#ma non posso fare a meno di ascoltarla
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Afterhours - Oceano di gomma
"Quando ti ho sognato eri una goccia/In un oceano di gomma/Credo in te come tu credevi in me/Un fiore d'oppio in porcellana e roccia/Beh almeno tu sei vero/Anche se sei solo pensiero/Chi di noi due è reale/Tu non sei più vivo e io non sono mai stato capace di amare/Sento che ho qualcosa qui dentro me/Che non voglio sapere/I giovani cuori falliscono/Roby può interessare/Che tu per me sei vero/Sei il mio più dolce pensiero/Il prezzo sai è un po' il mare/Ti culla e non ti vuole lasciare/Tu per me sei vero/Sei il mio più dolce pensiero/È solo tuo e mio il finale/Credo che per gli altri sia solo imbarazzante e virtuale/Sai per me sei vero/Facciamo che sei il mio più dolce pensiero/Il prezzo sai è un po' il mare/Sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare/Sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare/Sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare/Sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare"
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stasera proverò ad usare tumblr come quando ero ragazzina, come quando nessuno mi conosceva e il sentirmi giudicata era l’ultimo dei miei pensieri. è da un po’ che sento il bisogno di sfogarmi qui sopra ma sono costantemente frenata da una sorta di paura apparentemente senza senso. mi sono ripromessa più e più volte di non cedere alla tentazione e di non commettere azioni che potessero ferire la mia salute, fino all’altra sera. un paio di giorni prima dell’accaduto la vocina nella mia testa, che tanto mi ha tenuta compagnia per molti anni, si è fatta sentire rumorosamente, impavida come non mai. ho cercato di frenarla, di non ascoltarla e fare finta di niente. ci ho provato, ma è bastato essere un minimo su di giri che ho ceduto all’impulso. io continuo a dire che non so perché l’abbia fatto, che non ho ragioni per aver commesso una cosa simile ma la verità è che aspettavo questo momento da tempo. l’ho assaporato, ho tolto tutto ciò che in mia convinzione mi deforma e continuato finché di me non è rimasto solo ossigeno nei polmoni. inutile dire che io ora sto facendo finta di niente, sto vivendo le mie giornate come se nulla fosse successo, come se io stessi comunque bene. ho paura che questa sia la classica “goccia che fa traboccare il vaso” perché è così che funziona. parlarne è difficile, ammettere agli altri, a voce alta, tutto questo è vergognoso, umiliate. mi sento umiliata da me stessa e questo odio smisurato verso le mie azioni mi costringono a pensare che oramai farlo una, due, tre, cento volte non cambi la situazione. sono delusa del mio comportamento, sono delusa perché ora come ora posso dire con certezza che queste sono scelte prese e ben pensate. che una parte di me sapeva che in quella determinata situazione e circostanza sarebbe stato semplice, che sarebbe andato tutto secondo i piani che la mia parte malata idealizzava da tempo. io non voglio rimproverarmi troppo, ho timore nel farlo. vorrei solo capirmi meglio e cercare di consolarmi ma è così difficile. appena incontro un problema lo scanso, ci passo sopra, lo evito. non riesco ad affrontare niente senza la paura di crollare e questa cosa prima o poi mi si ritorcerà contro. mi sento sola in questa situazione, mi sento non capita da chi mi sta intorno, da chi fa finta di niente nonostante sapesse determinate cose. mi sento presa in giro. mi tengo impegnata il più tempo possibile, mi riempio di cose da fare per non concentrarmi su quanto io, anche se in modo più lento e meno continuativo, mi stia rovinando. la sera a letto, quando sono da sola, non riesco a evitare tutto questo e ogni notte sono terrorizzata da ciò che la mattina seguente dovrò affrontare, per ciò che la mia mente ha pensato nel mentre sono circondata da buio e silenzio, e che la parte razionale quando mi alzo dal letto il giorno dopo deve affrontare.
e niente, tutto qui, per ora
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6/12/2022. ANSIA
Quello che sento non lo so spiegare, a volte penso di essere matta, matta da legare, vorrei capire cosa nella testa. Cosa c’è che non va in me? C’è che ho dentro una tempesta, pensieri annebbiati, malati, che non riesco a controllare. Mi guardo allo specchio ma non mi vedo, non riesco più a distinguere il falso è il vero, mi sento imprigionata,circondata da spine, nausea, tremo, aspetto la fine. Grida l’ansia prima di dormire, prima di partire il panico mi prende ancora. Grida l’ansia se sto tra la gente, se non penso a niente ed un minuto sembra un’ora.  sudò freddo, mi sento dentro una giostra di paure. Grida così forte che non sento, e poi dopo silenzio, silenzio. Chi chiede “va tutto bene?”, Chi se ne frega ma resta guardare, non ricordo mai come reagire, tachicardia, il polso mi esplode. Vorrei smettere di piangere, ma poi quando smetto, vorrei solo piangere. Nella testa troppe paranoie, adesso black out. Mi guardo allo specchio però non mi vedo, non riesco a distinguere tra bianco e nero, mi sento stretta in una morsa che mi prende il petto e questa ipocondria mi fa sentire sempre peggio. E di notte, quando tutto intorno e muto e silenzioso che l’ansia mi urla e mi chiede aiuto per uscire. Urla così forte che non posso fare a meno di ascoltarla, cerca di rubarmi tutta l’aria da quella stanza. Ho le vertigini con i piedi per terra, è un’altra battaglia, della stessa guerra. Non riesco più a distinguere tra falso è vero, non c’è via d’uscita. Se firmò la resa, e mi arrendo, è finita.
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Oggi mi sono svegliata e mi sono accorta che da un momento all’altro non eri più ciò che mi faceva scendere dal letto. Ho sentito una nuova energia dentro di me che mi ha permesso di guardare le cose da un altro punto di vista e ho capito che a soffrire non ero solo io e che è stato tutto così folle in realtà. La cosa incredibile è stato tutto il tempo che ho speso per alimentare questa idea di te e di amore che avevo nella mia testa giorno dopo giorno senza comprendere che mi raccontavo una storia che non esisteva e ho finalmente scoperto la disillusione ed è caduto tutto così in basso. Così in basso che ho accettato che non sei più l’amore della mia vita ma uno schiaffo mandato dall’Universo per farmi accorgere che c’è molto di più di stare insieme a una persona. Ho guardato la situazione a 360 gradi e ho sentito una grande liberazione. È questo lasciarti andare così spontaneo che mi inquieta perché prima non lo volevo fare e ora si. La mia testa è combattuta perché ha capito che non vuole più raccontarsi quella storia e il mio cuore sta decidendo di aprirsi davvero per qualcos’altro. Arriva il dubbio di non fare questo perché l’abitudine di questi 7 mesi mi ha fatto credere il contrario, ma é incredibile il fatto che sia io a volerlo. Sto assaggiando la mia libertà che prima non sentivo perché quello spazio lo davo a te. Ho aspettato qualcosa che non sarebbe mai arrivato da te perché anche tu sei bloccato nel tuo passato e io non voglio stare qui in eterno. Ti voglio un bene dell’anima e spero davvero che supererai tutto questo perché io lo sto scegliendo con forza e amore per me. Mi guardo allo specchio e mi sento più grande. Vedo una luce nuova però che vuole brillare solo per sè stessa. L’impatto che lascia questa libertà crea tanta vertigine perché mi ricorda la responsabilità della mia vita e di tutte le cose che posso fare al contrario di stare ferma a vivere in una realtà che non c’è più. Metto un punto perché me lo merito perché oggi finalmente ho capito che voglio altro e non so ancora bene cosa sinceramente ma di certo non é più stare ferma per te, mi hai davvero persa e va bene così, la vita va avanti anche senza di noi. Ti augurerò sempre il meglio, ma concedimi di starti lontano per davvero. Mi mancherai un po’ di meno e ci saranno giorni in cui non ci crederò a questo perché eri davvero tutto, ma sapere che non é più così mi lascia una sensazione indescrivibile e non riesco a esprimerla totalmente, perciò ho deciso di rimanere ad ascoltarla in silenzio ad occhi chiusi proprio come quando sai che hai davvero voltato pagina e sei finalmente LIBERA.
Probabilmente era destino incontrarsi senza rimanere l’uno nella vita dell’altra. Grazie per avermi fatta crescere e per avermi fatto capire che si può davvero essere felici. Addio amore.
#frasilunghe#frasi#libertà#fine di una relazione#fine amore#amore per sé stessi#fine#voltare pagina#mettere un punto#presente#addio amore#frasi addio
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TW: salute mentale, depressione
Devo dire che la depressione è un’ottima maestra di vita. Ti conosce meglio di chiunque altro ed è perfettamente in grado di insegnarti come sopravvivere, se sai ascoltarla. Soddisfare le esigenze della tua sopravvivenza è la parte più difficile, specialmente se ti ritrovi a dormire 15 ore al giorno e ti mancano le forze per vestirti, sistemare, cucinare, rispondere ai messaggi. Però le forze per pensare non ti mancano mai. E così pensi alle ingiustizie, ma non solo a quelle che hai vissuto tu. No, mettiamoci in mezzo le guerre in Medio Oriente, la crisi idrica imminente, le morti in mare, le violenze che vengono perpetrate ogni giorno. Non se ne esce più. E non sei tu a esasperare la situazione: sono gli altri che non si rendono conto di quanto la vita sia atroce. Anche per loro stessi.
La diagnosi di depressione si è presentata nella mia vita come un fulmine durante la tempesta. Me l’aspettavo, ma ne avrei fatto volentieri a meno.
Eppure ora, a distanza di un anno da quella diagnosi, sono grata a tutto quel buio, perché ha preteso che io mi fermassi. E fermarsi può essere un vero atto di coraggio, perché ti costringe ad affrontare delle questioni che credevi di aver lasciato andare. E invece sono sempre rimaste lì, ci hai solo giocato a nascondino senza tornare a cercarle.
Chi sono? Cosa voglio veramente? Cosa non sono disposta ad accettare? Come posso allontanare chi mi fa del male? Come superare i traumi? Come imparare dai miei sbagli? Cosa si può fare per aiutare chi è in difficoltà? Come si può soffrire senza spegnersi poco a poco?
E non si tratta di “essere forti”. Credo che l’idea della forza venga spesso erroneamente ricondotta alla negazione emotiva ricoperta da una patina di iperproduttività. La forza - quella vera - nasce dall’elaborazione, dalla capacità di mettersi in discussione e dalla presa di coscienza. A questo punto, quanti di noi possono dire di essere forti?
“I heard there’s a woman
in Palestine
who makes flower pots
out of used teargas grenades.
From this I learned
the explosion is not how
the story has to end.”
#riflessioni#depressione#salute mentale#diario#scrittori su tumblr#blog di scrittura#scrivere#scrittura#pensieri#triggering content#potentially triggering#tristezza#forza#paura
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Oggi ho pensato a questo mio rispecchiarmi nel carattere di mio padre, specialmente quando ho delle reazioni irrispettose nei confronti di mia madre.
Ci sto provando a lavorarci su, ma non so se è abbastanza. Chissà se ognuno di noi tende ad esprimere disappunto in modo scortese quando una persona tocca proprio alcuni tasti. Oppure se invece è inguaribile questo mio essere permaloso.
Non posso fare a meno di pensare a me, tra qualche decina d'anni. Non riesco a fare a meno di considerare ogni eventuale compagna una persona che ingenuamente dovrà vestire i panni di mia madre, mia futura moglie, insoddisfatta e delusa da un uomo che non sa ascoltarla, non sa capirla, non sa aiutarla, non sa rispettarla.
Penso al mio percorso con la psicologa: è davvero in grado di capire che ho questo genere di problemi? Se invece di ascoltarmi venisse a stare in casa mia una sola volta, capirebbe molte più cose, studierebbe molte meno maschere. Perché le maschere non vengono giù facilmente nei nostri racconti.
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Uhm, se proprio vogliamo fare i pignoli, sì Ermal al raduno 2019 aveva solo detto che avrebbe inciso Il Clown e Invecchio. Non ha specificato che li avrebbe messi poi in un disco. Anzi probabilmente alla fine non li ha incisi affatto. Inoltre, che stava lavorando a un disco diverso e particolare lo aveva detto anche prima, al raduno 2017. Ma anche allora, non si trattava di Non abbiamo armi. In pratica, c'è un famigerato disco che Ermal ha in mente di fare da anni, e che continua a posticipare.
Detto questo, non è escluso che quel disco "molto rock" di cui parlava nel 2019 potesse essere proprio Tribù urbana. Non ha detto da nessuna parte, che io sappia, che fosse una "deviazione" della sua idea originale. Anche perché in effetti Tribù urbana è un disco molto rock, come lo ha spesso descritto Ermal. (Secondo i miei standard non lo è per niente però ma vbb). A proposito, guarda che ormai Il Clown si trova dappertutto sul web, puoi ascoltarla senza problemi.
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Grazie per la precisazione!
Non ho mai partecipato ai raduni, quindi parecchie cose le so solo per sentito dire o non le so affatto.
Però, come te, io non riesco a vedere Tribù Urbana come un album rock. Cioè, proprio non mi pare che vada verso quel genere, quindi non posso fare a meno di pensare che l'album rock di cui ha parlato sia un album che deve ancora vedere la luce. Magari qualcosa a cui ha iniziato a lavorare in passato e che poi è stato accantonato per lasciare spazio ad altri progetti.
Riguardo a "Il clown" come ho detto nella risposta precedente, in realtà l'ho sentita. Ma parliamo di anni fa, tramite un audio di whatsapp che ormai è andato perso e ovviamente nulla ha a che vedere con il sentirla live o incisa in un disco (cosa che spero di poter sentire presto).
