#la risposta non l'abbiamo trovata
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l'altra sera io e le bimbe ci siamo guardate e ci siamo dette "ma perché abbiamo smesso di andare dalla psicologa?"
#la risposta non l'abbiamo trovata#ma dopo questi 6 mesi di drammi abbiamo convenuto che forse non dovevamo smettere
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Già Sabato?
Come vola il tempo, il tempo è tiranno ecc ecc, quante frasi sul tempo conoscete? C'è chi ha speso anni a studiare il tempo, ma esiste il tempo? Secondo alcuni studiosi no, almeno come lo intendiamo noi, il trascorrere delle giornate, mesi e anni, non ha niente a che vedere ne con l'orologio ne con il calendario semplicemente perché l'abbiamo inventato noi per darci come sempre un punto di riferimento. Se pensate che agli animali non frega un cavolo se sono le 13 o le 5 di mattina quando lo stomaco è vuoto vengono a rompere le palle che vogliono mangiare, si anche oggi fortuna sono riuscito a riaddormentarmi. Notizie del giorno : è morto Napolitano, ex presidente della repubblica (2 volte), una vita in politica, comunista fino alla caduta dell'URSS, come tutti e come è di logica, ma io lo ricordo per alcune cose che non sono belle che in questo momento non le ricordo, poi non mi è stato mai simpatico, come Ciampi per dirne uno. Leggo una notizia ma forse la trovo solo io divertente, Nick Cave risponde personalmente sul suo sito alle domande dei fans, rispetto massimo per Mr Caverna uno con gli attributi quadrati, nell'articolo inseriscono due risposte una ad una ragazza italiana con problemi ad accettare il suo corpo, risposta intelligente da parte di Nick, l'altra ad un tizio belga e qua che mi viene da ridere Nicola gli dice "Se hai 40 anni fatti crescere i baffi da attore porno anni 70 impara a suonare la chitarra e vai avanti fino ai 60" :D hahahahah
Caro Nick, mi verrebbe di scriverglielo direttamente, ho i baffi e suono da una vita (la chitarra appunto), sta cosa funziona solo se ti chiami appunto Nick Cave.
Salutando il tenebroso australiano, oggi sono 188 anni dalla morte di Enzo, per gli amici catanesi per tutti Vincenzo Bellini (all'anagrafe Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini), che ha avuto vita breve ma intensa ed è morto male. E' inutile scrivere la vita del compositore etneo la trovate online, mi ha sempre però colpito il fatto che è partito per studiare, per poi finire a Parigi dove morì. Un talento tutto siculo che venne più volte lodato in patria e all'estero, un precursore, a mio modesto parere, anche se è stata più la sua musica a portarlo lontano e non la sua voglia di uscire da una città labirinto chiusa mentalmente, che poi non ho idea di come potesse essere Catania agli inizio del 1800, ma è sempre la mia città. A lui sono dedicati il teatro dell'opera (mi sembra ovvio), il giardino pubblico chiamato Villa Bellini che è uno dei più grandi in Europa e con una biodiversità floreale non da poco, il liceo musicale sopracitato, il museo e casa, una bellissima statua in una piazza centrale, dalla sommità lui guarda lontano, eccola
Cosa aggiungere di più quando ti senti orgoglioso di un personaggio storico di questo calibro? Niente.
Oggi però è anche, tornando al tempo, il solstizio d'autunno, più o meno, perché se noi siamo legati a quello che ci dice il calendario la natura no, ha i suoi tempi e per esempio già un paio di settimane fa ho iniziato a vedere foglie gialle ovunque, qua in Estonia dove l'estate non è arrivata e il prossimo inverno è previsto rigidissimo che significa temperature medie sui -20°, se mi dite che avete freddo a 8-10 sopra lo zero vi invito a casa mia, così mi aiutate a spalare la neve.
