#la nuova emergenza planetaria
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klimt7 · 11 months ago
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PENSIAMOCI A CHE MENTALITÀ E STUPIDITÀ STIAMO DIFFONDENDO SUL WEB E SUI SOCIAL.
Un esempio preso a caso, su Tumblr :
Esempio di ipocrisia occidentale conclamata e allo stadio terminale!!.
Ci vuole una bella faccia di bronzo a sostenere di stare tutelando gli interessi dei bambini palestinesi scegliendo un Outfit coi colori della bandiera palestinese!!!
Ma ci siete o ci fate?
Credo ci sia in atto, una epidemia di cervelli disconnessi, sia dalla logica che dalla sensibilità umana.
I nuovi barbari sono questi soggetti che comodi comodi, dalle loro vite agiate, pensano di solidarizzare tramite un "outfit" e due colori, col popolo massacrato in questi giorni.
Alzate il culo e mandate aiuti concreti piuttosto!
Mandate viveri o scendete in piazza anche sotto la pioggia, se ci credete davvero in un aiuto al popolo palestinese!
Se volete dare una mano a chi ha già perso tutto e sta per vedersi scippata pure la vita!
Questi soggetti credono forse che la vita si debba affrontare semplicemente tramite le proprie scelte "CROMATICHE"?
Ma vi siete bevuti il cervello?
La stupidità a volte, è davvero sconfinata, senza limiti, nè vergogna...
Mandate fondi, farmaci, alimenti, non stronzate del genere!
Per dire di essere vivi, occorre agire, lottare non essere solo degli esteti televisivi o del gossip.
Che degrado mentale vi affligge?
Buuuuuuuuuuuuu!!!
SINCERAMENTE INCAZZATO.
DAVANTI ALLO SCEMPIO CHE STATE FACENDO DEL CERVELLO CHE AVETE AVUTO IN OMAGGIO.
Passo e chiudo.
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quindi questo era veramente un outfit pro palestina!!!!
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ill-will-editions · 5 years ago
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MONOLOGO DEL VIRUS
Lundimatin, 3.16.2020
"Sono venuto a fermare la macchina della quale non trovavate più il freno di emergenza"
Cari umani, cessate le vostre ridicole chiamate alla guerra. Abbassate quegli sguardi vendicativi che mi riservate. Diradate l'alone di terrore del quale circondate il mio nome. Noialtri, virus, dal fondo batterico del mondo, siamo il vero continuum della vita sulla Terra. Senza di noi non avreste mai visto il giorno, proprio come la cellula primordiale.
Noi siamo i vostri antenati, allo stesso titolo delle pietre e delle alghe, e molto più delle scimmie. Siamo dovunque siete e anche dove non siete. Peggio per voi se non vedete nell'universo altro che quanto è a vostra immagine e somiglianza! Ma soprattutto, smettete di dire che sono io a uccidervi. Voi non morite della mia azione sui vostri tessuti, ma della mancanza di cura dei vostri simili. Se non foste stati tanto rapaci tra voi quanto lo siete stati con tutto quello che vive su questo pianeta, avreste ancora abbastanza letti, infermieri e respiratori per sopravvivere ai danni che infliggo ai vostri polmoni. Se non aveste ammassato i vostri vecchi in topaie e i vostri validi in conigliere di cemento armato, non sareste a questo punto. Se l'intera estensione fino a ieri ancora lussureggiante, caotica, infinitamente popolata, del mondo o meglio dei mondi non l'aveste mutata in un immenso deserto per la monocoltura del Medesimo e dell'In-Più, non avrei potuto lanciarmi alla conquista planetaria delle vostre gole. Se dall'inizio alla fine dell'ultimo secolo non foste diventati praticamente tutti copie ridondanti di una sola e insostenibile forma di vita, non vi preparereste a morire come mosche abbandonate nell'acqua della vostra zuccherata civiltà. Se non aveste reso i vostri luoghi così vuoti, così trasparenti, così astratti, siate certi che non mi diffonderei alla velocità di un'astronave. Io non vengo che a eseguire la condanna che voi stessi avete da tempo pronunciato contro voi stessi. Scusate ma siete voi, che io sappia, ad aver inventato il nome di "Antropocene". Vi siete intestati tutti l'onore del disastro: adesso che si compie è troppo tardi per rinunciarvi. I più onesti tra voi lo sanno bene: io non ho altro complice che la vostra organizzazione sociale, la vostra follia della "grande scala" e la sua economia, il vostro fanatismo per il sistema. Solo i sistemi sono "vulnerabili". Il resto vive e muore. Non vi è "vulnerabilità" che per quello che tende al controllo, alla sua estensione e al suo perfezionamento. Guardatemi bene: io sono solo il rovescio della Morte regnante.
Smettetela dunque d'incolparmi, di accusarmi, d'inseguirmi. Di fare blocco contro di me. Tutto questo è puerile. Vi propongo un cambio di sguardo: vi è un'intelligenza immanente alla vita. Nessun bisogno di essere un soggetto per disporre di una memoria o di una strategia. Nessun bisogno di essere sovrano per decidere. Anche batteri e virus possono fare il bello e il cattivo tempo. Vedete perciò in me un salvatore invece che il vostro becchino. Liberi di non credermi, ma sono venuto a fermare la macchina della quale non trovavate più il freno di emergenza. Sono venuto a sospendere il funzionamento del quale eravate ostaggi. Sono venuto a rendere manifesta l'aberrazione della "normalità". «Delegare la nostra alimentazione, la nostra protezione, la nostra capacità di prenderci cura del nostro regime di vita ad altri è una follia"... «Non c'è tetto del deficit, la salute non ha prezzo»: vedete come faccio sciogliere la lingua e lo spirito dei vostri governanti! Vedete come ne svelo il ruolo reale di miserabili truffatori, per di più arroganti! Vedete come d'un tratto si appalesano non solo superflui ma dannosi! Voi non siete per essi che supporti alla riproduzione del loro sistema, ossia ancora meno che schiavi. Persino il plancton è trattato meglio di voi.
Guardatevi però dal caricarli di rimproveri, dall'incriminare le loro insufficienze. Accusarli d'incuria è ancora considerarli più di quanto meritano. Domandatevi piuttosto come avete potuto trovare tanto confortevole farvi governare. Vantare i meriti dell'opzione cinese contro quella britannica, della soluzione imperial-legalitarista contro il metodo liberal-darwinista, significa non capire nulla dell'una e dell'altro, dell'orrore di entrambi. Fin da Quesnay i "liberali" hanno sempre guardato con invidia all'impero cinese; e continuano. Quelli sono fratelli siamesi. Che l'uno vi confini nel vostro interesse e l'altro in quello della "società", essi pervengono comunque a vanificare la sola condotta non nichilista: prendersi cura di sé, di chi si ama e di quel che si ama in chi non si conosce. Non lasciate che quanti vi hanno precipitato nel baratro pretendano di farvene uscire: non faranno che prepararvi un inferno più perfezionato, una tomba ancora più profonda. Il giorno che potranno, faranno pattugliare ai militari anche l'aldilà.
