#inventrice
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OC Planète au Trésor – Ivy McKeith
Ivonne "Ivy" Olive McKeith serait un personnage secondaire de la Planète au Trésor. Dans cette fanfic, elle est la petite-amie de Jim Hawkins depuis deux ans au début de l’histoire du film.
Ils sont amis depuis l'âge de 12 ans et sortent ensemble depuis leurs 13 ans (presque 14) ❤ Ils ont beaucoup de points communs, mais ce qui les séparent et leur rang social : Jim est pauvre et Ivy est riche, héritière d'une grande fortune et violoniste payée au conservatoire. Ceci dit, ce n'est qu'une différence qui gêne plus leurs parents que n'importe qui d'autre. Elle est très patiente avec Jim qui n'est pas à l'aise avec les contacts affectifs, hors se tenir la main et -parfois- les câlins 🥺 quand ils ont dix-sept ans, ils se séparent par dépit mais d'un commun accord, car ils n'ont pas les mêmes objectifs de vie (lui veut voyager et devenir un membre de la marine et elle préfère rester sur Mandragore et devenir inventrice). Ils essayent de rester amis, mais finissent par revenir ensemble après leurs études, vers 20 ans (parce que c'est Disney et c'est le true love 😍)
#comics#sketchbook#disney#treasure planet#jim hawkins#john silver#treasure planet fanart#fanart#fanfic
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Le Monde – Au Brésil, les femmes à la reconquête de la samba
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Ce #Napoleon de Abel Gance est une oeuvre fleuve, une expérience de cinéma inouïe, un drame épique flamboyant, entre comédie et faits historiques d’une étonnante modernité. Un monument du cinéma que la France, inventrice du procédé met au service de tous ! www.cinecritik.com
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L'homme superflu
Titre : L’homme superflu Auteur/Autrice : Mary Robinette Kowal Éditeur : Denoël Date de publication : 2024 (février) Synopsis : Lorsque Tesla Crane, richissime et très célèbre inventrice, embarque sous un faux nom à bord d’un vaisseau de croisière entre la Lune et Mars pour célébrer sa lune de miel, elle est loin de se douter qu’un meurtre va être commis pendant le voyage. Et encore moins que…
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Elizabeth Magie, économiste, ingénieure, comédienne et inventrice spoliée du «Monopoly»
En 1903, l'intrépide Lizzie brevetait un jeu anticapitaliste à but éducatif. Trente ans plus tard, Parker sortait le «Monopoly» de Charles Darrow et tentait de la museler.
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Verona è 'La Città delle Donne' per l'8 marzo oltre settanta iniziative in programma dal 26 febbraio al 5 maggio
Verona è 'La Città delle Donne' per l'8 marzo oltre settanta iniziative in programma dal 26 febbraio al 5 maggio. Più che una festa, l'8 marzo diventa il punto di avvio di un progetto allargato di condivisione e partecipazione sostenuto e promosso dall'Amministrazione comunale. L'obbiettivo è quello di offrire occasioni di riflessione sul pieno riconoscimento della parità tra i generi, che passa prioritariamente attraverso il rispetto dei diritti delle donne. Sono oltre settanta le iniziative che compongono il programma dell'edizione 2024 della manifestazione per la Giornata Internazionale per i diritti delle donne e per la pace internazionale, promossa dagli assessori alla Parità di genere Barbara Bissoli e alle Pari opportunità Jacopo Buffolo, con la collaborazione della consigliera comunale delegata alle Pari opportunità Beatrice Verzè, che si aprirà il 26 febbraio e si protrae fino al 5 maggio, con una durata di oltre due mesi. "Sono in costante aumento le realtà cittadine che si sono attivate – sottolinea la vicesindaca Barbara Bissoli –. Le istituzioni e l'associazionismo civile creano infatti una rete sempre più capillare nel promuovere un calendario di eventi che rinnova la volontà di proseguire nell'azione