#invidiabile
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ogni volta che vado al lavoro penso di avere uno stile invidiabile, ma la verità è che sembro una barbona o una tossica.
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Fanciction One Piece
Lingua (Language): Italiano (translatable with google translate) Autore (Author): Innomined Pubblicazione (Publication): AO3 Titolo (Title): Resta con me (Stay with me) Genere relazioni (Relationship genre): Yaoi Relazioni (Relationship): King x Queen - Kaido x King Genere (Genre): Amore (Love) - Porno (Porn) - Azione (Action) - Avventura (Adventure) - Dramma (Drama) - Umoristico (Humorous) - Thriller - Horror
FANFICTION CON (WITH) FANART! ATTENZIONE Vietato ai minori di 18 anni Capitoli contenenti: Linguaggio scurrile - Stupro - Sesso - Violenza - Omicidio - Abuso di sostanze stupefacenti - Alcool
WARNING Forbidden for children under 18 Chapters containing: Foul language - Rape - Sex - Violence - Murder - Drug abuse - Alcohol
LINK PER LA FANFICTION COMPLETA (COMPLETE FANFICTION LINK):
INTRODUZIONE:
ITALIANO (introduzione):
Dopo il grande concerto di Uta, i cantanti più famosi iniziano ad organizzare degli eventi per mettersi in gioco.
Queen, parte per mettersi in forma e partecipare a Grandorchestra (il talent shows più importante dove si sfidano i cantanti più famosi).
Dopo aver ottenuto un corpo invidiabile, Queen, diventa popolare, ma King non sembra prenderla molto bene (inizialmente).
ENGLISH (introduction):
After the big concert in Uta, the most famous singers start organizing events to put themselves on the map.
Queen, leaves to get in shape and participate in Grandorchestra (the top talent shows where the most famous singers compete).
After getting an enviable body, Queen, becomes popular, but King does not seem to take it very well (initially).
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Ecco un piccolo pezzo di quello che succede (little piece of the story)...
ITALIANO:
Queen: (Iniziò a scatenarsi muovendo il corpo a ritmo della batteria, iniziando a cantare con più adrenalina) THIS IS A MAN'S WORLD!!! BUT IT WOULDN'T BE NOTHING!!! NOTHIIING!!! WOOOWWW!!! NOT ONE LITTLE THING!!! WITHOUT A WOMAN OR A GIRL!!!
Tutte le donne pirata presenti al locale gridarono per come Queen stava dando importanza al loro sesso gentile
Gifters [donne]: QUEEN-SAMA!!!
Queen: HE'S LOST IN THE WILDERNESS!!!HE'S LOST IN BITTERNESS, HE'S LOST LOOOST!!! OOHHH!!! YEEEEEAAHHH!!!
King: GHH!!! (Sentì l'aria diventare bollente ed il suo fiato affannare più forte... Cazzo! Da quando il suo collega era così bravo a cantare? Era lì! Difronte a lui! Ancora sul tavolo a danzare... praticamente gli stava sculettando ad un metro dalla faccia... i capelli biondi di Queen erano sempre più disordinati e la pelle chiara stava brillando per il sudore) H!! «Merda!» (Deviò lo sguardo dal corpo umido, non capendo: Come? Perché quella vista non gli stava dispiacendo? Cercò di affogare quella confusione nell'alcool, perché era così complicato staccargli gli occhi di dosso?! Si trattava di Queen! Perché non sentiva più il ribrezzo di sempre?!) «Ma che diavolo mi sta succedendo?!»
ENGLISH:
Queen: (He started to go wild, moving his body to the rhythm of the drums, starting to sing with more adrenaline) THIS IS A MAN'S WORLD!!! BUT IT WOULDN'T BE NOTHING!!! NOTHIIING!!! WOOOWWW!!! NOT ONE LITTLE THING!!! WITHOUT A WOMAN OR A GIRL!!!
All the female pirates at the club screamed at how Queen was giving importance to their gentle sex
Gifters [female]: QUEEN-SAMA!!!
Queen: HE'S LOST IN THE WILDERNESS!!!HE'S LOST IN BITTERNESS, HE'S LOST LOOOST!!! OOHHH!!! YEEEEEAAHHH!!!