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Con i miei è diventato impossibile. Ero abituata a mio padre, ormai mi sono rassegnata, ma la mamma è sempre stata la mia confidente, nonostante le litigate, che erano comunque pesanti, era la mia migliore amica. Non è più così, è orribile sentirla scivolare via, ascoltarla parlare a vanvera quando si arrabbia, lanciando parole che fanno male come colpi di pistola. Vanno fuori di testa per le stronzate e mi obbligano a far finta che loro abbiano ragione ma non ne hanno, NON NE HANNO, impazzisco all’idea di dover accettare delle ingiustizie, non ce la posso fare. Non posso uccidermi perché non corrispondo al sogno che si erano fatti su di me, neanche loro sono esattamente ciò che avrei voluto, ma non glielo dico urlando ogni volta che respirano in maniera diversa da come avrei voluto, non li insulto, non li picchio, non hanno segni di graffi sulle braccia, non hanno le guance macchiate di rosso dove scendono le lacrime, non si vogliono far morire di fame, non fantasticano sul buttarsi da un balcone ogni volta che qualcosa di piccolo succede, non devono reprimere la rabbia che sale nel sentirsi nel giusto ma dover fingere di essere in errore, non hanno questi problemi, ne hanno altri, ma ciò non rende meno validi i miei. È così da sempre ma ultimamente da quando è successo del nonno niente è più lo stesso e sono mesi che sono sola, completamente, e quando non lo sono preferirei esserlo piuttosto che passare un’altro minuto così con loro. È frustrante e fa male, tanto tanto male non poter essere accettati nemmeno dalle persone che dovrebbero amarti sopra tutto e io mi sento sola e non ero più abituata. Mi manca la mia mamma, voglio poter raccontare tutto a lei di nuovo e piangere di nuovo e ridere di nuovo, ma non posso più, perché lei non mi vuole più, e fa schifo e fa male da morire. Sono nauseata dalle lacrime che verso ogni giorno. Non ne posso più.
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Cerco di fare tanto per i miei amici e non chiedo assolutamente lo stesso in cambio, ma non posso fare a meno di restarci male se mi sembra di non ricevere neanche una briciola.
Quando R. mi ha raccontato dei problemi con la sua crush sono stata ore ad ascoltarla, una notte per darle un consiglio son rimasta sveglia fino alle 5 del mattino a parlare con lei, sacrificando tutte le mie ore di sonno. È stata una mia scelta e lo sottolineo, semplicemente volevo esserci.
Ma quando mi sento io di aver bisogno di conforto mi sento respinta. Le scrivo anche solo un messaggio di troppo e ricevo quel tipo di risposte che potrebbe darmi anche uno sconosciuto. Qualche giorno fa per messaggi le ho accennato di N., non mi sono sbilanciata per non essere pesante, però le ho scritto che ci sto molto male. La sua risposta è stata “mh” e poi sparita per tutto il giorno. L’indomani mi ha scritto lei come se nulla fosse, ignorando l’argomento.
Non so nemmeno come sentirmi, forse ciò che chiamo briciola non è davvero così piccolo – o forse non dovrei aspettarmi proprio niente.
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Drama Quiz 2020
“in risposta a @dilebe06
questo è il mio primo drama quiz quindi siate clementi con me ^_^ questo 2020 è stato decisamente un anno di m**** però mi ha permesso di recuperare qualche drama che avevo nella mia watchlist e qualche altro che si è aggiunto lungo la strada grazie a Netflix
La mia lista di 21 drama:
Korean drama: • Memories Of The Alhambra (rewatch) • My Holo Love • Crash Landing On You • Man To Man • Abyss • Hyde, Jekyll & Me • The King - Eternal Monarch • Mystic Pop-Up Bar • The Legend Of The Blue Sea • Goblin • 7 First Kisses • Rugal • My Love From Another Star • Hotel Del Luna • City Hunter • Vagabond •
Taiwanese drama: • Triad Princess • A Taiwanese Tale Of Two Cities
Chinese drama: • Well Intended Love
Thai drama: • My Dear Warrior
Japanese drama: Alice in Borderland
Iniziamo ^_^
1) Drama preferito del 2020
“Hotel Del Luna”
E’ stato uno di quei drama che mi è piaciuto dal primo istante che l’ho iniziato... ogni personaggio ben strutturato con un background che mi ha subito colpito. Ho amato tutto di questo drama... la storia, i personaggi ben interpretati e con una bella storia alle spalle, i personaggi di contorno che mi hanno emozionato con le loro storie, la colonna sonora che mi ha stregato, gli attori bravissimi nei loro ruoli... cioè mi è piaciuto anche il finale drammatico ma soddisfacente allo stesso tempo.
Devo dire che è stato arduo decidere perchè a primo impatto avrei risposto Goblin (che ha un posto speciale nel mio cuoricino, uno dei drama più belli che io abbia mai visto. Gong Yoo meraviglioso) ma questo mi ha emozionata e colpita piacevolmente in questo 2020 quindi mi sembrava giusto dargli il podio per il mio drama preferito del 2020 ma solo perchè il mio preferito in assoluto è un rewatch e non mi sembrava giusto metterlo sempre in mezzo XD
2) l’ultimo drama che hai visto quest’anno
“Alice in Borderland”
l’ho iniziato così per caso con mia madre e alla fine invece mi ha intrigato... infatti adesso io e mia madre aspettiamo con ansia la seconda stagione. Diciamo che speravo che fosse auto conclusivo ma pazienza
3) Un attore e un attrice che hai scoperto quest’anno
Lee Seung Gi è stata una bella rivelazione di questo 2020... l’ho scoperto guardando Vagabond e me ne sono innamorata con Twogether anche come persona. Lo trovo molto bravo come attore e simpaticissimo come persona quindi non vedo l’ora di vedere altro con lui specialmente “A korean Odyssey”
Kim Go Eun invece è stata la rivelazione femminile di questo 2020.... l’ho amata in The Eternal Monarch e adorata in Goblin e sono curiosa di vedere altro con lei perchè la trovo molto brava ed espressiva come attrice
4) Un drama che hai visto che sapevi che non era il tuo genere ma che poi ti è piaciuto
probabilmente “Alice in Borderland” anche se in realtà io non ho un genere preferito di drama, sono una persona che va ad istinto e quindi se inizio qualcosa principalmente lo faccio perchè qualcosa nel trailer o nella trama mi colpisce ed infatti alla fine questo mi è piaciuto
5) Personaggio con la migliore evoluzione
Yoo Jin Woo di Memories Of The Alhambra è il mio personaggio preferito in assoluto, è quel personaggio che nel corso di tutto il drama evolve così tanto che non puoi fare a meno di amarlo. Il CEO che vediamo all’inizio è solo una piccola facciata di quello che è Jin Woo in tutto il drama... diventa un combattente, uno storpio, un uomo bandito dalla sua societò, un perfetto gentlman con la donna che ama, un assassino e un salvatore.... insomma secondo me è l’uomo che mi ha fatto innamorare dei drama e giuro che Hyun Bin non c’entra nulla XD anche se lui ha reso questo personaggio perfetto con la sua interpretazione ed il suo modo di recitare che a mio avviso sono stati spettacolari ^_^
Memories of The Alhambra è il mio rewatch di quest’anno (3-4 volte solo quest’anno) non che il mio rewatch di ogni anno a venire da quando è uscito :P
6) Drama che ti è piaciuto meno
“7 First Kisses” sinceramente non so nemmeno se possa essere definito drama ma boh... Ho visto questi mini episodi solo perchè c’erano alcuni attori che mi piacevano ma ne avrei fatto decisamente a meno
7) Un drama che non eri sicura che avresti finito
“Crash Landing On You”
Qui credo che mi beccherò tanto odio dalle persone ma nonostante il mio amore smisurato per Hyun Bin credo che il drama era un pò troppo lento e lungo per i miei gusti. Se fosse finito prima e non avessero creato così tanti drammi forse non ci avrei messo così tanto a finirlo... ad una certa pensavo che non lo avrei nemmeno finito. Non è stato brutto sia chiaro, mi è anche piaciuto nel complesso ma mi aspettavo di più. Poi sinceramente ho apprezzato più la coppia secondaria che quella protagonista ed ovviamente l’ho preso a quel servizio, ma tutto nella norma per me. Però ho adorato il gruppo di ufficiali che secondo me sono stata la boccata di aria fresca in tutto il drama ^_^
8) Protagonista maschile preferito
Posso rispondere Yoo Jin Woo anche se è un rewatch? *si nasconde il viso tra le mani*
se però devo scegliere un personaggio preferito tra quelli nuovi di quest’anno allora rispondo “Goblin” perchè è uno dei pochi personaggi ad avere tutto... charm, dolcezza, simpatia e poi Gong Yoo lo ha interpretato divinamente.
9 ) Protagonista femminile preferita
Il personaggio di Jan Man Wol di Hotel Del Luna è uno di quei personaggi dalle mille sfaccettature e IU è stata veramente bravissima ad interpretarlo tant’è vero che è merito suo se ho detto che Hotel Del Luna è stato il mio drama del 2020. Ho amato la sua costante sofferenza e bisogno di redimersi per il suo passato, ma anche il suo ritorno a rivivere quando riscopre di poter amare di nuovo. E’ stata una bella scoperta
10) Miglior Coppia
Yoo Jin Woo e Jung Hee Joo di Memories Of The Alhambra sono la mia coppia preferita per eccellenza... non hanno avuto tante scene come coppia ma l’evoluzione della loro storia mi è piaciuta così tanto da farmeli amare tanto. C’è stata una frase di Jin Woo che mi ha fatta innamorare di loro
in questo preciso istante ho capito che per me loro sarebbero stati “la coppia” e che li avrei amati per sempre.
11) Miglior scena d’azione
“Vagabond”
C’è questa scena nella prima puntata del drama in cui lui per inseguire il terrorista che ha fatto precipitare l’aereo in cui viaggiava il nipotino di 10 anni inizia a correre su tutti i tetti delle case in Marocco e poi fa un salto spettcolare sul camioncino in cui stava scappando il terrorista... questa scena mi ha fatto salire l’adrenalina a mille... in realtà un pò tutte le scene della serie sono al cardiopalma e mi hanno piacevolmente stupida ma quella mi è rimasta impressa particolarmente
12) Il peggior outfit?
“Legend of the Blue Sea”
Beh diciamo che in questo drama lei essendo una sirena ne fa di abbinamenti sbagliati di tanto in tanto... però sono più comici che cosi orribili. In fondo in ogni drama che ho visto nessuno ha avuto un outfit così orribile sinceramente
13) Il drama più datato che hai visto in questo 2020
“City Hunter”
E’ del 2011 quindi tra quelli che ho visto quest’anno è il più vecchio di tutti ma l’ho adorato alla follia. Avevo già Visto Lee Min-Ho in altri drama ma credo che questo sia quello che ho preferito di più. Conoscevo l’anime di City Hunter ma questa versione qui mi ha piacevolmente stupita ed ho apprezzato Min-ho sia nella recitazione che nelle scene d’azioni che qui sono moltissime rispetto a The Eternal Monarch
14) Hai droppato drama? quali?
“Alice”
Avevo visto vari trailer e mi aveva particolarmente intrigato la storia ma poi l’ho abbandonato al terzo episodio... probabilmente un giorno lo riprenderò ma non adesso
15) Miglior Momento comico
“Goblin”
non credo che in questo drama ce ne sia uno solo ma tantissimi... ogni momento tra il Goblin e Grim Reaper sono esilaranti quindi perchè scegliere? :P
16) Miglior bacio
Yoo Jin Woo e Jung Hee Joo di Memories Of The Alhambra
Questo bacio mi emoziona ogni volta che lo vedo... lui che ha paura di aver perso tutto e chiede una conferma all’unica donna che ha sempre dimostrato di tenere a lui senza chiedere nulla in cambio a differenza di tutte le altre persone della sua vita. Questo bacio mi ha colpita tanto e mi ha fatta innamorare di loro ancora di più, ho dovuto aspettare 11 episodi ma ne è valsa la pena ^_^
17) Miglior Villain
Yi Rim di The King - Eternal Monarch credo che sia uno di quei cattivi che si odia parecchio e poi pur di raggiungere i proprio scopi non guardava in faccia nessuno
18) Peggior Villain
“Abyss” Seo Ji Wook sinceramente era poco credibile come Villain, ma in realtà proprio il suo personaggio era poco credibile da tutti i punti di vista a mio avviso
19) Peggior Ship
Luna & Hoshi di “My Dear Warrior” sarà che ormai mi ero affezionata a vedere Sky con Hoshi ma Luna era proprio poco credibile con lui, infatti nonostante nel manga loro avessere un’ottima chemistry quando vengono catapultati nella realtà proprio non riuscivo a vederceli insieme
20) Miglior Colonna Sonora
“Goblin”
Credo che non ci siano parole per descrivere la bellezza di ogni canzone di questa OST, non smetterei mai di ascoltarla. Tra le mie canzoni preferite cmq vi segnalo “Round and Round • Stay with me • Beautiful • I will go to you like the first snow”
come bonus comunque aggiungo “Is You” di Ailee tratta dalla colonna sonora di Memories Of The Alhambra che è MERAVIGLIOSA
21) Miglior ambientazione
“Hotel Del Luna”
l’ambientazione e le atmosfere di questo drama sono una delle ragioni per cui mi è piaciuto tantissimo. Hanno dato un tocco di passato in un mondo moderno come il nostro. Piacevole e bello
22) Miglior scena WTF
“Rugal”
quando mi sono resa conto che lo psicopatico di turno in realtà era psicopatico per colpa della rugal stessa e che era stato la prima cavia dell’organizzazione
23) Personaggio più intelligente
Go Nan Do di “My Holo Love” ci vuole un’intelligenza non indifferente per creare un AI che riesca ad interpretare anche le emozioni della persona con cui sta interagendo... quindi clap clap a lui
24) Personaggio meno intelligente
Le amiche di Sky di “My Dear Warrior” sono le ragazze più stupide che abbia mai visto... non potevo sceglierne una sola mi dispiace XD vanno prese insieme
25) Miglior personaggio comico
Jo Eun Sub di The King - The Eternal Monarch è stato credo il personaggio che più mi ha fatto ridere quest’anno ^_^ Ho adorato le scene in cui aveva questi slanci d’affetto con le persone o in cui aveva così tanta paura da nascondersi mentra il “lui” del mondo parallelo era figo e senza paura. Ho ADORATO da morire
Un clap clap a Woo Do Hwan per avere interpretato divinamente entrambi
26) Miglior Second lead maschile e femminile
“Goblin”
Sunny & Grim Reaper mi sono piaciuti tantissimo come second lead in un drama ed infatti non vedo l’ora di vedere “Touch Your Heart” per rivederli insieme di nuovo
27) Peggior Second lead maschile e femminile
il peggiore maschile credo che sia il procurato di Abyss. Sarà colpa dell’attore che proprio non mi garba ma il suo personaggio l’ho sempre trovato viscido e poco credibile.