Ringraziatemi piuttosto. Senza di me, per quanto tempo ancora avrebbero fatto passare per necessarie tutte queste cose non questionabili e che sono ad un tratto sospese per decreto? La globalizzazione, i concorsi, il traffico aereo, i vincoli di bilancio, le elezioni, lo spettacolo delle competizioni sportive, Disneyland, le sale fitness, la maggior parte dei commerci, il parlamento, l'accasermamento scolastico, i raduni di massa, l'essenziale degli impieghi di ufficio, tutta questa socialità ebbra che non è altro che il rovescio della solitudine angosciata delle monadi metropolitane: tutto ciò è quindi senza necessità, una volta che si manifesta lo stato di necessità. Ringraziatemi della prova di verità delle prossime settimane: andrete infine ad abitare la vostra vita, senza le mille scappatoie che, bene o male, reggono in piedi ciò che in piedi non ci sta. Senza rendervene conto non avete mai traslocato nella vostra esistenza. Siete tra gli scatoloni e non lo sapete. Andrete ormai a vivere con i vostri cari. Andrete ad abitare a casa vostra. Cesserete di essere in transito verso la morte. Forse odierete vostro marito. Forse vomiterete i vostri figli. Forse vi prenderà la voglia di far saltare il decoro della vita quotidiana. A dire il vero, voi non siete più al mondo, in queste metropoli della separazione. Il vostro mondo non è più vivibile in alcuni suoi punti se non a patto di dover fuggire senza tregua. Bisognava stordirsi di movimento e di distrazioni tanto la bruttezza aveva guadagnato in presenza. E il fantomatico regnava tra gli esseri. Tutto era diventato talmente efficace che niente aveva più senso. Ringraziatemi per tutto ciò, e benvenuti sulla Terra!
Grazie a me, per un tempo indefinito, voi non lavorerete più, i vostri figli non andranno a scuola, e tuttavia sarà il contrario delle vacanze. Le vacanze sono lo spazio che bisogna arredare ad ogni costo aspettando il previsto ritorno a lavoro. Ma qui, ciò che si apre davanti a voi, grazie a me, non è uno spazio delimitato, è un'immensa assenza. Io vi disopero. Niente vi dice che il non-mondo di prima ritornerà. Tutta questa assurdità redditizia forse finirà. A forza di non essere pagati, cosa c'è di più naturale se non smettere di pagare il padrone di casa? Per quale motivo dovrebbe ancora versare le rate alla banca chi non può di fatto più lavorare? Non è da suicidio, in fin dei conti,vivere lì dove non si può neanche coltivare un orto? Chi non ha denaro non smetterà di certo di mangiare, e chi ha del ferro ha del pane. Ringraziatemi: vi pongo davanti al bivio che struttura tacitamente le vostre esistenze: l'economia o la vita. Tocca a voi giocare. La sfida è storica. O i governanti vi impongono il loro stato d'eccezione, o voi inventate il vostro. O voi vi aggrappate alle verità che vengono a galla, o mettete la testa sotto il patibolo. O impiegate il tempo che vi do ora per figurarvi il mondo di dopo a partire dalle lezioni del collasso in corso, o quest'ultimo finirà di radicalizzarsi. Il disastro cessa quando cessa l'economia. L'economia è il devasto. Era una tesi prima del mese scorso. Ora è un fatto. Nessuno può ignorare di quanta polizia, sorveglianza, propaganda, logistica e telelavoro avranno bisogno per respingerlo.
Di fronte a me, non cedete né al panico né alla negazione. Non cedete alle isterie biopolitiche. Le settimane a venire saranno terribili, opprimenti, crudeli. Le porte della Morte saranno spalancate. Sono il più devastante prodotto del devasto della produzione. Vengo a portare il niente ai nichilisti. L'ingiustizia di questo mondo non sarà più urlante. È una civiltà e non voi che vengo a sotterrare. Quelli che vogliono vivere si devono fare delle abitudini nuove, e che saranno loro proprie. Evitarmi sarà l'occasione di questo reinventarsi, di questa nuova arte della distanza. L'arte di salutarsi, nella quale alcuni erano abbastanza strabici per vederci la forma stessa dell'istituzione, presto non obbedirà più ad alcuna etichetta. Segnerà gli esseri. Non fate questo per “gli altri”, per “la popolazione”, o per “la società”, fatelo per i vostri. Prendetevi cura dei vostri amici e dei vostri amori. Ripensate con loro, sovranamente, una forma giusta della vita. Fate dei cluster di vita buona, estendeteli, io non potrò niente contro di voi. Questo non è un appello al ritorno massiccio della disciplina ma a quello dell'attenzione. Non alla fine di ogni spensieratezza ma a quella di ogni negligenza. Che altro modo mi resta per ricordarvi che il saluto è in ogni gesto? Che tutto è nel minuscolo.
Mi sono dovuto arrendere all'evidenza: l'umanità si pone solo le domande che non può più non porsi.
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scienza-magia · 5 years ago
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La potenza di calcolo dell'Inaf per l'LHC ora all'analisi molecolare del Covid-19
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Simulazioni biomolecolari e urgent computing, la sfida italiana al Covid19. Bloccare il virus prima che riesca a penetrare nelle cellule neutralizzando il suo cavallo di Troia. È questa la sfida lanciata al COVID-19 da Sibylla Biotech, spin-off dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e delle Università di Trento e Perugia, che sta lavorando all'identificazione di una terapia anti COVID-19 con una tecnologia unica che studia il comportamento delle proteine in un modo completamente nuovo e in tempi rapidi.
