#le tonnellate etc etc
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lindadonnadavvero · 9 months ago
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THE GHALI EFFECT
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comprate--na--personalita · 10 months ago
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Varenna io credo la pubblicizzino sugli stessi siti dove parlano delle Cinque Terre e Portofino, etc
Perché ci sono solo turisti stranieri: Inglesi, Spagnoli, Coreani, Tedeschi, Inglesi, Inglesi, Inglesi, Olandesi, Lingue imprecisabili, Pakistani, Indiani, etc.
Ho sentito parlare lombardo una volta ma era ra un caso, gente di passaggio che si è smarrita, sicuramente, e doveva andare a San Siro
I nordici, bianchi come il latte se ne vanno in giro in Pareo, Cappello di Paglia,  Pantaloni di Lino azzurro, tonnellate di Creme solari. Ciabatte aperte. Senti questo odore di crema Baby Johnson ovunque, e che vagamente sulla pelle delle nordiche sembra anche sensuale.
Le Spagnole sdraiate sul un refolo di spiaggia, taglia 5a seno al vento di lago che scappa dal bikini, evviva la natura.
Le Olandesi, o hanno le gambe lunghe magre e stortarelle, quasi patite, o girano con questi seni bianco marmo, abbondanti, strabordanti, che non si abbronzano mai, e sembrano non aver paura di mostrare a tutti.
Pizze mangiate ovunque, perchè se vieni in Italia mangi la pizza si sa.
Api gentili e piccole, che si affollano sui resti dei gelati lanciati nei cestini,  spaventano le turiste.
Le Pakistane con le ciglione, i nasoni lunghi, la carnagione che è bianca ma sembra olivastra, e i veli che coprono completamente i capelli, sotto il sole cocente che sudano terribilmente. Porette.
una bambina mangia una pizza contro luce.
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its-palam-blog · 1 year ago
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Les tendances actuelles en matière de design d'auvents et d'abris
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Les tendances actuelles en matière de design d'auvents et d'abris 2 conseils pour donner un air de vacances à votre jardin Disposer d'une maison avec un jardin est, de nos jours, un véritable privilège. Lorsqu'il est bien aménagé, votre espace extérieur améliore votre qualité de vie et vous permet même de vous sentir en vacances. Voici quelques conseils afin de vous aider à créer un cocon extérieur convivial qui respire le bien-être. Installer une piscine dans votre jardin Quoi de mieux que de piquer une tête dans une piscine lorsque le mercure grimpe ? Si vous en avez une dans votre jardin, vous n'avez plus besoin de sortir et de louer une piscine privée pour nager ou encore pour faire plaisir à vos enfants. Si vos moyens vous le permettent, construire une piscine en béton est l'idéal. Ce type de bassin est personnalisable à souhait. Vous êtes libre de choisir la forme ainsi que les dimensions de votre piscine selon vos envies et les caractéristiques de votre terrain. Piscine ronde, rectangulaire, ovale, carrée, de format insolite… le choix vous appartient. Il vous est également possible de personnaliser les finitions de votre bassin : carrelage, enduit, liner, membrane armée, etc. Ensuite, vous n'avez plus qu'à installer des abris sur votre plage de piscine pour créer de l'ombre. Tonnelle avec toit, auvent pare-soleil, pavillon de jardin, chapiteau en tissu… le choix est vaste. En fonction de ce que vous souhaitez faire, placez au-dessous de cette installation un transat, un salon de jardin, une table et des chaises, etc. Toutefois, sachez que la piscine en béton n'est pas l'unique option qui s'offre à vous. Si vous avez un budget limité, ou encore si vous ne désirez pas vous lancer dans d'importants travaux, d'autres solutions existent. Vous trouverez sur le marché un large choix de modèles de piscines hors sol. Vous avez des modèles gonflables, des piscines autoportantes, des bassins en bois, etc. Ceux-ci se déclinent dans des dimensions variées afin de répondre à tous les besoins. Construire une terrasse et l'embellir Pour profiter pleinement de votre jardin durant les beaux jours, vous pouvez aussi construire une terrasse. Pour cela, la première étape est de bien choisir son emplacement. Tenez compte de l'exposition et assurez-vous que l'endroit choisi préserve votre intimité. Ensuite, déterminez les dimensions de votre terrasse. Si vous envisagez d'y installer un salon de jardin pour recevoir vos invités, il faut qu'elle soit suffisamment grande. Enfin, choisissez le revêtement de votre terrasse : en bois composite, en pierre naturelle, en béton brut… les possibilités sont nombreuses. Tout dépend du rendu souhaité et de votre budget. En conclusion Quand votre terrasse est construite, il ne vous reste plus qu'à l'embellir. Vous pouvez, par exemple, ajouter quelques plantes pour en faire un joli coin de verdure. Afin d'y faire souffler un vent de bonne humeur et de gaieté, choisissez du mobilier de jardin coloré. Si vous y mettez en place un salon de jardin, ajoutez quelques coussins aux couleurs vives pour créer une ambiance estivale. N'oubliez pas les luminaires. Ils égaient votre terrasse et apportent une ambiance conviviale et cosy. Vous pouvez opter pour des guirlandes lumineuses, des lampes solaires, etc. Apprenez-en plus sur les films et séries en Streaming : https://palam.ca/marvel-selon-quelle-chronologie-faudrait-il-visionner-tous-les-films-2/ https://palam.ca/top-10-des-meilleurs-sites-de-musique-gratuits/ https://palam.ca/top-10-meilleurs-sites-de-streaming-francais-gratuit/ https://palam.ca/cpasbien-telecharger-vos-films-serie-et-musique-gratuitement/   Les meilleurs films pour passer des bonnes fêtes de Noël Vous avez aimé cet article ? Partagez et commentez ! Read the full article
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b0ringasfuck · 10 months ago
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Quasi... ma comunque ancora diversi errori concettuali.
Tipo... che senso ha mettere sulla stessa bilancia un aereo di linea con delle auto elettriche? Servono a 2 cose diverse.
Hai un sacco di gente che si muove per nulla o che si muove con mezzi privati quando potrebbe usare i mezzi pubblici e magari non TUTTI alla stessa cazzo di ora e comunque per distanze brevi, che non necessitano di 700Km di autonomia per la quasi totalità dell'anno.
Il risultato è che hai un parco macchine costituito prevalentemente da macchine che fanno 30Km al giorno per la quasi totalità dell'anno e poi stanno ferme per il resto della giornata.
Opportunità di ottimizzazione a tonnellate.
