#ma questa è un'altra storia
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givemeanorigami · 11 months ago
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Travolta sta vivendo questo momento di qua qua dance con la stessa finta allegria di quando ero a ballare e mi mettevo in disparte per x ragione e degli sconosciuti mi tiravano dentro a ballare sotto braccio.
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ALLORA
c'è da dire che gli scamattesi sono imbattibili, le probabilità che veramente scopino non sono mai 0, però anche questi due sono tra i preferiti qui sopra per un motivo
prove:
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e ovviamente l'indimenticabile scusa di bastoni per dire di volerselo portare in camera con lui
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B A S T O N E L L A
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falcemartello · 5 months ago
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Il 6 Agosto di 79 anni fa il lancio della prima bomba atomica sul Giappone.
Polverizzarono all'istante più di 70000 persone ed altrettanto morirono per cro negli anni successivi.
Lo ricordiamo oggi come il primo lancio di bombe chirurgiche e democratiche di chi da li a breve penso' che in fondo, lanciarne un'altra, non era poi così disumano perché la pace prima di tutto.
I criminali di guerra USA non dovranno comparire davanti ad un tribunale militare stile Norimberga, non verranno mai giudicati.
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Il Giappone voleva arrendersi. Lo aveva detto chiaramente a più riprese e loro, gli Usa, lo sapevano. Lo sapevano perfettamente!
Ma non gli bastava una resa, a loro non è mai bastato raggiungere l'obiettivo della pace, non gli è mai importato nulla di tutto ciò. Hanno sempre mirato a mostrare al mondo intero uno strapotere militare criminale per i propri vantaggi economici e per riscrivere la storia a proprio piacimento. L'obiettivo è stravincere e umiliare gli avversari spargendo sangue e macerie, soprattutto per dare benzina al motore della propaganda Hollywoodiana, per fare in modo che tutti pensino di essere di fronte al paese perfetto che salva sempre il mondo dai cattivi e che persegue la democrazia per sé e per conto terzi.
Nessuno ancora oggi, almeno nella parte occidentale, chiama le bombe atomiche sganciate a Hiroshima il 6 agosto e a Nagasaki il 9 agosto del 1945 "crimini di guerra". Nessuno in quel pezzo di mondo occidentale ha il coraggio di pronunciare questa frase nonostante siano stati inceneriti in mezzo secondo centinaia di migliaia di civili bambini, donne e anziani Giapponesi che non c'entravano nulla. Il crimine di guerra più atroce della storia pari solo ai crimini di guerra israeliani ai danni dei Palestinesi.
In quel lontano 1945, come dicevamo, il ministro degli esteri Giapponese aveva inviato un messaggio al suo ambasciatore a Mosca. Quel messaggio diceva che volevano far finire la guerra perché ormai si erano resi conto di essere stati sconfitti. In sostanza avevano offerto la resa a patto che l'imperatore non subisse ritorsioni. Cosa peraltro successa anche dopo le bombe atomiche perché gli Usa imposero che l'imperatore diventasse un loro fantoccio. Oltre a questo c'è un'altra cosa altrettanto importante, c'è il Memorandum MacArthur: questo documento riporta ben cinque richieste di resa arrivate agli Usa da alte personalità Giapponesi che agivano per conto dell'imperatore.
Ma agli USA non interessava nulla. Loro dovevano sganciare quelle bombe, bruciare vivi civili e contaminare per le successive generazioni un intero territorio per far vedere al mondo intero, soprattutto alla Russia che era stata già designata come prossimo avversario strategico di avere a disposizione queste armi nucleari. Qualcuno nei ranghi dell'esercito statunitense propose di sganciare le bombe in un'isola remota per evitare una strage. Ipotesi scartata perché quando sei un criminale naturale nato da un genocidio, la cosa più importante è continuare a delinquere. Allora come oggi.
Questa è storia che viene scientemente tenuta nascosta subdolamente. Infatti in nessun libro di storia dei cicli di istruzione nel mondo occidentale la si trova. Intere paginate sullo sbarco in Normandia mentre le bombe atomiche relegate come nota a margine. Esattamente come la battaglia di Stalingrado dove venne sconfitto Hitler per mano del sangue Russo. Ma non può essere cancellata. Bisogna fare in modo che non venga cancellata, costi quel che costi! È necessario coltivare la memoria per non essere fuorviati dalla propaganda che continua a trattarci come degli imbecilli.
Si continua a far credere, con ogni metodo possibile e immaginabile, che ci sia un paese detentore di verità e giustizia. Un paese che si erge e viene eretto a più grande e perfetta democrazia del mondo. Credo che queste siano le bugie più grandi della storia dell'umanità. Ma non perché lo dica io, semplicemente perché i fatti smentiscono categoricamente questa narrazione. Parliamo dello stesso paese che, ed è bene rammentarlo continuamente, a oggi è stato l'unico a sganciare l'atomica. Senza alcuna motivazione. Solo perché avevano deciso così...
GiuseppeSalamone
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occhietti · 8 months ago
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Le donne sono puro istinto...
