#io leggo perché
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Oggi ho avuto la mia prima riunione con il mio team leader. Ha detto che questa cosa si fa/farà più o meno una volta ogni 1-2 mesi per fissare degli obiettivi e cercare di raggiungerli.
Qualche giorno dopo l'assunzione, il direttore chiede una assemblea d'urgenza al dipartimento dei visti (ossia il mio), e vengo a sapere che, secondo il sistema di ranking di soddisfazione degli impiegati, il mio è quello messo peggio: tutti quanti danno valutazioni negative e, giustamente, il direttore voleva capire il perché per cercare di migliorare la situazione. Tra le varie motivazioni, ovviamente, c'era lo stipendio basso (e io ero là a pensare: ngul e io prima pigliavo pure meno...).
Col team leader invece vengo a sapere che io sono stata assunta praticamente per fare in modo che i miei colleghi non facciano/facciano meno straordinari, dato che i mesi passati i dati mostravano che il mio team ha fatto sulle 20h di straordinario al mese.
Plus: qualche giorno fa arriva una mail in cui ci fanno sapere che la sede giapponese della mia azienda è quella che utilizza meno ferie in tutta l'Asia. Infatti, complessivamente vengono usate solo il 60% delle ferie totali Vs altri paesi che ne usano dal'80 al 100% (mi pare tipo Singapore?).
In tutto questo in 3 settimane ho capito che praticamente mi hanno assunta e messo in questo team perché stavano proprio con le pezze a culo di personale e questi o impazzivano o impazzivano. Molto molto bello. :))))
#vi ricorda qualche dinamica di qualche paese in particolare?#e perché proprio l'Italia?#quando leggo i post sullo straordinario e sul senso di colpa nel prendere le ferie in Italia io RIDO#non sapete proprio di cosa state parlando#ma ve lo dico col cuore in mano proprio#my life in tokyo#lavoro#jamm chi cazz#io sarò la salvatrice del team migliorando le statistiche facendo 0 straordinari e prendendo tutte le ferie retribuite#fuck the guilt#HTB-BCD
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AAA CERCASI che libro faccio leggere a mia nonna di 92 anni che non credo abbia mai letto nulla in vita sua se non le riviste helppp
#ha letto un mese fa la cattedrale nel mare perché glielo aveva portato zio ma secondo me solo perché era lui sennò col quasi che lo leggeva#era enorme e il massimo che ha letto penso sia tipo pattini d'argento#cuore#quelle cose che ti fanno leggere alle elementari#giustamente lei ha fatto solo le elementari quindi ci sta pure#vorrei farle leggere qualcosa perché se sta senza fare niente dorme#aka dorme tutto il giorno#a casa sua cuciva e rassettava in giro ma qui da noi non ha la macchina da cucire quindi no can do#io leggo un sacco ma per lo più fantasy e/o ya#ho delle cose normali ma ho paura siano comunque too much#avevamo pensato tra me e mamma che forse poteva leggere hyperversum o la bambinaia francese ma li sta ignorando quindi meh#se qualcuno ha idee send help thx#ps ha visto metà di una serie cinese dove un tizio veniva pugnalato ma poi spiegavano che era per finta per darsi morto e poi la notte#si è sognata cinque cinesi che la pugnalavano in testa e la sgozzavano#quindi insomma#adesso ho l'ansia di non darle neanche cose troppo forti akshskhdksl#che poi vbb guarda h24 il telegiornale ma quello non è “troppo forte” nooooo#hhhhhhhhhhhhhhh#*la cattedrale DEL mare
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la società se una mia cara amica capisse che non ci interessano le storie video-informative sui social che pubblica assiduamente per narrare ogni sua avventura letteralmente passo per passo
#cioè metti una foto come fatto tutti e la finiamo lì#ALTRESÌ insieme a quelli che sono veri e propri vlog#pubblica sempre in combinato disposto anche dei LUNGHISSIMI CHILOMETRICI post su facebook peraltro (coro greco sullo sfondo: su facebook!)#una mia amica una volta mi disse ‘non ti offendere [perché lei e la vlogger si conoscono di sfuggita tramite me] ma io quei post non li#leggo mai’ io: ma figurati manco io#perché tra l’altro sono delle sciorinature di buoni sentimenti e meraviglia per la vita che dico. anche no#pubblica una foto e ciao. could have been an email even#ho evidenti problemi con il sentimentalismo. più mi tange più sono moralmente costretta a esibire più cinismo di quanto in realtà abbia#ma è operazione doverosa per riportare equilibrio nell’universo
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SULL' ALLUVIONE...POST LUNGO. Ma doveroso, quindi... buona lettura.
