#lo voglio abbracciare troppo
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animapunkocchidipeterpan · 3 months ago
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post di apprezzamento per Rich 🩵
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empito · 22 hours ago
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È arrivato il momento di imparare ad amarmi e di smettere di portare sulle spalle colpe che non mi appartengono. Per troppo tempo ho vissuto nell'ombra di giudizi altrui, ascoltando voci che sussurravano di sbagli mai commessi. Ho camminato su strade tortuose, cercando redenzione per peccati inesistenti, cercando di essere all'altezza di aspettative che non mi rappresentavano. Ogni mattina allo specchio vedevo riflessa un'immagine sfocata, distorta dai pensieri altrui, incatenata da pesi invisibili. Ma ora basta. Voglio liberarmi da queste catene fatte di rimorsi infondati e abbracciare la mia vera essenza. Voglio alzare gli occhi verso il cielo e sentire il sole sulla pelle, senza ombre che oscurino la mia luce. È tempo di riscoprire la gioia nelle piccole cose, di sorridere senza motivo, di sentire il battito del mio cuore come un tamburo che scandisce il ritmo della mia vita. Voglio assaporare ogni istante, respirare profondamente e immergermi nel presente, senza lasciarmi più trascinare dal passato che non mi appartiene. Non sono più disposto a essere prigioniero di paure e insicurezze che non hanno fondamento. Voglio aprire le ali e volare verso orizzonti nuovi, esplorare sentieri inesplorati, scoprire chi sono davvero, al di là delle maschere che sono stato costretto a indossare. È un viaggio verso me stesso, una rinascita che attendeva solo il coraggio di essere intrapresa. E mentre muovo i primi passi, sento crescere dentro di me una forza nuova, una fiducia che mi sostiene e mi incoraggia. Non sarà facile, lo so, ma ogni piccola conquista sarà un traguardo prezioso. Mi prometto di essere gentile con me stesso, di accogliere i miei limiti e celebrare i miei successi. Di guardarmi con gli occhi della comprensione e dell’amore. Perché merito di essere felice, merito di vivere una vita che mi rappresenti, libera da pesi inutili e false colpe. È l'inizio di una nuova pagina, bianca e luminosa, pronta ad accogliere i colori di emozioni autentiche. E questa volta sarò io a scrivere la mia storia, con penna ferma e cuore aperto.
Empito
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mistressemmedi · 1 year ago
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Alfa è troppo carino, lo voglio abbracciare
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occhietti · 1 year ago
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Buonanotte a chi "è passata!"
La giornata di Natale spesso viene temuta. Troppe persone da incontrare, da baciare, da abbracciare. Troppi sorrisi da elargire, quando magari si ha il cuore altrove. Troppi pensieri a chi ci manca, a chi oggi non è stato con noi. Perché non c'è più... o perché non può o perché non vuole.
Buonanotte a chi ha cercato comunque di essere sereno, a chi ha scartato regali che mai gli serviranno, a chi scartato i propri sperando di averci azzeccato.
Buonanotte a chi ha mangiato troppo, e ora necessita di un antiacido.
Buonanotte a chi è stato acido comunque, perché proprio sto giorno non riesce a digerirlo.
Buonanotte soprattutto a chi è rimasto da solo, ad ascoltare magari gli auguri dei vicini di casa. La solitudine è un po' brutta durante le feste. A voi voglio dare l'abbraccio che non vi è stato dato oggi.
Buonanotte a chi odia il Natale, a chi lo ama... e a chi lo vorrebbe tanto amare se ci fosse qualcuno ad amare lui altrettanto..
- Oriana Mantovani
Buonanotte...🌙
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pettirosso1959 · 4 months ago
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Capisco perché dopo la sua morte il mondo mediatico l'ha liquidato in quattro e quattr'otto:
"STATE TRANQUILLI, TUTTO QUESTO È SOLO SONNO ARRETRATO...” di Sammy Basso
“Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c'è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l'ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non potere consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso... E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell'ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l'essenziale senza cose superflue o altro.
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l'ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte.
Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c'è mai stata nessuna battaglia da combattere, c'è solo stata una vita da abbracciare per com'era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto ì miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei Iibri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, Io si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L'egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa Iettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L'amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l'amore ci viene da Dio. Se c'è una cosa di cui mi non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione...perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta attorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma il fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questa a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio. Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così vorrei essere ricordato. Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c'è niente di male, anche Gesù ha avuto paura. È la paura delI'ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se Iei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c'è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c'è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l'unico modo per vivere realmente, è l'unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l'unico modo per vedere finalmente il Suo Volto. E da cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato. L'unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell'ultimo mio momento, di vedere la morte come la vedeva san Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch'io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile. Lui, il nostro Dio, l'unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non Lui. Perciò, sebbene non c'è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l'ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e Io ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono di certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei. Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi Iascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora...
Famiglia mia, fratelli miei, amici miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi, vi voglio bene!
P.s. State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato...”
Sammy Basso
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susieporta · 8 months ago
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Grandi parole di Albert Einstein:
"Non sono arrivato a capire le leggi fondamentali dell'universo attraverso la mia mente razionale. ”
"Per quanto riguarda il caso, ci siamo sbagliati completamente. Ciò che chiamiamo materia è energia, le cui vibrazioni sono talmente basse che si nota ai sensi. La materia è ridotta alla visibilità della mente. Non importa. ”
"Il tempo e lo spazio non sono condizioni in cui viviamo, ma condizioni in cui pensiamo.