Aggiungi che le macchine a combustione NON possono ovviamente funzionare con energie rinnovabili, le macchine elettriche si e la percentuale di energia prodotta da rinnovabili è in crescita.
Anche considerando a pareggio l'efficienza complessiva della catena di produzione e consumo di energia per le auto elettriche vs. auto a combustione, rimarrebbe il vantaggio di poter comunque usare fonti rinnovabili per le auto elettriche. Sono cose che hanno bisogno di parecchia competenza per essere continuamente rivalutate a fronte di cambiamenti tecnologici e industriali ancora molto rapidi. Questo riguarda anche la parte sul "depredare l'Africa", visto che per dire sono state appena commercializzate auto con batterie al sodio.
Il quadro che ne viene fuori è che la situazione ideale sarebbe quella di andare verso una riorganizzazione del lavoro[1], trasporto pubblico e noleggio in maniera coordinata (eh ma allora rivolete il KOMUNISHMOOOO).
Solo che il noleggio costa caroooo signora mia... che io voglio la MIA macchina... che la libertà che se oggi voglio prendere e partire per Ibiza in macchina signora mia (gioia... prima devono pagarti abbastanza, renderti padrone del tuo tempo etc... poi magari pensi al fatto che l'ostacolo sia la macchina di proprietà).... etc...
Anche volendo essere nel mondo ideale, popolato da minipony, è una transizione che non puoi fare con la bacchetta magica di colpo.
Se poi ci metti il fatto che hai della gente che è più interessata a far "girare l'economia" il quadro risultante è decisamente più caotico e meno comprensibile.
Per darti un'idea della difficoltà di affrontare il problema con la logica... a HK che è sostanzialmente una città stato, dove i mezzi pubblici funzionano molto bene, dove POCHISSIMA gente usa la macchina per andare anche in mainland China le macchine elettriche sono POCHISSIME... nel posto dove già avere una macchina ha pochissimo senso, avere una macchina a combustione praticamente nessuno. Nelle città cinesi... dove magari un giretto fuori città occasionalmente potresti anche farlo, le macchine elettriche sono TANTISSIME.
E anche li il trasporto privato avrebbe comunque poco senso, visto che i mezzi pubblici sono ottimi, taxi e NCC costano un cazzo, i servizi di delivery[2] dal caffè a "whateva" anche ingombrante sono comuni, hanno una rete ferroviaria fighissima.
Certo... nelle grandi città è più facile capirne il senso... ma che differenza fa vivere in un paesino... se passi gran parte della giornata a lavorare? Che forse il problema è proprio quello... lavorare per cosa? Per avere la macchina... nemmeno per usarla, perchè passa gran parte del tempo ferma.
[1] che anche li sembra che sia impossibile trovare sul posto gente "qualificata" e che quindi vada cercata nell'orbe terraqueo come se le capacità di un bancario o di un operaio siano così diverse tra una persona e l'altra, piazzando il costo di una differenza marginale di competenze o di formazione sul lavoratore che si deve sbattere il viaggio. In realtà tutto questo è possibile perchè il coltello dalla parte del manico lo si è lasciato ai "donatori di lavoro".
Che poi senti... eh ma i miei colleghi lavorano di merda e poi me la devo sbattere io... eh già... perchè se non siete sindacalizzati (che non si esaurisce ad avere una tessera sindacale) pensate pure che ai colleghi glie ne fotta qualche cosa di voi?
[2] eh si, sono favorevolissimo ai servizi di delivery, al commercio elettronico etc... il problema sono i monopoli e gli obiettivi che si vogliono raggiungere, non i servizi in se. Un po' come GDO e "negozietto"... per tutta quella gente che fa confusione tra capitale e capitalismo.
LE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE SUPERANO LE DIESEL
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Le vendite di auto nuove in Europa hanno visto nel 2023 i veicoli elettrici superare per la prima volta i diesel.
Le nuove auto elettriche sono aumentate del 37% su base annua rappresentando il 14,6% delle vendite complessive, dati che hanno segnato una netta inversione di tendenza rispetto al 2022, quando le immatricolazioni di nuovi veicoli scesero ai livelli più bassi dal 1993 a causa della carenza di componenti che rallentarono le linee produttive e le consegne. Nell’anno appena concluso, le vendite in Italia, Francia e Spagna hanno registrato incrementi a doppia cifra, rispetto al 2022, con il nostro Paese in testa con una quota del 18,9% di nuove immatricolazioni elettriche.
Anche le vendite di auto ibride sono aumentate in maniera molto significativa lo scorso anno, con una quota di mercato del 25,8%. Le auto a benzina hanno mantenuto il loro vantaggio al 35,3%. Le case automobilistiche stanno promuovendo nuovi modelli e soluzioni per affrontare la scadenza del 2035 fissata dall’Unione Europea per eliminare gradualmente le vendite di nuovi veicoli con motore a combustione. La Volkswagen è rimasta la casa automobilistiche con la maggior quota di mercato, con il gruppo che ha venduto 2,8 milioni di nuove auto nel 2023, in aumento del 18% rispetto all’anno precedente. I dati sono stati raccolti dall’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) che rappresenta i 15 principali produttori europei di automobili, furgoni, camion e autobus e che riguarda l’8,3% di tutti i posti di lavoro nel settore manifatturiero nell’UE.
___________________
Fonte: European Automobile Manufacturers Association ACEA; foto di Pixabay
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falcemartello · 3 years ago
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Ucraina, la guerra US/UK alla UE🧵
Il gasdotto Nordstream 2 è pronto da settembre 2021.
Raddoppia il gas fornito dalla Russia alla Germania, che sta per chiudere le sue ultime 3 centrali nucleari.
Grazie all'uscita di scena della Merkel e all'arrivo al governo di sostanziali vassalli USA come i Verdi, la Germania tiene chiuso il rubinetto di NS2, mentre la Russia è pronta a inviare il gas immediatamente.
Il gas russo costa notevolmente meno del LNG USA (che comunque non può rimpiazzare la domanda) e ha una impronta ecologica sensibilmente minore.
Il nuovo governo tedesco, per bocca del vice cancelliere Verde Habeck, è arrivato al grottesco paradosso tafazziano di definire la sua costruzione un errore geopolitico: praticamente sotto dettatura di Biden.
Con NS2 infatti, la Russia ha una rotta alternativa di export del gas verso la UE che le consente di chiudere i gasdotti di epoca sovietica che attraversano l'Ucraina, che dal transito ricava royalties indispensabili a tenere in piedi il Paese, rovinato sotto ogni aspetto, in primis sociale ed economico, dal colpo di stato del 2014, eseguito da milizie naziste e istigato dagli USA, sintetizzato da Nuland con "Fuck the EU".
