#il meraviglioso viaggio
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«Non attendere che cambi il vento per trovare il tuo cammino; guarda nel tuo cuore e scegli la strada da percorrere. Ogni giorno sarà un'avventura meravigliosa» (D.M.)
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Al nuovo anno
vorrei chiedere
gentilezza.
Gentilezza per chi è nel buio
per chi si è perso
per chi ha una parte di se
che non mostra mai a nessuno.
Per tutte le persone
che si sentono speciali
diverse
sbagliate
e che molto spesso
curano gli altri
dimenticando se stesse.
Al nuovo anno
vorrei chiedere salvezza
per chi è rimasto indietro
per chi ha perso il lavoro
per chi è arrivato tardi
all’appuntamento con la felicità
ed ha saltato un turno.
Per chi abita le periferie dell’anima
ed è sconfitto
da un dolore che non passa.
Perché ogni giorno è fatica
e c’è bisogno di forza.
Al nuovo anno
Vorrei chiedere speranza
di avere sogni a sufficenza
per vivere un passo oltre la vita
perché ogni sogno
contiene musica e colori
e un cielo
che ogni tanto
si lascia toccare.
Al nuovo anno chiedo
di consegnarci un po’ di coraggio.
Ognuno col suo meraviglioso caos
con la propria verità
ognuno con il suo viaggio.
[ Andrew Faber ]
Auguri Buon 2024
Here's to the new year
I would ask
kindness.
Kindness to those in the dark
for those who are lost
for those who have a part of themselves
which he never shows to anyone.
For all the people
who feel special
different
wrong
and that very often
they care for others
forgetting themselves.
Here's to the new year
I would like to ask for salvation
for those left behind
for those who have lost their jobs
for those who arrived late
to the appointment with happiness
and missed a shift.
For those who live on the outskirts of the soul
and he is defeated
from a pain that doesn't go away.
Because every day is hard
and strength is needed.
Here's to the new year
I would like to ask for hope
to have enough dreams
to live one step beyond life
because every dream
Contains music and colors
and a sky
that every now and then
it lets itself be touched.
In the new year I ask
to give us a little courage.
Each with its wonderful chaos
with its own truth
each with his own journey.
[ Andrew Faber ]
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Siamo arrivati alla fine di questo meraviglioso, incredibile e magico viaggio. Sei stato un compagno speciale e unico e il ricordo di quello che siamo stati mi rimarrà per sempre addosso. Non era il nostro tempo,non era la nostra vita. Rifarei tutto nonostante la sofferenza di questo momento. Fai della tua vita un capolavoro,sii felice e ama,ama incredibilmente forte.
Un bacio
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Sei di Coppe
"Il Passaggio dall'Amore Malato alla Purezza e Regalità del Cuore".
Dobbiamo avere cura di noi stessi.
Ci dobbiamo regalare Amore e Rispetto.
La nostra Vita è preziosa.
Tanto quanto quella dell'Altro.
Non vale di meno. Non è in vendita. Non è manipolabile e non è ricattabile.
Il nostro Cuore, seppur spinto a riflettersi negli automatismi del Passato, può scegliere una Strada diversa.
Lo può fare nella piena Coscienza.
Ancora oggi, dopo tanti mesi di viaggio e di rivoluzione interiore, le persone faticano a scorgere dietro alle loro espressioni quotidiane, l'immaturità che manifestano nell'approccio alla Relazione.
L'Umano fatica a riconoscere che lo Spirito non risolve le problematiche connesse alla Personalità.
E' la "Struttura contenitore" a dover ripulire le zone di malattia e di disfunzione. Non lo Spirito.
Esso ci dona Fortezza, Sapienza e Intelletto.
Ma nulla può contro i disturbi cristallizzati e irrisolti della Personalità.
E ciascuno di noi, a fronte della straordinaria opportunità di Crescita che ci è stata offerta, dovrebbe fermarsi, scendere dal suo trono di "sapienza spirituale" e aiutarsi a compiere quel passo umile e sincero verso la parte Malata.
Siamo tutti stati "disabili" per diverso tempo, per anni, per generazioni.
