#il 2022 di please another book
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pleaseanotherbook · 2 years ago
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Il 2022 di Please Another Book
È passato un altro anno e mi sembra così incredibile. Se penso a tutte le speranze del 2020 e al tempo ristretto della pandemia mi sembra passato un secolo e allo stesso tempo che tutto sia corso così velocemente. Ho chiuso gli occhi e mi sono ritrovata a fine 2022 con la voglia di fare tante cose e allo stesso tempo la consapevolezza che c'era molto da accettare e superare. Ho perso tanto, ho conquistato tanto. Ho trovato tanti spazi per essere me stessa e tanti per disperarmi. Mi rendo conto che sono cambiate tante cose, che da questo 2022 sono emerse tante consapevolezze e allo stesso modo cose per cui non credo di non essere così convinta. Eppure sono ancora ancorata alla mia posizione. Sembra così strano essere ancora qui a raccontarmi e a condividere la mia vita e le mie letture in questo angolo di web che probabilmente ha perso smalto, ha un po' di polvere sugli scaffali ma ancora resiste, incolume. Sembra strano anche incaponirsi a bloggare quando ormai tutti, chi più chi meno, si sono spostati verso altre piattaforme (Youtube, Instagram, TikTok) eppure mi sembrerebbe ancora più strano non scrivere. Lo dico spesso inconsciamente ma le parole scritte sono una delle poche cose che mi riesce vagamente bene. Festeggiare quindi l'undicesimo anniversario di Please Another Book è un grande orgoglio per me. Stento a credere (e lo dico ogni volta perché ancora non me ne capacito) che siano passati 11 anni dal click su "post" della mia prima recensione per questo angolo di web che persiste come un rampicante vincolato alle mie passioni e alla mia vita. Nonostante questo sia stato l'anno peggiore in termini di letture pure sono contenta di non aver ancora abbandonato questo progetto, anche se con alti e bassi mi rallegro e mi congratulo per questo blog che è ancora qui per essere riempito con altre recensioni e altri post. E soprattutto grazie a voi che siete ancora qua a leggermi nonostante tutto. Sono onorata del tempo che mi dedicate per leggere queste righe, è una cosa che non do per scontata.
Il 2022 per molti versi è stato un anno di ripresa, di risalita, di speranza e di grandi gesti. Non pensavo che avrei chiuso quest'anno con tante aspettative e tante cose da voler fare, tanti progetti che spero di realizzare. Gennaio è iniziato festeggiando il capodanno tra scoppi di gioia, un karaoke un po’ stonato e tequila mentre già albeggiava e non potevo desiderare un inizio anno migliore. A gennaio ho festeggiato i due anni dall'anniversario della mia liberazione, un compleanno specialissimo, gli incontri con alcune delle mie amiche più care e soprattutto la terza dose di vaccino (boosterizzata con Moderna, again). Mentre siamo tornati a lavorare fissi in smartworking e io sono rimasta a casa dei miei, mi sono congelata durante i giorni della merla. Con le mie amiche a gennaio sono stata in visita alla Fondazione Prada a Milano. Abbiamo visitato “Atlas” un progetto nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celan che riunisce opere realizzate tra il 1960 e il 2016, rappresenta una possibile mappatura delle idee e delle visioni degli artisti che hanno contribuito allo sviluppo delle attività della Fondazione nel corso degli anni. E siamo anche state a visitare la mostra dedicata a Domenico Gnoli: una sezione cronologica e documentaria con materiali storici, fotografie e altre testimonianze contribuisce a ricostruire il percorso biografico e artistico di Gnoli a più di cinquant’anni dalla sua scomparsa.
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Febbraio è stato un mese strano, infinito e incastrato in una routine diversa e che mal si coniuga con le mie abitudini normali. Sono infatti rimasta praticamente tutto il mese a casa dei miei, lontano da Torino e questo mi ha lasciato senza parole. Febbraio è stato tanto lungo quanto scivolato nell’oblio tanto che a stento riesco a ricordarmi cosa è successo. La sensazione di essere in trappola fagocitata dalla certezza di essere nel posto più sicuro possibile. Un insieme di prospettive che hanno completamente ribaltato tutta la mia vita. Le passeggiate al parco, i momenti a guardare incantata i gatti del balcone mangiare, il lavoro e le notti insonni e un conto alla rovescia che si è concluso molto più in fretta delle mie paure. Ma soprattutto ho mangiato i miei dolci di carnevale preferiti i limoncini. Dolce tipico marchigiano, si trovano solo nel periodo di carnevale e io non li mangiavo dal 2018 perché non mi era più capitato di riuscire a passare da casa dei miei prima di quella data. E non solo mio papà me li ha presi apposta, ma un’amica di famiglia ci ha invitato a pranzo e ce li ha preparati appositamente. Mi sono commossa un sacco.
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Marzo ha soprattutto significato il rientro a Torino che mi ha investito in un lampo. C'è stata voglia di ripresa, di recuperare gli spazi sottratti dalla pandemia e dalle mie incertezze e soprattutto c'è voglia di ricominciare. Tra serate a cena fuori, giri a Milano, visite a mostre, e il concerto che aspettavo da mesi, marzo mi ha donato un senso di pace e speranza. Di solito marzo è un mese che odio, molti ricordi tragici sono collegati a questo mese, ma quest'anno marzo finalmente ha avuto un senso di spensieratezza che non avevo mai sperimentato. E dopo due anni in cui marzo è significato lockdown sono riuscita finalmente a stare in giro. E non era così scontato. Il 12 marzo, in live con Seoul, io Alaisse e Angharad siamo andate a vedere il concerto dei BTS - Permission to dance al cinema. Ed è stata un'emozione fortissima. Vedere sul grande schermo uno dei miei gruppi preferiti, cantare con una platea piena di altri fan, commuoversi con alcune delle mie canzoni preferite, assistere alla sorpresa del mio beniamino, è stato bellissimo. Ce l'ho ancora nel cuore. Non vedo l'ora di poter assistere ad un concerto dal vivo. Mi toccherà davvero andare a Seoul per essere blessata da Jin che lancia l'acqua di una bottiglietta sulla folla? Nel pomeriggio sono stata a visitare con le ragazze la palazzina di caccia di Stupinigi in cui non ero mai stata e che si è rivelato una vera chicca. La struttura è abbastanza estesa e tutte le decorazioni sono a tema caccia. Cinghiali e cervi vari sparsi su tutte le mura. Molto bello. Abbiamo anche visitato una mostra con le fotografie di Vivian Maier: una donna comune, non una fotografa professionista che ha trascorso tutta la sua vita a sperimentare con la macchina fotografia e la cinepresa e ha catturato volti, dettagli, bambini, in un insieme di fotogrammi eterogeneo e formidabile. Le fotografie restituiscono uno sguardo lucidissimo e molto attento a cui non sfuggiva nulla. Ciò che mi ha colpito di più è la ricerca del momento in cui scattare, dell'attimo perfetto da racchiudere sulla pellicola. Molto interessante. Sempre con le ragazze abbiamo partecipato ad una bellissima iniziativa curata dal Museo Egizio di Torino in collaborazione con la scuola Holden intitolata “La geografia dell’anima”: la scuola ha racchiuso dei percorsi tematici con i reperti custoditi all'interno del museo. La visita a cui abbiamo aderito noi raccontava dei vari aspetti dell'anima per gli antichi egizi ed è stato mega interessante, perché la visita si è concentrata solo su alcuni aspetti e non ti fagocita come quando visiti il museo egizio senza guida. Super consigliato. Marzo ha significato anche tornare ad ascoltare presentazioni di libri soprattutto quelle tenute da una delle mie persone preferite Amaranth del blog La Bella e il Cavaliere che ha raccontato magistralmente La rabbia di Paolo Giuseppe Alessio pubblicato da Scatole Parlanti. Come ha raccontato lo stesso Alessio, complice qualche dita di Barbera questa storia è stata inviata all’editore con poche aspettative ma è giunta a noi anche grazie alla proposta di organizzare incontri e presentazioni per parlarne. E forse è un po’ questa la magia degli incontri in librerie e non con gli stessi autori, la possibilità di sfuggire ai confini delle pagine stampate e ritrovare in nuove vesti e con altri colori la stessa storia. Ho avuto la possibilità di assistere a ben due incontri il primo il 10 marzo alla libreria Binaria e il secondo ieri 27 marzo al Bar Pietro entrambi straordinariamente condotti da. Di questa esperienza ho raccontato in un post apposito in cui racconto anche del libro.
