#le cose non vanno come noi vogliamo
Explore tagged Tumblr posts
Text
"Non bisogna mettere a posto le cose.
Le cose vanno lasciate come sono.
Non si può trattenere un amore finito e nemmeno fissarsi a proseguire un progetto che non vuole essere realizzato.
Tutte le nostre energie sono indirizzate a questo: a mettere a posto le cose.
E trascorriamo ore a cercare di capire di chi è la colpa, a piangerci addosso, a ripetere in modo continuativo quell'atteggiamento che sappiamo non portare a nulla.
Vogliamo essere più espansivi, più simpatici, meno sensibili.
Perché vogliamo essere a posto. Cerchiamo la perfezione.
E non riusciamo a comprendere invece che è proprio il disordine della nostra vita, l'inaspettato, il non accettato che ci guidano alla comprensione più autentica di noi stessi e degli altri.
Dobbiamo solo affidarci alla vita e lasciarci guidare da ciò che accade.
Senza porci domande, senza chiedere il perché di ciò che è successo. Dobbiamo solo gustarci gli eventi che accadono e sentire profondamente cosa suscitano in noi.
Tutto il resto verrà da sé.
Perché saremo così colmi di energia vitale, così svegli e presenti, così attenti che la via da seguire sarà lì chiara davanti ai nostri occhi. E a noi non resterà altro da fare che imboccarla nel modo più naturale e semplice possibile.
E' giunto il momento di non fare niente.
Di spegnere la mente con i suoi pensieri, i pregiudizi, le preoccupazioni.
Non cercate più nulla.
Fatevi vuoto. Ricercatelo in ogni dove.
E vi stupirete di come le cose si metteranno a posto da sole."
Elena Bernabè
45 notes
·
View notes
Text
"Non bisogna mettere a posto le cose.
Le cose vanno lasciate come sono.
Non si può trattenere un amore finito e nemmeno fissarsi a proseguire un progetto che non vuole essere realizzato.
Tutte le nostre energie sono indirizzate a questo: a mettere a posto le cose.
E trascorriamo ore a cercare di capire di chi è la colpa, a piangerci addosso, a ripetere in modo continuativo quell'atteggiamento che sappiamo non portare a nulla.
Vogliamo essere più espansivi, più simpatici, meno sensibili.
Perché vogliamo essere a posto. Cerchiamo la perfezione.
E non riusciamo a comprendere invece che è proprio il disordine della nostra vita, l'inaspettato, il non accettato che ci guidano alla comprensione più autentica di noi stessi e degli altri.
Dobbiamo solo affidarci alla vita e lasciarci guidare da ciò che accade.
Senza porci domande, senza chiedere il perché di ciò che è successo. Dobbiamo solo gustarci gli eventi che accadono e sentire profondamente cosa suscitano in noi.
Tutto il resto verrà da sé.
Perché saremo così colmi di energia vitale, così svegli e presenti, così attenti che la via da seguire sarà lì chiara davanti ai nostri occhi. E a noi non resterà altro da fare che imboccarla nel modo più naturale e semplice possibile.
E' giunto il momento di non fare niente.
Di spegnere la mente con i suoi pensieri, i pregiudizi, le preoccupazioni.
Non cercate più nulla.
Fatevi vuoto. Ricercatelo in ogni dove.
E vi stupirete di come le cose si metteranno a posto da sole."
Elena Bernabè
14 notes
·
View notes
Text
CARI FRATELLI...
Visto e considerato che l'8 e il 9 giugno ci saranno le elezioni, voglio ricordare per l'ennesima volta una cosa a chiunque legge, sia agli svegli che ai dormienti, perché è di estrema importanza e tutto vero !
ANDARE ALLE URNE ???
Giulio Andreotti confidò :
“Voi pensate che noi politici, il giorno delle elezioni ci mettiamo incollati davanti al televisore, come fate voi, per vedere chi vince e chi perde ? No, a noi non ce ne frega nulla, tanto il potere è uno solo.
A noi interessano solo i dati di quanti non vanno a votare, quante schede bianche e quante annullate.
Perché se il non voto arriva al 60%, per noi è finita !
Ciò significherebbe che il popolo ha sfiduciato tutto il sistema politico.
I giudici non sarebbero più sotto scacco e farebbero immediatamente i processi per davvero, pertanto finiremmo quasi tutti in galera !
Ma per fortuna nostra, voi questo non lo sapete e continuate a ripetere le frasette che vi mettiamo in bocca, come ad esempio :
"se non vai a votare ti rimetti alla volontà degli altri che ci vanno”, oppure "il voto è un diritto, c'è gente che è morta per ottenere questo."
Mentre parlava, la cosa agghiacciante è che rideva di gusto.
A quel punto la persona che conosco gli domandò :
“Scusi onorevole, ma chi glielo garantisce che, quando esco di qua, non racconto ciò che lei mi ha appena detto, non ha paura per caso ?"
Andreotti rispose immediatamente con un sorriso malizioso :
"Prego, lo faccia, lo faccia pure, tanto la prenderanno per pazzo."
Perciò mi raccomando amici...se vogliamo provare a cambiare veramente le cose...NON ANDIAMO A VOTARE IN MASSA !!!!!!
10 notes
·
View notes
Text
Bisogna parlare.
