#litorale pericoloso
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Allerta mareggiata intensa a Genova: misure di sicurezza per il 20 novembre
Comune di Genova, ARPAL e Protezione Civile hanno emesso un avviso per una mareggiata intensa prevista per il 20 novembre. Il fenomeno, classificato come molto intenso, richiede massima attenzione e il rispetto delle disposizioni di sicurezza per evitare
Comune di Genova, ARPAL e Protezione Civile hanno emesso un avviso per una mareggiata intensa prevista per il 20 novembre. Il fenomeno, classificato come molto intenso, richiede massima attenzione e il rispetto delle disposizioni di sicurezza per evitare rischi e danni. Indicazioni operative per i cittadini Evitare di sostare lungo il litorale: onde alte e mare agitato rappresentano un pericolo…
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Jesolo, furti e rapine: emessi 5 Daspo "Willy" a una baby gang
Jesolo (Venezia), furti e rapine: emessi 5 Daspo "Willy" a una baby gang Il Questore di Venezia, all'esito di un'importante attività di prevenzione condotta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Venezia ed il Commissariato di Polizia di Stato di Jesolo, è intervenuto con una serie di misure di prevenzione di natura interdittiva mirate a contrastare quei gruppi di giovani che, in queste prime settimane di movida estiva, si erano resi responsabili di condotte gravi e violente nella città balneare. L'emissione dell'innovativa misura di prevenzione del cosiddetto "DASPO Willy" si è resa necessaria a seguito di tre denunce circostanziate, presentate presso il Commissariato di Jesolo da alcuni giovani, che avrebbero subito, in due diverse serate, l'aggressione, il furto di denaro, di oggetti preziosi ed indumenti di marca nella zona centrale della località balneare interessata dalla movida notturna. L'attività di indagine, condotta da personale del Commissariato di Jesolo, ha permesso di individuare, grazie alle informazioni fornite dalle persone offese nonché dalla visualizzazione delle telecamere di sorveglianza operative, 5 soggetti i quali, sospettati delle suddette condotte, oltre ad essere divenuti destinatari del "DASPO Willy" sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per il reato di rapina. Tale tipologia di provvedimento prende il nome da Willy Monteiro Duarte, il ragazzo romano che cadde vittima dell'ira dei bulli per aver tentato di difendere un amico, fornisce al Questore uno strumento innovativo e maggiormente incisivo per contrastare il fenomeno della movida violenta e delle aggressioni giovanili. Il DASPO Willy, come è noto, è stato introdotto dal DL 130/2020, poi convertito con la L. 173/2020, e consente di disporre l'interdizione dalla frequenza di locali pubblici ed aree urbane prossime a questi ultimi a soggetti ritenuti responsabili di fatti che abbiano destato particolare allarme sociale e siano stati lesivi dell'ordine e della sicurezza pubblica. Tale misura, partendo dall'analisi di ciò che è già stato commesso, permette di attuare una tutela di natura preventiva, finalizzata a porre gli autori di condotte ed episodi di violenza nella condizione di non nuocere nuovamente. La violazione di tali misure preventive può portare poi anche a significative conseguenze dal punto di vista penale ed amministrativo per il soggetto destinatario del provvedimento. Nel caso di specie, sono stati emessi 5 provvedimenti "DASPO WILLY" che interdicono l'accesso al litorale ed all'intera area della movida della città di Jesolo con specifica indicazione di vari esercizi e locali di pubblico intrattenimento per il periodo di un anno. Tale importante risultato, realizzato nell'ambito dell'attività di prevenzione e contrasto ad episodi di violenza, criminalità e degrado che interessano le località balneari della Provincia di Venezia in questo periodo estivo, si colloca in continuità con la costante attività della Questura di Venezia nell'ambito dell'irrogazione di misure di prevenzione di tal tipo. Dall'inizio del 2024, infatti, sono stati inoltre emessi 35 avvisi orali (rispetto ai 26 dello stesso periodo dell'anno precedente), con i quali il Questore, ai sensi dell'art. 3 del D.lgs. 159/2011, avverte il soggetto, ritenuto socialmente pericoloso, a tenere una condotta conforme alla legge. Inoltre, sono stati disposti ben 26 Divieti di Accesso ad aree urbane (c.d. "D.AC.UR") in netto aumento rispetto all'anno scorso. Tali provvedimenti consentono di inibire l'accesso a determinati soggetti, con precedenti penali e responsabili di condotte pericolose, a specifiche zone urbane, al fine di tutelare il decoro di alcuni luoghi della città, con l'intento di prevenire quelle condotte che non ne permetterebbero la serena fruizione da parte dei cittadini.