#insegnamento della costituzione
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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Cittadini di un Mondo Nuovo: Successo per l'Incontro tra Studenti e Renato Balduzzi ad Ovada
A Ovada, il primo appuntamento della rassegna "Cittadini di un mondo nuovo" vede protagonisti gli studenti e il prof. Renato Balduzzi per un approfondimento sulla Costituzione italiana.
A Ovada, il primo appuntamento della rassegna “Cittadini di un mondo nuovo” vede protagonisti gli studenti e il prof. Renato Balduzzi per un approfondimento sulla Costituzione italiana. Lo scorso 8 novembre 2024, presso l’aula magna dell’Istituto Superiore “Carlo Barletti” di Ovada, ha avuto luogo il primo incontro della rassegna “Cittadini di un mondo nuovo”, un ciclo di conferenze dedicate ai…
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questouomono · 1 month ago
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Questo uomo no, #140 - Deconstructing Rossano Sasso (per Federico Zappino)
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Le parole con le quali il deputato Rossano Sasso ha attaccato Federico Zappino e il suo insegnamento le trovate qui. Proviamo a capire insieme quanto il deputato avrebbe invece bisogno di seguire i suoi corsi. In tondo le sue parole, in corsivo i miei commenti.
Mi batto per una scuola migliore dice Sasso, quindi tanto per cominciare l'università non dovrebbe entrarci. Però è sbalordito del fatto che All’Università di Sassari esiste, da due anni, un corso di studi denominato “teorie di genere e queer”, tenuto da un ricercatore a tempo determinato della facoltà di Scienze Politiche, tale Federico Zappino, filosofo di estrema sinistra e attivista Lgbtqi. Qualcuno lo informi che corsi con questi argomenti se ne fanno da molti più anni in molte più università italiane, e che da altrettanti molti anni docenti italianə sono andatə in giro per il mondo a insegnare "teorie di genere e queer". Ah, e si fanno da decenni anche in molte scuole italiane, tanto per rimanere in argomento. Sasso, lei lo sapeva?
Vorrei sapere se il ministro avvalla che un insieme di teorie, prive di alcuna dignità scientifica, possano diventare una materia di esame, e se un ricercatore a tempo determinato, filosofo di estrema sinistra e attivista Lgbtqi, sia giuridicamente abilitato all’insegnamento. Sasso, se sono oggetto di corsi universitari la dignità scientifica l'hanno superata da parecchio, per questo le gerarchie ecclesiastiche si sono mosse con un contrasto politico inventato ad arte, come raccontato già un decennio fa da Sara Garbagnoli. E se Zappino è ricercatore in una università italiana non è perché estratto a sorte, ma dopo concorso pubblico per titoli ed esami. Certo che è giuridicamente abilitato all'insegnamento.
Continua Sasso: ma ciò che mi preme di più conoscere, è se il ministro condivida il fatto che sia stato elevato al rango di testo universitario, da studiare per poter sostenere l’esame, gli “Elementi di critica omosessuale” dello storico attivista Mario Mieli. Sasso, come chiunque frequenti i corsi di Zappino sa, quel libro è sostanzialmente la tesi di laurea di Mieli, sostenuta in una università giuridicamente abilitata e con relatore un professore giuridicamente abilitato. Quindi Sasso duole informarla che più testo universitario di quello non si può. Non si preoccupi, può evitare di saperlo dai corsi di Zappino: è scritto anche su Wikipedia.
Ah, tra l'altro Wikipedia contiene anche, papale papale, la frase che lei riporta come "prova" della pedofilia di Mieli, senza sapere né cosa significa quel passo né che ruolo ha nella sua costruzione teorica - né sa distinguere pedofilia, pederastia nel senso di Mieli e omosessualità. Potrebbe saperlo se frequentasse i corsi di Zappino, ma questa citazione così precisa fa nascere il sospetto che lei "Elementi di critica omosessuale" non l'abbia mai letto. E da insegnante questa cosa di parlare di libri che non si è letti per intero non si fa, vero Sasso?
Sarei curioso di capire come si svolgono le lezioni, se l’insegnamento, come temo, sia a senso unico. Chi mi garantisce che ci sia una pluralità di opinioni? Con soldi pubblici si divulga l’ideologia gender e teoria queer. Sasso, ma lei è mai stato in una università? Le lezioni non sono mica dibattiti, la pluralità di opinioni è garantita dall'ateneo, non dal singolo corso; infatti l'Ateneo ospita altri corsi sugli stessi argomenti, e con altri docenti, e con altre opinioni - come qualsiasi altro ateneo. I corsi, poi, non sono obbligatori. Zappino è lui a indottrinare gli studenti prima che lo frequentino? E come fa? oppure arrivano già indottrinati? E da chi? E, le ripeto: è da un pezzo che i soldi pubblici si usano per questi corsi, come dopotutto garantisce la Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 33. Sì, Sasso, è scienza. Perché se non è scienza quella di Zappino, non lo è neanche quella del Vaticano, ricordata sopra nell'articolo di Garbagnoli. Spiace.
Il film di Nando Cicero che ricordo sopra, nell'immagine, ha gli stessi anni del deputato Rossano Sasso. Forse dovrebbe concentrarsi su come quella visione della sessualità a scuola, e della scuola come luogo di una sola sessualità possibile, lo abbia involontariamente influenzato attraverso una cultura eterosessista. Nei suoi corsi Zappino si occupa anche di questo problema sociale molto grave. Gli farebbe molto bene frequentarlo.
Federico Zappino è un ricercatore fondamentale per gli studi superiori italiani, tra i pochi a occuparsi di creare un ponte tra un materialismo critico nei confronti di Marx e un pensiero queer che di materialismo ha molto bisogno per non farsi "acquistare" da un liberalismo dannoso e inconcludente. Non è obbligatorio essere d'accordo con lui, ma sono ben contento che le mie tasse concorrano a pagare il suo compenso. Quello di Sasso, meno. Questo uomo no. Qui una petizione che chiede alla ministra Bernini che Zappino rimanga dov'è, a fare il lavoro importantissimo che fa.