King: GHH!!! (He felt the air getting hot and his breath getting louder... Damn! Since when was his colleague so good at singing? She was there! In front of him! Still dancing on the table... she was practically shaking her hips a meter from his face... Queen's blonde hair was getting messier and messier and her pale skin was shining from sweat) H!! "Shit!" (He looked away from her wet body, not understanding: How? Why wasn't that sight bothering him? He tried to drown that confusion in alcohol, why was it so hard to take his eyes off her?! It was Queen! Why didn't he feel the same disgust as usual?!) «What the hell is happening to me?!»
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Grazie per aver letto questo post... Spero di avervi incuriosito
Thanks for checking out the post... I hope I've intrigued you
#one piece#one piece fanfiction#one piece wano#one piece fanart#King x Queen#Kaido x King#king the wildfire#queen the plague#kaido#beast pirates#fanfiction#fanfom#yaoi#art#lunarian#science#funk#songs#lovers#fanart#Arbel
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È passato molto tempo ormai da quando anche io ho iniziato l'opera di abbattimento di tutto ciò che ci rende INquieti e sofferenti, tristi, svogliati e a volte con poca voglia da parte delle persone di vivere felici riconoscendo che la vita è il dono più prezioso che ci è stato fatto da Dio. Impegno difficile ma edificante, aiutare gli altri a guarire e togliere dalle loro menti le convinzioni che certe cose non si possono cambiare e, che le loro idee possono essere corrette e, che l'INguaribile puo' diventare guaribile e, l'INcerto può essere certo.
E non da oggi! INdiscreto, INvadente, INdelicato INsensibile, INsolente INguaribile INeguagliabile INdicibile, INvisibile, INcredulo...ecco si questo è ciò che più cerco di combattere e di distruggere testimoniando la parola di Dio. Io ero uno di loro, ma lo rinnegai e da INcredulo diventai credente. Fu cosi che la mia vita cambiò e diventò vivibile, di qualità superiore e mi aiutò a crescere e usare la gentilezza, la discrezione, il rispetto e l'amore. Il vero Amore, quello con la A maiuscola, quello che fa dell'eccezione la unica vera regola, quello INdistruttibile, quello INimitabile e INvidiabile.
lan ✍️
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Per gli Esseri Superiori
L’unico atteggiamento intellettuale degno di una creatura Superiore è una calma e fredda compassione per tutto quanto non sia lui stesso. Non che questo atteggiamento abbia una qualche parvenza di giustizia e verità; ma è tanto invidiabile da essere necessario. Bernardo Soares
F. Pessoa, [Aforismos e afins, 2003], La divina irrealtà delle cose, Firenze-Antella, Passigli, 2004 [Trad. G. Boni]
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Essere capaci di sopportare la propria mente, di aspettare mentre la tempesta interiore di pensieri intollerabili si scatena, per poi restare a contemplare i resti con qualche speranza di capire quello che è successo, è un invidiabile stato mentale.
(Susanna Casciani)
Source ➺ liberamente-me
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Salvatore Ferragamo 1898-1960
Stefania Ricci
Ferragamo Museo
Electa, Milano 2023, 512 pagine, 22x32cm, ISBN 9788892824508
euro 72,00
email if you want to buy [email protected]
Una monografia aggiornata, frutto del lavoro di quasi quattro decenni dell’Archivio e del Museo Ferragamo, sull’opera straordinaria di Salvatore Ferragamo, esempio eclatante di come la moda sia non solo bene di consumo ma anche racconto della società contemporanea e generatore di cultura, e dunque possa essere oggetto di studio e ricerca. Un libro iconico su uno dei grandi protagonisti del Made in Italy nel mondo.
Sono trascorsi cent’anni da quando Salvatore Ferragamo aprì nel 1923 il suo primo importante negozio a Hollywood. Non era solo un locale dove eseguire riparazioni oppure eccezionalmente creare qualche scarpa su misura, come i suoi precedenti negozi a Bonito in Italia e a Santa Barbara in California, ma un vero e proprio punto vendita di lusso ubicato in uno dei più vecchi e più eleganti esercizi della città, conosciuto come Hollywood Boot Shop. Il negozio a due piani, all’angolo tra Hollywood Boulevard e Las Palmas Boulevard, godeva di una posizione invidiabile poiché si trovava di fronte al Grauman’s Egyptian Theatre, di recentissima costruzione, dove erano organizzati spettacoli teatrali e venivano presentate tutte le première dei film, come The Ten Commandments per la regia di Cecil B. DeMille, che proprio a Ferragamo aveva affidato il disegno e la realizzazione delle scarpe dei protagonisti. I clienti di Salvatore sono le attrici e gli attori del cinema, i produttori e i registi, che non possono più fare a meno delle calzature eleganti e confortevoli dello “shoemaker to the stars”.