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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28 lug 2023 13:06
ANCHE I BAGNINI DEVONO METTERSI L'ELMETTO – A CAMEROTA, IN PROVINCIA DI SALERNO, UN BAGNINO DI 19 ANNI HA SALVATO UNA COPPIA CHE STAVA PER ANNEGARE A CAUSA DEL MARE MOSSO. POI HA INTIMATO AGLI ALTRI BAGNANTI DI RIENTARE A RIVA PER EVITARE PERICOLI, MA È STATO AGGREDITO DA UN TURISTA CHE NON VOLEVA SAPERNE DEL DIVIETO – L'UOMO, UN INGEGNERE NAPOLETANO DI 33 ANNI, GLI HA MESSO LE MANI AL COLLO E GLI HA SFERRATO UN PUGNO. IL POVERO BAGNINO È FINITO A TERRA SVENUTO E HA DUE VERTEBRE MALCONCE… -
Estratto dell'articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
Gerardo Diotaiuti è un veterano del salvamento. Ha preso il brevetto quando aveva solo 16 anni e adesso che ne ha 19 era al suo quarto anno consecutivo come addetto alla sicurezza dei bagnanti sulla spiaggia di Camerota, il paese del Cilento dove vive, dove è andato a scuola fino al mese scorso e dove ha appena superato gli esami di maturità.
Gerardo non è invece un habitué delle risse, e quando, sul bagnasciuga del lido La Calanca, si è ritrovato addosso un ingegnere napoletano di 33 anni che prima gli ha messo le mani al collo e poi gli ha sferrato un pugno, non ha avuto la prontezza di reagire.
È finito a terra svenuto e adesso ha due vertebre malconce, il collare da tenere per una settimana, con questo caldo, e al lido hanno dovuto trovare un sostituto per il resto della stagione. E tutto perché, dopo aver salvato due ragazzi che stavano per annegare, si era messo in testa di impedire agli altri bagnanti di trovarsi nella stessa situazione. […]
C’era mare grosso sul litorale cilentano, e Gerardo e il suo collega hanno capito subito che non sarebbe stata una giornata facile.
[…] Quindi Gerardo e il collega sono rientrati in mare e hanno raggiunto un punto oltre il quale sarebbe stato pericoloso andare. «Gridando e usando il fischietto abbiamo richiamato chi era più avanti e molti sono rientrati, ma mi sono accorto di due persone spostate lateralmente rispetto a dove ero io e soprattutto molto al largo, che non ci ascoltavano assolutamente. Ho cercato di attirarne l’attenzione tornando sul bagnasciuga e mettendomi sulla loro stessa linea, e da lì li ho richiamati. Ma quando finalmente mi hanno risposto lo hanno fatto mandandomi a quel paese. Erano due uomini, quello che poi mi ha aggredito e uno più anziano».
Tra il ragazzo e i due bagnanti lo scambio di battute è andato avanti per un po’. «Li ho invitati più volte ad avvicinarsi alla riva ma loro mi rispondevano che non ero nessuno per dire che cosa dovevano fare. Ho provato a spiegare che si stavano mettendo in pericolo e che quindi stavano mettendo in pericolo anche me che poi sarei dovuto andare a salvarli, ma non è servito a niente. Finché, quando si sono decisi a rientrare, il più giovane mi ha letteralmente puntato e mi è saltato addosso».
Gerardo è stato aiutato a riprendersi e poi lo hanno accompagnato al Pronto soccorso, e ora con il papà sta decidendo se denunciare il suo aggressore. «Mi hanno detto che mentre ero a terra si è reso conto di quello che aveva fatto e mi girava intorno, ma gli hanno detto di andarsene» [...]
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E 'una storia ironica.
E 'passato un anno dall'atto dell'uragano Harvey in Texas che ha portato allagamenti e danni anche all'infrastruttura petrolifera.
Sotto Harvey il 25% della capacita 'di raffinazione del Texas dovette fermarsi. Da qui parte il 30% di tutto il petrolio USA. Un giro di affari senza limiti.