La nostra "Struttura emozionale e cognitiva" si è agganciata, fin dall'infanzia, a traumi e dolori generazionali di portata disumana.
Siamo in qualche modo sopravvissuti all'invalidazione costante dei bisogni emotivi e affettivi. Ci siamo assicurati la sopravvivenza, ma abbiamo necessariamente abdicato alla Vita.
E poi ci siamo riempiti di "illusioni", idealizzando l'Altro e appiccicandogli addosso di volta in volta il ruolo di "Padre salvatore" o di "Madre simbiotica surrogata".
Per Amare l'Altro, dobbiamo aver sperimentato l'Amore.
E chi di noi può davvero sostenere di essere stato amato veramente?
Non nella forma, nell'illusione, nel bisogno, o nell'atto compensativo. Ma nell'Amore.
Che non sovrasta, non giudica, non si rende simbiotico, non idealizza, non pretende, non sostituisce, non compensa, non ignora, non ricatta e non manipola.
Chi di noi ha veramente potuto sperimentarsi nella Verità? Di se stesso e dell'Altro.
La realtà è che siamo ancora in riabilitazione.
E lo saremo fino a quando il nostro meraviglioso Sistema si sarà "risolto", avrà maturato le basi dell'Amore e dell'Accettazione verso noi stessi.
Allora tutto intorno a noi prenderà nuova Forma.
Ma noi vogliamo tutto e subito. Vogliamo sopprimere il senso di Paura e di Impotenza attraverso un atto violento di Potere, vogliamo allontanare il senso di Abbandono attraverso la "relazione compensativa", vogliamo tornare alla Simbiosi dell'innamoramento per lenire il dolore della "distanza" e della "separazione".
E riproponiamo modelli di Relazione che, al di là dei grandi "sermoni evolutivi", stringi stringi, sono solo "antiquariato", magari ristrutturato con qualche pennellata di vernice.
Giugno ci invita a sperimentare l'Amore vero. Quello che a tutt'oggi non sappiamo costruire dentro di noi. Quello che si muove ancora schiavo delle Emozioni e dei traumi del Passato.
No. Non potete sperimentare ciò che avete solo immaginato, se non l'avete vissuto.
Abbiamo idealizzato i genitori per salvarli. Questo sì, lo abbiamo fatto.
Una madre ed un padre sani e amorevoli, competenti a livello emozionale e disponibili a riconoscerci nel profondo, sono stati una rarità in quest'epoca evolutiva. Difficile averli incontrati.
Siamo stati per lo più "orfani dell'Amore". Quasi tutti.
Eppure, ciò che ci è mancato, continuiamo a "pretenderlo" dal compagno di turno, dal figlio, dal nipote, dall'amico.
Senza conoscerci, senza saper interpretare ciò che "seminiamo energeticamente" in giro, senza assumerci alcuna responsabilità su ciò che tiriamo addosso all'Altro, senza Presenza alcuna.
Si può Amare. E' nelle nostre facoltà. Ma dobbiamo "disimparare tutto". Spogliarci dei nostri apprendimenti insani. Giorno dopo giorno. Passo dopo passo. Consapevolezza dopo consapevolezza.
Non si può usare schemi Vecchi per affrontare il Nuovo.
Passa chi è pronto. Ed ha lavorato con Vera Umiltà su se stesso.
Giugno sarà potente. Ci inviterà a sentire ciò che ancora non riusciamo ad ammettere.
Per Amare veramente bisogna prima spogliarsi delle Vesti Antiche, prendere coscienza dei nostri limiti, conoscerci, osservarci, capirci.
E' necessario ripulire l'apprendimento precedente, smontarlo pezzo per pezzo, ritornare integri e competenti a livello emozionale. E solo allora, completato il lavoro interiore, con delicatezza e cautela, avvicinarsi all'Altro.
Gli accadimenti di Giugno ci aiuteranno a sentire dove ancora siamo carenti, dove ancora idealizziamo, dove ancora sovrastiamo l'Altro con le nostre immaturità e bisogni irrisolti.
Sarà un mese molto "istruttivo".