Per ricordare il centenario dell’Hollywood Boot Shop è nata l’idea di questo libro, che accompagna una mostra in cui, attraverso le calzature, i documenti, le fotografie e i filmati conservati nell’Archivio Ferragamo, si ricostruisce la storia del grande artigiano, con le tappe fondamentali della sua vita e del suo lavoro e i suoi straordinari successi.
16/02/24
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Se credete di essere
invidiate assicuratevi
di essere invidiabile
-MaxConteddu
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ASSUMERE I 60ENNI: L’AZIENDA CHE RILANCIA L’ESPERIENZA
Assumere solo over 60. La Brazzale, la più antica realtà lattiero casearia italiana, ha fatto una scelta radicale per lo sviluppo della sua azienda di Zanè, piccolo comune sull’Altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza.
L’azienda ha deciso di ingrandirsi creando una nuova branca con una start up e lo ha fatto inserendo solo persone veterane, che avevano perso il loro lavoro a causa della crisi dell’oro di Vicenza o del settore edilizio, difficilmente reinseribili nel mondo aziendale; tutti provenienti da altri settori rispetto a quello alimentare in cui opera l’impresa. Per lanciare il nuovo mercato dei burri speciali l’imprenditore veneto Roberto Brazzale ha contattato gli ex compagni di scuola e gli amici: “Questo ramo si occupa della vendita dei nostri prodotti di alta gamma a ristoranti, pasticcerie e negozi specializzati. Avevamo in prova alcuni giovani sui trent’anni con risultati molto deludenti. Nel contempo sentivamo nostri amici di gioventù raccontare delle difficoltà nei loro settori”. “Guai a dimenticarsi di chi, pur con qualche cappello bianco, ha ancora tanto da offrire ed un’energia invidiabile” racconta.
La generazione superata dalle competenze digitali, difficilmente ricollocabile nel mondo del lavoro, sta guidando un riscatto che sta facendo scuola. “Passati i 50/55 anni, quando hai energia ed esperienza al massimo, tutto sembra remare contro… Abbiamo pensato – spiega Brazzale – di creare un ramo d’azienda qui in Italia, si chiama ‘Tentata vendita di burri speciali’. Abbiamo aperto temporary store tra Padova e Vicenza, abbiamo sperimentato i Food truck in tutta Italia… Funziona”.
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Fonte: Quotidiano Nazionale; foto di Juan Pablo Serrano Arenas
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(Christian Vogt, The Pair, 1987)
"La francese" (Roberto Bolaño)
Una donna intelligente.
Una donna bella.
Conosceva tutte le varianti, tutte le possibilità.
Lettrice degli aforismi di Duchamp e dei racconti di Defoe.
In genere con un autocontrollo invidiabile,
Salvo quando si deprimeva e si ubriacava,
Cosa che poteva durare due o tre giorni,
Un susseguirsi di bordeaux e valium
Da far venire la pelle d’oca.
Allora di solito ti raccontava le storie che le erano successe
Fra i 15 e i 18 anni.
Un film porno e dell’orrore,
Corpi nudi e affari ai limiti della legge,
Un’attrice per vocazione e allo stesso tempo una ragazza con strani tratti di avidità.
La conobbi che ne aveva appena compiuti 25,
In un periodo tranquillo.
Suppongo che avesse paura della vecchiaia e della morte.
La vecchiaia per lei erano i trent’anni,
La Guerra dei Trent’Anni,
I trent’anni di Cristo quando aveva cominciato a predicare,
Un’età come un’altra, le dicevo mentre cenavamo
A lume di candela
Contemplando la corrente del fiume più letterario del pianeta.
Ma per noi il prestigio era altrove,
Nelle bande possedute dalla lentezza, nei gesti
Squisitamente lenti
Dell’esaurimento nervoso,
Nei letti bui,
Nella moltiplicazione geometrica delle vetrine vuote
E nella fossa della realtà,
Il nostro assoluto,
Il nostro Voltaire,
La nostra filosofia in camera e nel boudoir.