Adesso i petrolieri sono preoccupati di altri, potenti uragani e di altri danni e quindi cercano di prendersi per tempo. Cercano di proteggere i loro impianti che sorgono per lo piu 'lungo la costa del Golfo del Messico.
Ma voglio che sia il contributo americano!
Con l'appoggio di governatori e sindaci pro-olio, perche 'le benzina-tasche sono profonde.
Gia 'nel Novembre del 2017 il governatore Greg Abbott aveva bloccato 61 miliardi di dollari al Congresso per la difesa della costa, per la maggior parte i fondi si andate a zona benzina.
Il governo è stato approvato, ma il Texas, notoriamente conservatore, non fu d'accordo. Dissero che la difesa delle raffinerie era una questione di sicurezza nazionale e che ci faceva pensare a Washington.
E Washington no: i costi erano troppi alti e il governo centrale era pericoloso di tutti i 61 miliardi di dollari. C'erano incendi in California ed altri uragani a cui pensare.
Non se ne fece niente.
E cosi 'è e passato a misure locali, piu' mirate,
Per esempio il governo texano ha approvato $ 3,9 milardi di denaro pubblico per guardia alcune raffinerie sotto grande pressione lobbistica da parte di petrolio e gas.
A Houston invece il 25 Agosto 2018 e 'stato approvato un pacchetto per proteggere la citta' dalle inondazioni da $ 2,5 miliardi, che ha incluso la protezione delle raffinerie per conto dei petrolieri.
I soldi saranno usati per creare tre zone di muraglie contro le ondate.
La prima area e 'in localita' Port Arthur citta 'al confine con la Louisiana lui sa di zolfo per le troppe emissioni petrolifere.Le raffinerie protette con i soldi delle nostre tasse saranno quelle della
Totale (Francia), della Valero (Texas), e della Motiva (Arabia Saudita). Sei miglia di costa saranno protette da muraglie di 5 metri di altezza. I lavori inizieranno nei prossimi mesi.
Ciao si proteggera 'un'area di 25 miglia nella contea di Orange dove sorgono raffinerie della Chevron e della DuPont.
E alla fine l'ultimo segmento sara 'nei pressi di Fremont e del rigassificatore della Phillips66, nonche' di raffinerie della Dow Chemical e impianti della BASF.
E 'chiaro che tutto e' stato verificato per specificatamente proteggendo impianti petrolchimici. Se ci capita la casa di qualche cittadino benvenga, ma non e 'questo lo scopo.
L'idea e 'il tutto dovrebbe diventare parte di un sistema di protezione costale da circa 12 miliardi di dollari se si fondi fondi che proteggera' in totale trenta raffinerie texane.
Questa volta i politici hanno approvato senza fiatare.
Ogni anno il Texas perde in media tre metri di costa lungo i 600 chilometri di litorale a causa dell'erosione, per la maggior parte causato da petrolio e gas.
Interpellati i petrolieri dicono che hanno la coscienza di un posto perche 'pagano le tasse, e le tasse sono queste opere di difesa.
E cosi, i petrolieri causano i cambiamenti climatici, porta a casa soldi, inquinano i nostri polmoni e le nostre democrazie e poi noi gli paghiamo pure i danni!
A pensarci bene in questo caso il contribuente texano paga anche per le ditte francesi e saudite!
Il mondo alla rovescia che mostra, sempre che arriva questi, non solo non se ne vanno piu 'ma corrompono tutto.