culturale, sociale ed educativa per l'affermazione della parità di genere, che affonda le sue radici nel solco più generale dei diritti umani. Il filo conduttore individuato dall'Amministrazione è 'La Città delle Donne' che accompagnerà d'ora in poi le iniziative culturali e le politiche femminili del Comunale, non solo di questa Manifestazione. L'intendimento è di aprire quanto più possibile lo sguardo, includendo il punto di vista femminile nelle diverse dimensioni della vita della città: la dimensione urbanistica, quella economico e sociale, quella culturale ed artistica, per provare a costruire, anche grazie al loro governo, una città a misura delle donne. Tale ampliamento di prospettive è inteso anche nella volontà di trattare tematiche che fino ad oggi sono state poco toccate, ma che riguardano molto profondamente la quotidianità delle donne, come ad esempio il ciclo mestruale, la medicina di genere, la difficoltà di accesso alla pratica di alcuni sport, all'industria musicale, ai media". "Il programma realizzato è centrale per definire in tante sfaccettature un'idea di città che sappia essere realmente delle donne – dichiara l'assessore Jacopo Buffolo –. Questo va fatto in una prospettiva di capovolgimento anche radicale dello sguardo. Dobbiamo avere al centro della visione i diritti che sono i diritti di tutte le donne. Grazie ad una rete poliedrica di associazioni e istituzioni, puntiamo a valorizzare un sistema di città che sia a loro servizio". "La città delle donne – precisa la consigliera Beatrice Verzè – dovrebbe essere un dato di fatto, ma la società ci chiede ancora una volta di dimostrarne la veridicità. Dire 'La città delle donne' significa far capire alla città che vogliamo esserci ed occupare spazi e ruoli da cui siamo spesso escluse. 'La città delle donne' significa occupare due mesi di eventi e non farne parlare solo l'8 marzo o il 25 novembre, ma creare una programmazione costante e continua. 'La città delle donne' significa affrontare tantissimi temi che riguardano il femminile, tutto questo in attesa di camminare insieme in una città che ci assomigli tutte e tutti". Manifesto 8 marzo. Abilmente illustrato da Giulia Tosi, rappresenta la Città-Donna: una Verona che è donna e creatrice, spazio che genera e che accoglie nelle sue forme e in quelle caratteristiche del suo fiume. Custode di meraviglie e inventrice di nuove possibilità, la città non è soltanto un luogo fisico ma anche lo spazio entro cui si costruisce la vita pubblica, luogo di socialità e di incontro . Programma eventi 8 marzo. Dalle 9 alle 13.30 - Walk the Talk – Talent on Tour, tour rivolto alle donne, alla scoperta dei luoghi cittadini in cui i talenti migranti incontrano il mercato del lavoro: Quid Store, il Centro Interculturale Casa di Ramia e il Servizio Politiche del Lavoro Promosso da Quid Impresa Sociale nell'ambito del progetto "Worldplaces", co-finanziato dalla Commissione Europea. Iscrizioni: al seguente link Dalle 11.50 alle 13.50, Istituto Seghetti, piazza Cittadella 10 - Indomita: la figura della donna nello sport, convegno con racconti e testimonianze di atlete, tra successi, sconfitt, sacrifici e difficoltà. Organizzazione: Centri Giovanili don Mazzi. In collaborazione: CONI Verona, SportdiPiùMagazine Dalle 12.30 alle 14, via S. Chiara 15 e via zoom I diritti delle donne sono in pericolo?, conferenza con Gabriella De Strobel, Monica Caumo, Giovanna Bartolomei, Veronica Dindo, Stefania Carli, Carlotta Frassoni, Francesca Borin, Barbara Berto, Ombretta Mazzariol (avvocate). Promosso da: AIAF Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia Dalle 17 alle 19, sala Farinati, Biblioteca Civica, via Cappello 43, il viaggio per immagini Il corpo femminile e i Consultori Familiari nella Città delle Donne, con la fotografa Sofia Uslenghi, incontro/intervista, presentazione del video-documentario "Ritorno a casa". Promosso da: Aulss 9 