Tumgik
#il fiuto
unfilodaria · 1 year
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Lei, la donna che mi ha fatto svirgolare di brutto a novembre, è una tipa strana forte. Ma forte assai. Ci siamo cincischiati un po'. La verità mi ha cincischiato lei ed io come un pollo ci sono cascato con tutti e due i piedi a mo' di salame. Poi un bel due di picche ed io ci sono rimasto con tanto di naso ma con l'idea sua fissa in testa, fino a qualche settimana fa, perché lo devo ammettere, per quanto strana "A me piace!" per dirla sempre alla Totò. Mi si è infilata in testa come un chiodo, sotto pelle come un virus, di quelli che non ti lasciano scampo, anche perché a lei devo tanto della mia rivoluzione di questi ultimi mesi. Ma la vocina dentro, quella non mi lascia mai, a dirmi "non è cosa, lascia stare, ci perdi tempo e testa... nunn'è pe' tte" e alla fine, dato che la vocina ha spesso ragione, le ho dato retta, ho mollato presa e pensiero e ho staccato gli ormeggi. Beh? ogni volta che faccio il passo per prenderne le distanze mentalmente, dopo settimane di silenzio assoluto, lei puntualmente sbuca dal nulla, con le domande finte interessate, come per dire "uè pirlotto, tu mi vuoi mollare ma io ti ronzo sempre nella testa. Ti tengo in pugno" A più riprese ho mollato e a più riprese lei magicamente riappare, avvertendo forse nell'aria che i giorni per lei sono finiti. Prendi stasera. Svanita, eclissata per tre settimane. E non ti riappare dal nulla come mi sono dichiarato definitivamente che "è meglio perdere che morire"? La cosa mi stizza non poco. Ma come fa? che fiuto bestiale. Ma stavolta non abbocco. Piccoli gesti di rivolta e si cambia pagina.
Però… però
Questa è solo la mia visione delle cose, ma come sempre “noi ce la cantiamo e noi ce la suoniamo”.
E se molto più banalmente è stata tutta una costruzione della mia testa?
Se le sono piaciuto per un po’ e poi basta?
E se il due di picche me lo sono meritato?
E se è questa la sua modalità di interessarsi alle persone senza dare troppo peso alle implicazioni che gli altri, e non lei, hanno nella testa?
E se banalmente è il mondo che va proprio così ed io mi pongo stupidamente troppi se e troppi ma?
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theinkphantom · 22 days
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Guide to Phantom Blot stories (Part 2)
On this part, it's gonna be more of my personal take on picking these stories, and harder to find the book and translations (unless you've learned a european language, it would be more easy.) , but here's some of my recommendations :
(If there's an asterisk (*) it does mean the story was translated in english.)
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Old italian stories
Generally in these stories, phantom blot is described as a criminal boss. It's generally a bit gritty. (since they from a old age of course.)
Topolino e la villa disabitata
Topolino e i piselli sabotatori
Topolino e la banda del campionario
Topolino e la caccia a chissà cosa
Topolino e il fantomatico ritorno di Macchia Nera
Topolino e l'innocenza di Gambadilegno
Topolino e il trittico del tritone
Topolino e il suo "amico" Macchia Nera
Topolino maestro investigatore
Topolino e l'operazione caos
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Modern italian stories
Even they less dark and bring more mystery instead, some has comedy stories, and even phantom blot become more of a mad scientist, and despite this, they are always interesting to watch.
La lunga notte del commissario Manetta *
Topolino e il prototipo avveniristico
Topolino e l'astroplastica proteofantastica
Topolino e la città dell'ingiustizia
Manetta in: Sosta pericolosa
Macchia Nera e il buon vicinato
Black out a Topolinia
Topolino e l'occhio di Macchia
Topolino e la minaccia acquatica
Topolino e il dilemma parabolico *
Macchia Nera e la vacanza... a scacchi
Topolino e gli esploratori del domani *
Macchia Nera e il botto di capodanno
Macchia Nera & Gambadilegno la coppia d’assi di Gold Creek
Gambadilegno e la stella dei desideri
Topolino e i Goof Viewer
Macchia Nera in: Semplice, pulito, diretto
Macchia Nera e l'inarrestabile ombra
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Italian series
Ser Topolino e la cavalcata dei cavalieri inesistenti
Goofy Reporter (Dieci piccoli caimani, Il fiuto di Pluto, and especially Estate a Green Pond who this one is my special favorite for me. ) Also some of the german issues was available online via Amazon/Kindle. (issue 9 to 11)
Topolino e la rapina del millennio
Ducktopia
Gli evaporati
Wizard of mickey II : The Dark Age *
Cronache dal Pianeta T
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Disney Parodies
Topolino corriere dello Zar
I promessi topi
Topokolossal
La vera storia di Novecento
Dracula *
Topo maltese
Topolinix e lo scambio di Galli
19,999 leghe sotto i mari
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Danemark stories
There's actually enough okay good stories by Egmont, and even it's not as the height as the italians ones, there's some gems.
På jagt efter Sorte Slyngel (what if Paul Murry Blot was powerful.)
Den anden verden (Blotman) *
Gudernes Kraft *
Slyngel på spil
Afbrudte signaler *
Slyngelstreger
TV-piraten
Overraskelsesfesten
Gys på godset *
SOS
Afsporet *
Venskab på prøve *
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I highlight also the Mickey mystery series, they made very good tense mystery stories about phantom blot. Feel free to check these ones, one day.
The University Enigma
Culture Shock
Horror in the Wax Museum
The Lost City Of Duckburg
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Others
The Big Fall and A Phantom Blot Bedtime Story. *
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ma-pi-ma · 8 months
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Il gatto
vuole solo esser gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.