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I risvolti dell'operazione "Touch & Go" dei carabinieri nel Sud Pontino
Carabinieri E' un gruppo criminale potente e pericoloso e dalle spiccate "capacità imprenditoriali". Una definizione data dagli investigatori all'organizzazione criminale capeggiata da Domenico e Raffaele Scotto, originari di Secondigliano e considerati vicini ai clan di camorra, smantellata nel corso dell'operazione Touch & Go condotta dai carabinieri della comapgnia di Formia e coordinata dalla dda di Roma. Per quanti carichi di droga i militari intercettassero durante le varie fasi di indagini, per quanti sequestri e per quanti arresti operassero ai danni dei corrieri, l'organizzazione non veniva scalfita e a disposizione c'erano già altri carichi pronti a inondare le piazze di spaccio del litorale a sud della provincia pontina, in particolare tra le città di Formia e la frazione di Scauri di Minturno. Il gruppo proveniente da Napoli aveva invaso quella porzione del territorio pontino al punto da dettare legge, non senza aver fronteggiato prima la criminalità locale da una parte e gliinteressi di altri clan di camorra dall'altra. Una "guerra" vinta con intimidazioni, minacce, attentanti di fuoco e spedizioni punitive, come nel caso di due ordigni artigianali piazzati sul territorio a distanza di pochi giorni, nel febbraio del 2016, uno dei quali recuperato prontamente dai carabinieri prima della deflagrazione. #cronaca Read the full article
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SAN BENEDETTO – Dal 2008 al 2019 la musica non è cambiata per la spiaggia di San Benedetto che si conferma a misura di bambino e verrà di nuovo premiata con la Bandiera Verde. Lo afferma il prof. Italo Farnetani, giornalista e accademico italiano che undici anni fa ha ideato questo vessillo per le spiagge e località turistiche adatte ai bambini. Nel 2008 erano 10 la Bandiere Verdi assegnate e tra queste c’era proprio San Benedetto.
La città più a nord era Riccione e a sud Ostuni, nel frattempo ne sono state consegnate in questi 600 chilometri altre 28. Oggi sono 119 con in più anche due più due località spagnole. Il prossimo 28 giugno a Praia a Mare ci sarà la consegna ufficiale con San Benedetto che consegnerà come “madre del vessillo”, ha specificato il prof. Farnetani, la Bandiera Verde ad una new entry.
“Uno dei punti di forza di San Benedetto –afferma il noto pediatra- è quello di avere un grande ospedale e il pronto soccorso ad uno o due chilometri dalla spiaggia. Anche per quegli interventi banali, pensiamo ad esempio ad un tappo di cerume che può arrivare da un tuffo in mare o in piscina. Se non c’è un medico esperto questa banalità può tramutarsi in un disastro. Qui, invece c’è un pronto soccorso H24 e questi disguidi non accadono. Ed è importante anche se ci si riferisca ad un intervento per un bambino che calpesta magari un pezzettino di legno o una cozza. Il bambino deve essere curato da un pediatra. Il problema non è la grande emergenza, ma la quotidianità. Se non c’è un Pronto Soccorso e una Pediatria è un problema. Lo ripeto, a San Benedetto c’è un ospedale a poche centinaia di metri dalla spiaggia e questo fatto rappresenta una sicurezza per i genitori””.
Inoltre San Benedetto ha altre caratteristiche di rilievo. “Il piacere di venire qui a San Benedetto –aggiunge il prof. Farnetani- è costante. E’ una città organizzata che coniuga la bellezza ambientale con il piacere dell’umanità. Due anni fa notammo che di sera c’era una forte animazione di bambini con le famiglie e quindi passeggini. Quindi ho visto che San Benedetto è il luogo ideale per il suo lungomare, che ha un marciapiedi largo 10 metri e anche più, con una pista ciclabile ben identificata e lontana da dove si cammina. Inoltre è un lungomare estremamente pulito, come ho notato in questi giorni.
Inoltre c’è il discorso delle palme che ombreggiano il viale evitando così al bambino che ha una struttura corporea ancora in formazione, il pericoloso colpo di calore. Il mio consiglio, comunque, è quello di non portare più i bambini nel passeggino oltre i due anni di età, a meno che non dorma”.
Ed infine l’ultima peculiarità del litorale sambenedettese è dato dal servizio di salvataggio in mare. “Sii è ulteriormente perfezionato e progredito –afferma il prof. Farnetani- e poi se vediamo in che modo è stato organizzato l’evento delle Frecce Tricolori allora c’è la conferma che il sistema è funzionante anche nell’ordinaria amministrazione. Inoltre sia la spiaggia che il lungomare di San Benedetto consente il passeggio e attività fisica e così si combatte anche l’obesità.
E poi offre ai bambini sono tante iniziative, dal cinema sul lungomare ai giochi ai menu per bambini negli alberghi. Non dovete fare una politica per i bambini e le famiglie perché la vostra politica è già indirizzata verso questi obiettivi. Infine mi piace ricordare che proprio San Benedetto, dopo l’unità d’ Italia, ospitò il primo Ospizio Marino nell’ ex sede della Ragioneria in via Mare”.