I concetti fisici sono creazioni libere della mente umana e non sono, comunque possa sembrare, determinati dal mondo esterno. "
"Il tempo non esiste - l'abbiamo inventato noi. Il tempo è quello che dice l'orologio. La differenza tra passato, presente e futuro è solo una testarda illusione. ”
"Penso 99 volte e non trovo niente. Smetto di pensare, nuoto in silenzio, e la verità mi viene in mente. "
"L'intellettuale ha poco da fare sulla via della scoperta. C'è un salto di coscienza, chiamala intuizione o come ti pare, la soluzione ti arriva e non sai come e perché. ”
"Una persona sperimenta se stessa, i suoi pensieri e sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una sorta di movimento di consapevolezza ottica. Questa illusione è per noi una sorta di prigione, che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per poche persone a noi più care. Il nostro compito deve essere liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutti gli esseri viventi e tutta la natura nella sua bellezza. "
"La nostra separazione l'una dall'altra è un'illusione ottica. "
"Quando qualcosa vibra, tutti gli elettroni dell'universo risuonano con esso. Tutto è collegato. La più grande tragedia dell'esistenza umana è l'illusione della separazione. ”
"La realtà è solo un'illusione, anche se molto persistente. ”
"Siamo anime vestite di abiti biochimici sacri e i nostri corpi sono gli strumenti con cui le nostre anime suonano la loro musica. ”
"Come percepisci la vita di alcune delle persone più influenti che abbiano mai camminato tra noi, scoprirai un filo che le attraversa tutte. Si adattano prima con la loro natura spirituale e prima dopo con il loro io fisico. ”
"Il vero valore di una persona si trova nella misura in cui ha raggiunto la liberazione da se stesso. ”
"Gli antenati sapevano qualcosa che sembra aver dimenticato. ”
"Più imparo sulla fisica, più sono attratto dalla metafisica. ”
"Ho imparato una cosa in una lunga vita: che tutta la nostra scienza, misurata dalla realtà, è primitiva e infantile. Ancora non conosciamo il millesimo dell'uno per cento di ciò che la natura ci ha rivelato. È abbastanza possibile che dietro la percezione della nostra mente si nascondano mondi di cui non siamo a conoscenza. ”
"Non sono ateo. Il problema è troppo grande per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bambino che entra in una grande biblioteca piena di libri in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto dei libri. ”
"L'idea generale che io sia ateo si basa su un grosso errore. " Chi interpreta le mie teorie scientifiche in questo modo non le ha comprese. "
"Ogni cosa è determinata, ogni inizio e fine, da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. È determinato per l'insetto e per la stella. Persone, verdure o polvere cosmica, tutti danziamo su una melodia mistica, accordata in lontananza da un pipone invisibile. "
"La religione del futuro sarà una religione cosmica. Andrà oltre un Dio personale ed eviterà dogmi e teologia. ”
"L'energia non può essere creata o distrutta, può solo essere trasformata da una forma all'altra. ”
"Tutto è energia e questo è tutto quello che c'è. Regola la frequenza della realtà che vuoi e non puoi che riceverla. Non può essere altrimenti. Questa non è una filosofia. Questa è fisica. ”
"Sono felice perché non voglio niente da nessuno. Non mi importa dei soldi. Decorazioni, titoli o premi non significano nulla per me. Non voglio elogi. Non mi prendo il merito di niente. Un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per preoccuparsi troppo del futuro. "
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sottileincanto · 2 years ago
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Se non fosse per il clima troppo mite sembrerebbe una giornata di novembre, con questa pioggia fitta e sottile che inzuppa i pensieri e appesantisce i sentimenti.
Oggi sarebbe la festa della mamma. In giro già dal mattino presto si vedono tutti questi figli con mazzi colorati di fiori in mano, che fanno uno strano contrasto con le macchine bagnate e il cielo grigio.
Allora mi viene in mente la mia di mamma, che non ricorda più il mio nome e non sa più chi sono. Mi ricordo di quando ero piccola e non facevo altro che sognarla e cercarla. Sognavo una mamma come quelle dei libri illustrati delle suore dell'asilo, angelo del focolare affettuoso e dedito alla famiglia, una di quelle mamme che ti aspettano a casa con il pranzo pronto e un abbraccio caldo. Invece tutto quello che ricordo è una spasmodica attesa, un'assenza infinita perché lei, innamorata prima di tutto del suo lavoro, si alzava troppo presto la mattina e la sera tornava troppo tardi. Così sono cresciuta con una mamma a forma di assenza, che, quando c'era, era troppo stanca o troppo triste o troppo spaventata dalle minacce del marito. Ma che nonostante questo diceva di conoscermi meglio di chiunque altro e che avrebbe sempre saputo quale fosse la cosa migliore per me. Io mi fidavo, perché in fondo, la mamma è sempre la mamma, ti ha fatto lei...chi potrebbe conoscerti meglio?
Però più crescevo e più mi rendevo conto che se al posto della mamma io avevo un sogno, lei al posto di una figlia aveva la sua idea di figlia, di come ero e di come sarei dovuta diventare. Ci ho messo molto tempo per capirlo, per rendermi conto che, a parte una manciata di ricordi comuni, eravamo due estranee sotto lo stesso tetto e che per quanto mi fossi impegnata non sarei mai riuscita a riempire il suo vuoto. Mi avevano raccontato un'altra bugia, mi avevano detto che un figlio è sempre la cosa più grande che una madre possa avere, ma evidentemente non è così. Vedi a volte cosa succede a credere alle favole.
E adesso che, anche se sei viva mamma, non ci sei più, vorrei avere la forza e la capacità di lasciarti andare. Di buttare via il peso dell'idea che proteggerti e renderti felice fosse compito mio e di aver fallito tutta la vita. Di lasciarmi alle spalle tutto il vuoto e la mancanza, il tuo e il mio, perché non lo voglio più. Di abbracciare la realtà così com'è - per niente fiabesca - e riuscire a pensare che, in fondo, va bene anche così. Di aver cura di ciò che è rimasto di te per tutto il tempo che rimane, senza viverlo come una perdita costante ma interpretandolo come una forma di pienezza.
