#io gioco a casa
Explore tagged Tumblr posts
raccontidialiantis · 2 months ago
Text
Lei t’ha preso e ti rivolta come un calzino
Tumblr media
Era iniziata quasi per sfida, con gli amici al bar! Blaaaah… niente di più banale, cheap! Lei, professoressa, passava sempre davanti a voi ogni giorno all’una e mezza, uscendo da scuola. Tu avevi chiuso la bottega poco distante all’una e al solito prendevi l’aperitivo con quei tre merluzzi dei tuoi colleghi commercianti vicini di negozio seduti al tavolino. Paletta per le votazioni virtuali in testa, facevate la Tac a tutte. Lei è una signora di evidente ma discreto fascino; molto raffinata. Con indosso sempre toilette e accessori di indubbio buon gusto, lasciava dietro di sé una scia di profumo che sapeva di seduzione, di buono. Ti lasciava dentro una fortissima voglia di possedere quell’animale splendido. Erotismo e fascino del proibito. “Tsè: io quella ci metto non più di una settimana a farmela…” Stendiamo un pietoso velo sulla scommessa che ne seguì. Iniziasti a cercare di agganciarla, con delle scuse stupide e accompagnandola alla fermata del bus alla fine delle lezioni.
Tumblr media
Lei, muta e camminando di fretta, ti guardava ma ti gelava con gli occhi. Senza una parola infatti ti faceva capire: “ma che vuoi, pivello? Non vedi che stai cercando di abbordare una donna sposata e che comunque di certo non è alla tua portata? Smamma immediatamente, che ho una casa e una famiglia da mandare avanti…” Poi, come tutte le cose che capitano perché l’universo congiura e dispone per farle accadere, contro tutte le possibilità, quando avevi perso ogni speranza, a lei questo tuo interesse continuo, assiduo e insistente è iniziato a sembrare un bel gioco, un trastullo quotidiano in fondo semplice e che gratificava la sua femminilità, repressa a lungo e opacizzata dagli anni, dalla routine quotidiana. Alla fine che c’è di male? Le sembrava qualcosa cui poter pur dedicare due-minuti-due, prima di andare a casa. E camminando insieme verso la fermata, ti sei accorto che ogni giorno rallentava un po’ di più e poi ha perfino iniziato a risponderti.
Tumblr media
Addirittura sorridendoti! Divertita… Dopo un po’ di giorni si ravviava i capelli, inclinava la testa, si fermava e ti guardava fisso negli occhi. Ti soppesava. Varrà la pena, questo bel fusto maturo? Infine, mentre sorrideva schiva, ha iniziato a mostrarti l’interno di entrambi i polsi. Un gesto molto intimo, per una donna. Lei stava cominciando a mandare tutti i segnali espliciti di apertura e resa, di fronte all’uomo che iniziava a interessarle sessualmente. Da cosa nasce cosa e quindi sei riuscito a vincere una a una tutte le sue resistenze, le diffidenze. A far cadere tutte le sue possibili barriere morali e portartela in una camera d’albergo. Hai così scoperto un vulcano di sensualità, una femmina pura e molto evoluta. Sessualmente insaziabile, espertissima nei giochi più disinibiti. Ti ha obbligato a dominarla, indossava il collare! Dolcissima. Si metteva di schiena e ti chiedeva di riempirla col tuo seme o la tua saliva. “Volevi la donna matura ed esperta, bello, no? Eccotela, adesso. Lavora duro. Guadagnati il tuo piacere.”
Tumblr media
Inutile dire che hai perso la scommessa e con gli amici di lei non parli più. Loro hanno capito. Scommessa persa, perché per conquistarla ti ci è voluto ben più di un mese. Ed è stata una cosa difficile, laboriosa e totalizzante: la chiamano innamorarsi. A qualsiasi età. Gli amici sono spariti dal sottofondo della scena. Immediatamente. T’ha tenuto sulla corda. Solo dopo una ventina di giorni infatti t’ha dato il numero del suo cellulare. E così hai potuto instaurare un dialogo: segretissimo ma sincero, fatto di frasi gentili e spesso anche molto osè. Che a lei poi piacciono molto: ogni donna ufficialmente trova sgradevole ricevere frasi esplicite. Ma in realtà, se formulate con il suo consenso, col dovuto garbo e con rispetto, anche le frasi di passione maschile più ardite fanno decisamente breccia, nei sensi e nella psiche di una donna assetata d’amore. Prova. Si aprirà presto al tuo desiderio, vedrai. Inevitabile.
Tumblr media
E allora oggi eccoti qui: ben cotto, come un hamburger di sabato sera al pub. Non sai proprio benissimo come “cavalcare la tigre” che hai liberato dalla gabbia. Scherza con te. Ti scrive che sei il suo giocattolo preferito, il suo tesoro di maschio segreto e adoratissimo. Hai dieci anni più di suo figlio maggiore, ma tra voi due è lei quella che sembra una ragazzina: una creatura capricciosa, innamorata e bellissima. Le brillano gli occhi, quando guardandoti si copre per tre secondi il volto e il sorriso con i capelli. Ha classe da vendere: è molto intelligente, sa come gestire questo vostro intreccio d’anime senza che la sua famiglia o chiunque attorno a voi ne abbia a soffrire. Pegno d’amore segreto, ha voluto che tu assistessi senza reagire in alcun modo a un suo ultimo rapporto con l’amante storico. L’uomo di cui tu ignoravi l’esistenza e che avrebbe congedato di lì a poco, per dedicarsi solo a te.
Tumblr media
Lui piangeva, mentre la scopava continuando a desiderarla da morire. Invece tu, nascosto tra i cespugli, la guardavi godere in macchina. Bellissima: un capolavoro di sensualità e calore femminile. Ti guardava negli occhi, sotto i colpi di quell’uomo, un vecchio ma valido stallone: suo cognato vedovo da anni, il fratello di suo marito. L'uomo che comunque avrebbe abbandonato al suo destino di lì a poco. Lui ha dovuto farsene una ragione e passarti il testimone. Era distrutto dal dolore, ma la sua bellissima fica comanda. Ti spompa. Ti consuma letteralmente. È molto esigente e devi tornare subito rigido, dopo esserle venuto dentro. Ti lavora a lungo e infine ti beve con sete e arsura di gola. Lei ama da pazzi farti sborrare nella sua bocca e giocare con il tuo seme, prima di ingoiarlo. Poi ti sorride e ti bacia, giocando di lingua in modo sapiente. E tu non puoi fare altro che irrigidirti nuovamente. Lo fa apposta.