“La Bandiera Verde per San Benedetto –è il sindaco Pasqualino Piunti che parla. È per noi un vessillo della prima ora. Come amministrazione comunale cerchiamo di perseguire tutti i riconoscimenti ottenuti in questi anni: bandiere verdi, delle azzurre e blu. Riusciamo così a garantire un turismo per leo famiglie”.
Il sindaco Piunti, poi, fa un annuncio importante. “Il divieto di fumo in spiaggia è molto importante per la nostra città. Nel prossimo consiglio comunale, presenterò un emendamento alla direttiva già approvata in cui il no fumo si estenderà anche ai 300 metri dalla battigia. Tutte le altre situazioni che stiamo monitorando insieme alla Regione e al Ministero come ad esempio il divieto dell’ uso della plastica, lo faremo passo dopo passo non solo in spiaggia ma in tutta la città. In questo modo, i riconoscimenti avuti, buon ultimo quello del Sole 24 Ore, sono dovuti anche al rapporto sinergico che c’è tra l’amministrazione comunale, tessuto imprenditoriale locale e cittadini, con San Benedetto che è diventata una meta ambita da tutti”.
“Da diversi anni –chiude la serie degli interventi Giulio Brandimarti dell’ Associazione Albergatori- promuoviamo San Benedetto come città dell’ospitalità. Qualche giorno fa infatti anche il Sole 24 Ore ha riconosciuto le nostre caratteristiche. La Bandiera Verde ci ha aiutato anche a capire in che modo agire. Si parla di benessere e ad esempio il lungomare è un luogo di benessere che i visitatori cercano. Anche in cucina i menu sono meno pesanti ma sempre più tipici e legati alle materie prime locali. Infatti quest’anno la collaborazione con l’Amministrazione comunale sfocerà nell’evento Freekì per i bambini, dal 31 luglio al 2 agosto”.
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Mafia Nigeriana, la piovra globale che spaventa le polizie internazionali
La mafia nigeriana è nata in Nigeria alla fine degli anni ‘80, si è diffusa a macchia d'olio in Niger, Benin e resto del mondo e gestisce il traffico di eroina e cocaina, accattonaggio e prostituzione delle nigeriane tenute in schiavitù. Il modello strutturale della criminalità organizzata in Nigeria è formato da gruppi autonomi sciolti e, allo stesso tempo, dipendenti da un vertice unico. Si tratta di un sistema in cui cellule criminali più strutturate si accompagnano a cellule contingenti che, diversamente dalle precedenti, nascono in corrispondenza di un singolo affare criminale. I gruppi criminali sono di genere maschile, soprattutto per il narcotraffico e le truffe telematiche, femminile per quanto riguarda lo sfruttamento della prostituzione con la figura delle madame, tipicamente ex vittime della tratta che gestiscono lo sfruttamento della prostituzione. Uno dei riti di iniziazione più frequenti è il sottoporsi a frustate da parte del "capo" dell’organizzazione. Anche in Italia ha attecchito già a partire dagli anni ottanta facendo importanti affari con Cosa Nostra. L'organizzazione più pericolosa e violenta e quella dei Black Axe nata negli anni '70 a Benin City in Nigeria. Elementi di spicco di questa organizzazione criminale sono già presenti in molte città italiane come Torino, Novara, Alessandria, Verona, Bologna, Milano, Roma, Napoli e Palermo. https://youtu.be/drt2QsuLPn8 Le indagini in Italia I servizi di sicurezza italiani l'Aisi a partire dal 2013 controlla il presunto capo della confraternita Eyie, Grabriel Ugiagbe che gestisce i suoi affari criminali da Catania, spostandosi poi in Nord Italia, Austria e Spagna. La sede principale in Italia è Castelvolturno. Il loro radicamento in Italia è emerso nel corso di diverse inchieste, che hanno confermato "la natura mafiosa" della consorteria, ribadita da diverse sentenze. Il gruppo più forte e pericoloso resta il "Black Axe", "il cui vincolo associativo - sottolineano gli analisti della Dia - viene esaltato da una forte componente mistico-religiosa”. Gli stupefacenti, stoccati nei laboratori dei Paesi centroafricani, raggiungono l'Italia attraverso varie direttrici, sia per via aerea che marittima o terrestre. Con questa rotta, i narcotrafficanti sfruttano, di fatto, i canali già utilizzati in passato per il contrabbando di armi, avorio e pietre preziose. Altrettanto "articolate" e connotate da "particolare violenza" sono la gestione della tratta di persone e la prostituzione. Recenti inchieste hanno documentato, ad esempio, come giovani donne, anche minorenni - attirate con la falsa promessa di un lavoro in Europa - vengano concentrate in Libia, sottoposte a violenze e stupri e fatte partire per le coste italiane. Spesso per vincolarle al pagamento del debito contratto per il viaggio sono sottoposte a riti woodoo, con minacce di morte. Gruppi nigeriani sono risultati attivi anche nel trasporto verso il nord Europa - via Ventimiglia - di profughi e clandestini provenienti dalla Siria, dall'Egitto, dal Sudan e dall'Eritrea. Forte resta la capacita' di interagire con le organizzazioni di riferimento nei Paesi d'origine e con cartelli multinazionali, dei quali rappresentano, nella maggior parte dei casi, "delle cellule operative distaccate, funzionali alla realizzazione degli illeciti”. Il Mattino, di recente, ha raccontato in un articolo che sulla mafia nigeriana lavora una task force internazionale che, dal mese di luglio scorso, vede impegnate l'Fbi, la polizia italiana, con lo Sco a coordinare i lavori delle squadre mobili di Caserta, Roma, Palermo e Torino e che, a breve, potrebbe vedere coinvolta anche la polizia canadese. Ripercorrendo un anomalo transito di soldi dalle città statunitensi roccheforti della mafia nera, le indagini degli agenti federali americani si sono incrociate con l'inchiesta che, ormai da anni, impegna la Dda di Napoli sul fronte Casertano. Da Atlanta, New York City e Chicago è stato monitorato un flusso di denaro costante tra personaggi di un certo rilievo in seno ai Vicking, agli Eyes e ai Black Axe, ovvero i principali gruppi del crimine organizzato nigeriano attivo negli Usa, e immigrati africani che vivono in povertà sul Litorale Domitio. Ricorrendo al money transfer con la Western Union, ma anche a prepagate paypal, pezzi grossi della mafia nera hanno fatto transitare il denaro di attività illecite di varia natura per Castel Volturno. Il Litorale campano è crocevia di esseri umani, ormai è fatto storico e noto, ma anche di flussi di soldi veicolati dal crimine organizzato africano. È stato riannodando quei fili che gli agenti dell'Fbi sono stati in Italia, in estate e, in autunno, la polizia italiana incaricata dell'inchiesta si è recata a New York per uno scambio informativo. I capimafia nigeriani residenti negli Usa utilizzano anche canali di underground banking ovvero servizi finanziari del deep web. Intercettando quei flussi di soldi la Dda e le forze di polizia americane hanno trovato un filo conduttore esistente tra il nord America, il Canada e il Litorale Domitio dove sui conti di insospettabili immigrati arrivano somme di denaro da «deposito» provenienti dai boss neri che vivono nelle grandi città americane e nel Canada. Soldi che in parte potrebbero provenire dall'imponente giro di droga che la mafia nera gestisce in Europa e in almeno altri due continenti, e che servono per finanziare il principale business: la tratta di esseri umani. Per corrompere funzionari, pagare i traghettatori che accompagnano le vittime lungo il viaggio che risale l'Africa dalla Costa D'Avorio, dal Niger e da altri Paesi del continente nero, servono molti soldi e, a quanto pare, il crimine organizzato che ha base principale a Benin City ne dispone a grandi quantità. Alcune ragazze sono riuscite a pagare il «debito» con la mafia nigeriana e hanno riconquistato la propria libertà dopo aver messo insieme cifre oscillanti tra i 15mila e i 20mila euro. «Le più belle vengono mandate al nord», dicono, «le altre restano sulla Domitiana». Ma non solo: c'è anche il fenomeno del traffico di organi. La tratta che alimenta il traffico di organi, scrive Il Mattino, resta un fenomeno tutto da esplorare. Non è possibile stabilire quante persone spariscano dai villaggi africani per mano della mafia nera. Inchieste non troppo datate, risalenti al 2010, hanno stabilito alcune delle cifre che muovono il business: un rene «costa» 12 milioni di naira, la moneta nigeriana, ovvero 60mila euro. A Lagos, più volte, la polizia ha trovato donne segregate e costrette a mettere al mondo figli poi destinati