Pablo Neruda, Odi elementari
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angelap3 · 6 months
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La parola di oggi è PROFUMARE.
Tecnicamente si divide in pro( davanti) e fumare, intendendo il vapore prodotto dalla fumigazione di incensi o erbe.
Mi accorgo che appartiene al mio quotidiano mattiniero, per poi procedere anche durante il giorno.
L'olfatto è un senso che abbiamo violentato parecchio, obbligandolo a profumazioni sintetiche, a cotture di cibi industriali, a non immergersi nelle cose naturali.
Nel bosco i miei piccoli cani si voltano molto prima che giunga un loro simile.
Lo riconoscono dal fiuto.
Anche noi eravamo così attenti, ma abbiamo perso questa facoltà, giudicandola disdicevole, bestiale.
Ci siamo fidati del nostro istinto e dell'intelligenza, non del nostro fiuto.
Ma l'essenza delle persone ci permette di conoscerne le energie che emana: nascoste da profumi sintetici, si sono annullate.
Probabilmente avremmo potuto accorgerci dall' odore chi abbiamo davanti.
Pazienza.
Intanto vado ad allenarmi disintossicandomi con i miei purissimi oli essenziali: le molecole inalate sbloccano punti reconditi e non devono sapere necessariamente di " buono" : devono sapere di VITA.
(Angela P.)
Buon inizio settimana a tutti voi🌈
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cartoon2d · 2 months
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Il primo incontro di Basil e Jennifer
Basil racconta- Era il primo giorno di primavera un sabato se non erro, ero andato da solo al parco, ma ad un tratto, sentii uno strano suono. Mi misi a correre, volevo sapere chi era a farlo, ma ahimè caddi in una buca profonda. Per fortuna non mi feci nulla, ma ero solo e spaventato. Iniziavo a perdere le speranze, ma tutto d'un tratto...
JENNIFER- Ehi là? C'è qualcuno la giù?
BASIL- Sì, ti prego aiutami.
JENNIFER- Aspetta, guardo se riesco a trovare qualcosa per tirarti fuori. Ecco afferra questo bastoncino...l'hai preso?
BASIL- Sì!
JENNIFER- Perfetto. Ora cerca di arrampicarti.
BASIL- Sono quasi arrivato.
JENNIFER- Non riesco più a tenerla. Afferra la mia mano.
Basil dà la mano a Jennifer e riesce a salvarsi
JENNIFER- Ti sei fatto male?
BASIL- No, sto bene. Grazie, per avermi salvato.
JENNIFER- Oh figurati. Si può sapere come ci sei finito in quella buca?
BASIL- Ho sentito uno strano suono e volevo scoprire da dove proveniva e allora ho corso e il resto lo sai, ma forse me lo sono sognato.
JENNIFER- Ma anch'io l'ho sentito.
BASIL- Davvero?!
JENNIFER- Sì! Che ne dici se lo cercassimo insieme?
BASIL- Chi? Noi due?
JENNIFER- Certo. Su andiamo.
Jennifer prende la mano di Basil. Il misterioso suono li conduce davanti ad un cespuglio
BASIL- Dev'essere qui...dietro. Al mio 3 andiamo, 1-2-...3.
I due topini oltrepassano il cespuglio e...vedono un cagnolino
BASIL e JENNIFER- Ma è un cucciolo.
BASIL- Di razza basset hound. Dev'essersi smarrito.
JENNIFER- Oh poverino. (Si avvicina al cucciolo) Ciao piccolino. Non devi aver paura, siamo qui per aiutarti. Non è così?
BASIL-Sì certo, ma prima di tutto analizziamo bene la situazione. Questo cucciolo porta un collare quindi appartiene dicerto a qualcuno. Non si è smarrito da molto, sta mattina pioveva molto e il suo pelo è troppo asciutto e pulito.
JENNIFER- (Accarezza il pelo del cane) Sì è vero, il suo pelo è bello asciutto e morbido. Secondo me questo cucciolo è venuto qui da solo.
BASIL- Cosa te lo fa pensare?
JENNIFER- È troppo piccolo per portarlo a passeggio ed è anche rischioso se incontra dei cani adulti. Io ipotizzo che sia scappato o da una casa o forse (si guarda attorno)...ma certo, il negozio di animali è qui vicino al parco. Qualcosa lo deve aver spaventato e istintivamente ha cercato un luogo tranquillo dove rifugiarsi.
BASIL- (Stupito) Sì...credo che tu abbia perfettamente ragione. La domanda è cosa l'ha spaventato?
Basil guarda attentamente il cucciolo e...
BASIL- A-ah, ma certo.
JENNIFER- Cosa?
BASIL- Guarda il suo collare. Non noti niente?
JENNIFER- Il cinturino del collare non è infilato nel fodero.
BASIL-Esattamente. Ora ti dico com'è andata secondo me. Un cliente è entrato nel negozio di animali e ha scelto questo cucciolo e il negoziante stava per mettergli il collare, ma il negoziante non riusciva a metterglielo perché non stava fermo, e come hai detto tu il cagnolino spaventato è scappato ed è corso fin qui.
JENNIFER- Sì, non può che essere andata così.
BASIL- Per fortuna ha il collare con la piastrina quindi possiamo rintracciare il suo proprietario e sapremo anche il suo nome.
JENNIFER- Giusto e appena lo sappiamo lo accompagniamo a casa.
BASIL- (Si avvicina al cucciolo che inizia ad annusarlo) È più facile dirlo che farlo.