Il peggiore invece per le donne credo che possa essere una delle partecipanti al gioco di Alice in Borderland che non so nemmeno se posso definirla second lead però è l’unica a venirmi in mente rispetto a tutte le altre che mi sono piaciute
28) Miglior momento triste
I momenti finali di A Taiwanese Tale of Two Cities quando la protagonista decide di tornare a San Francisco dopo la morte del padre e vuole lasciarsi morire nella stessa città dov’è morta la mamma e dove è stata felice per un pò di tempo... E’ stato veramente triste ed ho pianto come una fontana. Sono stata male per giorni dopo questo finale, mi sembrava che mi mancasse una parte di me stessa
29) Peggior finale
“Vagabond”
lo definisco peggiore non perchè non mi sia piaciuto il drama ma perchè gli hanno dato un finale aperto e senza una sicurezza di rinnovo sinceramente mi sento un pò presa in giro perchè non so se saprò mai come sarebbero andate a finire le cose tra Dal Gun e Hae ri *lacrimuccia*
30) Miglior Bromance
Goblin & Grim Reaper
ogni loro scena era esilarante e scaturiva bromance da tutte le parti... ero indecisa se shippare più loro o la coppia principale :P
cmq aggiungerei anche Yi Gon e Jo Young di The Eternal Monarch perchè si shippavano troppo ed alcune delle loro scene erano esilaranti
31) Miglior attore e Migliore attrice
Miglior attore: Hyun Bin
non credo che servano parole per descrivere la bravura di quest uomo ^_^ E’ spettacolare in qualsiasi cosa fa e quest’anno ho visto un pò di drama con lui e quindi mi sono ancora più innamorata delle sue fossette adorabili.
Miglior attrice: IU
l’ho adorata in Hotel Del Luna da ogni punto di vista... sia nelle scene drammatiche che in quelle comiche in cui si comportava da pazza. Non vedo l’ora di vedere altro con lei
32) Il personaggio che hai amato di più
Escludendo Jin Woo di Memories che è un rewatch, direi che il personaggio che ho amato di più è il Goblin... uno di quei personaggi ben strutturati ed interpretati divinamente di cui non puoi fare altro che apprezzare ogni sfaccettatura.
33) il personaggio che hai odiato di più
La matrigna di Heo Joon Jae in “The Legend of the Blue Sea”... l’ho odiata tantissimo per quello che ha fatto al personaggio di Lee Min-Ho da adolescente e cosa ha continuato a fare per tutto il tempo pur di ottenere soldi e potere. Una donna spregevole che ha cresciuto poi suo figlio peggio di lei
34) Quale personaggio vorresti essere e quale no?
Vorrei essere JI Eun Tak di Goblin perchè non mi dispiacerebbe essere la moglie del Goblin con tutti i drammi annessi e connessi alla cosa ^_^
Non vorrei essere Nian Nian di A Taiwanese Tale of Two Cities perchè poverina ha sempre vissuto una vita all’insegna del costante senso di abbandono quindi non ha mai vissuto veramente appieno la sua vita fino a quando non ha deciso di inseguire l’idea che aveva della madre e andare a San Francisco. Però mi sono sempre sentita un pò triste per lei, perchè anche quando era felice in realtà mi ha sempre dato la sensazione di non essere felice nemmeno quando faceva credere di esserlo.
35) Quale drama meriterebbe un sequel?
Memories Of The Alhambra senza ombra di dubbio... io voglio troppo sapere se Jin Woo e Hee Joo finalmente si rincontreranno.
Che cavolo me la merito una gioia ^_^
36) Una frase o una scena che ti è rimasta impressa ancora oggi
questa frase tratta da “Memories of the Alhambra” mi è piaciuta moltissimo. Poi da lì è iniziata la magia che ha catapultato entrambe le loro vite in qualcosa che non avrebbero mai creduto di vivere.
37) Di quale drama faresti un rewatch adesso?
In questo momento ho voglia di rivedere (a parte Memories) My Holo Love.... è da qualche giorno che ci penso e me lo rivedrei molto ma molto volentieri
38) I 3 attori e le 3 attrici più belle
Hyun Bin
Gong Yoo
Lee Min-Ho
IU
Park Shin Hye
Bae Suzy
39) Un drama per riflettere, uno per piangere ed uno per rilassarti
Il drama per riflettere e piangere per me è “A Taiwanese Tale of Two Cities” perchè secondo me tratta tantissimi temi importanti tra cui la solitudine, la depressione ed il suicidio
Il drama per rilassarti invece potrebbe essere “My Holo Love” perchè è leggero e molto piacevole da vedere e poi c’è Holo che è adorabile ^_^
40) Peggior attore e peggior attrice
Peggiore attore: Kwon Soo Hyun ... purtroppo a pelle non mi ispira nulla e non mi piace la sua espressione facciale
Peggiore attrice: Kim Sa Rang ... non mi ha per niente convinta in Abyss
41) Una ship fittizia che shippi?
Lee Min-Ho e Kin Go Eun perchè sono così carini da vedere sullo schermo che secondo me sarebbero anche tanto carini nella vita reale ^_^
42) Una serie che merita più conoscenza
“Memories Of The Alhambra” è stata molto sottovalutata e poco apprezzata dalla critica quando in realtà è molto innovativa e con un cast molto bravo ed una storyline fighissima
43) Se potessi resuscitare qualcuno…chi sarebbe?
Probabilmente il papà di Heo Joon Jae di “The Legend of the Blue Sea” perchè è stato brutto vedere che alla fine dopo tutto quello che ha passato ha dovuto soffrire la perdita di un padre proprio quando stava per ritrovarlo per colpa di una matrigna odiosa
44) Un oggetto/potere/abilità che vorresti
Mi piacere molto avere Abyss, la sfera che ti permette di riportare in vita le persone con l’aspetto della loro anima ^_^
45) Se potessi uscire con un personaggio di un drama, chi sarebbe?
Questa domanda è veramente difficile perchè sono combattuta tra un paio di nomi però probabilmente opterò per Yoo Jin Woo perchè lui è il protagonista che più mi ha stregato il cuore e poi non riesco a resistere a queste fossette
INFINE...UNA CHALLENGE: io so che nella lista avete drama inseriti nella categoria “prima o poi lo vedrò” e che ormai vegetano lì da mesi e mesi.
Bene, è ora di tenere fede agli impegni!
45 bis) Quale di questi drama ti impegni a vedere nel prossimo anno costi quel che costi?
Mi impegno a recuperare Coffee Prince, Touch Your Heart e It’s Ok Not To Be OK che ho in lista da un pò ormai ^_^
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IL PROBLEMA DELLA MUSICA LEGGERA
La musica leggera è un fenomeno relativamente recente, soprattutto se la tua età inizia a essere confrontabile col secolo. Un tempo non esisteva la musica leggera, esisteva la musica popolare. Carina, ma non ci vivevi. Se volevi vivere con la musica, dovevi dedicarti a quella che ora viene impropriamente chiamata "musica classica", mentre la musica popolare potevi cantarla nei campi o al compleanno del nonno. Nessuno faceva come lavoro il compositore di musica popolare, era assurdo solo pensarlo. Al massimo i compositori prendevano la musica popolare e la usavano come ispirazione. Ci sono tanti esempi a questo proposito, ma il mio preferito è la trentesima variazione Goldberg, dove Bach prende due canzoni contadine, qualcosa tipo "Rosalba ti amo" e "Verza e costine è la morte sua", e le combina insieme creando questo capolavoro
Certo sarebbe bello se Bach fosse ancora vivo e potesse fare la stessa cosa con Fausto Leali e i Nirvana. Pagherei.
Oggi c'è l'industria della musica leggera e quindi è più facile vivere con le canzoni che con qualsiasi altro tipo di musica. E fin qui tutto bene: se una cosa è semplice, mica deve essere per forza brutta. Meglio una birretta del supermercato che quei vini arancioni cosiddetti "naturali" che sanno di Vinavil. Non è la semplicità il problema della musica leggera (cfr. La musica classica non esiste). Il problema della musica leggera è che spesso suona falsa.
Molto spesso.
Prendiamo Beethoven. Quando Beethoven usava la forma sonata, era preoccupato che la ripresa potesse suonare falsa. La ripresa è una riproposizione più o meno variata dell'esposizione, e Beethoven aveva paura che si sentisse lo sforzo compositivo di rendere interessante una cosa già sentita. Incredibile, no? Oggi le canzoni ti fanno sentire lo stesso ritornello trenta volte senza nessun problema e Beethoven si preoccupava della ripresa. Ecco perché nella sua musica la parte che precede la ripresa è un momento molto delicato, quasi ansiogeno. Non sono cose che ho scoperto io, eh. Me le ha dette Adorno.
Per Beethoven, tutto ciò che lasciava trapelare lo sforzo compositivo correva il rischio di suonare falso. Ma anche nascondere questo sforzo poteva suonare falso, visto che anche far sembrare spontaneo ciò che è costruito richiede uno sforzo compositivo. In fondo questo è il paradosso dell'arte: una finzione che aspira alla verità.
Prendiamo ora uno dei migliori esempi di musica leggera novecentesca: Creep. Non sono ironico, la considero veramente una bella canzone. Ciononostante suona falsa.
Già il fatto che ci sia questa maledetta batteria rende tutto abbastanza falso. Ora noi ci siamo abituati a sentire la batteria e ci sembra una cosa normale, ma ci rendiamo conto che mentre questi suonano la loro canzone, c'è uno che prende a bastonate delle scatole? E non le prende a bastonate a caso, che magari potrebbe essere interessante, ma a tempo! Cioè, voglio dire, c'è uno che sottolinea il tempo di una canzoncina in 4/4 con delle bastonate. È come se le sonate di Beethoven venissero suonate col metronomo acceso. Un metronomo a 160 decibel.
Ma lasciamo stare la batteria, ok? Ormai la batteria fa parte del folclore terrestre, posso accettarla, quello che più di tutto fa sembrare false le canzoni non è la batteria, i tamburelli o le nacchere, ma l'enfasi. Perché c'è tutta quell'enfasi? Enfasi nell'arrangiamento, enfasi nell'interpretazione, enfasi dappertutto. A cosa serve? È come se uno facesse gol nella partitella settimanale coi colleghi e esultasse come se fosse la finale dei mondiali. Voglio dire, fa ridere.
Per avere un'idea di tutta l'enfasi che c'è in Creep (bellissima canzone, seriamente), non serve neanche ascoltarla, basta un'immagine del video.
Cioè, ci manca solo il mascara che gli cola sulle guance.
È per questo motivo che la musica leggera andrebbe sempre accompagnata con un po' di ironia. Se non puoi raggiungere la verità, almeno punta alla sincerità.