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animadiunfolle · 1 year ago
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Sono passati 4 mesi dalla fine dei nostri 4 anni e capita che dopo una nottata "euforica", alle 8 del mattino, dal nulla, piango fortissimo. Piango a singhiozzi che mi si spezza l'anima quando penso alla fine che abbiamo fatto. Non me lo meritavo, non te lo meritavi, non lo meritavamo. Io davvero dentro di me ti ho perdonata ma non mi sono ancora perdonato io, la vera rabbia ce l'ho con me stesso per tutto ciò che alla fine, non sono stato in grado di darti. A volte mi rende incredulo pensare che tu sia andata avanti con una nuova persona senza che, come me, uno di questi attimi, non pensi a noi due ragazzini. Non mi manchi tu, mi manca quello che siamo stati, i nostri ricordi, l'eco della tua voce, i tuoi particolari. Magari mento a me stesso e non me ne rendo conto ma io non credo di amarti più in modo "romantico" o da "relazione" ma continuerò ad amare in modo universale e incondizionato la dolce anima che ho conosciuto in te. In fondo, per quanto io possa negarlo a me stesso e agli altri, in un altro universo avrei sperato di rimanerti accanto o almeno, di abbracciarti un ultima volta, abbracciare tutte le versioni di te, di me, prima di vederci andar via. L'ultima conversazione mi ha distrutto, spero non mi odi più di quanto io mi stia odiando in questo periodo, mi manca ciò che avevi aggiustato in me, ultimamente non mi riconosco più. Sto avendo le mie esperienze anch'io con altre persone ma ci sono momenti in cui ti sogno ancora e mi si stringe lo stomaco, ti giuro non voglio più rivivere lo stesso dolore in futuro, sono stato un vigliacco anch'io e continuo ad esserlo, perdonami, ti prego perdonami. Ti voglio bene, troppo, tanto, sì sempre felice, viaggia, amati e vivi. Mi mancherai sempre, un giorno i nostri ricordi mi faranno meno male e aspetto solo che quel giorno arrivi. Sei sempre nel mio cuore e non sarò mai abbastanza lontano da te.
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danilacobain · 2 years ago
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Selvatica - 30. Ce ne andiamo?
Ante si accostò all'orecchio di Corinna e le scostò i capelli dal collo. Lei ebbe un fremito che lo fece sorridere. Reagiva a lui in un modo sensuale, un abbandonarsi quasi completo che glielo faceva venire duro in meno di un secondo. Era per lui una fonte di desiderio costante.
«Ce ne andiamo?»
«Ma siamo appena arrivati» sussurrò lei, voltandosi a mostrargli le labbra piene ricoperte dal rossetto color rosa scuro, labbra che avrebbe tanto voluto sentire su un punto preciso del suo corpo.
Era vero, forse si erano seduti da soli cinque minuti e lui già si sentiva insofferente. E non era solo perché aveva voglia di stare da solo con Corinna, si stava sentendo a disagio sotto lo sguardo fisso di Federica. Era seduta proprio di fronte a lui e cercava di attirare la sua attenzione facendo la gatta morta con il ragazzo che aveva a fianco, un tipo con i capelli chiari e gli occhi azzurri che sembrava più a disagio di Ante.
Corinna si era messa a conversare con Isotta di cose che non gli interessavano e non sapeva che fare. Quelle due stavano diventando inspiegabilmente amiche, però era contento che Corinna si trovasse a suo agio quando era con loro.
«Sto pensando che voglio vederti con quel completino addosso.»
Corinna sorrise. «Non l'ho messo.»
«No?»
«No. Ne ho un altro, una sorpresa.»
Ante si avvicinò a Corinna, schiacciandola contro il bracciolo del divanetto, che scricchiolò. «Andiamocene, sono pronto a ricevere la mia sorpresa.»
Lei poggiò le labbra sulle sue. «Non essere impaziente.»
«Ante, ieri stavo guardando la partita e ho notato che hai giocato poco e male. Non è che Corinna ti sta distraendo troppo?» li interruppe Federica, facendoli voltare entrambi.
«Adesso ti intendi anche di calcio?» rispose Ante, scoccandole un'occhiataccia.
Federica non si lasciò intimidire. «Corinna, tu non lo hai trovato... affaticato?»
Corinna gli lanciò un'occhiata allusiva, riempiendogli la mente di loro due uniti e sudati. «Non direi.»
«Lascia che ti dica una cosa, lui non è un ragazzo come gli altri. Non può arrivare a giocare le partite stanco. Capisci cosa intendo?»
Ante sentì Corinna irrigidirsi e la vide diventare seria. «Fede, smettila di romperle le palle.»
Corinna gli poggiò la mano sul braccio, forse intuendo che si stava innervosendo. «Se Ante ha giocato male ieri non è certo per colpa mia. Non l'ho visto per tutta la settimana.»
«Ti prego, Federica, non ti ci mettere anche tu con questi discorsi stupidi. Sono professionisti, sanno cosa possono o non possono fare.» Isotta si voltò verso Corinna e le sorrise. «Tesoro, abituati a questa cosa. Ogni volta che giocheranno male, per i tifosi sarà sempre colpa nostra, che siamo mangiatrici di uomini e non gli diamo tregua.»
In quel momento Ante avrebbe voluto abbracciare Isotta. Aveva zittito Federica e fatto spuntare di nuovo il sorriso a Corinna. Tuttavia, sentiva il sangue ribollirgli nelle vene per come Federica si stava comportando. Continuava a fissarlo, a sfidarlo con lo sguardo. Ante serrò la mascella, si alzò e andò in bagno.
