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#il torchio a casa vostra
torchioristorante · 3 years
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festa della liberazione
per celebrare la festa della liberazione abbiamo pensato a dei piatti (a tiratura limitata!) che evocassero la primavera, la romanità, la consistenza e la forza dei piatti poveri… ma anche il barbecue! solo domenica 25 aprile per pranzo! per info e prenotazioni 069425520 3389262516 9477389289
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sottileincanto · 3 years
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La Lupa ( 1 )
di Giovanni Verga
Era alta, magra, aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna - e pure non era più giovane - era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano. Al villaggio la chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai - di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quell'andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d'occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso, fossero stati davanti all'altare di Santa Agrippina. Per fortuna la Lupa non veniva mai in chiesa, né a Pasqua, né a Natale, né per ascoltar messa, né per confessarsi. - Padre Angiolino di Santa Maria di Gesù, un vero servo di Dio, aveva persa l'anima per lei. Maricchia, poveretta, buona e brava ragazza, piangeva di nascosto, perché era figlia della Lupa, e nessuno l'avrebbe tolta in moglie, sebbene ci avesse la sua bella roba nel cassettone, e la sua buona terra al sole, come ogni altra ragazza del villaggio. Una volta la Lupa si innamorò di un bel giovane che era tornato da soldato, e mieteva il fieno con lei nelle chiuse del notaro; ma proprio quello che si dice innamorarsi, sentirsene ardere le carni sotto al fustagno del corpetto, e provare, fissandolo negli occhi, la sete che si ha nelle ore calde di giugno, in fondo alla pianura. Ma lui seguitava a mietere tranquillamente, col naso sui manipoli, e le diceva: - O che avete, gnà Pina? - Nei campi immensi, dove scoppiettava soltanto il volo dei grilli, quando il sole batteva a piombo, la Lupa, affastellava manipoli su manipoli, e covoni su covoni, senza stancarsi mai, senza rizzarsi un momento sulla vita, senza accostare le labbra al fiasco, pur di stare sempre alle calcagna di Nanni, che mieteva e mieteva, e le domandava di quando in quando: - Che volete, gnà Pina? -Una sera ella glielo disse, mentre gli uomini sonnecchiavano nell'aia, stanchi dalla lunga giornata, ed i cani uggiolavano per la vasta campagna nera: - Te voglio! Te che sei bello come il sole, e dolce come il miele. Voglio te!- Ed io invece voglio vostra figlia, che è zitella - rispose Nanni ridendo. La Lupa si cacciò le mani nei capelli, grattandosi le tempie senza dir parola, e se ne andò; né più comparve nell'aia. Ma in ottobre rivide Nanni, al tempo che cavavano l'olio, perché egli lavorava accanto alla sua casa, e lo scricchiolio del torchio non la faceva dormire tutta notte.- Prendi il sacco delle olive, - disse alla figliuola, - e vieni -.Nanni spingeva con la pala le olive sotto la macina, e gridava - Ohi! - alla mula perché non si arrestasse. - La vuoi mia figlia Maricchia? - gli domandò la gnà Pina. - Cosa gli date a vostra figlia Maricchia? - rispose Nanni. - Essa ha la roba di suo padre, e dippiù io le do la mia casa; a me mi basterà che mi lasciate un cantuccio nella cucina, per stendervi un po' di pagliericcio. - Se è così se ne può parlare a Natale - disse Nanni. Nanni era tutto unto e sudicio dell'olio e delle olive messe a fermentare, e Maricchia non lo voleva a nessun patto; ma sua madre l'afferrò pe' capelli, davanti al focolare, e le disse co' denti stretti: - Se non lo pigli, ti ammazzo! -La Lupa era quasi malata, e la gente andava dicendo che il diavolo quando invecchia si fa eremita. Non andava più di qua e di là; non si metteva più sull'uscio, con quegli occhi da spiritata. Suo genero, quando ella glieli piantava in faccia, quegli occhi, si metteva a ridere, e cavava fuori l'abitino della Madonna per segnarsi.
