare la sua fiducia e abbassare le sue difese.
Parallelamente alla seduzione, l’inganno diventa un’arma affilata nelle mani di D. che, attraverso l’uso sapiente di manipolazioni emotive, plasma la percezione della preda distorcendo la realtà a suo vantaggio.
Step 3: Riprogrammazione mentale e accettazione della sottomissione
Dopo essere stata soggiogata, la preda deve essere sottoposta ad una riprogrammazione mentale per accettare la propria sottomissione. Attraverso manipolazione psicologica e condizionamento, D. altera i pensieri e le convinzioni della preda, inducendola a credere che la sua sottomissione sia non solo inevitabile, ma anche desiderabile. La preda viene esposta ad un costante bombardamento di messaggi ed incentivi pro-sottomissione, mentre vengono soppressi o distorti i pensieri di ribellione o indipendenza.
Questo processo di riprogrammazione mentale serve a far sì che la preda interiorizzi il proprio stato di soggezione come parte integrante della propria identità. In questo stato alterato della mente, la preda giustifica la sua sottomissione come un atto di devozione o servitù nei confronti di D., rinunciando alla propria volontà e autonomia.
Step 4: Controllo assoluto
Dopo averne ottenuto la sottomissione, D. si immerge in una fase cruciale: mantenere il controllo assoluto sulla sua preda. Questo passaggio richiede vigilanza costante e l’applicazione di una serie di tecniche subdole volte a mantenere la preda soggiogata ed impaurita.
La paura diventerà uno strumento potente nelle mani di D. Utilizzando minacce velate o esplicite, D. instillerà un costante senso di terrore nella mente della preda. La preda verrà costantemente messa sotto pressione, con l’incubo costante di conseguenze disastrose se mai dovesse tentare di ribellarsi o di sfuggire a D.
Questo processo di controllo assoluto si insinua gradualmente nella psiche della preda, trasformandosi in un riflesso naturale della sua esistenza. La preda si arrende completamente a D. , accettando il suo dominio come la nuova normalità e perdendo ogni speranza di fuga o resistenza. D. diventa così un’entità onnipresente nella vita della preda, incisa a fuoco nella sua psiche fino a diventare indistinguibile dalla sua stessa identità.
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Chi ti ha delusa così tanto da arrivare a questa consapevolezza? Io nonostante le delusioni non riesco a superare la fine di certi rapporti;() cerco sempre di risolvere ma dall’altra parte non è lo stesso a quanto sembra
Ciò che viviamo in un modo o nell’altro ci cambia. Mi hanno deluso tante persone, forse me stessa più di tutti, fin troppe volte. Ma, alla fine, ciò che mi é successo mi ha reso la persona che sono e con tutte le ambiguità presenti nel mondo, ad oggi, mi sento abbastanza fortunata ad essere così. Sicuramente ci sono tante cose sui cui ancora devo lavorare ma so che, nel mio caso, anche gli sbagli non hanno di fondo una cattiveria, bensì una mancanza affettiva che con un po’ di pazienza e amore può essere superata. Poi per far sì che un rapporto funzioni sono necessarie due persone disposte ad abbassare le difese e dimostrare il sentimento ogni giorno. Se una persona ti tratta male o ha sentimenti ad intermittenza non insistere mai,vai via. Si tratta di circondarci di persone abbastanza pazienti da provare a capirci anche quando sembra impossibile.