E ci aiuterà a smaltire gli ultimi pesi rimasti incastrati nella fase di espulsione del Rilascio.
Non è un "ricominciare da capo". E' un "completare". Ma richiede comunque la nostra piena attenzione e partecipazione. Quindi sì, un po' di fatica ci sarà.
Ma oltre la fatica, un po' di aria fresca accarezzerà il nostro viso.
E staremo meglio. Anche fisicamente.
Giugno ci vuole riportare all'Amore. Per noi stessi.
E lo farà. Eccome se lo farà.
Mirtilla Esmeralda
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Voler bene a una persona
è un lungo viaggio -
rupi, cadute d’acqua e bui
improvvisi, dilatati
il chiuso di foreste,
lampi a volte
sul silenzio così vasto del mare
e strade sopraelevate, grida
viali immersi all’improvviso
in una luce sconosciuta.
Voler bene a uno, a mille, a tutti
è come tener la mappa nel vento.
Non ci si riesce ma il cuore
me l’hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento.
Sugli altipiani di ogni notte
eccomi con le ripetizioni e le mani rovesciate della poesia:
non farli stare male, sono tuoi, non farli andare via”
Davide Rondoni
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Un bicchiere di vino con un panino....
In una mia riposta ad un post molto bello di @cinismoerancore avevo scritto che se mi fosse piaciuto il finale del libro che stavo leggendo ne avrei scritto, perché si legava ad un tema che il post tendeva a sottolineare (anche @biggestluca mi ha chiesto che libro fosse).
Voglio subito dire due cose: Felicità© di Will Ferguson, scritto per la prima volta nel 2001, uscito per Feltrinelli qualche anno dopo e riproposto, con nuova traduzione di Andrea Bezzi, che curò anche la prima stampa, da Accento, è un libro da leggere. Per due terzi meraviglioso, sul finale si poteva fare di più. Vi dico subito l'altra cosa che non mi è piaciuta, la copertina:
Quella di Accento non ha nessun riferimento al libro, mentre invece la prima di Feltrinelli si
(per chi è curioso lo spiego in privato).
Restano da dirvi due cose: il libro è la storia di Edwin De Valu, junior editor alla Panderic Inc., casa editrice di New York il cui più grande successo sono i Manuali di Mr Etica, bizzarro personaggio che voleva insegnare fondamenti filosofici per vivere meglio, ma va in carcere per aver ucciso e sotterrato in giardino gli ispettori del Fisco che erano andati a fargli visita. Edwin è specializzato in manuali di autoaiuto, alla Panderic quando arrivano manoscritti del genere vengono messi ad attendere in uno spazio, la montagna di fuffa, sopra la quale campeggia la lavagna con la collezione delle più improbabili espressioni trovate alla prima, unica e superficiale lettura. I libri si accumulano, ma un giorno arriva a Edwin un manoscritto di oltre mille pagine, con appunti a penna e stantii adesivi di margherite. Ha un titolo, Quello che ho imparato sulla montagna, e un autore, Tupak Soiree, che ad Edwin puzzano di broglio da chilometri. Il libro fa la fine di tutti gli altri. Solo che stavolta il suo capo, il Signor Mead, nell'attesa di pubblicare il manuale definitivo sul perdere peso mangiando porco fritto, vuole un titolo che rimpiazzi quelli di Mr Etica. Edwin spavaldamente dice di averne uno straordinario, solo che ritornando nel suo cubicolo ufficio non trova più il libro con le margheritine. Inizia qui il primo viaggio: alla ricerca fisica del manoscritto. Che nel modo più assurdo possibile verrà pubblicato. E nel modo più assurdo funzionerà, regalando ai suoi milioni di lettori la felicità. Ma qui viene il bello (che ovviamente non vi svelo): che conseguenze ha sul mondo il fatto che la gente, di punto in bianco, si senta felice?