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Giovanni Verga da "Vita dei campi" (1880) La Lupa Era alta, magra, aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna - e pure non era più giovane - era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano.   Al villaggio la chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai - di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quell'andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d'occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso, fossero stati davanti all'altare di Santa Agrippina. Per fortuna la Lupa non veniva mai in chiesa, né a Pasqua, né a Natale, né per ascoltar messa, né per confessarsi. - Padre Angiolino di Santa Maria di Gesù, un vero servo di Dio, aveva persa l'anima per lei.   Maricchia, poveretta, buona e brava ragazza, piangeva di nascosto, perché era figlia della Lupa, e nessuno l'avrebbe tolta in moglie, sebbene ci avesse la sua bella roba nel cassettone, e la sua buona terra al sole, come ogni altra ragazza del villaggio.   Una volta la Lupa si innamorò di un bel giovane che era tornato da soldato, e mieteva il fieno con lei nelle chiuse del notaro; ma proprio quello che si dice innamorarsi, sentirsene ardere le carni sotto al fustagno del corpetto, e provare, fissandolo negli occhi, la sete che si ha nelle ore calde di giugno, in fondo alla pianura. Ma lui seguitava a mietere tranquillamente, col naso sui manipoli, e le diceva: - O che avete, gnà Pina? - Nei campi immensi, dove scoppiettava soltanto il volo dei grilli, quando il sole batteva a piombo, la Lupa, affastellava manipoli su manipoli, e covoni su covoni, senza stancarsi mai, senza rizzarsi un momento sulla vita, senza accostare le labbra al fiasco, pur di stare sempre alle calcagna di Nanni, che mieteva e mieteva, e le domandava di quando in quando: - Che volete, gnà Pina? -   Una sera ella glielo disse, mentre gli uomini sonnecchiavano nell'aia, stanchi dalla lunga giornata, ed i cani uggiolavano per la vasta campagna nera: - Te voglio! Te che sei bello come il sole, e dolce come il miele. Voglio te!   - Ed io invece voglio vostra figlia, che è zitella - rispose Nanni ridendo.   La Lupa si cacciò le mani nei capelli, grattandosi le tempie senza dir parola, e se ne andò; né più comparve nell'aia. Ma in ottobre rivide Nanni, al tempo che cavavano l'olio, perché egli lavorava accanto alla sua casa, e lo scricchiolio del torchio non la faceva dormire tutta notte.   - Prendi il sacco delle olive, - disse alla figliuola, - e vieni -.   Nanni spingeva con la pala le olive sotto la macina, e gridava - Ohi! - alla mula perché non si arrestasse. - La vuoi mia figlia Maricchia? - gli domandò la gnà Pina. - Cosa gli date a vostra figlia Maricchia? - rispose Nanni. - Essa ha la roba di suo padre, e dippiù io le do la mia casa; a me mi basterà che mi lasciate un cantuccio nella cucina, per stendervi un po' di pagliericcio. - Se è così se ne può parlare a Natale - disse Nanni. Nanni era tutto unto e sudicio dell'olio e delle olive messe a fermentare, e Maricchia non lo voleva a nessun patto; ma sua madre l'afferrò pe' capelli, davanti al focolare, e le disse co' denti stretti: - Se non lo pigli, ti ammazzo! -   La Lupa era quasi malata, e la gente andava dicendo che il diavolo quando invecchia si fa eremita. Non andava più di qua e di là; non si metteva più sull'uscio, con quegli occhi da spiritata. Suo genero, quando ella glieli piantava in faccia, quegli occhi, si metteva a ridere, e cavava fuori l'abitino della Madonna per segnarsi. Maricchia stava in casa ad allattare i figliuoli, e sua madre andava nei campi, a lavorare cogli uomini, proprio come un uomo, a sarchiare, a zappare, a governare le bestie, a potare le viti, fosse stato greco e levante di gennaio, oppure scirocco di agosto, allorquando i muli lasciavano cader la testa penzoloni, e gli uomini dormivano bocconi a ridosso del muro a tramontana. In quell'ora fra vespero e nona, in cui non ne va in volta femmina buona, la gnà Pina era la sola anima viva che si vedesse errare per la campagna, sui sassi infuocati delle viottole, fra le stoppie riarse dei campi immensi, che si perdevano nell'afa, lontan lontano, verso l'Etna nebbioso, dove il cielo si aggravava sull'orizzonte.   - Svegliati! - disse la Lupa a Nanni che dormiva nel fosso, accanto alla siepe polverosa, col capo fra le braccia. - Svegliati, ché ti ho portato il vino per rinfrescarti la gola -.   