#ma che c'entra sebastian?
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Sì ti comprendo, inoltre spesso riscontro che quando pubblico un post, come uno dei vestiti della collezione Nutcracker di Paolo Sebastian, viene condiviso da blog ed account bot o porno e siccome la cosa mi dà fastidio perché poi mi intasano, alla fine spesso rimuovo quei post e li riposto.
Non giudico a chi piacciono, ma se non sono interessata vorrei evitare di esserne assalita.
a parte che, se sono blog porno non capisco perché rebloggare roba da blog che non lo sono ma ok, i bot ho smesso di bloccarli perché è quasi noioso pure perdere tempo a bloccarli, per gli altri c'è la scritta in bio (letteralmente, una cosa tipo: se avete blog porno non seguitemi. peccato che questo paese sia analfabeta e mi seguono lo stesso, sad story)
capisco ciò che dici, la penso uguale, soprattutto se è palese che hai un blog che con quello non c'entra nulla, si seguissero tra di loro io starei benissimo anche con qualche lettore in meno, se tanto poi magari neanche hanno il tempo di seguirmi che li blocco AHAH
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«Hai mai avuto la sensazione di starti approfittando di qualcuno perché ti fa stare bene?»
«E` che non sono ancora in quel posto» quale posto? «Affatto» con una smorfietta inspiegabilmente un po` colpevole. «Sono più al punto dove... scopro che una vita oltre Sebastian è davvero possibile e intendo... una vita sentimentale perché nessuno aveva dubbi sul fatto che una vita l`avrei avuta» retorica, di rimprovero più che altro a se stessa. «Ma, ecco, diciamo che questo basta a farmi sentire bene in... sé». Gli occhi a farsi appena più umidi, il naso arricciato «E non posso, non riesco... non voglio andare di nuovo più veloce di quanto non mi senta. E siccome non mi viene richiesto, mi dico che è ok andare al mio tempo, solo che così ho l`impressione... non lo so... di stare imbrogliando?» Qualcuno qui ha la sindrome dell`impostore.
«Ogni relazione è un... “approfittarsi di qualcuno che ti fa stare bene”». Il capo che si muove come percorso da una piccola scossa «e non c’è niente di male, qualsiasi cosa sia questa cosa che c’è tra di voi. Non devi sforzarti di accelerare il passo, soprattutto se a lui sembra andare bene così. E soprattutto... non sforzarti di arrivare in quel posto lì» per usare le stesse parole di Ilary.
«Se ci dovessi arrivare, bene. Se non ci dovessi arrivare, bene comunque».
«Dici?» Lo sguardo eloquente a indugiare ancora sulla Polland, mentre i denti non abbandonano ancora la voglia di tormentarsi il labbro inferiore. Incamera quelle rassicurazioni, mentre ora quel broncetto anti lacrima si intensifica in qualcosa di più simile alla commozione. «E` che...» ormai tanto vale tirarlo fuori:
«non voglio diventare come Sebastian».
Ecco, l`ha detto. «Non voglio approfittarmi di qualcuno che è troppo paziente e gentile e-e che prova... cose» ??? «solo perché magari pazienza e gentilezza e... cose» !!! «sono ciò di cui ho bisogno al momento. Non vorrei prenderlo in giro e-e farlo soffrire» gli occhioni a sbarrarsi, ora di un principio di orrore a dir poco esagerato. Grifondoro: born to be dramatic. «Certe cose tendono a ricapitare, no? Perciò magari non ho trovato un altro Seb, ma... ma ho trovato un`altra me?» Questo è il momento in cui il respiro si fa corto e Ilary Wilson sembra davvero-davvero sul punto di scoppiare in lacrime.
Rachel gli occhi umidi altrui non li nota, ma ne sente il tono e allora si concentra e modifica la linea delle labbra. E’ l’ennesimo sorriso quello che le mostra, sempre in bilico tra la presenza e l’assenza, per non eccedere e non peccare.
«Ma che c’entra Sebastian?»
E non c’è rancore nel tono, o antipatia, solo una semplice domanda. «E’ la persona più distante che ci sia da quello che sei tu». Parla lentamente e con tono basso, come a non voler fare rumore. «Non sei malata». Secca, sincera. «E questa è la prima cosa. In secondo luogo con questo ragazzo siete solo all’inizio, vi dovete conoscere e capire e andare avanti e fare... cose». Fa anche ondeggiare la mano. «Non c’è motivo di fasciarti la testa. Lo so che Sebastian lascia cicatrici, ma non infilarci il dito pure tu».
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« Signorino Sebastian » ... « Avviserò i miei colleghi di fare altrettanto. »
[...]
S: « lei cosa sa di noi, Professore? » cosa c'entra lo sa solo lui « degli studenti » una pausa « di me. » pare di importanza massima ora come ora, un poco meno rigido rispetto a prima, riferendosi a quanto sanno i docenti del passato degli studenti, come se ciò anticipasse la reale risposta. Poco importa cosa questo risponderà « io non mi chiamo "signorino MacNamara". » lo calca notevolmente « quello non è il mio cognome. » un respiro profondo, lo stringersi dei pugni che però vanno ad appoggiarsi sul banco. E non si sa perché lo stia dicendo proprio ad Oliver, quando ha passato più di un anno limitandosi a sbuffi quando qualsiasi Professore lo ha chiamato così.