JENNIFER- Buono piccolino. Cerca di stare fermo. (Gli accarezza il muso dolcemente)
Basil finalmente riesce a leggere
BASIL-Si chiama Ugo.
JENNIFER- Ugo? Oh è un bellissimo nome.
BASIL-Il suo indirizzo è...ma tu guarda che fortuna. Vive sopra casa mia.
JENNIFER- Perché dove abita?
BASIL- Baker Street numero 219, il suo padrone è il mio vicino di casa.
JENNIFER-Conosco Baker Street è lì che c'è il miglior panificio.
BASIL- Già.
JENNIFER-Hai sentito Ugo, si va a casa.
Ugo abbaglia felice
JENNIFER-Ma...come facciamo...non è addestrato.
BASIL-Tsk tsk, si dia il caso che io ho la soluzione proprio in tasca. Ugo essendo un basset hound è un cane da caccia quindi ha un eccellente fiuto e sarà proprio quello a guidarlo. Con questo (estrae un panino) panino che proviene dal panificio di Baker Street, basterà che Ugo lo annusi e...ah
Ugo mangia il panino
BASIL-Addio merenda. (Severo) Ma bravo, l'unica pista che avevi l'hai fatta sparire.
JENNIFER- Oh povero Ugo (lo accarezza dolcemente) sei affamato vero?
BASIL-(Offeso) Povero Ugo?! Questa è bella, mi dici come facciamo adesso?
JENNIFER- Non c'è bisogno di disperarsi. Guarda cos'ho nella tasca.
Basil guarda e vede un panino
JENNIFER-Ugo, guarda cos'ho qui.
Ugo inizia a scodinzolare
JENNIFER-Ah- Ah prima di mangiarlo devi annusarlo e devi seguire la pista e quando arriveremo a destinazione potrai mangiarlo. Intesi? (lo fissa negli occhi seria).
Ugo-Wof.
JENNIFER-Bravo. Ora tocca a te (consegna a Basil il panino).
BASIL-Bene, Ugo voglio che tu annusi questo panino (Ugo annusa il panino).
Hai sentito il suo profumo?
Ugo annuisce
BASIL- Bravo. Ci puoi dare un passaggio?
Ugo si abbassa e i topini salgono sopra
BASIL-Grazie.
JENNIFER-Grazie Ugo.
BASIL-Bene, Ugo andiamo!
Ugo conduce i topini proprio davanti al panificio di Baker Street
BASIL-Ce l'ha fatta. Bravissimo Ugo.
JENNIFER- Sapevo che ci saresti riuscito. Ecco il panino, te lo sei meritato.
Ugo mangia il panino e i topini scendono
BASIL- Seguici Ugo, la tua casa è quella lì.
Entrano nella casa attraverso lo sportellino dove entrano di solito i cani e i gatti
JENNIFER-Guarda com'è felice.
BASIL- Già. Certo che un cane così sarebbe bello addestrarlo.
JENNIFER-Sì dopotutto si è affezionato a noi. Tu che ne pensi Ugo?
Ugo- Wof.
JENNIFER-Credo che sia un sì.
BASIL-Lo penso anch'io.
JENNIFER- Noi tre siamo una bella squadra.
BASIL-Sì è vero.
JENNIFER- (Vede Ugo nella cesta) Oh guardalo...com'è carino.
BASIL-Sta arrivando qualcuno, presto nascondiamoci.
Jennifer piccola- Ciao Ugo.
Basil piccolo-Domani veniamo a trovarti.
Voce umana di un signore- Mi dispiace figliolo, abbiamo fatto il possibile e poi ci sono altri cuccioli in quel negozio di animali puoi sceglierne un altro.
Voce umana di un ragazzino- (Amareggiato) No, lui era perfetto è stato lui a scegliermi, tutta colpa di quello collare e adesso il mio Ugo sarà tutto solo.
Ugo- Wof, Wof.
Ragazzino- Ugo? (Vede il cagnolino corrergli incontro) Ugo!
Il ragazzino lo abbraccia in lacrime e Ugo gli fa le feste
Ragazzino- Oh Ugo, sei tornato da me. Ti prometto che non ti perderò più. Papà, hai visto è tornato.
Padre- Incredibile.
Ragazzino- Mamma, mamma Ugo è tornato.
Voce umana di una signora- Sì e di sicuro sarà affamato gli preparo subito qualcosa.
I due topini guardano la scena felici e soddisfatti
BASIL-Missione compiuta.
JENNIFER-Il nostro Ugo finalmente ha ritrovato il suo padrone.
BASIL-Sì e poi è in buone mani, il piccolo Sherlock è un ragazzino buono, aveva bisogno di un amico. Andiamo.
Basil e Jennifer escono dalla casa
BASIL- Aiutare gli altri che soddisfazione.
JENNIFER-Sì, è una sensazione meravigliosa.
BASIL e JENNIFER-È come se fossi stato(a) un(a) detective.
Sì guardano stupiti
JENNIFER- Vuoi diventare un detective?
BASIL- Sì è il mio sogno.
JENNIFER-Anche il mio.
BASIL-Davvero?
JENNIFER-Sì, ma...(triste) non sarà facile realizzarlo, (seria) ma ce la metterò tutta.
BASIL-Beh...secondo me la stoffa ce l'hai.
JENNIFER- Dici davvero?
BASIL-Certo.
JENNIFER-Grazie.
Inizia a piovere
JENNIFER-Sarà meglio che corra a casa prima che il tempo peggiori.
BASIL- Se vuoi ti accompagno.
JENNIFER-Ma no, sei a un passo da casa.
BASIL-Tu mi hai salvato, è il minimo che possa fare, prendo l'ombrello e arrivo.