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La riunione
La riunione si svolse lì, in un attico di una villa americana. Le ragnatele che pendevano dalle travi, il filo polveroso di luce, le tante scatole e il poco spazio, facevano contrasto con i dieci uomini affollati lì dentro, ciascuno rappresentante un altro, che non ci sarebbe entrato per mancanza di spazio. Il contrasto era dovuto al fatto che questi uomini erano i dieci più ricchi d’America, abituati a bordi piscina e sedie rivestite di seta, ma erano lì, scomodamente seduti sugli scatoloni e nella polvere. Tra loro c’era Ronald Regan, l’attuale presidente, che prese la parola. “Allora, l’accordo c’è. Prenderemo di mira tutti coloro che possono influenzare gli altri nella società, con la loro fama, con il loro titolo, con la loro personalità. E loro promuoveranno prodotti, forzatamente, in gruppi divisi per area di esperienza. Nessuno potrà mai accorgersene, visto che viene naturale promuovere prodotti, nella società odierna. Saranno ospiti nei personal computer che venderemo in sempre maggiore misura, host, che leggeranno i pensieri sui prodotti delle persone per cui lavorano e porteranno i messaggi che abbiamo determinato, all’estremo.” Laurance Spelman Rockefeller, intervenì: “La competizione ci sarà, ma tutta secondo questi modelli, chi crescerà con essi non si accorgerà nemmeno della fine della fantasia, della fine del pensiero filosofico o intellettuale. Si studierà il passato, si imparerà il passato e tutti i nuovi modelli passeranno per noi”. Il Presidente rispose “sì, sarà totalitarismo nascosto, penetrante nelle idee, nel nucleo stesso del progresso. L’America così dominerà il mondo”.
John Howard Pew, proprietario di una compagnia di petrolio, prese un foglio. “È tutto qui speigato da W.C. Röntgen, I raggi X verranno inseriti negli edifici pubblici tramite il sistema di allarme antincendio. La sicurezza sarà il motivo per cui nessuno avrà dubbi a riguardo. Ovviamente contiamo che il popolo abbia le sue paure, e che ogni marchingegno che causa loro di sentirsi meglio sarà ben accetto, poi ci penseranno il cinema e i libri a rafforzare questo messaggio. I suddetti raggi si rifletteranno sugli schermi dei computer, contenenti un liquido che svilupperà gli impulsi organici degli altri, su una piastra che i nostri scelti saranno costretti a leggere. Naturalmente conosciamo le zone del cervello che si riferiscono agli oggetti o ai prodotti, per cui quelle saranno le dirette interessate. Il resto del tempo i computer li ascolteranno, e se viene menzionato un prodotto, andrà commentato. Gli schermi fondamentalmente serviranno a far promuovere prodotti, e mantenere la nostra industria ricca e potente.
I rumori stereo e l’odore di sapone saranno le uniche difese che queste persone avranno, dall’ascoltare costantemente i pensieri altrui sui prodotti. Se accenderanno la televisione, il rumore di essa bloccherà le loro percezioni, ma sarà solo per comprare commercialmente anche loro. L’unico modo di cacciare abbastanza raggi X per liberarli tutti, la abbiamo noi, la bomba nucleare, perché la potenza del rumore li disattiverebbe.
Le emozioni, il calore, i movimenti delle persone in una stanza creeranno pressione, e più ci sarà pressione più i raggi agiranno su di loro e sulla loro salute. Per cui impareranno presto a restare calmi e contenuti, a vivere parlando di prodotti e promozioni, per abbassare il livello dei raggi. Ci sarà dell’acqua mantenuta nelle case dalla tensione elettrica, che non rilasciata contribuirà a irradiarle”
Il presidente era d’accordo: “oramai il potere è nostro, oramai le bombe nucleari le abbiamo noi e l’Unione Sovietica verrà dominata da questo nuovo sistema.”
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Il ritorno
Ciao a tutti, sono le 21:15 del 15/02/2023 ed eccomi tornata su questa piattaforma a parlare dei cazzi miei, come ho sempre fatto. Sono passati letteralmente anni dall’ultima volta che ho scritto qua. E in particolare non scrivevo su questo blog ma su un altro. Quel blog contiene sfoghi di cui neanche mi ricordavo ed è meglio lasciarli lì. Voglio tenere le cose separate anche perché non so se questo sarà un episodio isolato e se inizierò a pubblicare con frequenza.