Tumblr media
A volte sei addirittura spaventato: ti sembra di avere a che fare con una troia da bordello, di quelle di una volta. L’avresti mai immaginato, quando inarrivabile e altera vi passava accanto al tavolino del bar? Arriva a casa tua, ti fa spogliare nudo e t'accarezza il petto pieno di peli, arrivando piano al tuo inguine. Ti mordicchia i capezzoli. Sei esasperato dalla voglia. La tua mascolinità è tesa: vorresti possederla subito, ma lei invece ti fa cenno di aspettare e sederti sul divano. Si toglie la gonna e siede comoda su una poltroncina. Si tocca la passera con trasporto e grande passione autoerotica. Fa l’amore con sé stessa. È indubbiamente uno spettacolo per cui ringraziare Dio. Ti fa eccitare, ti intima di non avvicinarti, se non quando te lo permetterà. Addirittura, alcune volte dandosi piacere davanti a te lei è venuta, rapidamente s’è rivestita e poi, senza neanche farsi sfiorare dalle tue mani o dalle tue labbra, ha preso e se n'è andata, voltandosi solo un attimo per sorriderti. Sadica.
Tumblr media
Allora tu non hai potuto far altro che respirare la sua scia di profumo lasciata nella stanza. Sei pazzo del suo corpo caldo e ancora splendido di mamma e sei stupito da quante cose ti insegna: ogni giorno una tecnica nuova, una nuova modalità di eccitazione e trattenimento del pene nei suoi adorati anfratti. Ti ha fatto prendere confidenza con le tecniche di stimolazione anale del maschio. Stai seguendo un vero e proprio corso di laurea in amore e sessuologia pratica! Gioca a fare la preda, cerca di protrarre il rapporto sessuale il più a lungo possibile. Di posticipare il tuo orgasmo. Le piacciono tutti gli elementi della dominazione e ti insegna come far godere una donna, come liberarla progressivamente da ogni inibizione. La sua pelle t’ha stregato. Sei divorziato, sei stato sposato, ma una donna così preziosa e che trasudi eros da ogni poro non l’avevi mai conosciuta, prima.
Tumblr media
Piccoli passi d’amore: ogni giorno diventi sempre più esperto, dedito a lei e innamorato. La situazione inizia a farsi pericolosa per entrambi: sei diventato addirittura… geloso! Le hai chiesto infatti di non far più l’amore con suo marito. Ora lei sta pensando a come instradare e canalizzare propriamente le tue pulsioni, senza ferire il tuo amor proprio e il tuo morboso attaccamento. Però mantenendo comunque viva e tranquilla questa coinvolgente relazione segreta. Senza che il suo coniuge debba restare umiliato. Lui infatti, ignaro di tutto, la scopa contento e felice ogni volta che lei vuole. Perché lei di sesso ne vuole tanto. E spesso. Volevi un’avventuretta e invece ti ritrovi… nell’occhio del tornado! “Bisogna stare attenti a formulare dei desideri: c’è il concreto rischio che si avverino.” E poi, visto che non si può evitarla, comunque bisogna imparare a danzare sotto la pioggia. Con naturale leggerezza.
Tumblr media
RDA
131 notes · View notes
mccek · 1 year ago
Text
Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto. 
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio. 
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio. 
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio? 
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi? 
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi? 
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate. 
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale. 
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo? 
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna. 
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate? 
Non c’era bimbo/a che stesse solo. 
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme. 
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa. 
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi. 
Permettetemi una domanda? 
Perché voi siete cambiati? 
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me? 
Perché farsi del male da soli? 
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia? 
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo? 
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate. 
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro. 
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai. 
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene. 
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io. 
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli. 
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta. 
Cos’è l’amicizia? 
Puro opportunismo. 
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno. 
Oggi? 
La stessa cosa. 
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro? 
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo? 
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo? 
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi. 
252 notes · View notes
ilpianistasultetto · 8 months ago
Text
Giorgio Armani, un genio della moda. Aggiungo io: non a caso. E' sua l'uniforme della nazionale di calcio italiana. Avete visto la giacca indossata dall'allenatore Spalletti? Lo stilista aveva capito tutto e ha voluto dare una rappresentazione plastica della nazionale che avrebbe partecipato al campionato europeo, in Germania. Gente ormai imborghesita che scende in campo in ciabatte. Gente che non ama affatto sudare ma preferisce le comodita' delle loro megaville strapiene di confort . Calciatori che ormai passano piu' tempo stesi sui lettini di tatuatori che sui campi ad allenarsi. Una nazionale cosi brutta, assente, svogliata, confusa, non me la ricordo. Gioco, zero. Grinta, questa sconosciuta. Naturalmente, con certi giocatori, nessuno ti chiede di portare a casa il trofeo ma almeno la faccia, quella si. Tornare a casa sapendo che si e' data comunque l'anima, fa la differenza. Si, si..Giorgio Armani aveva capito tutto. Un genio.
@ilpianistasultetto
69 notes · View notes
fioredialabastro · 1 month ago
Note
Per il gioco del ricordo, io scelgo il numero 24: cartoni animati. :)
Buongiorno! 🌷 Grazie per la domanda! ☺️
Dunque, di ricordi annessi ai cartoni animati ne ho tanti, ma alla fine ho scelto Spirit - Cavallo selvaggio (2002), perché mi rimembra i primi anni in cui mi ero trasferita con i miei genitori a ottocento chilometri di distanza dalla casa dei nonni, dove avevo trascorso gli esordi della mia infanzia. All'epoca i prodotti della Mulino Bianco proponevano come sorprese all'interno delle confezioni dei giochi a tema Spirit, ovvero i totem, i trucchi per il viso e le cartoline. Ricordo di aver costruito non so quanti totem e di aver programmato nei minimi dettagli il mio viaggio nel Parco dello Yellowstone, perché il mio sogno era vedere dal vivo tutte le meraviglie naturalistiche e faunistiche del territorio, in groppa ad un cavallo della prateria, uguale a Pioggia, sfidando le aquile e il vento, e sperando di incontrare un nativo come Piccolo Fiume, per il quale avevo un'infatuazione. Tuttavia, erano le cartoline quelle che mi piacevano di più, perché le spedivo ai nonni assieme alle lettere, e loro ricambiavano con altre cartoline a tema Spirit. Così, in quelle poche righe a disposizione, ci raccontavamo quelle cose che a telefono non si riescono a dire senza piangere, come "ci manchi" e "quando sarò grande vi porterò con me nel Parco dello Yellowstone". Tutt'ora Spirit è uno dei miei film d'animazione preferiti; non solo perché è obiettivamente un capolavoro, ancora ad una ventina d'anni di distanza, ma anche e soprattutto perché incarna un periodo della mia vita emotivamente intenso e difficile, pieno di bellezza e malinconia. Alla fine i nonni dopo qualche anno si trasferirono vicino a noi e la lontananza si annullò. Come promesso, mi vestii da nativa americana e li condussi nel salone di casa, che si trasformò nello Yellowstone. Non so se un giorno riuscirò mai a visitare quel parco, quello vero; di sicuro, qualora avvenisse, gli spedirò una cartolina, ovunque saranno.