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siciliatv · 2 months ago
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Titoli falsi per accedere ai concorsi nella scuola: 9 arresti e 30 indagati, anche in Sicilia
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I numerosi clienti erano aspiranti insegnanti, laureati e diplomati, che pagavano ottomila euro ciascuno per conseguire un titolo e accedere a concorsi pubblici. Nove le persone arrestate e portate in carcere questa mattina dalla Guardia di finanza. Facevano parte di un’organizzazione che secondo gli inquirenti rilasciava titoli di studio e professionali falsi, o comunque senza valore legale in Italia, emessi da sedicenti enti universitari, da istituti scolastici di istruzione superiore paritari, e scuole professionali dislocate in varie regioni (Lazio, Lombardia, Calabria e Sicilia).   I clienti pagavano 8 mila euro I numerosi clienti erano aspiranti insegnanti, laureati e diplomati, che pagavano ottomila euro ciascuno per conseguire un titolo e accedere a concorsi pubblici nella scuola e diventare, tra l’altro, insegnanti di sostegno. Il giro d’affari prodotto sarebbe ingente, la Guardia di finanza ha infatti sequestrato beni per un valore complessivo di quasi 10 milioni di euro. Complessivamente sono 30 le persone indagate nell’inchiesta chiamata Zero titoli. I reati di cui sono accusate, a vario titolo e in concorso tra di loro, sono associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione e autoriciclaggio. Secondo quanto accertato dalle indagini, i principali indagati avrebbero creato un polo universitario con base operativa a Trani che si sarebbe avvalso di una rete composta da oltre 55 punti dislocati su tutto il territorio nazionale, utilizzata per reclutare i clienti. Inoltre sarebbero state costituite società di capitali all’estero (Cipro, Regno Unito e America Latina) solo in apparenza abilitate al rilascio di titoli di studio riconosciuti anche in Italia. Per pubblicizzare i corsi, venivano usati siti internet, pagine facebook e profili whatsapp. La società, inoltre, consegnava pergamene, certificazioni e traduzioni giurate contraffatte, certificati di equipollenza falsamente emessi da atenei italiani (in particolare dall’Università Sapienza di Roma). Le lezioni si sarebbero svolte tramite una piattaforma web appositamente creata, su cui era caricato anche il relativo materiale didattico, di dubbia validità e veridicità. E al termine dei vari corsi sarebbero stati distribuiti i plichi contenenti le pergamene create dall’organizzazione, attestanti il conseguimento del titolo. In alcuni casi la consegna è avvenuta nel corso di eventi appositamente organizzati presso un hotel di Roma. Nel corso delle investigazioni è stato inoltre riscontrato l’inoltro via pec al ministero dell’Università e della ricerca (Mur) di centinaia di richieste di riconoscimento dei titoli universitari, prive di qualsiasi documentazione a supporto, strumentali all’ottenimento di una ricevuta di protocollo generata in automatico dal sistema informatico del dicastero, da utilizzare illecitamente per ottenere un temporaneo incarico di insegnamento.   Corrotto un funzionario albanese La società che forniva titoli falsi per l’accesso ai concorsi nella scuola in un caso avrebbe corrotto un funzionario governativo albanese al fine di garantirsi l’attivazione e la favorevole conclusione del procedimento di accreditamento di un istituto che forniva i corsi. Secondo quanto accertato dalle indagini a seguito di contrasti sorti a causa della spartizione dei profitti illeciti, il gruppo criminale si sarebbe diviso in tre distinte compagini. La prima avrebbe offerto a Trani percorsi formativi professionali attraverso la costituzione di altre imprese e aggregandosi a nuovi soggetti. La seconda avrebbe continuato con il sistema fraudolento costituendo un nuovo polo a Foggia - avvalendosi di ulteriori società e associazioni culturali - e acquisendo le quote di un’università privata albanese per mezzo della quale garantire il conseguimento di titoli di studio sempre senza valore legale in Italia. In questo contesto due degli indagati avrebbero corrotto un funzionario governativo albanese. La terza compagine, grazie anche all’apporto operativo di un avvocato del foro di Reggio Calabria, avrebbe proposto agli alunni truffati la consegna di una pergamena, creata ad hoc, in sostituzione di quella già ricevuta, dietro il pagamento di una somma che oscillava tra i 500 e i 2.500 euro. Ad aiutare gli investigatori sono stati diversi elementi tra cui le testimonianze di circa 50 clienti; le intercettazioni telefoniche e ambientali; la collaborazione del Mur, dell’università Sapienza e degli altri soggetti pubblici e privati richiamati nella documentazione che veniva illecitamente predisposta.   Sequestrati beni per 10 milioni Gli ingenti proventi illeciti conseguiti, quantificati complessivamente in circa 10 milioni di euro, sarebbero poi stati reinvestiti nell’attività criminosa, nell’acquisto di beni mobili (tra cui una Maserati) e immobili. Nel corso delle indagini sono state inoltre sottoposte a sequestro impeditivo le quote sociali di otto imprese, con la conseguente nomina di un amministratore giudiziario. Sono in corso di esecuzione decine di perquisizioni personali e locali in tutta Italia. Read the full article
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sub-ita-me-contro-te-ilfilm · 5 months ago
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falcemartello · 3 years ago
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Piccolo ragionamento per comprendere appieno un punto fondamentale (spiegato in modo semplice) perché ormai la costituzione italiana sembra stia diventando un elenco di desiderata dei "voglio diritti!". Le costituzioni son state fatte per limitare il potere dello Stato, non per dare diritti ai cittadini. NB. A volte le 2 coincidono.
•••
Tutti i movimenti costituzionali non farlocchi di 1 secolo fa o più si sono basati su un assunto fondamentale: il potere, di qualunque tipo, è pericolo. E per questo va limitato con "superleggi" .
Superleggi che i più istruiti chiamano "norme di rango costituzionale", che hanno come prima caratteristica quella di essere INDISPONIBILI alla modifica tramite normale iter parlamentare. Sì, le costituzioni sono nate per limitare l'esercizio del potere politico o se preferite, il potere del monopolista della forza. Siccome pur leggendo "tanti libri" avete la cultura di un apparatchik mandato a svernare a Tashkent, credete oggi che la costituzione via dia diritti, tra le altre cose esigibili "erga omnes".
Non è così, pezzi di scemi. Libertà di parola? Sì, nei confronti del censore di ultima istanza, ovvero lo Stato. Libertà di credo religioso? Ibidem. Libertà di insegnamento? Uguale. Libertà di orientamento sessuale? Indovinate un po'?
Nonostante spese considerevoli nell'istruzione pubblica, abbiamo un paese di capre anche tra i dottorandi e dottorati. Gente che è diventata una wikipedia ambulante che non è in grado di fare anche il più elementare dei ragionamenti.
In questo caso quello di capire che il "processo democratico" per essere tale non può andare ad intaccare determinati diritti, che gli sono per l'appunto indisponibili. La democrazia ha un campo d'azione LIMITATO che ne è la sua stessa essenza.
Non avete capito? Vi faccio un esempio. Domani il 70% vota a favore dell'eliminazione fisica di tutti quelli che si chiamano Mario. È democrazia?
"EH MA LA MAGGIORANZA HA DECISO", vero? Tornate al prossimo appello e preparatevi meglio, rincos.
FREE ROSS ULBRICHT
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corallorosso · 4 years ago
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Ricordate la prof sospesa per le critiche a Salvini? Sanzione annullata e restituito lo stipendio Una bella notizia per Rosa Maria Dell’Aria e tutti i sinceri democratici: tribunale del lavoro di Palermo ha accolto il ricorso dei legali della docente palermitana del tecnico industriale Vittorio Emanuele III, che l’anno scorso era stata sospesa per 15 giorni, dopo che i suoi studenti, durante le celebrazioni della giornata della memoria del 2019, con un lavoro in power point, avevano accostato le leggi razziali del 1938 al Decreto Sicurezza sull’immigrazione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sanzione annullata e restituito lo stipendio tolto per la sospensione dal lavoro. “Il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso - dice Alessandro Luna, figlio e avvocato della docente, che ha seguito il caso insieme al collega Fabrizio La Rosa - non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la culpa in vigilando sull’operato dei suoi alunni, perché se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione”. (...) globalist
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sinome · 5 years ago
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Giustizia
