#la stringa
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Cerco quella ragazza che faccia l’amore solo ed esclusivamente con me. Che se ne freghi di Tik Tok e di Instagram, perché ci sono io a leccargliela, mica i reel della gente in cerca di visibilità.
Cerco quella ragazza che faccia quello che dico io. Che mi appartenga nell'anima e nel corpo, che viva solo per il nostro amore, immune alle distrazioni vuote del mondo moderno. Una fanciulla il cui sguardo si perda nei miei occhi, anziché nei freddi schermi illuminati da luci effimere.
Cerco quella ragazza che, nel silenzio delle notti stellate, ascolti solo la melodia del nostro respiro, sincronizzato come un'unica sinfonia di desiderio. Che non abbia bisogno di applausi digitali, perché troverà la sua gloria nell’adorarmi. Che scelga di essere la mia musa, di danzare con me sulle note di una passione eterna, di abbandonarsi a un amore che non conosce confini, in cui ogni tocco è un giuramento di fedeltà. Che faccia delle mie parole il suo vangelo, dei miei desideri il suo credo, che sappia perdersi nelle mie braccia e ritrovarsi, ogni volta, più vicina alla felicità.
Immagino quella ragazza che non abbia timore di abbandonare ogni maschera, di mostrarsi nella sua essenza più pura e vulnerabile, perché sa che nel mio abbraccio troverà rifugio e non giudizio. Cerco una compagna che, con la stessa devozione, mi stringa forte, come se fossi l’unico ancoraggio nel mare in tempesta. Una ragazza che non si perda nei riflessi ingannevoli del mondo, ma che si immerga nella verità del nostro legame, senza esitazioni, senza remore.
Desidero quella donna che non cerchi conferme altrove, ma che sappia che nel nostro amore c’è tutto ciò che le serve, tutto ciò che desidera, tutto ciò che sogna. Che sappia che le nostre anime si sono scelte non per caso, ma per una forza che va oltre il tempo e lo spazio, oltre i banali giochi delle apparenze. Una donna che sappia amare non solo con il corpo, ma con il cuore, con l’anima, con tutto ciò che è, in una comunione di intenti che ci renda inseparabili, invincibili.
Cerco quella ragazza che, nel nostro mondo, costruito solo per noi due, sappia che non esiste altro al di fuori, perché al di fuori non esiste nulla di più reale, di più intenso, di più vero di questo amore che brucia come un fuoco eterno, che illumina la nostra vita con una luce che nessuna tecnologia potrà mai eguagliare.
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Aspetto la mano che porta speranza... Aspetto il mio domani... Aspetto te... Che sei parte di me... Che con le tue corde finalmente non mi lasci più andare... Che mi stringa fino a farmi scoppiare... Scoppiare in quel desiderio incessante e prepotente che solo tu mi sai donare... In quel gaudio, che, mi lascia sospesa in un inferno troppo dolce per bruciare... Ma che arde per sempre...
~ Virginia ~
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Usami
Eccomi: sono pronta per te. Fra un po’ tornerai a casa. So benissimo che sei stato da lei, ma sono arrivata al punto di accettare di condividerti, di mortificarmi, di prostrarmi stando ai tuoi piedi, pur di non perderti. Senza più dignità. So come ti piaccio e cosa prediligi del mio corpo e mi sono lubrificata, preparata a soffrire. Purché tu decida di usarmi per godere. Ti piace soprattutto il mio culo e poi non resisti al mio odore personale.
Sono qui e ardo di una vera passione per te. Brucio di gelosia e frustrazione da età avanzata. Lei è giovanissima. Umiliami: ne godrò. Ho sulla pelle il profumo che mi hai regalato e indosso un velo appena poggiato sulle natiche, che lascia palesemente scoperto il dolcissimo solco che le divide, quale palese invito per te. Non ho difese e non le voglio: devi trovare la porta completamente aperta e l'accesso al mio corpo deve essere libero e assolutamente facilitato, ma solo per te. Non ho più alcun pudore, con te. Saprò essere tua ogni volta che vorrai. Senza un lamento.