Basil accompagna Jennifer e arrivano davanti ad una villa
BASIL- (Stupito) Abiti in questa mega villa?
JENNIFER- Sì. Grazie per aver accompagnata, sei stato molto gentile.
BASIL- Di niente.
JENNIFER- Magari...possiamo trovarci al parco.
BASIL- Sì sarà il nostro punto d'incontro e poi andiamo da Ugo.
JENNIFER- Perfetto. Ehi aspetta come ti chiami?
BASIL- Basil.
JENNIFER- Io sono Jennifer, ma tu puoi chiamarmi Jenny. Siamo amici?
Jennifer allunga la mano e Basil gliela stringe
BASIL- Amici.
Basil racconta- E così nacque la nostra amicizia.
è una pagina del mio libro (Ugo è praticamente Toby,ma essendo italiana io uso i nomi che gli abbiamo dato noi)
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mezzopieno-news · 9 months
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RITROVATA LA TALPA DORATA RITENUTA ESTINTA DA 86 ANNI
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Non veniva avvistata dal 1936, la talpa d’oro di De Winton (Cryptocloris wintoni) temuta estinta, riscoperta nella sabbia vicino alla città costiera di Port Nolloth, nel nord-ovest del Sudafrica.
Il piccolo mammifero prende il nome “d’oro” dalle secrezioni oleose che lubrificano la sua pelliccia che le permettono di “nuotare” tra le dune di sabbia, senza creare tunnel ma seppellendosi tra esse e rimanendo praticamente impossibile da vedere. Si tratta di uno degli animali più sconosciuti del pianeta ed è stata ritrovata dopo due anni di ricerche da un gruppo di ambientalisti dell’Endangered Wildlife Trust e dell’università di Pretoria e grazie al fiuto di un cane appositamente addestrato per seguire le tracce. La talpa d’oro di De Winton è l’undicesima delle specie perdute più ricercate al mondo ad essere riscoperta dal programma Search for Lost Species lanciato nel 2017 insieme a Re:wild.
Il team di ricercatori ha utilizzato una tecnica mai utilizzata prima per rilevare la talpa d’oro, il DNA ambientale (eDNA) che è il materiale biologico che gli animali perdono mentre si muovono nell’ambiente, tipicamente sotto forma di cellule della pelle, peli ed escrezioni corporee. Oltre a vivere in tane in gran parte inaccessibili, le talpe dorate hanno un udito estremamente sensibile e possono rilevare le vibrazioni derivanti dai movimenti sopra il suolo, il che le aiuta a evitare di essere viste dalla superficie. “Questa frontiera dell’eDNA apre un’enorme quantità di opportunità non solo per le talpe ma per scoprire altre specie perdute o in pericolo” secondo C. Theron Dell’EWT.
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Fonte: Re:wild; foto di Nicky Souness
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b0ringasfuck · 5 months
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Come Salvini, riescono a capire se uno è di Hamas con il fiuto, ma riempiono il loro esercito di criminali di guerra senza accorgersene
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figlidiroma · 12 days
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Sono passati 15 anni, e io sono sempre là.
La statua parlante di Pasquino e i Settecenteschi leoni di Palazzo Braschi. Oggi è la sede del Museo di Roma, un'esposizione di tele, acquerelli, foto e plastici che narrano la storia della città.
Per 50 anni, dall'Unità al 1921, fu sede del Viminale, prima del trasferimento all'attuale sede dietro via Nazionale.
Dal portone del palazzo entrave e usciva Giovanni Giolitti, forse, dopo Cavour, il più importante, discusso e discutibile ministro della storia italiana pre-repubblicana.
Il palazzo nasce sulle macerie del più antico palazzo Orsini a Pasquino: è il 1792, un brutto momento per il potere teocratico e monarchico in un'Europa che assiste inorridita ed impotente allo scatenarsi della furia giacobina.
Papa Pio VI Braschi se ne frega: vuole un bel palazzo per l'amato nipote, il principe Luigi Braschi-Onesti, e lo avrà alle spese del preesistente edificio.
Questo Luigi, per altro, è, forse suo malgrado visto lo sprezzante giudizio che della sua intelligenza dà il procuratore per il Tevere napoloenico, de Tournon, un personaggio formidabilissimo della Roma a cavallo tra papato e era napoleonica. Dico a cavallo a ragion veduta, perché Luigi sa stare in sella sia prima, che dopo l'avvento di Bonaparte: un talento raro in un epoca così turbolenta.
Il futuro papa è zio suo e del piccolo Romualdo: cesenatesi, nascono da Giulio Onesti e da Francesca Braschi, che di Pio VI è sorella. Quando Luigi è abbastanza grande, Pio lo richiama a Roma con il fratello che diverrà cardinale. Il papa celebra nella Cappella Sistina le nozze tra Luigi e Costanza Falconieri, nobildonna della potente famiglia nobile residente nel bel palazzo borrominiano di via Giulia (segue foto mia di una delle arpie di palazzo Falconieri, aggiunte più tardi ma su progetto di Borromini).
Adotta inoltre i nipoti, che da Onesti diventano Braschi e, come tali, principi.
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Luigi ha il fiuto per gli affari ed è anche ben raccomandato: conduce lucrosi affarucci nella campagna romana, uno dei quali sfocia in un'incresciosa causa di cui si sobbarca sempre lo zio. È la causa Lepri, che finisce davanti a tribunale rotale perché gli eredi Lepri, defraudati della loro eredità alla morte del padre Amanzio, ricusano la legittimità del testamento in favore del papa (che intendeva allegare i ricchi beni del possidente pontino a Luigi).