O: « So esattamente quello che voi volete che io sappia. » rimbalza la domanda, rigira il coltello, risponde con la voce bassa e graffiata che non si scuote nemmeno con questa discussione. « Sono tenuto a conoscere i vostri rendimenti scolastici e i meriti e i demeriti relativi alla vostra condotta in questo istituto. » quelli sono a disposizione di tutti, insomma. « Per il resto siete voi a dover decidere cosa condividere con noi. » quindi non può recriminargli nulla. « Come vuole essere chiamato? » un cenno verso di lui mentre la tazza ormai vuota viene abbassata e quindi appoggiata sulla scrivania alle sue spalle. « Vorrebbe mantenere il suo cognome originario? » e non quello della famiglia adottiva?
S: Come vuole essere chiamato? « io- » balbettando un poco, andando a prendersi il maglioncino per giocherellarci in chiaro imbarazzo « non lo so. » come vuole essere chiamato, e come se non bastasse « e non lo so il mio cognome originario. » risentito, arrabbiato « Non so chi siano i miei genitori, se siano morti o se mi abbiano abbandonato per- » il capo viene chinato man mano che parla, gli occhi che cominciano a luccicare un poco e la voce che si spezza alla fine. Fa una lunga pausa interrotta da respiri profondi « P-Professore » il tono molto più infantile, ingenuo
« perché non potete chiamarmi semplicemente per nome? Sebastian, e basta. »
O: « Signorino Sebastian. » acconsente, lo chiamerà così, « Avviserò i miei colleghi di fare altrettanto. » e se lo appunta mentalmente per una delle prossime riunioni docenti.
S: Quando si sente chiamare "Signorino Sebastian" pare illuminarsi un poco, ed è solo con un « grazie » sincero che interviene, a mostrare che dopotutto non è così maleducato come si direbbe.
O: « Ho ancora delle conoscenze al Dipartimento Auror. Posso chiedere loro di fare qualche ricerca sui suoi genitori, se vuole. » ma poi non insiste, la decisione deve essere del giovane, lui non vuole interferire in alcun modo
S: « che cosa potrebbero dirmi? » neutro nel tono, con la stessa ingenuità di prima, sinceramente interessato « non lo so, se voglio saperlo veramente »dopo averci riflettuto un po', ed infatti « io - uhm, ci penserò »
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Chiamatemi Anna, Commento Terza Stagione
Quando finisco una serie mi chiedo sempre che cosa mi ha lasciato e cosa mi porterò dietro, e qui posso subito dire che la versione del cartone animato mi ha lasciato molto di più di questa serie.
Considero Chiamatemi Anna una serie carina, godibile, che ho visto volentieri, ma nulla di eccezionale.
Questa serie mi ha lasciato perplessa nei primi episodi, mi sono piaciuti quelli di mezzo, ma gli ultimi mi hanno fatta pensare a certe cose e ho finito la storia un po' emozionata (poco), un po' perplessa, e un po' infastidita (abbastanza).
Prima di iniziare, due cose:
1) Ho ODIATO il doppiaggio di questa serie dal primo all'ultimo minuto, che mi ha, in piccola parte, rovinato la visione.
2) C'è un motivo se mi sono appassionata alle serie asiatiche: perché ogni storia è raccontata in media in 16-20 episodi. Mentre le serie americane sono divise in stagioni, che escono una volta all'anno o una volta ogni due anni, periodo di tempo durante il quale io MI DIMENTICO COSA È SUCCESSO. Per esempio, in questo caso, quando ho visto in scena la tizia bionda, Winnie o come si chiama, la pseudo fidanzata di Gilbert per intenderci, mi sono chiesta chi cavolo fosse e se fosse stata presente anche nelle stagioni precedenti. Ancora me lo chiedo.
Detto ciò, parto con le cose che mi sono piaciute:
Anna
Devo ammettere che la protagonista, a livello generale, è stata una buona e convincente Anna Shirley. Anna è un personaggio particolare che è difficile interpretare senza risultare una scema o una pazza, e penso che la scrittura del personaggio e l'interpretazione dell'attrice abbiano rispettato bene la natura del personaggio.
Inoltre, non amo molto i personaggi "perfettini" (come Gilbert, ma ci arrivo dopo), a me piacciono i personaggi con varie sfaccettature e che presentano dei difetti, e che quindi ai miei occhi risultano umani e credibili. Anna non è una protagonista perfetta, e questo l'ho apprezzato molto.
Anna è testarda, orgogliosa, impulsiva, esuberante, parla tanto e ascolta poco, si lascia trasportare dalle emozioni finendo col non riuscire a ragionare nella maniera più lucida possibile, anche se le sue intenzioni sono buone. Un esempio lampante è quando pubblica l'articolo femminista sul giornale senza consultarsi con la maestra e con gli altri compagni. Le sue intenzioni sono nobili, e ciò che scrive è giusto, ma il giornale non è suo, non può prendere e pubblicare come le pare perché presa dall'impulso del momento, perché se può farlo lei, allora possono farlo tutti. E Anna avrebbe dovuto parlarne anche con Josie, la diretta interessata, e assicurarsi che fosse d'accordo con la pubblicazione di quell'articolo che avrebbe portato tutti a parlare di lei.
Anna si lascia trasportare dall'emozione e agisce impulsivamente, e questo perché prende a cuore le cose e combatte per ciò che è giusto. Per via del suo difficile passato, sa cosa vuol dire soffrire e cosa significa essere maltrattati e subire ingiustizie. Anna è uno dei personaggi più empatici che abbia mai visto, e di certo è il personaggio dalla più grande apertura mentale della serie (è amica con un ragazzo gay, con gli indiani e con le persone nere, più aperta di così...)