Come dicevo, una ragazza intelligente,
Con quella rara virtù, la previdenza
(Rara per noi, latinoamericani)
Che è così comune nella sua patria,
Dove perfino gli assassini hanno un libretto di risparmio,
E lei non sarebbe stata da meno,
Un libretto di risparmio e una foto di Tristán Cabral,
La nostalgia del non vissuto,
Mentre quel prestigioso fiume trascinava un sole moribondo
E sulle sue guance scendevano lacrime apparentemente gratuite.
Non voglio morire, sussurrava mentre veniva
Nel perspicace buio della camera,
E io non sapevo che dire,
Davvero non sapevo che dire,
Tranne accarezzarla e sostenerla mentre si muoveva
Su e giù come la vita,
Su e giù come le poetesse di Francia
Innocenti e castigate,
Finché non tornava sul pianeta Terra
E dalle sue labbra sgorgavano
Passaggi della sua adolescenza che all’improvviso riempivano la nostra stanza
Con doppioni suoi che piangevano sulle scale mobili della metro,
Con doppioni suoi che facevano l’amore con due tizi alla volta
Mentre fuori cadeva la pioggia
Sui sacchetti della spazzatura e sulle pistole abbandonate
Nei sacchetti della spazzatura,
La pioggia che tutto lava
Tranne la memoria e la ragione.
Vestiti, giacche di pelle, stivali italiani, biancheria intima da far impazzire,
Da farla impazzire,
Apparivano e scomparivano nella nostra stanza fosforescente e pulsante,
E cenni rapidi di altre avventure meno intime
Sfolgoravano nei suoi occhi feriti come lucciole.
Un amore che non sarebbe durato molto
Ma che alla fine si sarebbe rivelato indimenticabile.
Questo disse,
Seduta vicino alla finestra,
Il suo volto sospeso nel tempo,
Le sue labbra: le labbra di una statua.
Un amore indimenticabile
Sotto la pioggia,
Sotto quel cielo irto di antenne dove convivevano
I cornicioni del Seicento
Con le cacche di piccione del Novecento.
E in mezzo
Tutta l’inestinguibile capacità di provocare dolore,
Invitta attraverso gli anni,
Invitta attraverso gli amori
Indimenticabili.
Sì, ecco cosa disse.
Un amore indimenticabile
E breve,
Come un uragano?,
No, un amore breve come il sospiro di una testa ghigliottinata,
La testa di un re o di un conte bretone,
Breve come la bellezza,
La bellezza assoluta,
Quella che contiene tutta la grandezza e la miseria del mondo
E che è visibile solo a chi ama.
Roberto Bolaño da “I cani romantici”
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Cosa ne pensi di Gianluca Grignani?
Punk vero.
Va sul palco con la buzza alcolica, scazza, si permette di fermare 200 musicisti professionisti dell'orchestra perché l'alcol gli ha creato così tanti buchi nella memoria che si è scordato anche dove stava, si dà una grattata di coglioni e riconocia.
Poi nelle interviste tra un rutto e l'altro blasta i finti alternativi che spaccano tutto per contratto con una nonchalance invidiabile.
Non puoi non volergli bene.
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A volte le parole
come note stonate
perdono di significato
e lasciano solo
un sospiro leggero
come una serenata interrotta
"Michelangeli - Debussy - La Serenade interrompue"
youtube
La Signora aveva il suo stesso modo di scuotere la testa. Vedendo lui ho rivisto lei e la sua chioma rossa, la testa fiera e gli occhi semichiusi mentre interpretava qualche brano. Era altera, come una statua greca, un profilo enigmatico e un fascino invidiabile, direi, irraggiungibile.
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PACCO , DOPPIO PACCO E CONTROPACCOTTO
Per tre anni Donna Giorgia, madre e cristiana, ha portato in giro per l’Italia la sua commedia di maggior successo: “ Arza er culo da quer divano”. Atto unico scritto a tante mani (Confindustria, commercianti , artigiani, imprenditori, professionisti e classe politica quasi al gran completo (meno 5S, padri del RDC). La critica ha recensito l’atto unico sperticandosi in lodi. Giornali, Talk tv, media vari, web, tutti a riportare l’entusiasmo che s’era scatenato nel Paese. Un monologo su una scena semplice e scarna. Qualche divano intorno al palco dove era seduta un po’ di gente comune: qualche pezzente, qualche donna madre, qualcuno intorno ai 60anni e un bel gruppetto di ragazzi dal fisico invidiabile. Sempre muti, sempre senza poter dire niente e al centro del palco, lei, L’implacabile difensore di chi sputa sangue per pochi euro, di chi si fa chilometri e chilometri pur di andare a lavorare. Di chi si adatta a tutto, dalla cucchiara alla vanga. Lei a puntare il dito contro quell’esercito di “scansafatiche” , di relitti sociali profittatori e sanguisughe di chi suda e campa del proprio lavoro. Per tre anni sempre toni più altisonanti, sempre una tensione di grande allarme e il finale sempre uguale, lei a ringraziare tra inchini e braccia alzate e l’intera platea in sala che urla ad alta voce: “ a zappareeeee! Devono andare a zappareee!! Insomma, un tripudio di consensi.