Alle soglie della Rivoluzione Francese, Luigi viene mandato dallo zio a trattare con i Francesi giacobini a Tolentino. Tuttavia, le trattative vanno maluccio e per giunta Luigi, tornato a Roma, si trova i Francesi in città ed il palazzo ancora in costruzione devastato: il popolo romano lo detesta e ha salutato con soddisfazione lo scempio francese nelle sue proprietà.
Tra l'altro, poiché il principe era di bocca buona e aveva collocato nel suo palazzo la sua collezione di preziose tele (Caravaggio, pittori Cinque-Seicenteschi, sciocchezzuole del genere) i francesi, quel che non rompono lo rubano e lo spediscono in Francia.
Però, Luigi, che forse non è sveglio, sostiene de Tournon, ma evidentemente ha la furbizia degli imbelli, riesce a rimontare anche da questa disgrazia: dopo alterne vicende di prigionia condivisa con lo zio, diventa infatti il primo sindaco della Roma giacobina e repubblicana e, come tale, pure scomunicato.
Intanto si procura come segretario privato Vincenzo Monti, e pare che i rapporti del poeta con la famiglia del suo datore di lavoro siano intimi, mooolto intimi. Così intimi, infatti, che forse la piccola Costanza Braschi è figlia di Monti, più che di suo padre.
Comunque, passata la fulgida tempesta napoleonica, Luigi, come le lumache dopo la pioggia, rifà capolino e mostra nuovamente il suo talento opportunistico: riesce a rientrare al servizio del pontefice, un altro, Pio VII, e a farsi levare pure la scomunica.
Ma le fortune economiche della famiglia sono state duramente messe alla prova dalle ruberie e dai rovesci bonapartisti. È il 1816: Luigi muore, sepolto a Santa Maria Sopra Minerva, e per cinquant'anni gli eredi campicchiano di rendita senza replicare le fortune paterne e anzi, indebitandosi oltre il tollerabile.
Infine, ridotta con le pezze al culo come si dice a Roma, tenta di alienare il palazzo che tanti grattacapi ha causato all'avo Luigi per ripagarsi i debiti con una riffa nel 1866.
Gli va male, però: non vendono sufficienti biglietti, e l'ingombrante e costoso casermone resta loro sulle croste, sebbene per soli cinque anni. Infatti lo Stato Italiano, sin dalla sua nascita contrassegnato da un brillante fiuto per le cause perse e le sòle più solenni, interviene a salvare la situazione e se lo compra nel 1871.
Il palazzo diventa così residenza e ufficio di Giolitti però il suo ruolo nelle vicende di storia patria e cittadina non è finito. Dopo il trasferimento del Viminale alla sua attuale sede, infatti, iniziato nel 1921 e terminato nel 23, il palazzo Braschi subisce una curiosa sorte, proprio lui, sorto alle spalle di Pasquino, voce del popolo contro le assurdità e gli abusi del potere su Roma la sua gente. Infatti, diviene epicentro dell'attività propagandistica fascista, finché, dopo l'Armistizio e fino alla Costituente, è perfino sede del PNF e dei gruppi di repressione.
Dalla fine della guerra al '49, ecco che si ripete, pur con le debite differenze, la vicenda di spoliazione e devastazione già vista nel 1798: stavolta, a far danni sono i poveri cristi degli sfollati, morti di fame e di rabbia e di disperazione dopo la fine della guerra. Le belle sale, gli eleganti affreschi sono deturpati e danneggiati da gente abbrutita dall'orrore della guerra, dell'occupazione nazista e della guerra civile.
Solo dal 1952, Palazzo Braschi viene infine risistemato alla bell'e meglio e istituito a sede del Museo di Roma.
Ancora adesso ci accoglie con una bella carrozza settecentesca nell'androne, memoria di uno sfarzo e di un'indolenza verso la miseria e le piccole cose che è forse quella della grande Storia, ai cui margini questo luogo ha tanto fortunosamente galleggiato.
Le prime due foto, tutte mie, sono scatatte nel settembre 2024, le ultime due le scattai nel 2009 e infatti sono barochissime, storte e filtrate con i potenti mezzi di Paint su un PC che montava Windows Vista.
Dopo 15 anni sono sempre a spasso per Roma a fotografarla, però!