Non confonderle con "le altre" perché loro con le femmine non si mischiano mai.
Hanno occhi per guardare, testa per ragionare e cuore per agire perché farsi adulare, conquistare e gettare non fa per loro.
Se non sai riconoscerle non è colpa loro.
Loro non c'entrano con il vostro bisogno disperato di trovare "Qualcosa" di decente.
Non etichettarle come "Pazze" se non sai essere abbastanza onesto o "Ingestibili" se non sei abbastanza uomo. A chi racconterai di loro, non inventare storie assurde solo per giustificare la tua pochezza. Per quelli come te ci sono altre tipologie...
Le donne non cercano, si lasciano trovare
ma poi scelgono qualcuno che sappia tenerle testa ed essere all'altezza del loro valore.
Tuttavia, a volte sbagliano ed è incontrando qualcuno davvero bravo nel vestire i panni di un vero Uomo che ci rimettono il cuore, ma questa è un'altra storia...
- Silvia Nelli
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raccontidialiantis · 16 days ago
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Angelo, angelo…
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Eccoci di nuovo: sai che non mi profondo mai in troppe spiegazioni, a riguardo di ciò che faccio. Né tantomeno sto lì a chiedere clemenza, a intercedere. Quanti grattacapi ti ho dato sinora e quante emozioni, quanti batticuore; ma anche quante risate ci siamo fatti e quante emozioni abbiamo provato, assieme! E ancora vedo davanti un bel pezzo di strada da fare, per entrambi. Una curiosità: non è che i capelli bianchi che io ancora inspiegabilmente non ho, magari sono venuti a te? Probabilmente no, perché sono quasi sicuro che tu invece sia una donna: bellissima, fiera e paziente.
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Con una lunga chioma corvina incolta che caratterizza e incornicia un viso bellissimo. Retaggio di luce pura. Chi l'ha detto che un angelo debba essere per forza di sesso maschile? Senti: io sono qui, in salute, vivo e vegeto, grazie al tuo Capo; se volessi intervenire nella mia vita, sai benissimo come manifestarti. Mandami uno dei tuoi soliti segni. E se sto per fare qualche scemenza delle mie, per favore fammelo capire. Anche se io in passato raramente ho seguito la strada indicata dai tuoi segnali, tu comunque provaci sempre. Proteggi i miei cari, quelli della cerchia a me vicinissima e infine tutte le altre persone che sai essermi care...
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L'amore e la pazienza sanno moltiplicarsi e far ritorno a chi li elargisce con generosità. Sai che non ho eccessive richieste né troppi rimpianti: mi conosci. Sto bene ovunque. È andata com'è andata: sono sempre qui e mai stato... in galera, malgrado me! Be', non è esattamente così: in Kenya, nel '95 tre ore in cella me le sono fatte, ma questa è un'altra storia. Magari, evitami un po’ di ostacoli se riesci. Senza contravvenire al tuo CCL celeste, ovviamente. E se mai tu dovessi partecipare a un qualche sciopero lassù, per una vostra possibile sacrosanta rivendicazione di categoria, mandami magari un buon Cherubino, come tuo supplente. Amen!
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RDA
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francesca-70 · 8 months ago
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Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
La verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Una terribile battaglia da combattere “un lungo addio”.. “un addio rubato..un addio mancato.. un addio finto”.
Perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
La mia persona più amata si dissolve lentamente in piccoli pezzi, ed è impossibile andare a ripescare quale sia stata l’ultima conversazione. Struggente ed emozionante, «il segreto della vita».
Tutto ruota intorno ai ricordi e alla memoria, al loro disperdersi e riemergere continuo e imprevedibile, trasportando tutti in una sorta di infinito presente. Una storia di cui non conosco né l’inizio né la fine, ma di cui ho vissuto e vivo intensamente ogni giorno con dolore, paura, rabbia, fatica, solitudine, curiosità, ostinazione. Facile perdersi in questo guazzabuglio di emozioni. Non so dire con precisione quando quel processo abbia avuto inizio. Sono stata incapace di cogliere i primi segnali quotidiani. E mi sono trovata direttamente a decidere quanti scatoloni avrebbero occupato i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, riempiendoli ad una velocità molto superiore a quella delle mie emozioni, che mi soffocavano la gola. “Questo è il momento più difficile”, mi racconto ma intanto sto tatuando il mio cuore. In maniera indelebile.
Figlia unica di un genitore non autosufficiente, come la definisce la USL.
Il muro che ho dovuto attraversare per trovare il mio binario è fatto di rifiuto, disoriento.
Dovevo combattere con i fantasmi del mio passato, guardare negli occhi una persone che non mi riconosceva piu e specchiarmi nelle sue paure. Una micidiale danza di emozioni contrastanti: l’eterno presente senza ieri e senza domani il passato remoto improvvisamente prende vita catapultandoti in una dimensione surreale e spiazzante. Mi trito il cuore cercando di cogliere un’espressione diversa sul volto, un lampo negli occhi, un gesto, ma lei ė in un'altra dimensione e questo fa male. Come tenere tutto dentro.