L'ennesima alluvione in Emilia Romagna, con quantitativi di acqua caduta con picchi perfino superiori al disastro del 2023, riportano alla luce le solite questioni sulla pulizia dei fiumi. Al netto dell'evento eccezionale ecco quindi molte risposte.
MANUTENZIONE. La manutenzione, che è sacrosanta, va bene per far fronte ad eventi moderati. Quello in atto è tutto tranne che moderato. Se non si analizza il problema partendo da questo fatto, sarà difficile trarre qualche ragionamento serio. Evidentemente il sistema di scolo delle acque, con fiumi ristretti nel tempo, i cui tratti arginati sono stati costruiti molto tempo fa, non sono più sufficienti a far defluire questi carichi idraulici. C’è poco da fare, con questo assetto territoriale, la questione è diventata ingestibile, soprattutto nei confronti dell’attuale e futuro regime di precipitazioni piovose.
PULIZIA FIUMI. E sulla pulizia dei fiumi quindi?
Questo concetto precotto, che ogni volta viene ripetuto fino allo sfinimento, trae la sua origine in una distorsione storica, ovvero che “una volta” si facesse manutenzione. In realtà non è così, ma molto semplicemente “una volta” i fiumi godevano di maggior rispetto da parte dell’uomo, come il territorio ad essi circostante.
Dal secondo dopoguerra in poi, i fiumi sono stati visti come cave a cielo aperto per inerti, sabbie e ghiaie, e aree di scolo in cui far transitare il più velocemente possibile le acque dai rilievi al mare.
Questo ha fatto si che, soprattutto relativo alle gigantesche estrazioni di sedimenti in alveo, i fiumi iniziassero un processo di incisione dell’alveo stesso, attraverso il fenomeno di erosione che si manifesta sia in maniera regressiva, ovvero a monte di dove io ho estratto i sedimenti, che progressiva, a valle del punto di estrazione.
I fiumi sono andati incontro quindi ad un processo di canalizzazione innaturale che ha portato numerosissimi problemi con sé, tra cui: aumento della velocità della corrente, aumento dell’incisione, minor espansione e, soprattutto, minor ricarica delle falde acquifere. Perché le falde acquifere più ricche nel sottosuolo sono rappresentate dalle conoidi alluvionali dei fiumi le quali si alimentano attraverso il contatto idraulico diretto con il fiume sovrastante. Se noi trasformiamo il fiume in un canale che cerca la massima velocità, la ricarica del sottosuolo per infiltrazione è ridotta al minimo. Avrete capito che questa problematica è strettamente correlata con le problematiche di siccità degli ultimi anni.
FIUMI DI PIANURA.
I nostri fiumi sono notoriamente detti pensili, in quanto l’alveo del fiume è in quota più alto delle campagne circostanti. L’uomo per difendersi ha iniziato a costruire argini, iniziando una lotta infinita, ovvero si alza il fiume ed io alzo l’argine.
Gli argini sono manufatti vecchi che soffrono per tanti fattori: qualità ed epoca costruttiva, lunghi periodi siccitosi, manutenzione, tane di animali… Quasi mai però leggo, o sento, qualcuno che si soffermi sul parametro più importante: la sezione idraulica. I fiumi/torrenti sono ridotti a canali sopraelevati in pianura estremamente stretti, e questa è un’eredità pesantissima che ci portiamo dal passato. Su questi argini è necessaria la manutenzione, in quanto questi abbiamo e al momento come difesa passiva abbiamo loro.
Abbiamo però soprattutto sezioni idrauliche ridotte all’osso, argini enormi costruiti in più riprese, e al piede dell’argine manufatti come case ed aree industriali. Se avviene una piena devo quindi pensare in primis alla pulizia? Eh, direi di no in quanto come ha mostrato il Lamone (anche nell’evento maggio 2023), le sezioni di questi “fiumi” non sono in grado di fare defluire forti colmi di piena.