Il primo passo è quello di mettervi a nudo. Non fisicamente, ovviamente, quello non c’entra niente. Di mettervi a nudo ovvero nella condizione di essere sincere con voi stesse. Mica è facile, eh. Siete le peggiori bugiarde, con voi stesse. Se siete fidanzate e un altro ragazzo vi colpisce terribilmente, fate finta di niente. Con voi stesse, innanzitutto. Se una persona, più in generale, vi suscita un pensiero fuori dagli schemi, tacete. Anche mentalmente. Ci ripensate magari per un po’, poi sotterrate tutto sotto al tappeto. Non vi esponete, o lo fate raramente. Lo capisco? Certo, non sono stupido. La paura di esser giudicate vi blocca sempre, e non dico che non la comprendo. Il punto è che noi uomini e voi donne siamo diversi, semplicemente. E a meno che uno non sia particolarmente intelligente (come ritengo di essere, almeno sotto alcuni aspetti), a volte gli è proprio impossibile capire. Non ce la fa. Non riesce ad addentrarsi in ragionamenti su differenze tanto grandi da apparire (e spesso essere) insormontabili. Io cerco solamente di immedesimarmi: “Cosa farei al posto suo?”, e inizio a riflettere. Non sempre dandomi la risposta corretta, ovviamente, perché la mia mascolinità predomina. Ma cerco di andare oltre, sempre. Il succo di questo testo è che bisogna parlare. Delle cose importanti, specialmente, bisogna parlare tanto. Di tutte quelle di coppia, insomma. Bisogna dirsi tutto, anche le cose brutte. Anche quelle sconvenienti. Anche quelle che sarebbe meglio non dire. Vanno dette e basta, perché è così che si instaura davvero la fiducia che serve per andare avanti insieme e a lungo. Per quello vi ho invitato, sin da subito, ad essere sincere. Perché la sincerità è quella miccia che dà il via al tutto. Se un ragazzo vi interessa, diteglielo. Se un’amica vi manca di rispetto, diteglielo. Se il vostro compagno non vi soddisfa, diteglielo. La vita è una sola, non ha senso passarla con chi non ci riempie davvero. Siate pungenti, ma rispettose. L’ho già detto e lo ripeterò sempre: osate. Non abbiate paura di farlo. Non avete neanche lontanamente idea di quanto la paura, in generale, mini la vostra vita. Di quanto vi limiti nelle potenziali esperienze che potreste vivere. Scrivete anche voi. Sfogatevi. Prendete un quaderno, e buttate giù tutto. O aprite un blog anonimo. Non dovete necessariamente scrivere a me (anche perché io sono uno solo), ma voglio che vi liberiate. E vi svelo un segreto: non ci si libera solo con la masturbazione. Quella l’avete presa come riferimento, e ok lo posso capire, ma è una liberazione diversa, più (troppo?) immediata, se vogliamo anche effimera. Esprimersi davvero vi fa andare in profondità, anche con difficoltà talvolta. Vi porta a fare i conti con voi stesse. Avete notato quanto, spesso, il silenzio imbarazzi? Ecco, ora rimanete in silenzio, e lasciate che quello che vi frulla in testa continui a frullare. Cosa ne ricavate? Cosa rimane? Qual è il risultato di questo processo? Siamo all’inizio, la strada è lunga.
18 notes
·
View notes
Text
La grande epoca di Internet ha un difetto genetico di base: la piccolezza delle opinioni esposte sul più grande palcoscenico, spesso espresse con un'aggressività e un totalitarismo tali che ormai sembra far parte del pacchetto espressivo delle persone.
L'opinione è libera? Insomma, direi. Non oggi.
Ma di sicuro, anche quando è in contrasto col proprio credo, un'opinione andrebbe almeno formulata solo dopo un'attività intellettuale preventiva, averci pensato un po'. Andrebbe almeno ben argomentata e non sputata senza nemmeno saper motivarla o ancora più comunemente riprodotta seguendo l'opinione della massa.
L'argomento del giorno è lo spot Esselunga e i filosofi da tastiera si sono già lanciati in spinose, crudeli, efferate e spesso sgrammaticate critiche (avevate dubbi?).
Passiamo a un esame veloce ma ben dettagliato del perchè, secondo me, non solo queste critiche sono sterili, ma lo spot Esselunga è un tipo di pubblicità assolutamente riuscito.
La realtà è online. Esselunga ha avuto un coraggio da leoni, che è innegabile. Personalmente, adoro chi osa.
La società è cambiata e la famiglia è stravolta, chiunque si lamenta che "si stava meglio quando si stava peggio" ma quando siamo messi di fronte alla realtà delle cose, la rifiutiamo.
La famiglia della Mulino Bianco è morta da un pezzo e se la vogliamo dire tutta non è mai esistita. Semmai fa parte di quelle utopie impossibili che rendono la realtà delle famiglie ancora più frustrante e insopportabile perché propongono canoni talmente estremizzati da essere irrealizzabili.
Esselunga ha avuto coraggio. Ha proposto una famiglia attuale, imperfetta, disordinata, incasinata, vera. Che prova a fare il meglio che può anche quando le cose non vanno. Ha proposto un modello diverso dagli spot di massa ma molto, molto comune e possibile. Perchè in questo paese abbiamo ancora così tanta paura della realtà?
2. Il peccato della separazione. Il brand ha provato a sdemonizzare la separazione di una coppia come colpa mortale di cui vergognarsi. Le coppie scoppiano e si sa. Ma noi siamo sempre così pronti a battere il martelletto sulla vita degli altri. Abbiamo sempre la presunzione di sapere perchè le coppie scoppiano. Ma per esperienza diretta avendo genitori separati, io vi dico: la separazione spesso è una vera e propria benedizione. Non ci credete? Provate a stare insieme per forza quando le cose non vanno e vedere i risultati sui figli.
3. Attenzione ai bambini. Lo spot non è affatto incentrato sugli adulti, ma sulla bambina. Se siete onesti, saprete che nelle famiglie con problemi i bambini sono spesso dimenticati. Troppo presi a giudicare le scelte degli adulti, a farsi guerre legali, a portare dalla propria parte alleati con il racconto di come sono andate le cose, i bambini di coppie in crisi o separate sono le prime vittime innocenti la cui sofferenza è ignorata.
4. Il cuore è in prima linea. Esselunga propone un marketing di tipo emozionale molto efficace, che ha l'obiettivo di colpire dentro un pubblico molto vasto attraverso una storia semplice, comune e facilmente assimilabile emotivamente. Che sia per esperienza diretta o per umana immedesimazione, lo spot è in grado di suscitare emozioni, sia di tenerezza, che di tristezza, che di dolcezza o di altro, creando un legame con lo spettatore.
5. Enorme reazione mediatica. Se si chiama pubblicità, un motivo ci sarà. L'obiettivo finale è arrivare: al cuore del consumatore, nella memoria della maggior parte, nelle bocche e nelle tastiere. Quello che non si può pretendere è che il maledetto politicamente corretto non venga ferito. Siamo un paese di code di paglia. Ma la verità è che lo spot non ha offeso nessuno. Chi si sente offeso ha una carenza di sensibilità per il valore del progetto e dei messaggi che manda e poca aderenza alla realtà sociale.
Ma come sempre più è piccolo il cervello e più sono lunghe le lingue.
2 notes
·
View notes
Text
AI DELLA SPESA
Per scrivere, qualsiasi cosa, fosse anche la lista della spesa, ci serve una griglia narrativa.
Nel caso della lista della spesa sulle prime righe scriveremo le cose più urgenti da comperare per poi aggiungere le altre sino a quelle che si prendono giusto data l'occasione del supermercato.
La costruzione di questa griglia narrativa coinvolge le nostre capacità mentali di organizzare concetti secondo una precisa sequenza, ci dobbiamo pensare e in questo modo il nostro cervello si attiva.