Ecco come vedo, assisto e vivo questo lento perdersi. Un lento svanire. Spegnersi poco a poco, spettatore di questa surreale esibizione della vita. Dove il regista è il tempo e la trama è composta dalla memoria, dai ricordi, che a tratti riemergono da quel luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Sono sempre lì. Sono sempre loro. Solo nascosti in qualche angolino. Basta aspettare il momento giusto... ed eccoli.
Un viaggio nei legami affettivi più forti, nelle nostre paure e nei nostri bisogni di amare, alla ricerca della felicità anche nelle situazioni apparentemente più avverse.
A 52 anni proprio non me lo aspettavo. Di figli ne avevo già uno, ormai grande, proiettato verso un futuro luminoso insieme alla famiglia che si era creato.
Ed io, invece, ecco che mi ritrovo, inaspettatamente, a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di diventare “madre di mia madre", nel suo lento declino fisico e mentale.
Eppure il suo sguardo, di tanto in tanto, torna per un fugace momento (tanto fugace che, a volte mi chiedo se sia veramente successo) a fissarsi su di me, limpido e cosciente. Come se davvero fosse tornata a vederMi...tornata ad essere mia madre. Quella che si preoccupava per me. E si prendeva cura di me, sempre con un sorriso sulle labbra. Non so bene come spiegarmi. C’è da non trovare le parole quando hai a che fare con una persona che se ne sta andando lontano, sempre più, suo malgrado. C’è da augurarselo di non trovarle, mettere in fila i pensieri richiederebbe di voler vedere quello che si ha davanti e io non voglio.
“Mamma, sono io, sono Francesca”. Te lo ricordo, te lo ripeto, non perderlo il mio nome. Non lasciarmi andare. Nei tuoi pensieri troncati, assillanti, confusi non sei persa, perché non si può affogare in una pozzanghera, e non sei rinchiusa finché fai di tutto per stare a galla. Attaccati a me, aggrappati all'amo, salda più che puoi, con le mani e con lo sguardo, che ti tiro verso di me, non smettere di respirare.
Quanto fa male trasformarsi. “Sono io, mamma, sono Francesca”. “Lo so,” mi rispondi. Sei arrabbiata. In te c’è ancora forza...non molli, non cedi, ti ribelli. Mi prenderesti a schiaffi. Ti vedo, seduta sul divano. Ti stringi, ti rimpicciolisci, scompari, eppure io ti trovo sempre. So dove cercarti. So dove trovarmi. Anche se potremmo essere il gioco dei contrari io e te. Tu, che sei tanto diversa da me eppure ti assomiglio. Ho paura..e nello stesso tempo ho Il bisogno di non far vedere agli altri che sto male.
Ho tanti sensi di colpa: sono una mamma, come te. Quanta malinconia c’è, quanto mi ricordo di te..ricordi che si diluiscono. All’inizio mi concentro sul come fare per catturarti e quando ti ho catturata penso a come trattenerti; quando sto per perderti cerco di invogliarti a restare con un nuovo stratagemma; quando ti ho persa iniziano i propositi per fare meglio la volta dopo. Ricomincio, riprovo, non mollo mai. I tentativi si susseguono senza sosta. Non c’è fine, non c’è pausa. Ci pensi anche quando non lo fai. Ci deve essere da qualche parte una linea di confine che, se oltrepassata, è un cambio perenne di stato. E ci pensi mentre fai la spesa o sei in fila dal dottore, mentre parli al telefono con un’amica e perfino mentre ti fai la doccia. Quando sei sotto il getto dell’acqua tiepida piangi per il fallimento: non importa quanto poco ti consoli l’esserci per accudirla. L’acqua si miscela alle lacrime nel gorgo dello scarico e dovrebbe andare giù, lasciarti, non tornare, giusto? No, non va giù. La lacrima stagna, imputridisce. Si deposita. È l’acqua delle pozzanghere. Non conosce colore, non conosce fine. Non riflette tutto il cielo, non è nemmeno una finestra. Non bisogna scoraggiarsi.. ma mi mancano le forze o forse il coraggio. A volte ricordo i tempi piu felici che sono anche i più taglienti.“Eccomi! Ciao, come stai oggi? Hai visto che è arrivata l'estate???....
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Guardami,
"sono Francesca, mamma
Mamma❤”.
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libero-de-mente · 2 months ago
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INTERSTELLAR
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- Buongiorno papà, questa sera andrò al cinema a vedere Interstellar, per il suo 10° anniversario - così questa mattina mentre tentavo un approccio a una tazza di caffè bollente, con delle labbra poco convinte, ho ricevuto il buongiorno da figlio 1. L'Edward Cullen di famiglia che adora i film di Christopher Nolan.
Interstellar. Già... l'ultima volta che ho visto quel film ho lacrimato anche l'ultima goccia di liquido amniotico presente in me.