Tumblr media
23 notes · View notes
lamargi · 1 year ago
Text
Tumblr media
La sera che avevo deciso di sedurre mio nipote ho scelto una mise provocante, con appena un velo di chiffon a coprirmi il seno.
Come dite? Una nonna non seduce suo nipote, non così deliberatamente almeno?
Una brava nonnina per il nipote prepara buone cose da mangiare e gli dà di nascosto qualche soldo per i suoi capricci….
Ma io non sono una brava nonnina. Sono una donna libera, sono titolare di una azienda di consulenza importante, viaggio, e quando mi sento sola la sera trovo spesso un maschio da portarmi a letto. E nonostante l’eta non ho mai dovuto pagare nessun giovanotto…..
Mio nipote non lo vedevo da tempo.
“Gli farebbe tanto piacere lavorare con te, ha sempre ammirato il tuo lavoro, ha studiato tanto, lui si vergognava a chiederti di fargli fare uno stage da te, sono stata io a insistere….” Così mia figlia mi ha convinta. Loro vivono in un’altra città e io, tra lavoro e distanza, da tanto non lo vedevo. Quando si è presentato ho visto subito che non era più un adolescente brufoloso, ma si era fatto un bel ragazzo, anche se così diverso sia da me che da sua madre: incerto, insicuro, timido.
Ha cominciato a spiegarmi i suoi studi, le sue motivazioni, ma l’ho fermato e gli ho detto che lo avrei portato a cena fuori. Ho capito che non aveva previsto di fermarsi a dormire e che non aveva bagaglio con sé. Gli ho sorriso dicendogli che naturalmente sarebbe venuto a dormire …da me.
Eccoci qui, al ristorante, lui parla tanto, io lo ascolto poco. Credo che parli anche per nascondere un certo turbamento. Il suo sguardo cerca di vagare, ma torna sempre a fissarsi sul mio seno. È così teso, che sobbalza sempre quando sotto il tavolo lo tocco con le ginocchia o con il piede.
La cameriera che ci serve, che mi conosce e mi ha visto in questo locale con altre prede, alza il sopracciglio quando lo sente chiamarmi “nonna”. Ma ci scambiamo lo stesso uno sguardo d’intesa. Forse pensa a un gioco erotico, forse non crede davvero che il ragazzo a cui prendo la mano sopra il tavolo e a cui sensualmente dico che è ora di andare a letto, sia veramente mio nipote.
È a casa che l’imbarazzo di mio nipote raggiunge il culmine. Lo faccio sedere sul divano, lo faccio bere, cosa a cui si vede non è abituato. Mi seggo vicino a lui, lo accarezzo, non come farebbe una nonna amorevole, ma come fa una donna che vuole sedurre. Gli sussurro di non preoccuparsi, quando si scusa di non avere un pigiama con se.
E mentre guido la sua mano sulle mie gambe, per fargli sentire quanto ancora siano toniche le cosce di sua nonna, gli spiego che gli stagisti della mia azienda tra le loro prestazioni hanno quella di dormire con la padrona. E farsi scopare.
Il suo “nonna che dici” è interrotto dalla mia lingua che entra a forza nella sua bocca.
“Ho deciso, ti prendo”, gli sussurro all’orecchio, mentre lo prendo per mano e lo tiro su in piedi. “Ma …ma…” balbetta mentre me lo tiro dietro verso la camera da letto.
90 notes · View notes
kon-igi · 10 months ago
Note
Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
47 notes · View notes
happilymassivetyrant · 2 months ago
Text
Il mio primo bacio ha al sapore di sigaretta: se mi passo la lingua sulle labbra mi sembra ancora di sentirlo.
Per buona parte di quella sera mi ero divertita sugli autoscontri e non mi ero accorta che qualcuno a lato della pista mi stava osservando.
Avevo poco più di 12 anni e un comportamento privo d'ogni tipo di femminilità: maglietta larga, pantaloni strappati, i capelli raccolti in una coda; ero felice perché avevo battuto il record nel restare in piedi al centro sul tagadà e vedevo i ragazzi solo come amici.
Pat non faceva parte della mia compagnia, perché era più grande di me: girava in moto e la sua fama era legata allo spaccio; lo avevo visto più volte passare davanti a casa mia in quella strada residenziale dove nelle sere d'estate noi ragazzi stavamo tutti fuori insieme.
Alla fine dei nostri giri in giostra, prima di congedarci, eravamo soliti salire sul campanile per guardare l'orizzonte e goderci il fresco dei primi di settembre; non sapevo che Pat avesse chiesto ai miei amici (o, meglio, preteso) di essere lasciato solo con me - e fu così che mi ritrovai con lui da sola.
Avevo un'immagine diversa di lui: di un duro, di uno che più volte aveva picchiato qualcuno, ma non ero spaventata, perché la persona davanti a me era completamente diversa dal solito; Pat non sapeva cosa dire e la sua sconosciuta timidezza mi face ridere, e iniziai a capire cosa volesse da me.
Mi vennero in mente i film d'amore che avevo visto e qualche romanzetto Harmony letto, così presi io l'iniziativa; mentre lo baciavo nella penombra, gli guardavo gli occhi e i capelli all'epoca molto biondi che portava spettinati ed erano morbidi fra le mie mani, così come lui era morbido nel toccarmi.
Tutta l'estate fu così: ore e ore a baciarci; ero una ragazzina, ero una minorenne e lui un trentenne, ma non mi chiese più di quei baci e di una estate a cavallo delle sue gambe e della sua moto. Teneramente scoprii che non ero più solo una ragazzina ma stavo diventando una donna - e ben presto avrei voluto di più di quei baci che mi infiammavano il corpo e aspiravano ad un gioco più grande.
14 notes · View notes
occhietti · 6 months ago
Text
Io me la ricordo la felicità... Aveva il sapore della spensieratezza!
Il nostro social era fatto di "face to face". Non esisteva la competizione tra noi. Bastava un pallone per condividere tutto. Un gioco inventato. Un nulla per ridere. Un albero per raccogliere la frutta. Una chitarra per cantare tutti assieme. Un campo per raccogliere fiori... E le caramelle, erano per tutti. Il nostro Google era fatto dei nostri genitori. Facevano anche da "google maps" Bastava un urlo dalla finestra e sapevano dove eravamo.