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ilcovodelbikersgrunf · 8 months
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Il video di una telecamera di sorveglianza mostra il momento in cui un orso è entrato in una casa del Connecticut, Stati Uniti, in cerca di pranzo. La fame e il fiuto l’hanno guidato verso il frigorifero: come se fosse uno di casa, si è aperto lo sportello del freezer, ha preso un pacchetto di lasagne ed è uscito dalle finestra felice usando la porta del congelatore come scalino
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diceriadelluntore · 10 months
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Storia Di Musica #302 - The Mahavishnu Orchestra with John McLaughlin - The Inner Mounting Flame, 1971
Mahavishnu: nella religione induista è uno dei nomi di Vishnu, e vuol dire all'incirca Divina compassione, potere e giustizia. Fu il maestro spirituale Sri Chinmoy, una delle figure più carismatiche e importanti nella diffusione delle filosofie indù in Europa e negli Stati Uniti, a dare questo nome al nuovo progetto di John McLaughlin. Il chitarrista era agli inizi degli anni '70 la nuova stella della chitarra jazz, uno dei personaggi decisivi e più incisivi nella nascita della jazz fusion. Era già famoso per il suo virtuosismo quando nella seconda metà degli anni '60 arriva negli Stati Uniti, dopo aver svezzato un'intera generazione di chitarristi inglesi (primo fra tutti un certo Jimmy Page). E fu quasi per caso che appena prima delle registrazione di In A Silent Way (1969): McLaughlin era negli USA da poche settimane per registrare con il fido batterista del secondo quintetto di Miles Davis, Tony Williams (il disco era Emergency! in power trio Williams, McLaughlin e Larry Young al basso), che con il suo fiuto eccezionale gli chiede di partecipare alle registrazioni. Ed è con il magone in gola per poter suonare con un suo mito che John inizia una collaborazione che lo porterà ad essere punta di diamante del successivo, e inimitabile, Bitches Brew, che fu registrato a poche settimane da In A Silent Way ma che vide la luce solo l'anno successivo. Nel mitico disco, una parte del suo assolo di chitarra in Bitches Brew fu isolato dal lavoro paziente e certosino di Teo Macero alla cabina di regia musicale e divenne un omaggio del maestro al suo chitarrista: John McLaughlin, dove Davis non suona nemmeno. Partecipa anche a On The Corner, ma già durane le prime registrazioni del 1969 fu lo stesso Miles a spingerlo alla carriera solista. Inizia con un gioiello: Extrapolation del 1969 lo vede in quartetto con John Surman (sassofono), Brian Odgers (contrabbasso) e Tony Oxley (batteria) in un disco che si lega ancora al bop ma che contiene già i semi di quell'albero fruttuoso che di lì a pochi anni inizierà a incantare una generazione di musicisti jazz. Nel 1971 fonda la sua band, come mentore Chinmoy, che fu influente consigliere anche di Carlos Santana, che diventerà grande amico e sostenitore del chitarrista inglese. La Mahanishnu Orchestra fu fondata insieme a Jan Hammer alla tastiera, Jerry Goodman al violino, Rick Laird al basso elettrico e Billy Cobham alla batteria, quest'ultimo anch'egli collaboratore di Miles Davis e uno dei più influenti batteristi di tutti i tempi per stile tecnica e innovazioni musicali.
Tutto è pronto per l'esordio. Presso i Cbs Studios tra la 49 East e la 52.ma strada in Midtown, Manhattan, in una sola e leggendaria sessione di prove ad Agosto del 1971, dopo averlo suonato solo un paio di volte in precedenza, viene registrato The Inner Mounting Flame, che esce prodotto da McLaughlin nel Novembre dello stesso anno. Sin da subito si capisce che la sintonia telepatica tra i musicisti è a livelli superiori, e rimarrà proverbiale negli anni a venire, e la scaletta sciorina il meglio della band e delle singole abilità dei musicisti. Meeting Of The Spirits è l'invocazione magica a colpi di assoluti istrionici di McLaughlin alla chitarra e Billy Cobham alla batteria, a cui si aggiungono pian piano quelle degli altri musicisti, in un incedere ipnotico e vorticoso. Con Dawn è come un momento di relativa pausa, un prendere fiato per ripartire con Noonward Race, rappresentazione clamorosa della velocità e della tecnica di Cobham e la chitarra che omaggia il da poco scomparso Jimi Hendrix di McLaughlin, sostenuti dal basso pulsante di Laird, il piano jazzato di Hammer e il violino “scanzonato” di Goodman. A Lotus On Irish Streams vede protagonista il violino di Goodman, grande colonna del brano, che disegna delle scie musicali che davvero fanno pensare al fluire liquido dell'elemento, in uno dei brani più sognanti dell'intero repertorio. Vital Transformation riporta sul groove funk e veloce di Noonward Race ma l'atmosfera cambia per The Dance Of Maya che parte misteriosa, poi diventa blues e finisce nella solita e proverbiale corsa a rincorrersi tra chitarra e batteria, vero marchio di fabbrica della banda. You know, You know, dalla struttura delicata, diventerà fornitura pregiata per molti artisti, ricordo David Sylvian in I Surrender, i Massive Attack in One Love, addirittura il rapper Mos Def, Cecil Otter e altri ancora. Awakening conclude con le tastiere di Hammer un disco dove la velocità e la potenza del motore musicale impressiona ancora oggi per precisione, vitalità e per la padronanza assoluta delle variazioni ritmiche, strutturali e sentimentali dei brani.
Il disco fu un successo, e venderà negli anni un milione di copie, uno dei più grandi successi del jazz. Il successo riporterà in classifica persino i primi esperimenti da solista di McLaughlin. La band si riproporrà con Birds Of Fire del 1973 (dove c'è un omaggio al Maestro in Miles Beyond), altra meraviglia, e si ritrova in studio a Londra, ai Trident, per registrare quello che secondo loro dovrebbe essere l'album definito del connubio jazz e rock. Ma la tensione è alle stelle e la band si scioglie a metà lavoro (qualcosa verrà pubblicato in Between Nothingness & Eternity). La band si scioglie, ma McLaughling continua e stavolta costruisce una nuova grande Orchestra con fiati, trombe e il violino di Jean Luc Ponty, fedele collaboratore di Frank Zappa, ed altri grandi musicisti per ampliare le visioni della musica che ha in mente, con risultati altalenanti. La Mahavishnu Orchestra avrà persino una terza rinascita a metà anni '80, e continuerà ad essere il sogno musicale di un eterno ragazzo inglese che una volta disse: Mia madre dovette sequestrarmi la chitarra per mesi perché stavo tutto il giorno a suonarla e andavo avanti nonostante mi sanguinassero le dita.
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susieporta · 9 months
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Non esistono incontri casuali, esistono incontri.
Non c'è il caso, ma c'è l'inconscio.
Non c'è la sorte, ma il fiuto.
Non vi è altro modo di superare la superficialità pacchiana di questo periodo che non tornare al valore delle parole.