In uno stile ironico, lineare e a certi tratti sottilmente drammatico (poichè dietro certi passaggi da ridere ci sono riflessioni profondissime), Ferguson lega il mondo della comunicazione con quello della costruzione sociale di ciò che siamo: lo scrisse nel 2000, quindi lontano da quello che siamo adesso dove l'aspetto è totalmente più pervasivo, ma ci sono già dei pilastri del sistema ben chiari. Non è solo ironia sul ruolo dell'autoaiuto, che oggi si è spostato dai manuali al webinar o alle pagine dei social network, non è solo la capacità di dare l'impressione che siamo in grado di prevedere gli eventi (frase cult: "il marketing? come capacità predittive delle tendenze siamo una tacca sotto al controllo delle viscere degli animali), ma anche l'accento, tra il serio e il faceto, su tutte le attività che sappiamo chiaramente distruttive (spesso per noi, spesso anche per gli altri) ma che sono fondamentali per la vita economica, sociale e persino culturale del mondo, tanto che il povero Edwin si troverà a fronteggiare una parte di questa porzione di mondo rimasta tagliata fuori dall'esplosione della felicità, venendo a mancare questo assunto:"tutta la nostra esistenza si fonda sul dubbio e l'insoddisfazione. Pensa che cosa succederebbe se tutti fossero veramente, autenticamente, felici" (pag. 230).
Si può fare critica sociale ridendoci su? La domanda sembra quasi inopportuna: però ci sono state delle pagine, quando all'inizio il cambiamento si diffonde come un virus alternativo, che mi hanno fatto pensare davvero tanto. Perchè è lampante come certi meccanismi ormai non siano nemmeno più sottotraccia, tipo passare dall'idolatria al dileggio in pochi giorni o scoprire alla prova dei fatti che le ricchezze basate sul nulla producono soldi veri per pochissimi e fregature per tantissimi, oppure indirizzare l'attenzione a specifiche categorie sociali, incapaci o a cui non è più permesso un coinvolgimento intellettuale a ciò che sta intorno loro, e che sia evidente che questi meccanismi siano ormai irrefrenabili, se non cambiando radicalmente il sistema, tanto che segnalarne le storture è presa come una questione di invidia.
Edwin De Valu , lo dice in un passo delizioso quando il Signor Mead gli chiede di lavorare su <<un manuale di autoaiuto per donne sovrappeso che spieghi come fare a mangiare maiale e perdere peso. sarà una nuova teoria. Possiamo chiamarla "il paradosso del porco">> (pag. 150), si è laureato in letteratura comparata con tesi su Proust, da una prospettiva postmoderna. Lui è l'autore di una delle più grandi immagini della felicità, che come rassicurazione suppongo sia ancora presente nell'animo di molti di noi:
Mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava? Dove afferrarla? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo di più che nella prima, una terza che mi dà un po’ meno della seconda.
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La vita è una corsa e una passeggiata, è fermarsi e avere fretta, è perdersi e avere una chiara rotta. Comunque la si veda è un viaggio, breve per certi versi e lungo per altri. In questo viaggio talvolta capitano miracoli, doni che qualcuno da lassù decide di regalarti. Uno di questi è guardarti intorno e vedere, da ogni lato, le stesse facce, le stesse amiche e gli stessi amici. Cresciuti insieme, lo stesso gruppo da sempre. Abbiamo imparato una cosa da ragazzini e forse è per questo che da adulti ancora siamo qua, siamo noi e noi resteremo: abbiamo imparato che ognuno di noi ha le sue caratteristiche, i suoi pregi e difetti, le sue particolarità e se siamo insieme da tutta la vita, è perché nessuno di noi cambierebbe le caratteristiche degli altri.
Questo ci rende una famiglia, l’unione delle nostre diversità.
Il bello di questo viaggio è che ogni giorno porta con sé nuove sfide, nuovi sorrisi e nuove lacrime. È la condivisione di ogni istante che rende ogni momento unico, indimenticabile. Quando siamo insieme, il tempo sembra fermarsi, eppure vola via con una rapidità sorprendente. Ogni risata che esplode tra di noi, ogni abbraccio che ci diamo, ogni parola detta e non detta, tutto contribuisce a creare quel legame invisibile ma indissolubile che ci unisce. Abbiamo attraversato tempeste e giorni di sole, ci siamo rialzati dopo ogni caduta, e abbiamo festeggiato ogni vittoria, piccola o grande che fosse.