Io me la ricordo la felicità... Bastava una panchina, un parco, un muretto che faceva da WhatsApp. Un fischio, una battuta di mani, un nome urlato sotto casa, che facevano da suoneria del telefono. La nostra palestra era semplice. Fatta da citofono. Bastava citofonare alla gente e poi prendere la rincorsa. Ai miei tempi, se qualcuno spariva è perché si giocava a nascondino.
Io me la ricordo l'età della spensieratezza... Aveva il sapore dell'infanzia... di quell'ultima epoca in cui felicemente "ho vissuto"! Quell'epoca in cui non avevamo niente, ma avemmo TUTTO! Eravamo ricchi e non lo sapevamo.
Tania Catarama ©Copyright L.633/1941
20 notes · View notes
schizografia · 6 months ago
Text
Mi sembrava infinitamente assurdo cominciare a entrare in quel mondo che avevo sempre ignorato: lavoro carriera posizione pace benessere democrazia famiglia figli avvenire. Avevo diciotto anni e credevo indispensabile morire subito. Adesso sono entrato nel mondo. In una città qualunque, uscirò da un ufficio e per via qualunque me ne tornerò alla camera d’affitto, invecchiando pazientemente. Nessuno penserà a me, e io non penserò a nessuno, tanto sarò vuoto. Penso con Pascoli: “Io devo dirti cosa da molti anni chiusa dentro. E non piangere. La vita che tu mi desti - o madre, tu! - non l’amo”.
O, con meno romanticismo, mi torna alla memoria quello che racconta talvolta mia madre: di quel sarto che finito alcolizzato in mezzo a una strada diceva nel suo dialetto piemontese: “Ma non era meglio che mia madre invece di fabbricare me avesse fabbricato un gioco di bocce?”. Ancora per molti anni potrei continuare a camminare per le vie del mondo, insaccato e assente. Vedo già, come mi succedeva da bambino, i funerali dei miei vecchi: se li porteranno via i becchini con la parrucca sbadigliando ed io cambierò casa, affitterò una stanza. Serve a qualcosa tutto questo? Che cosa è quello che verrà dopo: avvenire?
Su queste debolezze, standone fuori, è facile ridere di scherno.
Sergio Quinzio
22 notes · View notes
attackonmarty · 17 days ago
Text
Obbligo o verità (Arcane one shot)
Il bancone del bar era sporco di gusci di pistacchi vuoti e appiccicoso per il liquore che a volte scivolava via dai bicchieri. A Jayce non importò, mentre appoggiava un braccio sul legno viscido: era già brillo e non ci faceva nemmeno caso, la sua attenzione era attirata completamente dal ragazzo che gli stava seduto accanto.
"Allora, hai scelto?" biascicò. "Obbligo o verità?"
"Mmh" mugugnò Viktor, scuotendo il suo drink con aria distratta. Non aveva nemmeno finito il primo, a differenza di Jayce, che era al terzo. Era chiaro che non avesse la minima voglia di giocare, ma assecondò Jayce con un sorriso. "Verità."
"Sei mai" si fermò per soffocare un rigurgito "sei mai stato innamorato?"
Viktor lo fissò in tralice per un momento, indeciso se rispondere o no, ma al suo amico poteva dire almeno una mezza verità. "Credevo di sì. Ma è stato tanto tempo fa e in ogni caso non ero ricambiato."
"Di chi?"
"Non sono queste le regole del gioco" lo corresse Viktor. "Ora tocca a te scegliere."
"Obbligo" mormorò Jayce, curioso di sapere cosa l'avrebbe obbligato a fare il suo amico.
"Paga il conto, voglio andare a casa."
"Ma non hai nemmeno finito di bere..."
"Lo vuoi tu?"
Jayce ci pensò su, poi allungò la mano e trangugiò tutto d'un fiato il whiskey rimasto. "Va bene, andiamocene."
Traballante, si alzò in piedi e pagò tutto quello che avevano preso. Fece per tastarsi le tasche per cercare le chiavi della macchina ma si ricordò che Viktor gli aveva suggerito di lasciarle a casa: saggia scelta, era troppo ubriaco per guidare.
Chiamarono un taxi e gli diedero l'indirizzo del laboratorio. Jayce avrebbe dormito sul pavimento, non aveva voglia di passare la serata da solo.
"Obbligo o verità?" chiese Jayce quando si furono accomodati sui sedili posteriori.
"Hai ancora tutta questa voglia di giocare?" ridacchiò Viktor.
"Oh non hai idea... ho ancora un sacco di domande da farti."
"Verità, allora."
"A chi hai dato il primo bacio?"
"Giusto per sapere, tutte le tue domande sono a sfondo sessuale?"
"Non tutte."
"Non tutte?" Viktor si accigliò.
"La maggior parte" ammise Jayce ridacchiando.
"Ho provato a darlo a una mia collega di laboratorio, all'università. Non ho mai avuto il coraggio di concludere niente."
"Non ti facevo così codardo."
"Non era questione di codardia. Non era la persona giusta, credo. Scegli."
"Verità."
"Come vanno le cose tra te e Mel?"
"Ci siamo presi una pausa... sono successe troppe cose ultimamente, facevamo fatica a vederci e quando ci vedevamo, spesso litigavamo. Credo che fosse gelosa di te."
Viktor sgranò gli occhi, si sentì il cuore stretto. Sperò che Jayce fosse troppo sbronzo per notarlo.
"Obbligo" mormorò, per spostare l'attenzione su un altro argomento.
"Apri la porta, siamo arrivati e io mi sto gelando qua fuori."
Viktor pagò il tassista e aprì il portone del laboratorio, facendo strada fino alla sala che aveva adibito a camera da letto.
Vedere un luogo così familiare a un'ora così tarda stranì Jayce, che si ritrovò a fissare il laboratorio col naso per aria come se lo vedesse per la prima volta. Lo stanzino era stipato di fogli appesi a ogni muro e impilati per terra, e improvvisamente le occhiaie di Viktor ebbero senso.
"Purtroppo ho un letto solo, ma c'è abbastanza spazio per tutti e due."
Jayce strabuzzò gli occhi a quella proposta. "Cosa?"
"Non ti lascio dormire per terra con questo freddo, Jayce. Vieni a letto."
"Ehm..." temporeggiò.
"Obbligo o verità?" lo interruppe.
"Obbligo" disse Jayce senza pensare.
"Vieni a letto."
Jayce si ritrovò a ridacchiare. Quando si fu sdraiato sgranò gli occhi.