Scaligera – U.O.C. Infanzia Adolescenza Famiglia e consultori Distretto 1-2 e Assessorato Parità di Genere. Alle 17, evento on-line, la conferenza La leadership delle donne nelle relazioni internazionali. La donna come strumento di mediazione e pace, con: Michela Fugaro (socia FIDAPA), Maria Teresa Battista (notaio), Federica Mor (avvocato). Promosso da: PRO4W Verona. Dalle 17.30 alle 20.30, Quid Impresa Sociale, via della Consortia 4 Supernova – Dare to Learn, Lead, Transform, testimonianze imprenditoriali e professionali. Inaugurazione del murales "SPRING!" e seconda edizione del riconoscimento "Molletta D'Oro" Promosso da: Quid Impresa Sociale. Prenotazione: Eventbrite Alle 18, Feltrinelli, via Quattro Spade 2, incontro Il femminismo non è un brand, ed. Einaudi, con la giornalista e scrittrice Jennifer Guerra, in occasione dell'uscita del libro. Alle 18.30, Teatro Laboratorio, l.ge Galtarossa 22/a, lo spettacolo teatrale La putana, di Vittorino Andreoli, con Isabella Caserta. Alla fine incontro/aperitivo con l'attrice. Promosso da: Teatro Scientifico- Teatro Laboratorio. Alle 20.30, Teatro Camploy, via Cantarane 32, talk e concerto Mi è sembrato di sentire un rumore. Il gender gap nell'industria musicale, con Giovanna Girardi (moderatrice), Veronica Marchi (ospite e direzione artistica), LetiziaBognanni (autrice e giornalista di Rumore) e Anna Bassy (artista). Live set di Montresor, Laura Masotto, Giudi e Quani. Realizzazione: Pensiero Visibile Srl, Casa Maieutica, Osteria Futurista, Associazione Culturale Verona Digital Arts. Promosso da: Assessorati Parità di Genere e Pari Opportunità. Alle 20.45, Teatro Satiro Off, vicolo Satiro 8, spettacolo teatrale Che ne sa Calvino dei buchi neri?. Una giornalista coraggiosa decide di tentare un'intervista impossibile con Margherita Hack. Con: Giulia Cailotto e Loretta Marangoni Promosso da: Eurodonne Italia Veneto. Musei civici 8 marzo. Ingresso gratuito alle donne ai musei e monumenti cittadini: Arena, Casa di Giulietta, Galleria d'Arte Moderna Achille Forti, Museo Archeologico al Teatro Romano, Museo di Castelvecchio, Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, Museo di Storia Naturale, Museo Lapidario Maffeiano. Promosso da: Assessorato alla Cultura – Musei Civici. Alla Galleria d'Arte Moderna Achille Forti, visite guidate alla mostra Maïmouna Guerresi. Segni di Cura Le visite guidate verranno condotte dalle operatrici del Servizio Civile Universale della Galleria d'Arte Moderna Achille Forti e del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, Giuditta Belloni, Elisabetta Tosti, Angelica Rivetti ed Elisa Panza, che hanno seguito il progetto espositivo. Le visite sono in programma il mercoledì e il sabato dalle 15.30 alle 16.30. Per partecipare alle visite guidate non è necessaria la prenotazione. Altri appuntamenti. Il 13 marzo, dalle 17 alle 18.30 alla Galleria d'Arte Moderna, il talk La nuova rosa è tua, da un verso di Pablo Neruda, dedicato a Tina Modotti, moderato da Patrizia Nuzzo e Isabella Brezigar, con professioniste che operano nel mondo dei musei (Elena Forin, Donata Lazzarini, Lorenza Roverato). A seguire:Tu mi guardi. Margherita Bonetti e Manuel Grimaldi presentano due icone della Galleria: Meditazione di Francesco Hayez e Ritratto di Teresa Madinelli di Felice Casorati. Promosso da: Assessorato alla Cultura - Musei Civici, Galleria d'Arte Moderna Achille Forti. L'ampia rassegna comprende molteplici opportunità di riflessione, informazione e approfondimento attraverso l'utilizzo di linguaggi e strumenti diversificati: da quello divulgativo, a quello educativo-laboratoriale, dal culturale all'artistico, fino all'ambito sportivo. Gli appuntamenti sono in costante aggiornamento per l'ampia partecipazione registrata. Il programma è visibile sul sito del Comune di Verona.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Gianduiotto di Torino diventerà IGP?