Anche se preferisco la versione di Anna del cartone animato, questa Anna non è male, anche se c'è una cosa che mi ha fatto storcere un po' il naso quando me ne sono accorta: in questa terza stagione Anna compie sedici anni, e nel cartone animato a questa età Anna è già molto più tranquilla, calma, posata, mentre qui si comporta ancora come una bambina. Anche quando alla fine indossa il vestito lungo da donna, si aggira per la città tutta sorridente e quasi saltellando, come se fosse ancora la ragazzina di qualche anno fa. A quell'epoca, a sedici anni, si era già delle giovane donne in età da marito, e il fatto che Anna si atteggi come una bambina la trovo una stonatura, accentuata dalla maturità della sua mente che dimostra più volte, come quando dice a Josie:
"Ora sono amata, ma quando non lo ero non significa che non lo meritassi."
Un concetto molto maturo e consapevole per una ragazza di sedici anni... peccato che poi la vedi fare la melodrammatica, piangere disperatamente e vivere come una tragedia tutto ciò che le succede. Potevo accettarlo quando aveva dodici/tredici anni, ma non ora che dovrebbe essere una giovane donna.
Ma, ripeto, in generale, è stata una buona Anna Shirley.
Marilla
Questa versione di Marilla non mi fa impazzire, ma nemmeno mi dispiace. In lei posso vedere la rigidità e austerità tipiche del suo personaggio, unite al profondissimo affetto che ormai prova per Anna.
Rispetto al cartone, qui Marilla è un po' più "energica", e può piacere o non piacere, ma credo che in linea di massima il personaggio sia stato rispettato abbastanza bene.
Inoltre la trovo molto umana nei suoi pregiudizi verso gli indiani e la paura verso queste persone, e questo mi piace. E mi è piaciuta anche la sua paura al pensiero di poter perdere Anna qualora la ragazza fosse riuscita a trovare la sua famiglia. L'ho trovata umana e realistica, e in linea col personaggio.
In generale, mi è anche piaciuto il rapporto tra lei e Anna. L'ho trovato credibile ed entrambe sono rimaste nei loro personaggi.
Josie.
Josie mi è piaciuta un sacco. Forse perché è l'unico personaggio ad avere una vera evoluzione. Dopo la brutta esperienza con Billy, si arrabbia momentaneamente con Anna, per poi capire che l'amica sta effettivamente lottando per la cosa giusta, e quindi si schiera dalla sua parte, mandando poi Billy a cagare.
Simbolica la scena in cui si scioglie i capelli dopo che la madre le ha preparato i boccoli per la notte dicendole:
"Non possono portarti via la bellezza."
Che significa: non importa se un ragazzo ti importuna e ti molesta portandoti via la dignità, non importa se piangi e se stai male, tutto quello che devi fare è essere bella e pensare a fare un buon matrimonio.
Josie capisce che non è giusto chiederle di essere soltanto una bella bambolina perché è una donna. È una persona con delle idee, pensieri e sogni propri, e che merita sempre il massimo rispetto.
Le scenografie.
Vogliamo parlare di come le scenografie di questa serie siano semplicemente spettacolari?
AMO Green Gables e i paesaggi dell'Isola del Principe Edoardo.
I costumi.
Belli, devo ammettere, e in linea con l'epoca storica. Unica pecca: le ragazze vanno a scuola con dei grembiuli talmente bianchi che mi sembrano bambine della prima elementare.
Dialoghi
Ok. Alcune volte sono semplici se non addirittura banali, ma in più di una scena sono rimasta colpita dal modo di parlare tipico dell'epoca, e questo l'ho apprezzato.
E ora passiamo alle cose che NON mi sono piaciute (ora smonto la serie).
Matthew
Questa versione di Matthew non mi piace. Non dico che mi faccia cagare, è carino, ma il Matthew del cartone animato era semplicemente adorabile.
Matthew è introverso, riservato, timido, tenero, impacciato. Tutte caratteristiche che il Matthew della serie sembra non avere quasi per nulla.
Nel cartone Matthew si esprime a monosillabi, qui è un po' impacciato, ma alla fine parla con una certa scioltezza. E non ho assolutamente visto il suo enorme imbarazzo nei confronti delle donne, un aspetto tipico del personaggio di Matthew.
Quello che mi ha lasciato l'amaro in bocca più di tutto è stato il finale. Qui Matthew diventa improvvisamente brusco con Anna perché sa che sentirà la sua mancanza quando andrà al college. E questo già mi va a cozzare col personaggio di Matthew, che dovrebbe essere l'uomo più tenero del mondo con la sua Anna.
E quando alla fine si riconcilia con lei spiegandole quello che prova, avrebbe dovuto dirle quello che le dice nel cartone, che non gli importa se lei non è un ragazzo, che è orgoglioso di lei, la sua ragazza, la sua Anna. È una delle frasi più belle della storia secondo me, ed è qualcosa che Anna ha bisogno di sentirsi dire.
Sebastian.
A parte il fatto che non capisco il senso di questo personaggio nella serie, ma poi non è nemmeno interessante. Un bravo marito, un bravo padre, un buon amico, un buon lavoratore. Wow. Che personaggio complesso.
È carino, per carità, ma diciamocelo: Sebastian, Mary e compagnia bella, che cosa c'entrano con Anna dai capelli rossi? Questi personaggi non sono presenti nel cartone animato, perché li hanno inseriti?
Ammettetelo: avete inserito i personaggi neri solo per fare bella figura. Solo per poter dire: ehi guardate, abbiamo messo dei personaggi neri nella nostra storia, noi parliamo anche di loro, parliamo anche del razzismo, quanto siamo bravi.
Seriamente, che cosa c'entra la questione delle persone nere e del razzismo con Anna dai capelli rossi?
Il finale favolistico.