Detto per inciso, grazie ai moderni mezzi di diagnostica (RMN), si è visto come la scrittura manuale attivi aree del cervello che nella scrittura digitale rimangono silenti.
Quindi anche per stilare una semplice lista siamo costretti a mettere in movimento il cervello.
Esistono frigoriferi in grado di leggere i codici a barre dei prodotti che comperiamo e che sempre grazie a questa lettura, per sottrazione mentre li consumiamo, ci avvertono, attraverso un app sul telefono, di cosa manca e quindi dobbiamo comperare.
In questo modo, seppure minimo, non pensiamo., pensiamo meno.
Le intelligenze artificiali testuali sono in grado di redigere per noi il canovaccio di un testo in base alle nostre richieste, che tanto più dettagliate saranno, tanto più le faranno produrre un testo “finito”.
In questo caso deleghiamo la griglia narrativa a un aggregatore di idee diverso dal nostro cervello che per noi costruisce questa griglia.
Scrivendo moltissimo e per molti anni mi sono accorto che ci sono narrazioni fatte come vicoli ciechi, per quanto si tenti di modificarle per migliorarle alla fine non esprimono nel modo più aderente al nostro desiderio quello che abbiamo da dire.
Certo, se semplicemente vogliamo dire qualcosa, allora va bene, ma tra l’aver qualcosa da dire e voler dire qualcosa passa una grande differenza, ed è la differenza che, soprattutto attraverso i social, genera immondizia mentale, una serie di Non Argomenti su cui si finisce per focalizzarsi sino al loro naturale esaurimento, per tre giorni, una settimana, un mese, ci si preoccupa e si discute di cose lontanissime e dimentichiamo che la nostra via è piena di spazzatura, erbacce o topi (giusto per fare degli esempi).
Avendo lavorato in editoria, e avendo ricevuto consigli e suggerimenti di bravi editor, mi sono accorto che partendo da certe griglie narrative si arriva a una narrazione finita e insoddisfacente che bisogna buttare via perché si è chiusa su se stessa e non permette di essere migliorata. È come voler costruire il modellino della Tour Eiffel con la scatola dell’Arc de Triomphe.
Qualsiasi tipo di progresso, anche a livello relazionale di crescita personale, è dato dal pensiero divergente, dalla visione del mondo da un punto di vista non omologato e normale. La norma è statica, non prevede squilibrio e slancio alternativo, manca di inventiva e invenzione, con la norma non avremmo nemmeno la ruota.
Delegare la costruzione di una griglia logica ad altri, a una AI, significa abdicare a parte della nostra capacità cognitiva e lasciare che il futuro si genere in base a dei presettaggi normati e normali. In ogni caso prestabiliti da altri.
La delega della griglia narrativa a una AI permette dei tempi di produzione molto più rapidi e probabilmente efficienti, ma saranno funzionali alla vita sul pianeta Terra? Alle relazioni umane, all'equilibrio sociale?
A qualcuno interessano gli investimenti a lungo termine? Ad esempio. Cosa significa energia rinnovabile quando i pannelli solari hanno una vita di 15 anni e poi vanno sostituiti e smaltiti, dove?
C’è poi da dire che l’intelligenza è relativa, stabiliamo che una persona è intelligente quando sentiamo che ha una capacità intellettiva superiore alla nostra, ma la sua superiorità è stabilita dal nostro livello, tanto che oltre un certo livello non diremo che quella persona è intelligente, ma che non si capisce nulla di quello che dice.
Tanto per dire, eh.
0 notes
Text
Vorremmo solo un tasto di reset.
Lo pensiamo quando le cose vanno male.
Che poi 'male' é un altro modo per dire 'non come vogliamo noi'.
S.B.
0 notes
Text
Minimalismo
Nel giorno di una delle più commerciali tra le festività "religiose" vi parlo di minimalismo. È un argomento che mi sta molto a cuore quindi non potevo non tentare di fare proselitismo anche qui 😅
Molto probabilmente ne avrete già sentito parlare in rete. Quasi sicuramente lo avrete trovato associato a foto di case vuote, asettiche, dai colori quasi esclusivamente della gamma del beige. Con giovani donne bianchissime, magrissime, “acqua e sapone” (tra virgolette perché lo stile acqua e sapone non esiste, mettetevela via, è solo un sapiente uso del make-up), con una crocchia di capelli biondo platino elegantemente disordinata...
Ebbene dimenticatevi di tutto questo. L'estetica minimalista può piacere (non nascondo che a me piace molto) ma non è questo il Minimalismo.
Minimalismo vuol dire prendere coscienza del potere che le cose, e l'immagine di noi che vogliamo dare tramite quelle cose, hanno su di noi. Vuol dire fermarsi, guardarsi intorno e capire quanto quello che possediamo possiede noi. Quanto della nostra vita, del nostro tempo, della nostra serenità abbiamo sacrificato per avere ciò che abbiamo oggi e se ne sia o meno valsa la pena.
Userò come esempio il guardaroba perché è il più semplice (e spesso l'unica cosa che accomuna ogni essere umano di quello che definiremmo il mondo occidentale). Ci troviamo spesso ad avere miriadi di capi che teniamo pur non usandoli per i più disparati motivi: perché è un regalo, perché è carino anche se non mi sta, perché l'ho pagato tanto... spesso perché non mi ricordavo neanche di averlo. Ma tutto ciò che non indossiamo è solo ingombro. Conosco persone che hanno armadi stracolmi di vestiti, al punto da non avere spazio per metterne di nuovi. E poi indossano sempre le solite cose. Due o tre maglie che alternano con due paia di pantaloni. E spesso sono anche cose di scarso valore, trasandate. Magari hanno nell'armadio cose graziose, che gli starebbero meglio, e che valgono di più, ma vanno sempre “sul sicuro” coi soliti capi. Io ero una di queste persone.
Il punto è che tutto ciò crea una condizione di frustrazione anche se inconscia perché sentiamo di avere il nostro spazio (e di conseguenza la nostra mente) ingombro di cose che sfuggono al nostro controllo.
È scientificamente dimostrato che uno spazio ingombro e disordinato è fonte di stress. L'armadio è un luogo fisico che apriamo ogni giorno (più o meno), vogliamo davvero che quello che vediamo sia caos, oggetti alla rinfusa, uno spazio ingombro?! Le nostre case (o stanze se viviamo con la nostra famiglia) sono lo specchio della nostra personalità. Che immagine vogliamo vedere ogni volta che apriamo l'armadio? Che immagine vogliamo che le nostre scelte ci rimandino?!