Si tratta di uno di quei film che ho salvato nella memoria esterna, un disco rigido, dove ho raccolto pellicole di vario genere.
Uno di quei film dove, per guardarlo, devo armarmi di coraggio e solitudine. 2 ore e 49 minuti di pathos, accidenti.
Credo che un viaggio incredibile, intrOstellare, lo stia facendo anche io. Come il personaggio di Joseph Cooper ho sentito l'impulso di intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcosa di più grande. Che sta in me.
Mio padre quando se ne andò non mi promise di tornare, anche se nei sogni lo ha fatto spesso. E come nel film anche lui non è mai invecchiato ai miei occhi. Chissà come reagirebbe davanti a un figlio che ha quasi la sua stessa età, quella di quando lui partì.
Una cosa che accomuna i due protagonisti di Interstellar e IntrOstellar è il senso di responsabilità verso i propri figli. Sono loro gli obiettivi, spesso dimenticandoci dei nostri, di quello che ci farebbe stare meglio. Ho sacrificato il mio cuore sull'altare di un'anima meravigliosa lungo il mio cammino.
Esiste un diverso scorrere del tempo tra il mio corpo e la mia mente, più rapido per il primo e molto più lento per la seconda.
Mai come in questo periodo la dicotomia tra di essi è così marcata.
Vorrei un giorno tornare al me stesso di molti anni fa, avendo a disposizione giusto il tempo per spiegare alcuni modi di interpretare la vita con l'esperienza acquisita. Così da lasciare un giovane me con le giuste capacità per non incorrere in gravi errori. Spesso questi errori, come per molti di voi, hanno un nome e un cognome oltre a quelli realmente commessi con nostri ragionamenti sbagliati.
Lo sto facendo con Edward Cullen, figlio 1, e con Eric Draven, figlio 2, nei tempi e nei modi che mi concedono. Rispettando chi sono e come ragionano. Credo che mi vedano come Beetlejuice, con poteri risolutivi ma tanto goffo e pasticcione.
Ho compreso che in IntrOstellar la forza motrice di tutto è la costante ricerca dell'amore, inteso come un'indagine di un sentimento da parte di chi è cresciuto in un mondo anafettivo.
Un insegnamento condiviso con Interstellar c'è l'ho: quello di mantenere viva ogni speranza anche davanti a difficoltà insormontabili. Perché il segreto sta nel comprendere che nulla è insormontabile, ma bisogna crederci.
Se ci sarà un nuovo inizio ve lo farò... no, non lo dirò a nessuno. Se ne accorgeranno solo le persone che a me tengono davvero. Il resto può solo trasformarsi in invidia, meglio evitare che ne ho subita abbastanza.
Chiudo dicendovi "Ad astra"... ah no, questo è un altro film. L'avventura di Roy McBride è un'altra mia storia simile. A presto.
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angelap3 · 7 months ago
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Voglio raccontarvi una storia...
È lunghetta vi avviso, però, almeno secondo me interessante.
"Quando la bellezza non basta"
Ho una cara amica bellissima (lo è ancora oggi, nonna di un nipotino bello quanto lei) che soffre di una profonda insicurezza.
Da ragazza era molto corteggiata, eppure non si è mai sentita bella
e la sua insicurezza ha sempre compromesso la sua serenità.
Ho pensato a lei ammirando questo dipinto di Waterhouse: "Psiche che apre la scatola d'oro".
Non sto a raccontarvi il mito, storia avventurosa piuttosto complicata (inserita da Apuleio nel suo "L'asino d'oro"). Potete trovarla sul web, se ne avete voglia, ma vi narro in sintesi il punto focale.
Eros, splendido dio dell'amore,
si innamora (contraccambiato) di Psiche. Tuttavia Venere, madre di lui, non tollera che esista al mondo un'altra donna stupenda quanto lei... o anche di più. Quindi la allontana dal figlio e la sottopone a una serie
di terribili prove.
Tra queste, la invita a scendere agli Inferi a prendere un cofanetto dove,
a suo dire, Proserpina conserva la sua eccezionale bellezza.
Psiche si fida, va e lo apre, ma in realtà nel cofanetto c'è solo una nebbia malefica che la fa cadere in un sonno infernale.
Rispetto ai miti dell'epoca questa favola, stranamente, finisce bene: Eros, che non ha mai smesso di cercarla, la salva, intercede presso suo padre Giove, chiede la ragazza
in sposa e la porta con sè nell'Olimpo.
L’episodio mi ricorda la storia di Pandora, (anche lei vittima della sua curiosità), ma si arricchisce di un elemento sottovalutato: la donna più bella del mondo - talmente bella da far invidia a Venere stessa - è insicura al punto da voler prendere la bellezza di un’altra perché pensa che la sua non le basti...
Perchè l'ingenua Psiche ha desiderato la bellezza di Proserpina, rischiando conseguenze letali?
Ma perché non ha fiducia in se stessa, teme che l'abbandono di Eros sia colpa sua e dipenda dal suo aspetto e dal non essere all'altezza!
La morale l'avete già capita, no?