"Ehi, hai barato! Era il tuo turno di scegliere obbligo o verità!"
"Speravo non te ne accorgessi" sospirò Vik, ma la sua voce suonava divertita. "Ti concedo di farmi due domande, e scelgo sempre verità."
"Allora ti chiedo se andresti mai a letto con un uomo."
Viktor sbuffò, così Jayce aggiunse: "Non sei obbligato a rispondermi, ovviamente. Ma se non lo fai dovrò farmi venire in mente una penitenza, e al momento sono troppo ubriaco per farmene venire in mente una."
"No, non sono mai stato a letto con un uomo. Nemmeno con una donna, per quello che può valere."
"Okay. Posso baciarti?"
La domanda scivolò fuori dalle labbra di Jayce con naturalezza, prima che lui potesse trattenersi. Non si rese conto della domanda che aveva fatto finché il silenzio tra loro due si fece pesante.
"N-non sei obbligato a..."
"Va bene."
Jayce si voltò, stupito.
"S-sei sicuro?" chiese.
"To ho detto che va bene."
Alla fioca luce che filtrava dalla finestra, Jayce intravide i contorni del volto di VIktor. I suoi occhi erano semichiusi, i muscoli rilassati, mentre si tirava a sedere. Jayce lo imitò, e quando furono seduti uno davanti all'altro, tirò il suo amico verso di sé. Al primo contatto delle loro labbra, Viktor si irrigidì. Fu poco più di uno sfioramento e quando Jayce si staccò, guardandolo interrogativo come a chiedergli il permesso di continuare, lui capì che non gli sarebbe dispiaciuto averne ancora. Annuì, quindi Jayce prese il suo volto tra le mani e lo tirò a sé, tracciando con una serie di piccoli baci delicati il contorno delle sue labbra: quando fu arrivato al centro, gli coprì la bocca con la sua, e in quel momento furono consapevoli solo di quello, delle loro lingue che si sfioravano dapprima con timidezza, poi con più audacia. Viktor si sentì rabbrividire quando Jayce gli passò una mano tra i capelli, tirandoglieli leggermente; un gemito basso gli sfuggì nel momento in cui Jayce baciò l'angolo in cui il collo e la mascella si incrociano.
"Ti piace?" si informò Jayce, riprendendo da dove si era interrotto nel momento in cui ebbe ottenuto una risposta affermativa. Un altro gemito si strappò alle labbra di Victor nel momento in cui Jayce osò di più, pizzicandogli la pelle sensibile del collo in un lieve morso. Quello gli diede il coraggio per andare oltre, sollevando la sua maglia e sfiorandogli la pelle nuda con le dita. Viktor rispose reclinando la testa indietro, non disse niente, quindi Jayce si sentì legittimato a proseguire. Gli sollevò ulteriormente la maglia, tracciandogli una serie di baci sull'addome.
"Posso?" chiese conferma, osservando Viktor negli occhi, e quando quello annuì gli sfilò i pantaloni e gli baciò l'interno coscia. Viktor allungò una mano, sfiorando i capelli di Jayce, che lo fissò incredulo, poi riprese da dove aveva interrotto. Nel momento in cui si avvicinò all'inguine, Viktor inarcò la schiena, inspirando bruscamente.
Jayce si sentì vibrare dentro a quella reazione: non avrebbe mai creduto di trovarsi in una situazione del genere, almeno non con Viktor.
Risalì fino all'intersezione delle gambe, dove l'erezione di Viktor lo fece gemere nel momento in cui Jayce la sfiorò con la punta della lingua. Viktor inarcò la schiena ancora, stringendo le coperte sotto di sé con uno spasmo. Jayce ripeté il gesto ancora e ancora, poi prese il membro eretto in bocca. Viktor gemette piano, mordendosi il labbro inferiore, poi venne tra le labbra di Jayce, in un orgasmo che lo fece tremare. Jayce si sdraiò accanto a lui, che si accoccolò contro al suo fianco.
"Ti è piaciuto?" chiese Jayce.
"Molto" Viktor deglutì. Iniziò a tracciare dei disegni sul petto di Jayce, poi gli sollevò la maglia, sfiorandogli gli addominali. Quando arrivò all'elastico dei pantaloni, Jayce inspirò bruscamente. "Devo fermarmi?" chiese Viktor, tirandosi indietro.
"No, vai avanti."
Viktor eseguì, stringendo l'erezione di Jayce in mano. Spero solo che non se ne pentirà quando sarà sobrio, pensò, continuando a dargli piacere con movimenti lenti e misurati. Jayce si lasciò cullare dal tocco lieve di Viktor, respirando sempre più profondamente man mano che si avvicinava al limite.
Quando venne invocò il nome di Viktor, una dolce supplica che fece torcere le budella del giovane.
"Dovremmo giocare a obbligo o verità più spesso" ridacchiò, tornando ad accoccolarsi contro Jayce, che si unì alla risata.
"Domani possiamo rifarlo" propose.
"Domani lo rifaremo, allora."
12 notes · View notes
raccontidialiantis · 1 month ago
Text
Tempo delle nostre vite ben speso
Tumblr media
T’ho corteggiata a lungo. Come un vero gentiluomo. Affamato, pronto a sbranarti al tuo primo segno di cedimento e a farti mia schiava. Nel fisico e soprattutto nella mente. Perché i legami più forti sono quelli mentali. Come diceva Lana Turner: “un gentiluomo non è altro che un lupo paziente” e io quindi ho sviluppato le mie tattiche, tutte tese a far cadere innamorata una preda che mi piaceva assolutamente. Non potevi sfuggirmi. Era scritto in cielo. Ho percepito che eri pronta un mese fa, quando il nostro appuntamento quella volta fu finalmente molto differente dalle precedenti.
Tumblr media
Fino ad allora tra noi erano state in casa tua solo sere piene di passione controllata, frenata. Evidente ma non liberata. Serate caratterizzate da giochi mentali ad alto tasso erotico non confessato. Vicinanze piene di voglie inespresse, in cui però se mi avvicinavo a te e mi azzardavo a toccarti, mi davi dei ceffoni sulle mani. Schiaffi certamente non dolorosi, ma inequivocabili. Dinieghi fisici che però erano ogni volta più leggeri, sino a diventare progressivamente quasi carezze di resistenza solo formale. Lasciavi che la mia mano riposasse sul tuo corpo sempre più a lungo e diventasse sempre più sfacciata.