Se ti viene voglia di notte, svegliami pure. Se lo farai per compassione, andrà comunque bene. Perché io non so resistere senza di te. Non so stare senza che tu mi guardi negli occhi e mi stringa le mani, che mi dia uno schiaffo sulle chiappe o che mi strizzi un seno fino a farmi male: perché comunque tu farai, m'avrai accarezzato il cuore, m'avrai resa per un attimo parte della tua vita e considerata degna di un tuo contatto. Vivo solo per te, per i momenti in cui il mio corpo sarà sotto al tuo, per essere adoperato e darti il piacere che cerchi. Usami: avrai regalato una preziosa briciola del pane dell'amore a un cuore affamato di te. Usami e fammi così soffrire e vivere d'amore. Usami.
RDA
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Stupenda💙💙💙💙💙
Ricordati di trattarla come una “Principessa”
perchè è questo che tutte le donne sono
delle “Principesse”
Ricordati che quando guarda il vuoto,
pensierosa e triste,
ha bisogno di una tua carezza
senza fare troppe domande..
Ricordati che dopo aver fatto l’Amore
per lei
è importante che
tu
rimanga abbracciato
e la stringa forte..
..sarà bello farle capire che
sei presente anche dopo..
Ricordati che la mattina appena sveglio,
sarà bello darle un bacio sulla guancia..
mentre ancora dorme…
Ricordati di fermarti un istante a guardarla
mentre lei non ti vede..
per ricordarti quanto meravigliosa sia
nel suo viver quotidiano
Ricordati di portarle un fiore
quando meno se lo aspetta
perché dire “Ti Amo”
non ti autorizza a dare tutto per scontato
Ricordati che quanto le dici
“Ti Amo”
lei ci crede…
sussurraglielo in un orecchio
ma poi diglielo sempre
guardandola negli occhi…
Ricordati che le attenzioni
che le hai rivolto
per conquistarla
devono durare in eterno…
perché lei non è di tua proprietà
Ricordati che tutto ciò che fai con lei
anche le cose stupide
sono speciali…
proprio perché lo fai con lei….
Ricorda di farla partecipe delle tue passioni
perché magari non è vero
che lei
non ne capisce niente
Ricordati di darle un bacio
tenendole il viso tra le mani..qualche volta..
perché..
perché è bello
Ricordati che prima di fare l’Amore
i preliminari sono importanti,
soprattutto quelli che tu fai a lei
E ricorda di dosare bene
dolcezza e forza insieme
perché oltre che una “principessa”
è soprattutto una “Donna”
e tale la devi fare sentire
anche a letto
Ricordati che quando l‘accompagni
a fare shopping
un tuo consiglio può essere più importante di quanto pensi
Ricordati che lei a volte
ha bisogno di sensazioni forti,
di piacevoli imprevisti
Ricordati che è stupenda una sera sensuale
a lume di candela..
..ma che a volte è bello anche tirare il freno a mano
dell’auto all’improvviso
e fare l’amore
nel primo posto che ti capita
e fidati, fallo tu
prima che lo faccia qualcun altro
Ricordati che
le parole “Ti Amo”
non sono un saluto
Ricordati che quando ti parla ha bisogno di essere ascoltata
Ricordati che lei non è “tua madre”
ma a volte può essere “tua figlia”
prendila per mano e asciugale le sue lacrime
Ricordati
che lei è una stella
non farla cadere
Ricordati di custodirla come
un fiocco di neve su un palmo aperto
se lo chiudi si scioglie
Ricordati che per quanto tu possa soffrire….
…ne sarà sempre valsa la pena
Ricordati se ancora non l ‘hai fatto
di dirle che l’Ami
non solo quando siete soli
perché è bello gridarlo al mondo
Ricorda tutto questo
prima che lo ricordino le sue spalle mentre vanno via... 💙
Elio Mancuso.
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Voglio che tu stringa la mia figa nella tua mano molto forte e le faccia percepire che ti appartiene totalmente, così come me.
Fammi sentire tua, solo tua.
