#leggere per conoscere
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Ecco i motivi per cui è bello essere Liguri: ❤
1. Avere mare e monti a distanza di 30 minuti, forse anche meno.
2. Non conoscere il concetto di nebbia.
3. La “focaccia” calda a tutte le ore.
4. La cucina ligure , che riesce ad essere ricca con quasi niente.
5. “Belìn”, questo nostro intercalare onesto, melodioso e mai volgare.
6. Le fessure blu cobalto del cielo tra le case dei “caruggi”. (I vicoli).
7. La colazione “alla ligure” con la “fugassa” (Focaccia) pucciata nel caffelatte.
8. Gli autobus che si inerpicano anche sulle strade più assurde.
9. Un gatto che scruta il mondo dalla fessura di una persiana verde.
10. Poter fare il bagno in mare ad ottobre come se fosse la cosa più normale del mondo.
11. Il “pesto”, che ci offendiamo se gli altri lo copiano, anche se sappiamo benissimo che oramai lo fanno cani e porci.
12. Salire in 10 minuti per "bricchi” (Montagne attorno alle nostre città ) e trovarsi fuori dal mondo.
13. Salire in 10 minuti per “bricchi” e trovarsi dentro una calda osteria.
14. I veri liguri....Quelli che “una parola è poco, ma due sono già troppe!"
15. I veri liguri , così “chiusi” e così grandi di cuore.
16. Sentire i nostri vecchi parlare in dialetto e riuscire a capire quello che dicono (più o meno).
17. Tirare fuori il cappotto dall’armadio solo poche settimane all’anno.
18. Prendere in giro i “padani” per le code che si devono sorbire in autostrada per raggiungerci.
19. La spruzzata di neve a gennaio che paralizza la città e fa subito chiudere le scuole di ogni ordine e grado nemmeno vivessimo al Polo Nord.
20. Il “mugugno”, (Lamentarsi) che almeno questo non costa nulla.
21. Il “mugugno” che è diventato il nostro sport preferito.
22. Il misto “torte di verdura” servito in trattoria.
23. La “farinata”..... semplicemente geniale!
24. Ammirare la città dall’alto quando si torna a casa con l’aereo.
25. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno e mugugnare che “fa freddo”.
26. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno, arrivare a 20 gradi a mezzogiorno, e mugugnare che “fa caldo”.
27. Trovarsi in qualunque punto della nostra città e pensare che viviamo nella città più bella del Mondo, anche quando per mille motivi ci fa “arraggià” (Arrabbiare)
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Nello scrivere, ier sera, un punto in particolare nell'agenda delle cose belle si è fatto strada un macro ricordo che avevo completamente rimosso. Da ragazzina ero molto ingenua e sognante, avevo il cervello roso dalle fantasie di amore eterno di mia madre, il vissero felici e contenti della disney, e di varie storie dei libretti Harmony che ora che ci penso sono anche quelli che più di tutti mi hanno introdotta al sesso – l'accesso al porno vero e proprio era limitato ai film per adulti, pure censurati, che beccavo nei vari canali la sera in TV in cucina quando i miei andavano a dormire. Date queste premesse fantasticavo molto sul conoscere un ragazzo, sul vivere una storia d'amore da batticuore, dove le carezze erano rubate ed i baci avvenivano lentamente respirandosi prima parecchio sul volto e guardandosi intensamente negli occhi, col cuore alla gola. Mi innamoravo insomma facilmente, di chiunque mi degnasse di uno sguardo in più, iniziando a crearmi in testa storie di corteggiamento che finivo per scrivere anche su un blog su wordpress che avevo all'epoca. Ovviamente le mie storie, su internet, si chiamavano al tempo l'attenzione di donne e uomini sui 40 anni o vicino lì. Io avevo sui 19, 20 anni. Adesso che ci penso i primi tempi su tumblr c'era un tizio di cui ero infatuata, aveva 39 anni ed un figlio e scriveva sempre di un amore concluso, la mia indole da crocerossina allora, che al tempo era molto forte avrebbe voluto dargli supporto e amarlo e sospiravo così d'amore. Poi non so cosa sia successo, ad