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[Shoto's moment - Tattoo's Land]31.10.2020 - 7.00#SpookyRevenfire #Ravenfirerpg
*non ha quasi chiuso occhio quella notte Shoto, troppo nervoso per ciò che aveva deciso di fare e nel preparare quella sorpresa per Blake. Quell'ultimo tentativo di fargli capire che separati sono vulnerabili ed insieme sono forti. Si è recato presto al Tattoo Land, chiedendo a Jaxon il favore di fargli lasciare un cd e una lettera nello studio di Blake. Fortunatamente il fratello minore del dood sembra averlo in simpatia e l'ha lasciato fare.Non è stato difficile scegliere le canzoni da incidere sul cd, dopotutto le ascolta di continuo pensando a lui a loro due e piangendo, ormai da giorni. Il problema è stato sceglierne solo 13, perché tutto gli fa pensare a Blake, anche il proprio riflesso*"Caro Blake, Non sapevo più in che modo dirti ti amo, spero che questo cd ti aiuti a capirlo. Non sono debole, non sono Joanna. Non sei tu a rendermi vulnerabile, ma lo è vivere senza di te...questo mi fa star male. Pensaci ancora una volta, un'ultima volta. Ti aspetto alla festa di Halloween di stasera, se mi ami e mi vuoi ancora....se non verrai da me capirò che hai preso lantua decisione e la rispetterò. Spero tu ci sia. Ti amo da morire, Il tuo Luccichio"*poggia la lettera sul cd, senza riuscire a trattenere le lacrime e poo esce dallo studio, chiudendolo a chiave e passandole a Jax che ringrazia con un piccolo sorriso e un abbraccio prima di andarsene. Ha un terrore tremendo che, nonostante ciò, Blake non si presenti stasera...e anche se si è promesso di rispettare la sua decisione e lasciarlo in pace, non riesce a pensare di vivere senza di lui*
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/ Penso di dover spendere 4 parole a proposito di questo post, di quest’idea, di questo tutto così straziante eppur meraviglioso.È speciale ricevere qualcosa, così di punto in bianco.Ho provato sensazioni intense, è stato come essere Blake, nessun muro ci ha separati all’ascolto di questa musica e alla lettura di queste parole. È un’esperienza di profondissimo legame con ciò che si scrive e con ciò che si sente e con ciò che si riceve come un dono. Perché Al, questo post, è un regalo, un regalo non solo per Blake, ma anche per me che, nonostante i tentativi di questo pg, avevo addirittura pensato di chiudere. Invece, ci sei stata tu come un raggio di luce e Blake è sbocciato così com’è, grazie a te.È stato preziosissimo, è stato qualcosa che a parole non si identifica e l’ho apprezzato così tanto da stare qui a scrivere e cercare di dire qualcosa anche in off (perché sì, in on posterò), ma non riuscirò mai a trasmettere tutto.Grazie Al, grazie dell’intensità di ore passate a piangere, a vivere una vita diversa, ad essere più sensibile, ad essere ad un passo quasi da una letteratura più che di un roleplay. Grazie. Grazie per ogni minuto che spendi a scrivere, a ideare, a sopportarmi, grazie per essere la mia forza, la forza di Blake, per esserci.Io sono devastata, ma ti voglio veramente bene. Se potessi, ti abbraccerei.Sei una bella anima.Ti amo
//grazie a te, perché oltre ad avermi dato una delle storie più belle che si possano desiderare, mi hai anche donato la tua amicizia, il tuo cuore e il tuo aprirti con me...perché so che non è una cosa che fai spesso. Sopporti la mia creepy cuteness, il mio essere needy of love h24 ed è tanto per me, perché so di essere pesante. Per questo ti ringrazio, di essere una persona speciale per me e che io lo sia per te. Ti amo tantissimo
/Senza di te io non avrei potuto mai fare nulla di questo personaggio, sei tu la parte più bella di questa storia a 4 mani. No, non lo faccio spesso, ma donarti il mio cuore e aprirmi con te è parte di una decisione a monte: cercare di essere più prossima a te possibile, volerti bene, imparare anche ad essere parte di tutto questo needy of love che io, forse non te l’ho mai detto, ma adoro, perché so che sei tu. Sei semplicemente tu. Vorrei accorciare le distanze, vorrei farti capire che non sei per niente pesante, sei... soltanto speciale, hai solo bisogno di tanto amore, di una spalla. Io voglio essere quella spalla, appoggiati pure con tutti i pesi, li portiamo insieme, farà meno male la schiena. Sei una persona speciale, sei diventata importante, non dimenticarlo mai. Ti amo tantissimo anch’io ❤️
//SKDJSJSJDBHDUSUZUSJNSBEBESJJD IO UN GIORNO DI QUESTI TI STROPICCIO DI COCCOLE E POI NE RIPARLIAMOOOOO AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH 😭😭😭😭💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕💕
Blake Edward Hill
31.10.20 08.00 a.m. #SpookyRavenfire #Ravenfirerpg *L’ennesimo Halloween, l’ennesima festa schifosa anti-clericale dell’anno. Ha l’umore a terra. È andato in chiesa questa mattina proprio per pregare che nessuno compiesse peccati o subisca peccati, soprattutto Shoto che potrebbe cadere fra le mani di chissà chi, perché, si sa, le feste fanno impazzire la gente. Eppure Blake si sente un po’ Halloween, l’antivigilia di tutti i morti, compresa Johanna, ma tranne Shoto. È la sua natura orrenda che glielo detta, quella stessa che vorrebbe lacerare e strappare da se stesso. Ha ricevuto un messaggio da Jaxon, qualcosa di strano che deve dire a Shoto, ma lui alla festa non ci andrà. Non ha voglia, non è un bel periodo, seppur abbia scelto lui stesso molte delle conseguenze che ora si susseguono come tanti pezzi di un puzzle, o forse meglio di un cuore, infranto in mille pezzi. Estrae dalla tasca la chiave del suo ufficio nel Tattoo Land, ma un profumo familiare gli chiude lo stomaco. Sa di rose nere, è un aroma di persona, è un’essenza che gli risveglia perfino le budella. ”È stato Shoto qui dentro“, pensa prima ancora di vedere un piccolo cd con una lettera. È una cosa estranea alla sua postazione quindi non può non notarlo, ma ha paura. È il terrore delle emozioni. Chiude gli occhi, non riesce ad avvicinarsi, si sente... minato. Forse è la porta aperta. È così allora che con un “elegante” calcetto la chiude. Respira, una mano va a controllare la sua borsa e la presenza della morfina in essa. Fa un passo, il cuore gli batte forte, l’odore di Shoto aumenta. È sicuro che quella /cosa/ l’abbia toccata lui.* « Cazzo, Blake eh.. » *Mormora e alla fine una mano si allunga e prende la lettera. Aveva ragione, è Shoto. È inconfondibile l’essenza della sua pelle per i sensi di Blake. I suoi sensi ora tendono a lui. Il corpo di Blake non esiste più e nemmeno il suo narratore. Scorreranno, di conseguenza, soltanto i suoi pensieri, quelli confusi, quelli che caratterizzano la sua esistenza. È tutto un universo che si regge da solo, o forse non regge affatto. * “ Ciao anche a te, Shoto. Mhh.. quindi hai deciso tu le track del cd. Jaxon lo sapeva.. Quindi dovrei andarci? Tu sarai di nuovo ubriaco? Ah... allora no, già tutte quelle persone mi irriteranno. Il /mio/ Luccichio... “ *Golpe al cuore. * « Dio, quante canzoni... » ___________ Thoughts __________ Chapter I : I’ve a voice in my mind which talks about you. And this Voice seems to be immortal. { BORN THIS WAY - LADY GAGA “ È difficile mettersi ad ascoltare voci che parlano di te, che prestano le loro voci a te... Poi, Lady Gaga... Mi fa pensare al ballo, ma è diverso, il sound è trasgressivo, ma che dico, è aggressivo. Eppure.... I was born This Way... Dio, mi ha fatto mostro, Shoto.. Sono un mostro e ne sono consapevole, ma...Dovrei accettarmi? Dovrei fare cosa? Io non so vivere e neppure sopravvivere, io forse non mi amo...Quel Love yourself mi fa sentire un cretino...come faccio ad amarmi se non posso amarti? Perché mi fai questo? Non abbiamo lo stesso DNA... perché non capisci? “ { CAN’T HELP IN LOVE - ELVIS PRESLEY “ Ok... Questa canzone non la conosco, ma mi fa pensare a quei film vecchi che mi piacciono tanto. Non l’ho mai visto Hitchcock con Shoto... Ci rifar-no, Blake, no. Sto zitto, va. Shall I stay would it be a sin... Ma se pecco e ti perdo? Se... Ho paura e sono un imbecille. Mi manchi... ma queste canzoni sono devastanti... io l’altro ieri ti volevo scrivere, se lo avessi fatto mi sarei risparmiato queste lacrime? Ti amo già, non ho mai smesso di farlo, ma dovevi solo aiutarmi a farmi fuggire da te, non a perdermi ancora nel tuo... amore. “ { I GOT YOU - SONNY AND CHER “ Questa canzone è proprio il tuo sorriso. Il sound mi fa pensare a quando faceva freddo, a quando pranzavamo all’obitorio e avevi visibilmente freddo... Ah, i fiori! Quella rosa... Wear my ring. Sono andato a vedere un anello, Shoto. Ero convinto di poterci davvero provare, no, non era l’anello della promessa, era uno diverso, uno da... m-mar-Oddio, mi sto affogando.... Ho fallito e poi quei tuoi lividi.... Quanto ti faccio male... “ { TURNING PAGE - SLEEPING AT LAST “ Questo piano... è da brividi. Mi hai già fatto ascoltare questa canzone e poi siamo caduti uno sull’altro. L’hai messa di proposito?... Sono fragile, mi serve un fazzoletto. Cazzo, dov’è? Ah, in borsa. Voglio sorridere di nuovo quando arrossisci, mi piace questa frase, ma devi permettermi di insegnarti a difenderti da me... Shoto, fino a stasera, io... non ce la faccio. Sto piangendo, merda. Sei davvero quella turning page. Io volevo che durasse per sempre.. io... “ { DUST TILL DAWN - ZAYN & SIA “ Dove va il vento? Conosco un solo un vento nella mia vita, è quello che mi ha sempre portato a te Shoto.... Non respiro. Anch’io vorrei stare per sempre con te, toccarti... Tu nemmeno sei solo. Tu non sei solo, Shoto, io ti amo, io devo imparare ad amarti e a non farti del male e a non avere paura.... io.... Non lo so, vorrei non pensare, non piangere, non... “ [... continua ... ] · Rispondi · 3 g Blake Edward Hill [... continua... ] { THE TRUTH UNTOLD - BTS “......... La so a memoria, posso farcela. Posso ascoltarla... Salti tu, salto io... Dio, quanti ricordi di te. Sento il profumo ovunque sotto il naso come se la mia pelle avesse ormai il tuo profumo. Forse è la stanza.... Non respiro più, sto piangendo come un coglione io, dooddrear, una bestia che piange, ci credi? Ha mai pianto una bestia che tu sappia? Mi manchi. Io sono quel giardino secco e vuoto, solo, brutto, schifoso, bestiale... senza te. I still want you.... Dio, se potessi.... Shoto... Se fossi umano, se fossi qualsiasi cosa... se avessi te... “ { OTHER SIDE - RUELLE “Incomincio ad avere la gola chiusa, penso di non riuscire ad andare avanti. Adesso chiudo tutto.... però volevo ascoltarle....Blake, devi infliggerti dolore, l’hai voluto tu. Ok. Avvio. Ho i brividi. Ho freddo. I dooddrear possono sentire freddo mentre concepiscono di aver fallito? Possono sentire freddo mentre scavano la fossa a quei broken dreams? Io sì, lo sento, sento il freddo della tua mancanza, sono anch’io dall’altro lato, Shoto. E non vivo... Forse ho sbagliato. “ { I HAVE NOTHING - WHITNEY HOUSTON “ Whitney, sei arrivato al lastrico. Non stai mantenendo la promessa per mettermi questa canzone... Non ti ho mai detto di no all’amore che provi... Sono senz’armi, senza aghi, senza niente... Non ho più nulla anch’io, non ho mai avuto niente se non te... E non ti ho abbandonato, avrei voluto dirti che non ti amo, che... Shoto, quella porta è aperta. Non ti ho chiuso niente... Se lo avessi fatto avrei fatto davvero tutto quello al ballo? Per Dio.... E chi ha qualcosa tra di noi se anche tu non hai più nulla? Almeno la voglia di rivederci è lì sepolta e non si... muove. “ { I’LL NEVER LOVE AGAIN - LADY GAGA “ Questa te l’ho messa nella lettera anch’io.... non so se l’hai capito, forse no, vedendo ciò che hai detto quando eri ubriaco... Io non toccherò mai nessuno, non proverò più alcun amore, non mi interessano altri baci ed altre labbra se non le tue... Te l’avevo scritto... Shoto.... ho paura, la verità è che ho paura di vederti anche con un altro. Voglio abbracciarti, raffreddarti, voglio imparare... Non dobbiamo dare i cuori a nessuno... Se questa canzone me l’hai ricambiata è perché.... Dio, Shoto... Hai sorriso fino alla fine mentre io ti stavo distruggendo il cuore. Dove sei?“ { TWO MEN IN LOVE - THE IRREPRESSIBLES “Non ho mai amato un principe, ma se fosse uno saresti tu. Non penso di aver provato qualcosa come con te. Penso di.... amarti, sul serio, ma chi mi insegna cosa sia davvero l’amore? Forse pensi che il problema sia.. l’omosessualità? Hai pensato questo? Se hai pensato questo sei... uno scemo. Voglio solo vederti vivo, di questo essere strano non mi preoccupo. Non riuscirei a nasconderlo. Dio, quant’è forte questo I’m in love... mi sembra addirittura urlato... e.. Shoto, Shoto, Shoto... “ ................. Broken Thoughts and a Lost Heart ................................... { AS LONG AS YOU LOVE ME - SLEEPING AT LAST “ Who I’m am, What I did... Quindi Johanna non ti fa paura davvero? Quindi che io abbia ucciso una persona non ti fa sentire pronto a scappare?... Io... Shoto come fai? Shoto... Ahi! Cazzo... sono caduto. Ma forse è meglio qui, sul pavimento... sono una nullità... perfino le sedie mi disprezzano mentre tu.... “ { LIGHT - SLEEPING AT LAST “ Che intro lunga.... Light. Light... Conosco soltanto una luce e quella sei tu... perciò, cosa vuoi dirmi? Hai perso la luce, Shoto? Cosa vuoi dirmi? Perché non parla?... Ah ecco. La luce sei tu... C’era luce intorno a me solo perché c’eri tu. Ora tutto è più buio, penso... pensavo di meritarmi questo buio, ma non riesco.... Mi sento amato, mi sono sentito amato dall’inizio, da quando ti sei preoccupato di me. Non devi fare.... promettere niente, hai fatto il meglio, fai sempre il meglio. Sei tu il meglio. Sono io che sono un coglione... Io dovrei prometterti di fare del mio meglio, io lo farò...Shoto... “ { FIRE ON FIRE - SAM SMITH “ Sono straziato. Come ho fatto a salvarti dal freddo se sono così ghiacciato? Ho anche gli occhi di ghiaccio... Shoto, io non sono perfetto per niente, sei tu quello perfetto... Siamo peccatori, ma tu che peccato hai fatto? Shoto... Già ho rovinato tutto... Dio... che devastazione. “ *Resta lì, le canzoni terminano, il narratore ritorna e anche il corpo. La sensazione di riavere un corpo, quel corpo, la sensazione di sentirlo, di sentirsi dopo essersi concentrato solo sull’astratto lo devasta maggiormente e lo immobilizza. Perfino i pensieri si immobilizzano, quegli stessi che prima vorticosamente si rincorrevano. Chiude gli occhi, alza il ginocchio, appoggiando la pianta del piede a terra. * « Voglio sognarti. Ora. »
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Dal mio diario 30 settembre 2019
Sono tornata a fare delle cose sbagliate e so che non riuscirò mai a far capire alle persone perché sto facendo tutto questo . Le mie amiche sono incazzate , uguale i miei genitori , non riescono più a gestire questa situazione , a stare dietro la mia testa marcia ma io non ho mai chiesto loro di farlo perché nemmeno io riesco a correrle dietro. La mia mente è avanti anni luce . Ha la capacità di pensare al cubo , di portarmi in altri mondi e di oltrepassare qualsiasi tipo di conversazione e limite umano. È anche per questo che non riesco piú a seguire bene dialoghi , guardare i film e vivere in mezzo agli altri -oltre alla malnutrizione , ovviamente- Non lascia scanso a niente e nessuno , nemmeno a me. Venerdì alla manifestazione sono svenuta e dirlo non mi fa nessun effetto perché non riesco a preoccuparmi per me stessa come mi preoccupo ogni giorno per gli altri. Dare tutto l’amore che posso , sforzarmi , farmi in mille pezzettini per le persone a cui voglio bene mi sembra lecito ed è l’unica cosa che mi ha sempre resa viva anche prima di tutto questo , quando ero una specie di animale fuori controllo. Loro non meritano male , devono avere tutto quello che io posso dargli , io il dolore lo posso sopportare, loro no. Ho passato tutta la giornata con A , è stato bellissimo ma sono arrivata all’una che mi accasciavo sul pavimento di Galleria Umberto per i morsi della fame. Sentivo lo stomaco letteralmente disintegrarsi , lo mantenevo come se servisse a qualcosa. A voleva costringermi a mangiare e ci stavo pensando a farlo , come tutte le persone normali , eppure quella maledetta voce che sento sempre mi gridava senza pietá : “Vuoi davvero illuderti che un ragazzo sia interessato a te ? Alla tua salute? Ma chi se lo prende un guaio come te? Non ti illudere.” Lei é l’unica a cui poter dare ascolto , così spietata che non lascia spazio a niente. La mia psicologa dice che posso controllare i miei pensieri e anche questa voce così cattiva con tanto lavoro ma io sto iniziando a perdere le speranze, non ci credo più. Il giorno dopo sono andata a dormire a casa di Orsola , eppure ho passato la prima ora in totale loop. Eravamo nella sua vecchia casa per prendere delle cose e portarle in quella nuova e io non riuscivo a fermare quella cascata di pensieri che mi invadevano il cervello. Lei mi parlava ma io non riuscivo ad ascoltarla per davvero. Mi sentivo ingombrante, camminavo senza sfiorare nulla , l’angoscia e la paura mi stavano assalendo. È possibile che io non riesca più a godermi nemmeno un week-end con la mia migliore