Comunque, l'altro giorno la piccoletta mi aveva invitato oggi a contattarla che in zona c'è una coppia di tedeschi amici suoi e magari ci si fa un giro, non c'ho voglia, così le ho scritto, anche perché non c'è un cazzo di intrattenimento in questa città. Però una cosa che ho notato su FB che sono nati o magari c'erano anche prima non so, dei centri culturali ovunque, i famosi kuulturiklubi (non è una trovata di marketing che lo scrivono con la K ma perché nell'alfabeto estone la C non esiste, come Z per esempio). Questo perché? Perché l'anno prossimo Tartu, l'alveare dove vivo, è città europea della cultura, quale cultura non lo so, quella dell'alcol ? Quella del razzismo e campanilismo ? O la cultura culinaria inesistente ? Vorrei saperlo. Una città dove non ci sono eventi, se non uno ogni tanto giusto per spezzare la monotonia, o sono monopolio di posti specifici come il teatro o il museo, nel privato non c'è niente, stando ai miei gusti però quindi è relativo. Ho affrontato questo discorso in passato e lo affronterò più in profondità in futuro, quindi per ora mi fermo e vedo cosa c'è da fare oggi, a occhio pulire la casa (rottura di palle).
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10 lug 2023 08:22
“AVEVAMO FATTO DELLE STRISCE, MA È DOPO IL DRINK CHE SEI DIVENTATA STRANA” – SUBITO DOPO ESSERSI SVEGLIATA NEL LETTO DI LEONARDO LA RUSSA, IL 19 MAGGIO, LA 22ENNE CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE HA SCRITTO A UN'AMICA: “MA CHE PROBLEMI HO. O MI HANNO DROGATA? FACCIO TROPPI CASINI”. RISPOSTA “LO CONTINUAVI A BACIARE, IO TI HO CHIESTO SE LUI TI PIACESSE O MENO, E TU MI FAI ‘SÌ LO AMO’. POI HAI URLATO ‘FACCIAMO UNA BOTTA’. IO TI HO SPIEGATO CHE L'ABBIAMO FINITA" - "PENSO CHE TI ABBIA DROGATA, MA TU NON MI ASCOLTAVI. SPERO CHE LO DENUNCI, MA STAI ATTENTA, SUO PADRE È IL PRESIDENTE DEL SENATO"
1. TUTTE LE CHAT DELLA RAGAZZA CHE ACCUSA LEONARDO LA RUSSA: «MI HA DROGATA, PER FORZA. HO PAURA MA VADO AVANTI»
Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella e Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
«Dopo quasi due mesi sono ancora impaurita», ma la paura di cui parla la 22enne che ha denunciato di aver subìto violenza sessuale dal terzogenito di Ignazio La Russa nella casa del presidente del Senato dopo una serata in discoteca a Milano non è tanto di rivivere psicologicamente il dramma, quanto un timore per certi versi più difficile da scrollarsi di dosso: «Ho paura di essere finita in una cosa più grande di me. Ma ho detto solo la verità, voglio affrontare questa vicenda sino alla fine».
E ribadisce al suo legale […] di aver denunciato «perché penso si debba avere il coraggio di affrontare le conseguenze di una violenza senza vergognarsene». Dai tanti, lunghi messaggi che scambia dal letto stesso in cui l’ha lasciata Leonardo La Russa la mattina del 19 maggio, si comprende con chiarezza che a convincerla di essere stata drogata è il racconto dell’amica con la quale era andata a ballare.
Chat che documentano tre circostanze: lei sembra davvero non ricordare nulla; l’amica è una testimone diretta di quello che è successo in discoteca; e se la ragazza prende coscienza di aver avuto rapporti sessuali con il figlio di La Russa, è perché proprio il giovane glielo avrebbe rivelato quella mattina.
«Amo (amore, ndr) mi sono risvegliata da La Russa... (...) ma che problemi ho... o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri»: è da poco passato mezzogiorno e la 22enne si è appena svegliata nuda nel letto.
Non ricorda nulla, ma il 19enne, dichiarerà dopo, le ha detto che avevano avuto un rapporto sessuale sotto effetto di stupefacenti dopo che si erano incontrati la sera nella discoteca Apophis di Milano. «Mi sto prendendo male, ma davvero, troppo. Cosa è successo? Amo mi sono svegliata qui da lui e non ricordo nulla. Aiuto...» scrive all’amica. È solo il primo messaggio della chat che proseguirà finché non si recherà di pomeriggio nel centro anti violenze della clinica Mangiagalli. Leonardo è fuori dalla stanza quando l’altra le chiede a bruciapelo: «Tu sei da lui ora?», «Avete fatto sesso?», «scappa, scherzi, va’ via subito», quasi le «urla».