proprio il senso della vita quindi così alla fine si definirebbe la giustizia. Scotta questa definizione ma dirla non è mai giusta quanto farla perché il senso della vita reale non è altro che il probabile momento che deriva dall'oscillare tra il senso stretto dell'ente e il proprio della forza lavoro. Beh! direte la forza lavoro è una quantità giusta, esatta per quanto possa essere mai negata la procedura per il ricavo del prodotto interno lordo, ma finendo non ne si è ricavato qualcosa a livello psicopropedeutico?!; Se la propedeuticità’ non era l'aspetto primo dell'improvement fisico! che il dettame scolastico doveva mai dare al singolo?. In punto non è affatto innegabile il disguido che sta succedendo in diretta su queste linee, ma alla fine non si arriverà capo di una cosa del genere!. Se solo dessimo come idea di partenza la giustizia vista come giurisdizione dal punto di vista etico sociale e morale , mai detto immondo, si potrebbe esprimere, disastro come quello del pil che ha mai potuto demagrire o già detto intendo parola @scarnare ciò che si è mai potuto!, elargire dopo era domanda o cosa?! Ma solo gli eventi odierni hanno potuto mai più spiegare patto di questi tempi. Ebbene tocca all’Inghilterra per quanto ne ricordano alcune enciclopedie italiane. Il piccolo staterello, appare comunque, sia riuscito a tener testa gli altri stati nell’economia mondiale, ed oltre sul riscatto luce;, Che secondo clerica dicenza, non era affatto ingente. Vedere per credere; Società come i monaci benedettini, uomini di chiesa, perdono la proprietà di studio per maldicenze o maledizioni. Se non, ecco appunto di giustizia parlando, si può dire che per scindere giustizia e giurisdizione bisogna anche ridefinire il concetto di uomo più giusto. Ad esempio in una società come quella greca “cóllericamente” parlando della "bona" Italia negli anni di San Paolo filosofo.. Dividendo giustizia e giurisdizione non è difficile capire che in un'etica con una morale pro verit,,, con una logica dove il sillogismo e una fuorviante chiarezza di errore italiano,,,, il giudice di noi stessi vede la giustizia come un valore o come un'emozione, ed in tema mi sono trovato a chiedere realmente cosa fosse la giustizia per le persone! Ma in realtà se non sai cosa ti sto dicendo non comprendi l'incazzatura che dovremmo avere in questo momento!; non potresti definire oggettivi; e soggettivi’ della suddetta emozione, e quindi non riusciresti mai a capire realmente se la risposta a se è fuori o dentro di te, questa essenza di giustizia.Ammettendo é improbabile .quindi con dato di fatto ~ ~ che talcuni di noi possano ancora dare giudizio morale alla giustizia, potremmo mai noi, accantonare il dissenso comune umanitario della cosiddetta perdita della luce clericalmente emersa da questi ultimi lettere-temporum, scritte in manent; Approfondendo “ll QUID IUSTS” o il “QUIDO IUSTUM “ che diede uno slancio un innesto errato un diffondere “2pil” ma illeggittimando la “lira"; la ricerca del giusto cambio “ l bill of right “ vi ricorda qualcosa?; ammettendo anche l’accettazione di “libert” individualistica; Con inclusione della “libert’” legislativa A bando di un uomo sano, istruito e con sicurezza, non ravvisato da nessun futuro impropriamente chiamato da chissa quale forza.. insomma un futuro regolare nella norma una vita!;si potrebbe mai pensare che tutto lo scatafascio economico-sociale non avrebbe inciso sui nostri tempi? Quindi significativo il fatto che negli Stati Uniti che sono stati il primo paese ad introdurre fin dall’ottocento un’istituzione del controllo giudiziario il quale regala le leggi costituzionali; il Che ha avuto reale compimento durante l’epoca della “warren court”; Proprio come reazione hai sopprusi umani; indifferentemente se minoranze o maggioranze !!!... Quindi “germanica” “italica” “russai” addirittura ”l’Inghilterra’”. Ed è quindi poi con politiche basate su interiezioni come “common law” come le “courts” effettivamente letali secondo il “pil “ non mai innegabili per il “retoritco” arricciamento dell’ente-conto o enti di stato come ( common law );La sanità che avrebbero bevuto volentiri per quei quattro denari, nessuno se lo aspettava, ma era un plus-valore netto;. Ribadendo che gli imprinting pil, grazie alla giustizia o alle giurisdizioni, migliori, o meglio gli imprinting-prodottointernolira davano alla luce salotti italiani; peró nessuno ve l’ha mai detto ??. Si narra che ci sono esseri umani che della giustizia erano vettori per insegnamento auto-procace sociale e che nascondono segreti sulla luce inenarrabili.. Ciò che voglio dire io è: confessare una giurisdizione tale da non confondere teologia con filosofare. Ecco questo è il ravvisare, il futuro; Ad oggi che “pil” di merda abbiamo!!!!. non scoraggiandoci analizzando meglio l’informazione nel mondo della common law la frase della giustizia costituzionale, seppure non realizzata ancora, è da rifare ad oggi, ed a ex domini britannici degli stati uniti nel ,Canada e nel Pakistan. Quindi, di dato di fatto è che: approfondendo “ius”o “iustum” diede lavoro al dialogo, allo “slascio”, e che doveva essere solo un ravviso per il pil nazionale, all’epoca della lira. L’illegittimità delle cose la ricerca del giusto, che diedero l’uogo al “bill of right”, dicono qualcosa riguardo l’accettazione di libertà!; legislativa!; Abando di un uomo sano, istituito e con “sicurezza-prole”, 100/100 “alle stelle” , se non addirittura come clausola legislativa a “tarda valenza”(TFO). Ad oggi giustizi quindi, è meramente possibile farla congiungere a verità utopica: come un si! Detto ad uccisione di socrate,… Ma Povera anima!. Ma come reagì l’inghilterra, si fatto bill of right?, ad oggi pedone nella scacchiera della “probabile”,ecosostentazione- umanitaria? Ma anche da altri partirano queste sottigliezze economiche, che hanno fatto di uomini “giusti attori” di vita, distrutti dalla corsa al denaro. E non è che da qui che ci è imposto prendere spunto. da una società come quella greca, che sia; Che ammesso la si valenza della veridicità al livello di società, non è da escludere nel quadro demo giurisdizionale; Per un proficuo e giusto riscatto socioculturale e vitale di non poca importanza. Che ad oggi se tiriamo le some, ma quanti esempi di crolli abbiamo avuto ?! Che, ed ancora oggi, non siamo capaci di metterci in piedi come paese!?; Continuando, vi riaffiora che l’inghiterra è entrata a far parte di questo giuoco;di un’illusa ricchezza proprio negli anni di cui vi parlo; Questa pseudo-futuranza, dalla sicurezza economica è stata poi adottata da molte altre nazioni volendo dirvi ad esempio anche in “l’italia”, si arrivò a trattare di norme sui diritti naturali.Non da decifrare è il dato di fatto che non è che non abbiamo avuto dei segnali dal passato, in realtà ce ne siamo fregati! Da qui giustizia mette in risalto altri fatti a noi noti nell’umanità accaduti. Regimi totalitaristi, sterminii di grandi masse, popolazioni con razze religioni ed orientamenti politici differenti; E si facevano guerra! Rudi violazioni umane che poco dopo si sarebbero chiamate con il nome di “diritti naturali” ente tagliato fuori, per dar momento a poi una ravvisata follia econonica, questa! Non è insolito quindi farvi notare che il disastro é stato opera di tutti e che ad oggi con nota clericale, dobbiamo astenerci dai non più potendo!, e non dimenticare i disastri economici e sociali quindi essere meno sordi al temporum detto! Quindi anche se capovolta l’idea di giurisdizione quella di giustizia invece deve rimane ma con un’idea più pre-socratica, che si avvicina al logos al fuoco che arde per generare verità, in vista di una giustizia platonica-sentenziale. E qui noto l’excursus fatto sui greci, e mi chiedo: non é propedeutico provare ad una giurisdizione salda con visto atto del rinforzo vitae-spirito dell’uomo in teporum; sogni…non realtà!; Scolastica e la giurisdizione stanno andando a braccetto negli ultimi anni. La giustizia dunque emerge come il valore pratico, o politico, che di volta in volta oggettivamente é attribuibile alla risposta atta a risolvere un problema in società. Valore consistente in ciò che si tratta dire. Risposta capace di risolvere, in maniera adeguata, alle esigenze dell’epoca, quel dato problema “pratico-vitè”. In un secolo caratterizzato, quindi dove una linea temporale ove “quid jus” e “quid justum” sono alla base della tutela dell’uomo. Entra una giustizia che fa della costituzionalità sua espressione. Una legge naturale superiore al diritto positivo era negata o talvolta disprezzata. Germania, Italia, Austria ma tanti altri “statis quod” hanno iniziato ad adottare costituzioni più rigide; La maggior parte ha adottato una costituzione regolata da un sistema che partiva da un ente che doveva fare da passaggio giurista-costituzionale per garantire la giustizia, proprio come un” bill of rights “ fino a vedersi avvalere una corte costituzionale per i diritti dell’uomo. …“costituzionale si fatto e quindi PIL diventa socraticamente speranza”… questo logicamente a suo tempo. Ma il decorso ha tutto un collegamento e non esce altro che deprezzo e depressione. In germania ad espemio durante il regime, direi a mio mero ravviso, a creazione di esso, hanno fatto giustizia solo enti duri come la “versasungbeschwerde” o ricorso costituzionale, che risolvevano gli schiati economici dettati da un “pil” scarso di verità giuris-dizionale. Ammortizzo! ..nei primi anni di questi dissidi economici. Quindi basta dare un’occhiata alle enti che abbiamo, per avere giustizia si fatta alle, “menti brillanti”, Mai alcuni si sarebbero immaginati di sentirselo dire, ebbene si!; Ci sono molte menti che possono cambiare tutto ciò; bisogna solo capire quanto sia vero che stiamo osservando giustizia!.