Oltre al benessere psico-fisico il minimalismo porta con se anche il benessere dovuto al risparmio di soldi. Ma anche al risparmio di materiali (spazzatura) che mettiamo in circolo nonché la fine (o la sensibile riduzione) dello sfruttamento della manodopera a basso costo dei paesi in via di sviluppo. A tal porposito vi consiglio di vedere, se non lo avete già fatto, The true cost. Lo trovate qua –> https://i.devol.it/watch?v=rwp0Bx0awoE
Quando è successo che l'essere umano ha sviluppato il “bisogno” di possedere 10 (quando è parsimoniosə) maglioni? 50 magliette? 10 paia di jeans?!? Il consumismo è ciò che ha creato quel mostro ingoia-pianeta che è la fast fashion. Non farò nomi di aziende ma sappiamo tuttə quali sono. E se non lo sapete vi faccio un po' di conti della serva. Una T-shirt non può costare 5,99 euro. Non è matematicamente possibile. A meno che non si tagli pesantemente sui materiali e sui costi di produzione. Tagliare i costi di produzione vuol dire che da qualche parte nel mondo (quasi sicuramente in Bangladesh) c'è un uomo, una donna o unə ragazzinə che lavora 10 ore al giorno per 2 o 3 dollari alla settimana in un edificio privo delle più basilari norme di sicurezza e benessere. Persone che muoiono giovanissime per tumori sviluppati a causa dei vapori degli agenti chimici usati per lavorare tessuti scadenti, pieni di micro-plastiche, che finiranno ad inquinare il pianeta. E no, non sono i “rischi del mestiere”. Perché l'alternativa sicura c'è. È solo che costa troppo per chi vuole vendere T-shirt a 5,99 euro guadagnandoci l'80%.
Io penso spesso a quello che resterà di me dopo che avrò lasciato questo pianeta. Mi riferisco sia alle cose più stupide (tipo mi preoccupo di cosa troveranno lə miə eredi nella mia cronologia di internet :D ) ma anche all'impatto che avrò, pur nel mio piccolo, nell'ambiente. E quando parlo di ambiente mi riferisco sia alla natura, sia alle vite di coloro che verranno dopo di me. Che non sono per forza i miei figli (che non ho), ma chiunque dovrà ripulire dopo che me ne sarò andata. Siamo su questo pianeta per pochi anni e io voglio lasciare il minimo di immondizia possibile. Tanto niente di quello che possiedo verrà con me nella bara.
Mi rendo conto che forse ne è uscito un discorso un po' nichilistico, dopotutto alcunə aspirano giustamente a lasciare aə propriə eredi una casa, dei possedimenti materiali che rendano loro la vita più semplice. Ma vogliamo che lə nostrə eredi trovino una casa, un piccolo scrigno di tesori, magari gioielli e investimenti, o un armadio pieno di stracci che dovranno preoccuparsi di smaltire?!
0 notes
Text
L’informazione è potere, ma la controinformazione è consenso parte 5
Tutto questo con il beneplacito di chi ha sponsorizzato criptovalute e CBDC affermando che dietro a entrambe non vi fossero i soliti noti, quando in realtà è esattamente il contrario, poichè dietro le cripto vi sono sempre stati gli stessi: i grandi usurai ai vertici delle banche centrali e private. E questa ne è forse una delle prove più schiaccianti. Il potere dei soldi è quello che regna sovrano. Non ha colore, fazioni o bandiere. È il potere unico degli usurai che governa il mondo intero, stati e uomini, tutti. Il resto è fumo negli occhi. Se vogliamo sapere per chi lavora una persona, sia essa un politico, giornalista, influencer o se vogliamo sapere il perchè della presenza di certi canali, gruppi e via discorrendo, dobbiamo scolo chiederci chi li paga.
Si parla di nazismo e fascismo, si spinge all’odio verso di essi, con lo scopo di creare il consenso per il comunismo. Abbiamo sentito spesso parlare di vaccinazioni naziste, quando nessuno dice che in Germania, durante il periodo Nazionalsocialista, non c’è mai stato alcun obbligo vaccinale per la popolazione civile, ma solo per quello militare della Wermacht e delle SS, mentre la vaccinazione, è prerogativa dei sistemi socialcomunisti. Se più persone avessero letto le “Opere Complete” di Lenin, scoprirebbero che siamo dentro un processo di bolscevizzazione mondiale. Lo slogan “Non avrai nulla e sarai felice” non nasce con Schwab, ma molto, molto prima. Chi ci conosce sa che noi non sposiamo ideologia alcuna, né partiti politici né movimenti, siamo distaccati da tutto e ne andiamo fieri, crediamo in determinati principi e valori che dovrebbero stare alla base di una civiltà degna di definirsi tale per autodeterminarsi, ma non si possono negare certe verità che vanno dette.
Quindi si fomenta lo spettro del nazismo, quando invece la direzione è completamente diversa. Distruzione della famiglia, distruzione della proprietà privata, distruzione del Cristianesimo e delle religioni monoteiste, distruzione della genitorialità; questo è quello che stiamo vivendo. Poi abbiamo i fenomeni che dicono che in altre aree del mondo certe cose non ci sono (quelle salvifiche), omettendo che, ad esempio in Russia, è legale l’incesto (previo consenso). Ad ogni modo, i punti precedentemente esposti, presi dal Manifesto di Marx (scusate la digressione, ma per chi lo desidera, può leggere l’articolo qui sul blog intitolato “La scuola di Francoforte, la distruzione della civiltà occidentale 1923 – 2023. Neomarxismo, Neofreudismo, Rivoluzione Sessuale, Politicamente Corretto e Gender Theory” al fine di comprendere anche altre dinamiche sull’argomento), bensì, bisogna andare ancora più indietro. A qualcuno potrà interessare che nell’ottobre del 1786 la polizia bavarese scoprì l’esistenza dell’organizzazione degli Illuminati di Baviera di Johann Adam Weishaupt. Quando Carlo Teodoro di Wittelsbach (Carlo IV) principe e conte palatino e Duca ed Elettore di Baviera venne informato dell’accaduto, decise di pubblicare un fitto carteggio e moltissimi documenti inerenti l’organizzazione e i suoi scopi. Nel carteggio era contenuto un programma che in sintesi, era articolato in sei punti:
Abolizione della monarchia e di ogni altro governo legale;
Abolizione della proprietà privata;
Abolizione del diritto di eredità privata;
Abolizione del patriottismo e della fedeltà militare;
Abolizione della famiglia, del matrimonio come legame permanente e della moralità familiare; l’educazione dei figli viene affidata alla comunità;
Abolizione di qualunque religione;
La coincidenza con circa settant’anni di anticipo sul Manifesto di Carl Marx (il quale era un Rothschild essendo nipote di Barent Cohen) con i dettami del socialismo è notevole, fautore di una società in cui l’uomo è ridotto ad una semplice entità anonima e spersonalizzata, la quale si fonde panteisticamente nel collettivo, senza alcuna responsabilità, privo di spirito e intelletto. Appunto, l’uomo collettivo ideale, l’automa ideale, prodotto del sistema collettivista. Tuttavia, si continua a pompare sul Nazismo.