Fatto sta che il ragazzo a cui dedicavo parte dell’altro blog si é lasciato con la tipa con cui si era messo all’epoca in cui facevamo i nostri giochetti e ne scrivevo. Dato che è tornato, mi sembra coerente tornare a scrivere. ALLORA mente locale: in tutti questi anni ufficialmente lui stava con lei. Io nel frattempo ho fatto le mie esperienze di diverso tipo e intensità.
Già qua capiamo che quella che ha fatto più vida loca (e ora ne subisce le conseguenze) sono io. Per quanto riguarda lui, non so.
Si è mollato con la tipa, non ho capito bene quando, ma a una certa trovo la sua richiesta di seguirmi su ig - non mi seguiva da quando si era messo con lei, forse non mi ha proprio mai seguito. Ed ecco che partono le mille domande in testa, o meglio, di fatto la domanda era una “Cosa vuole?”.
Accetto ovviamente e ricambio. Mette un post, metto like. Mette storie con il box delle domande e non scrivo niente, ma leggo tutte le risposte che pubblica. Nella mia mente dovevo raccogliere più informazioni possibili su di lui e su quello che stava succedendo. Qualche giorno dopo, all’improvviso, un like da parte sua. Possiamo immaginare che a quel punto non capivo più cosa stesse succedendo. Sicuro voleva attirare l’attenzione, ma di nuovo, cosa vuole? Avendo letto le risposte pubblicate qualche giorno prima (non entro in dettagli inutili), sapevo che quello era un segnale. Quindi cosa ho fatto? Ricambiato, ovviamente. Maledetta me. Mi ha scritto. PANICO. Cosa vuole? Sapere se avevo fatto io una certa domanda nel box. Gli dico di no. Poi ci mettiamo a parlare e alla fine mi chiede di uscire. Cioè dopo anni e anni e anni lui sbuca fuori dal nulla e mi chiede di uscire. Già lì ero sospettosa ma ho pensato ne valesse la pena di andare fino in fondo. Qui vorrei spoilerare ma evito. Fatto sta che il giorno dopo usciamo. Lui bello, come sempre, come il Sole, e profumato. Era sera e ci siamo incontrati in un posto in cui sapevamo non avremmo dato nell’occhio. Salgo in auto sua e andiamo a bere una cosa. Parliamo e parliamo. Tra gli argomenti toccati c’era anche il nostro passato, ma diciamo che lui, come un libro aperto, ha confessato il dolore che provava per la situazione in cui si trovava. Incredibile ma vero, sembra la trama di un libro. Io cercavo di sostenerlo, per quanto mi era possibile e per quanto riuscissi a non farmi coinvolgere troppo nella sua vita. Dato quello che è successo a me dopo di lui, so quanto è facile per me scivolare in spirali di falso affetto, e non volevo accadesse anche con lui, di nuovo. Il fatto che iniziasse a parlare con me della sua vita così privata mi ha sicuramente destabilizzato. Era un rischio che sapevo di correre ma non ero consapevole di quanto fosse pericoloso. E così, mentre mi parlava di lui, io assorbivo tutta l’energia che emanava.
Di questo poi ne ho risentito nei giorni successivi, mi sentivo un po’ spenta e assolutamente attaccata a lui. L’impressione che mi ha fatto in generale è stata buona. Educato, gentiluomo, divertente e tranquillo. Non caotico. Troppo profondo, quello si non me l’aspettavo e forse neanche lo volevo, non ero pronta, certe cose poteva tenersele per sé. Perché me le ha dette? A un certo punto è uscito qualcosa tipo “so che posso fidarmi” “eri un posto in cui stavo bene”. Grazie a u cazz amo ti davo tutto quello che avevo e anche di più. Forse sono queste le frasi con cui mi sono sentita sicura di poter abbassare le difese. Sbaglio enorme. Lo sbaglio è stato accettare la richiesta o ricambiare il like.
La serata è andata bene e non c’è stato nessun tipo di contatto intimo, per volontà un po’ di entrambi. Oggi l’ho rivisto insieme alla sua ex.