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sangha-scaramuccia · 5 years ago
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Sesshin –  gennaio 2020
Riporto i brani estratti dal notiziario N. 83  ANNO 22  LUGLIO 1995/2526 utilizzato dal maestro Taino per il teisho.
Il testo parla dell'UBI e del Vesak, anticipando tante delle questioni che sarebbero emerse negli anni successivi sul funzionamento e obiettivi di quella associazione. Preme sottolineare come già allora era chiara la direzione per Scaramuccia, cioè di non volere creare una nuova religione, ma indicare una via di liberazione. Su questo tema Taino tornerà anche nel tè mondo: quando si recitano i voti del sociale di Scaramuccia, così come quando la chiesa cattolica si dedica ai poveri o ai migranti, non si sta facendo qualcosa di attinente alla religione ma solo all'umanità di ogni essere non dipendente da qualunque religione.
Ancora sul tema della leggerezza: Taino ha raccontato della carriolata di lettere che ha bruciato nel falò di fine anno e ha detto che ci sono ancora i diari da eliminare. Per fortuna restano i suoi libri, i notiziari e le trascrizioni dei teisho.
Paolo Shōju
Notiziario di SCARAMUCCIA  n. 83 Anno 22 Luglio 1995/2526
del Wesak ( e dell'UBI)
È successo come al Festival del cinema di montagna di Trento, dove non andavo dal 1979 pur essendo invitato spesso. Anche al Wesak mancavo da Torino (?), e in quella occasione feci un intervento che non piacque a tutti perché ricordo i lama che si staccavano gli auricolari della traduzione simultanea.
Comunque, come a Trento ho fatto a meno di intervenire cosi è stato anche a Venezia. In effetti a Venezia ho parlato durante l'assemblea e ho proprio detto che per contribuire alle spese dell'UBI potevamo inserire una piccola quota straordinaria durante i seminari che tutti i gruppi organizzano. In entrambi i casi avrei dovuto dire, come Bartali: "Tutto sbagliato, tutto da rifare!", ma come avrei potuto dirlo?
A voi, lettori del notiziario, che siete ormai vaccinati, posso provare a spiegarlo sperando che mi capiate.
Intanto bisogna distinguere l'UBI dal Wesak: la prima è una unione dei gruppi buddisti e Wesak è la festa del risveglio, ma siccome è un'emanazione dell'UBI va a finire che una è conseguente all'altra.
Quando ho partecipato alla fondazione dell'UBI, intendevo la costituzione di una associazione fra gruppi praticanti ognuno secondo la propria scuola, che non proponesse, in maniera orientale, quanto già attiene alla religione che già esiste in Italia. E soprattutto che facesse a meno di presentarsi come una religione: il Buddismo è una via di liberazione e non abbiamo bisogno del riconoscimento dello Stato, italiano o vaticano, per esistere.
Scaramuccia è un esempio di anarchia, intanto perché non è un centro, ma soprattutto perché voglio che mi si riconosca la libertà di starmene a casa mia e d'insegnare quello che mi pare per aiutare tutti gli esseri a liberarsi. Infatti noi non siamo un'associazione, non siamo alcunché, siamo un tizio che è stato in Giappone, dove è stato ordinato monaco perché quella è la prassi, che non ha intenzione di seguire nei confronti dei suoi discepoli e che insegna quello che ha imparato. C'è bisogno di una chiesa, del 8 per mille, ecc. per fare questo? L'UBI dovrebbe limitarsi a essere il punto di aggregazione e di riferimento di tutti i luoghi di pratica. Per questo non c'è bisogno di comportarsi come tutte le chiese proprio perché, ALMENO I0, NON voglio essere fondatore di una chiesa o divulgatore di una religione, più o meno organizzata.
A Venezia ci sono stati due momenti fondamentali: l'assemblea dell'UBI, il pomeriggio del venerdì, durante la quale si è parlato e deciso di alcune questioni attinenti all'associazione e al suo sostentamento. In più anche del prossimo Wesak. E qui si è già capito che ci sono dei problemi non semplici sulla gestione di una eventuale visita del Dalai lama. E si è pure capito che il momento in cui aIl'UBI arrivassero dei soldi ci sarebbero delle lotte all'arma bianca per utilizzarli. L'altro momento è stato quello del sabato con le conferenze in programma su etica e consapevolezza.
Premetto che ho un grandissimo rispetto per tutto il lavoro di organizzazione, VOLONTARIA! che c'è voluto per mettere in piedi questi tre giorni. Per cui le mie osservazioni sono all'origine.
È che non trovo le parole per spiegare che è il convegno: si stava facendo per quelli che non conoscono il buddismo oppure il convegno era per i buddisti? Se è stato organizzato per farci conoscere dagli altri secondo me non è riuscito nel suo scopo. Se invece era per i buddisti era solamente palloso. Non so come dovrebbe essere la festa del Wesak, però sono sicuro che quella a cui ho assistito, per il tempo che sono stato a Venezia, non m'è sembrata affatto una festa. Credo che o non dovremmo fare alcunché oppure fare qualcosa di speciale: canti, balli, danze e via dicendo, magari chiedendo a qualche esperto in organizzazioni festaiole.
Per chiudere, anche se si potrebbe parlare a lungo, dico che il punto fondamentale da criticare è la fretta, si la FRETTA di veder aumentare il numero dei praticanti in Italia e in Europa. Questo è per me è un grande  errore. Perché un insegnamento come quello del Buddha ha bisogno di tempi lunghi e la nostra è appena la prima generazione. Con calma aspettiamo la seconda e poi ancora la terza generazione, quando i bambini che nascono ora saranno, a differenza di quando eravamo bambini noi, abituati a pensare al Buddha non come al grassone che avevamo sempre utilizzato nelle barzellette.
lo credo che ci sia ancora troppa dipendenza dai maestri venuti da oriente, dai riti, dagli abiti. Aspettiamo con fiducia le nuove generazioni in grado di fare a meno di tutte queste nostre fissazioni.
In Italia il buddismo è ancora un bambino e anche se qualcuno lo vuole far crescere in fretta con gli anabolizzanti, forse, quelli che scriveranno la storia, potranno dire che sarebbe stato meglio se fosse venuto su un po' più ruspante.
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diceriadelluntore · 5 years ago
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Oggi alle ore 11, si svolgerà il “Teacher pride” a sostegno della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, sospesa per 15 giorni a causa di un video di alcuni suoi alunni, che hanno paragonato alcune parti del decreto sicurezza alle leggi razziali del 1938.
Teacher pride: il 21 maggio alle 11 leggiamo gli artt 21 e 33 della Costituzione
L’iniziativa consisterà nella lettura degli articoli 21 e 33 della nostra Costituzione che, secondo gli organizzatori, sono stati violati nel caso della Professoressa.
L’evento è rivolto non solo ai docenti ma tutti i cittadini.
“ogni insegnante, studente, cittadino che voglia riaffermare la libertà di pensiero e di insegnamento, dovunque si trovi, interromperà le proprie attività, si metterà in piedi e leggerà di seguito gli articoli 21 e 33 della Costituzione italiana. Laddove possibile la lettura solenne sarà fatta in gruppo. Invitiamo tutti coloro che aderiscono a darne notizia attraverso comunicati stampa e social.”