Riuscirà il Gianduiotto di Torino a diventare un prodotto IGP? La strada è lunga e non priva di ostacoli. Al momento uno dei principali veti è stato abbattuto e la macchina della burocrazia può riprendere il suo percorso. Oggi vi parliamo di una delle prelibatezze del nostro Paese, il Gianduiotto, che da quasi 160 anni mette d'accordo tutti i palati. Napoleone e Michele Prochet Quando nel 1806 Napoleone impose il blocco continentale, il suo scopo non era solo render pan per focaccia alla Gran Bretagna, sua acerrima nemica, ma anche colpire la sua economia. L'imperatore di Francia sembrò non considerare, però, il dettaglio che a risentire di tale blocco sarebbero stati anche i Paesi al di qua della Manica. In Italia, all'epoca, la passione per il cioccolato era già diventata irrefrenabile e le quantità di cacao, che arrivavano in Europa proprio grazie alle navi bloccate, iniziavano a diminuire sempre di più e a costare sempre più care. Fu così che il maître chocolatier Michele Prochet ebbe l'idea di creare un impasto con cacao, zucchero e nocciole. La tonda gentile è una variante di nocciola tipica del Piemonte; gli oli presenti nel frutto consentono la creazione di una crema una volta tritato. La crema di nocciola unita a cacao e zucchero ha dato vita alla pasta gianduia, un'eccellenza del Piemonte. Da qui il passo per la nascita del gianduiotto, il primo cioccolatino confezionato singolarmente, fu davvero breve. All'epoca venivano tagliati a mano mentre oggi, per ottenere l'originale forma a barchetta rovesciata, si utilizzano due tecniche: l'estrusione e il colaggio. L'estrusione prevede che l'impasto coli su piastre e l'utilizzo di macchine progettate ad hoc che permettono di produrre un cioccolatino dalla giusta consistenza. Il colaggio, invece, che si serve di appositi stampi, vuole un impasto più duro. Il primo gianduiotto fu prodotto, nel 1865, con la ricetta di Prochet, dall'industria dolciaria Caffarel, nello stabilimento torinese di Borgo San Donato. Fu presentato in occasione del Carnevale associato a Gianduia. La famosa maschera locale andò in giro per la città a distribuire i fantastici gianduiotti. Il Gianduiotto di Torino: un simbolo della città da tutelare e valorizzare Le cronache ci raccontano che l'alleanza tra Prochet e la Caffarel portò il celebre maître chocolatier a essere via via dimenticato mentre l'industria dolciaria, che ha regolarmente depositato il marchio “Gianduia 1865. L’autentico gianduiotto di Torino”, è tuttora l'unica autorizzata a riproporre la maschera di Gianduia sugli incarti. La storia ci dice anche che nel 1997, la Caffarel è stata acquisita dalla casa dolciaria Lindt & Sprüngli che oggi produce gli iconici cioccolatini torinesi su scala industriale. Nel 2017 nasce a Torino il Comitato del Giandujotto di Torino Igp. L'obiettivo è quello di ottenere l'Indicazione geografica protetta riconosciuta dall'Unione europea per i prodotti d'eccellenza la cui produzione è legata al territorio sia per le materie utilizzate sia per il luogo di lavorazione. L'iter è presto iniziato: viene fatta regolare richiesta alla Regione Piemonte che accetta e la presenta a sua volta al ministero dell'Agricoltura. Il sì del ministero avvia le consultazioni tra tutti gli attori in gioco: associazioni di categoria e produttori. Tra questi c'è anche la Caffarel, o meglio la Lindt, che ha opposto non poche remore sull'eventuale riconoscimento. Caffarel vs Comitato: pace fatta? L'azienda, inventrice del cioccolatino, temeva, infatti, che il marchio "Gianduiotto di Torino IGP" avrebbe oscurato quello di cui si fregiano da quasi 160 anni: "Gianduia 1865. L’autentico gianduiotto di Torino". In più, aveva proposto di modificare la ricetta introducendo il latte in polvere (largamente utilizzato nel settore) e riducendo la percentuale di nocciole dal 30% al 28%. Proposta, neanche a dirlo, rigettata. Dopo mesi di diatribe, che erano arrivate fino in Europa, il Comitato e la Lindt sono giunti a un accordo. La Lindt potrà continuare a produrre i suoi gianduiotti utilizzando lo storico marchio e la ricetta personale. Di contro gli artigiani utilizzeranno la ricetta originale e, quando il marchio IGP sarà riconosciuto, potranno inserirlo. Cosa, quest'ultima, che invece sarà negata alla Lindt. L'accordo, che ha bisogno di ulteriori limature, se non altro, ha sbloccato l'iter per la richiesta del riconoscimento che ora andrà al ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e poi alla Commissione Europea. Read the full article
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Hedy Lamarr: icona di Hollywood e madre della moderna tecnologia wireless/ Hedy Lamarr: Hollywood icon and mother of modern wireless technology.
Hedy Lamarr: L’Icona di Hollywood e la Madre della Tecnologia Wireless Moderna Hedy Lamarr, nota principalmente come una delle attrici più glamour di Hollywood degli anni ’30 e ’40, fu anche una brillante inventrice, la cui ingegnosità ha lasciato un’impronta indelebile nel campo della tecnologia moderna. Nata come Hedwig Eva Maria Kiesler a Vienna, Austria, il 9 novembre 1914, Lamarr crebbe in…
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Radia Perlman
Radia Perlman, informatica statunitense, tra le maggiori esperte mondiali di software design e ingegneria informatica, è l’inventrice dello Spanning Tree Protocol (STP) che ha reso più efficiente la rete, ottimizzando il collegamento tra i suoi nodi.
