#l'elefante scomparso e altri racconti
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lamiaprigione · 5 years ago
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Burning (2018)
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perpassareiltempo · 4 years ago
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Ad ogni modo, aspiro all’imperfezione. Di conseguenza atteniamoci allegramente ad essa.
Haruki Muakami - L'elefante scomparso e altri racconti
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il-ragazzo-chiamato-corvo · 3 years ago
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Libro preferito di Murakami?
Ho amato tanto sia "Kafka sulla spiaggia" che "Norwegian wood". Essendo di generi diversi direi che entrambi sono i più belli per i miei gusti. Ultimo posto "L'uccello che girava le viti del mondo", anche se lo devo finire mi pare un po' smorto. In lista tra quelli ancora da leggere e che potrebbe piazzarsi ai primi posti c'è "L'elefante scomparso ed altri racconti" di cui ho letto solo un racconto e me ne sono innamorato alla follia.
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abatelunare · 4 years ago
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Sopravvalutazione di un buon autore
Haruki Murakami è uno di quegli scrittori che ho cominciato a leggere per caso. In una libreria c'era L'elefante scomparso e altri racconti. Ho provato a prenderlo e mi è andata bene. Ho letto diverse cose sue, saltando il libro inchiesta sull'attentato nella metropolitana di Tokyo. Come autore lo apprezzo decisamente. Ma c'è un però. Io credo dia il meglio nella narrazione breve. Ha scritto racconti che personalmente trovo molto belli. I guai saltano fuori quando si dedica ai romanzi. Quello che mi ha davvero deluso è stato After dark. Trovo comunque che metta troppa carne al fuoco. Poi finisce che non riesce a cuocerla bene tutta. Lascia diverse questioni irrisolte, e troppe domande senza risposta. Alcuni suoi romanzi sembrano come lasciati in sospeso. Il suo mastodontico L'uccello che girava le Viti del Mondo comincia con la sparizione di un gatto. E tu cominci a pensare che quell'animale possa avere un ruolo nei bizzarri avvenimenti che seguiranno. Invece si scopre che il gatto non c'entrava un cazzo. Era solo sparito. Il punto è: tu non puoi - anzi, non devi - suscitare delle aspettative nei lettori e poi deluderli. Per un po' ti seguono, poi ti mandano anche a cagare. Io ho smesso di leggere Murakami all'altezza di 1Q84. Per me avrebbe dovuto limitarsi al primo volume. Il secondo non ha molto senso. In conclusione posso dirvi che secondo me Murakami è un buon scrittore. Che però è stato sopravvalutato. Scrive bene e crea immagini molto efficaci. Ma non è quel genio che vorrebbero farci credere.
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doppisensi · 9 years ago
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In qualche parte della mia testa, del mio corpo, del mio essere stesso, c’era una sorta di perduto mondo sotterraneo che disturbava sottilmente il mio modo di vivere. No, anzi, non sottilmente. Con violenza. In modo incontrollabile.
Murakami Haruki, L'elefante scomparso e altri racconti
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cosmonautafantasma · 10 years ago
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L'errore... l'errore, come aveva detto quella ragazza cinese (o come potrebbe dire uno psichiatra) in fin dei conti sono le nostre speranze che vanno all'incontrario. Non c'è uscita, da nessuna parte.
Una lenta nave per la Cina, Murakami 
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lindiependentewebzine-blog · 12 years ago
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Un racconto di Murakami Haruki - Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina di aprile
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cisonostorie · 13 years ago
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- Ieri sono passato accanto alla ragazza perfetta al 100% - dico a uno
- Ah si? - mi risponde lui - Era molto bella?
- No, non direi.
- Allora era proprio il tuo tipo?
- Non mi ricordo. Ho dimenticato tutto, che forma avessero i suoi occhi, se avesse molto seno o no...
- Strano.
- In effetti.
-Allora cos'hai fatto? - continua lui con aria annoiata - Le hai parlato? l'hai seguita?
- Non ho fatto nulla, - rispondo io - Le sono semplicemente passato accanto.