Tumblr media
Ho capito che era arrivato il momento dalla gonna ampia che avevi indossato, dal tuo stare scomposta - cosa incredibile per la tua educazione - addirittura a gambe aperte sulla sedia e dallo sguardo che mi diceva solo: “eccomi a te, aprimi pure.” Contrariamente al solito, invece di stare un’ora a parlare solo dell’universo mondo, duellando in punta di fioretto, mentre entrambi non desideravamo altro che scambiare quanti più fluidi possibili, quella volta eri silente e tutta rossa in viso. Accaldata, ti sventagliavi con la mano. "Non si fa, ma lo voglio" era di sicuro il tuo tormento interiore.
Tumblr media
Ho parlato solo io per appena tre secondi. Poi, deciso, t’ho infilato direttamente una mano sotto la gonna. Sono arrivato a toccarti le mutandine, guardandoti fissa negli occhi. Li hai abbassati e poi socchiusi, mentre gemevi e io godevo di te. Scostando gli slip, toccavo finalmente la tua vulva bagnata. Vi ho infilato un dito. T’ho fatta eccitare. T'ho ordinato di spogliarti nuda e di metterti in ginocchio: volevo vincere ogni tua possibile resistenza psicologica e assoggettarti completamente a me. Sono stato lì a rimirarti e a farti i miei complimenti. Eri e sei giovane e bella come una Dea.
Tumblr media
Poi t’ho presa in braccio, baciata a lungo e sculacciata: eri felice ma sorpresa. Non sapevi bene come reagire. Ma ti fidavi perché mi volevi. E hai scoperto che essere sculacciata ti piace, ti prepara alla totale sottomissione al maschio. E ora non desideri altro che essere punita, prima di essere scopata. Piano piano, t’ho insegnato a sopportare tutte le dolci torture che ti infliggo ogni volta, spostando la soglia del nostro gioco a due privatissimo, del tuo dolore e della tua umiliazione ogni volta un po’ più in alto. Quando introduco qualche novità, tu, deliziosa e novizia puttana, mi sorridi e con gli occhi che ti brillano, muta mi ringrazi.
Tumblr media
Vuoi essere dominata, mi è evidente. Ti piace da morire. Hai un orgasmo, quando legata e imbavagliata ti strizzo i capezzoli e ti ordino di resistere alla punizione. Mi piace soprattutto quando te li pinzo e inizio a incularti. O se ti ficco brutalmente il cazzo in bocca e ti impongo di fartelo entrare bene tutto fino alla radice. Senza protestare. Amo vederti nuda, fiera e bellissima, prima di sottometterti. Ti faccio assumere delle pose plastiche, che mettano in evidenza le tue forme perfette di giovane puledra da monta. Sei fatta per essere scopata e riempita di sborra ovunque. Il più spesso e il più a lungo possibile.
Tumblr media
Subito a seguire, adoro trattarti in modo rude, prenderti e sbatterti contro una parete o sul letto. Esigo godere del tuo profumo, dei tuoi odori corporei, leccarti tutta e ingoiare i tuoi umori. Vieni come una vera signora: copiosamente, urlando e vibrando dal piacere. Hai imparato a chiedermi per favore l’autorizzazione a venire, o il permesso di succhiarmi l’uccello. Con te mi sento perfettamente padrone e mi faccio un vanto del fatto che ti faccio godere ripetutamente e a distanza di tempo ravvicinata. Spesso, se sono in ritardo all’appuntamento, ti fai trovare direttamente in posizione prona, a gambe larghe e natiche aperte belle alte.
Tumblr media
Quando è così, vedo la tua fica che già cola. Quindi mi spoglio rapidamente, t’accontento e ti sfondo il culo. Mi accogli dicendo: “finalmente… oooh… siiii…. squartami, spaccami ovunque…” Ti sborro nelle viscere a lungo, con getti ripetuti. Dolcemente ti resto dentro, pieno d’amore. Sento che sono nella tua anima, te la posso toccare. Apprezzo e gusto il tuo ano che contrai e rilasci per trattenermi, adorabile bricconcella. Quindi, finito di sborrare mi sfilo e marco il mio territorio baciandoti, prendendo confidenza con la tua bocca. Preparandoti. Perché sei il mio giocattolo preferito.
Tumblr media
Non devi protestare, devi semplicemente ingoiare e stare zitta. Solo poi stabiliamo insieme il resto del programma. Ho imparato a mia volta a permetterti di esprimere delle preferenze. E ti accontento sempre più. Sto imparando ad amarti. E a viziarti con doni a sorpresa e addirittura casti baci sulle guance che significano moltissimo, per te. E ancor di più per me. Carezze, ogni tanto. Spesso. Non penso che potrò più fare a meno della mia schiava: quando infilo il mio uccello nella tua bocca, mi accorgo dei miglioramenti enormi che hai fatto nell’accogliermi: sento i progressivi movimenti delle tue labbra avide di cazzo sulla mia asta rigida.
Tumblr media
Il mio glande si fa strada agevolmente fino a raggiungere la sua sede naturale: il fondo della tua gola. La quale si apre lieta, mentre tu intanto mugoli di puro piacere. A un certo punto mi fai capire con gli occhi e con dei gemiti stabiliti che vuoi ingoiare la mia sborra. Quindi mi concentro per venire e dopo alcuni colpi intensissimi t’accontento. Ingoi tutto senza impedimenti. Hai una vera passera da troia cinquantenne, in fondo alla tua gola. La adoro. Il tuo culo poi è un’opera d’arte: quando voglio, ti metto sulle mie gambe e ti sculaccio fino a farti piangere dal dolore. Ma non ti muovi dalla posizione in cui ti trovi.
Tumblr media
Adori soffrire per darmi piacere. E ormai entro in te senza più nessuna forzatura: il tuo ano è un burro. Infilo nel tuo anello elastico e gentile dei falli di gomma sempre più importanti ma non protesti mai. Ti impongo di portare il plug, quello più grande di tutti, durante tutta la tua giornata lavorativa. Perché la sera non devo avere problemi e soprattutto perché ti devo trovare già bella infoiata. Infatti, spesso durante il giorno grazie allo stimolo anale hai dei bellissimi orgasmi spontanei, che ti fanno desiderare di avere dentro di te il mio cazzo. Anche se a volte succede in momenti imbarazzanti: in riunione, con un cliente o mentre sei alla macchinetta del caffè coi colleghi!
Tumblr media
Sei la mia privata, dolcissima, educata, riservata e insospettabile troia, venuta al mondo solo per il mio piacere privato. Forse… anzi, decisamente: ti sposerò. Chissà che misura hai all’anulare e come lo preferisci, l’anello. Lo chiederò a tua madre, la mia vicina di bottega, mentre domani la scoperò al solito nel nostro appuntamento segreto del giovedì pomeriggio - chiusura infrasettimanale - a casa mia. Cosa che facciamo insieme da anni. Godremo per l’ennesima volta, in segreto dal resto del mondo e da tuo padre, che invece a quell'ora è al lavoro in fabbrica. Perché lei adora dominarmi; mi lega, mi tortura i genitali, mi spompina, mi fa arrivare al culmine, però proprio allora mi ordina di non sborrare.