Quelle d'amore.
Non quello di un Dio, un amore per chi ci crede e ne gioisce,
Ma quello tra noi umani.
Legare qualcuno con parole che lo taglino senza mia lasciarlo, quand'anche egli viva alla fine del mondo.
C'è amore anche nel biglietto vergato sulla tastiera da incidere nella carta regalo di amazon.
Anzi, ce n'è piu' li che altrove.
'Ho serbato questo tuo scritto, dice lei, per rileggerlo assieme a te, quando saresti tornato.'
'Anche io, riprendiamo a leggerlo'
E' una parola d'amore un segno tracciato nel vapore del vetro dell'auto.
Un occhio ammiccante
Sono tutte parole che tornano, che legano, che uniscono.
Parole incise in un luogo che era stato preparato, prima, e sul quale le parole che avremmo voluto sentire da tempo, sono scritte.
Li, per noi.
Un vincolo piu' forte della carne, un richiamo ancestrale.
Ci sono dei ' ti amo' che sono un ' da tempo', anche prima di conoscerti
Ci sono parole che sapevi l'altro avrebbe pronunciato, e tu prendi l'aereo per andarle a sentire, dalla sua bocca.
Un corpo desiderato sopravvive, finché l'età regge.
Un corpo amato, vive, oltre le rughe.
'E ora penso che il tempo che ho passato con te
Ha cambiato per sempre ogni parte di me'
Maurizio Montanari
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boringlifeboring · 3 months
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Oggi posso andare a fare in culo pure col Trenord
Mi manca il fiuto per gli affari, chiedo a Voldemort
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ma-pi-ma · 2 years
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Gli animali furono imperfetti lunghi di coda plumbei di testa piano piano si misero in ordine divennero paesaggio acquistarono nèi grazia volo il gatto soltanto il gatto apparve completo e orgoglioso nacque completamente rifinito cammina solo e sa quello che vuole.
L'uomo vuole essere pesce e uccello il serpente vorrebbe avere ali il cane è un leone spaesato l'ingegnere vuol essere poeta la mosca studia per rondine il poeta cerca di imitare la mosca ma il gatto vuol solo essere gatto ed ogni gatto è gatto dai baffi alla coda dal fiuto al topo vivo dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità come la sua non hanno la luna o il fiore una tale coesione è una sola cosa come il sole o il topazio e l'elastica linea de suo corpo salda e sottile è come la linea della prua di una nave i suoi occhi gialli hanno lasciato una sola fessura per gettarvi le monete della notte.
Oh piccolo imperatore senz'orbe conquistatore senza patria minima tigre di salotto nuziale sultano del cielo delle tegole erotiche il vento dell'amore all'aria aperta reclami quando passi e posi quattro piedi delicati sul suolo fiutando diffidando di ogni cosa terrestre perchè tutto è immondo per l 'immacolato piede del gatto oh fiera indipendente della casa arrogante vestigio della notte neghittoso ginnastico ed estraneo profondissimo gatto poliziotto segreto delle stanze insegna di un irreperibile velluto probabilmente non c'è enigma nel tuo contegno forse non sei mistero tutti sanno di te ed appartieni all'abitante meno misterioso forse tutti si credono padroni proprietari parenti di gatti compagni colleghi discepoli o amici del proprio gatto.
Io no io non sono d'accordo io non conosco il gatto so tutto la vita e il suo arcipelago il mare e la città incalcolabile la botanica il gineceo coi suoi peccati il per e il meno della matematica gli imbuti vulcanici del mondo il guscio irreale del coccodrillo la bontà ignorata del pompiere l'atavismo azzurro del sacerdote ma non riesco a decifrare un gatto sul suo distacco la ragione slitta numeri d'oro stanno nei suoi occhi.
Pablo Neruda
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francesca-70 · 2 years
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Ho smesso da tempo di far affidamento sugli altri; mi affido a me, so che io non mi tradirò. Fiuto malizia e falsità a chilometri di distanza, é stata l’esperienza a farmi diventare un’esperta. Se devo uscire e sentirmi a disagio con qualcuno, preferisco non uscire e stare bene con me stessa. Oppure uscire, ma in luoghi che mi assomigliano, dove il mare canta canzoni meravigliose o gli alberi sussurrano massime sulla vita. Non mi innamoro facilmente, probabilmente non mi sono mai innamorata. Ho un concetto tutto mio dell’amore: apprezzamento totale. Non ho lasciato andare qualcuno che stimavo con tutta me stessa, che non mi ha mai delusa, che era davvero e non ho sopravvalutato. Le persone capaci di prendermi completamente, in tutta sincerità, fino a ora, la vita non me le ha messe davanti e io, in modo pratico, l’ho accettato. Non ho rimpianti, non ho rimorsi. Non mi dico “se avessi dato retta ai consigli ora avrei qualcuno con cui dividere il mutuo o fingermi accompagnata”. Non mi volto indietro, non ho perso niente, non ho perso nessuno. Ho me, e spero di non perdermi mai. Coi miei difetti, coi miei pensieri impegnativi e la rigidità di giudizio che riservo soprattutto a me stessa, spesso, mi faccio male, molto male. Ma é un male pieno di bene, perché voglio crescere, perché mi ostino a voler arrivare, anche se non ho ancora capito del tutto dove. E non escludo a priori nessuno, non sono folle del tutto; ma con me, da sempre, ci sto bene. Se con altri non sto meglio, non é cattiveria. É che devono spostarsi altrove, mi bloccano la visuale.