Questa serie è andata a finire a mo' di film Disney. Personalmente non sopporto i finali così. Mi sanno da falsi e irrealistici.
Qui TUTTO finisce bene.
Sebastian migliora i rapporti con la madre e fa pace col figlio di Mary così d'ora in avanti saranno una bella famiglia felice che lavorano tutti insieme nei campi (ma andate a cagare); Anna fa pace con Josie e tutte le compagne di scuola sono amiche per la pelle e non esiste nemmeno un'ombra di antipatia tra nessuna di loro; Diana ottiene il permesso di andare al college e passa gli esami ANCHE SE NON HA STUDIATO UN CAZZO MA SICCOME SIAMO IN UNA FAVOLA FACCIAMOLA PURE PASSARE; la signora Lind riesce ad allargare il consiglio della città con la presenza di tre donne; il giornale viene ridato in mano alla scuola e tutti sono amici con tutti.
Persino nel cartone animato il finale è più triste e realistico, con la morte di Matthew, la vista malandata di Marilla e Anna costretta a rinunciare all'università.
L'unica storyline che non posso dire sia finita bene è quella ragazzina indiana portata al collegio cristiano (prigione), da cui non la lasciano più uscire. Peccato che non si sa come finisce perché non ce lo mostrano, e da quello che ho capito questa era l'ultima stagione della serie....
Diana
Diana per me è stata un flop totale. Hanno totalmente cambiato questo personaggio rispetto al cartone.
Innanzitutto si sono inventati la "storia d'amore" con Jerry e non ho capito bene per quale motivo visto che il tutto si conclude con lei che lo molla freddamente e tanti saluti.
La litigata tra Anna e Diana l'avrei accolta ben volentieri, ma non ho capito perché Diana non ha raccontato di Jerry all'amica. Anna è la prima a confidarsi con lei riguardo Gilbert, non ha problemi a parlare dell'amore, quindi perché Diana non ha fatto lo stesso? Forse per via delle differenze tra lei e Jerry, lei ragazza ricca e colta, e lui povero e un po' sempliciotto. Forse, sapendo che questa storia non avrebbe mai portato da nessuna parte, ha preferito tenersela per sé. Ma qui deduco che non fosse qualcosa di importante per Diana: se fosse stata davvero innamorata di Jerry si sarebbe confidata con Anna e avrebbe lottato per lui, così come ha lottato per il college. Quindi per lei è stata solo un'opportunità per fare pratica su come baciare e provare l'ebbrezza della libertà in quei momenti con lui. Scusate, ma questa non è affatto la Diana del cartone animato....
E parlando del college.... delusione totale.
Innanzitutto, è semplicemente assurdo che Diana abbia passato gli esami dopo che per un anno non ha studiato quanto gli altri.
E poi, mi spiegate perché hanno cambiato la sua storyline trasformandola in una giovane ragazza soffocata dai genitori che dalla figlia richiedono solo il matrimonio mentre lei vuole andare al college? Perché hanno scritto questo personaggio facendola diventare la giovane emancipata della situazione? La Diana del cartone animato non era forse emancipata?
Parliamoci chiaro. Consideriamo un attimo le due versioni di Diana:
Nella serie Diana VUOLE andare al college.
Nel cartone Diana VUOLE restare a casa e dedicarsi alla moda.
In cosa la prima versione è più femminista o emancipata della seconda? Nel cartone Diana non va al college non perché ostacolata dai genitori, ma perché semplicemente non le piace studiare e vuole dedicarsi ad altro. Deve decidere del suo futuro, e Diana SCEGLIE di non andare, E QUESTO È FEMMINISTA.
Per come la vedo io, la Diana del cartone è molto più coraggiosa e femminista di quella della serie.
Perché una donna (Diana) che sceglie di restare a casa e pensare al matrimonio, non è meno femminista di una donna (Anna) che sceglie di andare al college e fare l'insegnante.
Tra l'altro, la Diana della serie non ha alcuna passione o interesse particolare, mentre quella del cartone amava la moda e i vestiti (ed era anche più saggia e più matura).
E poi, diciamocelo, pensate che Diana avrebbe insistito nell'andare al college se Anna non ci fosse andata? Se Anna e tutti gli altri compagni non fossero andati, io non penso che Diana sarebbe voluta andare. Quindi, alla fine, è solo una pecora che ha seguito il gregge. Per questo dico che nel cartone è più coraggiosa, perché ha avuto il coraggio di staccarsi da Anna e fare qualcosa di diverso dalla sua amica.
E poi, Diana va al college... per fare cosa? Dio solo lo sa.
Gilbert
Come Matthew, non dico mi abbia fatto schifo, ma non mi ha nemmeno fatto innamorare.
Questo ragazzo praticamente è il principe azzurro che sogna ogni ragazza: è un ottimo studente e vuole fare il dottore, è bravo, buono, gentile, fa diventare Sebastian (un uomo nero) suo socio nella fattoria, non ha alcun tipo di pregiudizio e tratta i neri come suoi pari, sostiene Anna nella sua lotta femminista marciando in prima fila con lei. Insomma, particolari difetti io non ne ho visti, non mi ha fatto fare chissà quali riflessioni, e quindi, ai miei occhi, non è un personaggio interessante.
Qui, del vero Gilbert, quello del cartone animato, ho visto ben poco. Il Gilbert del cartone aveva fascino anche stando fermo in silenzio a mangiare una mela, questa versione di Gilbert invece ha il fascino di un manico di scopa vestito. La protagonista femminile, Anna, ha molto più fascino e carisma di lui.