Tumblr media
Quindi, mi impone di darle piacere leccandola a lungo. Solo dopo, posso scoparla. E se mi dà il permesso mi consente finalmente di venire. Posso farlo solo sulle sue tette: nel culo o nella fica non me lo fa mai fare. Quanto lo vorrei! Poi, quando lei è soddisfatta e ha goduto abbastanza, devo prepararle la doccia, insaponarla, lavarla accuratamente ovunque e asciugarla. Devo massaggiarla sapientemente con delle creme e assistere, sempre restando nudo come un verme, alla sua vestizione. Soltanto quando è pronta per uscire e andare ad aprire il suo negozio mi fa rivestire in fretta e mi caccia via. Però non mi lamento, da bravo suo schiavo. Ma questa è una storia che tu non dovrai mai sapere, finché durerà.
Tumblr media
RDA
60 notes · View notes
autolesionistra · 9 months ago
Text
Ormai sono settato sul fuso orario della Polinesia francese e vivo un po' in ritardo tutto. Per esempio mi sto ancora portando appresso certe sensazioni di questo periodo venticinqueaprilico/primomaggico, a ormai un mese secco di distanza, durante il quale - tanto per raccontare i cazzi miei - non ho mai suonato tanto in contesti, diciamo, socialmente amici.
Quindi alla fine uno ha certe percezioni un po' falsate, se la canta e se la suona (anche letteralmente). Da un lato parlando con compagni dell'ANPI o del sindacato raccontavano come quest'anno sia stato tutto un po' più partecipato, dall'altro le partecipazioni che ho visto io avevano un'età media non proprio incoraggiante e non fai in tempo a finire di preoccuparti per la scomparsa di una generazione di ex partigiani che tocca già preoccuparsi della scomparsa della generazione successiva che ha vissuto o partecipato ad una certo modo di pensare il sociale (mica tutti, eh)
E tanto per chiudere il quadretto da vecchio trombone nostalgico (che è un po' la maledizione della mia generazione, avere già la mentalità da pensionati senza troppe speranze di arrivarci, ad una pensione) aggiungeremo il rant sulle europee. Che le prese per il culo facciano parte di ogni campagna elettorale fa parte del gioco, una volta però avevo almeno la percezione che il raggiro fosse meno grossolano. Le candidatura civetta di candidati-mazinga che mai metteranno il culo su uno scranno del parlamento europeo (fenomeno tutto italiano, va detto) sono da sempre la cifra stilistica di partiti di merda. Il fatto che a queste europee la cosa sia ai massimi storici è abbastanza significativo.
Ma anche la (mancata) sottigliezza linguistica dei cartelloni elettorali: mi immagino la riunione fra quelli di forzaitalia e l'agenzia di comunicazione che ha curato la campagna: "ecco, sicuro ci mettete una foto del caro estinto di fianco a qualcuno ancora vivo, però per stemperare l'effetto weekend-con-il-morto dovreste trasmettere in maniera sottile il concetto che siamo un partito rassicurante" "ecco qui: UNA FORZA RASSICURANTE." fanno millemilaeuro, grazie.
Anche la lega ha optato per evitare direttamente fattori che avrebbero potuto mettere in crisi lo zoccolo duro dell'elettorato, tipo le coniugazioni verbali: a difesa della casa e delle auto (cristosanto), più italia meno europa; quest'ultimo slogan, tristemente affisso nei pressi di casa mia, ha scatenato un intenso dibattito sulle sperequazioni geografiche fra i figliuoli: "ma che significa?" "ma infatti, se l'italia è in europa se dici meno europa è anche meno italia" [attimo di perplessità guardando ad occhi stretti il cartellone] "quello lì non mi piace mica"
22 notes · View notes
ilpianistasultetto · 1 year ago
Text
VI STRAPPO UNA RISATA..
“Papà, ti ho mandato sulla mail la rata del mutuo che dovrei pagare ma non ho soldi" - “che bello, non aspettavo altro, guardo subito!”
Ho ingoiato un po' di saliva e ho aperto l'allegato.
Chiamo mia figlia: “Giu', ma si deve pagare subito o abbiamo un po' di tempo?” - “Pa', ieri già era tardi! Perché c'è qualche problema?” - “nooooo, quale problema, figurati...”. Pero', cavolo, per pagare sempre tutto uno si dovrebbe mettere a far rapine.
Rapine? Ho detto rapine? Mumble mumble..La banca si trova a due chilometri e ho la schiena che mi duole senza tralasciare l'uomo nerboluto che sta all' ingresso. Penso di optare per il negozio di cibo per animali sotto casa. C'è sempre una vecchietta da sola e le crocchette per cani vanno a ruba. Sicuramente gli incassi non mancano, sembra il posto perfetto da rapinare..
Il piano è da preparare con cura. Avrò bisogno di qualche complice. Chi meglio del mio cagnolino?
Gli racconto un po' la strategia: “Ascolta Dandy, le crocchette non ti sono mai mancate, anche le scatolette di manzo, pollo e cinghiale di quella marca che tu preferisci. I croccantini, quelli che a te fanno schifo, ma costano poco, non te l'ho mai imposti, quindi, se vuoi continuare a fare la vita da nababbo come un parlamentare mi devi essere complice. Ascoltami bene: stasera verrai con me, indosserai questo marsupietto colorato, anche se il disegno di Pluto non ti piace, non ho altro, quindi zitto! Andremo nel negozio di cibo per animali. La signora ama i cani e di sicuro quando ti vedrà sarà un gioco facile. Ti prenderà in braccio, tu, in un primo momento, sarai dolce, occhi mielosi e strusciamenti continui: “Ma quanto è bello..., come si chiama..., ma che carino...”, dopo qualche minuto tu, con uno scatto gli scivolerai via dalle braccia e ti nasconderai nel retro bottega. Naturalmente la signora ti vorrà seguire e ti cercherà, bada che non ci vede bene, quindi perderà del tempo: "Cagnolino, dove sei?" E in quel tempo io mi pappo la cassa..., intesi?”
Il piano è fallito vergognosamente, io me lo sentivo, Dandy non è affidabile. In quel caxxo di negozio, proprio mentre tentavo il furto è entrato un tizio con un Rottweiler bavoso e anche un po' scontroso. Ha trovato Dandy che si era nascosto in due secondi.... quel bastardo!