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eleonorabuffon · 10 months
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CONTROLLO DI GESTIONE
Problema: la gran parte del nostro tessuto economico è costituito da piccole e piccolissime imprese che sono spesso prive di una struttura organizzativa e per questo incapaci di raccogliere e disporre delle informazioni necessarie per una corretta gestione.
Con gli attuali scenari economici, la sola esperienza e il tanto decantato fiuto imprenditoriale non bastano più per gestire un’azienda e garantirne la sopravvivenza.
Ecco perché, normative a parte, è sempre più essenziale conoscere le dinamiche della propria azienda e disporre di tutte le informazioni necessarie affinché le scelte operate dall’imprenditore vadano nella direzione di una corretta quanto proficua gestione.
Soluzione: adottare un sistema di controllo non necessariamente si traduce per l’impresa in un appesantimento in termini di risorse e tempo, ma significa piuttosto disporre delle informazioni utili a una consapevole gestione.
Per disporre di queste informazioni l’imprenditore deve imparare ad ascoltare, decifrare e catalogare tutti i segnali provenienti dai fatti di gestione quotidiani, monitorare l’andamento del mercato, attenzionare i costi per elidere quelli superflui.
Ma per far questo è necessario sapere cosa ascoltare, chi deve farlo e soprattutto definire le finalità del controllo.
Autore del Post: DIEGO DE GAETANO
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auxoubliettes · 11 months
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giulia ha cambiato casa, che detto così sembra l'inizio di qualcosa di tragico, di una lontananza che non si può ricucire se non provvisoriamente, di un gioco fatto di ciao e di addii rinnovati troppo spesso etc etc., ma si è trasferita a 3 minuti di macchina da dove stava prima quindi tutto okay. andiamo avanti.
la cosa divertente è che per andare a casa sua adesso devo passare da una serie di posticini custodi di un ricordo o più a testa. uno di questi è la villetta dove viveva una delle mie migliori amiche del periodo elementari e medie. passando di lì io non ho mai visto nessuno, ma la macchinina di google maps è riuscita a immortalare la sua mamma per ben due volte. 2 a 0 per lei.
il primo posticino in assoluto che incontro, però, è una fermata dell’autobus che ad un certo punto della mia vita, tanti anni fa, non si è propriamente guadagnata un significato, quanto la possibilità di divenire l’avvertimento di un possibile incontro: banalmente, era la fermata dove ogni giorno saliva un ragazzetto mio coetaneo, bassino, con gli occhi verdi e i capelli scuri. più che piacermi i corpi a me le persone incuriosiscono, e lui mi incuriosiva (per onor del vero e del cringe era bellino e quindi, alla mia maniera, mi piaceva anche). e poi ho tendenzialmente sempre avuto un ottimo fiuto, nel senso che chi mi sembrava potesse essermi simpatico poi mi è sempre stato molto simpatico, e chi sembrava potesse essermi antipatico poi mi è sempre stato molto antipatico. quindi chi mi incuriosisce, mi incuriosisce sempre parecchio e chi poi non ho potuto apprezzare o odiare perché non ho poi mai conosciuto, ha sempre continuato a rimanermi in testa. tipo lui.
patetica questa cosa dell'agognata visione mattutina sul bus? probabile, ma spero che abbiate una storia patetica simile anche voi. non so se avete mai letto la ragazza delle arance di jostein gaarder (che comunque non credo consiglierei, non ricordo neanche come finisce) ma questa ragazza delle arance era il pensiero ricorrente di sto tizio che una volta l'aveva vista sul tram, e se non la vedeva allora sperava di vederla la volta dopo. con cornerstone degli arctic monekys siamo già a due esempi di storie patetiche come la mia, quindi anche se voi non ne avete io mi sento sufficientemente in compagnia per andare avanti. con questo ragazzetto non ho mai fatto amicizia, ma ci ho solo avuto brevemente a che fare sette anni dopo, quando ormai non ci pensavo più, perché venne col mio gruppo di amici a festeggiare il 25 aprile. di lui per lunghi anni ho continuato solo a sapere che era appassionato di politica e calcio e che a quanto pare era intelligente, informazione che conferiva un’aura potenzialmente più interessante ad una persona che invece avrebbe potuto semplicemente essere un tipico maschio italiano medio.
qualche settimana fa, mentre aspettavo che venisse l’ora giusta per uscire e andare a vedere la nuova casa di giulia stavo leggendo degli articoli online. ad un certo punto ne trovo uno che parla d’attualità. l'aveva postato una mia amica. lo leggo. è accurato, ma ha anche un’anima seria e ironica e appassionata e critica. è qualcuno che mi parla di cose vere senza la freddezza di un certo tipo di giornalismo, né la retorica gratuita o il pathos vomitevole di un certo altro tipo di giornalismo. del giornalismo poi sicuramente mancavano la disonestà e la superficialità. ma chi l'ha scritto? ma che giornale è? e l’aveva scritto il ragazzetto dell’autobus sul suo blog, in realtà. che ridere. quel 25 aprile ricordo che mi disse una cosa (tutte le altre conversazioni furono di gruppo, ma a me disse - con una voce che non ricordo - questa cosa) riguardo al fatto che studiavamo cose simili, cose ritenute un po' sfigatelle. e guarda che cosa bella ne ha tratto, da queste cose che tutti ci dicono essere sfigatelle. ho letto altre cose che ha scritto. che cosa bella la scrittura, come ci disvela bene, anche nei suoi artifici. poi sono uscita e passando dalla fermata dell’autobus ho pensato: c'è voluto un po' di tempo, ma pare che questa curiosità sia stata parzialmente soddisfatta. stavolta posso apprezzare anche senza conoscere.
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