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paoloxl · 6 years ago
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Venerdì 29 marzo, la Questura di Padova autorizzava una manifestazione del partito neofascista Forza Nuova contro la legge 194 sull’aborto. Una contro-manifestazione convocata per contestare l’iniziativa, ha ricevuto violente cariche da parte della polizia: tre manifestanti sono finite in ospedale e due fermate. Una di queste è un’insegnante. Contro di lei, il Mattino di Padova ha lanciato un’invettiva dalle colonne del giornale, sostenendo l’incompatibilità tra la professione del docente e l’azione politica antifascista. Dello stesso avviso il Ministro degli Interni Matteo Salvini e Elena Donazzan. Assessore all’Istruzione della Regione Veneto, da sempre vicina alle formazioni dell’estrema destra italiana. In una lettera aperta al giornale padovano, gli insegnanti rispondono punto per punto
All’attenzione della redazione de Il Mattino di Padova,
del giornalista Enrico Ferro e di tutti i cittadini e le cittadine
In qualità di insegnanti ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra solidarietà alla prof.ssa M. G., in seguito alla campagna mediatica violenta e diffamatoria messa in atto nei suoi confronti.
Di fronte alla pessima ricostruzione dei fatti fornita dal vostro giornale, si impone la necessità di riassumerli in breve. Venerdì sera a Padova il partito dichiaratamente fascista Forza Nuova, guidato dal suo leader Roberto Fiore, ex militante dell’organizzazione terroristica della peggior destra eversiva di Terza Posizione, ha indetto una manifestazione contro la legge 194. Il questore ha concesso ai fascisti antiabortisti di sfilare per le vie cittadine.
In risposta, un arco variegato di gruppi e privati cittadini e cittadine si è mobilitato per esprimere il proprio dissenso. Tuttavia, la possibilità di manifestare è stata negata dal questore. Dopo un presidio, le persone hanno deciso di sfilare pacificamente per le piazze della città, fino a incontrare uno schieramento di forze dell’ordine, che ha caricato violentemente i e le manifestanti a mani alzate. Tre di loro sono state portate in ospedale e due fermate.
Nei giorni successivi, una di queste è stata oggetto di una condanna sommaria da parte del vostro giornale in quanto insegnante che ha deciso di essere presente alla manifestazione. Si allude esplicitamente all’incompatibilità fra professione docente e impegno politico antifascista. Vorremmo ricordare alla redazione e al signor Enrico Ferro che, tra i cosiddetti no global (ancora coi no global?) c’erano molte e molti insegnanti. La questione, però, va al di là della manifestazione di venerdì e del caso della prof.ssa M. G.: è un problema di democrazia. Ci preme sottolineare che:
1. L’insegnante esercita le sue funzioni nel rispetto di un’etica professionale. Ai fini dell’esercizio della funzione docente è garantita – dalla Costituzione – la libertà di insegnamento e di scelta del metodo. Tale libertà serve lo scopo di formare gli studenti e le studentesse in quanto cittadini e cittadine della Repubblica Italiana. Fondamentale a tale processo è la costruzione del pensiero critico. All’insegnante interessa che lo studente e la studentessa abbiano gli strumenti per costruirsi autonomamente le proprie idee, non cosa pensano.
2. Non c’è contraddizione fra il rispetto di questa etica professionale e l’assunzione di posizioni politiche chiare, in particolare nel momento in cui ciò avviene fuori dalle aule scolastiche. Da contratto, il lavoratore non vende se stesso, ma le sole attività indicate nel contratto e nell’orario previsto: resta irrilevante la sua vita extralavorativa.
3. Questa distinzione marca la distanza dalla scuola fascista, in cui era richiesto il giuramento di fedeltà al regime.
4. Il fatto che un’insegnante sia dichiaratamente antifascista e che agisca di conseguenza non dovrebbe apparire strano. L’antifascismo è uno dei pilastri dello Stato democratico in cui viviamo. Si dovrebbe anzi dire che un’insegnante ha il dovere di essere antifascista, come tutti i funzionari dello Stato, compresi questore, prefetto e forze dell’ordine.
5. La teoria degli opposti estremismi, l’equazione fra fascismo e antifascismo, che alcuni giornalisti continuano a propugnare, inquinando l’opinione pubblica, è anticostituzionale oltre che oscena e nociva. In questo caso contribuisce, attraverso la criminalizzazione di un singolo, all’intimidazione di un’intera categoria, i cui membri – al pari di ogni altro cittadino e cittadina – devono sentirsi liberi di svolgere attività politica fuori dal posto di lavoro. L’attività politica è espressione dei più alti valori di cittadinanza.
Come insegnanti, quindi, rivendichiamo il dovere di rispettare l’etica prevista dalla nostra professione e il diritto di usare la nostra vita privata per fare politica. Le due cose non entrano in contraddizione. Non c’è alcuna doppia vita.
Coordinamento veneto per la Scuola Pubblica
Qui, è possibile firmare l’appello
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iniziativa21058 · 5 years ago
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Ritorna l' Educazione Civica
Vi avevamo invitato a firmare la proposta per introdurre l’ora di Educazione alla Cittadinanza come materia curriculare nelle scuole di ogni ordine di grado: https://iniziativa21058.blogspot.com/2018/08/il-ritorno-delleducazione-alla.html
Ora con 193 sì e 38 astenuti il Senato ha approvato in via definitiva il ddl sull'introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica, che così diventa legge e porta, dal prossimo settembre, la materia nella scuola primaria e in quella secondaria, prevedendo 33 ore minime annue di insegnamento e voto in pagella. Per il provvedimento "l'educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri". "L'educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona". La materia, nel primo ciclo scolastico, sarà considerata un insegnamento trasversale affidato in contitolarità; nelle scuole del secondo ciclo, invece, l’insegnamento è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia. Diversi i temi in esame: Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015; educazione alla cittadinanza digitale; elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di base in materia di protezione civile. Considerando anche la trasversalità della disciplina, sono chiamati in causa anche i Comuni che potranno promuovere delle collaborazioni con le scuole per far conoscere il funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi, la storia del territorio e le regole per la fruizione di spazi verdi e culturali.  Continua su https://www.strategieamministrative.it/dettaglio-news/201982956-educazione-civica-il-senato-approva-la-legge/
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piusppxii · 6 years ago
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«Satana colpirà al cuore la società...». Del tutto sconosciute, le straordinarie profezie di Papa Pio XII
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L'avverarsi di alcune rivelazioni di papa Pacelli (1876-1958), come il crollo dell'Unione Sovietica e l'elezione di un pontefice polacco, rende credibili e talora allarmanti le "ispirazioni profetiche" che riguardano il nostro futuro.
La liberazione del popolo cinese, il crollo del capitalismo, l'ingovernabilità dell'Italia, l'invasione dei popoli provenienti dall'est e dai Paesi africani diverranno realtà?
ALCUNE DELLE PIÙ RILEVANTI PROFEZIE DEL "PASTOR ANGELICUS"
1. IL GRANDE PROBLEMA SARÀ LA CINA
«La Cina è una bomba demografica e quando finirà per esplodere, metterà in crisi il mondo intero».
«Quando cadranno gli idoli di Mosca, inizieranno a scricchiolare anche gli idoli di Pechino… All'esaltazione subentrerà l'anarchia e milioni di cinesi cercheranno rifugio in tutto il mondo, aggravando spesso la situazione già precaria di altri Paesi…».
«Il primo, grave pericolo del terzo Millennio sarà la Cina… E sarà coinvolta anche l'Europa, anche l'Italia…».
«Quando si presenterà il problema cinese, non ci sarà più al mondo una potenza in grado di fronteggiarlo; e non ci sarà un Paese in grado di costituire una catena di solidarietà… Sarà un quadro estremamente preoccupante».
«Un numero sempre maggiore di asiatici, soprattutto di cinesi, premerà alle frontiere dei Paesi industrializzati, soprattutto europei, mettendo in crisi economie che un tempo erano fiorenti».