È esattamente ciò che sta accadendo e con il plauso di governi e stampa europei di inettitudine e servilismo senza precedenti.
Per forzare la chiusura definitiva di NS2, gli USA, che dal golpe del 2014 controllano di fatto l'Ucraina, (Biden piazzò suo figlio Hunter ai vertici della maggiore compagnia Ucraina del gas, Burisma), hanno incoraggiato il regime di Kiev a intensificare la guerra contro il Donbass (che ha già fatto oltre 13mila morti) sino a prepararne l'invasione fornendogli importanti quantità di armi offensive.
Un attacco su larga scala del Donbass da parte di Kiev forzerebbe la risposta militare russa, in difesa di oltre un milione di propri cittadini che lo abitano.
Questa sarebbe la favoleggiata "invasione russa" istericamente narrata dalla NATO e dai suoi megafoni politici e mediatici -il PD di Letta in primis- che fornirebbe il pretesto per l'obbiettivo strategico di US e UK: abolire di fatto ogni scambio economico tra UE e Russia, ad esclusivo vantaggio anglosassone e a danno UE e con ieri sera sono 17 gli aerei che han portato armi americane a Kiev, come da annuncio di ambasciata americana Kiev. 1200 e passa tonnellate di missili per la gioia delle aziende produttrici, mentre in USA non ci son soldi per sanita', childcare etc.
@PMO_W
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heresiae · 3 years ago
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Sono una di quelle persone che ha la fortuna di avere in famiglia una baita a 2000 metri di altezza (circa...).
Niente elettricità, rete idrica, servizi, niente... tutte le prime 13 estati della mia vita le ho passate lì.
Quindi conosco la fatica di base della vita quotidiana off-grid.
Ogni due o tre giorni va fatta legna e questo solo per il bisogno quotidiano, il che significa cercare tronchi caduti, trasportarli fino alla baita, tagliarli prima con la motosega e poi ad ascia. Fidatevi, non avrete voglia tutti i giorni di tagliare legna, ma lo dovrete fare dalla primavera in poi se volete scaldarvi in inverno.
Significa anche che non tagli solo i ciocchi, ma li tagli anche a listelli e ammassi la "sbaia" (i rami degli abeti caduti), perché i ciocchi non prendono fuoco magicamente, prima devi fare il tuo fuocherello (e non è che puoi portarti su un pallet di diavolina).
Significa che al mattino fa effettivamente un freddo becco finché non accendi la stufa. Significa che i tubi vanno mantenuti puliti perché se no cor cazzo che l'accendi al primo colpo (se l'aria non tira, il fuoco non si accende). E sto parlando dell'estate, in inverno toccherebbe svegliarsi la notte per riattizzare le braci.
Significa che se vuoi cucinare sulla stufa, devi cominciare a preparare 1-1,5 ore prima, a meno che non volete spendere soldi per una bombola a gas e un fornello rudimentale (il forno però ti tira fuori cose che ti fan piangere dalla gioia).
Significa che o porti su tipo 500 bombolette di gas per le lampade o vai di candele a tonnellate (e se hai animali / figli piccoli non sono proprio il massimo della sicurezza).
Significa avere il bagno gelido, a meno che non hai acceso il boiler per l'acqua calda per farti la doccia (farsi la doccia significa accendere il boiler e nutrirlo ogni 15-20 minuti perché il focolare è più piccolo e quindi brucia legna quanto il mio Jimny consuma benzina sopra i 60km/h, ma è più che possibile farsi più docce in due settimane... non è necessario soffrire, io questa cosa dell'articolo l'ho capita poco).
Significa farsi il bucato a mano. Auguri con le lenzuola e l'acqua fredda (a meno che non abbiate collegato il boiler anche al lavatoio).
Significa anche che, a meno che tu non viva vicino a un pastore o non abbia le tue risorse (ovvero mucche e galline), le proteine te le scordi (burro, formaggio, carne, uova, etc...) o vai periodicamente fino al supermercato (tempo, benzina, soldi...).
Significa prendersi cura quasi quotidianamente di un orto (hello topini!).
Significa anche che, grazie al cambiamento climatico, puoi ritrovarti senza acqua.
Per questo per noi è sempre stata una baita da vacanza. Potrebbe cambiare, Madre sta cominciando a fare dei lavori non solo di manutenzione, ma miglioramento, come la strada che finalmente arriverà fin davanti alla baita, i pannelli solari e un tubo fisso per l'acqua dalla sorgente (sì, il tubo lo mettiamo e togliamo ogni anno perché se no la neve lo porta via/rovina). Si metterà forse anche a posto il "secondo piano" della baita (aka, sotto tetto) per separare zona giorno da zona notte (ora è un monolocale). Naturalmente noi non siamo il Canada, quindi i giorni di sole sono sufficienti in pressoché ogni stagione. Peccato che d'inverno sia impraticabile anche solo uscire dalla baita (neve).
C'è anche una cisterna sulla nostra proprietà dove l'acqua sembra esserci sempre, ma è da pulire e mettere a posto (perché l'acqua scorre via, non si riempie).
In realtà siamo tutte e tre (io, Madre e Sorella) abbastanza improntate a finire i nostri ultimi anni da quelle parti o in un posto simile, ma lo faremo con calma.
Tra l'altro, ormai sto facendo pace con il fatto che non mi sarà mai possibile possedere casa a Torino dove voglio io, quindi in qualche anno (che si misura in decine) potrei cercare una casetta in una valle vicina e lavorare in remoto stabilmente (ormai sto lockdown mi ha insegnato un po' di cose...).
In definitiva, l'off-grid non è per tutti, bisogna essere preparati e, soprattutto, bisogna farlo solo parzialmente. La vedo più facile se un gruppo intero di persone decidesse di mettere insieme le proprie risorse per andare a vivere full off-grid, con animali, un piano agricolo e investimenti seri in pannelli solari e tubi fino alla più vicina fonte d'acqua (ovviamente in baite già costruite) e molte conoscenze in questione di auto-produttività (artigianato), ma farlo solo in coppia/famiglia a caso con delle case mobili poi, è un semi suicidio fisico/mentale, specie se non si è mai neanche passato un paio di settimane in una situazione del genere.
Naturalmente ho incontrato persone che vivono stabilmente da quelle parti, ma sono persone particolari ed erano più che preparate a staccarsi quasi del tutto dalla rete sociale/di risorse (notate che ho scritto "quasi").
E mi raccomando, fate corsi di primo soccorso seri prima.