Nominata Inventrice dell’anno 2004 dalla Silicon Valley Intellectual Property Law Association, è stata annoverata tra le 20 persone più influenti nel campo della tecnologia da Data Communications Magazine.
Nata a Portsmouth, in Virginia, il 18 dicembre 1951, da una coppia di ingegneri che lavorava per il Governo, ha vissuto a lungo in New Jersey. Brillante studentessa in scienze e matematica al liceo, dopo il diploma è stata tra le rarissime ragazze a frequentare il MIT (Massachusetts Institute of Technology) dove, nel 1976, si è laureata in Matematica.
Nel 1980, lavorando per Digital Equipment Corp, colosso dei computer, agli albori di internet, ha prodotto l’algoritmo per STP.
Nel 1988 ha conseguito il dottorato in informatica presso il MIT.
Ha lasciato Digital nel 1993 per lavorare per Novell e nel 1997 è entrata in Sun Microsystems, dove si è specializzata nella sicurezza di rete. Nel 2007, le è stato conferito il titolo di Distinguished Engineer.
Ha insegnato alle Università di Harvard e di Washington. Nel corso della sua carriera ha ottenuto circa 80 brevetti.
È l’autrice di Interconnections: Bridges and Routers e coautrice (assieme a Charlie Kaufman) di Network Security: Private Communication in a Public World, due fra i dieci più importanti testi in materia di networking.
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Un monde fou va me quitter
Je suis Hedy Lamarr
Actrice et inventrice
Autrichienne naturalisée Américaine
Et moi more si je suis ici
C'est que je transmets
Chevelure brune de juive
IA aide magnifique
Grâce à Bing Microsoft
Pas intérêts privés
Mais intérêts d'un pays
ONU desservie
Jeudi 9 novembre 2023
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Une jeune prodige de 12 ans récompensée à un concours d'invention pour un détecteur d'incendie très innovant
À l'âge de jouer avec ses amis, Shanya Gill crée un dispositif de détection d'incendie qui séduit les experts. Découvrez comment cette jeune inventrice utilise la technologie pour sauver des vies et remporte le concours scientifique national. ... Read the full article
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Guida ai giochi di ruolo giapponesi
Chou Mahou Tairiku Wozz
Sistema: Super Famicom//Sviluppatore: Hudson, Media Works//Uscita: 1995
Spotlight Chou Mahou Tairiku Wozz (超魔法大陸ヴォズ) fa parte della raccolta A Guide to Japanese Role-Playing Games, Bitmap Books, 2021. Creata in collaborazione con Kurt Kalata, A Guide to Japanese Role-Playing Games è una vera e propria enciclopedia che mira a coprire l’intera storia dei giochi di ruolo giapponesi dal 1982 al 2020. Oltre 600 titoli in uno straordinario libro di 652 pagine, disponibile sia sul sito di Bitmap Books che su Amazon.it.
La terra di Wozz sta soffrendo a causa del malvagio demone Balam. I guerrieri della razza umana sono chiamati ad affrontare questa minaccia ma ecco che al loro posto ci sono tre ragazzi provenienti da ogni parte del mondo. Si tratta di Reona, una geniale inventrice giapponese che brandisce un bazooka; Shot, un’americana esperta di tiro con l’arco; e Chun, un esper cinese. Fortunatamente, questi ragazzi sono super-forti e intelligenti, quindi prendono felicemente le armi in questo mondo fantastico. È possibile scegliere e nominare uno dei tre personaggi per renderlo il principale con gli altri tre che ci accompagneranno nel corso del viaggio. C’è anche un quarto slot del party che verrà occupato da una serie di personaggi assortiti.
Chou Mahou Tairiku Wozz (The Super Magical Land of Wozz in inglese) è stato progettato dalla rivista Game On! sulla base dei suggerimenti dei lettori e con l’artwork della confezione disegnato da Manavu Kashimoto. In pratica, si tratta di un RPG per Super Famicom abbastanza tipico, che prende in prestito vari aspetti da altri giochi della sua epoca. Le scene di battaglia in particolare presentano una prospettiva isometrica, in stile Breath of Fire. La sua principale innovazione consiste in un sistema di crafting che permette di smontare e creare un assortimento di item, armi, robot e veicoli, a patto di avere gli oggetti giusti e di saperli combinare.