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cosmonautafantasma · 10 years ago
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In una bella mattina di aprile, in una via laterale del quartiere di Harajuku, sono passato accanto a una ragazza perfetta, al 100%. Non era una gran bellezza. E nemmeno di un’eleganza strepitosa. I capelli dietro la testa le avevano preso una brutta piega dormendo, e doveva essere vicina alla trentina. Eppure già a cinquanta metri di distanza avevo capito che era la ragazza perfetta per me. Dal momento in cui la vidi il cuore prese a battermi all’impazzata e l’interno della bocca mi divenne secco come la sabbia del deserto. Forse anche a voi piace un tipo particolare di ragazza. Quelle che hanno le caviglie sottili, per esempio, o dei grandi occhi, o delle belle mani…, non so, magari vi attirano quelle che amano mangiare con calma, lentamente, o qualche altra caratteristica del genere. Ovviamente ho anch’io il mio tipo. Mi è già successo di andare al ristorante e restare affascinato dal naso della ragazza che sedeva alla tavola accanto. Nessuno però può dire come dev’essere quella perfetta al 100%. Prendiamo la ragazza di quel mattino, non ricordo neppure che forma avesse il suo naso. Anzi, non ricordo neppure se avesse un naso. Tutto quello che ricordo è che non era una gran bellezza. Molto strano, vero? — Ieri sono passato accanto alla ragazza perfetta al 100%, — dico a uno. — Ah si? — mi risponde lui. — Era molto bella? — No, non direi. — Allora era proprio il tuo tipo? — Non mi ricordo. Ho dimenticato tutto, che forma avessero i suoi occhi, se avesse molto seno o no… — Strano. — In effetti. — Allora cos’hai fatto? — continua lui con aria annoiata. — Le hai parlato, l’hai seguita? — Non ho fatto nulla, — rispondo io. — Le sono semplicemente passato accanto. Lei camminava da est a ovest, io da ovest a est. In una mattina di aprile veramente piacevole. Avrei voluto parlarle, anche soltanto per una mezz’oretta. Chiederle di lei, raccontarle di me. E soprattutto spiegarle le complicate combinazioni del destino che avevano fatto sì che noi due passassimo uno accanto all’altra in una strada laterale di Harajuku in una bella mattina di aprile del 1981. Di sicuro tutto ciò era denso di caldi segreti, come un antico meccanismo costruito in tempi di pace. Dopo aver parlato di queste belle cose, avremmo potuto pranzare insieme, andare a vedere un film di Woody Allen, fermarci al bar di qualche albergo a bere qualcosa. E con un po’ di fortuna, magari finire insieme in un letto. Una tale possibilità bussava alla porta del mio cuore. La distanza tra lei e me si era ridotta a quindici metri. «Bene, adesso le rivolgo la parola, — ho pensato. — Ma cosa le dico?» «Buongiorno. Posso parlarle un momento, per favore? Mi bastano trenta secondi». Assurdo. Mi avrebbe preso per un rappresentante di una compagnia di assicurazioni. «Mi scusi, sa se c’è una tintoria aperta ventiquattr’ore su ventiquattro, da queste parti?» Ancora peggio. Tanto per cominciare, non avevo neanche la borsa con la roba sporca! Che fosse meglio dirle subito tutta la verità? «Buongiorno. Lei per me è la ragazza perfetta al 100%». Non mi avrebbe mai creduto. E anche supponendo il contrario, era probabile che non avesse nessuna voglia di parlare con me. «Io per lei sarò pure la ragazza perfetta, ma lei per me non è affatto l’uomo perfetto», mi avrebbe risposto. In tal caso, mi sarei sentito perduto, ne sono certo. Ormai ho trentadue anni, tutto sommato invecchiare significa proprio questo. Le sono passato di fianco davanti a un negozio di fiori. Un lieve spostamento d’aria tiepida mi ha accarezzato la pelle. Il marciapiede d’asfalto era bagnato d’acqua, ho sentito un profumo di rose. Non le ho rivolto la parola, non ce l’ho fatta. Lei indossava una maglia bianca, e nella mano destra teneva una busta bianca alla quale mancava il francobollo. Una lettera per qualcuno. A giudicare dagli occhi terribilmente assonnati, poteva darsi che avesse passato la notte a scriverla. Poteva darsi che quella busta contenesse tutti i suoi