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Aprile, aprile, aprile. Un mese davvero di alti e bassi che è stato difficile da digerire. Pensavo che il tempo non sarebbe finito, che si sarebbe andati avanti a lungo e invece no, le cattive notizie che ci hanno investito non sono state semplici da digerire. Ho pianto molto, mi sono disperata immensamente e ho cercato di ritrovare un equilibrio anche quando mi sembrava impossibile. Strano come basti poco per cambiare prospettiva. Da un lato gite di shopping a Milano, visite a mostre meravigliose e tanti abbracci, dall'altro corse pazze e abbracci di consolazione. Non so come riassumere questo aprile che mi ha spezzato il fiato e allo stesso tempo restituito il mio equilibrio e la mia famiglia. Una gioia è stata sicuramente la pastiera di mia mamma che ho mangiato a Pasqua finalmente dopo anni. Dopo aver trascorso le ultime Pasque in lockdown chiusa in casa da sola finalmente sono riuscita a stare con la mia famiglia e ne sono immensamente felice. Il secondo weekend di aprile sono stata in visita a Reggio Emilia città che non avevo mai visitato e che mi ha molto colpito devo dire. Da menzionare il museo del Tricolore, perché la nostra bandiera nazionale è stata concepita proprio nella sala comunale di Reggio. E poi molto bella anche la biblioteca Panizzi dove siamo riusciti a vedere un bellissimo planisfero. Ho visitato qui a Torino, all’interno di Palazzo Madama la mostra Invito a Pompei, una mostra bellissima con dei reperti prestati direttamente dagli scavi della città romana immobilizzata dall’eruzione del Vesuvio. Anche se piuttosto piccola merita sicuramente una visita. Ho scoperto che posso percorrere quasi 25km a piedi da Torino fino a San Mauro se alla fine della scarpinata mi aspetta un gelato con fiocchi di Marchetti. Il che non mi sembra poco.
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Maggio è sempre il mio mese preferito nonostante tutto. Sono stata ad eventi incredibili, presentazioni di libri, al Salone del libro di Torino. Del Salone del libro vi ho parlato tantissimo qui sul blog ma non posso pensare a maggio senza ripensare anche a questo. È stato strano e allo stesso tempo molto bello tornare tra gli stand del Salone e abbracciare di nuovo tante persone amiche. Ancora una volta mi ha dimostrato che i libri per me fanno davvero la differenza. Ho ovviamente festeggiato il mio compleanno con alcune delle mie persone preferite. Ne sono mancate tante, compresa la mia famiglia che non vedo da settimane, ma le mie amiche mi hanno fatto sentire tutto il calore possibile. Ho avuto l'occasione di partecipare il 12 maggio alla prima presentazione del libro Una stella senza luce di Alice Basso l'ultimo della serie di Anita, edito da Garzanti e di abbracciare Alice dopo tantissimo tempo. Alice Basso è una delle persone più simpatiche che conosca e ho il raro privilegio di avere la sua amicizia, ma adoro tantissimo come scrive.
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È stato bellissimo e non vedo l'ora di poterlo rifare di nuovo. Sono anche riuscita a visitare la World Press Photo Exhibition l’esposizione di fotogiornalismo con i vincitori dell’edizione 2022 allestita nella cornice della GAM la Galleria d’Arte Moderna di Torino. Devo dire la verità quest’anno non mi ha colpito particolarmente, mentre gli altri anni sono uscita sempre con la sensazione di un vuoto dentro, l’edizione 2022 mi ha lasciato un po’ indifferente. Sempre storie sconvolgenti e foto che raccontano magistralmente storie contemporanee però meno spezza respiro. E non so se sono io che ormai non mi lascio impressionare facilmente o mancava di impatto.E a inizio mese, in un colpo di fortuna davvero raro con N siamo riuscite ad assistere ad un evento esclusivo organizzato dal Salone del Libro in collaborazione con le OGR: la presentazione del nuovo libro di Ligabue, Una storia uscito proprio a maggio. Un evento davvero interessante che mi ha piacevolmente sorpresa. Con somma invidia di una mia collega che non è riuscita a iscriversi in tempo.
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Giugno è stato un mese strano, incredibilmente ricco di eventi e allo stesso momento sospeso in una qualche misura. Da un lato riprendermi dopo essere stata male, dall'altro vivere appieno ogni giornata con le mie amiche e finalmente poter ascoltare nuove canzoni di uno dei miei gruppi preferiti. Ho avuto sempre un nodo che mi porto dietro a distanza di mesi per la perdita e la mancanza e sul fondo del mio cervello macinano sempre le preoccupazioni, però ho cercato di godermi quanto più possibile questo tempo strano, di recupero e allo stesso tempo di inconsistenza. Il primo weekend di giugno sono andata a Bologna a trovare la mia adorata Lorena di Petrichor che mi manca già immensamente, dopo aver saputo l'ammontare delle tasse che quest'anno devo allo stato e che mi hanno lasciato a schifare completamente la vita adulta. Ma ehi cambiare lavoro è anche questo. Tra un cocktail e una cena sono arrivata a pensare che sia semplicemente una presa di coscienza sapere che le quattro mura di casa mia mi stanno troppo strette, che rimanere chiusa in una stanza mi toglie il fiato e le energie e che ormai cercare di cogliere al volo ogni occasione per uscire e stare insieme. Con le ragazze siamo andate a visitare la mostra Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York alla Camera di Torino in cui erano esposte foto iconiche che raccontavano una storia e diverse tecniche di sviluppo. Una selezione di oltre 230 opere fotografiche della prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. Veramente molto bella. Anche quest’anno siamo riuscite a partecipare a Open House 2022: un evento che apre le porte di palazzi privati o difficilmente visitabili ai visitatori. Quest’anno siamo andate a vedere un villino liberty Villino Raby, e la casa di Carlotta Oddone una designer che si è fatta consigliare da un amico architetto nella ristrutturazione di un appartamento di inizio Novecento e ne ha tirato qualcosa di davvero unico e incredibile. E sono stata anche a visitare le Gallerie d’Italia qui a Torino da poco riaperte dopo la ristrutturazione in cui è stato allestito un incredibile museo dedicato alla fotografia con il patrimonio in possesso di Intesa Sanpaolo.