Abbiamo menzionato prima a coloro che si spendono come oppositori alla dittatura sanitaria vaccinale, quelli che dicono di aver curato pazienti malati di Covid senza l’ausilio dei vaccini (alcuni però hanno detto di essersi vaccinati per noi), i quali magari erano gli stessi che sponsorizzavano l’utilizzo delle mascherine. Dovrebbe venire spontaneo chiedersi cosa hanno curato questi personaggi se il Covid non esiste, invece di pontificarli. Quindi non va bene se si parla di Stefano Scoglio, colui che, nel suo libro intitolato “Apandemia”, ha pubblicato il documento ufficiale del CDC americano, una delle più grandi autorità sanitarie del mondo, in cui è scritto a caratteri cubitali che “La definizione di isolamento di un virus fornita nella richiesta è al di fuori di ciò che è possibile in virologia”, per non parlare dell’intervista rilasciata ad un giornalista francese da Montagnier a metà degli anni ’90, il quale ammette che il virus dell’HIV non è mai stato isolato (la trovate nel libro). Però, la cosiddetta controinformazione lo ha pompato come un eroe. Oppure, non sia mai che si parli delle tesi esposte da Fabio Franchi o di “Pandemia – Mito o realtà” di Gian Paolo Pucciarelli nel quale si espongono gli studi di Stefan Lanka (ne abbiamo parlato qui nel blog nell’articolo intitolato “La falsa scienza e Stefan Lanka, un gigante contro il sistema medico – scientifico mondiale”).
Poi ci sono altri che vengono sbandierati come eroi di guerra, quando se si fa una ricerca attenta si scopre che magari fanno parte della World Farm Organisation, organo del WEF. Abbiamo quelli che si sono fatti strada a suon di video ironici, i quali però hanno minimizzato il ruolo della massoneria o peggio ancora, in qualche video la cui circolazione è stata fortemente contenuta, hanno dichiarato che “tanto la gente non capisce un cazzo”, quando poi si spendono, a loro dire, per sensibilizzare quelle stesse persone che in realtà disprezzano. Abbiamo ospiti di trasmissioni Youtube dall’appartenenza massonica che ci dicono che esiste una parte buona e che bisogna seguire quella, altri che sono seminaristi dell’Aspen Institute e che dicono apertamente alle persone di far parte di gruppi e organizzazioni importanti (che lavorano per il nemico) facendo passare la cosa come normale, e la cosa incredibile è che le persone credono davvero alla loro buona fede, senza domandarsi quali interessi abbiano questi personaggi nello spendersi in un certo modo.
Abbiamo ancora personaggi che vogliono accreditarsi e darsi un tono, ergendosi al di sopra degli altri, che vogliono solo far vedere di essere più bravi, ma quando vengono messi alle strette da qualcuno che è veramente preparato, allora cominciano campagne diffamatorie, facendo fare all’interlocutore quello che non ha fatto, e facendogli dire quello che non ha detto. Personaggi che hanno bisogno di sentirsi qualcuno, della platea che li applaude e che li glorifica, si ergono a divulgatori e poi, fatti alla mano, dimostrano di non sapere nulla; anzi, in preda al delirio di onnipotenza, riescono a fare dei casini inenarrabili ed a uscirsene con delle affermazioni talmente assurde e di un’ignoranza così potente tanto che potrebbero provocare un terremoto su Plutone. Il tutto, in alcuni casi, perchè magari, tra le altre cose, cercano di allisciare il pelo di qualche guardiano del sistema, sperando di accreditarsi in certi ambienti.
Ci sono addirittura quelli che si vendono come “oppositori” sfoggiando foto di profili assai ambigue, ricche di un certo simbolismo che a molte persone sfugge. Una foto profilo con l’occhio coperto, vera o di fantasia non importa, o magari altre ancora che richiamano simboli iniziatici di cui molti non conoscono il significato. Questi abili illusionisti si rivolgono agli altri sempre utilizzando il “Voi”. Ad esempio, “Voi subirete”, “Voi assisterete”, “Siete spacciati” e via discorrendo e magari giustificano anche la cosa a causa di una conoscenza superiore che gli esenterebbe dalle conseguenze dovute dall’avanzare dei piani dell’Agenda. Semplicemente, un altro modo per dire “noi siamo protetti perchè collusi, voi no”. E ciò è una dimostrazione di quanto questi siano nient’altro che i veri gnostici, che si rivolgono agli altri identificandoli come Ilici, cioè i mangiatori inutili. Eccome come considerano gli altri questi personaggi, sotto la maschera dei lottatori contro il sistema. La gnosi è alla base della dottrina del nemico, questi lo sanno bene, ne parlano anche, ma allo stesso tempo, sono loro stessi gnostici, perchè, spesso, sono veri e propri iniziati. Anche qui, come non ricordare le parole del Ronzoni riportare all’inizio.
Ne abbiamo ancora di figure sinistre, ad esempio quelle che pompano sull’ovvio per ottenere consensi (e magari portano una divisa), scrivono libri che nessuno ha letto e che però le persone postano dappertutto, nei quali poi ti accorgi della considerazione che questi personaggi hanno di coloro che hanno scelto di preservare il proprio corpo e la propria vita non vaccinandosi e ponendosi delle domande, tacciandoli di essere dei complottisti. Abbiamo persino giornalisti “antisistema” che si sono spesi anima e corpo per spingere le persone ad andare a votare senza dire loro la verità sul fatto che la democrazia è sempre stata una truffa, poichè la democrazia finisce quando si chiudono le urne, e li abbiamo visti anche sponsorizzare partiti “antisistema” che come soluzione non propongono altro che rafforzare i poteri dello stato, di cui abbiamo parlato prima, con la scusa di dire che se ci andassero delle brave persone allora le cose cambierebbero. Il tutto senza mai ribadire che è il potere economico che comanda quello politico e non il contrario. Come diceva Ezra Pound, i politici sono i camerieri dei banchieri. Tutti. In tutto il mondo, nessuno escluso.