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Caro Ivan, Vorrei dire a tutti che non c’é niente di bello nell’essere Sofia e questo perché ho smesso di poterti accarezzare. Ho lasciato ad un’altra donna la possibilità di svegliarsi accanto a te, di prepararti la colazione, di baciarti in una di quelle giornate grigie che sembrano non finire mai. Mi fa ancora male pensare che tu corra da lei dopo lavoro, che la stringa con forza prima di aprire la porta per non perdere nemmeno mezzo secondo insieme e se ti vedo, se ti incontro nei soliti posti, mi si gela il cuore, penso subito a come devo comportarmi, a quanto devo restare composta e fingere che non mi importi nulla. Non ti amo più, ma tremo ancora quando so dove sei, spero ancora di incrociare il tuo sguardo da qualche parte, magari dopo esser stato con lei, dopo averci fatto l’amore. Spero ancora che guardandomi tu possa pensare che con me era meglio. Vorrei dirti che sono felice, che quando mi parlano della tua nuova storia sorrido, ma non posso, questa é l’avventura che non ci siamo concessi per paura, ed io ho maledetto il nostro mancato coraggio ogni giorno, ho pensato a tutte le lotte che potevamo evitare, a tutti i capricci mai risparmiati, a quella gelosia che toglieva il respiro, e a quella fiamma che non smetteva mai di bruciare dentro di noi. Ricordo ancora le urla e i messaggi con scritto “non cercarmi più” almeno mille volte, sperando di non esser mai presi alla lettera, eravamo così terrorizzati dall’idea di perderci che abbiamo fatto in modo accadesse. In tutto questo tempo non sono riuscita a sostituirti, quando altre braccia mi stringevano pensavo soltanto che non erano le tue e a quanto spesso ho dovuto allontanarti mentre tu adesso hai un’altra persona d’amare, userai anche con lei il sapone all’arancia, un giorno finirà e dimenticherai anche quello, ma ogni volta che ci vedremo, ovunque saremo e chiunque avremo al nostro fianco, sentirò ancora il cuore uscire dal petto e poi fare le corse per rientrare lontano da noi.
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Immagina che io ti scorga, per caso, dopo questa lunga assenza
ad un angolo di strada
o in un caffè
Immagina come io corra verso di te senza prestare attenzione ai negozianti
o ai passanti che proseguono il loro cammino
Immagina come io chiami e gridi il tuo nome in mezzo alla folla
Immagina come prenda la tua mano e la stringa
perché tu non mi abbandoni una seconda volta
Immagina come io posi il mio sguardo sui tuoi occhi e sui tuoi capelli
come annusi, inumidisca, senta, cerchi il tuo essere,
come ti abbracci a lungo
come io vada gridando in mezzo alla piazza del mercato
davanti a tutti
gli stranieri e i mercanti di tappeti
dicendoti: ti amo
Immagina, che camminiamo ancora insieme, le tue mani intrecciate
alle mie
Immagina come andremo verso un ristornate
sotto i portici della vecchia Medina
Immagina come ti toglierò il cappotto nero, ti libererò della sciarpa rossa
Come asciugherò le gocce di pioggia dai tuoi capelli
che si allargano liberi
Come ammirerò il tuo vestito e la tua eleganza, mia Signora
Apprezzerai le mie cure
Immagina che andremo, come nostra abitudine, a passeggiare nella notte,
senza meta, lungo le vie
finché mi dirai che non ci lasceremo più
e che la tua recente eclissi è stata solo un’assenza temporanea e fortuita
Immagina
che ci siamo persi nel dedalo della città
mentre mi leggevi poesie di Neruda che parlano d’amore
la città ne ripete l’eco, le mura e le grandi porte
Immagina di continuare il nostro cammino fino al termine della notte.
Parleremo delle nostre affascinanti scappatelle commesse in passato
E il nostro ardente desiderio di impegnarci ancora di più in futuro
Immagina di calpestare la terra con i piedi, di aprire le ali
nel cielo verde senza che gli altri se ne accorgano
E quando la notte finisce e le strade deserte si svuotano
Torneremo a casa nostra.