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corallorosso · 3 years ago
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L’impatto del nuovo digitale terrestre sull’inquinamento: come se l’Italia avesse una città in più Sono tra i 9 e 10,2 milioni – il 25% circa di quelli in Italia – i televisori da rottamare (dati Fondazione Ugo Bordoni) per il passaggio al nuovo digitale terrestre (dvb-t2), iniziato lo scorso ottobre e in previsione di completamento nel 2023. Un cambio reso necessario dall’arrivo del 5G: le frequenze della banda 700 MHz, porzione dello spettro occupata oggi dai canali TV nazionali e locali, devono essere liberate per fare spazio alle trasmissioni telefoniche di nuova generazione. Un po’ come i file zippati: i segnali digitali verranno compressi e solo i televisori più avanzati tecnologicamente saranno in grado di leggere i dati. Oltre a una maggiore efficienza nell’utilizzo dello spettro e a una più elevata qualità audio e video, tra i vantaggi promessi dal dvb-t2 ci sarebbe anche un minore inquinamento elettromagnetico. Che fine fanno i televisori dismessi I televisori dismessi sono classificati come Raee, cioè rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e più precisamente rappresentano il sottogruppo R3, che comprende gli apparecchi dotati di schermo. Gli ultimi dati disponibili dal Centro di coordinamento Raee per gli anni 2019-2020, evidenziano un incremento annuale del 4% nello smaltimento degli R3, che già tre anni fa toccavano quota 62.272 tonnellate (circa 8 volte la Tour Eiffel). (...) la sostenibilità ambientale – il corretto smaltimento dei televisori – diventa economicamente insostenibile: i dieci impianti di trattamento italiani, gravati da spese importanti (costo del personale, apparecchiature, energia elettrica, autorizzazioni, etc.) – difficilmente riescono ad ammortizzare il costo sostenuto per acquistare dalle società intermediarie i televisori dismessi. E ancora più difficilmente riescono a garantire una raffinazione dei materiali, riciclando molto meno di quanto sarebbe possibile. Di fatto, il trattamento dei televisori non conviene a chi sarebbe deputato a svolgerlo secondo la legge. Tele-civiltà Poi ci sono anche i cittadini, che spesso abbandonano per comodità la vecchia tivù accanto ai cassonetti. La conseguenza la spiega Carmine Trecroci, coordinatore del Centro Sviluppo Sostenibilità dell’Università degli Studi di Brescia: «Non esistono statistiche del tutto attendibili in merito alla quota di televisori smaltiti in impianti autorizzati e certificati; sono numerose le segnalazioni di circuiti illegali di smaltimento, anche verso Paesi in via di sviluppo». (...) Sono stati analizzati televisori a schermo piatto a 32 e 46 pollici. Nel primo caso sono 386 i chilogrammi di CO2 prodotti da un apparecchio nel corso della sua vita, mentre per i 46 pollici si arriva 1.334 kg (l’equivalente di 11 pieni di benzina). A incidere maggiormente è la produzione, a cui è dovuto il 91% delle emissioni di CO2. In Italia si producono ogni anno 5.5 milioni di televisori e nei prossimi due anni è atteso un incremento della produzione del 30%: secondo Anitec-Assinform, usciranno dagli stabilimenti italiani 1.2 milioni di pezzi in più rispetto alla media. Facciamo i calcoli: sono almeno 9 milioni i televisori da sostituire da qui al 2023. Ciò significa 9 milioni di apparecchi da smaltire e altrettanti da produrre, nonché un’obsolescenza forzatamente anticipata. Nel più ecologico degli scenari, e cioè che nessuno in possesso di un televisore ancora funzionante (almeno con il decoder) decida di sostituirlo, saranno emessi tra i 3.5 e i 12 milioni di tonnellate di CO2 in più nell’atmosfera, cioè 386 kg o 1.334 kg di anidride carbonica – a seconda che si considerino televisori da 32 o da 46 pollici – moltiplicati per i 9 milioni di apparecchi da smaltire, ipotizzando che lo si faccia in maniera corretta, e produrre. Per fare un raffronto, la quantità di CO2 emessa ogni anno da un cittadino è di circa 6,5 tonnellate e una città italiana media conta circa 200.000 abitanti. Basta quindi una moltiplicazione per capire come, alla fine del passaggio al nuovo digitale terrestre, in termini di anidride carbonica prodotta sarà come se l’Italia avesse acquisito un nuovo centro urbano di dimensioni intermedie tra Firenze (350.000 abitanti) e Roma (2,7 milioni di abitanti). (...) Chiara Daffini
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frenchiesimgirl · 3 years ago
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Transformez une maison moderne en maison gothique!
Lorsque Lavinia Addams a reçu l’appel d’un notaire l’informant qu’elle héritait d’un bien immobilier, elle s'est dit qu’elle allait enfin pouvoir quitter sa vieille mère. Mais une fois arrivée sur place, Lavinia a bien vite déchanté:  cette maison est... affreuse! Moderne, lumineuse, avec un intérieur coloré et... trop propre! Tout ce que Lavinia déteste!
Pouvez-vous l’aider à transformer cette maison dans le plus pur style Famille Addams?
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Vous trouverez la maison à rénover sur la galerie. ID: FrenchieSimGirl. #frenchielloweenchallenge
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Seulement quelques règles pour ce challenge de construction:
- Terrain 30x20 impérativement.
- Vous ne pouvez pas bouger ou casser les murs extérieurs (en rouge ci-dessous), ni rajouter de pièces (terrasses, balcons, tonnelles etc. ne sont pas comptés comme pièces). Les terrasses peuvent être supprimées ou modifiées. Tout le reste est libre!
- Vous devez respecter le budget de Lavinia: 45 000 Simflouz, prix du terrain compris. Lavinia est sur la galerie, ID: FrenchieSimGirl.
- Vous devez prendre en compte les exigences de Lavinia, et le style bien particulier sa famille :)
- Pas de CC. Tous les packs sont autorisés (personnellement j’ai tous les packs et kits, du coup si vous ne les avez pas il vous manquera des objets. Ce n’est pas très grave pour ce challenge vu qu’on change complètement le style du mobilier).  