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Poiché, per riuscire a contrastare in modo efficace la diffusione del virus, agire tempestivamente è determinante, l’INFN ha deciso di dedicare una quota significativa delle sue risorse di calcolo per aiutare Sibylla Biotech. L’ente ha così coinvolto in questa sfida i data center dedicati solitamente all’analisi dei dati degli esperimenti di LHC (sezioni di Bari, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Roma e Laboratori di Frascati e Legnaro) e il proprio centro di calcolo nazionale, il CNAF di Bologna, che da solo conta oltre la metà della potenza computazionale a disposizione di INFN. Dalla fine di marzo circa 30.000 unità di calcolo (CORE) stanno lavorando in parallelo in 8 data center dell’INFN processando le simulazioni alla base del protocollo innovativo di ricerca farmacologica PPI-FIT (Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting) descritto pochi giorni fa su un articolo depositato sul server internazionale BioRxiv (https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.03.31.018069v1). Questo protocollo si fonda su una piattaforma di calcolo unica che permette di simulare al calcolatore i percorsi di ripiegamento (folding) di proteine di rilevanza biologica, con un livello di precisione atomico, con l’obiettivo di progettare nuovi farmaci in grado di agire contro una vasta gamma di bersagli. Elemento cruciale di questo nuovo approccio è l’impiego di un metodo di calcolo che si basa su metodi matematici di fisica teorica che sono stati originariamente sviluppati per studiare fenomeni tipici del mondo subatomico, come l’effetto tunnel quantistico. La tecnologia è stata inventata dai soci fondatori di Sibylla Biotech nell’ambito di una ricerca accademica sulla replicazione dei prioni e l’individuazione di strategie farmacologiche contro questi agenti infettivi supportata da INFN, Fondazione Telethon, Università di Trento e Università di Perugia. L’obiettivo oggi è identificare molecole che possano interferire con il processo di replicazione del virus SARS-COV2, per rallentare la sua diffusione in attesa della produzione di un vaccino. In particolare, Sibylla Biotech si sta concentrando sulla proteina ACE2, il recettore cellulare che si trova soprattutto nelle cellule umane dell'endotelio polmonare e in altri tessuti come nel cuore e nell’intestino, al quale si lega la proteina virale Spike presente sulla superficie del virus. ACE2 si comporta quindi da cavallo di Troia, permettendo al virus di penetrare nella cellula e iniziare il suo processo di replicazione. Applicando il protocollo PPI-FIT, sarà possibile effettuare la ricerca di molecole capaci di diminuire i livelli del recettore, inibendo quindi l’entrata del virus. “Appena ci è stato chiaro l’inizio dell’emergenza sanitaria e i meccanismi legati alla replicazione del virus, ovvero a fine febbraio, abbiamo subito deciso di rivolgere i nostri sforzi allo studio del percorso di ripiegamento di ACE2, dedicando allo scopo la totalità delle risorse umane e computazionali del team di ricerca” commenta Lidia Pieri, amministratore delegato di Sibylla Biotech. “Abbiamo collezionato risultati preliminari che indicavano la presenza di un intermedio di folding. Per le caratteristiche della proteina ACE2 avremmo però impiegato alcuni mesi per completare la simulazione con le nostre sole risorse computazionali. Con le risorse messe prontamente a disposizione dall’INFN è invece possibile ipotizzare di ottenere gli stessi risultati in poche settimane, rispondendo in maniera efficace all’emergenza” prosegue Pieri. “Questi risultati saranno resi noti alla comunità scientifica internazionale affinché possano essere utilizzati subito da chiunque abbia i mezzi per farlo, sia in ambito accademico che industriale”. “Abbiamo messo a disposizione di Sibylla Biotech tutta la nostra esperienza nel gestire grandi potenze di calcolo e complessi codici numerici sia di simulazione sia di analisi dati, quella, per intenderci, che ci ha permesso di scoprire nel 2012 il Bosone di Higgs” commenta Gaetano Maron, direttore del CNAF. “Con grande rapidità abbiamo “distratto” circa 30.000 unità di calcolo dall’analisi dati degli esperimenti di LHC riorientandole verso le simulazioni della proteina ACE2. È un esempio di quello che oggi è chiamato “Urgent Computing”, la possibilità di orientare in brevissimo tempo la potenza di calcolo di un sistema a un singolo scopo, applicato qui d un caso reale di emergenza planetaria” chiude Maron. APPROFONDIMENTI: 1 La tecnologia Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting 2 L’Applicazione della tecnica PPI-FIT per l’identificazione di una terapia per Covid-19 1- La tecnologia Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (PPI-FIT) PPI-FIT è un protocollo farmacologico in grado di identificare molecole la cui funzione è quella di ridurre l'espressione di una proteina nella cellula, disattivandone la funzione patologica. Questo è possibile perché le molecole sono scelte per legarsi ad una "tasca" proteica identificata su uno stato intermedio del processo di ripiegamento (folding) della proteina. Bloccato a metà strada, il ripiegamento non avviene e la proteina viene degradata dalla cellula stessa. La possibilità di identificare stati intermedi di folding si basa su una piattaforma di calcolo rivoluzionaria, che permette di simulare al calcolatore i percorsi di ripiegamento di proteine di rilevanza biologica, con livello di precisione atomico. Il metodo di calcolo che ha portato a questo risultato si fonda su metodi matematici di fisica teorica che sono stati adattati per consentire la simulazione di processi biomolecolari complessi, come il ripiegamento e l’aggregazione di proteine, grazie al lavoro di Pietro Faccioli, professore associato nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento e affiliato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e del suo team. Una proteina esce dal ribosoma come una catena di amminoacidi, e assume la sua forma biologicamente attiva solo in un secondo momento, dopo aver completato il percorso di ripiegamento (folding). A causa dell’intrinseca complessità, lo studio del ripiegamento di proteine biologicamente interessanti richiede tempi di calcolo inaccessibili con i metodi finora disponibili, anche utilizzando il più grande supercomputer al mondo appositamente disegnato per la dinamica molecolare. L’imponente avanzamento tecnologico che permette le simulazioni alla base di PPI-FIT è il frutto di una visione interdisciplinare nata all’interno del panorama scientifico dell’INFN, che collega la fisica teorica con la chimica e la biologia. Avendo la possibilità di osservare per la prima volta questi percorsi di ripiegamento, la tecnologia PPI-FIT consente di identificare e caratterizzare degli stati intermedi conformazionali che sono visitati dalla proteina durante il percorso verso lo stato biologicamente attivo (o nativo), e la cui emivita ha rilevanza biologica. Tali stati intermedi possono contenere una tasca di legame, diventando quindi nuovi bersagli per lo sviluppo di farmaci in grado di legarli e bloccarli, portando alla loro inattivazione. La tecnologia è stata inventata dai soci fondatori di Sibylla Biotech nell’ambito di una ricerca accademica sulla replicazione del prione supportata da INFN, Fondazione Telethon e Università di Trento ed è stata utilizzata con successo in studi scientifici e brevettati, per ricostruire il meccanismo di replicazione dei prioni, e per sviluppare una nuova strategia farmacologica contro questi agenti infettivi. 