amica ? Mia mamma aveva raccomandato alla mamma di Orsola che mangiassi perlomeno quello che mi ero portata da casa. Perché si , io non mangio più fuori . Se sentissi l’olio come condimento potrei morire sul colpo. Quando i miei amici al Vomero si misero la bustina di zucchero sulla lingua e dopo bevvero la Coca Cola mi misi a piangere. Io riuscivo a sentire lo zucchero dentro me insieme al grasso che aumentava. Se ne sono accorti tutti che soffro di disturbi alimentari , anche il compagno della madre di Orsola ha fatto dei commenti sull’anoressia e sui minuscoli pezzettini che provavo a mettere in bocca. Ho rifiutato tutto e come se non bastasse non ho resistito alla tentazione di vomitare. Sono più tipa che resiste alla fame , non mi abbuffo per poi vomitare ma quando mi costringono a mangiare quella é l’unica soluzione per non digerire il cibo. Qualcosa però stavolta è andato storto. Nel water ho visto del sangue. Ho avvisato Orsola e ci siamo accorte del fatto che mi fossi tagliata l’ugola , avevo una specie di taglio insanguinato che non ha mai smesso di farmi male. Ho cercato di distrarmi e abbiamo guardato le Winx insieme e ... signori miei sono stata capace di paragonare le mie gambe a quelle di fate in un cartone animato. Le osservavo , le paragonavo e cercavo di capire quale tra di loro avesse le gambe più magre e commentavo anche. Orsola non mi criticava ma evinceva nel suo sguardo una specie di tristezza mista a preoccupazione. Per me non esistono più persone ma solo corpi a cui paragonarmi , tutti i giorni , ovunque. Anna odia quando lo faccio , mi sopporta dall’inizio , è stata con me nel bene e nel male. Nel libro di Valentina Dallari ho visto me e lei in una scena. Stavo andando a casa di Chiara , avevo una gonna gialla e la maglia dei Rolling Stones , sua mamma aveva insistito per venirmi a prendere e non lasciarmi camminare. Quando sono entrata in macchina Anna stava lacrimando e mi guardava . La madre mi disse “stai diventando invisibile” e Anna che provava a spiegarmi che avevo le gambe piccolissime e io che me ne vergognavo in realtà perché troppo grasse. Io , Orsola , il nostro gruppo di amici maschi ed Anna siamo usciti ad Aversa. Ho saltato 3 pasti, ho fatto 10 chilometri e sono per l’ennesima volta arrivata a casa con i morsi di fame che mi piegavo ma non ho accettato nulla che Orsola volesse volesse offrirmi . Ho messo il pigiama che mi cadeva da dosso come il jeans che avevo messo per uscire ma stavolta non potevo fare buchi nelle cinture. Non ho resistito a fare foto e video al mio corpo , al pigiama e quando le ho viste mi sono tranquillizzata ma sorpresa. Non mi vedo mai come sono allo specchio , mi odio , mi faccio schifo , mi picchio e mi tiro il grasso da dosso ogni volta. A luglio la mia psicologa ha pensato di mandarmi da uno psichiatra perché l’immagine che avevo di me stessa e addirittura degli altri era completamente distorta e io mettevo delle barriere , passavamo le ore che potevo sfruttare per fare terapia a litigare. Nelle foto c’erano le ossa , le costole fino a sotto l’ascella , si vedeva tutta la gabbia toracica e i fianchi da fuori . La pancia era talmente piatta che risultava ridicola tra le costole e i fianchi. Beatrice ed arrabbiata , ha paura che io possa morire , dice che devo andare in ospedale ma io non voglio. “Ginevra sai una cosa? Ho sempre pensato che fossi pazza, stravagante, ma ti posso dire che eri normalissima. Tu sei pazza adesso” mi ha detto e ha continuato : “Complimenti, perché ti piace la versione peggiore di te che potevi scoprire, io so solo che ti rivoglio com’eri” non capendo che io com’ero prima non ci voglio tornare mai più. Stavo malissimo comunque , in famiglia ero la pecora nera , combinavo guai minuto per minuto , mi sentivo in gabbia , non riuscivo a piangere , sfogarmi , sentivo solo rabbia e le persone hanno fatto qualsiasi cosa in loro poter per contribuire a questa merda. Lei lo sa quante volte non venivo capita , quante altre tornavo a casa che avevo appena finito di picchiarmi e soprattutto , tutto quello che ho vissuto in quella maledetta e schifosa scuola. È una versione di me che non voglio più rivedere. Non che questa sia il massimo ma almeno riesco a pensare ... beh , forse troppo . Anzi , sicuramente. Andavo avanti solo pensando ai miei sogni e lottando per i miei ideali : diventare un hippie , andare sul Machu Picchu come scalatrice , aiutare le persone , andarmene via da questa realtà che mi stava troppo stretta , incontrare Camila , il mio idolo , realizzarmi e vivere libera. Sono sempre stata piena di sogni , mi è sempre piaciuto scatenare rivoluzioni , fare la differenza e mettermi dalla parte dei deboli ma ho sbagliato il luogo , il momento. Ho sbagliato e basta. Christian, il mio migliore amico , (almeno così dovrebbe essere) mi ha detto che gli faccio impressione , che non mi riesce a guardare così e che una persona così speciale e piena di luce non può spegnersi così. In metro mi abbracciava per non farmi cadere dato che non tocco le sbarre per paura dei germi e mi teneva stretta , non si staccava , mi ha detto che a un certo punto non ha sentito più il peso e che c’ero fisicamente ma che lui non mi sentiva e mi ha fatto pensare tanto . Il mio scopo é sempre stato quello di scomparire , di diventare meno ingombrante , meno esposta ma in questo modo sono ancora più presente. È un controsenso che spaventa. Più scompaio e più si rendono conto di me. Ho pregato per l’ennesima volta Dio di far si che sopravvivessi alla notte. Mi interessa davvero vivere? Se devo morire almeno non farmelo sentire per favore , il dolore che sto provando è fin troppo. Cercavo di parlare con lui e non con la vocina che al buio si faceva ancora di più sentire . Perché io non mi vedo così ossuta? Cosa ho fatto di male per non riuscire a vivere come tutti gli altri? Perché sto così tanto male ? Come sono arrivata a tutto questo? Mi sono ricordata di tutto quello ho passato , di quelle maledette foto inviate , di Salvatore e l’abuso , della famiglia che mi ha perseguitato , della mia povera nonnina , alla quale non sto più pensando per bene perché troppo attenta a queste cose , a quando camminavo per strada ed ero costretta a difendermi perché subivo molestie . Ho pensato a quando mi stavano per spingere giù dal terrazzo , alla professoressa Silvestri che mi denigrava e io che lanciavo i banchi , i ragazzi che mi mandavano letteralmente fuori controllo e io ... stavo peggio di ora e mi vergogno di aver vissuto quegli anni in quella maniera. Non piangevo mai , ero solo un personaggio , non più Ginevra. Perché mi sono esposta così tanto? Perché le persone sono state così cattive con me? Mi odio per ogni maledetta cosa. La mia vita è stata un caos per anni e adesso mi illudo di poterla riordinare portando nello zaino 5 amuchine , contando le calorie , controllando la fame e imponendomi le cose. Stavo male anche prima. Ho pochi ricordi felici. Io con i miei demoni ci parlo , ci gioco , o per meglio dire , loro giocano con me , mi torturano. Passo più tempo nella mia testa che nella vita reale . La parte più macabra , cattiva e masochista di me mi sta divorando. Questa malattia mi sta divorando. Credevo di avere un controllo allucinante, forza di volontà ma sono solo diventata una schiava. Christian mi ha detto che lo rendo felice . Io posso davvero rendere felice qualcuno? La mamma di Orsola quando mi sono svegliata mi ha detto che faccio impressione e che si era già accorta del fatto che stessi avendo dei problemi . Mi ha detto che ho le braccia di una bambina di 10 anni e io stentavo a crederci. Mi ha detto anche che le mie gambe sono come quelle delle Bratz , che si vede tanto e non poco. Le ho detto che non era vero e mi ha detto di misurarmi per rendermi conto di come sono davvero. Mi sono fatta venire a prendere prima da mia madre perché non avrei mai accettato di pranzare qualcosa cucinato da altri , come ho già detto , per me il condimento dei piatti è un terrore. La mamma di Orsola ha poi dovuto riferire a mamma della situazione e ovviamente è andato tutto a farsi fottere. Tra poco i miei avranno la restituzione con la terapeuta e non so cosa ne uscirà da tutto ciò. A pranzo mia madre mi ha costretta a mangiare dopo il digiuno per 1 giorno e mezzo e non so perché ma i progressi che avevo fatto anche sull’iper-attività si sono messi da parte per dare spazio a 100 addominali , 100 squat , mountain climbers , corsa . Mi girava la testa e credo di essere svenuta o non so cosa , so solo che mi sono svegliata sudata nonostante facesse fresco direttamente alle 5 e 55 sul pavimento. Ho pianto mentre lo facevo , volevo fermarmi ma quella maledetta voce mi diceva di alzare il culo. Mi odio così tanto che faccio gli addominali a terra per sentire la spina dorsale che si illividisce gradualmente. Valentina ha usato il verbo giusto per definirlo “tenere dentro” . Sentivo il cibo dentro , che scendeva e volevo liberarmene , non volevo contenerlo. È per questo che dopo ogni pasto ho le crisi , è tutto metaforico , relativamente fisico ma prevalentemente psicologico. Non riesco ad accettare di nutrirmi perché voglio lasciare che una parte di me che è andata via nessuno e niente possa riempirla. Non voglio “tenere dentro” il cibo perché ho tenuto dentro le lacrime e la vera me per anni. Ho represso paure , debolezze , pianti e mi sono rovinata. Sento l’olio scorrermi la schiena. Non riesco nemmeno a godermi le attenzioni di un ragazzo . Ho paura di amare. Ho paura di essere amata. Non riesco più a lasciarmi andare , a fidarmi di qualcuno. Ho solo 15 anni e sento uno di quei dolori inspiegabili . Mi sento una vecchia. A mi sta abbracciando , chissà a cosa pensa. È arrivata anche Anna . Chissà come vede le mie gambe. Ecco testa mia , stai di nuovo viaggiando. Ti prego almeno stamattina risparmiami.
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#0001
Vero, ci sono dei momenti di calma piatta e momenti di tempesta, maree, segue la marea il pensiero...influenza esterna indubbiamente, non è facile esserne immuni è impossibile esserne immuni, quindi condizionati...poi si alza la marea e tutto inizia, comincia a scorrere, cominciano a infrangersi pensieri di ogni tipo a seconda dell'umore a seconda del giorno...io... cominci a scavare emozioni sentimenti stati d'animo, espressioni, dolore tutto scorre ti scivola addosso lasciando il segno, sgorga dall'interno come una sorgente sotterranea...chissà se li la sorgente ha origini sotterranee o proviene da qualche ghiacciaio?naa esagerato....bha...chissene...indagherò. Guardalo, come fa ad essere cosi spensierato, pensi forse che solo la tua mente gira cosi? No, ovviamente no, forse io mi soffermo troppo ad ascoltarla forse io le do troppe attenzioni, a chi, a lei? e poi va a finire che fugge...come sempre...si spaventa e fugge, no davvero, voglio starmene per conto mio...mio Dio che cazzo ho combinato, cosa sono diventato...ripeto ripeto e ripeto ma nulla cambia il passato non cambia, bravo...veramente bravo...ormai è fatta. Irrimediabile? Irreversibile? Posso fare qualcosa? Certo che puoi fare qualcosa, nulla è impossibile no? Ma cosa...tu pensi che sicuramente un modo ci sia, ti applichi pensi e forse un modo uscirà ma no..non dipende da te, nulla dipende da te manco le tue azioni manco i tuoi pensieri...tutto è condizionato da tutto, nulla è originale nulla parte da qualcosa di nuovo, siamo pagine bianche che vengono scritte ricalcate, ognuno lascia una frase qualcosa di se e cosi veniamo formati ma di tuo cosa c'è...nulla, solo il foglio bianco... quindi non abbiamo personalità stai dicendo? non ha a che fare con la personalità, la personalità viene fuori da parole chiavi di quel foglio bianco scritto, quindi parole che qualcun'altro ha scritto sul tuo foglio, di conseguenza parole non tue, non sei tu, la tua personalità non è tua ma frutto della personalità di altri,...che a loro volta non hanno personalità propria. Quindi immagino che se la mia personalità è frutto di parole di altri, la cui personalità a loro volta è frutto di parole di altri tra cui anche le mie, quindi in un certo senso il mio foglio lo scrivo da solo con le parole che scrivo sui fogli degli altri...è questione di tempistiche, tu intervieni su fogli bianchi solo dopo che il tuo è già stato per la maggior parte scritto...quindi tu sei ciò che viene dopo? certo...il risultato, un risultato che marginalmente può cambiare, o anche essere stravolto...dipende dai casi, quindi in un certo senso sono originale? più che originale direi unico...è difficile trovare qualcuno che abbia lo stesso foglio con le stesse parole scritte sopra...è impossibile, due fiocchi di neve uguali? Allora come puoi sperare di trovare qualcuno che ti capisca, qualcuno che comprenda...impossibile, è solo questione di compatibilità, percentuali, chi più chi meno ma mai nessuno al 100% nessuno raggiungerà l'unità,....nessuno sarà mai completo per intero, tutte stronzate. Lo stomaco, troppi caffè a stomaco vuoto, ma bravo....veramente bravo, ti stai rovinando consapevolmente, esagerato....rovinando addirittura, vabbè sti cazzi. 11e30 riunione, ennesima, inutile.... riduzione costi, ottimizzazione del valore, certo come no. Devo pensare a come rimediare, rimediare, rimediare a cosa? non ricordo...a si a quel guaio che ho combinato, ma che ho fatto? come che hai fatto, hai rovinato tutto, hai fatto tutto da solo, sei un coglione, mi darà una seconda opportunità? bha dipende da lei, non puoi farci nulla. Non è vero qualcosa posso sempre farla, cosa, hai un solo colpo nel caricatore, come vuoi giocartelo? un solo colpo? si altrimenti ti fotti definitivamente, o meglio, non puoi proprio, no non puoi...dieci minuti, mi restano dieci minuti. Troppi....quindi cosa posso fare? niente, scrivi come hai fatto ieri sera, leggi e rileggi poi aspetta ed invia...quanto aspettare questo è il problema, aspettare troppo vuol dire dimenticare, farsi dimenticare...il che non sarebbe tanto male in realtà dato ciò che hai combinato, mentre aspettare troppo poco è ancora fresca, cosa? la ferita...ferita addirittura. Mica ho fatto chissa cosa, no non era niente di particolarmente eclatante ma lei l'ha presa cosi, comprensibilmente anche, lo so, perdonami sono stato un coglione ed ho fatto una follia, ma mi sentivo affogare, mi sentivo cadere nell'oblio. Sabbie mobili hai presenti? che fai, quando vedi una liana non provi ad afferrarla? Istintivamente con ogni forza residua, facendo anche danni, incurante delle conseguenze, affanni, ti sforzi gridi, cominciano a roteare gli occhi in tutte le direzioni cercando un appiglio poi lo vedi e ti ci fiondi, affondando ancora di più, più ti dimeni e più affondi...ora sei completamente affondato, sepolto, cancellato...cancellato? spero di no..l'unica speranza è un barlume di interesse che cova in lei, che magari si ricordi quella briciola di sensazione provata in quei pochi istanti...quante le probabilità? infinitesime...ma non zero...e se quella briciola viene calpestata da altre sensazioni create da te stesso dopo, sensazioni negative e quindi un rifiuto, netto, deciso...tu poi non potrai far nulla più. Si lo so, quello è il rischio maggiore, porca puttana che ho combinato...è possibile che il destino si diverti tanto con me? Ma tu non sei nessuno lo vuoi capire..certo che lo capisco e lo so ma lasciami illudere...stesso tutto questo che stai facendo ora lo fai perchè? Non so..speranza, speranza di cosa? non lo so ma speranza, ciò che muove ogni cosa...ogni cosa...anche me. Lo spero...io spero che lei.... spero. A questo punto che resta, cosa resta...non fare l'idiota, ti resta, si ma cosa. Cosa cosa cosa....ma io voglio, ma io desidero, io potrei essere un uomo migliore, potrei essere felice io, vorrei, non fare il deprimente, ma lo sono...si lo so ma non farlo visto che già lo sei, no! non lo sono io so di essere una persona migliore...sii un uomo migliore di tuo padre! Già, belle parole, devo ricordarle, anche se ora non mi servono a nulla, ora solo un miracolo può salvarmi... salvarti? da cosa? tanto un paio di anni e dimentichi, dimentico? no che non dimentico la cicatrice resta, come è rimasta quella di due anni fa. Allora vedi che il problema sei tu, si ma dimmi tu che cosa posso fare, un cazzo, non ci posso far nulla, non è logico, non è razionale, è assolutamente irrazionale, da ciò quei gesti folli privi di senso, la follia evade gli schemi, la logica costruisce gli schemi, se è un sentimento irrazionale da cui nascono gesti irrazionali o meglio ancora folli allora è un sentimento folle. Proprietà commutativa, additiva permutazioni, calcolo combinatorio...probabilità, quante probabilità ho io? Poche, davvero poche, eppure non sono da buttare, no non lo sei ma non ha modo di saperlo, a meno che non mi dia una occasione, si ma come, non puoi pretenderla, hai già fatto troppi danni quando hai cercato una occasione qualche giorno fa. Ne meriti un'altra? Lo spero. Sempre problemi sentimentali del cazzo...roba trita e ritrita, che vergogna, sii originale! Ancora?