Il post potrebbe finire qua perché è già stato detto tutto, ma volevo evidenziare un aspetto, quello che mi ha dato più fastidio - forse sbaglio io. Lui ha voluto parlare con me, a detta sua senza secondi fini, per poi tornare con lei. Ora ci sta che torni con lei, ma perché me lo dici? Mi consideri un’amica forse, ma io mi sono sentita più un confessionale, soprattutto dato che è da tempo ormai che siamo staccati. Sei venuto da me, mostrandoti in tutta la tua fragilità, per poi tornare da chi ti ha fatto del male. L’amore per te stesso si manifesta in questa forma? Sii felice, ma senza stare male.
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Quella sera era la prima, dopo molto tempo, in grado di somigliare a quelle consuete a cui Rey era stata abituata.
Da che il marchio della luna era comparso sul suo avambraccio, Rey era stata catapultata nel mondo della verità, lontana anni luce dalle abitudini e dall'ignoranza in cui si era inconsapevolmente rinchiusa.
Da che era arrivata all'Accademia, Rey aveva dovuto apprendere usi e costumi di una società segreta che muoveva le fila di una battaglia sul cui esito gravavano le sorti del mondo. Era stata trattata come una privilegiata, come una creatura astratta al limite della venerazione ed ella ci aveva sempre capito ben poco. C'era stata la festa di benvenuto e poi gli allenamenti continui, le lezioni e la prima caccia. Rey era stata catapultata con forza nella vita che da ora in poi le sarebbe appartenuta ed il suo marchio, da che era stato muto, aveva persino deciso di manifestarsi.
Al solo ricordo di quella sensazione di venire catapultata da un luogo ad un altro, Rey sentiva tornare la nausea che le rivoltava lo stomaco. Ad ogni modo quella festa, sembrava davvero una ventata di aria fresca, un promemoria che suggeriva che il mondo non era ancora finito e che vi era qualcosa di "normale" a cui aggrapparsi di tanto in tanto.
Certo il motivo principale per cui era finita lì, era che Primrose si era messa in mente di partecipare per star dietro a quell'Idiota ossigenato del compagno di stanza di Victor.
E di sicuro Rey non si sarebbe attesa di trovarci proprio Victor a quella festa. Lui non era il tipo da situazioni caotiche e dissolute, lui era ligio al dovere e serio fino all'inverosimile. Victor non si sarebbe mai trascinato volontariamente in una circostanza simile, l'avrebbe fatto solo se ciò fosse stato previsto in una missione o sessione di allenamento.
Rey sentiva che quel pensiero su di lui non fosse semplicemente una supposizione, sentiva che ciò fosse la verità, come se conoscesse Victor a fondo e non solo da poco tempo.
Era strana quella consapevolezza, era una sensazione senza tempo che un po' doveva renderle familiare il ragazzo dai capelli neri e dall'aria triste.
-Vado da sola a ballare come un'idiota?
Domandò in maniera del tutto sarcastica tornando a posare lo sguardo su di lui, dopo aver compreso che Prim non sarebbe tornata indietro da lei tanto presto.
Schiuse un sorriso, divertita dal tono solenne e autorevole con cui Victor si era espresso. Possibile che stesse ancora pensando al proprio dovere da cacciatore e non ad abbassare almeno leggermente le difese?
-E poi se arrivassero dei demoni li affronteresti tu. Ti sei portato dietro pure le armi!
Rey indicò la custodia della chitarra che Victor aveva con sé. Era stato del tutto spontaneo perché, ancora una volta, sentiva di conoscere senza sforzo alcuno ciò che lui aveva pensato di portarsi dietro.
Per sicurezza, per potersi difendere. No, non erano per proteggere sé stesso, ma per tenere al sicuro tutti gli altri.
“Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto”
Victor si trovava nel mezzo di quella festa soltanto perché qualcosa era scattato nella sua testa, l’idea che Rey potesse mettersi in qualche pasticcio doveva averlo convinto a sfaldare la propria ordinaria routine… e se ci fosse dell’altro, sotto, ad averlo spinto a venir fuori dalla sua crisalide, questo non era dato sapere nemmeno a se stesso.