Guardò il suo riflesso nello specchio ripetendosi che doveva stare calmo, che tanto Corinna se la sapeva cavare da sola. In fondo era una gattina selvatica, come amava chiamarla lui. Ricordava molto bene quello che l'aveva colpito di lei, sapeva tirar fuori le unghie quando necessario.
La porta si aprì, lasciando passare Federica. Si appoggiò con la spalla alla parete di fronte a lui. Un top striminzito lasciava scoperto gran parte del seno abbondante e lei glielo stava offrendo alla vista.
«Così è questo quello che volevi, una come lei.»
Ante sbuffò, stanco. Riportò lo sguardo sul suo viso. Federica era bella e non gli era mai stata indifferente. Ma oltre l'attrazione fisica non c'era niente, non gli trasmetteva niente. «Fede, non tormentarla. Non ti ha fatto nulla.»
«Era solo per capire perché tra noi non ha funzionato.»
Ante si avviò verso l'uscita. «Sei venuta con un altro ragazzo stasera, dovresti pensare a lui.» Aprì la porta e fece alcuni passi fuori seguito da lei che lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi.
«Non significa niente per me.»
Lui le rivolse un sorriso amaro. «Certo. Esisti solo tu, gli altri sono solo delle marionette.»
«È questo che pensi di me?» Ante non rispose e Fede continuò. «Tra me e te è diverso.»
«Tra me e te non c'è niente.»
«Noi siamo stati a letto insieme.»
Già, e se ne stava pentendo ogni secondo di più. «E stasera andrai a letto con lui, così siamo pari.»
Federica spalancò gli occhi e incrociò le braccia al petto. «Stai dicendo che sono una facile?»
«Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto. Non me ne frega niente se ti scopi ogni sera uno diverso, non è questo quello che mi interessa.»
«E allora cosa? Cosa ha lei che io non ho?»
«Siete due ragazze completamente diverse. Corinna è... spontanea, tu invece sei costruita dalla testa ai piedi.»
«Tu non mi conosci per niente.»
«Già, è così, non ti conosco. Anche tu non mi conosci, e neanche te ne frega di sapere come sono fatto. A te interessa solo poter essere la fidanzata di un calciatore, come Isotta.»
Un sorriso arcigno comparve sulle labbra rosse della ragazza. «Siamo tutte così, Ante, anche lei. Dalle un po' di tempo e vedrai che appena capirà di poter sfruttare la tua immagine lo farà. La differenza tra me e lei è che io non mi faccio problemi ad ammetterlo.»
«Ante, che succede?»
Corinna era proprio dietro di lui e non sapeva quanto avesse ascoltato. Ante le prese la mano e lei lo lasciò fare ma non la strinse. Aveva negli occhi una strana luce. Gelosia, forse. Anche se sembrava più arrabbiata.
«Niente, stavamo parlando.»
«Di te» aggiunse Federica prima di lanciare uno sguardo complice a lui e andare via.
Lui abbracciò Corinna. Ma lei lo respinse. Infilò le mani in tasca e la guardò. Dunque era arrabbiata.
«C'è qualcosa che devi dirmi?»
Scosse la testa. «Non pensare a Fede. Lei è strana, ha questa fissazione per...»
«Pensi che io sia scema? Pensi che non mi sia accorta di come ti ha guardato per tutto il tempo? E quel battibecco era una scenata di gelosia in piena regola. Che cosa c'è tra voi?»
«Niente, Corinna. Assolutamente niente.» Fece un passo verso di lei, ma lei ne fece uno indietro. «Andiamocene a casa.»
«Preferisco tornare a casa mia stasera.»
«Stai scherzando? Sei arrabbiata con me per questa stronzata?» Perché doveva prendersela con lui? Non aveva fatto niente.
«Hai idea di come mi sono sentita quando ti sei alzato e lei ti ha seguito subito dopo? Mi guardavano tutti. Tutti, Ante. E io ero la povera scema che se ne stava lì senza dire niente, senza sapere niente.»
Ante chiuse gli occhi e abbassò la testa, comprendendo quello che stava succedendo nella testa di Corinna. Sentì che doveva farle capire che per lui lei era importante, che era diversa. La attirò a sé contro le sue resistenze.
«Corinna, tu ancora non lo sai ma io non sono un tipo facile. Non ho un bel carattere e soprattutto difficilmente mi lascio coinvolgere da una ragazza. Puoi chiederlo a chiunque lì in mezzo, ti diranno tutti la stessa cosa, a cominciare da Isotta che mi ha presentato decine di sue amiche e sono state tutte un buco nell'acqua.»
«Tutte tranne una.»
«No. Federica è solo quella più sfacciata che ha continuato a provarci anche se non le ho mai dato nessun segnale di interesse.» Le prese la mano, stringendola. «Corinna, con te è diverso. Tu mi piaci veramente, mi piaci e voglio conoscere tutto di te. Tutto.»
La guardò negli occhi, consapevole del fatto che lei si stava ritraendo, che c'era ancora una piccola parte di lei che non si fidava completamente. Le accarezzò il volto, i capelli e la baciò. Corinna ricambiò il bacio, cingendogli la vita. Il suo sguardo si intenerì un poco.
«Oggi, quando hai detto che sono la tua ragazza, dicevi sul serio?»
Ante sorrise. «È troppo presto per darci una definizione?»
«No, non è quello.»
Si portò la mano di Corinna alle labbra. «Allora cosa? Non vuoi essere la mia ragazza?»
«Certo che voglio. Però un po' mi spaventa.»