La pulizia risolve tutto? Bisogna definire cosa si intende per pulizia: l’unica pulizia fluviale che ha senso è la rimozione del legname secco in quanto quello viene subito preso in carico dalle piene e potrebbe creare sbarramenti in sezioni critiche come, ad esempio, ostruire la luce di un ponte. Il resto, sono leggende metropolitane.
Gli alberi “vivi” rappresentano una difesa idraulica passiva, in quanto sono in grado di far rallentare la corrente idraulica. Pensate che dove non ci sono, vengono impiantate delle opere di ingegneria con la stessa funzione degli alberi, detti pennelli.
Il cavare sedimento “a mo’ di pulizia” è quanto di più sciocco si possa fare, come dimostrato sopra: aumento velocità, erosione e il sano trasporto solido dei fiumi. Si sano, perché i fiumi portano a mare quel sedimento fondamentale per il mantenimento dei nostri litorali: i fiumi portano sedimento, le correnti marine lo distribuiscono lungo costa e così si sono sempre mantenute le nostre coste. Almeno fino a 70 anni fa, perché poi le pesanti estrazioni di sedimento in alveo hanno rotto questo equilibrio dei fiumi, ed infatti noi emiliano-romagnoli paghiamo una ditta tedesca che, ogni anno, draga la sabbia a 40-60 m dalle coste dell’Adriatico per fare il ripascimento delle nostre spiagge. Geniale no? Ma l’abbiamo cercata noi.
Le sezioni dei fiumi, quindi, appaiono sempre più insufficienti, in primis perché noi le abbiamo ristrette all’osso, ed in seconda battuta perché il territorio, fortemente cementato e antropizzato è andato incontro all’impermeabilizzazione. Questa strana parola racchiude in realtà uno degli aspetti più critici. Se io ho, ad esempio, un’area di 1 km quadrato a terreno naturale, questa assorbirà le precipitazioni in funzione ovviamente delle litologie di cui è composta, ovvero terreni più permeabili e terreni meno permeabili.
Se di quel km quadrato metà lo perdo perché ho cementato, asfaltato, rendendo di fatto impermeabile metà della mia area pilota, dove andrà l’acqua che piove? Non verrà mai assorbita e finirà velocemente nelle reti scolanti, quindi nei canali ed infine nei fiumi.
Si, quei fiumi che già li abbiamo ristretti e poi caliamo giù l’asso come surplus idrico da gestire. E le precipitazioni intense, concentrate, degli eventi estremi mettono la ciliegina sulla torta.
Quindi quando sentite dire da qualcuno “bisognerebbe dare spazio, o meglio, ridare lo spazio che abbiamo tolto ai fiumi e qualcosina di più ..” non è un pazzo, non è un “verde”, non è un “ambientalista”.
E’ uno che ha capito come funzionano i fiumi.
La pulizia radicale non risolve uno stupro al territorio che si è perpetrato per 60 anni.
Soluzioni possibili? Quando si dice “dare spazio ai fiumi” in molti criticano, storcono il naso, perché non hanno idea delle soluzioni proposte. Nessuno dice di lasciare, soprattutto in pianura, i fiumi al naturale come migliaia di anni fa. Bisgogna concentrarsi su aree di intervento dove qualcosa è effettivamente possibile applicare: devono essere interventi organici e mai interventi spot o puntuali, quelli non servono a nulla.
Il sistema va "allargato" in maniera da far riprendere di norma certe aree golenali ai fiumi. Inoltre, ci sono le fasce tampone dei fiumi, perse grazie all'incisione, che sono importantissime in in ottica di ricarica idrogeologica e per la biodiversità. Si deve fare in modo di ripristinare i canali abbandonati dalle nostre opere siano ripresi dai corsi d'acqua che tornano a situazione multicanale e non a canale singolo modello "canale scolante" come li vediamo ora.
In alcuni casi sono stati progettati anche gli arretramenti di argine e/o eliminazione degli stessi. Se riusciamo a fare questo in maniera organica la sezione si allarga e tutto ne trae beneficio. In alcune aree si dovrà giocoforza andare in contro ad espropri, non lo nego, ma i nostri errori di pianificazione li stiamo pagando a caro prezzo.