Non facciamoci sopraffare dall’insicurezza, guardiamoci con stima, riconosciamo il nostro valore. È unico e irripetibile e non dobbiamo dipendere dal giudizio degli altri per riconoscerlo!
🎨 John William Waterhouse
pittore britannico
(1849-1917)
"Psiche che apre la scatola d'oro"
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givemeanorigami · 4 months ago
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Stavo cercando una foto di quando ero piccola, ovviamente non si trova, chissà dove sarà finita tra le mie foto sparse tra i vari parenti, ma ho trovato l'ennesima riprova che mia nonna, nei miei ricordi di ultima nipote arrivata tardi che la vedeva vestirsi bene per andare a fare la spesa e in poche altre occasioni di cui ho memoria prima che l'Alzheimer la colpisse, aveva un grandissimo stile nel vestire. A parte l'abito da sposa, che stupendo e meraviglioso, ma ho appena (ri)scoperto un vestito a tuta pezzo unico marrone con cintura dalla fibia in color oro abbinata ai bottoni sulle spalle che, io che frugavo ovunque in casa sua, non ho mai visto dal vivo e non esiste in nessun'altra foto neanche per portarla a una sarta e farmela fare che ora sognerò per tutta la vita.
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susieporta · 1 month ago
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Abitare il vuoto.
Quanto è importante, per noi, per le nostre scelte, per le nostre decisioni, per la nostra gestione emotiva e per la realizzazione di sé, saper stare nel vuoto?
Molto, anche se mediamente non ce ne accorgiamo.
Ci sono persone che saltano da uno smartphone a un altro, da una macchina a un'altra, da una vacanza a un'altra, da un ristorante a un altro, da una relazione a un'altra, pensando di aver trovato la felicità.
In realtà questa è l'immagine della ruota del criceto.
Attraverso la dipendenza compulsiva da cibo, da relazioni, da vacanza, da cose, da attività, scambiano la felicità con la dose di dopamina che viene rilasciata dalla novità in corso, unita al bisogno di riempire il proprio vuoto.
Infatti, non appena finisce una storia, molte persone si tuffano subito in un'altra, perché non sanno stare nel vuoto, nella solitudine.
Cioè con loro stesse fino in fondo.
Pensano di aver trovato l'amore della propria vita, ma in realtà spesso è solo un fuoco di paglia che nasce dalla fame di voler riempire quel vuoto, e dalle proiezioni che sviluppano per soddisfare quella fame.
Non appena viene a mancare qualcosa, colmano un bisogno, cercano di riempire uno spazio, un anfratto, un interstizio, che sentono rimasto vuoto.
E subito dopo se ne ripresenta un altro, e poi un altro e un altro ancora.
Schopenhauer diceva che la vita è come un pendolo che oscilla continuamente tra il dolore e la noia.
Il dolore di ciò che ci manca, e la noia di averlo trovato e esserci abituati ad esso.
Quando ci manca qualcosa proviamo infatti dolore; ma quando ce lo abbiamo, la nostra pancia è piena, sopraggiunge la noia, e quindi la ruota deve ricominciare.
È il meccanismo della dipendenza, il quale si basa sulla incapacità di stare nel vuoto.
Il vuoto, è come il silenzio: se c'è qualcosa al suo interno che ti disturba, nel vuoto viene amplificato diventando non solo disturbante, ma terrificante.
Se sei da solo in una stanza, in silenzio, e ascolti il vuoto che hai intorno, vedrai che in breve tempo i pensieri cominceranno a affollare la tua mente come un formicaio.
Eppure il vuoto, come ci insegna la fisica quantistica, rappresenta la maggior parte di noi e del nostro essere.
Siamo costituiti di vuoto, di nulla.
Se ad ogni bisogno insoddisfatto né sopraggiunge un altro, se ad una relazione né sopraggiunge subito un'altra, se a ogni desiderio o azione né arriva compulsivamente subito un altro, il rischio non è solo quello di non saper stare con il vuoto, e quindi di riempire costantemente il tuo essere.
Ma di abbracciare bisogni, desideri e convinzioni, che non sono veramente tue.
Convinzioni e bisogni di altri, della società, della famiglia, dettati dalle mode o dall'idea circolante sui social, in un determinato momento.
Tali contenuti emotivi, energetici, comportamentali, servono soltanto ad allontanare il nulla dentro di noi, a scacciarlo dalla nostra vita come fosse una mosca fastidiosa.
In realtà, il nulla, è il fondamento del nostro essere.
È il nostro essere.
Ma per saper stare con quel nulla capace di creare la nostra vita e di dare vita alle nostre azioni più sincere, le nostre scelte più vere e autentiche, dobbiamo imparare a stare con noi stessi.
In solitudine, in silenzio, senza pensieri.
A quel punto, dopo che ci saremo abituati stare con il nulla che siamo, senza fare niente, senza aver bisogno di cose per riempire la nostra vita attivando il circolo vizioso della dipendenza, cominciamo a scoprire che quel nulla contiene interi universi.