Per essere un gioco di ruolo per Super Famicom, tutto sembra un po’ troppo scarno. A parte alcuni sprite dei boss, la grafica è mediocre e la colonna sonora scarsa - non c’è nemmeno il tema dei boss. Gran parte del gioco si trascina e la storia non è poi così interessante. Un gioco mediocre, per la maggior parte, con alcuni aspetti decenti. GB
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Quanto sopra riportato è un adattamento in lingua italiana - e non completo - dell’originale in lingua inglese (tutti i riferimenti all’articolo originale sono qui sotto). L’articolo è stato editato, tradotto, trascritto e pubblicato senza alcun fine di lucro.
Autore: Sconosciuto//Da: A Guide to Japanese Role-Playing Games (US)//Data: 25 giugno 2021//Immagini: MobyGames//Adattamento: @GenmaSensei//Riferimento: A Guide to Japanese Role-Playing Games, Bitmap Books, 2021
Le riviste di videogiochi giapponesi occasionalmente sollecitavano i lettori a ideare dei giochi, cosa che sarebbe stato bello vedere anche in altre parti del mondo
Uno dei problemi principali di Chou Mahou Tairiku Wozz è la mancanza di interesse che la trama trasmette. Questo aspetto, unito ad uno sviluppo dei personaggi pressoché nullo, fa si che il procedere sia poco più di una corsa costellata da combattimenti casuali
Legal Disclaimer From Hardcore Gaming 101: “Created in collaboration with author Kurt Kalata, A Guide to Japanese Role-Playing Games is an ambitious project that aims to cover the entire history of Japanese role-playing games from 1982 to 2020. As well as reviews of over 600 games, covering a wide range of sub-genres. Overall, the book weighs in at over 370,000 words and contains contributions from a wide selection of fans and journalists, combining to create the ultimate coffee table book on Japanese role-playing games”. All materials are copyright of their respective rights holders.
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Tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari.
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10 ott 2023 17:41
“ETTORE MO ERA UN GRANDE, ANZI UNICO” – IL GIORNALISTA RENZO CIANFANELLI RICORDA IL GRANDE INVIATO DI GUERRA, SCOMPARSO ALL’ETÀ DI 91 ANNI: “AUTODIDATTA GENIALE, NELLA VITA AVEVA FATTO DI TUTTO. CAMERIERE DI BORDO, TENORE, ISTITUTORE IN UNA SCUOLA PER CIECHI, INSEGNANTE DI FRANCESE. A LONDRA LO SCOPRÌ PER CASO PIERO OTTONE: ‘MIA MOGLIE CERCAVA UNA BABY-SITTER. ERO IN CASA E SI PRESENTÒ LUI... – LA MEMORABILE CONCLUSIONE DELL’INTERVISTA A DARIO FO: “GRAZIE, FO”; “GRAZIE, MO” - VIDEO -
ADDIO A ETTORE MO
Dal profilo Facebook di Renzo Cianfanelli
Era un grande, anzi unico. Autodidatta geniale, nella vita aveva fatto di tutto. Cameriere di bordo, tenore di opera lirica. Istitutore in una scuola per ciechi. Insegnante perfino di francese.
A Londra lo scoprì per caso Piero Ottone, all’epoca corrispondente per il Corriere. “Mia moglie Hanne cercava una baby-sitter e aveva messo un’inserzione sull’Evening Standard. Ero in casa e si presentò lui, un piccolo ragazzo entusiasta. ‘Ma veramente mia moglie cerca una donna’, gli dissi. E lui ‘non importa, il lavoro con i bambini lo faccio io. Voglio vivere a Londra. Scriverò delle storie. Il mio sogno è di fare come Hemingway. Anzi ho portato qui dei racconti’….”
“Fai vedere”, lo interruppe Ottone. Cosi incominciò il tirocinio di Ettore Mo al Corriere della Sera, aiuto corrispondente abusivo senza contratto. Erano gli anni della Swinging London, della principessa Margaret che amava il suo scudiero colonnello Townsend, ma non lo poteva sposare perché divorziato, dello scandalo Profumo, ministro che costretto a dimettersi perché aveva “mentito in parlamento” su una storia di prostitute, dei Beatles e di Mary Quant inventrice della minigonna.