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Luglio è stato un mese caldo di preparazione per le vacanze, immersa in una Torino non proprio caldissima e massacranti orari di lavoro. Ne abbiamo approfittato per visitare alle Gallerie d’IntesaS SanPaolo Paolo Pellegrin. La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia una mostra che rappresentava gli effetti dell’uomo sulla natura e Dalla guerra alla luna 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo una selezione di foto del nostro dopoguerra con ritratti di personaggi famosi e scene di vita quotidiana italiana molto interessante. E a inizio luglio siamo andate al parco giardino di Sigurtà: una struttura molto estesa in provincia di Verona, piena di verde in cui ci siamo rilassate e abbiamo passeggiato meravigliandoci per tutto l’ecosistema che ruota intorno al parco.
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Agosto uguale Puglia con le Merendine e ancora non ci credo che questo viaggio on the road sia stato così bello e così significativo. È stato incredibile e non me lo dimenticherò mai. Strette in un Intercity notturno siamo arrivate fino a Brindisi, che ci accolto con il pasticciotto leccese più buono che abbia mai mangiato, e da lì abbiamo preso la macchina fino a raggiungere Minervino. Ogni giorno siamo andate alla scoperta di un posto diverso abbiamo visitato Lecce, Otranto, Gallipoli e Santa Maria di Leuca, passando per spiagge incredibili come la Baia dei Turchi e assaggiato cibi eccezionali. Tutta la stracciatella e il polpo che abbiamo mangiato lì, per non parlare di tutto il caffè leccese che abbiamo bevuto. E poi agosto è finito a festeggiare il compleanno di una delle mie amiche più care.
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Settembre è arrivato a destabilizzare il mio equilibrio. Le ferie a casa dei miei immersa nelle mie colline sono coincise con la preparazione di un trasloco e mi hanno vista a fare cernita e a impacchettare cose mentre la mia salute fisica e mentale ne ha risentito immensamente. Ma Settembre è stato anche un concerto in un Mediolanum Forum strapieno di Machine Gun Kellan che non mi aspettavo minimanente. Prima di partire per le ferie però siamo andate al MAO a vedere Il grande vuoto: dal suono all’immagine una mostra molto interessante, multisensoriale che colpisce lo spettatore da più punti di vista e lo immerge in questo senso di vuoto che non nasconde nessun tipo di sentimento. Al MAO il museo d’arte orientale di Torino vorrei tornare per dedicarci del tempo perché non sono ancora riuscita a visitarlo con la calma che serve.
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Ottobre è coinciso con il rientro a Torino e con l’arrivo di una nostra amica che nonostante le premesse disperate siamo riuscite a sostenere ma soprattutto con due viaggi stupendi uno dalla mia adorata Lorena a Bologna e un altro nella mia sempre amata Venezia che è sempre nel mio cuore e in cui non vedo l’ora di tornare. Siamo andate a visitare gli appartamenti di Palazzo Carignano in pieno centro di Torino, divertente e a tratti surreale per la guida che ci ha accompagnato che iniziava un discorso e poi apriva così tante parentesi che credo che ancora adesso alcune siano rimaste aperte. In una domenica non propriamente bellissima per me siamo anche andate a visitare il Castello di Moncalieri che non avevo mai avuto occasione di vedere ma che è stato molto interessante. A Venezia abbiamo visitato la mostra Tutankhamon: 100 anni di misteri a Palazzo Zaguri che nonostante non sia stata accompagnata da una audioguida convincente mi ha molto affascinato, sono presenti molti pezzi, tutti ricostruiti, dei reperti trovati all’interno della tomba in Egitto e una serie di informazioni che non sapevo e alcune immagini di realtà virtuale. La piccola egittologa che è in me ha molto gongolato.
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E mentre Jin, il mio bias dei BTS ha annunciato la tanto temuta partenza per il servizio militare novembre è arrivato con il suo freddo, le sue mostre, i suoi incontri e la consapevolezza che è vero “Life goes on” ma “the best is yet to come”. Siamo andate ancora in Gallerie d’Italia qui a Torino, in piazza San Carlo per visitare altre mostre fotografiche: Lisetta Carmi Suonare Forte una personale della fotografa su vari aspetti dei soggetti che ha rappresentato e Gregory Crewdson. Eveningside una personale di Gregory Crewdson un fotografo statutnitense con al centro la terza parte della sua trilogia. Eveningside infatti è il terzo ed ultimo nucleo della trilogia di Crewdson iniziata con Cathedral of the Pines (2013-2014) e An Eclipse of Moths (2018-2019). In contrasto con le foreste solitarie e remote di Cathedral of the Pines e dei cupi paesaggi post-industriali di An Eclipse of Moths, con la serie inedita Eveningside il fotografo esplora figure umane isolate entro i confini della loro vita quotidiana. Siamo andate anche alla Camera a Torino a visitare una mostra dedicata a Robert Doisneau una mostra antologica su uno dei più importanti fotografi del Novecento, attraverso oltre 130 immagini provenienti della collezione dell’Atelier Robert Doisneau. Il fotografo, insieme a Henri Cartier-Bresson, è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Devo dire che le mostre alla Camera sono sempre super curate e interessanti e anche questa non fa eccezione e devo dire che è super consigliata. Infine a novembre sono anche andata a Milano alla Triennale a vedere alcune delle mostre della nuova edizione tra cui: La Tradizione del nuovo una mostra che illustrava la storia del design tramite le varie edizioni della Triennale con i pezzi più innovativi, Unknown Unknowns una mostra che mette insieme scienza e arte in un connubio di pezzi unici che mi hanno molto incuriosita perché naturalmente fanno presa sulla mia parte scientifica e l’installazione EL di Romeo Castellucci che mi ha molto inquietato in un gioco di suoni e luci che fanno presa sul visitatore e che mi hanno lasciato con un senso di inadeguatezza pazzesca.