Poi, Donna Giorgia, anche madre e cristiana è scesa dal palco e s’è presentata alle elezioni. Le vince e come primo atto decreta la fine del RDC per il 31/luglio-2023. Corsi di formazione e tutti a lavorare. A lavoraree!
Ieri, quelli che gli avevano scritto l’atto unico, hanno scritto il secondo atto per Donna Giorgia:
Per gli inabili al lavoro, e per tanti altri, ci sarà il MIA, nuova riformulazione del RDC. 500 euro mensili e contributo per l’affitto. Stessa cosa per i giovani che vivono soli. Insomma, per l’80% dei vecchi percettori non cambierà niente. Per il restante 20% avranno 100 euro in meno al mese (salvo emendamenti migliorativi.) .A questo si è aggiunto il terzo atto della commedia: 200mila permessi per extracomunitari altrimenti agricoltura, turismo ed industria chiuderanno per mancanza di lavoratori.ma, ma, ...ma..ma non era tutta colpa di chi stava seduto sul divano se non si trovavano lavoratori? @ilpianistasultetto
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The Lady Orlando
Orlando è così bello che a volte mi chiedo come sia possibile che esista una cosa del genere a questo mondo. Come è possibile che davvero una persona abbia dentro la testa e nel cuore così tanta bellezza, io non lo so. Mi fa essere felice perché riesco a vederla, la bellezza, è per me, e sono anche inspiegabilmente triste al pensiero che il resto del mondo non stia leggendo Orlando, in questo preciso istante. Per me Mrs Dalloway era stato memorabile. ricordo di averlo letto in metro, nei pomeriggi di ritorno dall'Università, e intanto ascoltavo Antony and the Johnsons. è stata l'unica volta che in vita mia sono riuscita a leggere qualcosa ascoltando della musica. E questo perché Virginia Woolf e quella musica si conoscono, parlano la stessa identica lingua. Quella musica è così trasparente, così profonda che mi fa pensare spesso alla morte. E così anche Virginia Woolf. Ci sono tantissimi pensieri dentro Mrs Dalloway che vanno lì senza cercare scuse, senza mezzi termini. È bellissimo. Bellissimo ma vertiginoso. E Orlando lo scrive subito dopo Mrs Dalloway: questo mi ha fatto pensare, quando l'ho scoperto, che tra i libri di uno stesso autore esiste una relazione di parentela che è inversa rispetto a quella che c'è tra i figli di una stessa madre: i primi nati non sono i più grandi; i figli maggiori sono gli ultimi partoriti dalla mente dello scrittore. per capirci, Orlando è il fratello più grande di Mrs Dalloway, e questa è una garanzia di buona condotta nel ragazzo, lui è presumibilmente maturo, assennato, serio almeno quanto la sorella, probabilmente lo è anche di più. E invece, quando lo conosci bene, vedi subito che Orlando è sbarazzino come un fratello minore. Con lui Virginia Woolf si è voluta concedere una "writer's holiday": e si sente tutto, perché lei se la concede gloriosamente. Questa è una vacanza in un hotel di cinque stelle, e l'hotel si chiama Knole. In vacanza, si sa, uno ci va spensierato e leggero, ma Virginia Woolf non lascia niente al caso, tutto è preparato e organizzato nel minimo dettaglio, prima ancora che per se stessa, per la sua compagna di viaggio, Vita. Perché in fondo questa non è solo una vacanza da scrittore, no: è una lettera d'amore. La più lunga lettera d'amore della letteratura. Ogni parola in questo libro è una parola d'amore. E di un amore invidiabile, almeno io lo invidio: perché è fatto proprio di letteratura, costruito con pezzi di quella, raccolti con cura da ogni epoca passata. E a leggere bene, è un amore fatto di poesia, ecco in realtà perché lo invidio. Poesia, proprio come nell'incipit di quella lettera bellissima in cui Virginia annuncia a Vita la sua intenzione di scrivere questo romanzo. Una poesia travestita da lettera, ché a guardar bene quelli a me sembrano proprio pentametri
Never do i leave you without thinking/
it's for the last time. and the Truth Is,/
we gain as much as we lose by this./
E Orlando è una poesia che trasuda arguzia da ogni poro, ed è travestita da narrativa che è travestita da biografia. Ogni idea dentro questo libro è una trappola, fin troppo intelligente, per far capitolare Vita: è un incallito tentativo di compiacerla, di sedurla con le parole, un corteggiamento letterario, un glorioso e velleitario occhiolino: vuole farla ridere, vuole farla innamorare. Difatti per tutto il tempo si ha la netta sensazione di essercisi seduti per sbaglio ad un tavolino che era prenotato per due. E quelle due del tavolino si guardano negli occhi e, appunto, ridono: tu se vuoi puoi pure sederti, tanto loro non ti sentono proprio.