Siamo nell’era della tecnocrazia, se hai un titolo puoi parlare, altrimenti non puoi, non importa se hai una conoscenza delle cose ancora più approfondita del guru di turno che è stato ben indottrinato e ricopre un ruolo ben preciso, le persone non ascoltano, e non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Scopo di una divulgazione seria e corretta sarebbe quello di dare informazioni senza spingere verso una parte o l’altra attenendosi alla verità, ai fatti, e di dare anche gli strumenti con i quali le persone possano approfondire da sé e farsi una loro idea attraverso la riflessione, il ragionamento, il mettere in dubbio, senza agire di pancia. Il potere pensa, pondera, programma, la massa no. E quando inviti le persone a leggere dei libri, cercando di far capire che esistono fatti e documenti che non vengono divulgati, utili a far sì che si possa comprendere la realtà in cui viviamo, si viene presi in giro perchè si propone di leggere.
-----
0 notes
Photo
un senso di responsabilità "IO Sono il padrone del mio destino. Sono il capitano della mia anima." -William Henley (1849-1903) Nostro le vite sono belle solo se decidiamo di farle. dobbiamo fare piani a breve e lungo termine e poi seguirli, rivedendoli man mano che procedi. mentre andiamo. È il nostro design e determinazione che decidere il nostro destino, e questa è la nostra responsabilità. quando il le cose non vanno bene, non dovremmo incolpare nessuno solo così evita i problemi che sono nostri e che dobbiamo risolvere da soli. Esaminiamo le nostre azioni e decidiamo come vanno le cose sarà. "NO sii arrabbiato perché non puoi fare agli altri ciò che vorresti che facessero sii, dal momento che non puoi diventare ciò che desideri essere." -Tommaso Kempis (1380-1471) Dobbiamo fare uno sforzo speciale per essere ciò che vogliamo essere, tenendo conto considerazione ciò che gli altri possono volere da noi. Dobbiamo adempiere ai nostri doveri, completare i nostri compiti, essere gentile e onesto. Quando c'è la tentazione di un piacere immediato che può nuocere noi stessi o per gli altri, dobbiamo resistere. Dove ci sono ingiustizie, dobbiamo parlare. "NO è solo quello che facciamo, ma anche quello che non facciamo, perché siamo responsabile." - Molière (1622-1673)
#startzz #startzzdigital #ebook
(via Raggiungi il tuo obiettivo Volume 3)
0 notes
Text
Incontro a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni ed i ministri con i sindacati
Incontro a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni ed i ministri con i sindacati L'incontro è stato convocato dal governo per "impostare il lavoro" su riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, pensioni, sicurezza sul lavoro e produttività. L'obiettivo è poi l'avvio o la prosecuzione di tavoli specifici con i ministeri interessati. Per i sindacati partecipano Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal, con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri, Paolo Capone e Angelo Raffaele Margiotta. Per il governo partecipano il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il ministro del Turismo, Daniela Santanché, il sottosegretario al ministero delle Imprese e del made in Italy, Fausta Bergamotto, e il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli. "L'appuntamento di oggi rientra nel cammino di confronto e dialogo" che il governo "ha deciso di instaurare con le parti sociali, un confronto necessario e opportuno per darci una organizzazione più cadenzata del lavoro e per un dialogo strutturato e spero proficuo, nel rispetto delle priorità che il Paese ha e che il governo ha deciso di darsi e delle rispettive posizioni". Così, secondo quanto si apprende, la premier ai sindacati. "Sono convinta che dal dialogo e dal confronto, anche quando le posizioni sono distanti, possa venire un vantaggio quando, come oggi, le persone sono particolarmente competenti". "Mi interessano tutti i temi che sollevate e se avessi le risorse avrei già fatto tutto, ma mettendo insieme tutte le richieste si arriva a decine di miliardi. Occorre fare delle scelte che puntano sul moltiplicatore più alto", ha detto la premier ai sindacati. "Se c'è una volontà reale di fare qualcosa si possono trovare le soluzioni giuste. Voglio provare a capire se nel merito vogliamo avere un approccio costruttivo pur nel rispetto delle differenze. Possiamo ragionare sulle grandi strategie assumendoci tutti le responsabilità. La volontà del governo c'è ed è visibile". "In chiusura confermo quanto detto in apertura, voglio provare ad andare ancora di più nel profondo, anche l'approccio pregiudiziale non mi stupisce ma non mi preoccupa. Mi interessa entrare nel merito delle cose, che significa il richiamo alla responsabilità. Quando ci si mette al tavolo bisogna scegliere le priorità con le risorse di cui si dispone. Le scelte vanno fatte, quindi il punto è: vogliamo provare a fare insieme queste scelte? Mi piacerebbe avere un coinvolgimento che non fosse di pregiudizio, nell'interesse non del singolo ma della Nazione", ha detto la presidente del Consiglio. "Voglio istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d'acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell'attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia", ha detto, sempre secondo quanto si apprende la presidente del Consiglio. "Questo è il tema più rilevante, dal quale si dipartono anche gli altri. Cercherò di essere presente in prima persona perché si possa sbrogliare insieme il bandolo di questa matassa". Il Pnrr "è una delle questioni principali, una grande occasione. Le risorse devono arrivare a terra per essere spese nelle cose più strategiche. Il dibattito non deve essere ideologico, ma pragmatico. Stiamo lavorando al RepowerEu e alla verifica sul Pnrr esistente, per fare un tagliando che tenga conto del mutato scenario della realtà di oggi. Il RepowerEu diventa l'occasione per fare insieme una valutazione su cosa nel Pnrr può essere ottimizzato e perfezionato", ha stottolineato Meloni. "Siamo fortemente impegnati sul fronte della sanità, ci diamo l'obiettivo di una riforma complessiva che abbia come priorità la riorganizzazione dei servizi, il miglioramento dell'accesso alle cure, la valorizzazione dei professionisti della sanità", ha detto la premier, ricordando che "c'è un finanziamento importante nel Pnrr, oltre 15 miliardi, che richiede un approfondimento perché è una grande occasione per migliorare il nostro sistema sanitario con strumenti che ci consentano di migliorare il sistema e non immaginare cattedrali nel deserto. Su questo è importante che ci sia un'interlocuzione" "Si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future. Dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni", ha detto la premier al tavolo con i sindacati. L'osservatorio sulla spesa previdenziale al ministero "Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici", ha aggiunto la presidente del consiglio, sottolineando che "il confronto è particolarmente prezioso. Credo che si possa partire dal lavoro dell'osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema" che "possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa". "Immaginiamo di inserire anche per i lavoratori dipendenti una serie di deduzioni, tra le quali quella sui trasporti. Inoltre, vogliamo rendere strutturale il tema dei fringe benefit e la detassazione del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio. La denatalità è un'altra grande questione economica, che se non affrontata per tempo renderà molto meno efficaci tutti gli altri provvedimenti. È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa". Così, a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni ai sindacati. "L'obiettivo della delega fiscale - spiega ancora - è la riforma complessiva del sistema, con una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per abbassare la pressione fiscale. Questo significa, nella nostra idea, ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori". "Le mobilitazioni di maggio hanno prodotto questa convocazione del governo e questa disponibilità, che prima non c'era, a fissare tavoli specifici. Nel merito però oggi il giudizio non è naturalmente positivo, risultati non ci sono stati, non hanno dato risposte alle nostre rivendicazioni". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi. "Noi consideriamo importante questa convocazione, ma risultati ad oggi non ci sono, quindi per quello che ci riguarda bisogna proseguire la mobilitazione", ha aggiunto ricordando intanto la mobilitazione del 24 giugno con le associazioni. "Non solo non siamo d'accordo sull'autonomia differenziata, ma non siamo neanche disponibili ad aprire trattative per farla. Per noi la Costituzione va difesa e va applicata. L'autonomia differenziata deve essere tolta dal tavolo perché fa danni a questo Paese. Abbiamo posto che il vero tema sia una riforma elettorale seria che rimetta nelle condizioni i cittadini di poter scegliere chi mettere in parlamento e loro di rispondere a chi li ha eletti". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi dei sindacati con la premier Giorgia Meloni, a proposito delle riforme istituzionali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
"Non bisogna mettere a posto le cose.
