#laios!bello
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SW x Dungeon meshi height headcanons!
I have no plans of drawing them as humans which, I suck at human anatomy.
Race HCS
bonus
#super wings#dungeon meshi#delicious in dungeon#super wings x dungeon meshi au#Jett#Bello#Chase#Paul#Lime#Neo#falin!jett#marcille!chase#laios!bello#toshuro!Paul#chilchuck!neo#senshi!lime#Laios touden#Falin touden#chilchuck tims#senshi of izganda#shuro nakamoto
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Yo sé que Fallin y Laios son charros de corazón. Huyeron de su casa y su familia para convertirse en charros. Laios primero y luego Fallin escapa del convento al que la mandaron. En el convento conoció a Marcille. Cuando Marcille va con Fallin a decirle que ¿porque dejaría una vida segura y cómoda (con ella) por tocar música (con su hermano)? Y luego escucha a Fallin cantar. Y Marcille puede ya no estar en el altar pero está escuchando al ángel más bello del cielo cantar enfrente de ella. Así que se queda con los hermanos.
Y Marcille viene de familia de dinero pero ella no quería casarse así que se fue a un convento. Pero cuando se une al Mariachi de los Touden se vuelve más feliz que nunca. Y luego Marcille entra a un grupo de folklore y todos quedan impresionados con ella. En la plaza se pasean Fallin y Marcille y les coquetean y Marcille les da un zapatazo a los atrevidos. La gente ya no se acerca tanto a Fallin y Marcille juntas.
Y Fallin para declararse a Marcille va con el traje de charro más rojo y brillante del mundo. Y le canta "Si nos Dejan" mientras Laios toca una guitarra, Senshi una trompeta y Chilchuck un vihuela (insiste en que puede tocar el violín, nadie lo deja). Y Marcille y Fallin se hacen novias y se besan y son felices para siempre cantando Mariachi, fin.
Im sorry I do this to every fandom im in
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A proposito di enigmi ed enigmisti
Dopo l’episodio della Sfinge, Edipo divenne noto come risolutore di enigmi, eccelso ragionatore, e, in quanto tale, degno di regnare su Tebe. Ma ciò che Edipo non poteva immaginare - e qui sta la grandiosità del mito - era che la sua stessa vita si era trasformata nel più intricato dei rompicapi, uno che nemmeno il suo grande acume poteva risolvere.
Quando la peste si abbatté sulla sua città, Edipo inviò suo cognato Creonte ad interrogare l’oracolo di Delfi su come debellare il flagello. L’oracolo rispose che la peste non avrebbe lasciato il suo regno se prima non fosse stata fatta giustizia per la morte di Laio, il vecchio Re: a Tebe c’era un assassino a piede libero.
Edipo dunque vestì i panni dell’investigatore, si mise sulle tracce dell’assassino, interrogò nemici e conoscenti, cercò prove e indizi, senza però venire a capo del mistero. Decise infine di rivolgersi a Tiresia, il veggente cieco, il quale tentò in tutti i modi di evitare la risposta, conscio del dolore che la verità avrebbe provocato. Il Re di Tebe venne portato a credere allora che fosse Tiresia il responsabile, in combutta con Creonte. Questo evento dimostra come sia più difficile risolvere gli enigmi da una prospettiva troppo ravvicinata.
“Questo Tiresia non è poi un granché come veggente”, dovettero pensare i tebani. “Non avevi forse predetto che Laio sarebbe stato ucciso dal suo stesso figlio?”, disse la regina Giocasta “e invece tutti sanno che il Re è stato assassinato da un gruppo di briganti in un trivio”. La parola “trivio*” smosse qualcosa nel cuore di Edipo, come una tenda che increspandosi comincia a far filtrare qualche raggio di luce. “Che strano, questa faccenda mi ricorda qualcosa”.
Tutto procedeva come stabilito, gli assassini stavano per essere condannati, un altro indovinello risolto dal genio di Edipo.
Non fosse che da Corinto giunse un araldo ad annunciare la morte di Polibo, l’uomo che fino a quel momento Edipo aveva creduto suo padre. “È fatta, dunque, non ci sono più dubbi, il caso è chiuso”. Ma l’araldo aggiunse “In realtà, sire, Polibo non era tuo padre”. E fu in quel momento che il velo si sollevò, mostrando la verità in tutta la sua chiarezza: una luce così forte che gli occhi non potevano sopportarla e infatti Edipo se li strappò via (mentre Giocasta, sua madre e moglie, si impiccò).
*della simbologia di trivi, snodi e incroci, e di quali forze vi risiedano sin dall’alba dei tempi sarebbe bello parlarne in maniera più approfondita in futuro - o dedicarle almeno una serie di “reblog”. Per ora basti ricordare la loro valenza di intersezioni tanto di strade quanto di umani destini.
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Il Festival Nuove Terre di Officine Papage porta a Framura il nuovo spettacolo di uno dei più profondi e intensi interpreti della scena contemporanea: Michele Sinisi in EDIPO. Il corpo tragico.
Venerdì 23 agosto ore 21.30 / Oratorio della Chiesa – località Costa Framura – Ingresso unico 5.00 euro
Elsinor – Festival delle Colline Torinesi / TPE
EDIPO Il corpo tragico
Da Sofocle Con Michele Sinisi e Federico Biancalani
Regia Michele Sinisi collaborazione alla drammaturgia Francesco M. Asselta. Scene di Federico Biancalani
In questo nuovo spettacolo ispirato alla tragedia di Sofocle, il corpo diventa la scena con cui si racconta il dramma: Le parole, gli intrecci, il coro e gli altri sono arti, odori, posizioni e sguardi radicati e mappati sul fisico dell’attore.