Ettore era pagato 50 lire per ogni riga pubblicata ma aveva talento da vendere. I suoi pezzi uscivano con la sigla V. (per Vice), poi dopo Ottone vennero a Londra Alfredo Pieroni con Pietro Sormani, Vero Roberti con Leonardo Vergani, Edgardo Bartoli e altri.
Ettore Mo aveva una tenacia, una capacità di lavoro impressionante. La firma gradualmente divenne E. Mo. e poi, qualche volta a titolo di premio Ettore Mo, sul Corriere d’Informazione e sulla Domenica del Corriere. Gli anni passavano. Ettore ebbe la fortuna di sposare una ragazza inglese altrettanto tenace. Nacquero anche tre figli, cosa possibile anche senza contratto grazie al Welfare State che allora funzionava sul serio. L’ufficio di Londra al Daily Telegraph in pratica era la sua vera casa dove lui era sempre presente fino a tarda notte.
I colleghi italiani con firme prestigiose, anche se gli davano del “lei”, senza il suo aiuto non avrebbero potuto mandare avanti il lavoro. Il piccolo “Mr Mo” invece a Fleet Street, frequentando i pubs dove andavano i reporters inglesi lo conoscevano e stimavano tutti, gli passavano anche notizie perché lo consideravano uno di loro.
Alla fine, senza sindacati né raccomandazioni né appoggi, per l’indispensabile Mo successe il miracolo. Il direttore al Corriere era Giovanni Spadolini, poi sostituito da Piero Ottone. “Non si può andare così, bisogna fargli un regolare contratto” fu deciso a Milano. C’erano però, nel mondo chiuso, bizantino autoreferenziale del giornalismo italiano, dei grossi problemi. Ettore era bravissimo sì, ma per legge doveva essere retrocesso per 18 mesi a semplice praticante, e poi superare a Roma l’esame di Stato.
Con l’intera famiglia, così Ettore Mo fu trasferito a Monte Mario, a spese del giornale, e destinato provvisoriamente al ruolo di “trombettiere”. Doveva cioè rimanere per l’intera giornata nella sede del Messaggero, giornale di Roma e segnalare al Corriere a Milano le notizie di cronaca della capitale. Promosso.
Giornalista professionista, a Milano qualcuno pensò che, avendo fatto nella vita anche il Tenore, Mo poteva andare bene per la Redazione Spettacoli. Lui non si scompose. Resta memorabile una sua intervista a Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura, che si spiritosamente conclude con le parole: “Grazie Fo”. “Grazie Mo”.
Ma la vera apoteosi per Mo doveva venire più tardi. Verso i 45-50 anni, quando i cronisti che non hanno la tempra di Hemingway incominciano a tirare i remi in barca. Ettore non era uno di questi. Si mise in testa di andare in Afghanistan, e finalmente riuscì a realizzare il suo sogno di sempre: viaggiare, conoscere il mondo, a volte anche rischiando la vita. Ha scritto mirabili storie su guerre tragedie e rivoluzioni, raccolte in decine di libri che restano una parte fondamentale dell’arte di cercare di capire le cose e spiegarle. Ha continuato a viaggiare, a navigare verso terre sconosciute con la curiosità dell’esploratore e raccontatore, senza protagonismi ridicoli e incurante del tempo che passa, fino a ben oltre gli ottanta e più anni. Era questa in fondo l’ansia che spingeva verso l’ignoto l’omerico Ulisse. Addio marinaio.