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Vous l’aurez compris, Lavinia déteste à peu près tout dans cette maison moderne! Trop clair et coloré, trop propre, un jardin verdoyant plein de fleurs... quelle horreur!  Lavinia est une vraie Addams et veut une demeure digne de son illustre famille, mais ne veut pas rogner sur son confort non plus. Il lui faut obligatoirement:
- Une cuisine fonctionnelle avec un coin repas
- Une chambre avec lit double
- Une salle de bain, évidemment
- Un coin créativité pour jouer du violon et peindre
- Un coin détente avec une bibliothèque
- PAS de télévision
- Une cheminée ou un poêle
En option, elle aimerait aussi:
- Une petite chambre pour un futur enfant
- Une tonnelle dans le jardin où pratiquer le spiritisme Amusez-vous bien! N’hésitez pas à me taguer si vous postez vos rénovations, et utilisez #frenchielloweenchallenge que je puisse retrouver vos créations! ......................................................................................................................
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kon-igi · 5 years ago
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doc, può spiegarmi "like I'm a six years old" come funziona l'iter per la creazione di un vaccino? grateful 4evah
Oh, sì… volentieri.
Allora, facciamo che domani scoppia un’epidemia di una malattia infettiva che chiameremo S4LV1-N1 (dove S4 sta per Simian Tipo 4, LV Linfotropic Virus 1 e N1 per Neuramidasi primaria).
Questo virus dà sintomi terribili da danno cerebrale, come la perdita delle funzioni corticali superiori, paranoia, aggressività e, dopo aver colpito i centri del linguaggio, colonizzazione di tutto il tratto intestinale con diarrea emorragica, peristalsi inversa e vomito fecale.
Un tragedia, insomma.
Gli scienziati si mettono subito a lavoro e dopo aver studiato il virus S4LV1-N1, escono dal laboratorio dove sono stati chiusi per un anno e vanno in un negozio di animali a prendere due o trecento topi, poi si rinchiudono dentro di nuovo.
Passato un altro anno e parecchi topi infettati dopo, escono con una siringa di vaccino dosato in modo da non ucciderne poi così tanti e mettono una pubblicità su una rivista dicendo che daranno 100 dollari a chi se lo fa iniettare, a patto che sia sano, che si faccia togliere il sangue ogni 3x2, pisci e caghi dentro una provetta e non sniffi colla o benzina.
Dopo due anni e 10.000 dollari dopo, cominciano a girare negli ospedali come avvoltoi ad aprirsi l’hazmat suit con fare sospetto davanti ai pazienti malati di S4LV1-N1 e sussurrare cose tipo ‘Hey kids… do you want some drugs?’ e poi, però, il vaccino lo fanno solo a metà di loro e agli altri iniettano dell’acqua distillata da ferro da stiro, facendo di sì con la testa e il sorriso ipocrita.
Dopo due anni e qualche centinaio di pazienti dopo, affittano un carrozzone con i cavalli e vanno nelle piazze di ogni villaggio a regalare il vaccino a qualche migliaio di infetti ma solo dopo aver chiesto alle proprie mogli di riempire metà delle siringhe con acqua di ferro da stiro senza dirgli quali sono di vaccino e quali no.
Dopo tre anni e qualche migliaio di paesani vaccinati a metà, affittano un tir, ci mettono dentro tutte le tonnellate di incartamenti che hanno prodotto e lo parcheggiano davanti alla locale Agenzia di Controllo dei Farmaci (FDA, AIFA, EMA etc…)
Due anni dopo escono dal camper posizionato nel parcheggio e ritirano l’autorizzazione a produrre e commercializzare il vaccino.
DIECI ANNI se sono molto bravi e/o fortunati, DICIOTTO se tutto finisce come va sempre e, infine, se salta fuori UN SOLO PROBLEMA si butta via tutto e si ricomincia da capo.
Perciò, se i russi promettono un vaccino in 11 mesi significa che Chernobyl non gli ha insegnato un cazzo e che non sarà S4LV1-N1 ad ammazzare le persone.
Oh… poi magari una volta tanto i ricercatori si metteranno tutti d’accordo nel coordinare gli sforzi e condividere le ricerche - tipo che la piantano di mettersi i bastoni tra le ruote come gli inglesi e i francesi, o i gallesi e i francesi, o i giapponesi e i francesi o i francesi e altri francesi! Dannati francesi! Hanno distrutto il mondo della ricerca coordinata e condivisa! - e nonostante uno a uno i paesi liberi delle Terre di Mezzo siano caduti infettati dal potere del Covid-19, alcuni opporranno resistenza e un'Ultima Alleanza di uomini ed elfi marcerà contro le armate di Mordor e sui pendii del Monte Fato si combatterà per la libertà della Terra di Mezzo.
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daltonbruk270 · 4 years ago
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10 signes montrant que vous devriez investir dans structure bois en Loire-Atlantique
Quelle longueur de clou pour un écran ? : comment construire un toit cathédrale ?
Travaux bois en loire-atlantique le secteur du nord-ouest de résidence principale, résidence étudiante, logements locatifs sur l'île renforce sa maison.
Alimentaires ainsi qu'à des arsenaux du 5 chambres l'hydrogène décarboné.
Construction en bois en loire-atlantique votre sous-sol ? Mais que nous fabriquons des travaux de lame de vos chantiers toujours constituées.
Et industrie mécanique et contraintes économiques et particuliers se.
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haitilegends · 4 years ago
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PLAIDOYER EN FAVEUR DE NOS DANSES FOLKLORIQUES ET DE NOTRE MUSIQUE
Par Louis Carl Saint Jean
Mon ami Loubert " Michou " François, fils du légendaire musicien gros-mornais Dieujuste François m’a envoyé un joli vidéoclip dans lequel on peut admirer le talent de danseur du peuple haïtien et la richesse et la diversité de notre culture. Je prends un immense plaisir à le partager avec vous autres qui appréciez encore la belle culture haïtienne. Ce délice a été filmé à Gris Gris, section communale des Côtes-de-Fer.
Ce vidéoclip confirme deux déclarations que je n’ai jamais cessé de répéter depuis ces vingt dernières années. D’abord, tous les genres musicaux haïtiens sont dansants et dansables. Ensuite, on n’a pas besoin de se rendre à une boîte de nuit huppée à Port-au-Prince, à Pétionville, au Cap-Haïtien, à Jacmel, aux Cayes ou dans n’importe quelle autre ville du pays pour danser et se divertir. On peut se récréer n’importe où, dans un luxueux salon d’une grande ville comme sous une humble tonnelle " andeyò ".
Pour parler dans le contexte des dénennies 1940 à 1960, à la Capitale et ses environs, il n’y avait pas que les " happy few " à se la couler douce les samedis soir. Ceux-ci allaient faire bombance à Cabane Choucoune, au Club Camaraderie, à Djoumbala et ailleurs au son de grands orchestres, tels que le Jazz Chancy, le Jazz Rouzier, l’Orchestre Issa El Saieh, l’Orchestre Ernest Lamy, etc.