un certo punto ho iniziato a disdegnare questi tipi di fantasie, mi sentivo stupida, mi arrabbiavo e in maniera molto cattiva mi dicevo che una come me non avrebbe mai vissuto nulla di tutto ciò, che tutto questo nemmeno esisteva: man mano avevo iniziato ad avere accesso a internet, ai siti porno e vedevo che il sesso era qualcosa di molto più violento, di sporco, che non c'era nessun corteggiamento e che la femmina era sempre quella che sembrava soffrire e che nessuno in fondo pensava. Si era dunque fatta strada l'idea che il sesso non era roba per me, che l'attenzione maschile non l'avrei mai ricevuta, che tutto questo era qualcosa di sciocco, di stupido ed ero molto severa con me stessa: mi dicevo che ero una stupida idiota, sognante in senso dispregiativo. Leggere storie d'amore mi faceva venire la nausea anche nei classici come Jane Eyre – che all'epoca era il mio romanzo preferito – le mie domande allora più che sulle relazioni amorose si iniziavano a focalizzare sul senso di tutto questo, sui rapporti umani, sulla difficoltà, sulla vita. Da lì ho inziato ad accantonare i romanzi romatici, a prenderli proprio in giro, a disprezzarli e a focalizzarmi sulla saggistica: inizio ad interessarmi alla filosofia.
Tutto questo non è stato credo, lineare ma avveniva grossomodo in concomitanza: allo stesso tempo si faceva strada l'idea di avere una relazione con una persona molto più matura di me, con una grande insomma differenza di età; sul sesso e sui porno era la categoria credo si chiamasse daddy's girl o qualcosa di simile, la sofferenza era un qualcosa che nel sesso poteva anche dare piacere come le manate in faccia o addosso, che nel trattarla così male la donna almeno nel sesso l'uomo la adorava ed iniziava ad essere interessante anche il bdsm di quello non eccessivamente spinto: volevo essere punita e picchiata e umiliata, pensavo di poter essere al centro dell'attenzione solo se venivo maltrattata perché non era un maltrattamento vero e proprio ma una forma di venerazione. Il sogno di romanticismo si era tramutato in fantasia erotica e dunque finzione: fingere una parte, in questo caso della ragazzina ingenua e allo stesso tempo ammiccante e sensuale, per rendere la scopata più divertente. Intanto avevo cambiato il mio corpo, era migliorato, mi atteggiavo almeno su internet un minimo in quel modo. Ma anche qua, poi, ad un certo punto non so cosa sia successo: mi dicevo che era una fantasia stupida, che non avevo l'aspetto da "daddy's girl", che erano anche qua solo robe della mia testa, che fuori il sesso era qualcosa di molto più animalesco, ci si salta addosso solo per calmare il friccico in mezzo alle gambe, la venerazione della donna – di me in particolare – non era insomma contemplata né in amore né nel sesso.
È la prima volta che mi dico tutto questo in maniera così esplicita, in questi anni non ha fatto altro che ignorare il mio sentire, le mie fantasie, di deriderle, screditarle e ricacciarle violentemente indietro: io non ho fantasie. Essendo tutto basato sul rimprovero violento e quindi sul cacciarlo via malamente, le mie fantasie sessuali non sono cambiate ma si sono annullate del tutto; il mio desiderio d'amore non è mutato, ma a lui ho sostituito la consapevolezza che posso ricevere al massimo una compassione che porta ad affezionarsi a me ed infatti il massimo a cui ho iniziato ad aspirare era quello di fare compassione in generale, uno sguardo tenero e compassionevole e delle parole anche solo formalmente accudenti era il massimo affetto che potevo ricevere dall'esterno. In tutto questo il filo conduttore è stato sempre il mio aspetto: dato che era tutto basato sull'attrazione fisica e dato che il mio aspetto era vomitevole non avrei avuto nessuna relazione, dunque non solo non avrei ricevuto amore ma non avrei nemmeno scopato. Completamente svuotata ed inaridita a livello affettivo e a livello erotico.