2- L’Applicazione della tecnica PPI-FIT per l’identificazione di una terapia per Covid-19 I vaccini sono un’arma efficace ma la loro caratterizzazione e commercializzazione richiede tempi lunghi rispetto alla velocità di diffusione del COronaVIrus Disease 19 (Covid-19). Per questo è di cruciale importanza individuare molecole che possano interferire con il virus per rallentare la sua diffusione in attesa di un vaccino. Vi è evidenza scientifica che i due coronavirus, SARS-Cov1 (che provocò l’epidemia del 2002) e SARS-Cov2 (responsabile dell’epidemia COVID-19), pur essendo relativamente diversi, e quindi probabilmente non neutralizzabili con uno stesso vaccino, utilizzino lo stesso recettore cellulare per penetrare nelle cellule dell’ospite, la proteina Angiotensin-converting enzyme 2 gene (ACE2). Ovvero, il virus entra nella cellula, iniziando il meccanismo riproduttivo, grazie all’interazione di una proteina virale (Spike) che si trova sulla sua superficie, con ACE2, una proteina che si trova normalmente nelle cellule umane dell’endotelio polmonare. La possibilità di bersagliare il recettore cellulare ACE2, piuttosto che la proteina virale, consente il vantaggio di colpire un componente essenziale al processo di infezione virale che non può mutare, riducendo quindi il rischio di incorrere in eventi di farmaco-resistenza. Farmaci ACE-inibitori sono risultati inefficaci nel contrastare la funzione recettoriale di ACE2 per i virus SARS-Cov1 e SARS-Cov2. Questa osservazione indica che la capacità di questi virus di utilizzare ACE2 come recettore è slegata e indipendente dalla funzione enzimatica della proteina stessa. Se inibire la funzione biologica di ACE2 non ha effetto sul virus, ostacolare l’interazione tra Spike e ACE2 impedirebbe invece l’ingresso del virus nella cellula, bloccando sul nascere il suo ciclo riproduttivo. Una molecola identificata tramite PPI-FIT provocherebbe la scomparsa di una quantità controllata farmacologicamente di ACE2, svantaggiando quindi l’entrata del virus nelle cellule, ovvero riducendola al punto da consentire al sistema immunitario di poter agire efficacemente. È importante notare come diversi studi indichino che un abbassamento dei livelli della proteina ACE2 sia compatibile con la normale attività cellulare. Quindi, farmaci in grado di diminuire i livelli di ACE2 nell’endotelio polmonare rappresenterebbero efficaci strumenti nel trattamento dell’infezione da SARS-Cov2. Il vantaggio chiave di questa strategia è che l’espressione dell’enzima ACE2, e quindi la sua funzione necessaria per diversi meccanismi fisiologici, sarebbe ridotta ma non completamente eliminata. In questo modo l’entrata del virus sarebbe svantaggiata minimizzando gli effetti secondari. La possibilità di definire in tempi relativamente rapidi un tale farmaco può essere fornita dalla tecnologia PPI-FIT. 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abatelunare · 8 years ago
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Vortice di luce fra le stelle V
God Sigma l'imperatore dello spazio
God Sigma, l’imperatore dello spazio è un’occasione sprecata. L’animazione e i disegni non sono il massimo: su 50 episodi se ne salvano proprio pochi, insieme alla sigla iniziale e alla sequenza di assemblaggio del robottone (che cambia nel diciannovesimo episodio). Però una novità c’è. A unirsi sono tre robot. Il primo è Tuono, nero e rosso, concepito per i combattimenti aerei. Lo pilota Toshiya, originario di Joa, satellite di Giove colonizzato dai terrestri. Essendo il leader, indossa una tuta bianca con striature, appunto, rosse. Il secondo è Nettuno, specializzato negli scontri subacquei. Di colore blu, lo guida Noguchi, un cervellone cinico che, come da tradizione, si contrappone al capo. Per questo la sua uniforme è bianca con striature – vedi caso – blu. Sembra un ragazzo insensibile, ma in realtà non lo è. Diciamo che sa nascondere i propri sentimenti. Infine, ecco Terremoto, giallo, che combatte a terra e nel sottosuolo. Il pilota è Kiraken, pure lui di Joa. È il “ciccione” (termine improprio, perché si tratta di un individuo robusto) del gruppo. Un tipo irruento e impulsivo. La sue striature sono gialle. God Sigma diventa operativo nel terzo episodio. Durante la sua formazione, Tuono funziona da corpo centrale. Nettuno diventa la gamba destra, mentre Terremoto è quella sinistra. Dalla base, inoltre, viene inviata l’Ala di Trinity, che s’incastra nel petto di Tuono. Toshiya grida la formula di rito: Formazione God Sigma!, seguita da God Sigma! detto in coro. Inizialmente, non c’è alcun attacco finale. La conclusione del duello viene semplicemente affidata alla solita spada, estratta dal dorso del robot. Il suo nome è Spada Laser, e non si capisce come mai, visto che di laser non c’è neppure l’ombra. È solo una lama metallica con tanto di arabesco vicino alla punta. Probabile si tratti dell’ennesima “licenza poetica” perpetrata dai soliti adattatori italiani. Come pure, io sospetto, la dicitura Colpo Mortale, che starebbe a indicare il fendente assestato da Toshiya a conclusione dello scontro. Dall’episodio numero 28, durante il quale il robottone viene potenziato, s’introduce il colpo di grazia, chiamato Scudo Sigma. Dalle ali di God Sigma partono due raggi a formare, appunto, una gigantesca lettera sigma, scagliata contro i mostri nemici – chiamati Cosmosauri – che si paralizzano, ricoprendosi di una curiosa poltiglia. Dopo di che, entra in azione la spada. Le altre armi, che non sono poi molte, arrivano a partire dal sesto episodio. Una strofa della sigla italiana recita: God Sigma, / combatti tra le stelle con gli Heldiani, / che dei terrestri son nemici alieni. Più che giusto. Gli invasori provengono dalla stella Helda. La loro struttura gerarchica è ridotta all’osso. I pezzi grossi sono tre. In cima c’è il Generalissimo Terral, comandante supremo delle forze d’invasione. Nasconde un segreto (che per il momento non anticipo). Sotto di lui troviamo l’impulsivo comandante Litz, ufficiale dell’esercito Heldiano. È lui che lancia i Cosmosauri contro God Sigma. Odia i terrestri, specie da quando gli uccidono il fratello Gamuro durante un combattimento. Infine c’è Jira, ufficiale femminile. È l’ideatrice dei vari mostri. I due sono naturalmente in forte competizione l’uno con l’altra. La vicenda è inserita – tanto per cambiare – in un contesto di emergenza planetaria. Nel 2050 la Terra ha raggiunto un impensabile sviluppo scientifico e tecnologico. Però deve fare i conti con problemini come la sovrappopolazione e la conseguente crisi energetica. Ci pensa il Dottor Kazami, scienziato di fama mondiale che vive a Trinity City, immensa isola artificiale situata in mezzo all’oceano. Dirige la Trinity University e l’Istituto Robotico. Scopre la cosiddetta Energia Trinity (o Triplice Energia), pulita nonché duratura, che definisce in questo modo: «non è nucleare. È un tipo di energia estratta dalla tensione di quattro dimensioni». Il che la rende 10.000 volte più potente di una bomba