Mohamed Ghozzi
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"Laggiù in fondo c'è la morte, ma non abbia paura. Prenda in mano l’orologio, stringa fra due dita la rotellina della carica, la giri dolcemente. Ora si apre un altro spazio, gli alberi spiegano le loro foglie, le barche corrono le loro regate, il tempo come un ventaglio si va riempiendo di se stesso e di lì spuntano l’aria, le brezze di terra, l’ombra di una donna, il profumo del pane. Che altro vuole?"
Julio Cortázar, Istruzioni per caricare l'orologio, traduzione di Ilide Carmignani Ciao, 2023.
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Cose nuove che ho imparato questo mese:
1. I dinosauri -quasi tutti- erano piumati e non si sono affatto estinti dopo la malaparata dell’Asteroide. Hanno messo le ali, si sono ridotti di taglia e sono qui tra noi che cinguettano allegramente.
(Cioè già lo sapevo, ma da sto mese lo so meglio perché ne ho parlato con un tizio che ne sa e che ha anche le piume)
2. L’Hoverboard di Ritorno al futuro esiste già anche senza il futuro che ci aspettavamo, però si usa solo sull’acqua e necessita di un aquilone gonfiabile come propulsore, se ne consiglia l’uso col vento di una certa intensità.
3. Nella nuova (sic) disposizione della Dashboard da desk per sopperire alla mancanza di appositi tasti da cliccare (leggasi: collegamenti) per raggiungere i propri post o le bozze si deve andare a digitare sulla stringa dell’indirizzo del browser: https://www.tumblr.com/blog/nomedelblog/drafts e per i post: https://www.tumblr.com/blog/nomedelblog Vi premetto altresì che dopo tutte le puttanate aggiunte -e dai collegamenti visibili e funzionantissimi-, nel prossimo aggiornamento la tonalità della dashboard sarà marrone. Potrete comunque scegliere le sfumature da un’apposita palette a tendina, che andranno dal Beige-Sguarause al Ruggine-Deiezione ovina.
4. Per una svista ho preso l'Autostrada pedemontana veneta, andata fino alla prima uscita e ritorno da dove ero entrato (8 km) 3.70€. Al casello ho premuto il tasto rosso Help per dire a voce che è solo perché la benzina costa che non gli incendiavo tutto, razza di ladri cementificatori. Non prendetela mai, se non per incendiargli il casello.
5. I termine Antropocene è evocativo, ma non è corretto. A meno che non lo pronunciate Antropo ce n’è.
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«Cara Sofia,
Sto amando un’altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l’amore è questo, mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte. Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest’incantesimo non è mai riuscito. Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato. Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole. Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile. Non ti amo più e non mi ami più ma io ti scrivo perché quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma tu resti l’amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi lo abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l’amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell’attimo c’è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell’attimo c’è sempre perché tu sei l’amore della mia vita, l’incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare. Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre l’amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso di amarti molto tempo fa.»
•••
«Caro Ivan,
Vorrei dire a tutti che non c’é niente di bello nell’essere Sofia e questo perché ho smesso di poterti accarezzare. Ho lasciato ad un’altra donna la possibilità di svegliarsi accanto a te, di prepararti la colazione, di baciarti in una di quelle giornate grigie che sembrano non finire mai. Mi fa ancora male pensare che tu corra da lei dopo lavoro, che la stringa con forza prima di aprire la porta per non perdere nemmeno mezzo secondo insieme e se ti vedo, se ti incontro nei soliti posti, mi si gela il cuore, penso subito a come devo comportarmi, a quanto devo restare composta e fingere che non mi importi nulla. Non ti amo più, ma tremo ancora quando so dove sei, spero ancora di incrociare il tuo sguardo da qualche parte, magari dopo esser stato con lei, dopo averci fatto l’amore. Spero ancora che guardandomi tu possa pensare che con me era meglio. Vorrei dirti che sono felice, che quando mi parlano della tua nuova storia sorrido, ma non posso, questa é l’avventura che non ci siamo concessi per paura, ed io ho maledetto il nostro mancato coraggio ogni giorno, ho pensato a tutte le lotte che potevamo evitare, a tutti i capricci mai risparmiati, a quella gelosia che toglieva il respiro, e a quella fiamma che non smetteva mai di bruciare dentro di noi. Ricordo ancora le urla e i messaggi con scritto “non cercarmi più” almeno mille volte, sperando di non esser mai presi alla lettera, eravamo così terrorizzati dall’idea di perderci che abbiamo fatto in modo accadesse. In tutto questo tempo non sono riuscita a sostituirti, quando altre braccia mi stringevano pensavo soltanto che non erano le tue e a quanto spesso ho dovuto allontanarti mentre tu adesso hai un’altra persona d’amare, userai anche con lei il sapone all’arancia, un giorno finirà e dimenticherai anche quello, ma ogni volta che ci vedremo, ovunque saremo e chiunque avremo al nostro fianco, sentirò ancora il cuore uscire dal petto e poi fare le corse per rientrare. Lontano da noi.»