In tutto questo ci sono state 3 figure maschili che hanno avuto un ruolo fondamentale, di cui due in maniera del tutto inconsapevole ed un nemmeno in maniera fisica, ma virtuale ovvero su internet.
Mi fa ridere amaramente tutto questo. Più di dieci anni di vissuto che ho ricacciato dentro a forza e ora sta venendo fuori in una maniera così violenta che vomiterei anche le viscere. In tutto questo, se ci penso bene, alla fine non c'è nemmeno una corsa verso il cinismo, ma uno svuotamento assoluto a livello erotico ed un inaridimento a livello emotivo: una cristallizzazione dei sentimenti dove scredito non solo i miei ma anche e soprattutto quelli degli altri.
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Ecco si, ci mancava, non bastano le ore che già ci passiamo, facci anche un bed and breakfast, con un bel ristorante, cosi ci veniamo a vivere. :)
Fino adesso fungeva come rifugio e diario, d'ora in poi posso usarlo anche come bar pub o punto d'incontro. Finora è stato un luogo di lettura e di scrittura, da ora in poi potrò usarlo anche per far festa e invitare qui tutti i miei amici, i followers e conoscere tutti i miei like. È domenica e dunque quale migliore occasione per conoscerci? Beh, è naturalmente un gioco, ma in verità, ho pensato spesso, anzi sempre, a chi c'è dietro a quel post, a quello schermo, a quell'avatar, a leggere tra le righe lo stato d'animo, il vero significato del suo scritto, a cosa si cela davvero dietro quel suo sto bene o sto male, o di cosa ha bisogno o cosa sta cercando. Noi qui siamo più numerosi di un vero popolo e se la mia non fosse un'utopia che forza potremmo avere!!! Comunque siete tutti invitati. Per due risate, per una chiacchierata davanti ad un buon caffè, o semplicemente per un sorriso.
lan ✍️
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ci stavo riflettendo, penso che delle volte sentiamo il bisogno di conoscere gli altri perché abbiamo bisogno di conoscere noi stessi, che delle volte abbiamo bisogno di amare per capire come amarci, abbiamo bisogno di abbracciare per colmare il vuoto degli abbracci che non abbiamo ricevuto.
Ci stavo riflettendo, pensavo a tutto quello che di me ancora non comprendo e a quanto mi faccia paura non comprendermi. Forse, però, è giusto, è normale, è naturale non sapere sempre chi sei al 100%, il problema è che in questa società non ce lo insegnano. Ci dicono solo che qualcosa è giusto o sbagliato, senza leggere all'interno dei sentimenti per trovare una spiegazione.
Ecco, io ho fame di spiegazioni, ho un bisogno matto di capire, di guardare in faccia i miei lati bui senza chiudere gli occhi.
Ci stavo riflettendo su quanto poco spesso riflettiamo su noi stessi, perché ci hanno fatto credere che l'importante è "fare la cosa giusta" anche se non la senti tua, senza chiederti perché sei invece attratto da quella sbagliata.
Non so nel mio sguardo cosa vedo, forse perché non mi sono mai davvero guardata negli occhi senza chiuderli.
zoe.
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È da un paio di mesi che faccio lezione di italiano a un ragazzo una volta alla settimana.
Avevo intuito che questo ragazzo fosse abbastanza ricco perché: 1. È giapponese ma ha fatto le superiori in UK (e non è una roba normale qui) 2. Vuole migliorare l'italiano perché mi ha detto che vuole aprire un business in Italia 3. I suoi hanno un'azienda e lui "lavora" lì.
Fin qui okay, cioè ci sembrava che fosse ricco però insomma ricco come potrebbe essere ricco uno che ha un'attività media (che so, una concessionaria, un negozio di immobili ecc).
Sabato ci vediamo per l'ennesima lezione e mi dice che prenota una stanza dove possiamo parlare liberamente. E io pensavo fosse tipo una sala di una biblioteca pubblica, una cosa del genere. Arrivo in stazione e mi viene a prendere e mi fa entrare in un palazzone gigante che pare più un albergo 5 stelle. Penso:"Ma dove cazzo mi sta portando?". Entriamo in questa sala molto bella con delle riproduzioni di quadri, un tavolo gigante e delle sedie comode.