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Dicembre sembrava un mese infinito e invece è volato senza che neanche me ne rendessi conto, ho chiuso gli occhi ed eccomi invasa dallo spirito natalizio che mi ha colpito alle spalle senza soluzione di continuità. A inizio mese sono andata con Amaranth a visitare la Pinacoteca Agnelli che si trova all’interno del Lingotto e che mi ha stupito tantissimo. Al suo interno come esposizione permanente si trova la “BEYOND THE COLLECTION - Collezione Giovanni e Marella Agnelli” con le opere collezionate dai due tra cui alcune opere spettacolari del Canaletto, uno dei miei pittori preferiti, come per esempio “Il Bucintoro al molo nel giorno dell’Ascensione”. La Pista 500 sul tetto del Lingotto è una storica pista utilizzata dalla fabbrica FIAT per il collaudo delle automobili e viene aperta per la prima volta al pubblico attraverso un progetto di installazioni artistiche pensato da Pinacoteca Agnelli che trasforma il nuovo giardino pensile sulla Pista 500 in un percorso espositivo all’aperto. E poi abbiamo visitato due mostre: “Tiepolo x Starling”: l’opera “Alabardiere in un paesaggio” conservata in Pinacoteca Agnelli diventa punto di partenza per il progetto espositivo di Simon Starling negli spazi della collezione. L’opera viene messa in dialogo con altri capolavori in prestito da prestigiose istituzioni nazionali e internazionali o riattivata attraverso il lavoro di artiste e artisti contemporanei. L’obiettivo è quello di stabilire relazioni in grado di riflettere sulle presenze così come sulle assenze della collezione, per far emergere figure dimenticate e sviluppare narrazioni che possano sfidare le letture tradizionali della storia dell'arte. E poi “Turn me on di Sylvie Fleury” una mostra molto interessante con spunti femministi e suggestioni anni Ottanta che denunciano diversi aspetti della società contemporanea. Per il weekend dell’Immacolata sono stata a Carpi con le mie amiche per festeggiare il Natale in anticipo e poi alla fine dicembre è stata solo una lunga corsa per rispettare le scadenze lavorative e salvarsi dal delirio generale, mentre abbiamo festeggiato un altro bellissimo compleanno con un brunch in un posto bellissimo. E poi sono tornata a casa dai miei per festeggiare Natale con la mia famiglia, che è sempre una cosa che mi riempie il cuore di gioia.
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E ora per il 2023 non vorrei fare così tanti buoni propositi perché vorrei un po’ vivere alla giornata. Capire qual è la direzione giusta in cui andare e stare sempre meglio. Vorrei viaggiare di più, spuntare dalla lista dei posti che voglio visitare qualcosa. Per l’estate c’è un mega progetto che voglio vada in porto ma che al momento tengo nel mio cuore. Vorrei continuare a stare con i miei amici e divertirmi, stare con la mia famiglia e respirare ferma di fronte al mare. Vorrei continuare ad investire tempo in questo spazio, leggere e ascoltare musica. Vorrei essere costante nello studio del coreano e imparare a dire cose semplici e vorrei riuscire a mantenere la costanza negli allenamenti. Sto meglio, soffro ancora di paranoie ma sto meglio e spero di riuscire a stare sempre meglio. Mi rendo conto che ci è stato rubato un sacco di tempo, ma noi abbiamo la forza e il modo per essere forti. Spero di realizzare i miei sogni, spero di scrivere il prossimo recap dell’anno e scrivervi di essere stata nel posto che mi porto nel cuore, di aver mangiato un croissant sullo Chance Elise e al Museo d’Orsay. Vi auguro di poter essere sereni, di realizzare i vostri sogni, di trovare il vostro spazio nel mondo, di non essere soli, di avere qualcuno al vostro fianco che vi sostiene e vi ama incondizionatamente, di avere amici pazzeschi e esperienze indimenticabili. Vi auguro un 2023 spaziale.
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salsedine · 2 years ago
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Ho postato 1.392 volte nel 2022
15 post creati (1%)
1.377 post rebloggati (99%)
Blog che ho rebloggato di più:
@mafaldinablabla
@catullan
@floragraysteel
@stridingcorgi
@wintersmitth
Ho taggato 1.392 dei miei post nel 2022
#! - 153 post
#art - 103 post
#history - 96 post
#photography - 91 post
#quote - 78 post
#illustration - 72 post
#sea - 43 post
#fanart - 39 post
#motivation - 37 post
#queer things - 36 post
Longest Tag: 139 characters
#as if to say 'look at me. this is who i am. please know me. please love me' you probably have a complicated relationship with vulnerability
I miei post migliori nel 2022:
#5
Cøvid + therapy session is... Truly something.
5 note - Postate 6 ottobre 2022
#4
Tagged by the lovely @birdkeeperklink 💙 thanks!
Rules: Tag 9 people you want to get to know better or catch up (or tag whomever you wish lmao)
Favorite Color: sea-green, silver, indigo
Last Song: "Paesaggi Stranieri" by La Rappresentante di Lista
Currently Reading: a lot of stuff for upcoming exams, mostly administrative law applied to universities. The last book that I read for fun was "The left hand of darkness" by Ursula K. Le Guin. I plan to catch up with a friend's fantasy novel tho.
Last Movie: Encanto (animation), The Green Knight (with actors)
Sweet, Savory or Spicy: savory and sweet
Currently Working on: sketches for illustrations based on a mix of historical and contemporary fashion. Then another portrait for this challenge on Instagram:
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And an illustration based on this:
Guarda il post completo
5 note - Postate 9 gennaio 2022
#3
10 songs I like by 10 different artists 🎶
Tagged by @anosrepasi 💙✨ thank you!
Never love an anchor - The Crane Wives
Dreams - The Cranberries
The bomb - Florence + the Machine
Visitor - Of Monsters and Men
Sally - Fabrizio De André
Circles - Greta Svabo Bech, Ludovico Einaudi
Videotape - Radiohead
Mesečina - Goran Bregovic
On brûlera - Pomme
Finisterre - Vetusta Morla
Did I use my 'liked songs' playlist on Spotify? Maybe, maybe :P
I tag whoever wants to do it (@birdkeeperklink? @greypetrel?) but as usual: no pressure! 💙
6 note - Postate 23 luglio 2022
#2
Quick update since I haven't overshared in a while: hello! Still hopeless, one year older since 12th of March, still a lesbian, still doing artsy things/doodling a lot (I'm more active as @ salsedinepicta on IG in this regard, I have twitter too but I'm rather useless at proficiently using it), still trying to patch up my mental health with paper tape 💅🏻
Here, have a relaxing gif:
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6 note - Postate 24 marzo 2022
Il mio post numero 1 del 2022
Fellow lovely mutuals, I'm presa bene™ on Duolingo, if you want peer pressure I'm GretaStella12 🤡
8 note - Postate 1 giugno 2022
Guarda ora l'Analisi del tuo anno 2022 di Tumblr →
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pleaseanotherbook · 9 months ago
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Il 2023 di Please Another Book
Da quant'è che non aggiorno il blog? Mesi direi e che senso ha tornare con un post di recap dell'anno scorso? Me lo sono chiesto molto prima di impaginare e pubblicare questo post, ma poi mi sono risposta che questo recap serve più a me che a chi mi legge. Questo recap mi dà sempre la misura dell'anno trascorso ma soprattutto mi piace rileggerlo a distanza di tempo e ricordare cosa avevo fatto, cosa avevo scoperto (e poi si lo ammetto voglio rileggere di nuovo della Corea e crogiolarmi nel ricordo dei posti che ho visitato) e avere una memoria tangibile di quanto fatto, di quanto visto, di quanto realizzato. Un task facile su cui mettere una spunta anche se di solito realizzare questo post ha bisogno di tanto tempo, tempo che diventa sempre più difficile trovare, ma che voglio impegnarmi a salvaguardare. 