La figura di Nath finì per confondersi in mezzo alla ressa, Victor sistemò meglio la custodia di chitarra sulla spalla, laddove aveva custodito le spade, si guardò intorno con la fronte corrucciata e tornò con lo sguardo su Rey, soltanto quando fu abbastanza certo che andasse tutto nel verso giusto, almeno per il momento.
Perché Victor doveva essere proprio certo che, alla fine, qualcosa sarebbe successo e forse le spade gemelle che si era preso il disturbo di portare con sé e nascondere, gli sarebbero servite.
La maggior parte delle persone intorno a loro erano umane, come lui… se soltanto non fosse stato per la doppia realtà con la quale aveva convissuto da sempre. Victor aveva scrutato già troppe volte oltre il velo che celava all’umanità l’esistenza dei demoni e questo lo rendeva diverso da loro. Al contempo, non possedeva alcun marchio che lo accomunasse davvero ai cacciatori degli incubi. Victor era un ibrido, stava sospeso tra entrambi quei mondi e non gli riusciva mai di sentirsi a suo agio, ne nell’uno e ne nell’altro.
-C’è così tanta gente qui che se venisse un demone, avrebbe la strage a portata di mano.
Mormorò con aria severa, cercando riscontro nel volto di Rey ma, probabilmente, con scarso successo. Lei in fondo si era proiettata nella parte oscura del mondo da relativamente poco, era più legata alle facezie umane rispetto a lui che non aveva mai vissuto altro che quella condizione di costante tensione al pericolo.
-Vai, se vuoi andare a ballare.
@rey-themoon
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Sono stato tradito, anni fa. Me lo ricordo bene: sono entrato in stanza e l'ho trovata a letto con un altro. Ricordo solo di essere rimasto immobile qualche secondo, poi, in un momento di lucida follia ho detto solo: "scusate, state comodi…". Ho preso le due magliette che avevo nell''armadio, e sono andato via. Qualche ora dopo mi è arrivato un suo messaggio. Diceva così. "Mi dispiace per la situazione travisabile…". Ho sorriso per quella nuova bugia, anche di fronte alla verità. Non ho risposto, ho messo via il cellulare, sono andato per la mia strada. Lei, non l'ho più rivista. In quel momento ho imparato questo. Alcune cose, non le guarisci mai per davvero. E la mancanza di fiducia, è una di quelle. Capita solo quando trovi la persona giusta. Quella che, non sai perché, ti fidi e basta. Mi sono chiesto per tanto tempo come si fa a capire chi è la nostra persona, poi ho capito questo. E' quella con cui tutto fa clic senza sforzo. Quella che la fiducia non la devi cercare, perché la senti. Quella con cui non servono "trucchi" per sentire la magia. Quella per cui sentiamo il cuore di nuovo al posto giusto, anche se per tanto tempo abbiamo pensato non sarebbe più successo. Quella con cui si può non lottare, ma abbassare le armi. Vi dico questo. Se accanto a qualcuno avete problemi di fiducia, scappate. Probabilmente avete ragione voi. Fermatevi solo quando avete davanti due occhi e all'improvviso sentite che potete abbassare le difese. Perché, alla fine, l'amore è questo. Qualcuno con cui poter essere fragili.
Riccardo Bertoldi
Ossimoro
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Grazie Gesù per aver ascoltato la preghiera del mio cuore.
So di non essere una brava credente perché non vengo mai a farti visita in Chiesa se non obbligata dalla tradizione o dagli eventi e so di aver peccato ogni volta che, sentendo come rispondiamo quasi in maniera automatica ai discorsi fatti dal prete, mi sono interrogata sulla fede mettendola in dubbio.
Ma una cosa è certamente vera Tu sei buono con tutti, ascolti tutti e perdoni tutti.
Sei la nostra Salvezza in ogni istante, ma soprattutto lo percepiamo il tuo aiuto quando tocchiamo il fondo e non vediamo più il senso della nostra vita che sentiamo vuota come fosse un "semplice pellegrinaggio senza alcuna meta".