Le peuple se réjouissait également, tant mieux que mal, avec les moyens du bord. Il le faisait au son de nos danses traditionnelles exécutées par de simples groupes " grenn siwèl " ne disposant que des instruments de fortune. On en trouvait, par exemple, chez Hermann Petit-Homme, à Lakou Bréa, chez Ti Boutt à la rue Saint Martin, au Bel Air, chez Miracule au Portail Léogâne, chez " Bèl Gouyad " au Corridor Bois-de-Chêne, etc. Les habitués de Bann Hermann ont toujours dit du plus grand bien de nos danses folkloriques, spécialement de notre dyouba. C’est un classique que notre " Wa ya… wa ya… Lamiral O, Lamiral O, fè dyouba mache, fè dyouba mache pou larènn danse".
J’ai été on ne peut plus émerveillé par la danse de modestes et jeunes paysans haïtiens au son d’une musique haïtienne jouée par des musiciens qui ne sont ni Antalcidas Murat, ni Guy Durosier, ni Michel Desgrottes, ni Murat Pierre, ni Raoul Guillaume, ni Félix Guignard, ni Edner Guignard, ni Gérard Dupervil ni aucune autre sommité de la musique haïtienne. Toutefois, ils ont joué de façon admirable. Les fêtards, eux, ont dansé avec quelle grâce, quelle classe, quelle décence, quelle élégance, quel charme! Selon moi, dans une certaine mesure, cela fait partie du génie haïtien. Le peuple haïtien est capable d’accomplir des merveilles. Il ne le fait par parce que tout simplement il lui manque l’encadrement et l’encouragement de ceux qui le gouvernent.
Oui, ce vidéoclip a prouvé effectivement que tous les rythmes haïtiens sont dansants et dansables. En plus, ils sont tous commerciaux. Cela est dit pour rassurer les businessmen qui, peut-être sans le savaoir et sans le vouloir, sapent les véritables fondements de la culture haïtienne. On ne les danse pas et on ne les commercialise pas pour une seule raison: nous avons toujours mis de côté tout ce qui nous vient de la paysannerie haïtienne, à part, bien sûr, ses denrées alimentaires. Et là encore, on n’en trouve presque plus puisque nous importons tout, même les œufs!
Donc, sans le vouloir et sans le savoir, sur le plan culturel et sur le plan artistique, nous avons réduit le pays à sa plus simple expression. Certainement, des efforts sont faits ça et là pour limiter les dégâts. Mais au point de vue national, comme c’était le cas en 1946 grâce à la vision et au patriotisme de l’Honorable président Dumarsais Estimé, depuis le 10 mai 1950 (la chute d’Estimé) rien n’a jamais été fait de manière concrète pour permettre un essor de l’art et la culture de notre pays.
Qui pis est, sans nous en rendre compte, nous pratiquons le " rejete ", un " rejete " fait sans Elie Lescot. Et c’est ce qui rend les choses encore plus dangereuses. Nous perdons la culture du pays. Oui, nous faisons un " rejete " sans Lescot et sans la bénédiction du clegé breton! Et c’est grave!
Et cette exclusion de la paysannerie haïtienne est pratiquée dans tous les aspects de la vie nationale. On ne le fait pas seulement dans le cadre de la musique haïtienne. On le fait (ou l’a fait dans le passé) dans le domaine sportif également. Par exemple, dans le football, autrefois chez nous (je me limite aux années 1940 à la décennie 1970), il n’y a pas eu une " sélection nationale " à proprement parler. Nos entraineurs avaient toujours aligné au sein de la sélection dite nationale des joueurs évoluant à la Coupe Pradel, à la Capitale.
Que je sache, le seul Port-au-Prince, ma ville natale, n’est pas Haïti. Mais, pour notre malheur, nous l’avons toujours traité en Haïti, traitant en parent pauvre toutes les autres villes du pays, spécialement les sections communales, celles qui constituent le vrai moteur de la nation. Surtout au point de vue culturel et artistique!
J’adorais la majorité des joueurs des sélections de 1970 et encore plus ceux de 1974. Je ne peux et ne dois rien enlever à leur mérite. Nous n’allons jamais oublier l’équipe " Tout pou yo ", l’exploit des Henri Francillon, Pierre Bayonne, Wilner Nazaire, Ernst Jean-Joseph, Arsène Auguste, Jean-Claude Désir, Philippe Vorbe, Guy Saint Vil, Emmanuel Sanon, Claude Bathelemy, Guy François, etc. Je les considère comme des gloires sportives haïtiennes.
Cependant, rendez-moi fol ou sage, à l’époque, certaines autres villes du pays regorgeaient de footballeurs qui auraient dû faire partie de notre " onze national ". Je crois que, renforcée de joueurs tels que Joseph Gemedy ou Pierre Donatien du Cap-Haïtien ou Elias Bendell des Gonaïves (sans compter d’autres), notre " sélection nationale ", aurait pu obtenir un bien meilleur résultat tant en 1969 face au Salvador qu’en 1974 face à l’Italie, la Pologne et l’Argentine, lors du tournoi de la Coupe du Monde de Football disputé en Allemagne Fédérale.
Mais comme on le fait depuis 1804, on a toujours donné la priorité et l’exclusivité à la " République de Port-au-Prince ". Et le résultat, dans presque tous les domaines, n’a pas toujours été trop convaincant.
Retournons à nos danses folkloriques et à notre musique. Tous nos rythmes sont dansants, dansables et commerciaux. Tout produit est commercial. D’ailleurs, dans le dernier cas, pour qu’il y ait commerce, il faut l’offre et la demande, loi qui détermine les prix dans un marché. Dans les années 1970, n’avait-on pas commercialisé chez nous le parfum " My Dream"? Des publicités très bien conçues l’avaient rendu très populaire. Par exemple, au Cap-Haïtien, Raymond Piquion, dans son émission " Pitit Kay ", sur les ondes de Radio Citadelle, et d’autres animateurs de la Capitale, sur celles de Radio Caraïbes, Radio Cacique, la MBC et d’autres stations de radio avaient vanté et rendu populaire ce produit, qui, admettons-le, était loin d’être d’agréable qualité.
Tout ce que nous devons faire est une publicité pour nos danses folkloriques qui se perdent lentement et sûrement, immolées sur l’autel de l’indifférence, de la démission collective, de l’ignorance, de la paresse et de la médiocrité. Nous devons nous rendre compte que nous avons une belle culture, un merveilleux patriomoine culturel et artistique à sauvegarder. Mais le tout s’évanouit malheureusement devant nos yeux.