Gli chiedo:"Come fatto a conoscere questo posto?" Mi fa:"Ah io abito qua"..
AH.
Facciamo conversazione come sempre, poi alla fine gli dico:"Ah comunque Mercoledì non ci sono perché vado ad un concerto"
Lui:"Ah sì? Chi vai a vedere?"
Io:"Ah non so se lo conosci, si chiama Miyavi"
(Ora per favore prima di continuare andate un attimo a leggere chi è Miyavi e fatevi una stima di quanto è famoso e quanti fan può avere in tutto il globo. Poi continuate a leggere questo post).
Lui risponde:"Ah sì certo che lo conosco! Abita anche lui qui. È mio vicino. Siamo sullo stesso ascensore!"
...
...
...
#sono passati quasi 2 giorni e io sono ancora SCONVOLTA#1. io immaginavo che questo fosse ricco ma non COSÌ TANTO RICCO#2. sono entrata nel palazzo dove ABITA uno dei miei ARTISTI GIAPPONESI PREFERITI#3. io avrei potuto incontrarlo FACCIA A FACCIA IN QUALSIASI MOMENTO#4. quante probabilità c'erano su TUTTA LA POPOLAZIONE DI TOKYO che io venissi in contatto col VICINO DI MIYAVI????#raga io non ci posso credere#io questo studentello me lo devo tenere stretto anzi STRETTISSIMO#non succede niente ma se succede qualcosa questo mi può spalancare porte e PORTONI#sono uscita da quella stanza che stavo per perdere l'equilibrio mentre camminavo tanto mi sentivo frastornata dalla cosa#my life in tokyo
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Storia Di Musica #340 - INXS, Kick, 1987
La band di oggi, a metà anni '80, era tra le più famose del mondo. Ma credo che anche all'epoca pochissima sapessero che il nucleo centrale di questo gruppo australiano fosse formato da tre fratelli. tutto inizia a Perth, nel 1979: i fratelli Farris, Tim, Andrew e Jon che avevano già un gruppo dal nome, inequivocabile, di The Farris Brothers, aggiungono al nucleo fondativo Kirk Pengilly, Garry Beers e un cantante, amico di liceo di Tim, Michael Hutchens. Si spostano a Sydney, dove cambiano nome in INXS ( da leggere come "In Excess") dove ottengono un contratto con una piccola etichetta indipendente, la Deluxe, con cui pubblicano il primo singolo, Simple Simon. Erano gli anni della pulizia dal rumore del punk, dell'arrivo della elettronica "dolce" e della new wave. È in questo solco che la band si muove, ma si apre in maniera piuttosto originale al funk e a piccoli innesti dance. All'inizio concentrano le energie nella nativa Australia, dove ottengono un buon successo con il loro primo disco, del 1980, intitolato INXS, che si ripete nel 1981 con Underneath The Colours, con la prima hit, una cover di un classico della musica australiana coverizzato, The Loved One, successo del 1966 dei The Loved Ones. Nel 1982 tentano il grande salto. Vanno in Inghilterra, dove li scrittura la WEA e la Atlantic li distribuisce negli Stati Uniti. Shabooh Shoobah del 1982 ha il primo singolo di successo mondiale, Don't Change, e il seguente tour internazionale al seguito di The Kinks e Adam And the Ants li fa conoscere in mezzo mondo. Nel 1984 ancora maggiore successo ottiene The Swing, trascinato dal singolo Original Sin, prodotto da Nile Rodgers. Il successo è sempre crescente: nel 1985 partecipano da Sydney al Live Aid, nel 1986 suonano con i Queen alla Royal Albert Hall, Hutchens addirittura esordisce come attore protagonista in Dogs In Space, film che lo vede interpretare Sam, il frontman avvezzo alla sostanze di una band post punk nel 1978 a Melbourne.