Le racconta che a un certo punto della serata l’aveva vista perdere il controllo di sé stessa. «Amo penso che lui ti abbia drogata, ma tu non mi ascoltavi ieri» perché «sei corsa via e non ti ho più trovata». La ragazza è sconvolta: «Dio santo, davvero? Cosa è successo? Non ricordo nulla».
Stava «benissimo» […]. Almeno «fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale, eri stranormale. Avevamo fatto delle strisce (probabilmente di cocaina, ndr) anche lì all’Apophis», ma «non è quello che ti ha fatto diventare strana», perché «è dopo il drink che sei diventata strana strana. Lo continuavi a baciare», e «io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Sì lo amo” (...) Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme (forse si riferisce ancora alla droga, ndr)». Ricorda solo le «strisce» che avevano consumato, il resto è buio totale.
È questo uno dei punti cardine dell’inchiesta del pm Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mannella: la giovane, che già era sotto effetto della coca che aveva assunto volontariamente, è stata drogata anche con una sostanze versata di nascosto nel suo bicchiere? […] L’amica ha […] tentato di portarla via dal club, ma non c’è stato verso. «Ti ho detto che volevo andare a casa e ti ho chiesto di accompagnarmi fuori» e «alle tre ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui». Da quel momento l’ha persa di vista.
«Amo, mi ha drogata, per forza», si convince in quel momento la 22enne. Nella querela depositata dall’avvocato Benvenuto, la giovane afferma di aver cominciato allora a tremare: «Ho paura, me ne sto andando», messaggia all’amica che, evidentemente molto preoccupata, le consiglia: «Amore tu ora torna esattamente a casa tua».
«Perché mi succedono ste cose?», si chiede lei mentre l’altra la interroga con crudezza: «Pensi ti abbia stuprata?». Perché «c...o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m...a, sempre odiato». La risposta è ancora una volta la stessa «Non mi ricordo nulla amore, ma niente proprio», mentre si fa strada il timore per quello che potrebbe succedere dopo: «Lascia stare. Che non esca la cosa», «spero non mi abbia vista nessuno».
[…] «Che vergogna, amo mi dovevi portare via», dice la 22enne quasi rimproverando l’amica, che infatti reagisce: «Amore ci ho provato, ma sai che sei più forte di me. Sei letteralmente scappata correndo via», […] «te l’ho detto più di una volta ma non ragionavi proprio», «non so come spiegarlo, non eri tu. Amore posso solo immaginare, che m...a». Lei quasi crolla sullo schermo del cellulare: «Mi viene da piangere», «aiuto cosa mi ha fatto…».
«Spero lo denunci», le dice l’amica. «L’abbiamo fatto, da come dice (Leonardo, ndr)», ma «non mi ricordo nulla». Sembra ancora titubante su cosa deve fare: «Denuncio… come?». L’altra: «Ti ha per forza drogata», «non può essere c (forse: cocaina, ndr). Non ti fa quell’effetto. Non era mai successo tutte le altre serate», commenta dimostrando che le due «strisce» della sera prima non sarebbero state un caso isolato.
[…] «Mi ha drogata. Mi ricordo tutto perfettamente fino a un certo punto (...). Ma ti rendi conto... Che vergogna. Sto uscendo. Non ho parole... Inizia pure a girarmi la testa… Sono terrorizzata, sto aspettando (che Leonardo) mi porti le mie cose», «vestiti e cose varie. No, me ne vado». La chat si interrompe. Riprende alle 15.18 quando la 22enne sta andando alla Mangiagalli: «Vado in ospedale. Sta venendo mia madre a prendermi». E l’amica le dà l’ultimo consiglio: «È giusto che denunci la cosa, però stai veramente attenta, suo padre è il presidente del Senato».