In aree critiche dobbiamo prevedere e realizzare aree di laminazione, come casse di espansione e/o aree appositamente allagabili.
Se non capiamo questo concetto sarà sempre peggio: la cementificazione e il cambiamento climatico comportano un notevole surplus idrico che i fiumi, ristretti fino all'osso, non riusciranno mai a smaltire.
Testo di Giulio Torri, geologo
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto.
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio.
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio.
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio?
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi?
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi?
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate.
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale.
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo?
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna.
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate?
Non c’era bimbo/a che stesse solo.
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme.
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa.
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi.
Permettetemi una domanda?
Perché voi siete cambiati?
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me?
Perché farsi del male da soli?
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia?
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo?
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate.
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro.
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai.
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene.
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io.
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli.
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta.
Cos’è l’amicizia?
Puro opportunismo.
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno.
Oggi?
La stessa cosa.
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro?
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo?
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo?
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi.
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Appena letto su LInkedIn postato da un funzionario di Polizia: il migliore che io abbia letto in queste ore e che SPIEGA SCIENTIFICAMENTE che l'algerina NON si può considerare DONNA:
Commento da parte di un “bioeticista medico”
Da bioeticista medico rispondo a bioeticista non medico.
Leggo l'intervista del Corriere della Sera fatta alla professoressa Silvia Camporesi che gira sui social. La tesi della professoressa è che l'atleta pugile Imane Khelif è una donna perché semplicemente affetta da un iperandogenismo assimilato alla sindrome dell'ovaio policistico.
In premessa si deve dire che le opinioni espresse derivano da una conoscenza de relato derivante dai media.
È riferito che l'atleta algerino è portatore di un assetto cromosomico maschile XY. Ciò ha fatto decidere alla federazione pugilistica mondiale l'estromissione dalle competizioni femminili. Non così ha deciso il comitato olimpico che avrebbe giudicato in base ai livelli ormonali nel sangue.
Nella sindrome dell'ovaio policistico si ha però un assetto genetico femminile, XX. Peraltro non tutte le donne affette da policistosi ovarica presentano l'iperandogenismo. Dunque l'assimilazione è impropria.
Quando abbiamo un assetto genetico maschile, al raggiungimento della pubertà (in assenza di patologie che lo impediscono) l'ambiente ormonale androgenico determina modificazioni corporee così marcate e stabili, che un successivo abbassamento dei livelli androgenici non riesce a farle regredire (questo è proprio uno dei presupposti teorici del blocco puberale per i prepuberi con disforia di genere). I livelli di androgeni nel range femminile non rendono un maschio una donna, ma piuttosto consentono di descriverlo come un maschio con ipoandrogenismo affetto da sintomi e segni che ne sono la conseguenza.
Di converso, l'iperandogenismo che affligge le femmine affette da sindrome dell'ovaio policistico, può causare sintomi di virilizzazione più o meno accentuati, ma non fa di queste donne dei maschi.
Nel campo dello sport, la riduzione androgenica dopo lo sviluppo puberale, non atrofizza la massa ossea e muscolare a livelli femminili.
Salvo dunque miglior giudizio reso tale da informazioni che non sono al momento disponibili, l'atleta italiana è stata costretta a combattere contro un atleta maschio con una struttura neurologica, ossea e muscolare di ordine maschile. Presentarla come femmina è incoerente con il normale approccio medico-scientifico con cui capiamo quella costellazione di alterazioni patologiche comprese nel termine "Variazioni delle caratteristiche del sesso".
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Chiudiamo qui ogni ulteriore discussione.
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Io leggo perché con un libro tra le mani tutto sembra possibile.
Virginia Woolf
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Follia per te
Ti penso, ti cerco, ti desidero di continuo e sono gelosa marcia. Non devi fare più l'amore con tua moglie: chiaro? Non voglio, non lo sopporto. Che cacchio ne so: inventatela tu, una ragione. Dille che non ti si drizza più. Devi essere solo mio. In esclusiva. E poi, semplicemente bramo con tutta me stessa questo momento molto intimo tra noi due: quando ti slaccio impaziente la cintura e abbasso la zip, so che i tuoi pantaloni cadranno a terra e potrò scartare il mio regalo più desiderato, togliendolo dall'involucro bianco di cotone che lo protegge ma lo nasconde ai miei occhi e alla mia bocca.