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Anncleire al SalTo 2021: riprenderci i nostri spazi
Ah quanto tempo è passato dall’ultima volta che ho aperto l’editor di questo blog per pubblicare un post? Molto, in termini di giorni, poco in termini di percezione temporale, perché non sono ancora riuscita a riappropriarmi di questi spazi sfalsati, di questi istanti di paure e compromessi. Stiamo cambiando, stiamo andando avanti, o stiamo tornando indietro, a quel tempo che non ci appartiene più e non sappiamo come fare, non siamo più gli stessi. Me ne rendo sempre più conto man a mano che inizio di nuovo a fare gesti che erano banali, scontati e quotidiani due anni fa. È difficile ancora di più perché sto ancora volando sopra una fase di assestamento dopo un cambiamento importante della mia vita privata che ha assorbito tutte le mie energie. Ci sono voluti mesi, perché effettivamente è iniziato tutto prima dell’estate, ma si è concretizzato il tutto lo scorso 20 settembre. Dopo cinque anni, ho cambiato lavoro e non so ancora bene dove mi porterà. Ne sono uscita più consapevole, meno ansiosa, meno spaventata del futuro, fiduciosa che non è stato facile, che è stato penoso, che l’ansia mi continua a divorare, che sono ancora in prova, ma che ok ne sono uscita. Tiro una riga e vado avanti e posso pensare di trovare un equilibrio e una stabilità emotiva e logistica che è una delle cose che più mi inquietava del mio precedente lavoro, sapere che da un momento ad un altro mi sarei potuta ritrovare senza niente in mano.
Ma sono qui in realtà per parlare di tutt’altro. Tornare alla normalità è uno dei miei desideri più forti, assestarmi, non vivere più con la paura di andare in giro e finire vittima di chissà cosa.
È per questo che quando l’organizzazione del Salone del Libro ha offerto l’occasione di ascoltare Margaret Atwood dialogare con Loredana Lipperini nell’ambito del Salone Off non me la sono lasciata scappare. Il 3 ottobre, nonostante i tentennamenti sono andata in quel del Lingotto a fare una fila che non finiva più con un vento glaciale e la consapevolezza di non essere sola. Ho avuto la possibilità di sedermi in un posto strategico e nonostante tutto mi sono goduta un’ora di magia. Margaret Atwood è una donna talentuosa e piena di ironia, capace di incantare con i suoi racconti e aneddoti mentre il pubblico è lì a fissare la sua personalità prorompente. Sentirla raccontare come è nata la sua passione per la scrittura è stato indescrivibile. Ha raccontato dei suoi primi tentativi di pubblicare una raccolta di poesia composta di soli 17 fogli, stampata in una tipografia con una macchina da stampa vecchio stile con le lettere da posizionare minuziosamente e una imprevista carenza di “a” e una copertina disegnata da lei per risparmiare quanto più possibile. Ha descritto le sue incursioni nel mondo della letteratura per bambini dovuti ad una richiesta della casa editrice che la pubblicava per entrare in quel mondo che in Canada non aveva abbastanza rappresentanti. E ci ha fatto il dono inestimabile di sentirla leggere una poesia estratta dalla sua ultima raccolta “Moltissimo” pubblicata in Italia da Ponte alle Grazie. E poi naturalmente si è parlato del mito di Persefone ma soprattutto dell’ispirazione per “Il canto di Penelope” la storia della donna dietro Ulisse, ma soprattutto di quelle 12 schiave massacrate e dimenticate senza nessuna possibilità di salvezza. E infine ha espresso la sua visione della scrittura, della possibilità che dia speranza, che offra prospettive nuove in un mondo in cui siamo noi a dover fare la differenza. Avrei continuato ad ascoltarla parlare per ore, in una luce soffusa e un auditorium rapito. Un’occasione rarissima che non so quando mi ricapiterà.
(Margaret Atwood che dialoga con Loredana Lipperini)
Ma ha significato anche tornare al Salone del Libro che si è svolto lo scorso weekend dal 14 al 18 ottobre. Cinque giorni di eventi e fiera, in uno spazio espositivo che sembrava non finire più e riempito di gente. Il Salone del Libro di Torino è uno di quegli eventi che hanno sempre fatto la differenza da quando sono nella città sabauda. È uno dei momenti che aspetto con ansia perché riunisce in un unico spazio tutte le mie realtà preferite e mi permette di fare una delle cose che più mi da gioia: stare in mezzo ai libri. Io sono andata di sabato, il 16, per motivi organizzativi e devo dire che non mi aspettavo tutta questa affluenza. Mi sono ritrovata a girare per gli stand con la mia fida compagna di avventure Lorena (del blog Petrichor) e Amaranth del blog La Bella e il Cavaliere (mio punto di riferimento sempre). L’impatto è stato devastante, immersa inevitabilmente nella folla, ho avuto uno shock che non mi aspettavo. Non sono più abituata. D’altro lato però è stato il mio primo vero ritorno alla normalità: nonostante fossi stata al cinema (sono andata a guardare Dune strepitoso) e appunto all’evento della Atwood e a camminare nel centro affollato del sabato pomeriggio, questo è il primo evento di una portata molto più grande e l’ho sentito tutto. È stato bello però ritrovare vecchi amici e riabbracciare persone che eri abituata a vedere quasi ogni anno. La pandemia ci ha cambiato, ma sono contenta di sapere che in fondo siamo sempre noi. Siamo sempre ancorati alle nostre emozioni più profonde.
(io all’entrata del Salone, foto di Lorena)
L’evento del Salone a cui tenevo di più però era la chiacchierata di Stefania Auci a proposito de “L’inverno dei leoni” la sua ultima pubblicazione per la Nord. Mi sono svegliata prestissimo la mattina per prenotare un posto per l’evento con il terrore di non riuscirci e il sito impallato come non mai, ma alla fine ce l’ho fatta. In una posizione strategica anche in questo caso (sono stata fortunata con le file quest’anno) mi sono seduta ad ascoltare il suo commento preciso e accurato della sua scrittura, delle sue storie, dei suoi personaggi. Con la sua parlata tranquilla e regolare, l’inconfondibile accento e l’entusiasmo di chi ha lasciato andare nel mondo la sua creatura di carta, Stefania Auci ha regalato di sé un’immagine preziosa che porterò con me a lungo. Un filo commossa quando ha spiegato cosa significa per lei scrivere, che comunque baratterebbe in un secondo con la lettura, se potesse fare una cosa sola per il resto della sua vita, ha delineato la storia di una famiglia tra ascesa e decadenza, tra scelte geniali e fughe dalle responsabilità che si disegnano con cura in descrizioni meravigliose e convinzioni ben precise. Da una famiglia di pescatori, passando per industriali di spicco nella società siciliana fino al mecenatismo, “I Leoni di Sicilia” sono sicuramente personaggi ingombranti che devono fare i conti con loro stessi e con i loro predecessori. Non è mancato un accenno a Favignana una delle isole centro della storia e che sembra un posto tutto da vivere con la spensieratezza di un tramonto estivo quando la luce cala, il mare brilla, e il cuore è pieno di malinconia. La Auci si sente un po’ come se avesse appena dato la maturità e fosse pronta a partire con l’università. Sicuramente qualcosa di nuovo bolle in pentola e io non vedo l’ora di metterci le mani sopra. Avrei voluto salutarla al firmacopie ma il poco tempo a disposizione e la fila già lunghissima appena usciti dall’evento mi hanno dissuasa. Sono certa che ci saranno altre occasioni.
(Stefania Auci dalla terza fila)
Non abbiamo fatto tantissimi giri per gli stand ma ci tenevo a citare due delle case editrici in cui mi sono fermata che hanno un posto speciale nel mio cuore. Innanzitutto, Safarà Editore che vi cito sempre ma che ha una selezione invidiabile di storie molto particolari che colpiscono sempre il punto e la gentilissima Cristina che ha sempre un occhio di riguardo per me e a cui sono molto affezionata. Grazie davvero per farmi sentire sempre a casa in mezzo ai vostri libri. E poi Abe Editore speciale anche lei per motivi molto diversi, la cura che mettono nel “prodotto” libro è eccezionale e riescono sempre a creare dei capolavori. Peccato per l’edizione speciale di “Grimorio” andata sold-out la mattina di sabato e che non sono riuscita a comprare perché ci tenevo un sacco, ma anche al loro stand sono stati super gentili. Menzione anche per lo stand dell’Ippocampo che quest’anno era davvero molto bello.
(il mio bottino del Salone, pochi ma buoni, L’azione me l’ha regalato Lorena)
Avrei voluto girare molto di più ma alla fine con le ragazze siamo andate ad ascoltare l’evento organizzato dalla Gainsworth Publishing “Conosci davvero il fantasy?” (che abbiamo continuato a ripetere a tutti quelli che passavano con dei ragazzi incontrati in fila) in cui alcuni autori si sono interrogati su cosa significa il fantasy passando per trama, ambientazioni e personaggi, a moderare il panel Luca Tarenzi di cui sono riuscita ad accaparrarmi il secondo volume della sua serie “L’ora dei dannati” allo stand della Giunti. È bello vedere che certe cose non cambiano mai.
Andare al Salone del Libro è da quando sono a Torino l’highlight dell’anno e sono contenta di essere riuscita ad andarci quest’anno dopo più di un anno di stop e chiusure. È difficile ma piano piano stiamo riuscendo a tornare alla normalità di una vita che non si nutre solo di paura. Sono contentissima poi di essere riuscita a condividere tutto un weekend con una delle mie amiche più care, che non vedevo da più di due anni e che nonostante tutto siamo riuscite a tirare i fili di passioni condivise e un affetto che supera sempre ogni confine.
E ora speriamo di rivederci a maggio, ancora una volta, alla nuova edizione del Salone del Libro.
#salone del libro#Torino#SALTO2021#discussione#Margaret Atwood#Stefania Auci#friends#Safarà Editore#Abe Editore#presentazione
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The one with “Ercole”
Ermal si rigirò tra le coperte e controllò l'ora sul cellulare per l'ennesima volta.
Le 3:24.
Si era messo a letto da almeno tre ore e non era ancora riuscito a chiudere occhio.
La sua nuova canzone era online da mezzanotte, anche se sapeva che alcune persone erano riuscite ad ascoltarla già da prima. Aveva ricevuto diversi feedback - sia positivi che negativi - ma in realtà l'unico che gli interessava davvero non l'aveva ancora ricevuto e la cosa iniziava a preoccuparlo.
Fabrizio era sempre tra i primi a chiamarlo per dirgli cosa ne pensava di un suo nuovo pezzo, ma non quella sera ed Ermal non riusciva a darsi pace.
Certo, aveva lavorato molto al nuovo album nelle ultime settimane quindi probabilmente era andato a letto presto. Probabilmente la canzone non l'aveva nemmeno sentita.
Probabilmente era per quello che non l'aveva chiamato e lui si stava solo facendo delle seghe mentali senza senso.
Sì, probabilmente.
Sbuffò mentre sbloccava lo schermo del cellulare e apriva WhatsApp, leggendo velocemente alcuni messaggi che gli erano arrivati nelle ultime ore.
Dopo aver letto l'ultimo - un messaggio di Pier che gli chiedeva un consiglio su alcune canzoni che aveva inserito nella scaletta per il tour in teatro - rimase a fissare la schermata principale di WhatsApp, particolarmente catturato dal nome di Fabrizio.
Sentiva la necessità di sentirlo, di sapere cosa pensasse della canzone, di ascoltare la sua voce o anche solo di leggere un suo messaggio.