«Le grandi emigrazioni della fine del Millennio turberanno il mondo. La maggior parte dei Paesi non sarà preparata ad ospitare un numero sempre maggiore di persone… La civiltà orientale conviverà con la civiltà occidentale».
«Sarà la fine di un tempo, sarà la fine degli isolamenti tradizionali della civiltà occidentale…».
Sono frasi che Pio XII ha pronunciato tra il 1946 e il 1952. Sono visioni profetiche, sulla Cina e sull'emigrazione dei popoli poveri verso i Paesi industrializzati. Questa preveggenza si sta già avverando, seppur in modo lento. Quando crollerà anche il regime cinese – come profetizzato dal Pontefice – emergerà il problema, in tutta la sua drammaticità.
2. LE DIFFICOLTÀ DELLA NUOVA GENERAZIONE SARANNO MOLTE
«Il pericolo che corre la prossima generazione sarà quello di crescere senza i due supporti fondamentali: la fede e l'umiltà… Se mancano questi due cardini, la vita sarà difficile; e alle prime difficoltà, l'uomo si fletterà su se stesso, rinunciando a lottare…».
Sono parole pronunciate da Pio XII nel 1950. Si tratta di una visione profetica. E la conferma la troviamo nelle recenti dichiarazioni di un noto educatore che, analizzando «il problema droga», arriva a questa preoccupante conclusione: «… abbiamo una generazione fragile; una generazione con poche speranze, perché priva di fede… Una generazione con mille problemi, coinvolta in una competizione frenetica, devastante, nella quale non ha alcun posto l'umiltà…».
Parlando a un gruppo di madri cattoliche, nel 1950, il Pontefice ricordava anche: «… che i giovani vanno educati a vivere una vita interiore; vanno educati alla preghiera e alla meditazione, perché l'uomo che nei momenti difficili non riesce a rifugiarsi nella preghiera, vive male e non riesce a donare la pace alle persone che gli sono vicine…».
Anche qui Pio XII aveva «visto» giusto. La conferma ci viene data anche da Giovanni Paolo II, che rivolgendosi soprattutto ai giovani, ha ripetutamente dichiarato che: «… oggi si vive male, perché non si è più capaci di vivere una vita interiore». Tutto è all'insegna dell'esteriorità. Nel mondo serpeggia una specie di culto blasfemo per le cose materiali, per i piaceri della carne. Manca la fede, manca la spiritualità, manca l'umiltà: ecco la tragedia della nuova generazione. Una tragedia che Pio XII aveva profetizzato. Una tragedia che coinvolgerà, purtroppo, un numero sempre maggiore di giovani, spingendoli spesso sulla strada disperata della droga.
3. LA SCIENZA NON PUÒ SOSTITUIRSI A DIO
«Ci sono dei limiti che la scienza non può valicare… Alcune premesse lasciano scorgere inquietanti ricerche scientifiche… Si cercherà di sostituire Dio con le equazioni matematiche».
Pio XII sapeva vedere lontano, difatti in queste parole profetiche, pronunciate all’inizio degli anni Cinquanta, si riflettono le ricerche scientifiche, soprattutto nel campo della biologia e della fisica, dei nostri giorni.
Oggi, con la Theory of Everything, «la teoria del tutto», si ha la presunzione di svelare il mistero dell’universo, per arrivare a sostituire Dio con una formula matematica.
In altre parole, non più «Dio Redentore», ma «Massimo Matematico». Questa ricerca scientifica, priva di etica, la troviamo anche in altri vaticini. Un messaggio della fine Ottocento, attribuito a una suora di clausura, dice che:
«Alla fine del Millennio, l’uomo si sentirà potente, al punto tale da violare i grandi misteri dell’Eterno… Ma l’uomo che si sentirà potente sarà più fragile di sempre perché questo sarà il tempo in cui le forze della natura si scateneranno per riportare il Creato alla sua bellezza originale… Perché alla fine del Millennio… la terra sarà avvelenata e l’uomo si dibatterà in una ragnatela di difficoltà e di dolori. Alla fine, risorgerà l’umiltà. E l’uomo, nella disperazione dei cieli fumosi, ritornerà a rivolgersi a Dio… Perché i disastri provocati dall’uomo potranno essere sanati solamente con un intervento divino…».
4. A PROPOSITO DI COSTITUZIONE ITALIANA: "DI CRISTIANO HA SOLO L'INVOLUCRO"
«È una Costituzione che non diventerà longeva. Di cristiano ha solamente l'involucro… ».
Nel 1943 un gruppo di laureati cattolici elaborava a Camaldoli un codice di etica sociale ispirato al messaggio evangelico che, in un secondo tempo, verrà considerato dai «padri della Costituzione».
I primi appunti di questo codice etico d'ispirazione evangelica vennero sottoposti al Pontefice, il quale fece un commento molto significativo: «L'amore per il prossimo e la giustizia devono essere i cardini di una Costituzione degna di essere ispirata ai principi cristiani…».
E quando, quattro anni dopo, la Costituzione venne approvata, alcuni giornali attribuirono a Pio XII un giudizio che provocò alcune polemiche: «Di cristiano ha solamente l'involucro…».
Sull'onda di questo giudizio, scaturì un vaticinio, sempre attribuito a Pio XII: «È una Carta Costituzionale che non diventerà longeva… cinquant'anni, un po' meno o un po' più».
Quarantanove anni dopo — la Costituzione è stata approvata il 27 dicembre 1947 — s'inizia a parlare di un nuova Costituente, perché la Costituzione «non corrisponde più alle esigenze politiche del nostro tempo».
Sono parole che farebbero rabbrividire l'onorevole Terracini, già presidente dell'Assemblea Costituente, il quale, in una intervista del 1947 dichiarava che: «La nuova Costituzione è quanto di meglio possa essere dato a un popolo civile, moderno e democratico… È una Costituzione che coinvolgerà certamente più generazioni». Pio XII non era dello stesso parere, perché sentiva che, nella migliore delle ipotesi, la Costituzione del 1947 avrebbe coinvolto una generazione.
5. LA MINACCIA DELLE ACQUE
«La catastrofe del Polesine dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Nel novembre 1951 il Po ruppe gli argini allagando oltre centomila ettari di terreno. Molte furono le vittime, mentre i danni vennero valutati intorno a ventisette miliardi, che per quel tempo era una cifra da capogiro.
Pio XII volle che la Chiesa si applicasse in ogni modo per aiutare le persone che erano rimaste senza casa, senza mezzi. E soprattutto per la ricostruzione.
In quelle giornate di dolore, Pio XII invitò più volte a pregare, «… affinchè il flagello delle acque non ritorni a minacciare l’uomo».
Sempre in quel periodo, Pio XII dichiarò che: «La catastrofe del Polesine dovrebbe essere un insegnamento… dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Sono parole dal contenuto profetico, che vennero ricordate dodici anni dopo, quando nel 1963, si registrò la tragedia del Vajont. Un paese intero – Longarone – venne cancellato dalle acque. Duemilacinquecento furono i morti. E anche questa volta la Chiesa si mise al servizio delle persone maggiormente colpite dalla tragedia.
La minaccia delle acque, in seguito anche all’irresponsabile abbandono delle campagne e al disboscamento, continuò negli anni futuri. Alcuni ecologisti sostengono, a questo proposito, che il vero «flagello delle acque» deve ancora venire. E, forse, si tratta di quel «flagello» per il quale Pio XII aveva invitato a pregare già nel 1951.
6. QUANDO IL PONTEFICE SARÀ ITINERANTE
«Arriverà un giorno in cui il Pontefice sarà itinerante… raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate…».
La tradizione esigeva che il Segretario di Stato rimanesse costantemente a fianco del Pontefice. Ma quando il cardinale Pacelli divenne Segretario di Stato, questa tradizione radicata nel tempo cambiò completamente.