Le mie labbra e la mia gola stanno morendo dalla voglia di farti felice e di ingoiare il nettare prodotto da te solo per me, perché mi vuoi e non vedi l'ora di farmelo prendere. Adoro lavorarti l'asta e assaporare il tuo gusto, mentre annuso e mi beo del tuo odore intimo. Quando poi inizi a riempirmi la bocca è la sensazione più bella: procedi da maschio vero e inesorabile, tenendomi la nuca con le mani. Non posso più sfuggirti, devo fare il mio dovere di sottomessa sino in fondo. E il mio unico scrupolo è darti piacere. Devi godere di me, il resto non ti deve interessare più. Vienimi dentro e poi dimmi che sono stata brava.
Per te sono sempre pronta: ti accoglierò come, quanto e ovunque vorrai. Quando poi mi scopi, raggiungo il paradiso: mi sento profondamente la tua donna, perché io sono la tua unica donna. Questo ti deve essere ben chiaro. E poi, francamente e senza più pudore, mi piace quando mi giri e decidi di umiliarmi, infilandomelo nel culo senza troppi complimenti: è questa per me una sofferenza fisica forte ma dolcissima, che sopporto volentieri, pur di sentirti felice nel riempirmi le viscere mentre gemi soddisfatto. Inondami di te. Non smettere mai. Sfonda il mio ano, fammi male. So che ti piace così e così sia.
E quando sei sdraiato su di me, pelle su pelle, il tuo inguine contro il mio solco anale completamente aperto, strizzami sempre il seno, per favore: non smettere mai di torturarmi le mammelle. Poi succhiale pure quanto vuoi. Quando poi lo desideri, girami e scopami: la mia natura intima è solo una tua proprietà, a completa disposizione delle tue voglie fisiche. Perché tu sei il mio vero e unico padrone. Mi è caro ed evidente che non sai stare lontano da me e dal mio corpo. E me lo sento dentro, nell'anima.
Lo capisco da quanto ti muovi impaziente e da come vieni dentro di me; lo vedo dal fatto che mi cerchi di continuo con messaggi, note vocali ed email appassionate. Quando ti leggo, invariabilmente il mio cuore accelera, mi bagno un po’ e non capisco più nulla per dei minuti! Devo stare attenta, a questa mia debolezza. È una cosa anche preoccupante. Ma bellissima; una sensazione a cui non voglio mai rinunciare. Adesso però basta parlare: la mia bocca e la mia pelle tutta vogliono altro. E sbrighiamoci, per favore: stasera mio marito porta due ospiti a cena.
RDA
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Un giorno di chiusura
Un giorno, avevo detto alle dipendenti, potremmo pure chiudere, penso, lo meritiamo un po’ di riposo, in fondo. Il 19 dicembre invio un messaggio a tutti i clienti, informandoli dei giorni di apertura e chiusura del doposcuola durante le vacanze. Oggi pomeriggio in sequenza:
Giuseppe, ma non apri?
Giuseppe, scusa, la bambina oggi non potrà venire purtroppo perché è influenzata. (Ma menomale)
Giuseppe, ma a che ora apri?
Giuseppe, ma sempre chiuso stai? Sono passata e ho trovato la saracinesca abbassata. (Strano, chissà perché)
Un giorno di chiusura, uno. Evidentemente non è concesso. Ma il problema non è poi tanto il pretenderti sempre pronto e disponibile al servizio, quanto il non saper leggere un messaggio. Le scarsissime capacità di comprendere un testo sono, a mio parere, fra i massimi problemi del nostro tempo. Me ne accorgo coi ragazzi a scuola, quando nessuno è in grado di eseguire un vero/falso su un testo appena letto (e dico un vero/falso, perché se non sei in grado di fare questo, puoi anche lasciar perdere le domande aperte), me ne accorgo coi clienti e me ne accorgo qui su tumblr, quando commentate (o peggio rebloggate) scrivendo cose che non hanno alcuna attinenza con l’argomento del post, supponendo informazioni che avete colto chissà dove. La causa è una ed una soltanto: superficialità, mancanza di attenzione. Non dico che dobbiate farvi durare i libri 7 anni come faccio io (quella è malattia), ma un minimo d’attenzione dedicatela a ciò che state facendo, ogni tanto. “Leggo veloce perché le cose lunghe mi annoiano”, “Ho letto in fretta perché non avevo tempo”, “Non ho letto tutto, ma ho colto il senso”, a me va bene, che dire, una meraviglia per una persona che vive e muore sulle parole. Che poi siete gli stessi che ascoltano gli audio di 30 secondi a 2x. Cosa ne farete di tutto 'sto tempo risparmiato, boh, spero solo vi torni utile un giorno.