Virginia Woolf inizia a scrivere la sua biografia proprio quando Vita Sackville-West sembra più incostante, le volta le spalle, passeggia con altre donne. Allora deve riprendersela, allora l'invenzione deve essere altissima, deve farla cadere ai suoi piedi, deve lasciarla senza parole con le uniche armi che ha, lei che non sa neanche riconoscere il davanti di un abito dal dietro: allora le regala il tempo, e le regala l'ironia. Le regala un corpo da uomo, e un paio di calze nere perché possa sfoggiarci dentro le sue gambe perfette, le più belle gambe su cui un nobiluomo si sia mai messo in piedi; le regala una vecchia regina Elisabetta, infatuata di lui; le regala una risalita del Tamigi di fronte alla nuovissima Londra di Wren; le regala le coffee houses appena fondate, e le regala i poeti. I poeti sono il suo più grande asso nella manica: sono le sue parole d'amore più irresistibili, e Virginia Woolf lo sa perfettamente. Perché è impossibile che Vita non si sciolga al pensiero di aver cenato con Pope, pranzato con Addison, e preso il tè con Swift. Meglio ancora: i poeti glieli porta dentro casa, e lì dentro Vita può finalmente ridere anche di loro, fino quasi a vergognarsene, può vederli in tutti i loro miseri difetti e in tutti i loro piccoli limiti. Può vederli umani insomma, può vederli davvero. E allo stesso tempo, mentre è così impegnata a disegnare Vita, a dirle quanto è bella, a dimostrarle quanto a fondo la conosce, quanto può riuscire a compiacerla, Virginia Woolf si sta spogliando davanti alla signora Orlando, si sta arrendendo a lei, senza pudore. Il suo amore per il 700 inglese è una confessione spudorata. È seducente persino sentirla descrivere il passaggio di secolo, l'umidità che si arrampica su per le pareti delle case insieme alle rampicanti di edera, le barbe che crescono, i tappeti che avanzano, che conquistano ancora una stanza: i matrimoni che si stringono al freddo del nuovo secolo e la conseguente, inevitabile nascita dell'impero britannico. È un libro intimo: è una conversazione a un tavolo per due.
Verso la fine di questa vacanza nel tempo, sento distintamente che Virginia Woolf comincia a prepararsi per il rientro a casa. Gli ultimi capitoli del libro sono più impegnativi, sembra quasi di sentirla ogni tanto tirare un colpetto di tosse, a far uscire la sua voce di sempre, quella della signora Dalloway, la sorella minore ma più assennata. Con quella stessa voce raccoglie finalmente tutti i fili seminati per la sua biografia fittizia e, senza curarsi di te che stai lì al tavolino, li mette in mano alla sua interlocutrice, la vera questione di questa lettera d'amore: cara Vita, ha forse senso questo mio rincorrere la tua bellezza nei secoli? esiste davvero la poesia? ha qualcosa a che vedere poi con la vita? e dimmi, Dryden può mai essere una parola d'amore? Avvicinati ancora una volta, ascolta: Dryden.
La questione era già perfettamente formulata nella meravigliosa lettera che annunciava il concepimento di Orlando: alla vigilia della scrittura, quando ancora il libro è quasi solo un'idea. Questo è un momento mitico, come quando per la prima volta si incontrano gli sguardi di due amanti della leggenda. Sto per scrivere Orlando perché non voglio più lasciarti: never do I leave you without thinking, It is for the last time. Prima ancora che Orlando abbia iniziato la sua gestazione, molto prima che abbia aperto gli occhi sul mondo, la domanda c'è già, rotonda, sbigottita: come faccio a restare con te? come faccio a tenerti per sempre? come faccio a evitare che questa sia la mia ultima lettera? come può la poesia vincere la vita, o meglio, vincere la morte?