Nanni spalancò gli occhi imbambolati, tra veglia e sonno, trovandosela dinanzi ritta, pallida, col petto prepotente, e gli occhi neri come il carbone, e stese brancolando le mani.   - No! non ne va in volta femmina buona nell'ora fra vespero e nona! - singhiozzava Nanni, ricacciando la faccia contro l'erba secca del fossato, in fondo in fondo, colle unghie nei capelli. - Andatevene! andatevene! non ci venite più nell'aia! -   Ella se ne andava infatti, la Lupa, riannodando le trecce superbe, guardando fisso dinanzi ai suoi passi nelle stoppie calde, cogli occhi neri come il carbone.   Ma nell'aia ci tornò delle altre volte, e Nanni non le disse nulla. Quando tardava a venire anzi, nell'ora fra vespero e nona, egli andava ad aspettarla in cima alla viottola bianca e deserta, col sudore sulla fronte - e dopo si cacciava le mani nei capelli, e le ripeteva ogni volta: - Andatevene! andatevene! Non ci tornate più nell'aia! -   Maricchia piangeva notte e giorno, e alla madre le piantava in faccia gli occhi ardenti di lagrime e di gelosia, come una lupacchiotta anch'essa, allorché la vedeva tornare da' campi pallida e muta ogni volta. - Scellerata! - le diceva. - Mamma scellerata!   - Taci!   - Ladra! ladra!   - Taci!   - Andrò dal brigadiere, andrò!   - Vacci!   E ci andò davvero, coi figli in collo, senza temere di nulla, e senza versare una lagrima, come una pazza, perché adesso l'amava anche lei quel marito che le avevano dato per forza, unto e sudicio delle olive messe a fermentare.   Il brigadiere fece chiamare Nanni; lo minacciò sin della galera e della forca. Nanni si diede a singhiozzare ed a strapparsi i capelli; non negò nulla, non tentò di scolparsi. - È la tentazione! - diceva; - è la tentazione dell'inferno! - Si buttò ai piedi del brigadiere supplicandolo di mandarlo in galera.   - Per carità, signor brigadiere, levatemi da questo inferno! Fatemi ammazzare, mandatemi in prigione! non me la lasciate veder più, mai! mai!   - No! - rispose invece la Lupa al brigadiere - Io mi son riserbato un cantuccio della cucina per dormirvi, quando gli ho data la mia casa in dote. La casa è mia; non voglio andarmene.   Poco dopo, Nanni s'ebbe nel petto un calcio dal mulo, e fu per morire; ma il parroco ricusò di portargli il Signore se la Lupa non usciva di casa. La Lupa se ne andò, e suo genero allora si poté preparare ad andarsene anche lui da buon cristiano; si confessò e comunicò con tali segni di pentimento e di contrizione che tutti i vicini e i curiosi piangevano davanti al letto del moribondo. E meglio sarebbe stato per lui che fosse morto in quel giorno, prima che il diavolo tornasse a tentarlo e a ficcarglisi nell'anima e nel corpo quando fu guarito. - Lasciatemi stare! - diceva alla Lupa - Per carità, lasciatemi in pace! Io ho visto la morte cogli occhi! La povera Maricchia non fa che disperarsi. Ora tutto il paese lo sa! Quando non vi vedo è meglio per voi e per me... -   Ed avrebbe voluto strapparsi gli occhi per non vedere quelli della Lupa, che quando gli si ficcavano ne' suoi gli facevano perdere l'anima ed il corpo. Non sapeva più che fare per svincolarsi dall'incantesimo. Pagò delle messe alle anime del Purgatorio, e andò a chiedere aiuto al parroco e al brigadiere. A Pasqua andò a confessarsi, e fece pubblicamente sei palmi di lingua a strasciconi sui ciottoli del sacrato innanzi alla chiesa, in penitenza - e poi, come la Lupa tornava a tentarlo:   - Sentite! - le disse, - non ci venite più nell'aia, perché se tornate a cercarmi, com'è vero Iddio, vi ammazzo!   - Ammazzami, - rispose la Lupa, - ché non me ne importa; ma senza di te non voglio starci -.   Ei come la scorse da lontano, in mezzo a' seminati verdi, lasciò di zappare la vigna, e andò a staccare la scure dall'olmo. La Lupa lo vide venire, pallido e stralunato, colla scure che luccicava al sole, e non si arretrò di un sol passo, non chinò gli occhi, seguitò ad andargli incontro, con le mani piene di manipoli di papaveri rossi, e mangiandoselo con gli occhi neri. - Ah! malanno all'anima vostra! - balbettò Nanni.
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torchioristorante · 3 years
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pranzo di pasqua - istruzioni per l'uso
pranzo di pasqua - istruzioni per l'uso un piccolo manuale di consigli per portare al meglio in tavola il pranzo di pasqua del ristorante il torchio.
