#la scoperta di questo video è stata life changing
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ohh i've just made a new reaction template and couldn't not share it here
if you know who he is you're extremely hot and sexy and funny
#la scoperta di questo video è stata life changing#non sapevo di aver bisogno vedere di enrico esplodere per il live action di anastasia del 2020 e invece mi sbagliavo. ne avevo bisogno#also yeah the music wasn't originally there i just put it cause yes
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Nina (2)
La prima canzone “Sacred” parla proprio del perdersi, dimenticarsi le cose importanti, parla di superficialità e intanto è una presa di coscienza, un vagare a lungo in cerca di… sé stessi? “I want something sacred / I want something amazing / And I’m going through changes”, mi piace il modo in cui pronuncia questi versi all’inizio, e man mano li scandisce, li ripete, come fosse un monito per sé stessa.
“The Moment’s I’m Missing” mi piace moltissimo, la conoscevo già, è stato il primo singolo dell’album e Nina ci teneva in particolar modo perché l’ha prodotta lei stessa nella sua stanza, e a suo dire è la canzone più autobiografica dell’album, in merito ha detto: “This song is talking about the moments that are missing from my brain, that I’m recollecting and processing, rather than longing for.”
Sono molto legata a “The Best You Had”, è uscita in un momento in cui mi risultava particolarmente comprensibile, mi sembrava di poterla modellare su di me, e non è difficile intenderne il motivo, in quel periodo non ascoltavo Nina, la sua presenza si riduceva a qualche saltuaria comparsa nei suggerimenti di Spotify, quando ascoltai questa canzone ricordo bene che pensai che forse c’era qualcosa che mi stava indirizzando verso di lei.
Salto un po’ di titoli per arrivare ad uno dei migliori dell’album, “Is It Really Me You’re Missing” è anche la preferita di Nina: adoro come modula la voce nel corso del brano, ci sono momenti dimessi, vuotissimi, e altri in cui mi viene da pensare all’alba, alla luce, e intanto mi sembra che mischi la rabbia e la sofferenza, sussurri ed urla.
“And that’s how I know that you’re the one for me / Cause I think about you on the train / Love how you say my second name / It seems without you I’m insane / Now you’re asleep but I’m gonna say it anyway / I love you”: Nina aveva pubblicato un video moltissimo tempo fa in cui cantava questi versi, aveva i capelli biondi, e la canzone era ancora più essenziale di questa versione, che comunque apprezzo perché non è stata stravolta più di tanto. Non credevo l’avrebbe inserita nell’album, forse perché io la associo ad un momento ormai lontanissimo, eppure mi ritrovo nuovamente ad ascoltarla, ad intenerirmi, perché suona sempre come una confessione fatta a notte fonda, infatti s’intitola “Things I Say When You Sleep”. “Remember when we’d sit out by the graves / Laughing and talking about life / You took me to heaven when I had no faith / And showed me what love is really like”.
“Last December” la penultima canzone, per me la vera scoperta di questo album, questa e la precedente insieme sono d’una dolcezza magica e dolorosa, riguardano la stessa relazione, come ha sottolineato Nina e come si evince da una somiglianza di versi: “We sat in the graveyard, talking about life”. Mi piace il fatto che sia in questa posizione, quasi alla fine, ma non del tutto in fondo, mi lascia una strana sensazione, il testo è bello dall’inizio alla fine, ne vale la pena. “We’d drive for hours and play under different lights / Then we'd run off / With enough love to / Keep us here for nights / You were the safety blanket I needed most / But you were always so anxious / Of my ghost that came at night / From my past life.”
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