atomica. La cosa fa gola agli Heldiani. Per impadronirsene, conquistano Joa: distruggono l’avamposto terrestre e ne sterminano i coloni, genitori di Toshiya e Kiraken compresi. Dopo di che, sguinzagliano un Cosmosauro contro Trinity City. Di fronte all’emergenza, a Kazami non resta che utilizzare Tuono, Nettuno e Terremoto. A dire il vero, i tre robot, alimentati dalla nuova fonte energetica, erano stati realizzati per tutt’altre finalità, tipo l’esplorazione dello spazio. È giocoforza cambiarne la destinazione d’uso. Come piloti vengono mobilitati l’ingegnere Julian Noguchi (assistente di Kazami), Toshiya e Kiraken. Fra loro deve, però, esserci un’intesa perfetta. Come dice Kazami, la cosa più importante è la collaborazione: «Solo quando i cuori vostri e dei tre robot sono uniti si può formare God Sigma». Attorno a loro gravitano alcuni personaggi che si potrebbero definire secondari. Ma non è detto lo siano. C’è Rie, l’assistente di Kazami. Carina ma insignificante, ha un debole per Toshiya, che non se la fila più che tanto. La ragazza ha un fratellino: Shota, un moccioso brutto e rompiscatole, che compare nel quinto episodio. La sua specialità è combinare guai e lasciare che siano gli adulti a metterci la solita pezza. Però è anche un mezzo genio dell’elettronica. Saki, l’orfanella bionda che entra nel cast a quota 11, è la sua amichetta del cuore. Per fortuna è molto più tranquilla di lui. Rimaniamo in ambito sentimentale. Rie ha una rivale in amore: Minako. Veste sempre gli stessi abiti succinti. Colpisce (in negativo, s’intende) per la sua fatua superficialità. Il padre è un certo signor Martino, milionario dall’improbabile nome italiano. Personaggio dal comportamento ambiguo. È il finanziatore della città di Trinity. La sua avidità creerà parecchi problemi ai protagonisti, ma avrà modo di riscattarsi, sacrificando la propria vita. La guerra c’è: non si scappa. Gli Heldiani attaccano e i terrestri si difendono. Niente di clamoroso, né di insolito. Però qualche colpo di scena c’è. E il primo è bello croccante. Nel quindicesimo episodio scopriamo che Terral non è quel che sembra. In realtà, si tratta di una donna nel corpo di un uomo. Mi spiego. Il Generalissimo è morto in battaglia tempo prima. La sua fidanzata, Lara, tramite una sofisticata (ma improbabile) apparecchiatura ha traferito la propria anima nel corpo dell’amato. Ha dovuto chiaramente camuffare la voce femminile, che ogni tanto le scappa fuori. Nell’episodio numero 27, invece, scendono in campo gli Heldiani del futuro. Provengono dall’anno 2300. Il loro intervento è stato autorizzato dal Consiglio degli Anziani a causa degli scarsi risultati ottenuti da Terral. Possiedono Cosmosauri molto più potenti e sono del tutto privi di scrupoli. Il capo è il Comandante Lagan, coadiuvato dai fidi sottoposti Dalton e Mes (capo del corpo scientifico: è lo scienziato, insomma). Invadono Joa, sterminando soldati di Helda e quant’altro. Poi depongono i loro predecessori. Come se non bastasse, riescono a spezzare la Spada Laser di God Sigma, che a questo punto viene potenziato e dotato dello Scudo Sigma. L’unica buona notizia arriva nel trentaquattresimo episodio: il padre di Toshiya è ancora vivo, e sta facendo di tutto per restare tale. Nel frattempo, Terral si oppone a Lagan: per lui la priorità è impadronirsi dell’Energia di Trinity evitando inutili carneficine. All’altro non importa. Gli piace far fuori la gente. Più terrestri muoiono, meglio è. Non guarda in faccia a nessuno. Tanto è vero che uccide Litz e Jira. L’ex Generalissimo, gravemente ferito, riesce a fuggire sulla Terra. Alla base di Trinity City trova rifugio e cure. E svela il proprio segreto a Toshiya: anche lui viene dall’anno 2300. L’energia di Trinity gli serve per tornare nel futuro e sconfiggere i terrestri. I discendenti della Terra, infatti, distruggeranno il pacifico pianeta Helda e altri pianeti, senza che questi abbiano fatto nulla per meritarlo. Il pilota, allora, dichiara sdegnato che se il suo mondo attaccherà ingiustamente gli heldiani, aiuterà Terral. Il quale passa definitivamente dalla parte dei buoni. Nell’episodio numero 38 succede qualcosa di sconcertante. Kazami impazzisce, assumendo tutte le caratteristiche dello “scienziato pazzo”. L’uomo buono e generoso è solo un ricordo. Diventa duro, cinico, inflessibile, spietato. Non gliene frega più nulla della Missione. La sua mente delira, dominata com’è da un solo pensiero: scoprire il segreto dei viaggi nel tempo. A questo scopo, tortura crudelmente Terral. Toshiya e gli altri sono stupefatti. Anche perché non è successo nulla che possa avere provocato un simile cambiamento. Ad ogni modo, lo scontro si sposta nello spazio. La base di Trinity può volare, e parte per Joa. Da questo momento, Kazami, fortemente contrario al viaggio, si isola. Rimane sulla base, ma si fa gli affaracci suoi. Fino a quando non arriva addirittura a proporre un baratto a Lagan: la Triplice Energia in cambio delle conoscenze scientifiche dell’anno 2300. La trattativa (per fortuna) non riesce, e Kazami muore, ucciso da un heldiano. Non c’è tempo per piangerlo: lo scontro decisivo si avvicina. Si va in scena proprio su Joa, quasi a voler evidenziare un andamento narrativo di tipo circolare. Che tutto finisca dove tutto è iniziato. Negli ultimi due episodi, inediti in Italia, assistiamo a un’ecatombe. Muoiono Terral, il padre di Toshiya, Mes e Lagan (Dalton ha tolto il disturbo a quota 48). La guerra è finita. Si procede alla ricostruzione della colonia. E il protagonista prende una decisione: saluta tutti quanti, sale a bordo di God Sigma (a quanto pare, può pilotarlo anche da solo) e, servendosi della macchina del tempo, parte per il XXIV secolo. Deve onorare la promessa fatta a Terral: impedire lo scoppio di una guerra interstellare fra Heldiani e Terrestri. Il tema centrale di questo anime sembra essere la fragilità del confine tra bene e male. Gli Heldiani, in fondo, combattono per prevenire il futuro e ingiustificato attacco dei terrestri. Terral mostra di avere uno spiccato senso dell’onore rispetto a Lagan, per il quale ogni mezzo è lecito pur di vincere. Restando in tema di ambiguità, l’amicizia che nasce fra il Generalissimo e Toshiya ha qualcosa di poco chiaro, in fondo il pilota non sa che l’altro è una donna. A meno che il doppiaggio italiano non abbia nascosto eventuali rivelazioni in questo senso. Pensandoci un momento, siamo di fronte a una serie che cresce sulla distanza. I disegni e l’animazione subiscono un miglioramento. La vicenda, da semplice si fa complessa, subendo una brusca sterzata verso il dramma con l’avvento di Lagan. Quanto all’improvvisa – e per certi versi inverosimile – metamorfosi di Kazami, essa sembra l’ennesima esortazione a non abusare della scienza. Chi si affida incondizionatamente a essa, assumendola quale unica chiave di lettura della realtà, rischia di rimanerne vittima. Lo scienziato si comporta quasi ne fosse posseduto. Rinnega i sentimenti, e tutto ciò che devia dal percorso scientifico. C’è poi la questione dei viaggi temporali, con tutto quello che essi comportano: gli inevitabili paradossi, ma soprattutto la loro fattibilità. Quelli che permettono di tornare nel passato si possono pure considerare plausibili. Ma come poter andare nel futuro, tempo che ancora non esiste?