Senza contare il fatto che l'attore scelto non mi è sembrato perfettamente adatto per il ruolo. L'ho trovato più "piccolo" rispetto a Gilbert. Più cucciolo.
E poi non ho amato molto tutte quelle "faccette" che ha esibito dall'inizio alla fine. Non so se fosse qualcosa previsto da copione o se è l'interpretazione dell'attore, ma il più delle volte l'ho trovato fastidioso.
La love story
Qui stendo quasi un velo pietoso. La storia d'amore di Anna e Gilbert ha lo stesso fascino di un grissino e la stessa profondità di una pozzanghera.
Ho trovato completamente inutile il personaggio della fidanzata di Gilbert, messa lì solo per ingelosire Anna, ma nel complesso è stata solo un di più. Non ha una propria storyline, non ha un'evoluzione, e non è interessante.
Negli ultimi episodi, la storia d'amore tra i due protagonisti cade in uno dei più grandi cliché delle storie d'amore: il biglietto perduto. Anna scrive un biglietto a Gilbert in cui gli dice che lo ama e glielo lascia sul tavolo. Ancora prima di vederlo, sapevo che Gilbert non avrebbe MAI letto quel biglietto. La nota in questione compie un viaggio mirabolante: viene messa sotto un vaso di fiori, cade per terra, viene calpestata da Gilbert che se la porta in giro per casa senza saperlo, e infine viene lasciata nell'erba mezza distrutta. Metà puntata per seguire gli spostamenti di questo biglietto. La storia si ripete quando anche Gilbert lascia un biglietto ad Anna, lei lo vede subito ma lo straccia ancora prima di leggerlo, per poi pentirsene e cercare di mettere insieme i pezzi.
Ora, non ditemi che tutta questa trafila dei biglietti perduti è qualcosa di originale. È un classico. È qualcosa che ho visto in altre 4838484883 storie d'amore. Per questo la cosa non mi ha dato emozione: perché sapevo che una volta scoperto il contenuto dei rispettivi biglietti, entrambi si sarebbero corsi incontro per poi baciarsi appassionatamente.
Mi dispiace ma questa storia d'amore non mi ha coinvolto, l'ho trovata come qualcosa di "già visto".
L'unica scena che ho trovato carina è stato il momento del ballo, in cui scatta la scintilla e i due si guardano in modo diverso.
Sulla signorina Stacy non so sinceramente che cosa dire. Non è un personaggio che ha lasciato il segno su di me. Anche in questo caso preferisco la versione del cartone animato. Qui le hanno appioppato la storyline del "tuo marito è morto quindi trovatene un altro", qualcosa che hanno messo giusto per riempitivo e che se non facevano non cambiava nulla.
Ora, arrivo alla questione per me più spinosa, una questione che quando ci ho pensato mi ha lasciato prima perplessa, poi mi ha infastidita non poco.
Mentre vedevo gli episodi, io la visione me la sono goduta.
È stato bello e interessante vedere portate in scena questioni come l'articolo femminista di Anna, la molestia subita da Josie, tutto il discorso sulla parità, sui diritti delle donne ecc.
Trovo un po' favolistico come Anna riesce a trascinarsi dietro tre quarti del paese nella sua marcia per andare a fare il culo al consiglio, ma non posso negare come la serie mandi dei messaggi importanti a chi guarda:
1) Se una ragazza viene molestata la sua reputazione è rovinata. Perché? E quella del ragazzo?
2) Una ragazza non va MAI a "cercarsi" una molestia o una violenza. La colpa è solo di chi aggredisce.
3) Prima di fare qualcosa, un ragazzo deve assicurarsi che la ragazza che ha di fronte sia a proprio agio e che sia d'accordo con quello che sta succedendo.
Sono temi perfettamente attuali, e per esempio trovo importantissimo parlare del consenso. Sono ottimi spunti di riflessione per i ragazzi e le ragazze di oggi.
Mi ha fatto riflettere anche un'altra scena. Siamo alla fiera, e Billy cerca di impressionare la sua ragazza, Josie, cimentandosi in un gioco di forza, con il palese atteggiamento "ti faccio vedere quanto sono forte, guarda quanto sono uomo".
Peccato che finisce per fare una brutta figura, marcata dall'arrivo di Jerry che, abituato a lavorare nei campi, riesce a colpire il bersaglio in un colpo solo. Ora, Billy ha sentito di aver sfigurato, ma io non la vedo così: il fatto che non sia riuscito a colpire il bersaglio non lo rende meno uomo rispetto a Jerry.
Qui ci fanno chiaramente vedere la mentalità del: uomo forte=vero uomo, uomo debole=pappamolla.
Perché il valore di un uomo deve essere misurato in base alla forza fisica, e il valore di una donna in base alla sua bellezza?
Sono delle tematiche molto importanti da portare in scena, e allora perché ho detto di essere infastidita?
Per un semplice motivo. Questa serie ha buttato dentro un po' di tutto: femminismo, diritti umani, la libertà di stampa, il razzismo, gli indiani, le persone nere, maschilismo, sessismo, omosessualità.
Hanno toccato tutti temi "caldi" facendo un bel minestrone, e la cosa che mi infastidisce più di tutte è... tutto questo, cosa c'entra con Anna dai capelli rossi?
Perché Anna dai capelli rossi non parla di queste cose, e alla fine della fiera della storia originale rimane ben poco: sostanzialmente, solo gli esami per il college, e Anna e Gilbert che si mettono insieme. Il resto è tutto inventato.