Il cardinale Pacelli, dopo le sue esperienze di Nunzio Apostolico in Germania, era fermamente convinto dell’efficacia del «contatto diretto» con le persone che affrontavano i grandi problemi della politica e con il popolo, con la gente, con i fedeli sparsi nel mondo, che mai avrebbero avuto la possibilità d’incontrare il Pontefice.
Così, il cardinale Pacelli, avviò quella che negli ambienti vaticani veniva chiamata «la rivoluzione itinerante».
Quale Delegato Pontificio, rappresentò il Pontefice in Francia, in Brasile, negli Stati Uniti d’America. E in tante altre parti del mondo. Pio XI aveva ben accolto «questo nuovo modo di gestire i rapporti con l’estero», anche alla luce degli ottimi risultati che si raccoglievano ovunque.
Rientrando dal Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires il cardinale Pacelli, che Pio XI chiamava bonariamente «l’oratore di Pentecoste», nell’entusiasmo del momento, disse che: «… arriverà un giorno nel quale il Pontefice sarà itinerante, raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate, incontrerà i fedeli e i capi di Stato… e questa semina finirà per dare frutti abbondanti e preziosi».
E così è avvenuto, soprattutto per il pontificato di Giovanni Paolo II, durante il quale il Pontefice ha visitato, come aveva profetizzato Pio XII, «le terre più lontane e più abbandonate».
7. LA DISOCCUPAZIONE ESPLODERÀ ALLA FINE DEL MILLENNIO
«II grave problema della disoccupazione ricomparirà in tutta la sua drammaticità, alla fine del Millennio…».
In tutti i discorsi elettorali del dopoguerra, il complicato, grave problema della disoccupazione veniva posto al primo piano. I sindacati parlavano di «mina vagante», i politici parlavano di «problema centrale». Ma gli indici della disoccupazione, soprattutto giovanile, continuavano a crescere, soprattutto al sud, dove si considerava che almeno la metà dei giovani si trovasse senza un lavoro.
Le cose migliorarono sensibilmente al nord, con l'opera di ricostruzione. E si iniziò a parlare di benessere. Alcuni politici, con una visione limitata della realtà italiana, iniziarono allora a parlare della disoccupazione come di «un problema che ci si sta lasciando alle spalle… un problema superato».
Ma Pio XII non era dello stesso parere. Il Pontefice «era capace di vedere molto lontano», e dichiarava: «La disoccupazione è un problema tutt'altro che risolto… anzi riemergerà drammaticamente alla fine del Millennio, quando le macchine sempre più sofisticate sostituiranno l'uomo e il benessere sarà all'ultima frontiera…».
Questa preveggenza si sta avverando ai nostri giorni. I dati statistici presentano difatti percentuali di disoccupati in continuo aumento. Un terzo dei giovani è senza lavoro. Mentre il lavoro nero è una piaga che sta dilagando. In alcune località del Meridione, si supera abbondantemente la percentuale del 50 per cento dei disoccupati. II benessere, come aveva profetizzato il Santo Padre, non ha sconfitto la disoccupazione, che riemerge «in tutta la sua drammaticità».
8. IL TEMPO DEI FALSI PROFETI
«II tempo dei falsi profeti è vicino… Saranno vestiti da politici o da scienziati… e lasceranno alle spalle la desolazione».
Anche nel Vangelo di Matteo si profetizza l'evento dei «falsi profeti». «Guardatevi… perché verranno a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci». C'è quindi l'inganno, perché gli uomini «saranno presi con false parole di amore e di giustizia, per poi essere condannati a vivere nell'odio e nell'ingiustizia».
Pio XII, analizzando i tempi in cui sta vivendo l'umanità, «vede» i falsi profeti nei politici corrotti o negli scienziati che stravolgono le leggi naturali. C'è in proposito una frase significativa, pronunciata da Pio XII nel 1952: «Si sta avvicinando il tempo dei falsi profeti… inganneranno facilmente i puri di cuore, perché si presenteranno nella veste di uomini di grandi capacità e di grande cuore, invece saranno politici corrotti e scienziati senza scrupoli…».
Nel giorno dei falsi profeti siamo già entrati. Arriverà un momento in cui tutti coloro che si avvicinano alla politica saranno dei ««falsi profeti», in quanto il loro scopo non sarà quello di servire la società, ma di utilizzare la società, per scopi più o meno leciti. Ai politici corrotti e corruttori si aggiungono gli scienziati che mirano unicamente a strabiliare il mondo con le loro ricerche. E qui troviamo al primo posto i ricercatori nel campo della genetica, con gli uteri in affitto e le inseminazioni ibride. E le ricerche sono appena iniziate.
9. L'ISLAM SARÀ SEMPRE PIÙ PRESENTE IN EUROPA
«Sarà costruito un grande tempio islamico nella culla del cattolicesimo…».
C’è una profezia del XVII secolo che prevede «La grande moschea, nel cuore del cattolicesimo». «… L’ombra dell’Islam», dice il messaggio «segnerà le gradinate di San Pietro… nel tempo in cui sarà prossimo un grande evento».
Anche Pio XII aveva previsto la costruzione del «grande tempio islamico, nella culla del cattolicesimo». E, se analizziamo alcune sue parole, riportate dai biografi del Pontefice, dobbiamo dire che si può scorgere un vaticinio «sul rinnovarsi delle guerre di religione». Perché sarà soprattutto «l’islamismo che cercherà d’invadere l’Europa, per genuflettere la civiltà cristiana».
La prima parte di questi vaticini si è già avverata. Mercoledì 21 giugno 1995 è stata difatti inaugurata la grande moschea di Roma. E, com’era profetizzato, si tratta di «un grande tempio». Vennero impiegati difatti quasi vent’anni per costruirla. E oggi, con la sua possibilità di contenere oltre duemila persone, è considerata la più grande moschea d’Europa. Va messo poi in risalto il fatto che non si tratta della prima moschea in Italia, perché ne esistono già una cinquantina, con oltre duecento posti di aggregazione.
È il primo passo verso la conquista islamica dell’Europa? I messaggi profetici sembrano rispondere positivamente. Anche se una parte del mondo cattolico è convinta della pacifica convivenza tra cristianesimo e islamismo. L’infiltrazione islamica sarà, forse, facilitata da questa spaccatura tra coloro che considerano possibile la convivenza tra cristiani e islamici e coloro che la rigettano completamente.
10. L'UOMO SARÀ RIDOTTO A PURO OGGETTO DELLA SOCIETÀ
«I pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno cresceranno inevitabilmente nel tempo…».
Nel radiomessaggio natalizio del 1952, Pio XII esternava le sue preoccupazioni per la spersonalizzazione dell'uomo moderno «che la società riduce a puro oggetto; vittima di una meccanizzazione delle coscienze». Su questa strada, proseguiva il messaggio, «… non troveranno posto che l'ingiustizia e il disagio, con tutte le immaginabili sciagure provocate dalla fame e dalla disoccupazione».
Questo grave problema era motivo di costante preoccupazione, da parte del Pontefice. Un giorno, parlando con un gruppo di collaboratori dichiarò: «… i pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno sono ancora allo stato embrionale… ma cresceranno inevitabilmente nel tempo. E, quando l'uomo sarà spersonalizzato, sarà considerato come un oggetto… E sarà acquistato e usato, come si usa un oggetto».
E ancora: «La società dei consumi non accetta l'uomo con una sua idea… l'uomo capace di difendere le sue convinzioni; perché l'uomo dev'essere solamente uno strumento di lavoro, di produzione, di profitto…».
In alcuni discorsi, pronunciati dal Pontefice nel 1954 e 1955, emerge ancora questa sua preoccupazione per «l'uomo spersonalizzato», per «l'uomo oggetto»: «Il costo che l'uomo dovrà pagare per un illusorio benessere materiale è troppo alto, perché dovrà spesso sacrificare la sua personalità e la sua dignità… Il consumismo farà dell'uomo un oggetto. Ma le conseguenze non si vedranno a breve distanza di tempo… Sarà necessario almeno mezzo secolo prima che l'uomo si renda conto dell'inganno… O meglio, che alcuni uomini si rendano conto dell'inganno, perché la massa, formata dall'uomo-oggetto, non si renderà conto di questa tragica realtà».