2. CASO LA RUSSA, LA TESTIMONE: «SONO AMICA DI ENTRAMBI, MAI VISTO LEO CON DELLA DROGA. IL DJ? GIURO, NON SO CHI SIA»
Estratto dell’articolo di Andrea Galli per il “Corriere della Sera”
A domanda, ci risponde. «Sì, sono un’amica di entrambi». «No, da quando è uscita la notizia non ho sentito nessuno dei due, mi è sembrato poco opportuno». Qui parla senza che ci sia prima un nostro quesito: «In ogni modo Leonardo lo conosco bene, davvero bene, abbiamo frequentato insieme l’università a Londra, e con me, così come con tutte le altre, non ha mai superato il confine, se intende quello che dico: uno che sta al suo posto, che non va contro le volontà delle donne...».
Altri interrogativi. Il primo: la droga. «Leonardo e la droga? Ma no, impossibile, le due cose non c’entrano nulla. O almeno, io adesso mi sto riferendo al nostro comune vissuto, ignoro come siano andati i fatti nella sua abitazione, e non mi permetto di avanzare sospetti in una oppure nell’altra direzione, però con la droga non l’ho mai visto». Dopodiché: lei era in quel locale, giusto? «No». Ma viene collocata lì. «Eh, forse c’ero, forse non c’ero. Guardi, non mi ricordo». E ancora: chi è il ragazzo che ha dormito nell’appartamento di Leonardo e avrebbe partecipato alle violenze? «Non ho idea. Glielo giuro».
Il Corriere ha cercato le tre amiche della coetanea che ha denunciato Leonardo Apache La Russa per stupro. Quelle appena lette sono le frasi della ventenne che, nel parziale ordine cronologico stilato dagli investigatori, è stata la seconda a comparire con il suo ingresso nell’esclusivo club Apophis [...] : è stata lei a ricordare alla coetanea l’eventualità del versamento di droga nel suo bicchiere; era stata appunto lei, in precedenza, a condividere frammenti della serata prima dell’arrivo all’Apophis e magari, ma è una mera ipotesi, anche condividere, oppure essere una spettatrice dell’evento, l’assunzione di sostanze stupefacenti.
Saranno magistrati e poliziotti ad aggiungere elementi al fascicolo, a cominciare dalle deposizioni di queste tre ragazze. E risulta scontato che quel tema, l’ipotetica droga nel calice, e magari versata da La Russa, necessiterà di ramificati dettagli. Sull’argomento non intende pronunciarsi la terza ventenne, la quale, sempre nella scansione temporale degli investigatori, è entrata in scena per ultima.
Ovvero con la chat in cui era stata informata dalla coetanea delle ore trascorse a casa di Leonardo, e con il suo invito ad andare in Mangiagalli per la visita. Di più: si era proposta di raggiungere l’amica e accompagnarla di persona nella clinica. [...]
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stanza
discutevamo oggi sul perché del male nel mondo, riflessione nata da un "tratto da una storia vera", una storia di abusi e disperazione, una storia a lieto fine. molto, molto raro, il lieto fine.
la risposta non l'abbiamo trovata purtroppo, ma in questi giorni sembra io sia destinata a non trovare risposte, destinata a sentire questa fitta nel petto e a dover spiegare alle persone attorno a me - alcune capiscono, altre meh - che non è giusto avere paura quando si esce da sole la sera, che non è giusto dover sempre provare il proprio valore, che non è piacevole sentire battutine su "il posto di una donna è in cucina" o "donna al volante pericolo costante" o altre stronzate misogine (anche perchè, diciamocelo, siamo nel 2019 ed è vergognoso che questa mentalità ancora esista.
o ancora "io non le capisco le donne" quando eccomi qui, sono davanti a te, chiedimi pure, non ti mangio mica. "ma non ti senti lusingata da queste attenzioni" e io ripenso a tutti i pianti di rabbia che mi sono fatta quando mi fischiavano dietro o mi inseguivano per le vie o mi insultavano perché non davo soddisfazione al loro ego.
ancora una risposta non ce l'ho, mi piacerebbe averla.