Posso apprezzare le scene in cui Anna desidera conoscere di più sui suoi veri genitori e torna all'orfanotrofio per fare ricerche, Marilla e Matthew preoccupati di perderla, la litigata tra Anna e Diana. Posso anche accettare il cambiamento del rapporto tra Anna e Gilbert (nel cartone non si parlano per anni, qui sono molto amici), perché comunque tutto questo è direttamente collegato alla storia principale e alla protagonista.
Ma, per fare un esempio, la scena in cui la ragazza (dovrebbe essere Prissy?) va dal padre dicendogli che vorrebbe dare una mano nella gestione dell'azienda di famiglia, e il padre non la degna di uno sguardo e liquida la questione affermando che le donne non devono occuparsi di certe cose, ecco, quella scena a cosa serve? Perché è stata messa? Per dirci che in quell'epoca storica le donne non erano trattate in modo paritario? Sì ok... ma non è questo di cui parla la storia di Anna. Tra l'altro mi è sembrata una scena buttata lì un po' a caso, perché la tizia arriva, il padre la tratta di merda, tanti saluti e fine. Poi non se ne parla più, e la tizia non si vede più in scena.
Non dico che non bisogna parlare di certe tematiche, ma se fate una serie su Anna dai capelli rossi, mi aspetto di vedere una serie su Anna dai capelli rossi. Se volete parlare di certi temi come le prime battaglie femministe, allora fate una serie che parli di quello, vi inventate una storia e dei personaggi nuovi. Non che prendete una storia già esistente e la travolgete per parlare di quello che volete.
È come se io prendessi I Tre Moschettieri e ci facessi sopra una serie, inserendo temi come molestie sessuali e diritti delle donne, trasformando d'Artagnan in un femminista del XVII secolo, e già che ci sono ci butto dentro un po' di razzismo che non fa mai male, e poi, perché no, faccio che Athos e Aramis sono gay.
COSA CAVOLO C'ENTRA???
I Tre Moschettieri non parla di queste cose, e lo stesso vale per Anna.
Oppure faccio una serie su Harry Potter dove faccio succedere che Hermione viene molestata da un ragazzo e per tutta Hogwarts parte una marcia femminista.
Tutto ciò continua a lasciarmi assai perplessa e infastidita. Ed è per questo che non so come giudicare queste serie e che voto darle. Forse non è nemmeno giudicabile, visto che in fondo non è una serie su Anna dai capelli rossi (lo è tipo al 20-30% a essere generosi).
Davvero non capisco perché la storia di Anna dai capelli rossi è diventata una manifestazione delle tematiche più bollenti di questi anni.
Non è che se non ne parlate fate schifo eh.
Ultima cosa che mi viene in mente sono le musiche: non ne ho in mente nemmeno una, segno che non sono state di impatto. NULLA IN CONFRONTO CON LE BELLISSIME MUSICHE DEL CARTONE.
Detto ciò, di solito concludo un commento consigliando o meno la serie in questione, e dando il voto finale. Qui non so bene che cosa dire.
La serie è carina e posso anche consigliarla, ma sappiate che vi troverete davanti tanta roba che con Anna non c'entra niente.
Se dovessi dare un voto basandomi sulla fedeltà della storia originale, sarebbe 1 e 1/2.
Se guardo la serie per quella che è, facendo finta che la storia originale non esista, posso arrivare a 7, ma solo perché sono generosa (e lo sono davvero, visto che oggi sto inca**ata).
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ㅤㅤㅤㅤ ㅤㅤㅤㅤㅤㅤ 💫⚡ ▹ 𝐌𝐎𝐌𝐄𝐍𝐓 new york ⌵ sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴᴡʜᴇʟᴀɴ h. 22.16 ‧‧‧ 05.02.2022 ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ ʜɪs sɪsᴛᴇʀ « E' sabato sera e sei a casa, perché? » sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴ ɴᴏᴀʜ « Ciao anche a te, sorellina. Ti pensavo in giro per l'Europa a fare scintille e a spezzare cuori. » ʜɪs sɪsᴛᴇʀ « Ho fatto rientro prima a dire il vero, mi annoiavo. Sono stata in giro per l'Italia, Francia perfino in Germania ma ad un certo punto sentivo l'aria di casa. » sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴ ɴᴏᴀʜ « Deduco che tu sia tornata anche a Belfast. » ʜɪs sɪsᴛᴇʀ « In realtà no, ormai è New York la mia casa. Non sei l'unico che ha trovato qui la propria strada, Sebastian. Ma non stiamo parlando di me, stiamo parlando del fatto che è sabato sera e sei a casa, sdraiato sul divano con quella tazza di caffè che ormai sarà fredda. » sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴ ɴᴏᴀʜ « Vedo che sei diventata un'acuta osservatrice. » ʜɪs sɪsᴛᴇʀ « Sebastian Noah... » sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴ ɴᴏᴀʜ « Sono solamente pensieroso, non c'è bisogno di farne un dramma, per favore. » ʜɪs sɪsᴛᴇʀ « La mamma mi ha accennato qualcosa. C'entra lo zio Cyrus? E' per questo che è venuta fino a New York un paio di settimane fa? Per avvisarti... Quell'uomo mi fa venire i brividi. » sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴ ɴᴏᴀʜ « Anche... Ma non ne voglio parlare e non è il motivo principale. Ho solo bisogno di riflettere, di riordinare i pensieri... Sto facendo i conti con sensazioni con cui non sono esattamente avvezzo. » ʜɪs sɪsᴛᴇʀ « Sembra però che tu non stia parlando solamente di lavoro... Sbaglio? » sᴇʙᴀsᴛɪᴀɴ ɴᴏᴀʜ « Già... Sono un maestro nel rovinare le cose, quelle a cui tengo in particolar modo. Sono uno stacanovista, Dio faccio più riunioni di chiunque altro, a volte mi chiedo se la giornata dura davvero solamente ventiquattro ore, ma quando ci tieni davvero basta un passo farlo per far cadere tutto il castello, e questa volta non voglio farlo. Non voglio incasinare tutto... »
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_____________ ┊Evangeline and Her Father
┊09/01/2017
D: Eva! Che bello rivederti al lavoro, come stai? Dov'è la piccola?