Chi mi legge da molto lo sa che periodicamente mi interrogo sul senso di questo posto e quanto valga ancora la pena impegnarmi per aggiornarlo, ma sono profondamente legata a questo angolo di web. Ci ho investito tanto, mi ha regalato moltissimo. Sembra passato il tempo della parola scritta, ormai si tende a tenere in considerazione molto più altre forme di comunicazione ma la parola è sempre quella che preferisco, quella che mi riesce meglio. Condividere in video mi sembra più complicato e penso sempre che mettersi in un angolo a scrivere sia più intimo, come quando ricevi una cartolina invece di una foto su whatsapp. Sì è vero la foto è immediata, ma quale gioia trovarsi un pezzo di cartoncino stampato con dietro delle parole per sapere che si è tornati in mente a qualcuno? Lo so, ho un animo antico, ma d'altronde essere una millennial significa anche tenere in grande considerazione cose che sono diventate un po' vintage ormai. 
Il 2023 è stato un anno ricchissimo, pieno, intenso che mi ha portato tantissimo, che resterà a lungo nel mio cuore. Non che sia sempre stato rose e fiori, ma le esperienze formative sono state sicuramente più di quelle che mi hanno fermato, la crescita personale è stata più degli stop. Il 2023 è sicuramente l'anno in cui ho imparato davvero che cosa è la costanza, che cosa significa impegnarsi seriamente nell'attività fisica. A gennaio ho iniziato ad allenarmi con i pesi e ora sono arrivata ad usare quello da 10kg e sono ancora sconvolta dalle capacità del mio corpo. Perdere peso, avere una taglia che non ho mai indossato, percepire il mio corpo come non l'ho mai fatto, guardarmi allo specchio e non riconoscermi sono cose che non avrei mai immaginato. Sto ancora scendendo a patti con me stessa.  Il 2023 però è stato anche l'anno della ripresa dei viaggi, delle scoperte, degli aerei presi e dei paesi visitati. 
All'inizio di  gennaio, sono stata a Venezia con la mia adorata Lorena di Petrichor in un viaggio in una delle mie città preferite. Ci ero già stata a fine 2022 ma ci torno sempre con una gioia senza fine, anche perché mi sono resa conto di riuscire ad arrivare alla Salute senza Google Maps che di fatto è un orgoglio senza fine per me. Sono anche stata a Milano per festeggiare il compleanno di una mia carissima amica e visitare la mostra "Fantasmi e spiriti del Giappone" al Tenoha con le opere di Benjamin Lacombe, ispirata ai suoi libri “Storie di Fantasmi del Giappone” e “Spiriti e Creature del Giappone”, pubblicati in Italia da L’ippocampo Edizioni. davvero molto interessante. A Torino invece abbiamo avuto modo di visitare a Palazzo Madama una mostra su Margherita di Savoia la prima regina d'Italia e invece a Palazzo Chiablese una mostra intitolata "Focus on future" in cui 14 fotografi hanno interpretato le disposizioni ONU per il 2030, un colpo d'occhio davvero molto potente. 
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A febbraio abbiamo inaugurato la grande stagione delle camminate AnnGiada, infatti abbiamo deciso che eravamo pronte per affrontare un percorso davvero impegnativo da Avigliana alla Sacra di San Michele e ritorno che ci ha distrutti fisicamente ma che ci ha dato la spinta emotiva per esplorare i percorsi della collina torinese e di sperimentare sempre di più nell'arco dell'anno. Camminare immersa nella natura è stata una scoperta che non mi immaginavo. Mi sono sempre considerata una persona pigra, che preferisce stare sdraiata sul divano a leggere invece che impegnarsi nell'attività fisica, e invece muovermi, allenarmi, camminare, andare è un qualcosa che mi ha fornito una valvola di sfogo senza fine. Abbiamo scoperto una app, Koomot che ci ha fornito lo strumento per non perderci, perché fornisce una serie di percorsi e tragitti che tornano sempre utili anche per cambiare strada. Questo però non ci impedisce di trovare ostacoli sul cammino (ruspe comprese) e deviazioni non previste, ma soprattutto tanto divertimento e soddisfazione, soprattutto quando arriviamo alla meta. Sono anche stata in quel di Ferrara finalmente a visitare la città, Palazzo Diamante, la Pinacoteca e il castello. Ho anche mangiato dei cappellacci alla zucca buonissimi che ancora me li sogno, perché ovviamente zucca >>>>> di qualsiasi cosa. 
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A marzo siamo state alla scoperta di una mostra bellissima alla GAM qui a Torino intitolata "Ottocento" che presentava settantuno opere tra dipinti, pastelli, grandi disegni a carbone, sculture in marmo, delicati gessi e cere, di vari correnti pittoriche, davvero molto bella. Siamo anche riuscite ad andare a visitare una mostra a Palazzo Reale intitolata "Rembrandt incontra Rembrandt" con un paio di opere di Rembrandt che io amo molto ma che in realtà mi ha molto delusa perché dai cartelloni pubblicitari sembrava davvero molto più ricca. Ma mi sono anche avventurata in giornata a Firenze per visitare al Museo degli Innocenti una mostra su uno dei miei artisti preferiti: Escher. Insomma io lì con la sindrome di Stendhal davanti alle mie opere preferite con le lacrime agli occhi per la commozione e la consapevolezza che sì finalmente le vedevo dal vivo. Sono anche stata a visitare Bellagio in una giornata cristallina e una passeggiata nel bosco veramente molto bella. 
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Ad aprile è arrivata Pasqua e io mi sono cimentata per la prima volta con la pastiera e ho finalmente capito perché mia madre mi guarda costernata quando gliela chiedo: è una scuola di pazienza per quanto i passaggi sono lunghi. Però ne sono rimasta soddisfatta, è venuta molto buona. Per Pasquetta abbiamo organizzato un picnic e una visita a Cavour: rimproverate perché siamo passate dove non dovevamo abbiamo scoperto una delle sue residenze e un po' della sua storia. Siamo anche andate a visitare a palazzo Barolo la mostra "Da Monet a Picasso: Capolavori della Johannesburg Art Gallery" in cui c'erano delle opere bellissime. La JAG, Johannesburg Art Gallery, è stata fondata nei primi anni del 1900 dalla collezionista Dorothea Sarah Florence Alexandra Ortlepp Phillips, meglio nota come Lady Florence Phillips, con l’intento di trasformare un centro minerario, cresciuto intorno alla ricchezza dei suoi giacimenti, in una città improntata sui modelli delle capitali europee. Sono anche stata a Caserta con i miei parenti e con loro siamo stati a visitare la libreria/biblioteca che ha adottato tutta la collezione di libri di mio nonno e poi a casa finalmente per una settimana di relax. 