di seguito un piccolo manuale di consigli per portare al meglio in tavola il pranzo di pasqua del ristorante il torchio. grazie mille per averci scelto. buon pranzo e buona pasqua
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torchioristorante · 3 years
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il menù di pasqua
il menù di pasqua iil pranzo del torchio direttamente a casa vostra
ecco di seguito il menù del pranzo di pasqua valido per asporto e consegna a domicilio. al solito tutto quello che ordinate e mangerete è prodotto da noi nella nostra cucina… compreso il liquore al caffè che accompagna la nostra pastiera! a seconda del numero di richieste organizzeremo anche un giro di consegne su roma che presumibilmente faremo sabato nel pomeriggio. in ogni caso, verrà…
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torchioristorante · 4 years
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il menù sempre aggiornato
il menù sempre aggiornato
il menù per asporto e consegne in questo periodo di zona rossa, e comunque sempre aggiornato lo trovate al seguente link: https://leggimenu.it/old/iltorchiofrascati
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torchioristorante · 4 years
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saint patrick's day
saint patrick’s day
celebriamo il giorno di san patrizio proponendovi grandi classici della cucina tradizionale irlandese. prenotate il take away o la consegna il prima possibile, perchè i piatti sono a “edizione limitata”!! happy saint patrick’s day per info e prenotazioni 069425520 3477389289 3389262516
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torchioristorante · 4 years
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torchiaway a prezzi speciali
torchiaway a prezzi speciali
prezzi speciali per un periodo speciale… di seguito il menù del ristorante il torchio disponibile da asporto o su consegna. prezzi ritoccatti al ribasso per questo periodo di zona arancione. per info ordini e quant’altro: 3477389289 3389262516 069425520
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torchioristorante · 4 years
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orari d'apertura e torchiaway
orari d’apertura e torchiaway
pubblichiamo di seguito il menù torchiaway valido per asporto e consegna a domicilio per questa settimana. domani mercoledì 6 gennaio saremo operativi ovviamente anche a pranzo con il menù torchiaway. giovedì 7 e venerdì 8 gennaio saremo invece aperti normalmente all’ora di pranzo… pronti dunque a ricevervi con le dovute misure di sicurezza (distanziamento, mascherine, igienizzanti). le sere di…
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torchioristorante · 4 years
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capodanno 2021
la cena di fine anno del ristorante il torchio a casa vostra! di seguito postiamo il menù della cena per il veglione di capodanno e una carta di vini a prezzi speciali. saranno disponibili per asporto e consegna a domicilio. come al solito il menù sarà corredato di un piccolo manuale di istruzioni per far sì che arrivi tutto al meglio sulla vostra tavola. prevediamo consegne anche su roma che…
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torchioristorante · 4 years
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il torchio riapre le porte
il torchio riapre le porte
finalmente si riapre al pubblico!! già da domani sera, previa prenotazione, sarà possibile venire a cenare presso il nostro locale sanificato a dovere, con il giusto distanziamento tra i tavoli e con gel disinfettante per mani a vostra disposizione in più punti della sala.
in questo periodo di emergenza il ristorante resterà aperto su prenotazione da martedì a domenica a pranzo e cena. come da…
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torchioristorante · 4 years
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menù TorchiAway
menù TorchiAway di questi giorni. da oggi è possibile passare a prelevare la propria ordinazione direttamente presso il ristorante.
la consegna a domicilio resta gratuita con un minimo d’ordine di 20€. il pick-up su appuntamento al ristorante non prevede minimi d’ordine.
chiamate e ordinate ai numeri 069425520 3477389289 3389262516
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torchioristorante · 4 years
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il pranzo del 25 aprile TorchiAway
il pranzo della festa di liberazione ve lo portiamo a casa noi!
il menù è incentrato sul barbecue e su come usufruirne anche per chi, in questi giorni di quarantena, è impossibilitato a farlo. insieme ai piatti ordinati vi manderemo infatti, un piccolo foglio di consigli su come dare il tocco finale alle pietanze, sul barbecue o in forno, per renderle croccanti e calde al punto giusto, come…
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torchioristorante · 4 years
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menù TorchiAway
ecco a voi il menù del momento… il torchio a casa vostra! vi annunciamo anche che stiamo preparando il menù per il 25 aprile festa della liberazione. sarà online a breve e sarà incentrato sul barbecue, buono anche (e soprattuto) per chi il barbecue purtroppo non può usarlo in questi giorni di quarantena.
buona giornata e a risetirci presto
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torchioristorante · 4 years
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arriva la primavera... e la pasqua
arriva la primavera… e la pasqua
con la primavera sono arrivati nel nostro menù asparagi piselli e fave. che pian piano troveranno sempre più spazio fino a arrivare a dominare quello che sarà il nostro menù di Pasqua. sì perchè è ufficiale: il TorchiAway sarà disponibile anche per il pranzo di Pasqua.
a breve pubblicheremo tutte le info. sarà comunque un menù ricco con opzioni per bambini e vegetariani, e non mancheranno i…
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torchioristorante · 5 years
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menù TorchiAway
piccole modifiche e aggiunte al menù TorchiAway in attesa che il definitivo arrivo della primavera porti le proprie primizie nella nostra cucina. fa ingresso in menù TochiAway il tonno di manzo! affiancato come sempre da salse e contorni diversi. new entry anche il pancotto al forno di misticanza di campo ripassata con crema di broccoli, marmellata di peperoncino e la stupenda ricotta asciutta al…
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