Siamo stati testimoni dei cambiamenti l’uno dell’altro, delle nostre evoluzioni e involuzioni, delle nostre scoperte e delle nostre perdite. Ma nonostante tutto, siamo rimasti sempre noi, uniti come le dita di una mano, diversi e complementari, capaci di supportarci e di migliorarci a vicenda, sempre e per sempre.
Guardando indietro, ci accorgiamo di quanto siamo cresciuti, di quante strade abbiamo percorso insieme. Ogni ricordo è un tassello di un mosaico meraviglioso, ogni esperienza una lezione che ci ha resi più forti. E forse è proprio questo il segreto della nostra amicizia: l'accettazione e l'apprezzamento delle nostre differenze, la capacità di vedere oltre le apparenze e di comprendere l'essenza di ognuno di noi.
In questo viaggio non sappiamo cosa ci riserverà il domani. Ma sappiamo che, qualunque cosa accada, avremo sempre l’un l’altro. E questo, in fondo, è il dono più grande che la vita potesse farci.
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Ferie, Felicità, Futuro
Valigie da fare, disfare e rifare ancora, vestiti estivi che si alternano a quelli invernali, io che mi godo l’ultimo caldo, tu che non vedi l’ora di abbandonarlo per andare finalmente al freddo.
E nelle ore passate in spiaggia facciamo itinerari, parliamo dei viaggi già programmati e quelli che verranno, come fosse una fame insaziabile. Sappiamo entrambi che siamo rimasti un pó con l’amaro in bocca quest’anno, seppur ci aspetta un viaggio meraviglioso i programmi erano ben altri.
“Speriamo di riuscire ad andarci il prossimo anno, perchè poi diventa ora di iniziare a pensare a qualcosa di più serio”
È qui che mi colpisci. Ripenso ai primi mesi, quando ti ho portato nel ‘mio posto speciale’, e a quanto continua a regalarci la stessa passeggiata anno dopo anno, per motivi diversi.
Trovi sempre il modo di farmi sorridere il cuore, con così poco ma con così tanto.
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viaggio al centro della frase
"Londra, 1918. Rinchiuso in una cella dell'affollatissima prigione di Brixton, qualcuno scrive: "E' una disgrazia per l'umanità che sia stato scelto di usare la stessa parola e' per due idee completamente differenti". Chi poteva inveire contro un verbo mentre fuori stava infuriando la prima guerra mondiale? Quell'uomo era Bertrand Russell, uno dei più influenti intellettuali del Novecento...Ma che cos'ha di così speciale questo verbo, capace di spingere Antoine Arnauld, il sacerdote giansenista dalla vita travagliata che ha ispirato uno dei più influenti testi della storia della linguistica di tutti i tempi -la grammatica di Port-Royal - a scrivere che se le lingue avessero un solo verbo, questo sarebbe proprio il verbo "essere", l'unico autentico? E' di questa storia che ci occuperemo qui. Cercheremo si smontare le preoccupazioni di Russell, mostrando che il verbo essere non è affatto ambiguo e che, in definitiva, non è poi questa disgraziia per l'umanità".
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meraviglioso.
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Sinceramente, alla fine del viaggio, non so se lo consiglierei.
Il posto è meraviglioso, ma popolato proprio male.
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Domani, mercoledì 17, da questo teatro meraviglioso, il Raffaello Sanzio di Urbino, comincia il viaggio di Caravaggio-di chiaro e di oscuro. Questa prima tournée comincia da qui e finisce in Puglia passando da Parigi, Milano e altre 17 città. E' una scrittura di Francesco Niccolini, me in scena, la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, le luci di Ciccio Steele Dignitoso. Una produzione Città di Mesagne Capitale Cultura di Puglia 2023 – Umana Meraviglia, Compagnia INTI di Luigi D’Elia, Le Tre Corde – Compagnia Vetrano/Randisi, Teatri di Bari insieme a Teatro Cristallo e PASSO NORD centro regionale residenze artistiche di montagna Trentino-Alto Adige/Südtirol.