Perché ci può permettere di sentire tutto, realmente: ma davvero tutto, in tutta la sua purezza.
E non semplicemente come ciò che può riempire, in modo indifferenziato, il nostro fastidio nello stare con quello che ci manca.
Saper abitare quel vuoto, cioè non fare per forza qualcosa, non doverci relazionare a qualcuno, attaccarci a qualcuno o a qualcosa, ha l'effetto di una spugna su una lavagna sporca.
Pulisce la nostra mente e predispone l'anima a scegliere secondo le sue vere inclinazioni, realizzando se stessa.
Più imparerai a stare nel vuoto, più ti accorgerai che non hai veramente bisogno di nulla.
Perché sarai diventato capace di accogliere tutto, di sentire tutto, di provare tutto, di realizzare tutto.
Avrai sviluppato, in te, la capacità di fare e di essere tutto ciò che ti serve.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
#armaturainvisibile #vuoto #sistemidifensivi
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itsbritneybitchandimback · 10 days ago
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Capodanno 2023 è stato il motivo per cui a Natale di quell'anno è successo quel che è successo, saremmo dovuti partire per la montagna con le mie amiche e i loro fidanzati, saremmo state 4 coppie, ma lui da un giorno all'altro non voleva più partire, odiava tutte le mie amiche e i loro fidanzati, quando sul gruppo di whatsapp scrissero che avrebbero preso da bere (ovviamente) lui è uscito e non ne ha più voluto sapere niente. Voleva che festeggiassimo a casa con la sua famiglia, ma io ero determinata, volevo passare il capodanno con le mie migliori amiche e così ho fatto, quel 31/12/2023 sono partita per la montagna da sola, io e 3 coppie, il viaggio l'ho passato piangendo, mi sentivo triste, sola e umiliata. Le parole che mi ha scritto poco prima che partissi ve le risparmio, ma ancora rimbombano nella mia testa.
L'idea iniziale era che per non farmi stare da sola avremmo dormito tutte le ragazze in una stanza e i ragazzi in un'altra, non andò così e questo fece ancora più male, mi ritrovai a dormire al piano di sotto da sola, tutte le coppie sopra, inutile dire che ho passato la notte piangendo e fumando, mi domandavo se era questo che volevo per me, mi domandavo perché nessuno mi chiedesse come stavo. Quel giorno feci la cosa che mi viene meglio, fingere che tutto andasse bene, che ero felice di aver chiuso quella storia ed era così, ma ero comunque una persona che si è lasciata dopo aver vissuto un incubo per un anno.
Ad oggi, un anno dopo, posso ancora sentire la tristezza che ho provato quel giorno, nessuno penserà a questa cosa ed io farò ancora finta di niente, ma una parte di me spererà sempre che qualcuno si accorga di me e di quello che porto dentro.
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byronnight2 · 9 months ago
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Aprile dolce dormire...
Già,ma sono asmatica e quindi NON RESPIRO! (⁠─⁠.⁠─⁠|⁠|⁠)
Quindi,preso il cortisone,mi sono inventata un nuovo modo per passare il tempo.
Avevo già fatto alcune casine per i passerotti e i pettirossi..ma questa è un'altra storia.
Si parla di fate. 🧚🏻‍♀️
#immaginazione
#ancora
#byronnightisback
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gregor-samsung · 1 month ago
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“ Sono tornata in volo da Monaco a mezzogiorno, e sono andata dritta in ufficio, ricaricata, al massimo dell'efficienza. Adoro questi viaggi. Quello che adoro in realtà è la mia efficienza. Mi piace far funzionare le cose, sapere come si fa. Mi piace essere riconosciuta, mi piace che mi diano la "mia" stanza, che si ricordino i miei gusti. Durante il week end ho visto degli amici. O meglio, dei conoscenti di lavoro. Poi, lunedì e martedì, la fiera. Quello che mi piace è "controllare" la situazione. Sono piena di energia, mangio esattamente quello che dovrei mangiare, non bevo un sorso di più, dormo poco, corro in giro tutto il giorno. So esattamente come presentarmi, e come usare la mia immagine. Lunedì mattina mi sono vista con gli occhi degli altri, arrivare alla sfilata, sedermi, tutti che mi sorridevano e mi salutavano. E contemporaneamente sono tornata indietro di quindici anni, e mi sono vista con gli occhi di allora, mi sono guardata nel modo in cui io, a trent'anni, guardavo le donne arrivate, le donne che facevano quel lavoro da tempo. Le ammiravo, volevo essere una di loro, e mentre le osservavo, attentamente, nei più piccoli particolari, cercavo anche quei segni di cui loro non si accorgevano di certo, i segni dei processi che avrebbero portato alla loro sostituzione. Altre le avrebbero sostituite, e io sarei stata una di loro. Di quelle donne, una sola è ancora al suo posto, alcune delle altre continuano a lavorare nel campo, con mansioni diverse, però. Ho passato quattro giorni a cercare di capire cosa c'è in me che mi porterà al licenziamento, o a restare in ufficio con mansioni meno gravose, mentre un'altra - chissà chi - farà questi viaggi al mio posto. Non riesco a capirlo, però. L'età, semplicemente? No, l'età non c'entra! La noia, la "mia" noia? No, non posso crederci, non ancora.