Dopo un tour lunghissimo, e con il management che ne programma uno nuovo in Europa, la band torna in studio. Guidati dal produttore Chris Thomas, uno dei grandi produttori inglesi (a lavoro con The Beatles, Pink Floyd, Procol Harum, Roxy Music, Badfinger, Elton John, Paul McCartney, Pete Townshend, Pulp, The Pretenders) le prime prove avvengono addirittura nella spettacolare Sydney Opera House. Il suono è più maturo, gli innesti da altri generi eclettici, i riff invidiabili e la voce di Hutchens è ormai una garanzia. Thomas però vorrebbe più canzoni, anche in previsione dell'atteso e imminente tour europeo, quindi manda Hutchens e Andrew Farris a Honk Kong, dove i due acquistarono un appartamento. Un giorno, mentre è in attesa di un taxi, a Andrew viene in mente una melodia, proprio mentre il taxi è arrivato. Chiede al tassista di aspettarlo cinque minuti, ma lui sale nel suo appartamento, scrive e registra i demo di una canzone, la riporta sulla cassetta e 45 minuti dopo, nonostante la furiosa cazziata del tassista, la porta a Hutchens che lo aspettava in un bar, e in dieci minuti ne scrive il testo, per quello che sarà il singolo di apertura, e hit mondiale, del nuovo disco.
Kick esce il 19 ottobre del 1987, un mese prima, il 21 Settembre, fu preceduto da quella canzone: Need You Tonight, dal ritmo funky, la voce sensuale di Hutchens e un bellissimo video musicale (che vinse nel 1988 5 MTV Video Music Awards) trascinano il brano in cima alle classifiche (primo negli Stati Uniti e secondo in Gran Bretagna) e proietta il disco e la band in una nuova dimensione. Tutte le canzone sono scritte dal duo Hutchens - Andrew Farris, che mediano tra il suono molto funk dei primi dischi a quello mainstream rock dei primi dischi a distribuzione internazionale. Più che altro, hanno il tocco magico di scrivere canzoni che diventano famose per come rimangono in testa: New Sensation, Devil Inside, Mystify, la toccante Never Tear Us Apart, la ripresa di The Loved One ne fanno un disco di grande qualità e di grande successo, con una serie di ganci musicali memorabile. Il disco venderà milioni di copie e li fa diventare rockstar.
Arriveranno anche al Festival di Sanremo del 1988, però perdono il tocco magico: nonostante tour seguitissimi, in studio perdono la magia e X (1990) e Welcome To Wherever You Are (1992) sono accolti con freddezza e non regalano grandi canzoni. Parallelamente, Hutchens diventa molto più famoso dell'intera band, complice anche la relazione con Paula Yates, giornalista musicale famosa per le sue interviste particolari fatte in programmi come The Tube o The Big Breakfast, dove intervistava gli artisti in un letto e dal 1986 al 1996 moglie di Bob Geldof. Hutchens pensa ad una carriera solista, ma il 22 novembre del 1997 viene trovato morto impiccato in una camera di Hotel in Australia. In un primo momento si scatenano le voci incontrollate di un tragico gioco erotico, in seguito un'inchiesta medico legale, contestata da Yates, accerta che la morte del cantante è suicidio, cosa che non interrompe minimamente il gossip sulla vicenda.
La band, scossa dall'accaduto, sostituirà per un tour celebrativo Hutchens con Terence Trent D'Arby (che fu amante di Paula Yates quando era ancora sposata con Bob Geldof), inaugurando il nuovo stadio Olimpico di Sydney, e nel 2000 alla chiusura dei Giochi Olimpici nella città australiana del 2000. La band continuerà in maniera discontinua anche a suonare dal vivo fino al 2012, ma senza mai arrivare alla qualità di questo disco. Ci sono da raccontare ancora due aneddoti: Hutchens era probabilmente molto simpatico, perchè era amico di tantissimi musicisti. Simon Le Bon dei Duran Duran, scrisse per lui prima della sua morte, Michael, You've Got A Lot To Answer For dall'album Medazzaland del 1997, canzone che Le Bon non è mai riuscita a cantare dal vivo per l'emozione. E Bono dedicò all'amicizia con Hutchens un brano molto famoso, Stuck In A Moment You Can't Get Out Of, da All That You Can't Leave Behind del 2000, che immagina un impossibile dialogo tra i due con Bono che cerca di convincere Hutchens a non farlo:
I never thought you were a fool
But darling, look at you
You gotta stand up straight, carry your own weight
These tears are going nowhere, baby
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Cosa ne pensa dell'attivismo? Tutta gente ossessionata dai propri ideali (percepisca l'ironia) o le loro azioni influiscono e producono un cambiamento sociale o politico effettivo?