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A maggio, uno dei miei mesi preferiti anche perché è il mese del mio compleanno, siamo andate a Palazzo Chiablese per visitare la mostra dedicata a Ruth Orkin una fotoreporter di un occhio davvero molto interessante: tra i 156 scatti presenti in mostra erano compresi American Girl in Italy, uno dei suoi scatti più iconici della storia della fotografia, i ritratti di personalità quali Robert Capa, Albert Einstein, Marlon Brando, Orson Welles, Lauren Bacall, Vittorio De Sica, Woody Allen e altri. Siamo state anche al Mastio della Cittadella per la mostra  "Impressionisti tra sogno e colore" con delle opere impressioniste fuori dalle solite già viste e che non sempre vengono ammirate. La sera del 19 la mia adorata Am mi ha fatto un grandissimo regalo portandomi ad una festa che ha aperto alla grande i festeggiamenti per il mio compleanno. Il 20 maggio, proprio il giorno del mio compleanno, sono andata al Salone del Libro con una mia carissima amica che non vedevo da anni e ho incontrato la mia adorata Martina di Liber Arcanus. Devo dire che anche quest'anno è stato abbastanza traumatico. Credo di non essere più abituata alla gente, questa massa informe di persone che arriva con una sua presenza e che vuole fagocitarti. Ma la struttura del Lingotto resta lì a coccolarti lo stesso. Forse rispetto al 2022 ho notato che gli spazi erano più dilatati ma è anche vero che sono rimasta per molto meno tempo. Ma ne ho parlato più approfonditamente in questo post.  
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Tra fine maggio e inizio giugno sono riuscita finalmente a recuperare insieme ad Alaisse il viaggio a Lisbona che avevamo dovuto annullare a marzo 2020 con l'inizio della pandemia. Lisbona è una città spettacolare in cui siamo rimaste cinque giorni e di cui mi sono completamente innamorata. A parte la sindrome di Stendhal davanti agli azulejos dell'omonimo museo e il Monastero di San Jeronimos, ho fatto in tempo a perdermi completamente davanti alle sponde del Tago e sulle salite e discese mangiando pasteis de nata a gogo. Lisbona è una città che ti sorprende, un po’ rustica e un po’ cosmopolita, con i suoi alberi di jacaranda, le sue piastrelle colorate, i suoi tram che si arrampicano in collina e che ti tolgono il fiato. Alaisse è riuscita a portarmi a fare una esperienza sul Pillar 7: il pilastro numero 7 del ponte del 25 aprile sul Tago, che ricorda un po’ il Golden Bridge di San Francisco, e su cui puoi salire sia per vedere come sono stati costruiti i pilastri, sia per affacciarsi ad un passo dalle macchine che scorrono veloci sul ponte e per salire su un balconcino di vetro, trasparente sotto. Io avevo il batticuore ma la vista in effetti ne valeva la pena. Sono veramente contenta di essere riuscita ad andare in Portogallo, anche se la prossima volta vorrei andare a Porto. 
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A giugno nuovo giro e nuova mostra siamo andate alla Camera per la mostra dedicata a Eve Arnold, famosissima per i suoi scatti a Marilyn Monroe e ad altre straordinarie attrici e non. Eve Arnold è stata la prima donna, insieme a Inge Morath, a far parte della prestigiosa agenzia Magnum Photos nel 1951. Abbiamo anche di nuovo partecipato all'Open House e siamo state a scoprire palazzi ed edifici che non sempre sono visitabili e non sempre sono conosciuti. Un appuntamento annuale a cui mi piace sempre partecipare. Oltre a tornare alla Villa della Regina e assistere al Gran Galà della Musica Coreana, sono stata anche a Milano per la mostra "Leandro Erlich" a Palazzo Reale una mostra di illusioni e ricorrenze che permetteva di immergersi negli spazi della mostra e replicare foto con le opere esposte. 
A luglio siamo state in Galleria d'Italia qui a Torino ad esplorare due mostre fotografiche: Déplacé-e-s di JR e Senza tempo di Mimmo Jodice, due mostre molto diverse ma entrambe molto interessanti. Sono poi tornata a Firenze con la mia adorata Lorena per assistere al tour negli stadi dei Pinguini Tattici Nucleari che se mi seguite da un po’ sul blog sapete sono tra i miei gruppi preferiti e devo dire che il concerto è stato davvero uno spettacolo bellissimo. Era da un po’ che non assistevo ad un gruppo dal vivo e mi sono molto emozionata. Da Bergamo a Hikikomori, passando per Coca Zero, ho urlato e ballato come non mai in mezzo ad altra gente mega entusiasta, nel parterre gold, con Zanotti e gli altri membri della band molto vicini e la sensazione di star vivendo una esperienza incredibile. Super super bello. Siamo anche salite fino al Faro della Vittoria, perché ovviamente con le camminate ci abbiamo preso gusto.
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Agosto 2023 rimarrà invece nel mio cuore per sempre perché sono riuscita finalmente a realizzare uno dei miei sogni nel cassetto da una vita: andare in Corea del Sud. Ancora non ci credo che dopo averlo solo sognato per mesi e mesi sono riuscita ad andare lì, sono riuscita a vedere dal vivo un paese che mi ha rubato il cuore e il sonno e mi ha dato solo nuove ossessioni. L'11 agosto alle 21:50 siamo decollate da Malpensa per atterrare 11 ore dopo in quel di Incheon, l'aeroporto fuori dalla capitale. Da lì abbiamo preso un treno per arrivare a Seoul Station e poi il KTX il treno dell'alta velocità che alle dieci e mezza di sera ci ha portate a Busan. Lì siamo rimaste un giorno per iniziare ad esplorare la città salendo sulla Busan Tower e visitando il museo del cinema e poi per due giorni, il 14 e il 15 siamo volate su Jeju-do. L'isola di Jeju è la meta turistica per le vacanze dei Coreani, nonché meta dei viaggi di nozze, ma io sognavo di andarci da quando l'ho sempre e solo vista nei drama che ho divorato negli ultimi sei anni. Jeju è affascinante, abbiamo preso un albergo che affacciava sull'oceano e finalmente siamo riuscite ad andarci con la speranza inossidabile di iniziare ad esplorarla. Dal 16 al 20 agosto siamo rimaste a visitare Busan, a guardarne le spiagge, i templi, il Gamcheon Village, a salire sulle sky capsule, ad attraversare il mare su una cable car e a incantarci al museo d'arte. A Busan abbiamo sconvolto i locali con il nostro essere straniere e abbiamo mangiato gli hotteok, abbiamo camminato come non mai e assaggiato il kimchi più buono del viaggio e abbiamo imparato che la mossa giusta è farsi amica la ajumma (le signore di una certa età) che trovi sul tuo cammino e che a volte basta un grazie in coreano per fare la differenza. Il 20 abbiamo preso un KTX che da Busan ci ha condotto a Seoul e lì siamo rimaste fino alla fine del viaggio il 27 agosto. Seoul, ah Seoul, penso di averci davvero lasciato un pezzo di anima e lei me ne ha lasciato un pezzettino della sua e sono qui che mi chiedo quando riuscirò a tornarci davvero. Come raccontare cosa mi rimane in testa di una città che ho solo immaginato per anni, componendo in testa il puzzle che la definisce e poi boom eccomi lì a camminare per le sue strade a riconoscere che è uno dei posti in cui mi sento a casa? Arrivare a Seoul è stato un po’ come trovare il mio spazio, sapendomi orientare, riconoscendo i quartieri, urlando “ma io quel posto lo conosco” mangiando i japchae, emozionandomi per il bulgogi, credendo che quegli spazi enormi, i palazzi reali, i grattacieli, la Lotte Tower, la Namsan Tower, le salite e le discese, i locali, la musica, i café, ogni spazio era una casella che ricomponeva la mappa che ho costruito su Naver ed era lì tangibile.