Gesù con la serata che ho passato hai realizzato per una notte il desiderio che volevo esprimere guardando una stella cadente. Quel desiderio veramente mio di pace, spensieratezza e felicità, così da far riposare un po' la mia anima, il mio cuore e la mia mente. Abbassare per un po' le difese e i muri che ho messo attorno al cuore senza la paura che così facendo perderei altri pezzi di me nuovamente. Voglio e desidero credere di nuovo e ancora nei sentimenti veri e lasciare andare il male del passato recente e quello ormai di anni fa. Voglio e desidero andare avanti senza la paura di sbatterci ancora il muso.
Questi erano i desideri che avrei espresso guardando una stella cadere, ma Tu Gesù lo sento hai ascoltato la mia preghiera e mi stai dando la forza di raggiungere questi miei obiettivi.
Grazie Gesù
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Ho avuto pochissimi uomini nella vita. Non amo le avventure, io devo innamorarmi.
Ma quando sei arrivato tu, venendo da un periodo difficile, come già detto, ed essendo psicologicamente a pezzi, ho pensato 'Eccheccazzo! Mi piace, è simpatico, divertente, intelligente... e provo un'attrazione mai provata... non c'è futuro? Sono sposato, non lascerò mai mia moglie, possiamo essere solo amanti... sono un anaffettivo... sticazzi Ba' goditela. Divertiti...'
Così mi sono ripromessa di non innamorarmi - anche se probabilmente lo ero dal primo momento ma volevo convincermi del contrario...
Comunque, cercavo di viverla con leggerezza. Di non abbassare la guardia.
Ma poi tu hai cominciato con le tue contraddizioni...
Da sono un anaffettivo a Barbara amami.
Da non ho mai perso la testa per una donna a stronzetta forse non lo hai capito ma anch'io ho perso la testa per te.
Da io non riesco a innamorarmi a forse con te il vero A. sta venendo fuori.
'Noi due non lo diciamo per pudore ma ci stiamo amando'.
Ed è stato così che le mie difese sono crollate.
Ho smesso di raccontarmi bugie.
Sentivo il tuo desiderio e il tuo bisogno di essere amato e ti ho amato, e di amare, tu che non sapevi cosa fosse l'amore. Eppure... ti stavi innamorando, di questo sono sicura... in un modo forse 'impacciato' a causa della tua anaffettività, ma sentivo che con me era diverso...
Il grado di intimità e complicità che ti spingeva a raccontare cose talmente private riguardanti te e la tua famiglia, di mostrare la tua anima, la tua parte più segreta nonché le tue fantasie, quel tuo mondo in cui volevi coinvolgermi... sì, ero la tua compagna di giochi... tra le altre cose.
Amante, amica, confidente, complice...
Ero davvero 'tutto'...
Non potevo fare altro che amarti ormai. Tentare di 'insegnarti' l'amore, facendoti capire che mai avrei chiesto più di quello che potevi - e volevi... - darmi, facendoti sentire al sicuro...
No, non potevo più scappare da quel sentimento.
Fine seconda parte.
Barbara
P.S. La ripetizione delle parole amore, amare, innamorarsi non è casuale ma puramente voluta.
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Vorrei essere capace di abbassare le mie difese realmente e godermi i momenti speciali, che non sono mai abbastanza.
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Sono tutti gentili e sensibili fino a che fai comodo, poi diventano le peggiori persone . Ricorda ...mai abbassare le difese .