Ciao Anon,
Una domanda davvero interessante e penso che l'attivismo funzioni quando raggiunge una certa massa critica ma se nessuno si attiva questa massa critica di certo non la si raggiungerà mai.
Far conoscere un nuovo punto di vista sulla realtà (che magari prima era considerato un trabù o un comportamento innaturale quando invece è stato riscontrato che non lo è) è importante perché la società e la cultura possano evolvere a passo con la conoscenza e rispettare anche chi ha meno diritti o viene considerato "sbagliato" senza che ci siano dimostrazioni convincenti sui danni che producpnp i suoi "sbagli". Di solito vengono usate varie fallacie logiche per mantenere credibile un bias e se le studiate imparerete a riconoscerle. Anche le vostre e le mie, perché in una certa misura, le usiamo tutti.
Faccio un esempio: il cane non deve dormire sul letto perché deve stare al "suo posto" altrimenti diventa dominante e poi vi mangerà nel piatto. (fallacia logica, indovinate quale?)
Fare attivismo per spiegare che questa è una stronzata bella e buona non è sbagliato, sbagliato è diventare integralisti dell'attivismo e purtroppo gli integralisti ci sono in ogni ideologia.
Il problema sorge quando le ideologie si scontrano e quelli dell'ideologia opposta ci possono sembrare dei pazzi invasati degni delle lotte contro i mulini a vento di Don Chisciotte.
Alcuni lo sono, è il loro modo di sfogare la rabbia contro un'ingiustizia mentre altri non sentono questo bisogno e riescono a mediare meglio la loro posizione con quella degli altri senza diventare eccessivi nei modi.
Ad esempio, sono o furono attivistiI i missionari religiosi, gli abolizionisti della schiavitù negli Stati Uniti, gli appartenenti del movimento di indipendenza dell'India e questi riuscirono a portare un cambiamento nella società.
Quando incontro un attivista di nuovo tipo cerco prima di tutto di capire le sue istanze e quello che promuove, non per bias di conferma ma proprio cercando di seguire i passaggi logici (se ci sono) e postulati su cui si fondano, poi se non mi interessa o lo considero inadeguato, spiego le mie posizioni (come con i testimoni di Geova).
Questo mi permette di agevolare la diffusione di nuove "credenze" come la terra sferica o il fatto che gli animali abbiano una mente in grado di provare emozioni ed esperienze in modo equiparabile al nostro o di fermare quelle che non mi sembrano basate su dati reali come ad esempio quella che la "razza bianca" sia superiore alle altre
Al riguardo consiglio di leggere "Armi, acciaio e malattie"
Quindi gli attivisti a volte ce la fanno, a volte con i metodi sbagliati (anche i terroristi possono avere le stesse motrivazioni degli attivisti), a volte vengono repressi e uccisi (più spesso che no) e di certo danno molto fastidio perché fanno affermazioni in contrasto con il nostro modo di vedere il mondo.
Ad esempio furono i colleghi vegani del corso di educazione cinofila che mi spinsero a comprendere la loro posizione ma mi ci vollero due anni buoni prima di riuscire ad accettarla come legittima.
Tra loro c'erano quelli che si scagliavano lancia in resta e quelli che spiegavano con calma e pazienza. Di certo i secondi sono più efficaci ma non si può avviare un cambiamento senza "pescare a caso nel secchio dell'umanità" e quindi ci sarenno sempre diverse sfumature di attivismo, alcune di sicuro inefficaci e controproducenti ma in un sistema entropico la perfezione non esiste, c'è sempre dispersione.