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☆ — ♯ 𝐀𝐁𝐎𝐔𝐓 𝐓𝐇𝐄 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐄𝐍𝐓 ↻ ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ + ʜᴇʀ ʜᴜsʙᴀɴᴅ h. 20.01, september 11th, 2022 📍 sᴛᴏᴄᴋʜᴏʟᴍ﹐ sᴡᴇᴅᴇɴ. ❪ ✨ ❫ ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ Il fragore delle stoviglie rompeva quella tensione che si avvertiva, come una presenza silenziosa, in quella casa così finemente arredata. I quadri costosi di Van Gogh alle pareti, la grande iconografia di Prada, il mobilio ricercato e di classe conferivano alla residenza del capo di Svezia un ambiente elegante, raffinato, che raccontava di un lusso antico, che affondava le sue origini in generazioni passate. Era presente nei dettagli che impreziosivano la tavola, nella donna di servizio che s'intratteneva per sparecchiare la tavola al termine della cena, ma erano gli sguardi della donna d'eleganza innata ad essere carichi di turbamento e protagonisti di quella sera, un turbamento che ormai accompagnava ogni momento della sua giornata. ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ « Lasciaci sola per favore, Brita. Finirai dopo di sparecchiare la tavola. » Un semplice cenno del capo fu la risposta della donna, la domestica, prima di ritirarsi nelle sue stanze in fretta e furia. Era in momenti come quelli che si sentiva il peso di una ricchezza che colpiva ogni singola prospettiva, il peso di una posizione sociale che poteva essere malvista dai meno abbienti ma che rappresentava il nuovo in un mondo da rinnovare. Provava ancora e ancora, Magdalena, ma nel silenzio di casa sua, sotto lo sguardo attento del marito, rifuggiva il suo bisogno di quiete, il bisogno di dire mostrarsi debole. A lungo la donna aveva sviato quella conversazione, quella che avrebbe dovuto condurre con l'uomo che le sedeva accanto, con quello sguardo che tradiva curiosità ma anche attenzione, furbizia ed attesa. ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ « Sofie è andata a Londra, è partita questa mattina. L'hai vista? » ɪᴠᴀʀ « Sì, è passata nel mio studio prima di andare in aeroporto. Ha detto che ti ha trovata strana, e non nego che ultimamente lo stia pensando anche io. Che cosa sta succedendo? » ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ « L'altra sera ha visto Alexander. » Tante erano le implicazioni di quella frase. Tante erano le possibili conseguenze che tutta la famiglia avrebbe dovuto affrontare se mai si fosse arrivata alla verità eppure la freddezza dell'uomo, il suo essere così dannatamente calcolatore spazzò via ogni traccia di affetto. ɪᴠᴀʀ « Le ha detto qualcosa? » ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ « Non credo... Mi ha detto che non si sentono in modo assiduo a causa degli impegni di lui ma... Se Alexander provasse ad avvicinarsi a Sofie, lei... Non voglio pensarci. Ho provato a cominciare a parlarle, ad aprire gli occhi su un mondo che non è tutto rose e fiori come pensa lei. » ɪᴠᴀʀ « L'abbiamo sempre protetta, abbiamo sempre messo al primo posto il suo bene e di questo non me ne pento. » ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ « C'è qualcos'altro che non ti ho detto, Ivar. » Il silenzio di poc'anzi divenne una cortina irrespirabile in quella stanza, tanto spesso da poter esser spezzato con un colpo d'ascia eppure solamente gli sguardi della coppia sembravano parlare al posto delle loro labbra. Così tante cose che non venivano menzionate, così tanti segreti tenuti celati, così tante vite in pericolo che nessuno avrebbe mai potuto dormire sonni tranquilli. ɪᴠᴀʀ « Il ricatto, lo so. Come hai solamente potuto pensare di farcela da sola. Come hai potuto pensare che io non ne sapessi alcunché? Mi credi tanto