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Ciao amici, non sono Ricky sta volta, sono la mamma. Come state? Oggi volevo parlarvi un po’ di me, così magari capite un po’ perché il piccolo Ricky è così importante, anche se non è ancora nato.Non sono mai stata una persona facile da gestire, da sopportare, da capire, ma soprattutto da amare. Ho sempre respinto chi voleva provarci, per non dover abbassare le mie difese, per non dover lasciar trapelare la mia parte più debole, quella più nascosta, che solo al pensiero di mostrarla a qualcuno, ero terrorizzata. Ho visto il matrimonio dei miei andare a rotoli per poi ricucirsi e tornare a rotoli ancora una volta, sono stata sopraffatta da eventi che avrei voluto non vivere mai.Ho fatto cavolate e stavo per prendere decisioni non molto belle, per via dell’istinto. Ho sempre lasciato parlare la testa e non il cuore, lo sopprimevo pur di non dargliela vinta, anche soffrendo, ma il mio orgoglio restava intatto e le mie barriere non si frantumavano così facendo. Ho lasciato andare via l’amore solo per rabbia a volte, perché mi impuntavo e non potendo avere il controllo della situazione, respingevo tutti, sono sempre stata bravissima in questo. Ho sempre amato stare da sola, non avevo bisogno di nessuno al mio fianco, mi bastavo io. Stavo bene da sola. La mia autodistruzione, era il mio modo di amarmi. Mi veniva naturale, era parte di me questo comportamento, ma finché non sei arrivato tu, che con un semplice sguardo, hai iniziato a far breccia in quel muro, in quella oscurità che tanto amavo ma che mi distruggeva. Sei entrato pian piano nella mia vita, ti sei fatto largo tra i rovi del cuore e ricordi di storie mai vissute totalmente. Hai fatto breccia nel cuore, nella testa, nell’anima, fin dentro ogni parte di me e piano piano, hai portato luce dove prima c’era solo ombra, quell’ombra che tanto amavo, ma che faceva male. Non volevo conoscerti, mi rifiutavo di cadere nell’ennesima presa in giro e ho cercato di respingere anche te, fin quando, quel lontano pomeriggio, i miei occhi non si sono incrociati con i tuoi, in quel modo in cui mai avevano fatto prima. Quella sera, quando eri andato via e io ero rimasta con la mia anima in mano, ho capito che non potevo sopprimere per sempre il mio cuore, ma dovevo iniziare a lasciarlo battere quando e come voleva lui. La me di qualche anno fa, mi avrebbe preso a schiaffi magari, ma la luce che c’era nei tuoi occhi, ha cancellato ogni traccia di oscurità, di dolore, ogni pensiero brutto che mi spingeva a credere di non meritare e di non aver bisogno dell’amore nella mia vita. Mi sono lasciata andare, ho abbassato le mie tanto amate difese e ti ho lasciato entrare nella mia vita prima, nel mio cuore e nella mia anima poi. Ti sei imbattuto in una partita che era persa in partenza, ma hai ribaltato il risultato, come solo un grande campione sa fare. L’idea mi terrorizzava, ma giorno dopo giorno, tutto è diventato più chiaro, più colorato, il cuore batteva sempre più forte e gli occhi brillavano sempre di più, al cospetto dei tuoi. Sono passati giorni, mesi, anni e tu sei ancora qui, ad amare una testa calda a cui basta una giornata no, per fare di tutto pur di farsi odiare. Ho sempre cercato di farmi odiare, per paura di farmi amare e di fare male, ma oltre alla mia vita, hai stravolto questa convinzione e ogni difesa è crollata, finalmente mi hai liberata. Mi hai liberata da me stessa, da quella parte buia che lasciavo prevalere, mi hai liberata dall’oscurità dei miei pensieri e hai fatto entrare la luce. Non sono facile da amare, non ho mai amato veramente qualcuno, finché non sei arrivato tu. Amare te, fa amare anche me stessa. Non voglio mai smettere di farlo, perché finalmente ho capito che quello che prima chiamavo debolezza, adesso la chiamo forza. E la mia forza sono io, siamo noi due insieme che nonostante i mille ostacoli, non ci arrendiamo mai. La luce prevarrà sempre sull’oscurità. Noi due, ne siamo la prova. Grazie per non arrenderti mai, grazie di essere così come sei. Grazie di aver fatto entrare la luce. Ne avevo bisogno, adesso posso ammetterlo finalmente. Per sempre tua.
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