Con un sospirò, aprì la conversazione mentre rifletteva su cosa scrivergli e si bloccò di colpo nell'istante in cui vide il suo ultimo accesso.
3:12.
Quindi non stava dormendo.
Ermal digitò velocemente un messaggio e lo inviò senza nemmeno rileggerlo, sperando di ricevere una risposta affermativa.
Ehi. Sei sveglio?
Vide apparire la scritta online sotto il nome di Fabrizio e un attimo dopo le spunte del suo messaggio diventare blu. Poi Fabrizio uscì dalla conversazione senza rispondere, lasciando Ermal a farsi mille domande.
Nemmeno cinque minuti dopo, il suo cellulare iniziò a squillare.
Ermal rispose appena vide il nome di Fabrizio apparire sullo schermo.
"Pronto?"
"Ehi. Che ci fai sveglio?" chiese Fabrizio.
Ermal lo sentì trafficare con un accendino e riuscì quasi a vederlo, mentre si accendeva una sigaretta usando l'accendino quasi scarico che teneva sul ripiano della cucina.
"Potrei farti la stessa domanda" rispose Ermal.
"Avevo un po' di cose per la testa."
"Già, anch'io."
"Vuoi parlarne?" chiese Fabrizio dopo qualche attimo di silenzio.
"No. Cioè, in realtà c'è una cosa che vorrei chiederti."
"Dimmi."
Ermal sospirò passandosi una mano sulla faccia. Poi disse: "Per caso hai sentito la canzone?"
Fabrizio rimase in silenzio qualche secondo, prima di sospirare e dire: "Sì, l'ho sentita."
Ermal si sistemò meglio appoggiandosi alla testiera del letto.
Sentiva improvvisamente le mani tremare e l'aria nella stanza stava diventando irrespirabile, sintomo di un'ansia che lo stava logorando nell'attesa che Fabrizio dicesse qualcosa di più.
"E che ne pensi?" chiese Ermal cercando di non far sentire l'insicurezza nella sua voce.
Teneva molto al giudizio di Fabrizio.
Sapeva dare buoni consigli e non si era mai fatto problemi a dirgli cosa pensasse davvero dei suoi pezzi, e quindi Ermal non si era mai fatto problemi a chiedergli cosa pensasse delle sue canzoni, anche quando sapeva che magari a Fabrizio non sarebbero piaciute.
Negli ultimi tempi però, le cose tra loro erano cambiate. O almeno, per Ermal erano cambiate. Non aveva la certezza di cosa pensasse Fabrizio, anche se spesso aveva pensato che fossero sulla stessa lunghezza d'onda.
Però non ne avevano mai parlato e l'unica cosa di cui Ermal era certo era che aveva iniziato a vedere Fabrizio sotto una nuova luce, e questa cosa lo faceva stare bene e allo stesso tempo lo rendeva nervoso.
Si sentiva come un adolescente alla prima cotta, come quando ti piace qualcuno è cerchi di fare di tutto affinché la gente non lo sappia ma poi puntualmente ti sfugge qualcosa e le persone iniziano a capire. E non lo fai apposta, ma semplicemente quella persona ti piace così tanto che vorresti urlarlo al mondo e non poterlo fare ti logora l'anima.
Sentiva la necessità di apparire sempre perfetto ai suoi occhi, motivo per cui avere la sua opinione su quella canzone lo rendeva più nervoso del solito.
"Non lo so, è diversa da quelle che scrivi di solito" rispose Fabrizio.
"Diversa in senso positivo o negativo?"
"Diversa, Ermal. È diversa e basta."
Ermal rimase un attimo in silenzio, colpito dal tono quasi scontroso che aveva appena usato Fabrizio.
"Che hai?" si azzardò a chiedere.
"Niente. È che... Non lo so, non riesco a capirla questa canzone. O forse la capisco anche troppo."
Ermal aggrottò la fronte confuso. "Che vuoi dire?"
"Sai quando senti la prima strofa di una canzone e ti sembra di capire subito di cosa stia parlando, poi però continui ad ascoltarla e ti fai un'idea diversa e quando arrivi alla fine non sai quale sia l'interpretazione giusta. Ecco, mi è successo così quando ho sentito la tua" disse Fabrizio.
"Quindi? Che idea ti sei fatto?" chiese Ermal curioso.
Fabrizio sospirò. "Sicuramente un'idea che vorrei fosse sbagliata."
Ermal rimase in silenzio, cercando di capire cosa volesse dire Fabrizio.
Ma appena riaprì la bocca per chiedergli ulteriori spiegazioni, sentì Fabrizio dire: "Devo andare. Anita si è svegliata e sta piangendo, credo abbia fatto un incubo. Ne parliamo in un altro momento."
"Va bene, non preoccuparti" disse Ermal prima di chiudere la chiamata.
E andava bene davvero. Anita aveva bisogno del suo papà e lui non aveva nessuna intenzione di tenerlo al telefono ulteriormente.
Ma non poteva fare a meno di domandarsi cosa intendesse dire Fabrizio.
Nei giorni seguenti, Ermal ebbe la sensazione di non avere nemmeno il tempo necessario per respirare.
Il tour nei teatri era ormai alle porte, le prove occupavano la maggior parte del suo tempo, al punto tale che aveva smesso di pensare a qualsiasi cosa che non fosse il lavoro.
Fino a quando la mattina della sua prima data del tour, il suo cellulare si illuminò segnalando la presenza di un messaggio da parte di Fabrizio e il ricordo della loro ultima conversazione lo colpì riportandogli alla mente le parole che si erano detti e tutta la sua confusione.
Sbloccò lo schermo e una familiare sensazione di calore si diffuse nel suo petto quando lesse il messaggio.
Buona fortuna per stasera. So già che andrà benissimo.
Ermal sorrise mentre pensava a come rispondere. Poi, non riuscendo a trovare le parole giuste, avviò la chiamata.
Sentendo la sua voce, forse sarebbe riuscito a dire qualcosa di più di un semplice grazie. E poi non poteva negare di essere nervoso e sapeva che la voce di Fabrizio lo avrebbe calmato.
"Ehi."
Ermal sospirò sentendo la tensione scivolare via solo grazie al suono della voce di Fabrizio.
"Ehi. Ti disturbo?"
"Ma ti pare? Non disturbi mai" disse Fabrizio.
"Volevo ringraziarti per il messaggio. E sentire la tua voce."
"Sei nervoso?"
"Sì, un po'" ammise Ermal.
"Ermal, sai che..." iniziò a dire Fabrizio, venendo poi interrotto da Ermal.
"Sì, lo so che tu pensi che io sia in grado di fare qualsiasi cosa e che mi basterebbe salire sul palco e stare in silenzio e la gente penderebbe dalle mie labbra comunque. Lo so, me lo dici in continuazione. Ma mi sento comunque nervoso."
Fabrizio sospirò, consapevole che quelle parole che lui amava ripetere ad Ermal per rassicurarlo in quel momento non sarebbero servite.
"Posso fare qualcosa per farti stare meglio?" chiese dopo qualche secondo.
"Ti andrebbe solo di stare un po' al telefono con me?"
Fabrizio sorrise di fronte a quella richiesta, avanzata quasi timidamente. "Certo che mi va."
Non c'era momento della giornata in cui non avrebbe avuto voglia di parlare con Ermal. Se solo avesse potuto, avrebbe passato ogni singolo momento anche solo a parlare con lui.
"Senti, già che siamo qui..." iniziò a dire Ermal.
"Sì?"
"Non abbiamo finito di parlare della canzone."
Fabrizio rimase in silenzio.
Se avessero iniziato a parlare di quella canzone, avrebbe dovuto dire delle cose che non era sicuro di riuscire a tirare fuori. Non ancora, almeno.
Avrebbe dovuto dire che si aspettava di ascoltare una canzone che avesse qualche riferimento a lui, a loro. Non perché avesse manie di protagonismo, ma semplicemente perché negli ultimi mesi le cose tra loro erano cambiate. Fabrizio se n'era accorto, anche se non lo aveva mai detto ad Ermal perché voleva che se ne accorgesse da solo.
Si erano trasformati in due adolescenti con una cotta, completamente succubi l'uno dell'altro, disposti a qualsiasi cosa pur di far sentire bene l'altro.
E Fabrizio ormai conosceva bene Ermal, al punto che quando aveva iniziato ad accorgersi di quel cambiamento, quando aveva iniziato a capire che non era più solo un amico, aveva anche iniziato ad osservare meglio Ermal per capire se anche lui sentisse lo stesso. E gli era bastato uno sguardo per capire che sì, anche lui si trovava nella sua stessa situazione.
Però nessuno dei due aveva mai fatto un passo verso l'altro, forse troppo spaventati che rendere reale ciò che c'era tra loro avrebbe distrutto quell'equilibrio perfetto che erano riusciti a creare.
E poi era arrivata quella canzone.
Quella canzone che Fabrizio aveva iniziato ad ascoltare con il sorriso sulle labbra per poi rendersi conto pochi secondi più tardi che non parlava assolutamente di lui. Parlava di Silvia, era chiaro.
E allora forse tutte le cose che aveva provato e che era convinto che anche Ermal provasse, non valevano niente.
"Ermal, non c'è molto da dire. Non è ciò che mi aspettavo, ma questo non vuol dire che sia brutta" disse Fabrizio.
Perché forse quella era la parte peggiore di tutto. Escludendo il fatto che la canzone non fosse per lui - come aveva pensato e sperato -, a lui quella canzone piaceva.
"Qualche giorno fa hai detto che ti eri fatto un'idea che speravi fosse sbagliata" disse Ermal, riportando a galla la conversazione di qualche giorno prima.
"L'hai scritta per Silvia, vero?" chiese semplicemente Fabrizio.
Ermal rimase un attimo in silenzio, spiazzato da quella domanda arrivata all'improvviso. Poi rispose: "Sì. Perché?"
"Volevo solo capire se la mia intuizione era giusta."
Il tono di voce di Fabrizio era cambiato. Era diventato improvvisamente più freddo e scostante, cosa che fece insospettire Ermal.
"Che succede, Bizio?"
"Niente" rispose Fabrizio con un sospiro.
Avrebbe voluto dirglielo, avrebbe voluto spiegargli qual era il problema. Se non per avere delle spiegazioni - che a questo punto non era nemmeno certo di volere - almeno per togliersi un peso. Ma sapeva anche che dopo quella confessione le cose tra loro sarebbero cambiate e non era certo di riuscire a sopportarlo.
D'altra parte però, le cose erano già cambiate. Almeno per lui.
"Bizio, riesco a capire quando menti anche se non ti guardo in faccia" disse Ermal.
"È solo che... Tutte le cose successe tra noi, il cambiamento nel nostro rapporto, questo nostro comportarci da ragazzini con una cotta enorme da nascondere... tutte queste cose le ho viste solo io?" chiese sinceramente curioso.
Perché era sempre stato convinto che tutto ciò che provava lo provasse anche Ermal, ma ora che Ermal aveva fatto uscire un nuovo pezzo dedicato alla sua ex fidanzata iniziava a pensare che non fosse così e aveva bisogno di conferme. Aveva bisogno di mettersi il cuore in pace.
Ermal non si aspettava una domanda del genere. In realtà, non si aspettava nemmeno che Fabrizio si fosse davvero accorto di quanto il loro rapporto fosse cambiato. Ed era talmente spiazzato da non riuscire a dire nulla.
Ironico, per uno che con le parole ci vive.
"Fabri..." mormorò soltanto, come se quel nome fosse qualcosa a cui aggrapparsi per trovare le parole giuste per spiegare ciò che sentiva.
"Senti, non importa. A quanto pare ho capito male io, va bene così. Ora non è il caso di pensare a queste cose. Concentrati sul concerto di stasera, noi ci vediamo a Sanremo" disse Fabrizio intenzionato a chiudere quella conversazione al più presto.
Ermal, ancora destabilizzato dal suo discorso di poco prima, si limitò ad annuire. "Va bene. Ci vediamo a Sanremo."
Ma sarebbe stata davvero una cosa positiva rivedersi a Sanremo, dove tutto era iniziato, dopo le cose che si erano detti?
Ermal non ne era convinto - così come non lo era Fabrizio - ma sperava che prima di Sanremo sarebbe riuscito a trovare le parole giuste per spiegare a Fabrizio ciò che provava.
Tornare a Sanremo non era come Ermal l'aveva immaginato.
Aveva immaginato di tornarci con il sorriso e il cuore leggero, di ricordare con Fabrizio i momenti trascorsi insieme l'anno precedente, magari di scattare una foto alla loro targa e postarla sui social con una didascalia strappalacrime.
E invece, quel venerdì mattina aveva solo voglia di restare in albergo. Non voleva fare altro se non rimanere nella sua camera fino all'ora di pranzo e poi trascinarsi pigramente fino al Teatro Ariston per le prove.
Avrebbe voluto trovare il tempo di parlare con Fabrizio, ma non era certo che lui volesse riaprire quell'argomento e questo non faceva altro che aumentare la sua ansia e la sua voglia di chiudersi in camera fino al momento in cui sarebbe stato obbligato da cause di forza maggiore - quali Simone Cristicchi, che non l'avrebbe mai perdonato se non si fosse presentato all'Ariston - a uscire da quella stanza.
Ma si sa, il destino è beffardo e quella mattina sembrava particolarmente incline a rovinare i piani di Ermal.
Quando Ermal arrivò in albergo, capì subito che non avrebbe potuto scappare dai suoi problemi per molto.
A Fabrizio era stata assegnata la camera accanto alla sua, quindi era ovvio che si sarebbero almeno incrociati nel corridoio un paio di volte ed Ermal non aveva la minima idea di come affrontarlo.
Nemmeno il tempo di pensarlo.
Mentre Ermal stava per entrare nella sua camera, vide Fabrizio uscire dalla sua.
Si scambiarono un'occhiata quasi stupita, come se non si aspettassero di incontrarsi anche se entrambi erano consapevoli che sarebbe successo.
"Ciao" disse Ermal, aprendo la porta della camera e mettendo in mezzo il suo trolley per impedire che si chiudesse.
"Ciao. Stavo per andare a prendere un caffè" disse Fabrizio, senza sapere per quale motivo avesse sentito il bisogno di dare delle spiegazioni.
Ermal indicò la sua valigia in mezzo alla porta e disse: "Io sono appena arrivato."
"Vedo. Va beh, ci vediamo più tardi" rispose Fabrizio prima di iniziare a percorrere il corridoio che portava agli ascensori.
Voleva andarsene da lì dal più presto, non avrebbe potuto sopportare quell'imbarazzo un minuto di più.