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marikabi · 4 years ago
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La fissa dell’originalità. Ovvero, la vita come pietra
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Nelle mie frequenti scorribande nella stampa estera, m’imbatto sempre più spesso in editoriali pensosi: vanno parecchio, più delle notizie di cronaca. 
Ultimamente, poi, ce n’è a bizzeffe (todos psicòlogos!) sulle emozioni destabilizzanti e sulle strategie per scavallare questo bruttissimo periodo della nostra Storia di umani, in cui - avrei notato - oltre alla grande emergenza sanitaria planetaria, ciascuno di noi ha collezionato - durante questi primi nove mesi di un anno che, ahimè, non è ancora terminato - più eventi drammatici, sfortune, sfighe, rovesci che mai così concentrati in un solo anno.
Non ho una spiegazione magica, tanto meno una divina, posso solo ipotizzare - da scettica qual sono - l’espressione del tutto casuale di una combinazione di probabilità negative e nefaste che nell’algoritmo del Caso (o del caos, tanto è lo stesso) sono capitati adesso. E non c’entra niente il bisestile, né le date (in Eritrea, ad esempio è il 2013, non il Venti-Venti), non è neanche una punizione divina, non è colpa dell’allineamento di nessun pianeta, né delle tempeste solari. Tutt’al più, si configura come un grande insegnamento per l’umanità, che, però, non capiremo neanche questa volta.
Occhèi, andiamo avanti.
Come si reagisce alle sventure?
Imparando. Per esempio, l’idea della morte e/o la morte di un nostro caro ha conseguenze diverse se siamo adolescenti o giovani, maturi o anziani. La differenza è solo nell’esperienza della gestione dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni.
Una volta capito che pur nella disperazione andiamo avanti (si va avanti, la vita continua, diversamente, ma continua), si procederà nella nostra esistenza, magari raggiungendo il nirvana, magari forse no, ma una certa serenità d’animo, quella sì l’impareremo, nostro malgrado.
È come il paziente lavoro di un umile artigiano, magari uno scalpellino, come ho letto in un testo di filosofia (in inglese, su aeon.co).
Tempo e pazienza insegnano a modificare anche le pietre. Lo scalpellino non sa quanto diventerà bravo, ma il suo materiale (le pietre, metafora degli eventi della vita) duro ed ostico se lo ritrova fra le mani tutti i giorni e imparerà a capirlo e a maneggiarlo.
Lo scalpellino non ‘è nato imparato’ come si dice nelle accademie, ma il mestiere l’ha appreso col tempo. Il suo lavoro gli ha insegnato la pazienza. Si può anche diventare creativi, con le pietre come con la vita, basta ripetere i gesti, facendone un’abitudine quasi meditativa e all’improvviso potremmo scorgere troveremo una scorciatoia o una nuova modalità di sfangare il quotidiano: saremo diventati creativi, avremo sperimentato l’originalità.
L’originalità cercata a tutti i costi non è cosa facile. E, soprattutto, l’originalità non è da confondere con la stravaganza evanescente e spesso kitsch (se non proprio trash), di cui son pieni i nostri giorni attuali. L’originalità scaturisce sempre da un’abitudine, più che da una pazzia, da uno scarto eccezionale. Anche una vita originale può nascere dall’abitudine di vivere: questa è creatività ed è uno strumento per la sopravvivenza.
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mediaviasetait · 5 years ago
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Italia-Cina: cooperare per tornare a crescere
08/05/2020
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Prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19, Italia e Cina avevano già intrapreso un percorso molto importante di collaborazione.
La cosiddetta ‘Nuova via della Seta’ voluta nel 2013 dal Presidente cinese, Xi Jinping, a fine 2019 stava vedendo un’accelerata nella visita di Luigi Di Maio, volato a Shanghai per partecipare alla China International Import Expo da ministro degli Esteri competente anche per il commercio internazionale. Si erano definiti ulteriori importanti aspetti di questa collaborazione che vuole mirare ad incrementare il commercio e lo scambio del mercato tra Cina ed Europa, quindi anche Italia.
Nella prima metà del 2019, secondo l’Istat, c’è stato un aumento dello 0,3% delle esportazioni dall’Italia verso la Cina e le importazioni sono salite del 6,4%.
Di Maio, per migliorare questo rapporto tra import ed export aveva puntato molto sul settore agroalimentare. Dall’accordo per spedire le arance siciliane in Cina per via aerea a quello per trattare sulle carni bovine, sul riso e sull’olio apprezzatissimo al punto che a volte, in Cina, viene pagato anche 50 euro a bottiglia. Da questo si era pensato di mirare anche al turismo cinese in Italia che, apprezzando i prodotti, poteva essere richiamato a visitare il nostro Paese.
Insomma, poco prima del disastro da Covid-19, tutto sembrava concretizzare rapporti molto più stretti su vari fronti.
Ma si stava per diffondere questa epidemia, partita dalla città cinese Wuhan e da lì arrivata, nel giro di poche settimane, in tutto il mondo portando l’Organizzazione Mondiale della Sanità a definirla ‘pandemia’.
Purtroppo anche molti casi di razzismo nei confronti di cinesi ne sono derivati creando un clima tutt’altro che collaborativo.
Sono anche arrivate delle denunce allo Stato cinese e nello specifico al Ministero della Sanità della Repubblica popolare cinese per avere ostacolato e nascosto, non segnalando tempestivamente all’OMS lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali e quindi per non aver preso i necessari provvedimenti di controllo che poi avrebbero portato il virus in giro per il mondo. Per la Cina questa è un’assurdità senza basi legali e risponde a chiare lettere tramite anche i suoi ministri.
La Cina ha vissuto per prima il dolore, la paura e la morte che questo virus ha portato a tutto il mondo.
Sembrava tutto così lontano quando sentivamo in TV le notizie di questi contagi. Ma, come si dice, il mondo è piccolo e, come esiste la globalizzazione per tutto ciò che ci piace di più, esiste anche purtroppo per ciò che non vorremmo globalizzare per nulla. La cosiddetta ‘malattia da nuovo coronavirus’ chiamata COVID-19 e provocata dal virus SARS-CoV-2, l’abbiamo poi conosciuta da vicino. Ma era per tutti un nemico invisibile, sconosciuto, come ancora per molti, troppi versi, è ancora. E se errori sono stati fatti da ogni parte, forse è proprio per l’imprevedibilità, l’ignoto di cui è fatto questo nemico.
Il dolore, la paura e la malattia, fanno spesso perdere il lume della ragione o fanno agire quanto meno d’istinto, buttando all’aria quella razionalità e quella freddezza che aiutano ad affrontare situazioni difficili come questa.
Ognuno ha una versione diversa dell’accaduto, ognuno ha il dito puntato su qualcun altro.
È facile accusare e attribuire colpe quando si è presi dal terrore di non farcela.