E ti assicuro cambiare il proprio punto di vista sul mondo è la cosa di gran lunga più difficile e onerosa in termini di energie mentali che si possa fare. Ma spesso fa una differenza enorme.
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“La cosa più importante è continuare a guardare la pittura, leggere la pittura o ascoltare la musica. Non per comprendere o conoscere, ma per sentire qualcosa.”
— Francis Bacon
#cose importanti#guardare#arte#pittura#leggere#poesia#ascoltare#musica#comprendere#conoscere#sentire#frasi tumblr#frasi#frasi e citazioni#francis bacon
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"Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.”
Dario Fo
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Tutti noi siamo un pò come libri che gli altri leggono. I più si fermano alle prime pagine altri le scorrono frettolosamente, qualcuno ci legge con attenzione …
Nessuno però potrà mai andare oltre il libro e conoscere la nostra anima.
A meno che per leggere non usi l’anima a sua volta.
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Meditare è anzitutto stare fermi; sedersi e seguire umilmente e con pazienza il respiro, accoglierlo in silenzio, conoscere ma senza pensare. Meditare è seguire i movimenti della nostra mente smettendo di affaccendarci in azioni, pensieri, preoccupazioni per il futuro, ricordi del passato. Meditare non è fare il vuoto intorno a noi. Anzi: è non separare i mondi, non dividere quel che consideriamo spirituale da quel che riteniamo ordinario. E i gesti quotidiani di cucinare, lavare i piatti, telefonare, pulire, leggere possono diventare forme di preghiera. È insomma stare dentro noi stessi, dentro tutto ciò che siamo in quel momento, consapevolmente. Spesso si pensa che la soluzione al dolore e all'ansia sia altrove, ma è nel dolore la soluzione del dolore (e nell'ansia la soluzione dell'ansia). Sentendolo, abitandolo, assaporandolo, non è più un estraneo, ma a poco a poco un ospite scomodo, irruente, tempestoso e infine un pezzo di noi. Chandra Livia Candiani ************************ Meditation is first of all being still; sitting and humbly and patiently following the breath, welcoming it in silence, knowing but without thinking. Meditation is following the movements of our mind, stopping to busy ourselves with actions, thoughts, worries about the future, memories of the past. Meditation is not making a void around us. On the contrary: it is not separating the worlds, not dividing what we consider spiritual from what we consider ordinary. And the daily gestures of cooking, washing dishes, making phone calls, cleaning, reading can become forms of prayer. In short, it is being inside ourselves, inside everything we are in that moment, consciously. It is often thought that the solution to pain and anxiety is elsewhere, but the solution to pain is in pain (and the solution to anxiety is in anxiety). Feeling it, living in it, savoring it, it is no longer a stranger, but little by little an uncomfortable, impetuous, stormy guest and finally a piece of us. Chandra Livia Candiani
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Buongiorno...
“La cosa più importante è continuare a guardare la pittura, leggere la poesia o ascoltare la musica. Non per comprendere o per conoscere, ma per sentire qualcosa.”