Le cose vanno lasciate come sono.
Non si può trattenere un amore finito e nemmeno fissarsi a proseguire un progetto che non vuole essere realizzato.
Tutte le nostre energie sono indirizzate a questo: a mettere a posto le cose.
E trascorriamo ore a cercare di capire di chi è la colpa, a piangerci addosso, a ripetere in modo continuativo quell'atteggiamento che sappiamo non portare a nulla.
Vogliamo essere più espansivi, più simpatici, meno sensibili.
Perché vogliamo essere a posto. Cerchiamo la perfezione.
E non riusciamo a comprendere invece che è proprio il disordine della nostra vita, l'inaspettato, il non accettato che ci guidano alla comprensione più autentica di noi stessi e degli altri.
Dobbiamo solo affidarci alla vita e lasciarci guidare da ciò che accade.
Senza porci domande, senza chiedere il perché di ciò che è successo. Dobbiamo solo gustarci gli eventi che accadono e sentire profondamente cosa suscitano in noi.
Tutto il resto verrà da sé.
Perché saremo così colmi di energia vitale, così svegli e presenti, così attenti che la via da seguire sarà lì chiara davanti ai nostri occhi. E a noi non resterà altro da fare che imboccarla nel modo più naturale e semplice possibile.
E' giunto il momento di non fare niente.
Di spegnere la mente con i suoi pensieri, i pregiudizi, le preoccupazioni.
Non cercate più nulla.
Fatevi vuoto. Ricercatelo in ogni dove.
E vi stupirete di come le cose si metteranno a posto da sole."
Elena Bernabè🌷
0 notes
Text
Come avete fatto a durare per così tanto tempo?
Noi veniamo da una generazione dove le cose rotte non si buttano, ma piuttosto ai aggiustano, perché il bello sta proprio nel costruire le cose insieme, anche nel dolore, perché è proprio lì che vedi il valore e il potenziale della persona che è accanto a te.
Perché le cose non vanno sempre come vogliamo, ma possiamo controllare la nostra reazione per porre rimedio a quelle situazioni.
Oggi invece è tutto un'usa e getta, le coppie si fanno e si sfanno in un attimo.
Basta un like per mettere in crisi uno dei due.
Tanto oggi c'è un'offerta talmente alta, che trovi un altro o un'altra velocemente, cosa ci vuole?
Ma così non creerai mai niente di solido e duraturo, ma piuttosto avrai un appagamento effimero, volatile.
Fermati a pensare a che persona vuoi accanto, vai fuori a cercarla e quando la trovi, tienila stretta, non gettarla via, perché la tua felicità può risiedere in quel gesto.
0 notes
Text
"La percezione diffusa è quella di trovarsi all’interno di una gara collettiva in cui nulla è chiaro, a parte il fatto che gli altri stiano vincendo. Non si sa bene dove sia il traguardo o quali prove uno debba superare, ma gli altri sono comunque più avanti di noi, fanno più cose, sono più amati, più inseriti, più felici, più ricchi. Gli altri vanno lisci, non hanno inciampi, dubbi o turbamenti.
Eppure siamo tutti gli altri di qualcuno. Non c’è nessuno che stia davvero guidando il gruppo, nessuno che vince o vincerà, ma tutti sono convinti che a essere “gli altri” siano gli altri. Siamo vittime di una gigantesca suggestione collettiva che ci porta a competere ogni giorno contro persone altrettanto smarrite, altrettanto affannate, altrettanto stanche.
Come canta Fabri Fibra nell’ultimo disco di Marracash: “Noi vogliamo quello che hanno gli altri. Gli altri vogliono quello che abbiamo noi. Ma noi chi?”
Già, noi chi? Noi, quelli che abitano l’inferno: l’inferno degli altri. “L’Enfer c’est les autre”, l’inferno è gli altri, scriveva Jean-Paul Sartre. Ma questa frase è stata spesso fraintesa: il filosofo francese non intendeva dire che i nostri rapporti con gli altri siano infernali, avvelenati a prescindere.
Al contrario, come ebbe modo di spiegare in un’intervista, intendeva dire che “se il rapporto con gli altri è contorto, viziato, allora l'altro non può che essere un inferno. Perché gli altri sono, in fondo, ciò che è più importante in noi stessi, per la nostra stessa conoscenza di noi stessi”.
Il giudizio dell'altro produce quel che io penso e dico di me: “Il che significa che, se le mie relazioni sono cattive, mi metto in totale dipendenza dagli altri e poi, in effetti, sono all'inferno”.
Ma questo non è un fatto inevitabile: “In qualunque girone infernale viviamo, siamo liberi di spezzarlo”.
Per spezzarlo, però, serve parlarne, serve poter dire come ci si sente, quanto di frequente si abbia la sensazione di rimanere indietro. Dirlo potrebbe suscitare una reazione imprevista: potremmo scoprire che anche l’altro - quello che ci sembra più avanti di noi - vive esattamente la stessa percezione, si sente un impostore e pensa di essere rimasto indietro.