al traffico di bambini, al mercato del sesso o alla compravendita di organi. https://youtu.be/OgIdeKHIAlQ Le recenti indagini in Francia La polizia francese ha riferito di aver smantellato una rete di prostituzione e traffico di nigeriani sospettati di raccogliere e riciclare decine di milioni di euro in tutto il paese. Trenta persone di nazionalità nigeriana sono state arrestate durante due turni di raid della polizia giudiziaria in giugno e settembre a seguito di un'indagine di 15 mesi. La polizia ha identificato i sospetti che raccoglievano denaro da giovani donne nigeriane che si prostituivano in diverse città in tutta la Francia, hanno detto gli ufficiali della polizia transalpina, stimando il denaro tra i 30 e i 50 milioni di euro negli ultimi tre anni. “Stavano trasferendo denaro da Lille, Colmar, Strasburgo, Lione, Nizza, Marsiglia, Bordeaux, Nantes o Parigi", ha detto il capo della agenzia anti-traffico OCTREH, Jean-Marc Droguet. Un parrucchiere e un negozio di alimentari nel nord di Parigi sono stati utilizzati come punti di raccolta per i soldi prima che fossero consegnati ai corrieri che nascondevano il denaro in valigie a doppio fondo e che si apprestavano a lasciare il paese. A volte i corrieri passavano attraverso altre capitali europee e paesi africani per evitare sospetti, hanno detto gli ufficiali, ma il denaro era sempre destinato in Nigeria. Cosa fa la Commissione Ue? La lotta contro il traffico di stupefacenti e la tratta degli esseri umani costituisce una priorità per la Commissione, che è al corrente del coinvolgimento della mafia nigeriana nella tratta degli esseri umani e nello sfruttamento della prostituzione in Italia e in altri Stati membri. Le iniziative intraprese dagli Stati membri in materia di lotta contro il traffico di stupefacenti provenienti dalla Colombia e contro la tratta degli esseri umani sono coordinate nell'ambito del ciclo programmatico dell’UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale, a cui partecipano anche istituzioni e agenzie dell'UE, paesi terzi e organizzazioni. Il progetto ETUTU contrasta il traffico di nigeriani all’interno dell’UE. Negli ultimi anni Europol ha avviato azioni significative, come la visita in Nigeria del dicembre 2017 volta a rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e le autorità nigeriane, e ulteriori iniziative sono in corso di attuazione . Altre azioni sono predisposte nell'ambito del Fondo fiduciario dell’Unione europea per l’Africa e del programma indicativo regionale per l'Africa occidentale, come l’attuale sostegno al piano d’azione regionale in materia di traffico illecito di stupefacenti, di criminalità organizzata e di uso illecito di droghe nell'Africa occidentale. Una serie di nuovi progetti regionali sono stati appena avviati, quali: «Criminalità organizzata: risposta dell'Africa occidentale al traffico illecito», con particolare attenzione al traffico di stupefacenti e di armi e alla tratta degli esseri umani. «Criminalità organizzata: risposta dell'Africa occidentale al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo» (progetti OCWAR). Nel luglio 2018 è stata avviata un'azione dell’UE contro la tratta degli esseri umani e il traffico di migranti in Nigeria. Inoltre la Commissione fornisce aiuti finanziari al Centro di analisi e operazioni contro il narcotraffico marittimo (MAOC-N), un forum intergovernativo di cooperazione multilaterale che mira a reprimere il traffico di stupefacenti con mezzi marittimi e aerei, in particolare nell’Atlantico. La Commissione finanzia i più importanti progetti e programmi contro il traffico di stupefacenti in Colombia tramite programmi di cooperazione dell'UE e coopera strettamente con le organizzazioni internazionali in questo ambito. L'Unione intrattiene un regolare dialogo tra esperti in materia di stupefacenti con i paesi della CELAC (Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici), tra i quali la Colombia, e ha concordato piani di azione relativi anche agli stupefacenti con alcuni paesi/regioni nell'America latina, nei Caraibi e nell'Africa occidentale lungo la rotta del traffico di cocaina. Read the full article
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