Dandy è scappato come un vigliacco!
Oltre al mutuo ci sono le bollette da pagare..., forse opterò per la banca, almeno lì i cani non li fanno entrare!
@ilpianistasultetto
Tumblr media
Il complice..😱
76 notes · View notes
lamargi · 7 months ago
Text
Tumblr media
Cosa faccio qui? Cosa sto facendo? Sono in auto, parcheggiata, alcuni metri fuori da scuola. E sto aspettando …lui. Che esca da scuola. Già questo dovrebbe spingermi a mettere in moto e andare via. Non lo faccio. Ho perso la testa. Mi sono invaghita di un ragazzo più giovane di mio figlio. Un ragazzo che va ancora a scuola la mattina. E io, qui ad attenderlo.
Tra le gambe sento un fremito. Già l’attesa, il pregustare di vederlo mi fa bagnare. Sei proprio impazzita. Che ti ha preso?
Lo conosci da sempre. Sei amica del cuore della sua mamma. Poi, ti sei accorta di come ti guardava. E anziché riderne e non pensarci hai cominciato a giocare. Sguardi, sorrisi, accavallamenti di gambe, scollature generose, qualche sfioramento solo in apparenza innocente sotto il tavolo. Un gioco di provocazioni che ha portato il ragazzo a cadere nella tua rete. Finché non lo hai sedotto e te lo sei fatto.
Un capriccio. Ma lui è così dolce….e mio dio come ti fa godere Margi.
Così, sei qui, che lo aspetti.
Mi controllo il trucco. Passo le mani sulle gambe, eccitata. Ho messo le calze e il reggicalze stamattina. E senza mutandine. Porca, per andare a prendere un ragazzo adolescente davanti scuola….
Eccoli che escono. Anche lui. Gli accordi sono chiari. Guai a farci notare. L’auto parcheggiata nell’angolo, ad alcune decine di metri dal portone. Lui che cammina, cerca con gli occhi la mia ufo, sorride quando la vede. Ma deve fare finta di camminare diritto. Solo all’ultimo momento aprirà lo sportello e si infilerà nel posto accanto al guidatore. Accanto a me.
Lo guardo. Che voglia di pomiciarlo subito. Anzi, di farmelo subito, qui in macchina, sbottonargli i pantaloni, salirgli di sopra e scoparmelo sul sedile.
Non si può, controllati ancora per qualche minuto.
Metto in moto e sorrido senza dire una parola. Allungo la mano, gli tocco la patta. Poi prendo la sua, e la guido sotto la gonna, sulle cosce. Riporto la mano sul voltante. Lui mi accarezza le gambe, indugia sul reggicalze, poi si spinge in mezzo.
“Devo guidare…” gli dico.
Lo sto portando nella casa appena fuori città rimastami dopo il divorzio. Il mio ex marito neanche sospetta che la usi. Avremo un paio d’ore prima che debba riportarlo a casa, dalla sua mamma. Gli toglierò i vestiti appena chiusa la porta alle nostre spalle. Lo spingerò sul letto. Non ho mutandine, non ho neanche bisogno di spogliarmi. Di sprecare nemmeno un secondo …..
26 notes · View notes
fioredialabastro · 2 months ago
Text
Pinterest Christmas Edition
Cerca queste sei parole chiave:
Mug, plaid, Christmas tree, Christmas food, Christmas decorations, Christmas outfit
E pubblica la prima foto che Pinterest ti propone! 🪄🎄
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Grazie @hope-now-and-live per avermi coinvolta in questo splendido gioco, oramai divenuto un appuntamento fisso! 🥰
Dunque, devo dire che anche stavolta Pinterest ha funzionato. Mi fa sorridere il fatto che il mio colore preferito sia il blu, mentre non è la prima volta che vince il verde, che comunque si trova al secondo posto della mia gerarchia cromatica. 💙💚
Le tazze sono bellissime, il plaid mi ricorda le fantasie scozzesi o irlandesi, territori che mi hanno sempre affascinato; l'albero è praticamente evocativo, lasciandomi lo spazio di addobbarlo a mio totale piacimento, ma mantenendo le luci dorate, perché l'algoritmo sa quanto io ami le atmosfere calde, disprezzando invece quelle fredde; i biscotti sono meravigliosi, raffinati e delicati: mi piacerebbe tanto imparare a lavorare la glassa in quel modo e regalarli ai miei cari, ma al momento volo (molto) basso 😋. Le campane in stile vittoriano sono stupende: ho un debole per le atmosfere natalizie di quel periodo, fosse per me decorerei l'intera casa con ghirlande, candele, stecche di cannella e fette di arancia essiccate. 😍 Infine, l'outfit mi rappresenta tantissimo, è proprio il mio stile quotidiano; forse avrei preferito qualcosa di più fiabesco, come un abito di gala (tipo quello di Lady Mary in Downton Abbey quando riceve la proposta di matrimonio da Matthew sotto la neve), ma sarebbe stato un sogno un tantino irrealizzabile, meglio rimanere nella realtà! 🤭
Cari lettori, come sempre, se avete voglia di partecipare a questo divertissement siete tutti invitati!
Se vi incuriosisce vedere l'esito degli altri How does Pinterest see you a cui ho partecipato, cliccate qui, qui, qui e qui.
Se vi interessa la mia bacheca pinterest dedicata al Natale, potete dare un'occhiata su Christmas! 🎄🎁
Se invece volete che ci seguiamo anche su Pinterest mi farebbe molto piacere, ecco il mio profilo! ✨
11 notes · View notes
pensieri-inlacrime · 5 months ago
Note
Scusa la maleducazione, non ho chiesto a te come passi la giornata o com’è una tua giornata tipo ahah. Te la chiedo ora:
Come passi la giornata? Com’è una tua giornata tipo?
Ma no tranquilla non eri obbligata 🤣
Io mi sveglio molto presto, di solito 7.00/7.15
Difficilmente faccio colazione e se la faccio di solito è con un toast o mezza piadina. Se non ho impegni rimango un po' a letto e vedo un film o gioco al telefono.
Poi quando anche mio marito si sveglia, inizio a pulire la casa oppure esco con qualche amica.
Cucino il pranzo, e poi il pomeriggio studio, leggo, gioco ai videogiochi, guardo qualche film. Ma tra poco riprendo a lavorare e quindi le attività del pomeriggio le spargo anche durante la mattina.
Cena, di solito cuciniamo insieme oppure spesso lo fa mio marito. Poi semmai filmetto insieme oppure quattro chiacchere prima di dormire.
10 notes · View notes