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Mazz — Doppia Zeta
Con Doppia Zeta Mazz raccoglie alcuni dei suoi primi lavori ed entra ufficialmente nella scena, aggiungendo alcune tracce inedite. La struttura dell'opera si rifà a molti formati musicali distinti: l’impostazione è propria di un album, la lunghezza è quella di un EP e la differenza di stile fra le tracce richiama il mixtape. Uno dei punti piú interessanti di questa produzione è proprio la varietà sonora strumentale, che al netto di alcune sbavature offre sempre un ritmo e una carica emotiva differenti in ogni brano. Questa varietà, però, apporta fra le canzoni una discontinuità che si sarebbe potuta diminuire semplicemente cambiando l’ordine di alcuni brani all’interno dell’album.
I temi
Durante tutto l’ascolto ricorrono solitudine, rabbia e malinconia; l’amore non corrisposto occupa un’intera traccia, 2 Aprile, ma si può sentire in modo piú o meno diretto anche in altri pezzi, come ad esempio in Subconscio. Di questi temi risalta soprattutto la componente autobiografica: come Mazz stesso ha spiegato, questo album racconta della sua “uscita” da una situazione personale sgradevole e precaria e del suo nuovo approccio alla musica come modo di scaricare la negatività al di fuori della sua famiglia.
Le tracce
L’intro dell’album segue in modo piano, quasi piatto, il canone di una canzone trap, con la sola eccezione di un Autotune poco invadente: i toni sono altezzosi, la base è scarna e percussiva. Da questa traccia sono già chiari gli intenti dell’intero album. La prima parte di Subconscio si attiene al paradigma del Lo-Fi hip-hop: la citazione ad inizio traccia, i suoni falsamente rotti e tagliati delle frequenze piú alte e il ritmo molto calmo sono una buona cornice per sviluppare (e superare) il tradimento di un amico, un amore tossico, le delusioni in famiglia e tra gli amici. Dopo una metafora dal flow e dall’incedere un po’ stentati, la canzone cambia completamente stile, proponendo una ritmica piú “classica” e sostenuta, che segna il passaggio dal dolore alla rabbia del testo. Come spiegato nel suo stesso testo, Ma Famille insegue i tratti caratteristici dell’afro trap. Il ritmo ballabile è il vero tratto interessante della traccia, che per il resto rimane abbastanza monotona e a tratti scontata, con attacchi verbali un po’ forzati. La traccia con la produzione e l’esecuzione migliori è senz’altro Sempre Solo: l’atmosfera trap cupa segue molto bene l’incedere di Mazz, che in questo testo limita le variazioni di metro al minimo, cosí da seguire la base in modo continuo.
È evidente che Doppia Zeta ricalchi un certo periodo di Salmo: come Salmo eseguiva sopra pezzi di Skrillex, in questa traccia la base campiona ampiamente Nuclear (Hands Up) di Zomboy. La produzione strumentale di questo brano è, a nostro parere, quella piú problematica, perché i preset usati sono rimasti ruvidi ed asciutti, rendendo la percezione d’insieme molto piú povera; il rallentamento rispetto all'originale, poi, acuisce ulteriormente questi problemi fino ad esasperarli. Tali problemi sono dovuti sicuramente alla difficoltà di mastering tipica della dubstep, un genere per niente facile per un produttore che non vi lavori abitualmente. Nell’album è incluso il singolo 2 Aprile. A fronte di una base semplice, ma molto efficace, l’esecuzione di Mazz è un po’ carente, e il testo sbilanciato non aiuta. La base di influenza hip-hop di MRN accompagna una contemplazione in solitudine della città sotto la pioggia di settembre. No Filter offre un’interpretazione non molto originale di una “trappata all’americana”, satura di Autotune e con una melodia strumentale che alla lunga dà fastidio. L’outro dell’album dà musicalmente il senso della fine, anche se di una fine frettolosa in alcune soluzioni di testo.
L’esecuzione
Dell’esecuzione di Mazz si è parlato poco finora, dando piú spazio a commenti sulla produzione strumentale: si è fatta questa scelta perché le critiche al modo di rappare-cantare di Mazz sono comuni a quasi tutte le tracce. I testi delle canzoni peccano di una scarsa revisione: in alcuni casi è palese anche per un ascoltatore poco avvezzo al genere una soluzione metricamente piú soddisfacente di quella proposta; in alcuni punti sono molto ripetitivi; nelle tracce piú “arrabbiate” gli sbalzi di violenza verbale sono molto repentini e lasciano spaesato l’ascoltatore. Benché la produzione copra molto queste mancanze, soprattutto nella parte centrale dell’album, esse non possono essere trascurate in un album appartenente ad un genere che si basa soprattutto sulla capacità di esprimersi a parole, a volte addirittura a cappella, con un supporto strumentale minimo — nonostante la sua importanza indubbia. In un lavoro futuro, inoltre, è possibile che i temi personali ed autobiografici non siano sufficienti per generare un prodotto originale e fresco.
Conclusione
Doppia Zeta contiene qualche spunto interessante sia a livello di produzione sia quanto all’introspezione nella lore di Mazz; ciononostante, alcuni problemi di lavoro e rifinitura del testo abbassano drasticamente il livello generale della produzione, comunque piú che sufficiente per essere la prima per Mazz. Ci aspettiamo che in un album futuro molti dei problemi elencati vengano affrontati.
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deadmau5 & The Neptunes — Pomegranate
Il nuovo singolo di deadmau5 in collaborazione con The Neptunes riporta alla luce uno degli esperimenti piú interessanti di Zimmerman, ovvero la fusione di pop e funk. Alcuni elementi percussivi, soprattutto i charleston all’inizio della traccia, richiamano l’hip-hop; questa influenza è amplificata con la voce a cappella fino all’attacco del basso. Le linee di basso danno un groove che i fan di deadmau5 conoscono bene, data l’ossessione di deadmau5 per il basso. La parte cantata è molto easy listening e dalle liriche non molto impegnate, come si addice ad una canzone evidentemente orientata al radiofonico e all’orecchiabile. Proprio per venire incontro a questa “radiofonia”, i pad tipici di deadmau5 sono smorzati, diventano quasi inudibili nonostante diano respiro all’intero brano.
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