Francis Bacon
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la dottoressa mi ha detto che è importante ragionare anche sulle motivazioni che mi spingono a portare in terapia un argomento anziché un altro, allora le ho detto che allora c’entra anche la narrazione, cosa dire ma soprattutto come dirlo, dove iniziare, le parole utilizzate e così via. la seduta dopo ero così abbattuto che le ho detto che avrei ipoteticamente voluto collegare il mio cervello al suo, per far decidere a lei cosa portare in terapia ma soprattutto per avere un quadro di tutto, quel quadro che appunto viene fuori soltanto dopo, quando si conoscono tutti i fatti, quel quadro che ti fa capire meglio le persone. se dico che ho il dito dolorante è una cosa, ma se dico che ho un taglio sul punto dove il dito si piega e non riesce a sanarsi perché ogni volta che si chiude si riapre perché lavo la mano e piego il dito, non ho neanche detto cosa provo ma forse chi legge capisce ciò che provo. ecco a me manca il quadro generale per farmi capire, ciò che ho vissuto, ciò che provo, ciò che penso. posso solo dire, ho una pietra triste nello stomaco, un peso costante e doloroso, ecco, posso dire questo anziché dire che sono triste e basta. qualche mese fa in me si è rotto definitivamente qualcosa. sembro sempre io sono sempre io si capisce ma dentro sono una persona completamente diversa, così un giorno ho tolto le maiuscole automatiche sulla tastiera, ho iniziato a comunicare anziché scrivere, prima qui sopra poi altrove. io, che ero e sono fissato con la punteggiatura i toni eccetera, mi sento più a mio agio nella scrittura di getto, con il flusso di coscienza eccetera, ma per capire che questa è una rottura di qualcosa si dovrebbe appunto conoscere come scrivo o scrivevo e l’importanza che ha per me scrivere bene anche un elenco della spesa, perché mi sento sempre sotto un cazzo di esame. ora con gli amici più stretti sto iniziando a scrivere come vorrei, senza punteggiatura senza nemmeno punti interrogativi, non so se è una liberazione di qualcosa oppure un segno di rottura, non so se è un’esigenza di comunicare a prescindere dal racconto, collegarsi al cervello eccetera, oppure è una resa una perdita non mi frega più niente. leggere un testo senza virgole che danno le pause o leggere domande senza punti interrogativi forse obbliga chi legge a soffermarsi di più e interpretare concentrarsi eccetera e forse il mio è soltanto una comunicazione indiretta su quanto sono rotto dentro, però ecco che anche questa è narrazione, tutto è scelta tutto diventa narrazione, però pare che mi stia liberando e dico che mi rifiuto di narrare voglio solo comunicare, però neanche questo è vero perché ora scrivo soltanto per creare un quadro per fare capire quanto mi fa male il dito solo che al posto del dito c’è il cuore inteso come rappresentante romantico dei sentimenti eccetera. solo mi chiedo perché fare capire come mi sento, a chi soprattutto. non lo so, ce lo chiediamo spesso in terapia con la psicologa e non riusciamo a trovare la risposta. mercoledì ho concordato con la dottoressa sul fatto che sto meglio, sia nell’ultimo periodo sia guardando il percorso fatto negli ultimi mesi. allora non so se è brutto o consolatorio vedere che anche se soffro, anche se non mi sento più me stesso (perché sto cambiando e devo darmi il tempo di vedere capire e abituarmi al nuovo me chissà), anche se mi sento la bambolina più piccola della matrioska rimasta chissà come dopo che tutte le altre sono sono crepate e sono state superate o buttate via, anche in tutto questo dolore ho trovato un equilibrio. eppure mi sento rotto, il rimasuglio di una parte totale, una bellissima nave è naufragata durante una tempesta e non esiste più ma i suoi resti continuano a galleggiare portati dalla corrente proprio come faceva il loro insieme. ma si può dire che va bene lo stesso
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La bellezza di Tumblr è che puoi “conoscere” tante persone, leggendo il loro diario quotidiano.
Credo che molti di noi rimpiangono un po’ quello che era questo social, quando c’erano meno persone “acchiappa like” o altro ma fra tutto i social è quello che preferisco.
Ho potuto… diciamo…. Scoprire una persona, che in realtà a parte qualche commento a post è poco altro non ho mai approfondito, ma che aspetto ogni giorno che pubblichi qualcosa per leggere cosa le accade o semplicemente per curiosità.
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Molti si illudono di conoscere le persone, basandosi sulle apparenze.
Pensano così di poterle etichettare e persino giudicare.
Ma si sbagliano, perché nulla è come appare.
Per conoscere le persone bisogna trascorrere con loro molto tempo.
Ridere con loro, commuoversi, piangere, persino litigare.
Andare a casa loro, avere pazienza, ascoltare, leggere nei loro occhi.
Ascoltare la loro anima.
- Agostino Degas
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"Tutti noi siamo un pò come libri che gli altri leggono. I più si fermano alle prime pagine, altri le scorrono frettolosamente, qualcuno ci legge con attenzione. Nessuno però potrà mai andare oltre il libro e conoscere la nostra anima. A meno che per leggere non usi l’anima a sua volta."
~ Margaret Mazzantini ♡
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