#ma vabbè io non faccio testo#ascoltavo i 50 minuti di audio della mia ex senza fiatare#ma ripeto#quella è una malattia
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QUESTO MONDO NON MI RENDERÀ CATTIVO (ma un po' incazzato sì, dai)
Un veloce recap delle puntate precedenti:
TI AMO ERIKA DI NOVI LIGURE - Ventitré anni fa una sedicenne ha fatto a fette mamma e fratellino con l'aiuto del moroso diciassettenne, dando poi la colpa agli albanesi. La sera in cui la Lega stava per fare una fiaccolata a base di torce e forconi per scovare i responsabili e linc... assicurarli alla giustizia ops no, scusate ciabbiamo judo. Quella frase del titolo l'avevo vista scritta su un muro nel 2003 e a quei tempi le mie figlie erano troppo piccole perché capissimo le nostre colpe e le nostre responsabilità.
TUTTO D'UN PEZZO - Non leggo più e non guardo serie tv o film. Sono mesi e mesi che la sera faccio binge watching di One Piece, un anime da più di mille episodi, e a momenti mi metto in pari ma non ho idea quanto il mondo del cinema e dell'editoria sia andato avanti mentre ero distratto.
DUE METRI DI TERRENO - L'altro giorno ho assistito a un'accesa discussione su conti correnti, parenti serpenti e carichi pendenti, quando a un certo punto non ce l'ho fatta più e ho urlato un haiku ispirato dal tenore livoroso dell'argomento
Soffi di vento, l'attimo prima spiri e dopo spiri
DI QUESTO TI PUOI FIDARE - Ho ripreso a forgiare - caldo per caldo che sia un caldo fruttuoso - e sono a metà strada nel progetto ambizioso di un'arma inastata che nel Giappone feudale usavano le donne per proteggere casa.
MEDICE, CURA TE IPSUM - Una persona mi ha detto che mi invidia perché se sento male da qualche parte ne conosco subito le cause. Certo... contusione del piatto tibiale sx a opera dei condili femorali con infiammazione da stiramento dei legamenti crociati, rachialgia lombare a sbarra con irradiamento gluteo da compressione del plesso femorale dx a livello di L5-S1 da bulging discale, epicondilite dx con rizartrosi e mialgia del flessore del pollice, corda colica, bruxismo e reflusso gastro-esofageo. Che culo.
MUORE GIOVANE CHI È CARO AGLI DEI - Piccola pausa di ferragosto dal masteraggio su Discord di una campagna di Call of Cthulhu ambientata nel 1983 nel mio quartiere viareggino. Se non sapete cosa sia una Baldoria è inutile vi racconti la trama.
INTERCAMBIABILITÀ DI FACCIA E CULO - Qualche anno fa vidi uno scherzo in cui un critico veniva invitato alla premiere di una proiezione cinematografica d'essai (volutamente orribile) e a tutti i suoi colleghi era stato chiesto di parlarne in modo entusiasta, mentre lui si guardava attorno con sconcerto crescente. Sono 10 mesi che io ho quell'espressione tutte le volte che i mezzi di informazione parlano del genocidio del popolo di Gaza utilizzando perifrasi e litoti che tanto mi ricordano 'allergia al piombo' e 'la scuola non c'è più a causa di eventi esterni'.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI - Ciao Laura... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere in macchina per andare a fare gli orali della maturità? La mia non fu solo la gentilezza di un compagno di classe ma che tu l'avessi capito o meno non importa... non ho avuto il coraggio di dirtelo e così la storia che avevo immaginato è sopravvissuta luminosa al mondo che è andato avanti.