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A settembre con la depressione post Corea ancora in circolo siamo state a visitare la mostra su Lee Miller a Stupinigi una mostra davvero mega interessante su una fotoreporter che non si è lasciata fermare da nulla, che si è reinventata molte volte nella sua vita e che la guerra ha segnato profondamente. Perché ormai la fotografia ci appassiona profondamente, soprattutto se si parla di fotografe donne, siamo anche state alla Camera per Dorothea Lange che si è concentrata nel raccontare la fuga dal midwest americano verso la California in una povertà e durezza di condizioni che non conoscevo e che mi hanno molto colpita. Sono anche stata a Modena in gita che mi ha molto affascinata.
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E se ottobre è partito con un piccolo incidente di percorso che non avrei mai immaginato e che mi ha molto spaventato è anche stato contrassegnato da molte bellissime camminate alla scoperta della collina torinese. Ho anche mangiato un gelato in un periodo in cui non lo avrei mai creduto possibile. E mentre le giornate si accorciavano, sono stata a Giaveno alla sagra dei funghi in una giornata bellissima con una mia amica e poi a fine mese sono stata a Reggio Calabria per un matrimonio e ne approfittato per osservare dal vivo i Bronzi di Riace in una scoperta emozionantissima che mi ha lasciato senza parole. Reggio mi ha anche fatto chiedere ancora una volta ma perché non vivo al mare? Come mi rimette al mondo il mare nessuna cosa.  Veramente veramente molto bella. 
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Novembre è sempre quel mese che ti lascia con un po' di tristezza addosso, con la pioggia che arriva e il freddo che ti circonda, e noi abbiamo cercato di combatterlo andando a visitare la World Press Photo Torino a Palazzo Barolo, che come sempre sono un colpo al cuore per le storie che raccontano e tramutano in immagine. La World Press è una di quelle cose che restano nel segno, che non perdonano, che segnano il visitatore e restano piantate nel cuore. Siamo anche state di nuovo a Milano al Tenoha a visitare la mostra  Donne Samurai  con le opere di Benjamin Lacombe tratte dal suo ultimo libro. 
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A dicembre per l'immacolata sono stata a visitare per la prima volta ad Aosta che devo dire mi ha molto colpita, sarà che ero con le Merendine, sarà che c'era la neve, sarà che uscivamo da un periodo complicato ma Aosta mi ha portato tanto, abbiamo assaggiato la grolla questo caffè alcolico che ti scalda fino al midollo, abbiamo mangiato degli gnocchi buonissimi e ci siamo scaldate con i nostri abbracci, oltre ad aver scoperto l'area megalitica in un museo che ha riaperto da pochissimo e che è davvero ben  fatto, super consigliato. Esplorare una città diventa mega interessante. 
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Per il 2024 ho molti progetti e alcuni li abbiamo anche già portati a compimento (tornare a Bruxelles dopo 10 anni dal mio Erasmus, ma questa è una storia per un altro momento) e spero di riuscire a realizzarli. Vorrei fare un viaggio da sola in stile Barcellona del 2019, ma vediamo. Spero che il 2024 sia un anno buono, in cui riesco a realizzarmi e a compiere un passo importante per la mia età adulta. Compiere 35 anni mi spaventa, il tempo che avanza e lo spirito che resta lo stesso ma la consapevolezza che è giunto il momento di mettere radici. Mi sento spingere in direzioni contrastanti e mi dà molto da riflettere. E' già marzo, lo so, ora che leggerete questo recap, ma ho tante speranze e spero di tornare qui con nuove recensioni a breve. E se siete arrivati fino a qui raccontatemi qualcosa del vostro anno passato o una speranza per il futuro, vi leggo volentieri. 
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pleaseanotherbook · 3 years ago
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Il 2021 di Please Another Book
Finalmente siamo riusciti a lasciarci alle spalle questo benedetto 2021 in cui abbiamo perso tantissimo da vari punti di vista. Sono molto stanca e incredibilmente ansiosa di vedere finire questa maledetta situazione. Mi rendo perfettamente conto che rispetto al 2020 stiamo molto meglio eppure questo senso di precarietà sconcertante non mi abbandona e continuo a sperare per un tempo in cui tornare ad essere più sereni, meno angosciati.
La prima grande notizia di questo 2021, con cui come al solito apro questo genere di post, è il compleanno di Please Another Book: il 29 dicembre 2021 ha compiuto 10 anni. Ancora non riesco a crederci sembra un numero alieno. Se penso alla me fresca di laurea che si butta in questa avventura perché seguiva diversi blog e aveva voglia di comunicare le sue letture quando non riusciva a farlo con nessuno che la circondava e che non si aspettava niente, non riesco a riconciliarla con tutte le esperienze che questo spazio di web mi ha permesso di vivere. Gran parte delle persone a me più care hanno gravitato per Please Another Book. Come dimenticare il primo incredibile abbraccio tra me e Amaranth di La Bella e il Cavaliere nel bel mezzo del Salone del Libro edizione 2016 dopo mesi di corrispondenza on-line? E come tutte le Belle e le loro amiche siano diventate le mie amiche e un importante punto di riferimento per me e come dico sempre mi abbiano salvato quando mi sono trasferita a Torino? Come dimenticare i viaggi e i progetti messi in piedi con Lorena di Petrichor? Come non pensare al fatto che quest'anno ho accompagnato la Marti di Liber Arcanus nel giorno più importante della sua vita? Come non pensare al fatto che mi ha dato modo di conoscere Mirya e di conseguenza tutto il mondo che ha ruotato intorno ai Trentatré Anonimi? E come non realizzare tutte le possibilità che mi ha dato di incontrare e intervistare alcuni dei miei autori preferiti come Virginia de Winter, Alice Basso, Sally Gardner e Jennifer Niven?
Sono incredibilmente grata a Please Another Book e molto felice di essere ancora qui a pubblicare cose. Spero di riuscire a farlo ancora e raggiungere un nuovo equilibrio. È una speranza e un buon proposito allo stesso tempo. Vedremo dove andremo.
Il 2021… beh come siamo arrivati al 2022? Non riesco ancora a crederci. Faccio la conta dei mesi e non riesco a realizzare il fatto che il tempo è passato così velocemente. A gennaio eravamo bloccati ancora in casa, in quarantena. Per fortuna sono riuscita ad andare a casa dei miei genitori e a mezzanotte del 31 ero con mia madre a mangiare panettone e bere spumante, guardavo il cielo buio e speravo per il meglio.
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Sono stata fagocitata dalle call di lavoro, dalla spossatezza, dall’indolenza. Gennaio è stato infinito e anche se sono riuscita ad andare in giro, gambe in spalla e passeggiate chilometriche al Valentino pure mi sono sentita un po’ claustrofobica. Ho chiuso gli occhi e anche febbraio è passato per fortuna con qualche giornata fuori con le mie amiche e poi di nuovo chiusa in casa.