E: Ciao papà! Sono tornata, prima o poi doveva accadere e la piccola è giù al nido. Continuo a fare avanti ed indietro, mi odieranno senz'altro lì ma non sono abituata a lasciarla se non al padre.
D: E' capibilissimo. Noto che ti sei ben ritrovata nel tuo ruolo di madre ma come sempre hai il vizio di non rispondere alle domande, ovvero al come stai.
E: Beh devo essere una madre e poi come potrei non farlo con Chloe? E' perfetta. Ad ogni modo non iniziare a controllare ogni mia parola, andiamo d'accordo da troppo poco tempo perchè possa essere scontata la cosa. Sto bene, sono solamente pensierosa, mettiamola così.
D: Posso sapere il motivo o me ne terrai all'oscuro?
E: No, in realtà avrei una domanda da porti: perchè sono così insicura? Lo sono sempre stata? Ci sono momenti in cui mi considero su di un piedistallo ed altri in cui mi sento sottoterra.
D: L'insicurezza è parte di noi, non penso esista qualcuno così sicuro di sè da non mettersi mai in dubbio. Non vedo motivo per il quale dovresti finire col morale sottoterra con tutto quello che hai realizzato. C'entra qualcos'altro o qualcuno?
E: Mi sto chiedendo perchè mi sono gettata in queste domande. Comunque sì, c'è qualcuno nella mia vita ed ho paura che certi miei modi di essere possano allontanarlo ma sono anche consapevole di non comportarmi in un certo modo perchè lo voglio, ma perchè lo sento e non lo so, forse sono stata psicanalizzata troppo e non ci capisco più nulla.
D: Eva, se tieni a qualcuno avrai sempre atteggiamenti a volte sbagliati così come momenti in cui ti sentirai di rischiare di perdere questa persona, è normale. Non hai avuto vita facile con gli uomini nella tua vita, io stesso sono uno di questi e in parte sono forse responsabile delle tue insicurezze con l'altro sesso.
E: Non volevo darti colpe, quella parte della mia vita l'abbiamo superata.
D: Lo so ma sei stata segnata da ogni incontro con un uomo che hai avuto, nel bene e nel male, ed io stesso sono uno di questi. Se posso darti un consiglio nonostante tu sia testona, cerca di essere più serena, prova sì a valutare ogni cosa ma non vedere in tutto un campanello d'allarme: a volte ci sono anche cose positive nella vita.
E: Mi dispiace ammetterlo ma credo tu abbia ragione solo che sono terrorizzata. Mi sono innamorata e non succedeva dai tempi di Michael e mi destabilizza tutto questo.
D: E' normale tutto questo, credimi è normale. Se tu pensi, però, che lui tenga a te allo stesso modo o almeno un po', lasciati andare e basta, tutto verrà da sè.
E: Mi dice che sono brutta, come lo devo interpretare? Affetto?
D: Credimi, non perchè sia tuo padre, ma brutta non lo sei oggettivamente perciò se te lo dice, magari ci scherza e basta e tu sei permalosa, e sai di esserlo. Mi sta già simpatico. Com'è che si chiama?
E: Sebastian e sì, non ridere. So che è il nome che avrei dato ad un figlio maschio ma spero proprio rimanga il nome del mio ragazzo.
D: Sì, direi che sei abbastanza cotta perciò io torno al lavoro e ti lascio il tempo di concentrarti o di chiamarlo. Buona giornata bambina.
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Qualcuno dovrebbe dirlo che 21 non è solo l'età in cui si può iniziare a bere alcolici legalmente, ma anche quella in cui ci si sposa e inizia a succedere Di Tutto. Non so, avvertire con un gufo, spedire un origami canterino, un patronus messaggero, qualsiasi cosa! Giusto per dire di prepararsi a tempo prevalentemente soleggiato con cielo coperto, alta probabilità di violente precipitazioni e temperature nella media. Diciamo con un’escursione termica di una ventina di gradi. Ma avete ragione, questa è pur sempre l’Inghilterra. Chiaramente delle cose sono successe anche prima Di Tutto, ma ciò non toglie che si dovrebbe comunque avvisare. Per cortesia, no? Credevo insegnassero questo agli inglesi. Cortesia e tazze di tè. Ma se il mondo è scozzese, che gran fregatura!
Tra le cose che sono successe prima Di Tutto sono diventata una tessimante, ho costruito un Circolo, incontrato persone, creduto che avrei vissuto in un monolocale ricavato da qualche soffitta nel centro di Londra, corso sotto la pioggia, storpiato tante parole babbane, abbracciato molto, imparato a castare un Patronus - e a fare svariati altri incantesimi ma non le Pozioni, questo è importante ricordarlo - ma chiaramente Niente è successo in termini di grossi sconvolgimenti. Tutto era semplice.