È una crisi non solo sanitaria ma anche economica planetaria, che mette in ginocchio lavoratori e datori di lavoro che vedono, in molti casi, i sacrifici di una vita, dissolti a causa di un fantasma sconosciuto. Comprensibili la rabbia, la tristezza, la paura di non poter ricominciare una vita normale, di non poter recuperare lavoro, denaro, futuro. Ma è fondamentale, a maggior ragione in questi casi, mantenere la calma e organizzare ciò che si può organizzare, capire fin dove si può capire, dimenticare il passato che fa male, per quanto possibile.
Pensare al futuro è ciò che aiuta a vivere meglio anche momenti difficili.
Il Covid-19 non ha di certo portato la distruzione anche nell’amicizia tra Cina e Italia che, anche in questo periodo così difficile, si è forse addirittura rafforzata.
La compassione che provavamo per i cinesi ammalati, per i morti da coronavirus, è diventata poi condivisione.
Siamo diventati un Paese solo, poi tutti insieme, il mondo intero, è diventato uno stesso paziente o uno stesso potenziale untore. Tutti a cercare politiche strategiche contro un nemico unico. Abbiamo capito sulla nostra pelle cosa significasse soffrire e morire per un nuovo virus, in una nuova ed inedita guerra senza le giuste e necessarie armi pronte. Ci siamo sentiti più vicini.
Come non erano mancati gli aiuti dell’Italia alla Cina, non è poi mancata la risposta dal Paese asiatico con aiuti diretti all’Italia e all’Europa. Attraverso la Protezione Civile UE, infatti, erano state inviate in Cina a febbraio tonnellate di attrezzature, tra abbigliamento protettivo, disinfettanti e mascherine.
Quando poi è toccato all’Italia e all’Europa, sono state due milioni le mascherine chirurgiche donate dalla Cina, insieme a 200 mila mascherine N95, 50 mila kit e che l’Unione Europea ha poi messo in parte a disposizione del sistema sanitario italiano. Il tutto tramite il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC), il fulcro del meccanismo di protezione civile dell’UE.
Nel mese di marzo era anche arrivato nel nostro Paese un team di medici e ricercatori della Croce Rossa cinese che hanno valutato la situazione accanto ai nostri medici. E non manca tuttora l’aiuto tramite videoconferenze tra medici italiani e medici di Wuhan.
Insomma, la cooperazione c’è sempre stata e i due Stati hanno sempre più consolidato i loro rapporti.
Questo arriva anche a tutta la popolazione italiana che in un sondaggio SWG dei primi giorni di aprile 2020 ha dichiarato in un 36% di vedere nella Cina il principale partner strategico in questa era di emergenza sanitaria da Covid-19. Una percentuale minore, cioè del 30%, pensa invece che il partner ideale sia costituito dagli Stati Uniti. La percentuale restante è indecisa tra l’uno e l’altro Stato.
Gli italiani, insomma, si sono affezionati di più alla Cina in questa condivisione di emergenza e guardano ad essa con maggiore fiducia rispetto al passato.
Anche il mondo della moda si è dimostrato già aperto alla Cina con, per esempio, Diego Della Valle che spera in una kermesse con la Camera della Moda, e Dolce & Gabbana che ha rinnovato la sua boutique a Hong Kong, in Canton Road.
Nel frattempo Fondazione Italia Cina, Camera di Commercio Italo Cinese e Associazione Italiana Commercio Estero guardano alla partecipazione delle aziende italiane alla terza edizione della ‘China International Import Expo’ di Shanghai, che si terrà a novembre.
La terribile esperienza del COVID-19 deve far capire a tutti che solo insieme, con cooperazione, mutuo aiuto, solidarietà ma anche con molta razionalità, si può pensare di tornare a crescere. Non è il momento delle polemiche, non serve andare contro ma è fondamentale andare in-contro all’altro.
Cina e Italia, insieme, ce lo stanno dimostrando.
Fonte: Adriaeco
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internazionalevitalista · 5 years ago
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Monologo del virus
da lundi.am #234
Cari umani, fate tacere tutti i vostri ridicoli appelli di guerra. Abbassate quegli sguardi vendicativi che mi riservate. Dissolvete l’alone di terrore con il quale circondate il mio nome. Noi, i virus, dal fondo batterico del mondo, siamo il vero continuum della vita sulla Terra. Senza di noi non avreste mai visto la luce, così come la cellula primordiale.
Noi siamo i vostri antenati, allo stesso titolo delle pietre e delle alghe, e molto più delle scimmie. Siamo dovunque siete e anche dove non siete. Peggio per voi se nell’universo vedete solo quello che è a vostra immagine e somiglianza ! Ma soprattutto, smettete di dire che sono io a uccidervi. Voi non state morendo a causa della mia azione sui vostri tessuti, ma della mancanza di cura dei vostri simili. Se non foste stati tanto rapaci tra voi così come lo siete stati con tutto quello che vive su questo pianeta, avreste ancora abbastanza letti, infermieri e respiratori per sopravvivere ai danni che infliggo ai vostri polmoni. Se non aveste ammassato i vostri vecchi in delle topaie e i vostri elementi validi in conigliere di cemento armato, non sareste a questo punto. Se non aveste mutato l’intera estensione, fino a ieri ancora lussureggiante, caotica, infinitamente popolata, del mondo o meglio dei mondi, in un immenso deserto per la monocoltura dello Stesso e del Più, non avrei potuto lanciarmi alla conquista planetaria delle vostre gole. Se dall’inizio alla fine dell’ultimo secolo non foste diventati tutti copie ridondanti di una sola e insostenibile forma di vita, non vi preparereste a morire come mosche abbandonate nell’acqua della vostra zuccherata civiltà. Se non aveste reso i vostri luoghi così vuoti, così trasparenti, così astratti, siate certi che non mi diffonderei alla velocità di un’astronave. Io vengo a eseguire la condanna che voi stessi avete da tempo pronunciato contro voi stessi. Scusate ma siete voi, che io sappia, ad aver inventato il nome di "Antropocene". Vi siete intestati l’intero onore del disastro ; adesso che si compie è troppo tardi per rinunciarvi. I più onesti tra voi lo sanno bene : io non ho altro complice che la vostra organizzazione sociale, la vostra follia della "grande scala" e la sua economia, il vostro fanatismo per il sistema. Solo i sistemi sono "vulnerabili". Il resto vive e muore. Le sola cosa  "vulnerabile" è quella che tende al controllo, alla sua estensione e al suo perfezionamento. Guardatemi bene : io sono il risvolto della Morte regnante.