"Bizio, aspetta!"
Fabrizio si voltò sentendo la voce di Ermal e sperando che non volesse rimettersi a parlare della loro ultima conversazione.
Speranze vane ovviamente perché non appena si voltò, Ermal disse: "Puoi venire un momento da me? Dovrei parlarti."
Per quanto Fabrizio avrebbe voluto dire di no, sapeva di non poterlo fare. Sospirò e raggiunse Ermal infilandosi nella sua stanza subito dopo di lui e chiudendo la porta.
Ermal sembrava nervoso e Fabrizio non riusciva a capire perché.
Insomma, che altro c'era da dire?
Aveva fatto uscire l'ennesima canzone per Silvia e lui si era immaginato tutto.
Stop. Non c'era altro di cui parlare.
"Che devi dirmi?" chiese Fabrizio fingendo indifferenza.
In realtà, indifferente non lo era affatto. Anzi, sentiva le gambe cedere sotto il peso dell'ansia e di una crisi di nervi che probabilmente lo avrebbe fatto sbottare da lì a poco.
Per evitare che Ermal si accorgesse del suo stato d'animo, si sedette sul letto con le mani appoggiate alle ginocchia, sperando che almeno così avrebbero smesso di tremare.
"Ti devo delle spiegazioni su quella canzone."
Fabrizio sbuffò. "Tu non mi devi niente, Ermal."
"Sì, invece!" esclamò Ermal, in piedi di fronte a lui.
Fabrizio rimase in silenzio e aspettò che Ermal continuasse.
"Quella canzone l'ho scritta più di un anno fa. Una parte almeno, visto che in realtà lì sopra ci abbiamo lavorato in cinque. E hai ragione, l'ho scritta per Silvia. L'ho scritta in un momento in cui le cose tra noi ormai andavano male e io sapevo che ci saremmo lasciati, ma continuavo a sperare che sarebbe arrivato un giorno in cui ci saremmo ritrovati. Ero talmente disperato che ho scritto un testo in cui faccio promesse, quando invece io di promesse non ne faccio mai. E l'ho fatto solo perché speravo che sentendomi dire che le promettevo di aspettarla per sempre, lei non se ne sarebbe mai andata. Ma poi la nostra storia è finita e quella canzone è rimasta chiusa in un cassetto. Fino a adesso, fino al momento in cui ho deciso di pubblicare il CD e il DVD del concerto" spiegò Ermal.
"Se l'hai lasciata in un cassetto tutto questo tempo, perché tirarla fuori ora?" chiese Fabrizio.
"Perché devo chiudere un cerchio. Devo mettere fine a questa storia una volta per tutte e l'unico posto in cui poteva stare quella canzone, era quello. Non avrei mai potuto pubblicarla in un altro album, perché la mia storia con Silvia è finita con questo. La fine della nostra relazione è tutta in Non Abbiamo Armi, non avrebbe avuto senso pubblicarla in un altro disco in cui sicuramente parlerò di nuove esperienze e..."
Ermal si interruppe e abbassò lo sguardo, rendendosi conto di essere andato troppo oltre, di essersi esposto troppo.
"E...?" chiese Fabrizio.
Ermal lo fissò per un attimo.
Fabrizio aveva parlato di un cambiamento nel loro rapporto, di aver notato che entrambi sembravano comportarsi come due adolescenti con una cotta.
A conti fatti, Ermal dovette ammettere che era stato Fabrizio il primo a esporsi e forse allora poteva farlo anche lui.
"E di un nuovo amore" disse guardandolo negli occhi.
Fabrizio rimase a fissarlo in silenzio, sentendo le mani sudare contro il tessuto dei jeans.
Sperava che Ermal si riferisse a lui, in un certo senso ne era quasi certo. Ma dopo tutto il casino che si era creato per quella canzone, non voleva esserne troppo sicuro.
Ermal si avvicinò a lui, costringendolo a puntare lo sguardo verso l'alto per riuscire a guardarlo, e gli accarezzò una guancia. "Il nuovo disco sarà pieno di canzoni che parlano di te, Bizio."
Fabrizio sorrise. "Allora tutte quelle cose non le ho viste solo io."
"No, non le hai viste solo tu" disse Ermal prima di chinarsi e baciarlo.
Fabrizio rispose al bacio con entusiasmo, per poi sdraiarsi sul letto e trascinare Ermal su di sé.
Ermal si lasciò scappare una risata mentre rotolava sul letto, sistemandosi accanto a Fabrizio.
"È davvero finita con Silvia? Non provi più niente per lei?" chiese Fabrizio allungando una mano verso Ermal e scostandogli un riccio dalla fronte.
"Proverò sempre qualcosa per lei. Siamo rimasti amici, le voglio molto bene e le sono grato per tutto quello che ha fatto per me. Ma non la amo più e non ho intenzione di aspettarla tutta la vita, come dice quella canzone" rispose Ermal.
Fabrizio annuì, mentre continuava a passare le dita tra i suoi ricci.
"Bizio" disse Ermal fermando la sua mano e attirando la sua attenzione.
"Eh?"
"Qualche settimana fa ho detto davanti a un sacco di persone che mi sono innamorato di Lisbona. Non l'ho detto tanto per dire. L'ho detto perché penso che quando vai in un posto nuovo insieme alla persona giusta, quel posto diventa speciale. Io a Lisbona ci sono andato con te e credo sia stato il posto in cui ho iniziato a capire che non eri solo un amico. Quindi forse mi sono innamorato di Lisbona perché prima di tutto mi sono innamorato di te" disse Ermal, intrecciando le dita con quelle di Fabrizio.
Fabrizio deglutì a vuoto, cercando di ingoiare il nodo in gola che gli avevano provocato le parole di Ermal.
Era vero che aveva notato un cambiamento nel loro rapporto, ma mai avrebbe creduto che Ermal si fosse innamorato di lui.
In fondo, lui cosa aveva da offrirgli se non il suo cuore?
E allora, visto che il suo cuore era l'unica cosa che avrebbe potuto dargli, fu una cosa naturale per Fabrizio posare di nuovo le sue labbra su quelle di Ermal.
Lo baciò lentamente, sentendo la mano di Ermal sciogliere la presa con la sua e poi scivolare sul suo fianco e insinuarsi oltre il bordo del suo maglione.
Sospirò sentendo le dita fredde di Ermal a contatto con la sua pelle e, prima che se ne rendesse conto, si ritrovò con la schiena premuta sul materasso ed Ermal su di sé.
Era una sensazione piacevole avere il corpo di Ermal addosso.
Gli dava calore e lo faceva sentire come se si trovasse davvero nel posto giusto, al momento giusto.
Appena Ermal si scostò da lui per riprendere fiato, Fabrizio si perse a guardarlo domandandosi come avesse fatto fino a quel momento a fingere che fosse solo un amico. Non riusciva proprio a capirlo, perché in quell'istante - sdraiato sotto di lui in una camera d'albergo di Sanremo - avrebbe solo voluto urlare al mondo quanto fosse innamorato di lui.
"Che c'è?" chiese Ermal notando il suo sguardo.
"Voglio fare l'amore con te" rispose semplicemente Fabrizio, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
E forse lo era davvero perché, senza dire altro, Ermal riprese a baciarlo interrompendosi solo il tempo necessario a sfilargli i vestiti.
Quando si ritrovarono senza più alcuna barriera a dividerli, Ermal si prese il suo tempo per guardare Fabrizio, per imprimere nella sua mente ogni più piccolo dettaglio del corpo dell'uomo che amava. E poi si chinò su di lui baciando ogni singolo tatuaggio, scoprendo nuove macchie di inchiostro di cui fino a quel momento aveva ignorato l'esistenza.
Fabrizio gemette sentendo la sua mano massaggiargli una coscia e poi posarsi delicatamente sulla sua erezione, mentre la sua bocca continuava a esplorare il suo petto.
"Mi farai morire" mormorò Fabrizio.
Ermal sollevò lo sguardo sorridendo imbarazzato.
Non avrebbe mai creduto di poter far quell'effetto su Fabrizio. Proprio lui, che si era sempre sentito come se non fosse alla sua altezza.
Continuò a toccarlo lentamente, mentre ritornava all'altezza del suo viso e riprendeva a baciarlo.
Fabrizio sussultò quando Ermal, sistemandosi meglio su di lui, fece scontrare l'erezione con la sua.
"Ti prego" mormorò Fabrizio scostandosi da lui e interrompendo il bacio.
"Addirittura mi stai pregando?" lo prese in giro Ermal, anche se in realtà si trovava nella stessa situazione.
"Stronzo" rispose Fabrizio chiudendo gli occhi. Un attimo dopo li aprì di scatto sentendo che Ermal aveva smesso di toccarlo.
"Che succede?" disse vedendo Ermal seduto tra le sue gambe con lo sguardo pensieroso.
Ermal sospirò. "Non ho i preservativi. E nemmeno il lubrificante."
Fabrizio gli prese la mano e lo attirò verso di sé. "A te va bene farlo senza? Io non ho problemi, mi fido di te. Ma se a te non va, ci fermiamo."
"Certo che mi va, ma..."
"Niente ma. E il problema del lubrificante, lo risolviamo subito" disse Fabrizio.
Tenendo lo sguardo fisso su di lui, portò alle sue labbra la mano che aveva stretto tra le sue un attimo prima.
Ermal lo guardò totalmente ipnotizzato, mentre Fabrizio prendeva tra le sue labbra due dita e iniziava a succhiarle, continuando a guardarlo. E per un attimo si domandò come avrebbe fatto a trattenersi, perché solo lo sguardo di Fabrizio era sufficiente a portarlo al limite.
Quando Fabrizio fu abbastanza soddisfatto, sfilò le dita di Ermal dalla sua bocca e con un sorrisetto malizioso disse: "Problema risolto."
"Smettila di fissarmi così" rispose Ermal, mentre portava le dita verso l'apertura di Fabrizio e iniziava a massaggiarla lentamente.
Fabrizio si morse il labbro mentre sentiva le dita scivolare dentro di lui.
Aveva immaginato quel momento così tante volte da perdere il conto, ma la realtà superava di gran lunga la sua immaginazione.
Ermal lo preparò con calma, lasciandosi guidare dalle espressioni sul volto di Fabrizio, e quando fu abbastanza convinto di poter andare oltre lanciò un'occhiata a Fabrizio e con la sua solita spavalderia disse: "Credo che ci sia di nuovo la questione del lubrificante da risolvere."
Fabrizio sorrise capendo a cosa stesse alludendo Ermal, e disse: "Sei furbo, eh. Dai, vieni qua."
Ermal si avvicinò a Fabrizio, il quale non perse tempo e senza preavviso fece scivolare quasi tutta la sua lunghezza tra le labbra.
Ermal si lasciò scappare un sospiro, mentre chiudeva gli occhi godendosi la sensazione delle labbra di Fabrizio attorno a lui. E avrebbe voluto godersi quella sensazione ancora per molto, se non avesse avuto il timore che di quel passo sarebbe finito tutto in tempi estremamente brevi.
"Fabri, basta..." mormorò richiamando l'attenzione di Fabrizio, anche se con tono non troppo convinto.
Fabrizio si allontanò da lui con un sorriso compiaciuto. "Paura di finire subito?"
"Vediamo se tra poco avrai ancora voglia di ridere" rispose Ermal, vagamente offeso dal fatto che Fabrizio si fosse reso conto di quella sua debolezza.
"Spero di no, amò" rispose Fabrizio, bloccandosi subito dopo sentendo Ermal entrare dentro di lui con un colpo secco.
Ermal rimase per un attimo immobile, memorizzando non solo la sensazione del corpo di Fabrizio attorno al suo ma soprattutto il nomignolo con cui l'aveva chiamato. Perché in quel momento - e soprattutto dopo le cose che si erano detti - per Ermal sentirsi chiamare così dall'uomo che amava era la cosa migliore che potesse succedergli.
Era meglio di Sanremo, dell'Eurovision, di ogni concerto avesse fatto in vita sua.
Era meglio di un bacio, di un sorriso e probabilmente anche meglio di un orgasmo.
Anche quando iniziò a spingersi lentamente dentro Fabrizio, quella parola continuava a occupargli la mente rendendolo più euforico ed eccitato di quanto lo sarebbe stato normalmente in quella situazione.
Sentendo che Fabrizio andava incontro alle sue spinte, Ermal accelerò il ritmo portando una mano tra di loro e massaggiando l'erezione del compagno.
Pochi minuti dopo, Ermal si riversò dentro di lui e Fabrizio lo seguì un attimo dopo, mordendosi le labbra per trattenere i gemiti.
Ermal crollò accanto a Fabrizio un attimo dopo, cercando di riprendere fiato.
Non riusciva a credere a ciò che fosse appena successo, quando fino a poco prima era convinto che con Fabrizio stesse andando tutto a rotoli.
E invece ora erano insieme, dopo aver fatto l'amore, dopo che Ermal gli aveva confessato di essersi innamorato di lui e Fabrizio l'aveva chiamato usando un appellativo che Ermal non era riuscito a immaginare nemmeno nella più ottimistica delle sue fantasie.
"Prima mi hai chiamato amò" disse Ermal a un certo punto, voltandosi verso Fabrizio.
"È un problema?"
"No, anzi mi piace. Non sono uno a cui piacciono molto i nomignoli, ma questo mi piace. Forse mi piace solo perché sei tu a dirlo" rispose Ermal, vergognandosi un po' per quella ammissione.
Fabrizio appoggiò la testa sul suo petto, all'altezza del cuore, e disse: "Di solito non do nomignoli a nessuno. Ma con te mi viene spontaneo. Direi che siamo pari."
Ermal lo strinse a sé sorridendo.
Sì, erano pari ed Ermal non poteva esserne più felice.
Sentiva che tutto ciò che era successo con Silvia ormai era chiuso definitivamente e che quel nuovo capitolo della sua vita - il capitolo che aveva il nome di Fabrizio - sarebbe stato fantastico. Non vedeva l'ora di viverlo e di scrivere canzoni su di lui, su di loro, su ciò che provava.
E un giorno sarebbe stato pronto a dire a tutti il vero significato delle sue canzoni, a spiegare cosa le aveva ispirate e a cosa si riferivano. Ma per ora stava bene così, in una camera d'albergo di Sanremo, con Fabrizio tra le braccia e la consapevolezza che, nonostante le difficoltà, sarebbe andato tutto bene.
Perché finché avrebbero avuto l'un l'altro, non avrebbero avuto nulla di cui preoccuparsi.
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