Anche a lui spaventavano quei sentimenti nuovi, ma non avrebbe permesso a nessuno di mettersi tra loro e rovinare quello che stava nascendo. Non avrebbe permesso a nessuno di togliere il sorriso dal volto di Corinna.
«Adesso ce ne andiamo a casa? Voglio toglierti quel broncio dalla faccia e sostituirlo con un bel sorriso di soddisfazione.»
Corinna scosse la testa e la poggiò sul suo petto. «Non andiamo a casa, andiamo in un altro posto.»
«Dove vuoi andare?»
Lei sollevò la testa e gli sorrise. «Ti fidi di me?»
Ante annuì e coprì le sue labbra con le proprie. Era pronto ad andare ovunque con lei.
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nosferatummarzia-v · 14 days ago
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_Eros
Non serve dire troppe parole, delle volte non serve dire altro. Sei la passeggiata della mia vita che mi mancava... L'avventura che ancora dovevo scoprire. Fatti abbracciare da dietro per proteggerti e farti sentire amata. Ignorami come se ti fosse dovuto e scontato... voglio vederti così, sempre di spalle perchè miri al futuro, ma girandoti solo per chiedermi se voglio viverlo con te. Mi degni appena di uno sguardo, sai che non ti lascio, nemmeno se fai questo, vuoi vedere fin dove arrivo. Sai che l'avrai sempre vinta, che non ho alternative, che ti rispetto e lo accetto. Ti sto appresso mattina e sera. Ti senti sto #cazzo perchè ti darò tutte le mie attenzioni. Mi stai dando un privilegio perchè potresti avere chi vuoi. Ti dicono tutti che sei forte, che sei perfetta, che devi sempre andare avanti senza guardarti indietro. Hai tutte le porte aperte, hai tutto quello che vuoi, ti basta uno schiocco di dita. Ma tutto questo hai scelto di volerlo da me, tutto quello che desideri, come se mi stessi facendo un favore. Ed io come chiunque sarebbe stato destinato a questo, non smetterò mai di baciarti la schiena e il culo, facendoti sentire perfetta, unica, la più bella, la migliore, incondizionatamente. Con o senza di me, tu andrai sempre avanti, avrai sempre quello che vuoi. Mentre io, dal momento che ho te, è tutto ciò che di meglio io possa desiderare. Non voglio stare con te per passare il tempo, voglio fermare il tempo per vivere tutto questo con te.
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_Michelle
Le tue parole sono superlative, davvero. Mi hanno emozionata e fatto riflettere. Ma credo che nella vita nulla sia certo, e per questo preferisco vivere il presente con calma, conoscendoci meglio giorno per giorno. Non c’è fretta, tanto meno bisogno di guardare troppo il futuro. Mi piace l’idea di scoprire dove ci porterà tutto questo, senza aspettative, ma godendoci questo momento insieme. Però, per adesso, ti sento Mio.🤍
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iosonorox · 1 month ago
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Non ti ho mai dimenticato
Scritto nel Dicembre 2009
Genere della storia:
# Suspence
# Sentimentale
Rating: verde
Avvertimenti: One Shot , crossover.
INTRODUZIONE
questa è la mia prima One Shot. ho sentito il bisogno di scriverla, causa un'amicizia andata da schifo, e la persona che più odio in questo istante si chiama Myriam.non vi dico altro xD
buona lettura. spero vi piaccia ^^
NON TI HO MAI DIMENTICATO
C’era eccitazione generale. Era una sensazione un po’ strana, in 320 persone, ma era comprensibile.
Si sposavano. Era impossibile, ma si sposavano. Lui aveva troppi impegni, lei aveva tentato più volte il suicidio. E Roxy lì, ad assistere inerme la felicità che appariva nel viso perfetto di Shin, e anche dalla sua futura moglie, Myriam.
Pensare che Myriam sapeva che Roxy lo amava. Sapeva che gli sbavava dietro da una vita, fin da quando avevano tredici anni. Adesso ne hanno diciannove, e Roxy non ha mai smesso di amarlo, ma lui non le dedicava la minima attenzione, nemmeno un “ ciao”, lei si sarebbe accontentata. No. Odio, perché Myriam aveva seminato zizzania. No, troppa felicità, troppa. Roxy si sforzava di trattenere le lacrime, e scappò via. Sentì un urlo nella strada solitaria, si girò e vide una figura conoscente: Giusy. Ma… aveva in mano il braccio di un ragazzo, che grondava sangue, lei lo bevve tutto. Roxy restò di sasso. Poi si decise.
------ Roxy
No, Giusy. Giusy, la mia sorella d’anima, lei, l’unica a cui tenevo, l’unica che mi consolò quando ne avevo bisogno… è … è… un vampiro.
Che me ne devo fare della mia vita ormai? Male cha vada morirò 5 minuti in anticipo.
<< Giusy, fallo anche a me. >> dissi decisa. Non avevo più lacrime.
<< Roxy, questa è la mia natura. Io ti voglio bene, sorella mia, non lo farò mai e poi mai. Avevo paura a dirtelo. >> disse lei con il suo sguardo deciso e ipnotizzante: era bellissima.
<< Giusy, ti prego. Quella schifosa se lo sposa. Inutile che tu mi consoli. Non capisci come mi sento? Falla finita, dai. >> dissi riuscendo a malapena a sussurrare.
<< piuttosto vorrei assaggiare il sangue di quella demente schifosa . . . inutile tesoro. Tu non morirai. Se ti fidi di me fatti trasformare... >>
Alla fine della cerimonia andammo al ricevimento e, attirando la sposa, la uccidemmo senza alcuna pietà. Il suo vestito immacolato fu macchiato dal suo sangue. Aveva un pessimo sapore. Era amaro, come lei.