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Caro Ivan,
Vorrei dire a tutti che non c’é niente di bello nell’essere Sofia e questo perché ho smesso di poterti accarezzare.
Ho lasciato ad un’altra donna la possibilità di svegliarsi accanto a te, di prepararti la colazione, di baciarti in una di quelle giornate grigie che sembrano non finire mai. Mi fa ancora male pensare che tu corra da lei dopo lavoro, che la stringa con forza prima di aprire la porta per non perdere nemmeno mezzo secondo insieme e se ti vedo, se ti incontro nei soliti posti, mi si gela il cuore, penso subito a come devo comportarmi, a quanto devo restare composta e fingere che non mi importi nulla. Non ti amo più, ma tremo ancora quando so dove sei, spero ancora di incrociare il tuo sguardo da qualche parte, magari dopo esser stato con lei, dopo averci fatto l’amore. Spero ancora che guardandomi tu possa pensare che con me era meglio.
Vorrei dirti che sono felice, che quando mi parlano della tua nuova storia sorrido, ma non posso, questa é l’avventura che non ci siamo concessi per paura, ed io ho maledetto il nostro mancato coraggio ogni giorno, ho pensato a tutte le lotte che potevamo evitare, a tutti i capricci mai risparmiati, a quella gelosia che toglieva il respiro, e a quella fiamma che non smetteva mai di bruciare dentro di noi. Ricordo ancora le urla e i messaggi con scritto “non cercarmi più” almeno mille volte, sperando di non esser mai presi alla lettera, eravamo così terrorizzati dall’idea di perderci che abbiamo fatto in modo accadesse. In tutto questo tempo non sono riuscita a sostituirti, quando altre braccia mi stringevano pensavo soltanto che non erano le tue e a quanto spesso ho dovuto allontanarti mentre tu adesso hai un’altra persona d’amare, userai anche con lei il sapone all’arancia, un giorno finirà e dimenticherai anche quello, ma ogni volta che ci vedremo, ovunque saremo e chiunque avremo al nostro fianco, sentirò ancora il cuore uscire dal petto e poi fare le corse per rientrare
Lontano da noi.”
Sofia
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La pelle della donna sogna qualcuno che la possa leccare
i suoi capelli sognano la mano che li districhi
la sua mano sogna il sudore annidato nel palmo dell’altra mano
le sue labbra sognano l’ardore del bacio
le sue ginocchia sognano due baci distinti
il capezzolo sogna qualcuno che lo succhi con passione
il collo sogna qualcuno che lo abbracci con una tenerezza dolorosa
il corpo sogna qualcuno che lo stringa senza tregua
il cuore sogna che i suoi battiti comunichino con un altro cuore
l’anima sogna qualcuno che la ospiti
i piedi sognano di camminare con questo ospite
e le braccia sognano di cullarlo per farlo addormentare
gli occhi sognano una lingua segreta che non ha bisogno di parole
l’orecchio sogna di udire il suo nome nell’immaginazione dell’altro
quando tutto é arido, i fiumi sognano l’esuberanza.
Zhabiya Khamis
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Lo sguardo languido dell'amore
Come ti si dovrebbe baciare.