Quando Edipo, re di Tebe, chiede all’oracolo come sconfiggere la pestilenza che devasta la sua città, questi rivela che la causa della sciagura è l’uccisione impunita del precedente re di Tebe, Laio, di cui Edipo ha preso il posto e sposato la vedova. E, saputo che questi erano rispettivamente suo padre e sua madre, si acceca.
Il peso della colpa, del senso profondo di questa, a volte è troppo grande da sopportare e si preferisce eliminare ogni tipo di sguardo col mondo che si è disegnato. Il corpo diventa la base su cui disegnare gli effetti di quella azione emotivamente incontenibile. Cavarsi gli occhi è un gesto la cui forza è generata dall’annullamento di qualsiasi piacere col mondo che s’è visto fino a quel momento. Questo è il fulcro della storia e in questo passaggio risiede l’azione che anima l’intera arcata di questo racconto, antico quanto l’uomo e la sua convivenza cogli altri.
La ferocia del figlio Edipo che assassina il padre è paradigma di una scena universale: ogni figlio vuole liberarsi di suo padre e dei suoi genitori per realizzare il suo desiderio. Il necessario processo di umanizzazione della vita, che si fonda sul conflitto tra le generazioni, e l’esistenza di una Legge implica la tendenza alla sua violazione trasgressiva. Ma Edipo, che realizza la più estrema delle trasgressioni, porta anche su di sé le marche dei terribili
crimini del parricidio e dell’incesto. Per questo al termine della tragedia si cava gli occhi con i fermagli dei capelli di sua moglie e madre Giocasta. A dimostrazione che la legge s’è iscritta sul suo corpo nella forma del senso di colpa per ciò che ha commesso. Il conflitto tra legge e desiderio quindi è direttamente connesso all’esperienza autentica del senso di colpa. Il senso della tragedia sta nell’esperienza profonda di aver trasgredito la legge perché travolti dall’insanabile desiderio. Il figlio che compie il delitto del padre e l’incesto con la madre vive il pentimento. La tragica lacerazione che affligge Edipo è lo specchio della divisione, e del conflitto interno, tra Legge e Desiderio, che in lui alberga fino alla violenza furiosa che rende impossibile ogni parola e che si compenserà colla reazione
del proprio accecamento: non voler vedere il presente, frutto della propria azione. Una tragedia che si consuma sulla propria pelle come parte evidente e superficiale del corpo su cui si iscrivono i segni delle azioni che compongono la vita che genera tale processo. Il corpo di Edipo accoglie sul proprio piede l’inizio della propria esistenza colla rappresentazione del proprio nome e chiude questa esperienza con l’accecamento come
buio assoluto che annulla ogni possibilità di redenzione per le azioni commesse. Il dramma del tragico conflitto con il destino annunciato dal nome, tra legge e desiderio.
Michele Sinisi (1976) attore, e regista teatrale, Premio Della Critica 2016, finalista nel 2014 e nel 2008 e più volte segnalato per il premio Ubu. Ha lavorato con registi come Baracco (Hamlet), Binasco (Noccioline), Janezic (Zio Vanja), Muscato (Il Guaritore e La Rivincita), Ianniello (Canoe), Lorenzi (Platonov), Cruciani (La Palestra e PreAmleto), Bruni (I Reduci e Sette contro Tebe), Bia (Accadueò), Gonella (Sacco & Vanzetti) e Conte. Lavora su testi di drammaturgia contemporanea e su testi classici. Regista ed interprete di spettacoli come Caligola, I promessi sposi, Miseria&Nobiltà, Scene d’interni, Riccardo III, L’arte della commedia, Le scarpe, Sequestro all’italiana, Amleto, Konfine. Regista in La prima cena, Il sogno degli artigiani, Agamennone, Macbeth e Moby Dick. Anche autore oltre che interprete di spettacoli come Murgia – spettacolo Generazione Scenario 2003 – Li mari cunti, Ettore Carafa, Otello. Per il cinema è interprete in Thanks For Vasellina, Il bene mio, Il giorno più bello, 1993, Squadra antimafia, Francesco Padre (corto) di Altieri, Squadra antimafia7 (Fiction TV), L’attacchino (corto) di Laera, L’altra (corto) di Recchia e Il cielo della domenica (corto) di De Salvia, L’oro rosso (corto) e Anyway, Be (cortometraggio) di Fragnelli, La casa delle donne (Lungometraggio) regia Mongelli, Pesci o puttane (lungo) regia Fragnelli, BAAL (lungo) regia Cava.
INFO
Officine Papage – 339.8698181 [email protected]
nuoveterre.officinepapage.itPagina Facebook: Festival Nuove Terre
www.officinepapage.it
Ufficio stampa Marzia Spanu
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IL NUOVO ��EDIPO” DI MICHELE SINISI A FRAMURA PER NUOVE TERRE Il Festival Nuove Terre di Officine Papage porta a Framura il nuovo spettacolo di uno dei più profondi e intensi interpreti della scena contemporanea: Michele Sinisi in EDIPO.
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Que Laios tan hermoso ❤️🔥 y kabru tan bello como siempre
we hunger for love and my soul is starving 🍴
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