Però riuscii a prosciugarla, insieme a Giusy. Era bello nutrirsi di sangue, quando bevi senti una strana emozione dentro… ed è come una dipendenza. La buttai a terra senza alcun timore. In 320 persone se ne accorgeranno soltanto quando Giusy ed io saremo lontane. Mi pulii la bocca con la mano. Ma appena mi voltai, lo vidi. Shin. Il volto stravolto, non c’era più la sua felicità.
Viene verso di me.
<< Tu. . Roxy... >> non ha la forza di parlare.
<< Shin, non parlare. Non ho più nulla da perdere, quindi te lo dico. Lei l’ha fatto apposta. Io ti ho sempre amato, lei era la mia migliore amica. Sapeva che io ti amavo e mi ha ucciso da dentro. Io avevo tredici anni. Mi dispiace te lo dovevo dire>>. Nel frattempo compaiono anche 4 figure in smoking: Strify, Kiro, Yu, Romeo. Giusy corse ad abbracciare Romeo. Loro stavano insieme.
Mi avvicinai sempre più a Shin. Nei suoi occhi terrore. Lo strinsi a me e lo baciai con tutta la passione che avevo conservato.
<< Roxy, se solo lo avessi saputo prima>>. Disse Shin.
<< ormai il danno è fatto, Shin. Mi dispiace, non volevo farlo ma ero accecata dalla sete di sangue e vendetta. Non preoccuparti, passerà presto. >>
<< molto presto>>, disse Giusy, avvinghiata a Romeo, ormai abituato a quel tipo di scene. Strify era fidanzato con Jenny, una vampira che Giusy ed io conoscemmo d un concerto. Non era al matrimonio, era con le amiche, ed anche lei odiava Myriam. Yu era sconvolto, Kiro impressionato.
Shin mi abbracciò con dolcezza e disse:
<< mi dispiace, Roxy. Forse è stata una decisione troppo affrettata sposarmi. Perdonami. >>
<< Shin, se fosse successo prima… >> dissi. Giusy era vicina a me. La afferrai per mano e mandai un bacio ai 5 ragazzi dietro di noi.
Dopo scappammo, nel buio di quella notte. Per l’eternità.
La mia sete era cessata, questo era l’importante. Durante l’immortalità conobbi meglio Jenny e lei si unì a me e Giusy. Diventammo le tre sorelle del cuore. E dell’anima.
Non ti ho mai dimenticato, Shin.
NON TI HO MAI DIMENTICATO
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animapunkocchidipeterpan · 4 months ago
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Il mondo come lo vedi TU - il primo libro scritto da Rich 🩵🩵🩵🩵
dal canale broadcast di Ghali e Rich "Casa Mia" su IG
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yoursweetberry · 5 months ago
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Mi ero alzata, mi ero detta: ora provo a colorare un po’ magari faccio qualcosa che mi distrae e mi calma.
Ma mentre lo facevo ha cominciato a girarmi la testa, la tachicardia e il fiato corto. Non voglio fare questo, non voglio stare qui
Darei qualsiasi cosa solo per poterti sentire, per poterti abbracciare e piangere tra le tue braccia mentre mi stringi a te e sentire il tuo profumo e sentirmi al sicuro
Mi sento troppo male
16:43
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fullyouthdream · 8 months ago
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oggi ho mandato 1 kg dei miei progressi a fanculo e sono ritornata sui 50 kg passati, precisamente 50,7 (appena pesata).
piccole abbuffate, ho mangiato a sazietà e oltre, bevuto fin troppo poco.
ora sto gonfia, ovviamente, e non sono ancora riuscita ad andare in bagno.
domani mattina andrò un po' al mare e non mi spoglierò completamente, lascerò sicuramente la maglietta addosso perché ho una pancia così gonfia che sembro incinta.
dato che sono frustrata dall'aspetto orrendo che ha il mio corpo, dalla mia vita sociale, sentimentale, familiare e lavorativa/universitaria, mi irrito per ogni minima cosa, e vedere i numeri scendere senza portarsi via pezzi del mio corpo che odio mi ha fatto andare in bestia, e avendo anche fame pare che volessi fare un torto a questo corpo... quasi come se non fosse mio, quasi come se non fosse la mia casa, quasi come se non stessi facendo un torto a me stessa in fin dei conti.
il pensiero di infilarmi due dita in gola in questi due giorni mi è salito più di una volta.
il pensiero di fare attività fisica fino a rimanere completamente stremata ha attraversato la mia mente ogni volta che osservavo il mio riflesso.
il pensiero di prendermi a pugni lo stomaco ogni volta che brontola dalla fame mi ha sfiorata, e più volte mi ha avvolta, così facendolo quando ero sola.
forse dovrei trovare altri modi per distrarmi dalla fame, i lividi non mi donano in questo momento.
un elastico al polso? tagli su parti poco visibili? bruciature di sigaretta?
cosa devo fare?
già so che per scacciare un male devo trovare una distrazione, e solo dell'altro dolore può riprendermi da quei momenti di frenesia e dall'adrenalina assoluta che mi travolge quando, per fame emotiva, mi ritrovo a guardarmi intorno come una schizzata alla ricerca di cibo da divorare.
beh, o queste soluzioni elencate, o qualcuno deve darmi una mazzata in testa quando mi vede così, ma non accadrà mai...
voglio perdere peso, voglio veramente perdere questi altri 5,7 kg che mi rimangono.
voglio ritornare a 49 kg e cullarmi nell'illusione di un riflesso che mi mostra una pancia più piatta e delle costole appena evidenti senza dover sollevare le braccia.
voglio accogliere i 48 kg e ringraziarmi per essere ritornata al peso che ero quando il mio ragazzo si è innamorato di me 3 anni fa.