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Marzo è passato in lockdown, in zona rossa, le zone colorate che forse non significano niente, la solitudine attaccata alle ossa, lo spazio fisico occupato ridotto all’osso e l’incapacità di uscire dalla mia mente. Ho iniziato a fare plank, ho ripreso a fissare il soffitto in preda all’insonnia, a cercare di consolarmi come posso in questa situazione che rischia di fagocitarmi tutta. Per fortuna ho potuto sentire le mie amiche via Skype alla sera e questo mi ha aiutata a tenermi ancorata alla realtà, stare con loro e pensare a modi per stare loro vicina mi fa stare bene, mi tiene cosciente a me stessa. Sapere che la mia famiglia, anche se lontana chilometri sta bene, mi rassicura. Vivere da sola, in uno spazio mio in cui sclerare male e ubriacarmi di rhum o soju se serve, è ancora una consolazione grandissima. La primavera è stata fagocitata dalla fine della zona rossa, e l’inizio di un periodo in cui finalmente tornare ad appropriarci dei nostri spazi.
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Se aprile è stato il mese dell’attesa facendo il conto alla rovescia per tornare a superare i confini regionali, con una Pasqua desolante chiusa da sola con il mio casatiello, maggio è stato finalmente il mio mese non solo perché c’è stato il mio compleanno ma soprattutto perché ho potuto riabbracciare le mie amiche, viaggiare, tornare a godermi il firmacopie in presenza di Alice Basso, insomma essere di nuovo capace di non fermarmi negli spazi costretti del mio monolocale. Ho rivisto il mare, dal vivo. Mettere i piedi in acqua, abbracciare con lo sguardo una spiaggia mi ha dato i brividi. Ancora non ci credo.
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E a giugno ho finalmente potuto riabbracciare di nuovo tutta la mia famiglia, le mie zie che non vedevo da anni, tornare in una città che è sempre stata un po’ casa nonostante tutto, anche se solo per 24h. D’altronde sempre meglio di niente. Sono stata per la prima volta ad Arona. Ho festeggiato compleanni, successi e il matrimonio di una delle mie amiche più care in quel di Venezia.
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Ho lavorato, moltissimo, e ho cercato di godermi ogni momento, alla faccia del covid. Tra un tampone rapido e un altro sono tornata a viaggiare sui Frecciarossa (e Italo*****) e tra le mura accoglienti e le braccia spalancate delle persone a cui voglio bene.
L’estate è volata letteralmente via, sono stati mesi intensi e pieni. Luglio è stato un mese di attesa in cui volevo risposte che tardavano ad arrivare ma nel frattempo ho passeggiato per Torino con due delle mie persone preferite. Sono anche riuscita a tornare a casa dei miei. Ad agosto sono riuscita finalmente a vaccinarmi in un rientro a dir poco rocambolesco. Mentre le ferie sembravano allontanarsi sempre di più invece che avvicinarsi e la burocrazia mi seppelliva sotto scartoffie e telefonate, abbiamo festeggiato un compleanno speciale ed è incredibile pensare a come cambiano le cose nel corso di un anno.
A settembre finalmente mi sono goduta le ferie (con la seconda dose del vaccino fatta). Con le Merendine abbiamo partecipato ad una bellissima iniziativa: “Open House Torino” che ci ha permesso di entrare in alcuni edifici privati che non sono quasi mai aperti al pubblico come il Palazzo della Luce. Sono luoghi incredibilmente affascinanti in cui perdersi e da visitare e che mi hanno lasciato a bocca aperta.
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Ma sono anche riuscita a visitare con le mie amiche la mostra di Monet a Palazzo Reale a Milano e mi è piaciuta un sacco. La mostra è curata da Marianne Mathieu ed è realizzata in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, da cui proviene l’intero corpus di opere. Ve la consiglio molto, ci sono dei pezzi molto interessanti e l’allestimento è molto curato.
E poi ho raggiunto la consapevolezza che ce l’avevo fatta. Ho chiuso un capitolo importantissimo della mia vita per aprirne uno nuovo: il 20 settembre ho firmato il contratto per il mio nuovo lavoro e tutto ottobre è passato con un po’ di ansia da prestazione e il ritorno in ufficio in presenza cosa che mi ha lasciato senza parole e davvero non me lo aspettavo minimamente.
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Ad ottobre sono riuscita però ad entrare nel Duomo di Milano, e soprattutto a girare sulle terrazze in cima al tetto. È stata una delle esperienze più emozionanti della mia vita. Guardare piazza Duomo dall’alto è una cosa da fare almeno una volta nella vita.
Ho anche colto l’occasione di ascoltare Margaret Atwood dialogare con Loredana Lipperini nell’ambito del Salone Off non me la sono lasciata scappare. Il 3 ottobre, nonostante i tentennamenti sono andata in quel del Lingotto a fare una fila che non finiva più con un vento glaciale e la consapevolezza di non essere sola. Ho avuto la possibilità di sedermi in un posto strategico e nonostante tutto mi sono goduta un’ora di magia. E poi dopo più di un anno sono anche andata al Salone del Libro edizione 2021. È stato bellissimo e traumatico allo stesso tempo. Ma ascoltare di nuovo Stefania Auci dal vivo non ha prezzo. Viverlo con Lorena poi ancora di più.
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A novembre ho cercato di stringere a me tutti i momenti possibili a contatto con le mie amiche un’altra gita a Milano, una merenda fantastica a base di pumpkin spice latte riabbracciare una mia carissima amica, e un mio ex collega e amico, con cui non ho fatto neanche una foto ma che mi ha riempito di gioia.
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Abbiamo inaugurato il periodo natalizio a dicembre con una gita a Verona che non avevo mai avuto occasione di visitare e che mi è molto piaciuta. Entrare nell’Arena mi ha molto colpito.
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Riabbracciare le mie amiche e poter viaggiare mi ha molto consolata nonostante l’accumulo di cattive notizie che continuano a piombarci addosso e ora che l’anno è finito mi guardo alle spalle e mi ritrovo a mettere in fila le cose belle che mi ha regalo il 2021 e forse la somma totale è ancora positiva.
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Non so dove ci porterà questo nuovo anno, che cosa ci riserverà il futuro, posso solo sperare di poter conservare almeno un po’ della gioia che ho accumulato e avere la forza di non abbattermi. Vorrei portarmi dietro la voglia di continuare a fare workout, di leggere, di essere propositiva, di essere comunicativa, di lasciarmi scivolare addosso le cose, e allo stesso tempo essere assertiva. Vorrei essere più empatica, meno sulle mie, meno incline a tenermi tutto dentro a sedimentare. Vorrei riuscire ad essere più vicina alle persone che amo e meno incline alla malinconia. Vorrei continuare a coltivare questo spazio di web e dedicare nuove energie all’approfondire tematiche che mi stanno a cuore. Vorrei cercare di essere una persona migliore senza snaturarmi. E più di tutto mi auguro di essere più serena. Se questa pandemia mi ha lasciato qualcosa è sicuramente il fatto che al centro delle nostre vite ci siamo noi e sta a noi costruire il percorso che voglia, sta a noi aprirci, sta a noi tendere la mano verso il mondo.
Buon anno e speriamo che vada nel miglior modo possibile.
E a voi come è andato il 2021?
Raccontatemelo in un commento se vi va.
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