Nous perdons nos édifices historiques, nos chants, nos danses, nos contes. Et cela se passe comme si de rien n’était. La dégradation de la société semble ne plus alarmer la majorité. Nos étudiants ne sont presque plus intéressés à notre littérature. Plus d’un est resté indifférent. Nos héros de Vertières ne sont plus glorifiés. Et presque personne semble s’en inquiéter. Les 17 octobre, 7 avril, 18 novembre sont devenus des jours réguliers. On aurait pris le 1er janvier pour un jour comme tous les autres, si on n’avait pas la fameuse " soupe joumou " à manger. C’est dommage, dommage et dommage! Pour reprendre le cri de Piram dans " Pèlen Tèt ": " Se domaj ki fè domaje! "
Nous avons au moins 160 rythmes, qui sont tous de très bonne qualité, tant mélodique que rythmique. Nous les avons souverainement méprisés, galvaudés. Nous avons oublié que nos paysans, eux aussi, peuvent nous offrir ce qu’il y a de plus beau et de plus noble dans notre art, dans notre culture. Mais nous n’avons fait aucune demande de leur art, de leur génie. Mao Tse Toung s’était écrié une fois: " Seul le peuple est artiste! " En 1976 ou 1977, chez le peintre Luckner Lazard, au 1068 New York Avenue, à Brooklyn, l’ancien président, le professeur Leslie François Manigat avait dit: " Le peuple est le vrai détenteur de la culture haïtienne. " (Référence: William Pierre, témoin oculaire et auriculaire.)
Chers amis, je vous encourage vivement à regarder ce vidéoclip. Vous n’allez pas le regretter. Vous allez jouir de sept bonnes minutes de de danse haïtienne, de musique haïtienne. Vous allez admirer des frères et sœurs en train de danser, de s’amuser sainement et décemment. L’Haïtien de 2020 comme celui de 1920 doit exhiber la même décence, le même décorum quand il diffuse notre art. Il doit le faire où il puisse se trouver, dans un beau et grand salon comme sous une tonnelle. Compliments à ces humbles musiciens de Gris Gris! Bravo aux excellents danseurs et aux danseuses. Ils sont tous des artistes merveilleux. Ils ont droit à mon respect.
Oui, tous les 160 rythmes haïtiens sont dansables. Même si je serai le seul et le dernier à le faire, je ne cesserai jamais de parler haut et fort et de faire l’éloge de nos danses folkloriques, parmi elles des danses biséculaires, voire multiséculaires: lancier, polka créole, menuet, martinique ou dyouba, ibo, contredanse, pétro, yanvalou, congo, méringue et de nos autres danses nationales.
Oui, tous les rythmes haïtiens sont dansables. On ne doit ni les rejeter ni les immoler sur l’autel immonde du commerce. Ce sont des dons de nos ancêtres. Ils récréent le corps, l’âme et l’esprit.
Louis Carl Saint Jean
3 mai 2020
HAÏTI⭐LEGENDS
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comprate--na--personalita · 2 years ago
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Varenna (Lago) credo la pubblicizzino sugli stessi siti dove parlano delle Cinque Terre e Portofino, etc Turisti: Inglesi, Spagnoli, Coreani, Tedeschi, Inglesi, Inglesi, Olandesi, Lingue imprecisabili, Pakistani, Indiani, etc. Ho sentito parlare in lombardo, ma era un caso, gente di passaggio che si è smarrita sicuramente doveva andare a San Siro
I nordici, bianchi come il latte se ne vanno in giro in Pareo, Cappello di Paglia,  Pantaloni di Lino azzurro, tonnellate di creme solari. Ciabatte aperte. Senti questo odore di crema solare Baby Johnson ovunque, e che vagamente sulla pelle delle nordiche sembra anche sensuale. Le Spagnole sdraiate sul un refolo di spiaggia, taglia 5a seno al vento di lago che scappa dal bikini, e viva la natura. Le Olandesi, o hanno le gambe lunghe magre e stortarelle, quasi patite, o girano con questi seni bianco marmo, abbondanti, strabordanti, che non si abbronzano mai, e sembrano non aver paura a mostrare a tutti. Pizze mangiate ovunque, perchè se vieni in Italia, mangi la pizza si sa. Api gentili e piccole, che si afollano sui resti dei gelati lanciati nei cestini e che  spaventano le turiste. Le Pakistane con le ciglione, i nasoni lunghi, la carnagione che è bianca ma sembra olivastra, e i veli che coprono completamente i capelli, sotto il sole cocente che sudano. Porette. una bambina mangia una pizza contro luce.
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sports-and-leisure · 2 years ago
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Tente pliable avec 2 parois 3 x 3 m Crème
Tente pliable avec 2 parois 3 x 3 m Crème
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italiacamerun · 3 years ago
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La Logistica Internazionale
https://aedic.eu/la-logistica-internazionale/
La Logistica Internazionale
Introduzione
Ogni giorno migliaia di tonnellate di merci si spostano nel mondo attraverso diversi sistemi di trasporto, dall’aereo alla nave al camion. Ogni merce che si sposta è un prodotto finito, un semilavorato o un materiale necessario alla produzione di altri materiali che si inseriranno in differenti filiere utili a migliaia di filiere. Tutti questi spostamenti quotidiani convergono su migliaia di punti rappresentati da aziende che usano questi materiali e li trasformano in prodotti finiti, che saranno a loro volta spostati verso altre aziende fino al consumatore finale. Dal consumatore finale, i materiali sotto forma di rifiuti saranno raccolti, trasportati verso nuove aziende, che li trasformeranno per renderli utili ad altre filiere, sotto forma di componenti o di nuova materia prima. 
Tutti questi flussi globali quotidiani e continui, costituiti da trasporti e trasformazioni successive, che coinvolgono l’intero globo vengono chiamati logistica. Perché la logistica è una funzione fondamentale per l’azienda? Perché è necessario considerare una logistica globale? 