"Quando ti bacio non è solo la tua bocca, non è solo il tuo ombelico, non è solo il tuo grembo che bacio… Io bacio anche le tue domande e i tuoi desideri, bacio il tuo riflettere, i tuoi dubbi e il tuo coraggio, il tuo amore per me e la tua libertà da me, il tuo piede che è giunto qui e che di nuovo se ne va. Io bacio te così come sei e come sarai domani e oltre, e quando il mio tempo sarà trascorso." (Erich Fried) www.donna-in-divenire.tumblr.com
Ha gli occhi pieni di te e il cuore che trabocca di sentimento: denso come il miele, cristallino come l'acqua. Non aspetta altro che tu te ne accorga e la stringa forte al tuo petto per farlo uscir fuori.
È colma dell'antico pudore di ogni donna innamorata. Starà a te saperla trasformare in oggetto di continua adorazione e liberare la pantera aggressiva che al momento non immagina neppure di avere dentro.
Un domatore alleva, fa crescere e cura l'amore della sua compagna. Lei, grata, credendo di amarlo e di farlo suo per sempre infine lo sbranerà. Inevitabilmente. Finisce sempre così. Ma lui la ringrazierà, per quel dolcissimo epilogo.
RDA
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Bianca Maria Sforza, Ambrogio de Predis 1493 (probably)
(English / Español / Italiano)
LENZA and COAZZONE were elements of women's hairstyles, fashionable at the end of the 15th century at the court of Ludovico il Moro.
The LENZA was a cloth or metal string that encircled women's heads. The COAZZONE was a netting placed on the nape of the neck, from which a braid started, gathering together real and artificial hair and tying it with ribbons.
Both could not be missing from the official portrait of the Moor's granddaughter, Bianca Maria Sforza, who married Emperor Maximilian I of Habsburg in 1494.
Painted by Ambrogio de Predis (c. 1455 - c. 1508) and housed in the National Gallery in Washington, the painting depicts her wearing a hairstyle embellished with pearls, precious stones and a jewel with the Sforza motto: MERITO ET TEMPORE (With Merit and Time).
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LENZA y COAZZONE eran elementos de peinados femeninos, de moda a finales del siglo XV en la corte de Ludovico el Moro.
La LENZA era un cordón de tela o metal que rodeaba la cabeza de las mujeres. El COAZZONE era una redecilla colocada en la nuca, de la que partía una trenza que recogía cabellos reales y artificiales y se ataba con cintas.
Ambos no podían faltar en el retrato oficial de la nieta del moro, Bianca Maria Sforza, casada con el emperador Maximiliano I de Habsburgo en 1494.
Pintado por Ambrogio de Predis (c. 1455 - c. 1508) y conservado en la National Gallery de Washington, el cuadro la representa luciendo un peinado adornado con perlas, piedras preciosas y una joya con el lema de los Sforza: MERITO ET TEMPORE (Con mérito y tiempo).
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La LENZA e il COAZZONE erano elementi delle acconciature femminili, di moda alla fine del Quattrocento alla corte di Ludovico il Moro.
La LENZA era una stringa di stoffa o di metallo che cingeva il capo delle donne. Il COAZZONE era una reticella posta sulla nuca, dalla quale partiva una treccia che raccoglieva capelli veri e posticci, legandoli con nastri.
Entrambi non potevano mancare, dunque, nel ritratto ufficiale della nipote del Moro, Bianca Maria Sforza, che nel 1494 sposò l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo.
Realizzato da Ambrogio de Predis (c. 1455 - c. 1508) e conservato nella National Gallery di Washington, il dipinto la ritrae con un'acconciatura arricchita da perle, pietre preziose e da un gioiello con il motto degli Sforza: MERITO ET TEMPORE (Con il merito e con il tempo).
Fuente: ArteinControluce
#painting#pittura#renacimiento#renaissance#rinascimento#15th century#s.XV#ambrogio de predis#National Gallery#il quattrocento
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È che a volte sento la necessità che tu mi stringa. Appoggiare la testa sul tuo petto, e non pensare a nient'altro.
Nessun problema, niente ostacoli, nessun pensiero.
Solo il battito del tuo cuore e il tuo profumo. Vorrei perdermi in questo, e il perché proprio non lo so.