sprovveduto? Sul serio? Ma soprattutto come pensavi di vincere alla roulette russa? Perché è di questo che si tratta... Un gioco d'azzardo in cui il banco vince sempre. Dannazione, Magdalena stai giocando col fuoco, e tu, chiaramente, non ne sei in grado. Ed io dovrò di nuovo metterci mano. » Scostò il capo la donna, lo abbassò quel tanto da guardare il cotone pregiato della tovaglia che aveva scelto personalmente tempo prima, mentre lasciava correre i polpastrelli su quel tessuto candido. Risaltavano le sue unghie laccate di rosso scuro, così elegante, così oscuro prima di posare nuovamente lo sguardo sull'uomo che aveva scelto tempo prima, nonostante le infinite difficoltà, nonostante gli infiniti segreti. Un lungo silenzio seguì quelle parole dure, quello sguardo rabbioso di un uomo che non aveva mai dovuto chiedere nulla a nessuno. S'era fatto un nome, altisonante, che in molti avrebbero ricordato, bramato e adulato, ma che ora rischiava solamente produrre un effetto boomerang, su di lui, su sua moglie, ma soprattutto sulla sua bambina. ᴍᴀɢᴅᴀʟᴇɴᴀ « E' stato chiaro, Ivar... O le donne, o i soldi. »
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11 ott 2018 10:05
VOGLIONO L'ITALIA ALLINEATA E COPERTA - BELPIETRO: “PER L'UE ESISTONO SOLO DUE VIE. O SALVINI E DI MAIO SI RIMANGIANO TUTTO OPPURE NON RESTA CHE FARLI CADERE. CACCIATI I DUE, IL GOVERNO POTREBBE ESSERE SOSTITUITO CON UN ESECUTIVO TECNICO. QUANTO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO A CUI AFFIDARE L'OPERAZIONE, UNO CE L'ABBIAMO GIÀ. AVETE VISTO QUANTO APPARE NEGLI ULTIMI TEMPI IN TV MARIO MONTI?”
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Maurizio Belpietro per “la Verità”
Che il governo stia facendo di tutto per lasciare sconcertati anche i suoi più accaniti sostenitori è un dato di fatto. Che il ministro dell'Economia dia i numeri e in diretta venga smentito dal ministro dell'Interno non è infatti cosa che si veda tutti i giorni. Per di più in un momento in cui sarebbe necessario che l'esecutivo parlasse con una sola voce, possibilmente chiara.
Tuttavia, al netto di errori, anche dovuti all'inesperienza di alcuni esponenti del gabinetto guidato da Giuseppe Conte, c'è da capire che cosa vogliano i molti che oggi non fanno sconti al duplex Salvini-Di Maio. Già, perché se da un lato la maggioranza gialloblù ogni tanto si fa del male da sola, dall' altro c'è chi a questo governo non perdona nulla, neppure la più insignificante gaffe.
A Letta, Renzi, Gentiloni e compagni la stampa e i commentatori consentivano che passasse sotto silenzio ogni cosa, dal Def non bollato dall'Ufficio parlamentare di bilancio al deficit sopra il 2 per cento del Pil. A Salvini e Di Maio, invece, viene addebitato anche quello che non c'è, come per esempio il fallimento dell'Italia. Mentre i pentastellati vengono descritti come una banda poco sana di mente perché vogliono indebitarci di più, per Renzi, che un anno fa proponeva di aumentare il deficit fino al 3 per cento (non per uno ma per cinque anni) nessuno ha chiesto il trattamento sanitario obbligatorio.
Tuttavia, piuttosto che discutere dell'accanimento con cui da più parti viene attaccato il governo Conte, forse è utile capire che cosa vogliano quelli che oggi accerchiano l'esecutivo, dipingendolo come una simpatica accozzaglia di squilibrati, per di più xenofobi e pauperisti. Dove vogliono andare le élite europee che oggi caricano a testa bassa Salvini e Di Maio? Che cosa si prefigge la stampa liberal che da settimane mette alla berlina ogni membro del governo?
Quali sviluppi ha in testa la gente che conta in questo Paese, ovvero le alte cariche istituzionali, i banchieri e la grande industria, cioè chi tiene in mano le redini dell' Italia?