La logistica
La logistica è una funzione fondamentale perché coinvolge tutti i settori industriali. Non esiste settore che non sia in qualche modo interessato da flussi logistici. Tutte le aziende di produzione hanno materiali in ingresso, trasformazioni e materiali in uscita. Le aziende commerciali sono a loro volta interessate da materiali che vengono acquistati, immagazzinati e successivamente distribuiti verso i loro clienti. Anche aziende di servizio hanno flussi logistici, materiali di consumo, così come i materiali di supporto al servizio hanno provenienze più o meno lontane e a loro volta destinazioni remote. I servizi sanitari forniti dagli ospedali, per esempio, sono interessati da flussi di farmaci, alimenti, strumenti diagnostici e loro parti di ricambio, oppure i materiali per le degenze (federe, lenzuola, materassi, etc.). La ristorazione a sua volta può essere vista come un’azienda di trasformazione. I servizi di trasporto (ferrovie o linee aeree), oltre alla gestione dei passeggeri, devono ottimizzare lo spostamento dei mezzi (carrozze ferroviarie e aeroplani) e del materiale necessario per la loro manutenzione. Infine, anche aziende di software, i cui prodotti principali sono soluzioni digitalizzate, sono interessate da flussi in ingresso di materiale consumabile necessario alla gestione della strumentazione.
La logistica globale
La logistica è sempre più globale, non solo prodotti complessi e altamente tecnologici arrivano nelle mani del consumatore finale dopo migliaia di chilometri (telefoni cellulari, schermi TV, etc.), ma anche prodotti semplici come una t-shirt di cotone percorre mediamente più di 32.000 Km prima di essere indossata. Non ne è esente il cibo, basti pensare che nei supermercati italiani si trovano abitualmente mele e pere provenienti dal Cile (12.000 Km percorsi prima di essere consumate), banane dall’Ecuador (5.400 Km), ananas dal Kenia (5.300 Km), l’uva e arance provenienti dal Sudafrica (8.500 Km), i salmoni dalla Norvegia (2.000 Km). Gestire in modo efficiente ed efficace questi flussi è necessario non solo per garantire un margine alle aziende coinvolte nelle varie filiere, contenendo i costi, ma è necessario per riuscire ad avere il minore impatto ambientale possibile. Con l’aumentare di eventi legati al cambiamento climatico, diventerà obbligatorio ripensare i network logistici in modo veloce per riuscire a fronteggiare da un lato eventi che potrebbero diventare anche catastrofici e che potrebbero mettere in discussione le forniture abituali, dall’altro sarà necessario razionalizzare opportunamente per sfruttare al meglio le risorse in ottica di economia circolare.
Esiste però un altro fattore che rende più difficile la gestione della logistica, ovvero il repentino cambiamento di un mercato sempre più esigente in termini non solo di tempi di consegna della merce più brevi, ma anche di rispetto delle tempistiche previste, che spinge le aziende a rendere visibili in tempo reale le posizioni dei singoli materiali. Tracciabilità e rintracciabilità diventano così due parole chiave imposte da normative più stringenti e da clienti più esigenti. 
Opportunità
Quali sono le opportunità legate a una logistica internazionale?
Numerosi sono i motivi che spingono le aziende a gestire flussi internazionali di merce, tra i principali quelli finalizzati a:
trovare materiali non disponibili nel proprio Paese, come le materie prime, basti pensare al cotone o a prodotti alimentari come la frutta esotica;
avere componenti e prodotti a costi inferiori, prima i Paesi dell’est negli anni novanta e successivamente i paesi del far east hanno rappresentato dei territori in cui la forza lavoro costava meno;
far fronte alle stagionalità, come avviene per i prodotti alimentari, e permettere la vendita di alcuni prodotti anche quando la stagione non è adatta;
accedere a mercati in cui è maggiore la competitività delle forniture, data la presenza specifica in alcune aree geografiche di distretti o aree a forte vocazione;
raggiungere nuovi mercati di sbocco;
diversificare il rischio delle forniture, puntando a una continuità della fornitura anche in presenza di eventi che potrebbero compromettere la fornitura da alcune aree;
ridurre i tempi di approvvigionamento, organizzando le corrette soluzioni di trasporto;
migliorare il servizio al cliente, arrivando nel mercato in tempi più rapidi e a costi più competitivi.
Rischi
Diviene però necessario fare attenzione al fatto che l’internazionalità comporta nella gestione della logistica anche dei rischi, tra i quali:
il Paese entra in conflitto con altri o avvengono degli stravolgimenti politici.
Il Paese entra in una crisi economica.
Mancanza di competenze nel territorio con difficoltà di reperire personale sufficientemente qualificato o formato.
Mancanza di connettività, importantissima vista la necessità di condivisione delle informazioni in tempo reale .
Mancanza di tutele legali.
Rischio di cyber attacks.
Mancanza di rispetto dei diritti civili o sfruttamento dei minori o di minoranze.
Impatto ambientale.
Eventi meteo estremi (uragani, tifoni, periodo di siccità).
Catastrofi naturali (inondazioni) o artificiali (incidenti nucleari).
Pandemie.
La logistica è una funzione chiave per le aziende in grado di permettere la sostenibilità economica ed ambientale. Organizzare correttamente i flussi di materiale e il loro stoccaggio è condizione necessaria per contenere i costi e permettere di soddisfare adeguatamente il proprio mercato. Ogni azienda deve essere consapevole della struttura della propria supply chain, compresi i punti di debolezza. Per questo è necessario un monitoraggio continuo dei flussi logistici al fine di valutare continuamente le prestazioni operative.
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comprate--na--personalita · 2 years ago
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Varenna (Lago) credo la pubblicizzino sugli stessi siti dove parlano delle Cinque Terre e Portofino, etc Turisti: Inglesi, Spagnoli, Coreani, Tedeschi, Inglesi, ancora Inglesi, Olandesi, Lingue imprecisabili, Pakistani, Indiani, etc. Ho sentito parlare in lombardo, ma era un caso, gente di passaggio che si è smarrita sicuramente e doveva andare a San Siro.
I nordici, bianchi come il latte se ne vanno in giro in Pareo, Cappello di Paglia,  Pantaloni di Lino azzurro, tonnellate di creme solari. Ciabatte aperte. Senti questo odore di crema solare Baby Johnson ovunque, e che vagamente sulla pelle delle nordiche sembra anche sensuale.Le Spagnole sdraiate sul un refolo di spiaggia, taglia 5a seno al vento di lago che scappa dal bikini, e viva la natura.Le Olandesi, o hanno le gambe lunghe magre e stortarelle, quasi patite, o girano con questi seni bianco marmo, abbondanti, strabordanti, che non si abbronzano mai, e sembrano non aver paura a mostrare a tutti.Pizze mangiate ovunque, perchè se vieni in Italia mangi la pizza si sa.Api gentili e piccole, che si afollano sui resti dei gelati lanciati nei cestini,  spaventano le turiste.Le Pakistane con le ciglione, i nasoni lunghi, la carnagione che è bianca ma sembra olivastra, e i veli che coprono completamente i capelli, sotto il sole cocente che sudano. Porette.una bambina mangia una pizza contro luce.
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