Quando sono tornata in ufficio Joyce mi stava aspettando per andarsene a casa: senza mai prendere accordi formali, facciamo in modo che una delle due sia sempre presente in ufficio. Joyce aveva l'aria stanca. Ha detto di avere passato giorni tremendi, in mia assenza, per via del marito, mi avrebbe raccontato tutto, ma non subito, poi se n'è andata. C'era un messaggio di Hermione: diceva di non aver ricevuto il mio, di messaggio, che il lunedì, e che Mistress Fowler si era rifiutata di far entrare l'infermiera. Questo mi ha riportata immediatamente alla quotidianità londinese. Ho lavorato tutto il pomeriggio, al telefono per lo più, poi ho organizzato i fotografi per domani. Ma intanto continuavo a pensare a Joyce. Ho già capito che questa storia con il marito significherà la fine del nostro lavoro insieme, o comunque un cambiamento. Ne sono sicura. Questo mi ha resa depressa e ansiosa, prima ancora di lasciare l'ufficio. Un'altra cosa ho capito come non avevo mai capito prima: che Joyce è la mia unica vera amica. Voglio dire, "amica". Ho un rapporto, con lei, che non ho mai avuto con nessun altro, mai. Di certo non con Freddie. “
Doris Lessing, Il diario di Jane Somers, (traduzione dall'inglese di Marisa Caramella), Feltrinelli, 1986¹ [ Libro elettronico ].
[ Edizione originale: The Diary of a Good Neighbour, Alfred A. Knopf Publisher, 1983 ]
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ross-nekochan · 2 months ago
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La storia tra me e la ricerca di un appartamento a Tokyo continua a stupirmi sempre di più (oltre a farmi venire voglia di smettere fino a data da destinarsi).
Dopo l'ultima volta in cui ero stata presa pesantemente per il culo dall'agente immobiliare, mi era venuta in mente una cosa: poiché sul sito che sto consultando c'erano tanti post diversi sullo stesso palazzo, mi sono chiesta "ma perché non chiedere anche ad altre agenzie?". E quindi mi sono messa a chiedere un po' ad altri se fosse vero che era solo per coreani.
Ebbene, non era vero. Infatti questa agenzia mi fa che gli stranieri erano okay e allora io per sicurezza chiedo "per favore potete controllare bene? Perché spesso mi fanno arrivare fino in agenzia per dirmi che poi non è così", ma mi riconfermano. E allora dico:"potete controllare se vanno bene gli stranieri di nazionalità italiana? Perchè mi è capitato mi dicessero che erano okay gli stranieri, ma alla fine era solo per coreani". E loro mi dicono:"la nazionalità non conta". Allora faccio:"Vabbe allora questo weekend lo voglio vedere". Al che dopo un paio di giorni mi fanno:"Purtroppo ci hanno detto che l'uscita dell'attuale inquilino è stata ritardata quindi non è possibile andare a vedere l'appartamento se non il weekend successivo". Al che, poiché un altro appartamento che mi interessava, mi era stato soffiato sotto il naso un'altra volta, chiedo tutta disperata:"Poiché ho paura che qualcuno lo possa prenotare in questi giorni prima che io riesca a vederlo, per caso è possibile prenotarlo e poi vederlo? In caso si può, poi è anche possibile cancellare la prenotazione?". Io ero sicura mi si dicesse di sì ma con qualche clausola o costo aggiuntivo in caso di cancellazione... e invece no! Io super contenta dico:"Allora la prego di prenotarlo così da andarlo a vedere il weekend successivo".
Mi chiedono le informazioni e i documenti e mi fanno:"Ora avverrà lo screening e le faremo sapere il prima possibile".
Stamattina mi fanno sapere e... screening non passato.
Mi viene quasi da ridere però giuro che sta situazione mi sta esaurendo come poche cose mi hanno mai esaurito nella vita. Non ce la faccio più...
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ragazzadalsorrisonero · 2 months ago
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presa da un atto di coraggio, recuperai carta e penna, iniziando a scrivere le ultime parole che ti concessi, prima di dirti definitivamente addio.