Smettetela dunque d’incolparmi, di accusarmi, d’inseguirmi. Di essere paralizzati da me. Tutto questo è infantile. Vi propongo un cambio di sguardo : vi è un’intelligenza immanente alla vita. Non vi è alcun bisogno di essere un soggetto per disporre di una memoria o di una strategia. Nessun bisogno di essere sovrano per decidere. Anche i batteri e virus possono fare il bello e il cattivo tempo. Dovreste vedere perciò in me un salvatore invece che il vostro becchino. Liberi di non credermi, ma io sono venuto a fermare la macchina della quale non trovavate più il freno di emergenza. Sono venuto a sospendere il funzionamento del quale eravate ostaggi. Sono venuto a rendere manifesta l’aberrazione della "normalità". « Delegare la nostra alimentazione, la nostra protezione, la nostra capacità di prenderci cura del nostro regime di vita ad altri è una follia »... « Non c’è tetto del deficit, la salute non ha prezzo » : vedete come faccio sciogliere la lingua e lo spirito dei vostri governanti ! Guardate come ne svelo il vero ruolo di miserabili truffatori, per di più arroganti ! Vedete come d’un tratto si dichiarano non solo superflui ma nocivi ! Per loro voi non siete altro che supporti alla riproduzione del sistema, cioè ancora meno che schiavi. Persino il plancton è trattato meglio di voi.
Guardatevi però dal riempirli di rimproveri, d’incriminare le loro insufficienze. Accusarli d’incuria è ancora considerarli più di quanto meritano. Domandatevi piuttosto come voi avete potuto trovare così comodo farvi governare. Vantare i meriti dell’opzione cinese contro quella britannica, della soluzione imperial-legalitarista contro il metodo liberal-darwinista, significa non capire nulla dell’una e dell’altro, dell’orrore di entrambi. Fin da Quesnay i "liberali" hanno sempre guardato con invidia all’impero cinese ; e continuano a farlo. In realtà, sono fratelli siamesi. Che l’uno vi metta al confino nel vostro interesse e l’altro per quello della "società", vuol dire in ogni caso vanificare la sola condotta non nichilista : prendersi cura di sé, di chi si ama e di quel che si ama in chi non si conosce. Non lasciate che quanti vi hanno gettato nel baratro pretendano ora di farvene uscire : non faranno che prepararvi un inferno ancora più perfezionato, una tomba sempre più profonda. Il giorno che lo potranno, faranno pattugliare ai militari anche l’aldilà.
Ringraziatemi piuttosto. Senza di me, per quanto tempo ancora avrebbero fatto passare per necessarie tutte queste cose indiscutibili delle quali si decreta improvvisamente la sospensione ? La globalizzazione, i concorsi, il traffico aereo, i limiti al budget, le elezioni, lo spettacolo delle competizioni sportive, Disneyland, le palestre di fitness, la maggior parte dei negozi, il parlamento, l’accasermamento scolastico, i raduni di massa, l’essenziale dei lavori d’ufficio, tutta questa socialità ubriaca che non è altro che il rovescio della solitudine angosciata delle monadi metropolitane : tutto questo appare dunque privo di necessità, una volta che si manifesta lo stato di necessità. Ringraziatemi per la prova di verità delle prossime settimane : andrete infine ad abitare la vostra vita senza le mille scappatoie che, bene o male, tengono in piedi l’insostenibile. Senza rendervene conto, non avete mai traslocato nella vostra esistenza. Siete tra gli scatoloni e non lo sapete. Andrete quindi a vivere con i vostri cari. Andrete ad abitare a casa vostra. Porrete fine all’essere in transito verso la morte. Forse odierete vostro marito. Forse troverete insopportabili i vostri figli. Magari vi verrà la voglia di far saltare in aria la scenografia della vostra vita quotidiana. A dire il vero, voi non eravate più al mondo, in queste metropoli della separazione. Il vostro mondo non era più vivibile in nessuno dei suoi punti, se non a patto di doverlo fuggire senza sosta. Bisognava stordirsi di movimento e di distrazioni per quanto l’orrore aveva guadagnato in presenza. E il fantomatico regnava tra gli esseri. Tutto era diventato talmente efficace che niente aveva più senso. Ringraziatemi per tutto questo e benvenuti sulla Terra !
Grazie a me, per un tempo indefinito, voi non lavorerete più, i vostri figli non andranno a scuola, e tuttavia sarà il contrario delle vacanze. Le vacanze sono lo spazio che bisogna arredare ad ogni costo aspettando il solito ritorno al lavoro. Ma qui, quello che si apre davanti a voi, grazie a me, non è uno spazio delimitato, è un’immensa apertura. Io vi rendo inoperosi. Niente vi dice che il non-mondo di prima tornerà. Tutta questa assurdità redditizia forse finirà. A forza di non essere pagati, cosa c’è di più naturale se non lo smettere di pagare l’affitto ? Per quale motivo coloro che non possono più lavorare dovrebbero ancora versare le rate del mutuo ? Non è suicidario, in fin dei conti, vivere dove non si può neanche coltivare un orto ? Chi non ha più soldi non smetterà certo di mangiare, chi ha del ferro ha del pane. Ringraziatemi, vi pongo davanti al bivio che struttura tacitamente le vostre esistenze : l’economia o la vita. Tocca a voi adesso muovere. La sfida è storica. O i governanti vi impongono il loro stato d’eccezione, o voi inventate il vostro. O vi aggrappate alle verità che vengono a galla, o mettete la testa sotto il patibolo. O impiegate il tempo che vi sto dando adesso per immaginare il mondo che verrà, a partire dalle lezioni del collasso in corso, o quest’ultimo si radicalizzerà sempre più. Il disastro finisce quando finisce l’economia. L’economia è il disastro. Era una tesi fino allo scorso mese. Ora è un fatto. Nessuno può ignorare di quanta polizia, sorveglianza, propaganda, logistica e telelavoro avranno bisogno per rimuoverlo.
Di fronte a me, non cedete al panico né alla negazione. Non arrendetevi alle isterie biopolitiche. Le prossime settimane saranno terribili, opprimenti, crudeli. Le porte della Morte verranno spalancate. Io sono il più catastrofico prodotto della catastrofe che è la produzione. Io vengo per ridurre al niente i nichilisti. L’ingiustizia di questo mondo urlerà come non mai. E’ una civiltà, e non voi, che vengo a seppellire. Quelli che vogliono vivere dovranno costruirsi delle nuovi abitudini, che gli saranno proprie. Evitarmi sarà l’occasione di questo reinventarsi, di questa nuova arte delle distanze. L’arte di salutarsi, nella quale alcuni erano così miopi da vederci la forma stessa dell’istituzione, presto non obbedirà più ad alcuna etichetta. Segnerà gli esseri. Non fate questo per “gli altri”, per “la popolazione”, o per “la società”, fatelo per i vostri. Prendetevi cura dei vostri amici e dei vostri amori. Ripensate con loro, sovranamente, una giusta forma della vita. Fate dei cluster di vita buona, estendeteli e io non potrò niente contro di voi. Questo non è un appello al ritorno in massa alla disciplina ma all’attenzione. Non alla fine di ogni spensieratezza ma di ogni negligenza. Che altro modo mi resta per ricordarvi che la salute è in ogni gesto ? Che tutto è nell’infinitesimale.
Mi sono dovuto arrendere all’evidenza : l’umanità si pone solo quelle domande che non può non porsi.
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