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all'improvviso
.
Aveva una bellissima voce. E un bellissimo sorriso. I ricordi sono sempre più frammentati, ma quelli che rimangono sono vividi e uccidono. Ricordo il nostro primo sguardo mentre si allontanava sul bus, ricordo quanto mi aveva fatto stare bene. Quel giorno iniziai a vedere il mondo con colori diversi e non riuscivo a smettere di sorridere. Ricordo che lo cercavo spesso a lezione e sentivo le farfalle nello stomaco quando lo vedevo arrivare. Ricordo i suoi occhi buoni, sono quelli che mi hanno fregata. È una delle prime cose che gli dissi, “hai gli occhi buoni” e lui mi disse che avevo visto male. Forse avrei dovuto ascoltarlo. Quando scoprii che era appassionato di cinema il mio cuore ha avuto un sussulto e ho pensato “ecco, è lui. È quello giusto”. E Dio se era quello giusto. Aveva così tanto bisogno di amore che penso avrebbe fatto di tutto per farmi innamorare di lui, perfino dirmi “ti amo” dopo una settimana e chiedermi di sposarlo dopo 10 giorni. “andiamo a Las Vegas e sposiamoci”, fu il capodanno più bello che avessi avuto fino a quel momento.
E non riesco a non darmi la colpa per non aver capito niente, non riesco a non sentirmi una stupida a scrivere tutto questo. Il ricordo di lui, di lui all’inizio, di un lui che non so se esiste davvero, mi fa sentire in un modo strano. Fisicamente sento una forte stretta al petto e non riesco a smettere di piangere ed emotivamente sento che mi manca tanto e vorrei che non fosse cambiato niente tra noi. Vorrei che il conoscermi meglio non lo avesse allontanato, vorrei che non mi avesse mai tradita nemmeno col pensiero, vorrei che quei “ti amo” che mi diceva sempre fossero stati veri. Avrei voluto che mi dicesse “ti amo” guardandomi negli occhi. Vorrei non aver dovuto chiedere di dirmi “ti amo” guardandomi negli occhi e vorrei non aver dovuto vedere quello sguardo scocciato sul suo viso quando gli chiedevo di farlo. Vorrei che fosse andato più nel profondo, che se qualcuno gli avesse chiesto cosa preferisco al mondo non avrebbe risposto banalmente “il sushi”. Vorrei cancellare ogni notte in cui sono andata a dormire piangendo, mentre ero sdraiata accanto a lui girato di spalle. Ho cominciato a capire che forse non era la persona per me, o non era più la persona per me, quando mi sono identificata nella frase di un libro che diceva “ho scoperto che il luogo più solitario del mondo è quando sei a letto, accanto a una persona che ti fa sentire piccola, schiena contro schiena, mentre speri che l’altro si giri e ti stringa tra le braccia” ed è nato in me il pensiero che forse l’amore non doveva essere così, che l’amore non deve farti sentire piccola. L’ho capito negli occhi delle mie amiche, nelle loro parole, nel fatto che ci fossero sempre per me e non dovevo chiederlo. Avevano sempre una parola dolce per me e non dovevo chiederla. Mi volevano bene per ciò che sono e non per ciò che potevo dare loro, non mi volevo bene perché sono bella o per ciò che so fare a letto.
Ho in mente tante cose che non ho il coraggio di dire a nessuno, tante impressioni e sensazioni che mi mettono a disagio. Mi metteva a disagio la sua ossessione per il sesso, per l’avermi sempre nuda anche se non mi piaceva starci. “Vuole aiutarmi, vuole farmi stare bene col mio corpo”, ho romanticizzato perfino questo, perfino la perversione di un bambino che continua a considerare la donna come un oggetto. Mi è rimasto impresso il fatto che all’inizio non gli piacevo fisicamente, non avevo il seno abbastanza grande, ma per fortuna lui aveva visto che “avevo del potenziale”. Ho iniziato a mangiare e mangiare, come mangiava lui, perché avevo paura di dimagrire. Avevo paura che se fossi dimagrita avrei perso chili di seno e non di pancia o di cosce. Lo vedevo talmente ossessionato da queste cose che avevo paura di qualsiasi ragazza con una quarta di seno, pensavo bastasse questo per vederlo andare via. Ho iniziato a dubitare di ——, ne ho parlato anche con lei. Mi sentivo inferiore. Mi sentivo stupida in confronto a lui. Lui che si ricordava tutto ed era bravo in tutto ciò che faceva mentre io non ero in grado neanche di decidere cosa fare della mia vita.