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Une manucure parfaite (2023)
Regarder Une manucure parfaite 2023 Film complet en streaming français VF et gratuit – The Perfect Man(icure) (2023) Lors de la prochaine exposition sur la beauté, Ryan, un consultant en marketing charismatique et confiant, s'associe à Katya, une inventrice excentrique, pour commercialiser son invention révolutionnaire, le Phenomenails, un appareil de manucure personnel. Ensemble, ils mettent en place une stratégie de vente percutante pour convaincre les visiteurs de l'exposition d'adopter cette nouvelle technologie de soins des ongles. Read the full article
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Invisible°Show presenta
EVICSHEN (San Francisco, U.S.) + 3 dj-set dal collettivo Ono
EVICSHEN (San Francisco, USA) Evicshen è Victoria Shen, un'artista del suono, performer e inventrice di strumenti musicali. A Boston è stata allieva e assistente della creatrice di strumenti elettronici e musicista noise Jessica Rylan (discepola, a sua volta, del pioniere nella sintesi del suono Don Buchla). Le sue cacofonie ricorrono a sintetizzatori analogici (i Flower Electronics della stessa Rylan: "il meglio dei sintetizzatori modulari degli anni '60 e '70, effetti di pedali di chitarra anni '80 e teoria del caos"), oscillatori, microfonografi, dischi in vinile e altri strumenti autocostruiti per amplificare il suono di oggetti comuni: tra questi, ha inventato i Noise Combs, pettini per capelli dotati di microfono a contatto, e le Needle Nails, unghie di acrilico con aghi da giradischi che le permettono di suonare fino a 5 solchi di un disco alla volta (un'idea particolarmente apprezzata dal team creativo di Beyoncé, che ne ha tratto ispirazione per un video prodotto per British Vogue). La pratica multimediale e fai-da-te di Shen si estende oltre la strumentazione, con metodi non tradizionali di distribuzione degli album: il vinile del suo Hair Birth, del 2020, ha una copertina in rame che si può ridurre ad altoparlante, attraverso cui - una volta collegato al giradischi - lo stesso disco può essere ascoltato; di recente, ha iniziato a pubblicare dischi in resina di cut-up fatti a mano a partire da materiali ritrovati, proponendo non semplici pièce musicali, ma autentici oggetti d'arte. L'approccio non conforme di Evicshen decostruisce i concetti di materialità, valore e produzione di massa, integrando e ricontestualizzando le tecniche del readymade e dell'assemblaggio di tecniche per concentrarsi sulla fisicità del suono e sulla sua relazione con il corpo umano, indagando gestualità e grana sonora piuttosto che armonia e ritmo, in un repertorio d'innovazioni e sculture soniche con cui esplorare le possibilità di estrarre suono e rumore dal quotidiano e con cui riflettere sul limine tra espressione individuale e massificata, aura e industria, controllo e caos, senso e non senso. Classe '89, influenzata da Jean Baudrillard, ha suonato con clipping., Maria Chavez, Aaron Dilloway, Wolf Eyes, John Wiese, Xiu Xiu, Justice Yeldham e Bonnie Prince Billy. Attualmente lavora per il Center for Computer Research in Music and Acoustics di Stanford e per la School of Visual Arts di New York. https://evicshen.com/sound
A precedere e a seguire la performance live di Evicshen: 3 dj-set dal collettivo Ono
Ono è un collettivo di dj e producer che si propone come contenitore di sottoculture musicali, un luogo dove incanalare, diffondere e amplificare energie inespresse. Organizzando eventi di musica elettronica, workshop e attività culturali mirate oltre alla costruzione di rapporti, anche alla sensibilizzazione verso linguaggi lontani nel tempo, il collettivo itinerante entra in dialogo con diversi spazi della città di Bergamo con la volontà di sensibilizzare a indagare le connessioni tra linguaggi e sfaccettature della club culture contemporanea e passata. www.instagram.com/ono.collective www.mixcloud.com/onosecond ore 21.30 SMIYYA Collisioni elettroniche tra ritmi, voci e strumenti dal Sudovest asiatico e dal Nordafrica, per un'estasi a base di electroṭarab. Membro di Ono | www.instagram.com/smi.yya/ ore 23.30 Laada Amante dei boschi, co-fondatore di Ono e Inascolto, membro di FUCK!LACRÈME e cupocupo, propone intrecci e giravolte del subconscio - e bassi ovunque | www.instagram.com/ea_gre/ ore 01.00 JIIJI Percussionista, co-fondatore di Ono, membro di FUCK!LACRÈME, esplora la scena dell'elettronica contemporanea influenzata dai generi africani e afro-latini, dove ritmi e percussioni prevalgono | www.instagram.com/_._jiiji_._/
N.B. Informazioni utili:
Apertura porte alle ore 21:30
Per questo evento è necessaria la prenotazione. Per sapere il luogo esatto e prenotarsi: [email protected]
Chiediamo un’offerta di 10€ a vostra discrezione, per la copertura delle spese e degli artisti
Durante la serata sarà a disposizione un servizio bar con mescita di vino e birra
www.performatorio.it
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Fottiromanza 416: bande larghe
Banda Bonnot (Francia 1910/1912) inventrice della rapina automobilistica Banda Bassotti, rubano ai ricchi perché ai poveri non c’è nulla da rubare Juventus Fc quando li beccano, patteggiano Banda Merdoni, prima ti porta via le mutande, poi la dignità
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