Le domande non sono campate per aria e ad esse occorre dare una risposta tenendo conto non soltanto dei fattori economici, che pure pesano, ma anche di quelli politici, che forse pesano di più. Il nostro è il primo Paese, tra quelli che hanno tenuto a battesimo gli Stati Uniti d'Europa, in cui il populismo è al potere, o per lo meno questo è ciò che ritiene la classe dirigente che oggi guida l'Ue.
Dunque noi siamo, nostro malgrado, un'incubatrice di un fenomeno politico nuovo, che esiste anche altrove, ma non ha mai raggiunto la stanza dei bottoni. Per l'Europa, per dei poteri forti ormai diventati deboli, e per una categoria di intellettuali che da decenni impone un conformismo culturale che ha marginalizzato e demonizzato ogni altro pensiero, in Italia è cresciuto un virus che rischia di infettare il resto del continente, spazzando via il sistema politico che dal dopoguerra a oggi ha governato nei diversi Paesi dell'Ue.
Lasciate perdere che in Francia al potere si alternassero socialisti e gollisti, mentre in Germania se lo spartissero i socialdemocratici e la Cdu con i suoi alleati. Il sistema era stabilizzato, perché lo schema di gioco non prevedeva altre forze che queste. L'Italia, certo, è sempre stata un caso a parte, ma in fondo, prima con la Dc e il Pci e poi con Forza Italia e l'Ulivo, anche lungo lo stivale ci eravamo adeguati alla regola bipolarista, perché comunque anche i nostri bizantini partiti erano riconducibili alle grandi famiglie politiche europee uscite dalla guerra.
Oggi no. In Italia e nel resto d'Europa avanzano forze che non hanno nulla a che spartire con socialisti e popolari. Sono diverse sia per classe dirigente che per temi, oltre che per base sociale. E questo spaventa. L'élite che ha forgiato l'Europa, infatti, non sa come affrontare il cambiamento, incapace di cavalcarlo e pure di fermarlo. A Bruxelles, ma in tutte le capitali che contano, non hanno pronta una strategia che possa arginare il malcontento che gonfia le vele dei maledetti populisti e, come ogni sistema che si senta minacciato, fra i suoi vertici si impone la linea della chiusura.
Gli attacchi alla manovra, le accuse per lo spread e le minacce di sanzioni rispondono a questa logica. Con i barbari non si tratta, si combatte. Dunque prepariamoci, perché la strategia non prevede mediazioni. O il governo si piega, rivede la manovra, cancella il reddito di cittadinanza, la flat tax e la riforma della riforma Fornero, riconducendo il deficit all'1,6 per cento, o sarà guerra. In pratica per l'Ue e i suoi sostenitori, vale a dire la cosiddetta classe dirigente, esistono solo due vie. O Salvini e Di Maio fanno dietrofront e si rimangiano tutto oppure non resta che farli ballare fino a farli cadere.
L'accerchiamento di questi giorni lo dimostra. L'attacco da più fronti, quasi in contemporanea, punta a una retromarcia o a una resa. Anzi, quasi quasi a Bruxelles e alle varie cancellerie, ma anche alla cupola culturale che domina sull' informazione, alla prima preferiscono la seconda ipotesi, perché per i «sovranisti» non sarebbe una sconfitta, ma la fine.
Far cadere Salvini e Di Maio avrebbe il vantaggio di far raffreddare gli animi e di ripristinare l' ordine perduto. Cacciati i due, il governo potrebbe essere sostituito con un esecutivo tecnico, tipo quello che ci venne imposto sette anni fa, quando a Palazzo Chigi c' era Berlusconi e il debito era di 400 miliardi più basso rispetto a oggi. La maggioranza potrebbe essere trovata facendo appello alle forze responsabili, cioè ai voltagabbana, come spesso è accaduto nel nostro Paese.
Quanto al presidente del Consiglio a cui affidare l' operazione, uno ce l' abbiamo già sottomano. Avete visto quanto appare negli ultimi tempi in tv Mario Monti? Da dimenticato senza appello, si è trasformato in un ripescato con onore. Giornali e tv lo interpellano con attenzione e molti di voi si saranno chiesti la ragione. Beh, la risposta è semplice: a volte ritornano. Come nei film dell'orrore.
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