#luigidelia#teatro#narrazione#caravaggio#teatridibari#enzovetrano#francesconiccolini#stefanorandisi#arte
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Sono gli occhi di un bambino che ti fissano e ti sorridono, facendoti esplodere il cuore d’amore.
È sedere accanto ai migliori amici di una vita, ridere delle loro cazzate e capire che non potrai mai fare a meno di loro.
È viaggiare con finestrini abbassati, con il vento che ti scorre tra le dita e cantare a squarciagola nel sole, sentire la vita scorrere sull’asfalto.
È il più bell’orgasmo che ti sorprende mentre fai l’amore con la persona che ami, stringerla forte a te e sognare che sarà per sempre.
È la risacca delle onde che si spengono sulla battigia e il salino del mare che ti bacia le narici, mentre di notte sei distesa sulla spiaggia a guardare le stelle.
È un bellissimo cane che ti corre in contro, abbracciandoti festoso e leccandoti il viso, la felicità.
È la tua più bella canzone, che anche se l’hai ascoltata decine di volte, riesce ancora ad emozionarti facendoti venire i brividi sulle braccia, e ti fa ricordare il passato o sognare il futuro.
Sono i colori della tua terra, i profumi dell’aria che ti riempiono i polmoni, la gentilezza di uno sconosciuto, e capisci che il mondo è meraviglioso, e che questo viaggio di sola andata devi amarlo perché la vita è bellissima..
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Dieci di Bastoni
"La svolta che conta"
Seppur a tentoni, stiamo raggiungendo un nuovo spazio interiore di equilibrio.
Tutto si sta muovendo secondo il sacro Principio della Trasformazione, che offre a coloro che si lasciano avvolgere dalla magia delle spinte interiori un panorama nuovo, un orizzonte che copre tutta l'immensa vastità delle possibili evoluzioni, anche quelle finora considerate "inarrivabili".
Ma mentre già il nostro sguardo scruta l'orizzonte, la Vita intanto opera chiusure anche brusche con ciò che deve essere congedato.
Ci mette un po' in crisi emotiva dover a tratti "forzare il sistema" per risolvere aspettative, credenze, convinzioni che solo qualche giorno prima credevamo inattaccabili, intoccabili, incontrovertibili.
Ci viene chiesto di riavvolgere il nastro, di scrutare tra i ricordi, di riorganizzare i nostri piani di squilbrio, di esibire sul tavolo dell'Esistenza tutte le carte che non abbiamo giocato, che abbiamo giocato male, che non abbiamo valorizzato abbastanza.
Stiamo elaborando la vastità del nostro "sentito", collegandolo al piano di coscienza e alle nuove "visioni" della Mente.
Sappiamo perfettamente perchè alcune situazioni, relazioni, luoghi, professioni non possono più restare.
Hanno una data di scadenza ben definita.
Non ne siamo spaventati. Siamo coscienti a noi stessi, ai nostri bisogni, alle nostre nuove priorità.
Non è necessario "forzare il sistema" se non è ancora pronto, ma certe situazioni ormai concluse ed esaurite, troveranno nel brevissimo tempo il modo per concludere il loro viaggio, con o senza il nostro permesso.
Stiamo entrando in una nuova fase delle nostre Vite.
Nonostante la transizione non sia indolore, tutto "complotta" per accompagnarci verso un'altra Direzione.
Alcuni sguardi si incontrano per "chiudere un ciclo", altri per aprirne uno completamente nuovo.
Alcuni sorrisi si dischiudono per salutare, altri per accogliere.
Novembre è ancora lungo.
Ci porterà ancora più dentro, ancora più nelle profondità di noi stessi. Sgretolerà i massi che ingombrano il Cuore, troverà le chiavi giuste per scardinare le porte ancora serrate all'Amore, ci trasporterà nel vortice dell'Emozione primordiale, ci farà tornare al prepotente "atto di Nascita" per poi sperimentare la "dolcezza della Morte".
Tutto in un quadro di movimentazione che spesso toccherà "corde scomode", devitalizzandole per sempre.
E mentre questo frullatore interiore continuerà a offrirci la vertigine del cambiamento, fuori accadranno "incontri straordinari", quasi "mistici".