La risposta io credo sia in quella cassaforte dove, allo scoppiare della guerra, Vita aveva nascosto i suoi smeraldi insieme al piu inestimabile dei tesori in suo possesso: il manoscritto di Orlando, che Virginia Woolf le aveva fatto recapitare a casa un giorno prima della pubblicazione del libro per il resto del mondo. Loro due sono ancora sedute a quel tavolo, e lo saranno nei secoli, a ripetersi tre semplici parole d'amore:
Addison, Dryden, Pope.
E a guardare bene, Vita Sackville-West ride e piange allo stesso tempo:
Never do i leave you without thinking, it's for the last time.
#virginia woolf#vita sackville west#orlando#literature#poetry#poesia#illustration#watercolor#watercolour art
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Prima, donna Margaret Bourke-White
a cura di Alessandra Mauro con un testo di Concita De Gregorio
ContrastoBooks, Roma 2020, 184 pagine, 124 fotografie, 24 x 30 cm, cartonato, ISBN 9788869658075
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Prima, donna. Margaret Bourke-White, il volume che ripercorre le vicende e il lavoro di una delle figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo internazionale. Una donna che, con le sue immagini, le sue parole e tutta la sua vita, è stata in grado di creare un personaggio forte e invidiabile costruendo il mito attraente di se stessa.
Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate, fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale, ai celebri ritratti di Stalin prima e poi di Gandhi (conosciuto durante il reportage sulla nascita della nuova India e ritratto poco prima della sua morte); dal Sud Africa dell’apartheid, all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. E a un certo punto sarà Margaret Bourke-White stessa che accetta di porsi davanti e non dietro all’obiettivo, diventando a sua volta il soggetto di un reportage in cui il collega Alfred Eisenstadt documenta la lotta della fotografa contro il morbo di Parkinson, malattia che la porterà alla morte. Una battaglia in cui non avrà paura di mostrarsi debole e invecchiata, nonostante un’eleganza e un buon gusto a cui non rinuncerà mai, confermandosi ancora una volta la prima in tutto.
“Se ti trovi a trecento metri di altezza, fingi che siano solo tre, rilassati e lavora con calma”, era il motto di Margaret Bourke-White. Il libro pubblicato da Contrasto ne ripercorre i molti primati, raccontati lungo un doppio binario. Attraverso undici capitoli, che corrispondono ad altrettante fasi della vita della fotografa, la potenza delle immagini si accosta a quella della forte voce di Margaret Bourke-White. È infatti lei che, in prima persona, scrive e racconta il suo lavoro, le avventure vissute, le sfide vinte. Una scrittura visiva, che completa e arricchisce la storia di ogni sua memorabile fotografia.
13/06/23
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#Margaret Bourke-White#photography books#fotogiornalismo#Life#Fortune Magazine#Gandhi#Stalin#fashionbooksmilano
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Perfect Days....
Sono andato a vederlo, da solo.
Mi era chiaro che non avrei potuto vederlo con nessuna delle persone che attualmente mi sono intorno.
Ma ero preparato, io, che sono un razionale, ad affrontare un mondo di una poesia lontana dal mondo che mi circonda.
E alla fine questo è stato. Una trama minimalista dove c'è stato un momento in cui mi sono chiesto in che epoca fosse effettivamente ambientato. La vita del protagonista è talmente ancorata ad un passato che ricordo, ma che non esiste più, da avermi fatto venire un dubbio.
Non lo potrei consigliere a nessuno. E forse questo è il problema.
Non posso nemmeno dire bello, perché ci sarebbe un giudizio che non è del mio ruolo. Volevo vederlo, l'ho visto, lo sto continuando ad assaporare, e la vita di questo uomo semplice, con un lavoro apparentemente non invidiabile, con rapporti semplici e profondi con i personaggi che si muovono intorno a lui mi appare...perfetta.
Da consigliare solo a poeti disillusi. Ne conoscete? Perché, è strano, ma il film sta riscuotendo successo e allora, probabilmente, ognuno di noi è meno solo di quel che crede, o forse solo circondato da milioni di solitudini.
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