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Ho conosciuto questo tipello su tinder prima che lo disintallassi del tutto dato che tanto non esco con nessuno, non ci siamo ancora mai visti per colpa mia. Ora è in Africa per due mesi per portare avanti un progetto e non ci sentiamo fatta eccezione per i racconti delle sue giornate che mi invia a chissà quale ora della notte e che io leggo la mattina quando mi arrivano, complice il wifi al quale ha accesso solo durante la colazione. Onestamente questa cosa (destinata a finire perché comunque ricordiamoci che non so stare al mondo) al momento mi piace molto.
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Io comunque devo stare lontanissimo da qualsiasi discussione sui social perché leggo cose che mi mandano al creatore non ce la posso fare
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Spero di no...
Uno dei due libri che sto leggendo (ne leggo sempre due insieme perché mi stufo a legger sempre la stessa cosa) si sta rivelando non eccessivamente leggero. Adesso vedo, perché mi scoccia mollarlo lì: ne avevo sentito parlare ed ero proprio curioso di averlo. Se vedo che la circonferenza delle mie balle aumenta più di quanto sia lecito presumere, lo saluto. Metto il timbrino sul frontespizio e lo affido a una delle casette per lo scambio dei libri. Qualcuno che lo amerà più di quanto non riesca eventualmente a fare io, lo troverà di sicuro. Per lo meno, glielo auguro. Buonanotte a tutti.
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Ha le spalle da muratore" mi dice il fisiatra , sapesse come sta la mia fica, penso io: la troietta che ho tra le gambe infatti è fradicia perché sa che a breve sarà devastata. Dopo una visita in cui il dottore mi diceva "afferri la mia mano" e io pensavo a quando D., afferrandomi per i capelli, mi incula duramente, oppure "spinga con forza" e torno a lui che spinge con forza il suo cazzo nella mia bocca per soffocarmi e farmi sbavare come una Cagna, prendo la filovia per raggiungerlo in studio. Ci siamo già sentiti telefonicamente per un immediato resoconto della visita medica appena fatta e la sua voce squillante preannuncia quello che da lì a poco accadrà. Conto le fermate che mancano all' arrivo a destinazione: sono dieci, troppe, e durante il tragitto mi dico che, anche se potrò stare poco con lui oggi, comunque uscirò da quello studio soddisfatta e provata, molto provata. Lo vedo arrivarmi incontro con un sorriso che mi scioglie, parliamo e ci guardiamo entrambi eccitati e desiderosi di arrivare presto a destinazione. Per le scale mi accompagna con la mano nella fica, attraversiamo il corridoio e, varcata la soglia, ci baciamo a lungo. Gli attenti lettori sapranno ormai che, dopo qualche bacio, la voglia di avere il suo cazzo in bocca mi mette in ginocchio: mi ritrovo nell' ingresso ai suoi piedi e col cazzo che mi scopa la gola. Non facciamo tanta strada, anzi, rimaniamo proprio lì, io a quattro zampe e lui dietro di me mi scopa la fica, la martella a tratti duramente, a tratti infilando anche la mano perché, si sa, la mia fica è ampia e si presta benissimo ad una doppia.
Doppia: in una relazione esclusiva, quale è la nostra, vuol dire che una parte di sé è accompagnata da un Toy nell' esplorazione di ogni mio buco. Stavolta i co-protagonisti sono un dildo di vetro e un grande dildo nero che col suo cazzo sfondano fica e culo. Quando D. arriva al culo, lo confesso, sono tremendamente egoista: difficilmente sono disposta a rinunciarci perché adoro essere inculata da lui, urlare quando i colpi sono molto forti e, al tempo stesso, fare di tutto per averlo dentro fino ai coglioni, guardarlo mentre mi sorride e affonda colpi ancora più duri, e, infine, arrendermi sfinita alla sua forza. Doppia sulla scrivania promossa a pieni voti: sono talmente soddisfatta che gli propongo un incontro fatto esclusivamente di inculate. Sorpreso, il mio amato Porco sorride e con gli occhi, mentre mi bacia, immagina già quella situazione. Continuiamo a baciarci e a darci fino all' ora x. Odio dovermene andare ma devo: in strada parliamo di quanto vissuto e di quanto sarà bello la prossima volta rivedersi. Al momento dei saluti mi assicuro che il mio tinta labbra non sia ancora sulla sua barba, ci lanciamo gli ultimi sguardi compiaciuti e ci salutiamo con un tocco che, obbligatoriamente, sostituisce un bacio. Sono sempre tante le fermate per tornare a casa ma sulla via del ritorno non ho alcuna frenesia. Guardo gli scatti che mi ha inviato e leggo il suo ultimo messaggio in cui accetta formalmente un incontro all anal. Sorrido e vorrei già tornare indietro
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ALLEGRIA
So cosa state pensando: «Ora che il tizio autoproclamatosi "L'Ideota" ha scoperto l'esistenza di un simpatico coinquilino noto come Linfoma Non Hodgkin, la sua pagina non è più satirica ma un diario su visite, esami e terapie?».