Ora ogni cosa è complicata. Così mi sono diffindata la testa e alla fine mi sono detta: è stata tutta colpa di Devon. Di Devon, sì, quello con il sorriso strafottente e un ego sempre troppo grosso per il luogo in cui si trova. Per colpa di Devon, e delle bolidate che diceva sul fatto che pagassi modelle affinchè indossassero le mie creazioni, Phoebe è venuta a bussare alla mia porta, e poi io ho cominciato a bussare alla sua, sempre più spesso. E lei mi ha fatto notare che avrei potuto essere una brava infermiera e che avrei potuto farcela ad entrare al San Mungo, che però necessitava che io prendessi il MAGO di Pozioni che mi mancava, il quale ha a propria volta avuto bisogno che io ricevessi delle ripetizioni miracolose. Anne è stata quella che mi ha trovato il professore miracoloso, raccomandadomi pazienza e una buona scorta di calci in cu...ore da assestare al docente in caso di necessità. Credo di averli usati tutti, per inciso. Ma in principio fu la morte di un tal Delouragh ad avvicinarmi al nosocomio magico come volontaria. Curioso come una visita a domicilio per prendere le misure ad alcune finestre per delle tende, si sia trasformata in una cena con morto conclusasi con LaylaTook che mi strappava svariate ciocche di capelli e una gita notturna al dipartimento Auror. Curioso come delle ripetizioni di Pozioni siano diventate l’inizio di qualcosa che non aveva nulla a che vedere con gli intrugli. Domino shits, right? In effetti sarebbe scorretto pensare che sia stata colpa solo colpa di Devon se Sebastian Waleystock è infine capitato. Perché da quando questo cataclisma si è verificato, in effetti, nella mia vita sono iniziate a succedere innumerevoli cose. Pianti, schiaffi, schiantesimi, pioggia. Urla, porte sbattute, porte saltate, sangue. E pioggia. Mani, labbra, sorrisi e altra pioggia. Segreti persi nella pioggia, baci persi nella pioggia, cadute dimenticate nella pioggia. Primi baci, prime volte, primi amori, primi tatuaggi, prime case, primo matrimonio, primo tutto. E anche ultimo, o almeno questi erano i piani. Alla fine things happened e io ho collezionato un'altra prima volta. Non avevo mai lasciato nessuno e devo dire che fa davvero schifo.
The true crime would be thinking it's just one persons fault
Però se proprio dobbiamo dare la colpa ad una persona sola non diamola neppure a Seb però, che già se ne dà abbastanza da solo. Facciamo che sia colpa mia. Io sono cresciuta. È crescere che complica le cose, ma le rende anche molto più avvincenti, intense, colorate e imprevedibili. Reali. Sono cambiata più di quanto avrei immaginato e non solo perché ora metto più vestitini che jeans o più ballerine che Magiconverse. C'entra più col fatto che ho smesso di scappare dalle cose che sento, che ho imparato a camminare nel presente invece che nel passato, a non dire proprio tutto, ad impegnarmi e ad avere fiducia anche dopo gli sbagli, e non solo prima. Ho creduto che non mi sarei persa, neppure quando mi sono sentita sbiadire, ho permesso alle mani che mi avevano ferita di provare a rimediare e ho perdonato quello che un tempo mi sarebbe sembrato ingiusto e impossibile. Nonna Meg dice sempre che possiamo sorprendere noi stessi e innamorarci della persona che ci sorprende più di tutte. Così come gli inglesi si innamorano dei temporali improvvisi e di come il sole riflette sull’acciottolato bagnato una volta che la tempesta è passata. E del profumo, il profumo della pioggia sui prati dei parchi cittadini. L’umidità diventa quasi una coccola dentro alle ossa, il freddo culla i piedi zuppi dentro agli stivali e semplicemente, piano piano, ci si abitua anche al tempo variabile; basta ricordarsi di non uscire senza ombrello o in alternativa di castarsi un Impervius. Oppure di saltare dentro alle pozzanghere. Quello rende sempre tutto più divertente.
Almeno fino a che non scivoli su quel sasso nasconsto sul fondo e ti fai male sul serio. Una volta è un gomito rotto, un'altra volta il naso perché sei caduta di faccia, o la caviglia perché hai messo male il piede; un'altra volta ancora la caviglia slogata è quella dell'amico che correva con te e allora non è più così divertente. Allora ti fermi, lo prendi in spalla e lo riaccompagni a casa. E la volta dopo non ti limiti a tenerlo per mano sperando di non farlo scivolare, eviti direttamente la pozzanghera con il sasso scivoloso dentro. Magari qualcun altro sarebbe più coraggioso di te; correrebbe il rischio di scivolare ancora una volta e lascerebbe scegliere all'amico se correre insieme a lui oppure no. Tutto dipende da dove stia il suo limite, quella linea che non vuoi veder superata per nessuna ragione al mondo e che non ti serve aspettare venga oltrepassata un'altra volta, ti fermi alla prima e basta. Ognuno ha il suo limite. Sebastian ha oltrepassato il mio e io ho smesso di correre. Ho creduto davvero nelle promesse che gli ho fatto e sono sicura che ci abbia creduto anche lui, nonostante non sia riuscito a mantenerle, ma è come dice Phibelle: adesso non sono più la persona che ero quando ho fatto quelle promesse. Quindi facciamo che sia colpa mia. Io sono cresciuta. Ancora. È crescere che complica le cose, ma le rende anche molto più avvincenti, intense, colorate, e imprevedibili. Reali.
Ho tratto molte soddisfazioni dal fatto di poter accettare un’altra persona. Non è facile, è meno facile che comprenderla. Eppure il diritto che ciascuno ha di interpretare come crede la propria esperienza e di trovare in essa i propri valori, è una delle potenzialità più preziose della vita. Ogni persona è un’isola, lo è in un senso molto reale e può gettare dei ponti verso le altre isole solamente se vuole, ed è in grado, di essere e amare pienamente sè stessa.
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