Che bello sarebbe se, anziché metterci liberamente all'inferno, potessimo cercare un modo per uscirne insieme."
Fonte: Tlon
0 notes
Text
A proposito di diritti dei lavoratori parliamo di sicurezza sul lavoro dove l'Italia per normativa è ferratissima, per l'applicazione della normativa è poi un altro paio di maniche. Vi spiego cosa succede: in Spagna ci sono solo due fattispecie di esposizioni a pericolo e la Germania si comporta in modo molto diverso, va a sanzionare la reiterazione, una sorta di recidiva della violazione della normativa antinfortunistica solo se questa recidiva ha una connotazione dolosa e solo se determina un pericolo concreto. La fattispecie è abbastanza vincolata. A questi esempi si contrappone la nostra legislazione interna che ha tutti gli illeciti amministrativi e penali del d.lgs.81/2008, oltre a quelli del codice penale 437, 451 (omissione o rimozione di cautele contro gli infortuni), oltre ai più gravi di 589 (omicidio colposo) e 590 (lesioni personali colpose).
In parole più semplici, in Italia abbiamo una marea di reati e illeciti amministrativi che vanno a sanzionare il datore di lavoro o in sua vece il delegato non per il danno al lavoratore ma soltanto per il semplice rischio che ciò si verifichi. Tutta roba molto bella che nel resto del mondo non c'è. Cosa crea questa situazione, crea una minor appetitività economica del panorama italiano per le aziende estere che dunque andranno a delocalizzare altrove perché il costo in Italia è troppo eccessivo per i loro standard. Questo solo dal punto di vista giuridico sulla sicurezza del lavoro. Andiamo poi ad aggiungere gli standard ambientali e la forte presenza sindacale arriviamo a livelli troppo esagerati da rispettare per un imprenditore. Ora la domanda è: tutto ciò ci piace o non ci piace? Perché come in tutte le cose bisogna fare una scelta. O ci piacciono i diritti e quindi accettiamo i costi alti e accettiamo le delocalizzazioni e la poca appetitività economica, oppure non ci piacciono i diritti e allora vogliamo costi più bassi e maggiore competitività a livello globale. È sempre una questione di scelta e di prospettiva su cosa noi poniamo maggior attenzione. Bilanciamo la vita umana con la libertà di iniziativa economica, quale ci interessa di più?
0 notes
Text
Pensieri volanti ed improvvisati prima di andare a dormire
16/12/2022 02:40 circa
Quindi, perché sto scrivendo questo post? A dire la verità non lo so bene neanche io, è complicato. È come se una parte di me ne avesse bisogno, come se sentisse paura ancora intorno a se.
La paura, che emozione incredibile. Ne ho parlato con la psicologa 2 giorni fa perché in questo momento ho paura per la mia situazione di vita. Io e Christian viviamo insieme in una casa su cui abbiamo un affitto da pagare, io go un lavoro che mi paga a mala pena per coprire le spese e lui a gennaio finisce la borsa di studio. Insomma, stiamo un po' preoccupati per il vile Dio Danaro. Qualche giorno fa ho avuto un forte attacco d'ansia per tutta questa questione, non riuscivo (e non riesco ancora) a vedere chiaro il mio futuro, se provo a pensare dove sarò fra 2 o 3 anni non ne ho la minima idea. Mi sentivo distaccato dalla realtà, come una dissociazione fra me e il mondo che mi circonda, secondo la psicologa in questo caso è provocato da uno stato di dissonanza interna tra quello che provo a livello emotivo e i miei pensieri sul lavoro.
La questione comunque è complessa, sto ancora cercando di capire le mie emozioni avendole sempre schiacciate dentro di me. È un processo lungo ma che sembrerebbe stare dando i suoi frutti, sono molto più aperto al dialogo con me stesso e da quando ho parlato con la psicologa la mia ansia è scesa di molto, i problemi ci sono ancora ovviamente ma in buona parte il mio pensiero attualmente è che in qualche modo la soluzione la troviamo, io comunque ho iniziato a lavorare e Christian anche troverà sicuramente qualcosa.
Forse il fatto di non vedere il mio futuro chiaro non è così male? Mi spiego. Avere degli obbiettivi è importante certamente, ma non dobbiamo fare in modo di crearci una situazione perfetta di futuro a cui vogliamo arrivare. Banalmente a me tra 2 o 3 anni piacerebbe avere una casa più grande di questa in mezzo alla campagna dove poter stare con Christian e i cani, un bel prato dove stare nelle belle giornate d'estate a bere del tè freddo mentre ci godiamo il calore estivo. Questa è la mia idea perfetta di casa.
Ovviamente non è una cosa impossibile da ottenere, ma in 3 anni cambiano tante cose intorno a noi e effettivamente non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro.
Non è un pensiero che ho fatto adesso mentre scrivevo questo post, ma è una cosa su cui sto ragionando post psicologa. In un mondo e in una società in continuo mutamento dove ogni giorno si aggiunge un nuovo tassello alla rivoluzione culturale è impossibile stabilire un futuro preciso per noi stessi, un futuro fatto di un lavoro preciso e con una casa pensata secondo i nostri dettami. L'approccio invece deve essere fatto più a piccoli passi, io per esempio ora voglio tre cose principalmente, una stabilità, un buon equilibrio tra lavoro e vita personale e la possibilità di tornare a studiare quello che mi piace. Voglio rinnovarmi, voglio tornare a fare disegno, video, reinnamorarmi del graphic design che in questo momento ho lasciato indietro a causa di varie critiche incredibilmente dure che ho ricevuto sui miei ultimi lavori. Sono cose che so che in questo momento posso raggiungere e ovviamente non prentendo la perfezione, gli imprevisti capitano, ma la cosa migliore è rimettere insieme le idee e cercare la maniera migliore per affrontare il problema che è scaturito. Una soluzione si trova sempre per un problema personale, basta metterlo in chiaro e capire come risolverlo, anche con una soluzione che richiede del tempo.
Il mio percorso emotivo comunque si sta rivelando incredibilmente denso, ne ho ancora di strada da fare, ma un passo alla volta sto riuscendo di nuovo a credere in me stesso e ad ascoltare le mie emozioni, perché loro sono valide e mi fanno stare bene. Non le devo reprimere anche se sono emozioni tristi o di rabbia, vanno fatte uscire e vanno lasciate sfogare. Non reprimete ciò che avete dentro, amatevi.
Buonanotte,
Gianni
0 notes