voglio abbracciare i 47 kg con affetto, perché quel numero è stato il traguardo più grande che io abbia mai raggiunto da quando soffro di anoressia, e all'epoca fu il mio numero preferito, perché mai nella vita ero riuscita a vedermi i piedi dall'alto senza essere ostacolata dal mio basso ventre sporgente, e mai euforia più grande riuscii più a provare di quando mi accorsi per la prima volta che, stendendomi di lato con le ginocchia unite, le cosce non si toccavano, e così era anche quando stavo dritta in piedi o camminavo... quello fu il mio aspetto migliore fino ad ora, ma avevo 16 anni.
voglio piangere vedendo i 46 kg e abbracciarmi per complimentarmi per la pazienza che ho avuto fino a quel momento, ma soprattutto perché mi merito un po' di conforto dopo tanto male.
voglio ridere di gioia con i miei 45 kg e rendere quel giorno il migliore che abbia mai vissuto perché, dio, quanto tempo ci è voluto e quante crisi di pianto e attacchi di panico ho superato per essere dove sono.
voglio farcela, veramente, devo farcela.
non ho più 16 anni, non ho più tutta quella sorveglianza attorno, non ho più tutti quegli occhi puntati addosso, ormai si sono spostati altrove e solo di tanto in tanto si girano per gettarmi un'occhiata.
posso farcela, posso farcela e ce la farò.
ormai non ho più paura, e voglio lasciarmi divorare da questa malattia.
sono già nell'occhio del ciclone, devo solo lasciarmi andare e mi trasporterà lui.
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comeminavagante2 · 8 months ago
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Cara T,Sono stati giorni difficili ma non ce n'è stato uno in cui io non abbia pensato a te.Sono sfinita dalle complicazioni che la vita mi sta presentando e, ogni giorno, mi chiedo cosa mi diresti se potessi parlare. Sono quasi sicura di aver sbagliato tutto nella mia vita.Ho lasciato che decidessero gli altri per me.Prima mio padre, poi mio marito e poi é stato troppo tardi per invertire la rotta. Più passa il tempo, più diventa difficile spiegarla questa mia vita, queste catene invisibili che mi tengono relegata in un angolo. Sono quella che sbaglia sempre, quella degli errori imperdonabili.Credo di aver sbagliato tutto anche con Giacomo, sul quale non ho più nessun controllo. Mi dico che ho sempre fatto tutto il possibile, che la mia rigidità é frutto non solo della educazione ricevuta ma anche degli eventi che hanno distrutto il nostro rapporto.Tu lo sai bene, quante volte mi hai ascoltata e consolata,consigliata.Ho stretto i denti per anni, ripetendomi che"col tempo cambierà".Il tempo é passato e le cose sono cambiate solo in peggio.Sono stanca T.Lo so che ti sembra una bestemmia.Perché io non sono prigionera del mio corpo e di una malattia infame,che posso camminare, mangiare, parlare, ridere,abbracciare chi amo, venire da te ogni fine settimana a stordirti con le mie chiacchiere.Lo so che dire a te tutte queste cose é stupido,E probabilmente mi diresti"vaffanculo Giò Giò".Ma io a te non ho mai nascosto niente,Né posso farlo ora.Perché tu,se mi guardi negli occhi, capisci subito cosa mi passa perla testa.L'unica consolazione che ho é che finalmente ho trovato la pace sul piano sentimentaleHo smesso di credere, per cui non do spazio a nessuno, non faccio avvicinare nessuno, vivo al riparo da tutto e mi evito problemi, complicazioni...e lacrime.Che di lacrime ne ho versate anche troppe.Mi sono arresa all' idea che nella mia vita non entrerà più nessuno,con buona pace di tutto quello che avrei ancora da dare.É stupido lo so,e so che se potessi parlare mi diresti di non dire cazzate che non posso scegliere di chiudermi adesso,Ma a una certa ti stanchi anche.E io almeno da un lato meritavo la pace,ho scelto di trovarlo proprio dal lato in cui ho sofferto di più. Basto a me stessa, lo saiQuello che mi manca di più ora é quello che avevamo NoiLa nostra Amicizia, il nostro sorreggerci a vicenda. Ci siamo conosciute troppo tardi, abbiamo avuto troppo poco tempo insieme da vivere come volevamo.Io sono grata di poter venire da te e stringerti Di poter vedere l' Amore nei tuoi occhi, sentirlo in quella stanzaFa male vederti così ma nello stesso tempo, poter stringere la tua mano e guardarti negli occhi é qualcosa a cui non rinuncio.Mi manca quello che avevamo, mi manca la tua voce e a volte la tua presenza fisica in alcune situazioniMa so che con il cuore ci sei e questo mi bastaMi hai trovata accartocciata,a pezzi e mi hai aiutata a rimettermi in piedi, a non mollare. É un momento difficile, piango spesso, sono fuori di me e credo nessuno abbia capito quantoE non posso dirlo neanche a te ora, cerco di nasconderlo perché non devi mai e poi mai sentirti parte del mio doloreMa soffro molto anche per te, per tutto quello che ti é stato toltoEd é profondamente ingiustoVederti da un lato mi consola, dall' altro mi spacca il cuore in due ogni voltaMa l' Amore é amore e voglio viverti ogni istante che possoPerché ti sono Amica, perché non ti lascio solaPerché finché avrai piacere di vedermi arrivare, io sarò lì con te.❤️ Balleremo sul mondo Sempre
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ludotecadispersa · 10 months ago
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Margherita a Francesca N
27 marzo - post equinozio, eclissi lunare, luna piena di primavera in bilancia, mercurio retrogrado
Cosa è successo in questo ciclo lunare che ha sconvolto tutti i piani le abitudini i movimenti precedenti? È accaduto in un attimo: ogni settimana ero in una città diversa. Ho incontrato poesia, bellezza, amore. Ho compiuto 30 anni. Ho fatto un trasloco. Mi sono trasferita. Ho ricominciato a fare l’amore, a desiderare la pelle di qualcun altro. Ho sperimentato la solitudine, la cura di una casa vuota, il tempo ritrovato per me, la distinzione di ciò che amo che voglio essere e costruire.