23 novembre 2023
Ciao amore,
sono passati un po’ di mesetti dall'ultima volta che ti scrissi una lettera, ormai ne ho scritte così tante che ne ho perso il conto, anche se a dire la verità non le ho mai contate.
come ben sai, scrivere è il mio unico modo per esprimere ciò che ho dentro e ciò che non riesco a dire a voce...
in alcune lettere menziono sempre il fatto di dove io avessi sbagliato, di come avrei potuto fare scelte diverse o semplicemente raccontare le mie giornate o quello che comunque faccio nel presente.
poche volte menziono i ricordi, molte volte ripeto quanto ti abbia amato, e soprattutto quanto ancora ti amo.
questa è l'ultima lettera che ti scriverò, ho deciso di mettere la parola fine e il punto a tutto ciò che c'è stato in passato, ma soprattutto alla nostra storia, consapevole che il sentimento che ho provato per te, non lo proverò con nessuno.
ho capito che ci sono un'infinità di amori, che ogni amore con una persona è diverso dall'amore con un'altra, questo l'ho capito con il passare del tempo, e mi dispiace se me ne sia accorta troppo tardi.
ho provato a fare del mio meglio, come tu hai provato a fare del tuo, lottando con anima e corpo.
ogni tanto la sera prima di andare a dormire, rileggo le tue lettere, ogni volta è sempre un'emozione diversa, ogni volta ricado nei ricordi ed è bellissimo riprovare certe emozioni, ma è alquanto bruttissimo invece leggere e rileggere le stesse righe, le stesse frasi, le stesse parole, senza essermi resa conto dei dettagli.
citavi sempre che io meritassi di meglio, che ti sentissi sbagliato per me, e l'ultima volta che le ho rilette, ho capito troppo tardi che tu non ti sentissi all'altezza, e ti chiedo scusa se non me ne sia accorta, ti chiedo scusa se ti ho fatto sentire così, ti chiedo scusa se non ho fatto nulla per far si che non pensassi più cose del genere.
tu mi meritavi, tu eri all'altezza, senza di te mi sarei sentita persa, senza di te sarei crollata ancora prima di rialzarmi, senza di te sarei annegata, per farti capire che tu per me eri importante.
eri tu tra i due il più forte, eri tu tra i due che non mollava, eri tu tra i due che lottava, eri tu e sei sempre stato tu a non mollare tutto. sei determinato, furbo, intelligente, forte, un po' testardo, ma hai un grandissimo cuore e tanto da offrire a mio parere, ora non so come tu sia, ovviamente grande vaccinato e maturo, ma quando ami dai il mondo.
ci siamo sempre detti che nonostante non ci fosse più un per sempre tra di noi, di non mettere al primo posto nessun altro, io l'ho fatto, ma ora ti chiedo di non farlo a te, metti al primo posto Lei, dalle il mondo, amala, rendila felice, voglio che tu sia felice, che tu stia bene in primis, anche se questo porta a lei al primo posto anziché me.
in futuro se mai avrai una famiglia, oltre ad essere un buon padre, che ci scommetto che lo sarai, non raccontare di me, del tuo amore che hai provato per me, non raccontarlo, significherebbe raccontare il dolore, e l'amore non dovrebbe essere dolore, dovrebbe essere felicità.
tienimi solo come un bel ricordo, come una lezione di vita non so, ma tienimi solo per te come la ragazza dagli occhi belli da dio che hai conosciuto al lago durante una banalissima e noiosissima gita scolastica. solo questo ti chiedo.
ama tanto e sii amato, te lo meriti. spero con tutto il cuore che Lei ti stia dando tutto ciò che io non sono riuscita o non ho potuto darti.
grazie per aver fatto parte della mia vita, ti devo molto, ho anche mantenuto la promessa di non farmi del male, ma ora è arrivato il momento di lasciarti andare del tutto e volevo dirti anche che quel giorno dopo le lezioni di recupero in estate, quando hai ammesso di aver sbagliato a fare quello che hai fatto, lo stesso giorno in cui mi hai accompagnata in autobus ascoltando la nostra canzone e canticchiandola labbra contro labbra, in quel esatto momento ti avevo già perdonato, non mi importava del male che mi avevi fatta, non mi importava del male che poi in futuro mi avresti fatto, non mi importava perchè il sentimento che provavo per te era così forte e bello che sovrapponeva il dolore.
però so che tu non mi hai mai perdonata per la scelta che ho fatto, e va bene così, questo ha portato a un te felice ora, e se tu lo sei la sono anche io.
grazie per tutto.
per sempre tua.
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sisif-o · 2 months ago
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ma voi ve lo ricordate il vostro primo kebab?
io avevo una decina di anni, era un pomeriggio primaverile ed ero in giro con mia mamma e mia zia
da diversi mesi passavo davanti a questo kebabbaro che non capivo assolutamente cosa preparasse e che cibo offrisse e ogni volta chiedevo ai miei genitori di prendermi qualcosa, ma sorvolavano sulla mia richiesta, forse intimoriti dalla novità o dall'etnicità del locale
quel pomeriggio di primavera avevo intuito che la situazione era eccezionale e che quindj avrei potuto avanzare una richiesta anch'essa eccezionale
con un mezzo capriccio chiedo a mia mamma di prendermi un fantomatico kebab, ma rimane interdetta
si intromette mia zia, asserendo che suo figlio lo prendeva spesso ed era buono, convincendo mia madre a cedere alla mia richiesta
entriamo nel locale, ordino e consumo il cibo più buono che avevo provato fino ad allora
poi son cresciuto e ho capito che ho rischiato la salmonella, l'epatite e il colera, ma questa è un'altra storia
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