E c’ero sempre per lui, a ogni partita, a ogni uscita con i suoi amici, ogni volta che finiva di lavorare alle 5 di mattina io c’ero. C’ero in chiamata o al suo fianco. C’ero in ogni momento, perfino a ogni volta che andava in bagno. Lui mi voleva con sé, me lo diceva. Mi ricordo che mi piaceva tantissimo lavarci i denti insieme, lo guardavo nello specchio e pensavo a quanto fosse bello e a quanto fossi fortunata ad averlo, pensavo a quanto sarebbe stato bello lavarsi i denti nella nostra casa. Già, la nostra casa. Era un po’ che non ci pensavo. Non ricordo chi dei due l’aveva proposto, ma probabilmente io. La casa che mi ero impegnata a cercare, la casa a cui pensavo sempre. La casa di cui lui non voleva parlare perché “ne abbiamo già parlato una volta, quante volte ne dobbiamo parlare?”. Così come la famosa proposta di matrimonio. Forse ci ho creduto troppo, ma come puoi dire con leggerezza una cosa del genere e aspettarti che l’altro semplicemente se ne dimentichi? “Non sono più sicuro che sia quello che voglio, non so più se voglio sposarti”. Ed erano piccole cose, piccole rispetto a ciò che mi era successo prima. Ma forse non erano così piccole perché ogni parola mi tagliava dentro. Mi tagliavano dentro ma non sapevo come dirglielo, avevo paura. Avevo paura di rovinare tutto, avevo paura di essere io quella sbagliata. Sono troppe le volte in cui mi sono sentita sbagliata, un peso, una bambina immatura. E con lui mi sentivo davvero di nuovo bambina, ma in un senso buono. Mi sentivo di potermi permettere di essere fragile, sentivo che avrebbe capito. Sentivo che mi avrebbe stretta a lui dicendomi che non sarei più dovuta stare così, che avrebbe capito. Che avrebbe capito quanto è difficile fidarsi di nuovo di qualcuno, di quanto è difficile credere nell’amore quando non l’hai mai visto in casa. Di quanto distrugga vedere la tua vita che va a pezzi e non riuscire a rialzarti e che quando ci provi, ti casca tutto addosso. Vorrei che non mi avesse mai incolpata per queste cose. Non riuscivo più a sfogarmi con lui dopo un po’, avevo capito che non era ciò che mi aveva fatto vedere all’inizio. Ma ormai ero fottuta, ero innamorata, pensavo ci volesse solo del tempo. Ma così non è stato e ho il cuore a pezzi, ho il cuore a pezzi perché ho permesso a un’altra persona di farmi questo e ora ho una paura fottuta di innamorarmi di nuovo. Non mi era mai capitato prima, cercavo l’amore dappertutto e se non lo avevo facevo di tutto per trovarlo. Ora non lo voglio, non voglio più nessuno vicino a me in quel modo, non prima di essere sicura che non si approfitti di me. È una consapevolezza davvero davvero brutta per una persona che ama l’amore.
Eppure il suo ricordo continua a farmi effetto. Scrivo queste cose e una parte di me continua a sperare di vedere il telefono illuminarsi e leggere il suo nome, rispondere e sentire la sua bellissima voce che mi dice “sono qui sotto, scendi?”. E vorrei scendere e vedere il suo bellissimo sorriso. Vorrei vedere il ragazzo di cui mi sono innamorata, il ragazzo del bus, il ragazzo dagli occhi buoni. Vorrei che mi dicesse “ti amo” guardandomi negli occhi e che mi stringesse in un abbraccio come per dire che non mi sarei più sentita così.
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