Roma – i suoni del cielo e i colori dell’aria mi hanno fatto credere per poco di avere 30 anni davvero e poter abbracciare una solitudine meditativa e dedicata. Una farsa.  Ho comprato una pianola senza avere neanche un armadio, avrò cucinato due pasti in croce, non ho mai smesso di spendere tutti i miei soldi per coltivare relazioni poliamorose con le città e creare outfit male accostati.
Avrei voluto scolpirmi, granitica, raccontarmi con la mia identità innovata, surfare sui nuovi incontri, vestirmi meglio, studiare il francese, far tardi perché le conversazioni sono belle e non te ne vuoi andare dalla notte. Smettere di essere tante, essere una alla volta.
Durante i miei giorni romani pensavo alla quotidianità di Goliarda Sapienza nella sua casa di Roma, la regola interiore di scrivere ogni mattina quattro facciate ripiegate con una biro nera, la stessa che uso io. Volevo emulare quella dedizione a una passione. Una scrittura che abbraccia la vita nel suo farsi. Pensavo ad Amelia Rosselli - arrivata a Roma con uno stipendio di mezza giornata- che scriveva “Vivere a Roma è stato per me come una noce protettiva.”  Ritirata e soddisfatta dei propri bisogni affettivi si godeva i piccoli gesti casuali degli estranei, come vedersi salutare per strada. Qualcosa che anche a me commuove di Roma, quel non ti riconoscoma ti salutoti parloti chiamopernometidoancheunsoprannome. Ci si incontra cosi poco per caso qui, ma sempre per coincidenze e amore.
Roma - un posto non abbastanza piccolo da farmi sentire frustrata e neanche troppo complesso da impedirmi di percepire tutto con meraviglia. Questo lo scrive Claudia Durastant nel suo ultimo libro, ma lo pensavo anche io i primi giorni in cui ho iniziato ad abitare qui. Mi gustavo il panorama dagli autobus, camminavo con il naso all’insù, mi godevo la mattina presto, osservavo la gente di giorno e le strade di notte. Mai fretta di tornare a casa, forse perché l’aria è mite e non ti incurvi nel gelo.
Il lungotevere assolato (scrive Ingeborg Bachmann: “bisogna camminare lungo il Tevere e non guardarlo dai ponti”), le piazze di Testaccio, i saliscendi di Monti, le piccole librerie arruffate, le conversazioni a voce troppo alta alle fermate dei bus, camminare con il cappotto aperto, sentirmi diversa. Novellina appena arrivata, trasognata, trascinata da una truppa di amici già formata che mi ha accolto nella propria gioiosa baraonda.
Il sole di Roma ha allontanato la cupezza, mi ha creato lo sfondo per un racconto: ho pensato di poter provare ad innamorarmi. Di una idea, una immaginazione, un futuro inventato. Assolato.
……….E poi di nuovo sono tornata indietro.
La primavera precoce ha disorientato le aspettative. Intermittenze emotive e un adolescenza esplosiva – di quelle matte in cui vuoi tirare tardi e l’adrenalina di pervade e salivazione selvatica e accelerata : più vita, più vita. Le mie intensità sono a tempo determinato: vale per il mio innamoramento per Roma come per una relazione appena abbozzata e già percepita come eccessiva. Mi convinco di qualcosa che mi abita e mi infesta per giorni, una ossessione che non ha niente di creativo o spirituale eppure mi guida come una sonnambula verso direzioni impreviste. DEVO partire, fuggire, prendere il volo.
Sono tornata a Bologna, a vivere dentro un teatro, sono fuggita dalle promesse di amore, da una stabilità lavorativa e domestica. Mi sono rifugiata nel buio della musica rumorosa, della nebbia umida, nel chiasso sociale. Come se questo caos fosse l’unico ritmo possibile. Una culla dove le relazioni creano un nido di accoglienza e amore, dove si accavallano avventure e incontri, dove si mescolano le temporalità e le sottoculture, dove posso essere nomade e fuggitiva, ho sempre la valigia dietro e abito temporaneamente le case degli altri. Ammonticchiata negli angoli angusti sono tutta un disordine.
Voglio vivere troppa vita per placarmi di una routine. Voglio tutto, essere tutto, essere ovunque. Mangiare la vita a morsi. Fare esperienze viscerali che mi scarnificano e mi facciano vibrare.
Una biografia che non si scrive la mia, continua a ingarbugliarsi e confondersi le partenze con i ritorni. In un gioco di scacchi in cui per avanzare devi retrocedere di due e poi andare a sinistra.
 Imparo l’economia del dono: cosa posso regalarti in cambio di questa ospitalità che mi accoglie? Detersivi, dar da mangiare al tuo cane, innaffiare le piante, lavare i piatti, cioccolato di 3 tipi, formaggi autoprodotti, libri di poesie.
La mia è una fuga giocosa, come le palline che scappano da tutte le parti dopo aver tirato la prima stoccata con la stecca da biliardo.
Rifuggo da:
le responsabilità, i contratti di affitto, le dichiarazioni di amore, le emotività torbide, la velleità aggressive, i ricatti, i portasapone, le suppellettili, il pensiero unico, la falsa modestia, le false promesse.
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