segreti. Ho fatto pochi passi e quando mi sono voltato la sua figura era già scomparsa tra la folla. Naturalmente adesso so benissimo in che modo avrei dovuto abbordarla, quella volta. Ma comunque sarebbe stato un discorso troppo lungo, non avrebbe funzionato. Le idee che mi vengono in mente non sono mai molto pratiche. Ad ogni modo quel discorso cominciava con «c’era una volta…» e finiva con «non pensa che sia una storia molto triste?» *** C’erano una volta in un posto lontano un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo aveva diciotto anni, la ragazza sedici. Né l’uno né l’altra potevano dirsi molto belli, erano soltanto due ragazzi normali e solitari come ce ne sono ovunque. Però erano fermamente convinti che da qualche parte al mondo esistessero la ragazza e il ragazzo perfetti per loro, al 100%. Un giorno camminando per la strada si trovarono faccia a faccia. — Che sorpresa, ti ho cercata dappertutto, — disse il ragazzo alla ragazza. — Forse non mi crederai, ma tu per me sei la ragazza perfetta al 100%. — Anche tu per me sei il ragazzo perfetto al 100%, — disse la ragazza. — Sei esattamente come ti immaginavo, in tutto e per tutto, mi sembra di sognare. I due sedettero su una panchina nel parco, e parlarono, parlarono, senza stufarsi mai. Non si sentivano più soli. Trovare il compagno, la compagna perfetta, ed essere a propria volta trovati da lui, da lei, che cosa meravigliosa! Nel cuore però nutrivano un piccolo, piccolissimo dubbio. Era giusto che un sogno si realizzasse così facilmente? — Senti, facciamo un’altra prova, — disse allora il ragazzo in una pausa della conversazione. — Se siamo veramente perfetti al 100% l’uno per l’altra, di sicuro un giorno ci incontreremo di nuovo da qualche parte. E quando ci rincontreremo, se ci troveremo ancora perfetti al 100%, ci sposeremo subito, lì sul posto. Sei d’accordo? — Sì, sono d’accordo. — rispose la ragazza. Così i due si separarono. Invece non c’era nessun bisogno di fare un’altra prova. Erano assolutamente perfetti l’uno per l’altra, al 100%. Ma le onde inevitabili del destino si presero gioco di loro. Un inverno, entrambi si buscarono una brutta influenza che imperversava quell’anno, e dopo essere rimasti per molte settimane tra la vita e la morte, al risveglio avevano dimenticato completamente il proprio passato. Le loro teste erano vuote come il salvadanaio del giovane D. H. Lawrence. Siccome però erano due ragazzi intelligenti e perseveranti, a costo di molti sforzi acquisirono una nuova coscienza e nuove capacità emotive, e tornarono a fare magnificamente parte della società. Furono di nuovo in grado di prendere la metropolitana, di cambiare linea, di andare alla posta per spedire una raccomandata. E sperimentarono di nuovo l’amore, al 75 o all’80%. Intanto il ragazzo aveva compiuto trentadue anni, la ragazza trenta. Il tempo era passato a una velocità strabiliante. Poi, in una bella mattina di aprile, lui stava camminando in una via laterale di Harajuku, da ovest a est, per fare colazione al bar, mentre lei percorreva la stessa strada da est a ovest per spedire una raccomandata. Si incrociarono a metà strada. Per un attimo un barlume dei vecchi ricordi illuminò i loro cuori. «E la ragazza perfetta per me, al 100%», si disse lui. «E il ragazzo perfetto per me, al 100%», si disse lei. La luce dei loro ricordi però era troppo debole, le loro parole non erano chiare come quattordici anni prima. Si passarono accanto senza parlarsi, e scomparvero tra la folla in direzioni opposte. Non pensa che sia una storia molto triste? È così che avrei dovuto parlarle.
Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina di aprile da l'elefante scomparso e altri racconti.  Murakami Haruki
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cisonostorie · 13 years ago
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> Il mio vagabondare si svolge nella metropolitana o sul sedile posteriore di un taxi. Le mie avventure hanno luogho nella sala d'aspetto di un dentista o allo sportello di una banca.
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