Apparentemente casuali, ma nella realtà assolutamente studiati dal Destino per riportarci a Terra quando tenteremo di fuggire dal vortice impazzito.
Essi ci permetteranno di "vedere" ancora più a fondo, di entrare ancora più dentro, di trasportare il nostro Sentito ancora più "oltre".
E toccheremo il "Cielo con un dito" e la "Terra con il cuore".
E tanto altro ancora.
Ammirate la potenza e la maestosità di Novembre. Esso proseguirà nei prossimi giorni con la scoperta, la magia, lo stupore, animato dal prezioso intento di lasciarvi totalmente senza fiato ... anche oggi. Soprattutto oggi.
Si va. Si entra nel Mistero. Nel sacro e meraviglioso "Mistero dell'Esistere".
Mirtilla Esmeralda
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Ci sono donne che, ad un certo punto della vita,
scoprono di essere mature e sagge.
Non sentono più il bisogno
di dimostrare niente a nessuno,
ma semplicemente di esprimere se stesse.
Dopo aver imparato a stare bene con se stesse,
diventano più selettive con le persone
e scelgono poche amicizie, profonde e durature.
Non sono più in competizione con nessuno
e non sentono più l’esigenza di piacere a tutti.
Hanno imparato a dire più “NO”
alle altre persone e più “SI” a se stesse.
Accettano di deludere e di essere deluse,
perché diventano consapevoli che è un errore
idealizzare e aspettarsi troppo dalle persone.
Diventano semplicemente mature e sagge,
consapevoli della propria unicità,
sincere, coerenti ed in armonia.
Capiscono che quello raggiunto
non è un traguardo ma, semplicemente,
la premessa per vivere serene.
Perché diventano consapevoli
che la vita non è un traguardo,
ma un lungo, meraviglioso viaggio,
da apprezzare in ogni istante
e da vivere con profondo senso di gratitudine,
in pace con se stesse e con gli altri.
Agostino Degas
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Waste time, not memories
Ogni volta che torno a Chamonix ho sentimenti contrastanti e diventa un momento per guardarmi dentro e guardarmi indietro. Vedo gli occhi di chi domani partirà per quel viaggio meraviglioso e penso che un po’ li invidio. Li invidio perché so cosa stanno vivendo e vorrei viverlo anche io come loro e perché sono geloso dei miei ricordi, e dell’esaltazione e del timore e della trepidazione e della voglia di vivere qualcosa che va oltre l’expo, il circo mediatico e la gara: stare là su quelle montagne. Guardo quelle persone e penso che forse, in realtà, non so affatto cosa stanno vivendo e cosa stanno pensando: so cosa ho vissuto io, ma quella è la mia storia, questa è la loro. Il mio UTMB, in fondo, è Camilla, e un pezzetto anche Paco. Camilla è la persona a cui ho pensato quando, sbucato in macchina dal traforo del Gran San Bernardo, l’altro giorno, ho visto la base della salita a Champex Lac. La pelle si è arricciata e un brivido mi ha attraversato la schiena. Se dovessi scegliere tra UTMB, Javelina e Leadville non saprei da dove iniziare: sono lì, importanti e intense, tutte in modo diverso, tutte mie, e tutte a guardarmi in salotto mentre bevo il caffè. Nessuno potrà mai correre il mio UTMB, nemmeno io potrò più farlo. È triste e bello: col tempo queste cose perderanno valore? Non lo so, spero solo di non tradire mai quel me, e quei ricordi. Sono cose belle e non voglio sprecarle. Ritornare qua, di anno in anno, rischia di diventare una routine, invece voglio che continui ad essere una cosa speciale, perché lo è davvero (non il circo, c’è altro oltre a quello). Scrivere aiuta a ricordare, e anche sfogliare la galleria del telefono (grazie a chi l’ha inventato).
The day after: Chamonix, 2021
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Buon Compleanno cuore mio. Ci auguro di trovare la nostra strada INSIEME e di passare tantiiiii compleanni INSIEME perchè nonostante tutto e tutti sei il viaggio più meraviglioso che io abbia mai intrapreso. Ti amo
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