E c'è una frase ancora più significativa, pronunciata dal pontefice in occasione del radiomessaggio natalizio del 1955: «La politica consumistica è un mezzo per ridurre in schiavitù l'uomo».
11. LA FAMIGLIA IN CRISI
«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia… E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo…».
Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951. Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».
Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi… in agonia».
E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali. I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare…».
Pio XII «vedeva» pertanto bene. E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «… Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane… Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore…».
Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando. Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore. Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato. E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.
12. E NON AVRETE PIÙ LA DEMOCRAZIA MA LA CORRUZIONE
«Quando il Millennio sarà alla fine, l'uomo onesto diventerà sempre più raro, perché la corruzione finirà per abbracciare il mondo intero…».
Nei messaggi di Pio XII, come in questo caso, si scorge la preoccupazione maggiore per i tempi che riguardano «la prossima generazione», cioè per un tempo che va collocato appunto tra la fine e l'inizio del Millennio. «Anche l'Italia», disse un giorno il Pontefice «sarà presa nel vortice della corruzione… La democrazia finirà per diventare un paravento… per nascondere malefatte di ogni genere. Uomini disonesti, guidati da Satana, saliranno nei posti più alti della politica. Inganneranno il popolo e rovineranno l'economia…».
E ancora: «Arriverà un tempo in cui non esisterà Paese senza scandali; senza una storia vergognosa… Il decadimento politico porterà inevitabilmente al decadimento morale… Arriverà un tempo in cui la corruzione sarà legge di vita».
Questa preoccupante, tragica premonizione, la troviamo anche in altri messaggi profetici. Si potrebbe parlare di un mosaico che si sta componendo. E ormai mancano poche tesserine per avere il quadro completo. Nei vaticini del Monaco Olivetano si dice a questo proposito che: «… Il Millennio finirà nella corruzione e nell'odio, ladri e impostori occuperanno i posti di comando… E gli ordini saranno impartiti da Satana; perché questo sarà il tempo di Satana».
In altri vaticini del XVII secolo si dice ancora che: «Quando morirà il Millennio, moriranno l'onestà e la giustizia… E sarà necessaria almeno una generazione prima che le piante velenose possano essere completamente sradicate».
13. IN ITALIA ASSISTERETE AL DISFACIMENTO DI UNA CLASSE POLITICA
«La classe politica di domani farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini al ritorno di una dittatura. .. ».
Alla fine degli anni Quaranta, iniziarono a delinearsi delle «incomprensioni» tra la Democrazia Cristiana e la Chiesa. Mentre De Gasperi, nei suoi discorsi, continuava a ribadire che la Democrazia Cristiana non costituiva una emanazione dell'autorità ecclesiastica, Pio XII sosteneva che la Chiesa aveva il diritto-dovere d'intervenire «per garantire il giusto equilibrio tra dovere e obbligo, da una parte, tra diritto e libertà dall'altra».
Con la morte di De Gasperi, avvenuta nel 1954, le preoccupazioni di Pio XII aumentarono. «Finisce un tempo…», esclamò un giorno Pio XII «e non vediamo un futuro roseo… soprattutto la classe politica di domani avrà molti problemi. Porterà il Paese alla rovina… E farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini per il ritorno di una dittatura…».
Sono parole profetiche che si riferiscono al nostro tempo. La Democrazia Cristiana, a quarant'anni dalla morte di De Gasperi, si è «sciolta come neve al sole». Il Partito Socialista è finito proprio miseramente. E parecchi parlamentari sono passati dal banco di Montecitorio al banco degli accusati. L'Italia, con i suoi debiti che superano il milione di miliardi, è sull'orlo della bancarotta.
Questo quadro estremamente preoccupante, così profeticamente descritto da Pio XII, lascia ampi margini per il ritorno di una dittatura. E sarà la dittatura «di chi sciupa il pane… che finirà per razionare il pane a chi ne ha sempre avuto poco».
Ma anche questo è necessario che avvenga, per preparare le coscienze al grande rinnovamento.
14. DALLA CIVILTÀ DEL MATERIALISMO ALLA CIVILTA’ DELLO SPIRITO
«Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione di pace…».
«La politica del grande consumismo finirà per disorientare l’uomo, che si aggrapperà ancora di più ai beni materiali e ai piaceri della vita, trascurando i contenuti profondi della vita stessa… Assistiamo all’attuazione di un progetto inquietante, perché si tende a condizionare l’uomo a un tipo di vita superficiale, rivolta esclusivamente all’esterno».
Sono parole pronunciate dal Pontefice nel 1952. Parole che meritano una riflessione. E la stessa cosa si può dire per altre «considerazioni», questa volta dal contenuto profetico, che risalgono allo stesso periodo: «Si vuole orientare l’uomo a vivere un’esistenza materialistica… dove contano solamente i beni materiali. Su questa strada, la vita finirà per diventare un’angoscia senza fine».
Nelle «visioni» del Santo Padre c’è però, probabilmente, «qualcosa» che invita alla speranza. E questo traspare in alcune «considerazioni»: «Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione diversa… Sarà in quel tempo che nuovi valori saranno considerati… Sarà in quel tempo che s’impareranno ad apprezzare le cose che non si vedono, perché sono eterne».
Ma prima di approdare «alla spiaggia dello spirito» dovranno certamente passare alcune generazioni. Questo si può capire, leggendo altri messaggi profetici. Nelle lettere profetiche della Monaca di Dresda si dice, a questo proposito, che: «…Giungerà un tempo in cui lo spirito guiderà il mondo… E grandi saranno gli uomini, se sapranno vivere di umiltà e di fede». Per arrivare alla civiltà dello spirito sarà necessario però distruggere la civiltà della materia: la civiltà che ha prodotto l’angoscia collettiva.
15. GLI UOMINI PARLERANNO CON GLI ANGELI
«Arriverà un giorno in cui l’uomo parlerà con gli angeli… E in quel giorno proverà una gioia tale che nessuna parola al mondo può descriverla».
Nel 1956, dopo il soggiorno estivo a Castelgandolfo, Pio XII parlò a un gruppo di seminaristi francesi: «I tempi», disse il Pontefice «tendono ad allontanare l’uomo dalla spiritualità, per renderlo schiavo delle cose terrene… Il vostro compito sarà pertanto quello di riavvicinare l’uomo alle cose eterne, alle cose che non si vedono, ma che esistono, ed esisteranno in eterno… Bisogna allargare gli orizzonti dell’uomo… Bisogna far capire all’uomo che non è solo, perché legioni di angeli sono sulla terra. E verrà giorno in cui gli uomini parleranno con gli angeli…».
Era il tempo in cui il Pontefice aveva avuto «visioni celesti». E, probabilmente, si sentiva avvolto in un’atmosfera soprannaturale: «Gli angeli», disse un giorno «sono così vicini a noi che, nei momenti di pace profonda, riusciamo a sentire la loro presenza…».
Il Pontefice viveva in una dimensione mistica, che solamente i grandi spiriti riescono a ��sentire». Molti vaticini parlano delle «presenze angeliche sulla terra», soprattutto nel tempo in cui «la terra sarà aperta per essere lavata e purificata». In un vaticinio del XVI secolo, ritrovato in una chiesa della Lorena dopo la rivoluzione francese, si dice che «alla fine del Millennio, legioni di angeli scenderanno sulla terra, per contrastare la strada ai demoni…».
E gli uomini «sentiranno» la battaglia tra le forze del bene e le forze del male. «Sentiranno», ma non «vedranno» la battaglia finale. Saranno gli angeli a vincere. E, da quel momento in poi, l’uomo imparerà a parlare con gli angeli. Perché le distanze tra il cielo e la terra saranno accorciate.
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