La risposta è un categorico e monumentale NO.
Mi capita di parlare dei fatti miei, e mi capiterà ancora, anche perché nel mio piccolo ho una linea editoriale abbastanza chiara: non voglio somigliare a uno di quei raccoglitori impersonali di fotomontaggi presi qua e là, in cui sembra che dietro non ci sia un essere umano ma una sorta di bot spargi-meme.
E poi scrivo qui anche per distrarmi. Voglio continuare a immergermi nei temi allegri che ho trattato in passato, come Lega, Fratelli d'Italia, intolleranza, quanto fa schifo Vannacci, finta sinistra, capitalismo, sfruttamento, imperialismo, intolleranza, ingiustizie, gente che "non sono fascista ma", gente che "il fascismo degli antifascisti", depressione, disagio, autocommiserazione, repressione poliziesca, dittature, colonialismo, probabilità di estinzione del genere umano, gente che merita di essere odiata, ho già detto che Vannacci fa schifo?
Va bene, lo ammetto: non ho mai parlato di temi allegri. L'elenco parla chiaro.
Sono uno spirito affine a Mercoledì Addams, la bambina cupa e vestita di nero che dice: "Non sono gaia". Nemmeno io lo sono.
Se volete allegria e leggerezza, ci sono sempre le "Risate a denti stretti" della Settimana Enigmistica (che leggo anch'io) e le pagine con i meme scopiazzati da chissà dove (che non mi piacciono affatto). Stavo per aggiungere alla lista i vecchi film di Walt Disney, ma poi mi è venuta in mente la madre di Bambi.
A proposito di satira e lotte, tre mesi e mezzo di affanni per giungere a una diagnosi mi hanno messo di fronte a una triste realtà, legata alla questione della malattia: stanno distruggendo la sanità pubblica in modo crudelmente graduale, come nel racconto della rana di Chomsky: un mese in più di attesa, un euro in più di ticket. Distruggono un pezzettino dopo l'altro, così non scendiamo in piazza. E troppe persone cominciano a dire: «L'assicurazione mi va bene, purché ci sia un taglio delle tasse». [L'Ideota]
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contesto: leggo nel mio libro che la ragazzina chiusa in manicomio sa che le parole che scrive hanno il potere di cambiare la realtà (es. aprire una porta chiusa a chiave da fuori) e ha una moneta con lei in camera che decide di strofinare da qualche parte fino a renderla affilata perché si accorge che non ha nessun inchiostro per scrivere le parole magiche. io penso ok, allora come l'ha resa affilata adesso graffierà da qualche parte per scrivere, tipo sul muro o sul pavimento sotto al letto E LEI INVECE CHE FA? voleva scrivere sul pavimento CON IL SUO SANGUE ma si accorge che ce ne sarebbe voluto troppo e la scelta logica secondo lei qual è? SCRIVERSI ADDOSSO TAGLIANDOSI CON LA MONETA e ora la mia domanda è: davanti a questo atto tragico e totalmente NON NECESSARIO fatto solo per sconvolgere il lettore e fargli pensare wow che coraggiosa ce l'ha scritto sulla pelle che vuole essere libera, continuo a leggere per capire se viene giustificata questa scena patetica o abbandono il libro che mi sembrava bello e gli do 2⭐️?
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