#iPhone 2018: Supporto apple pencil e prezzi
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[:it]iPhone 2018: Supporto apple pencil e prezzi[:]
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Molto probabilmente gli iPhone 2018 saranno i primi ad avere il supporto per Apple Pencil. I prezzi precisi stanno prendendo forma. Secondo TrendForce, una società di analisi di mercato, riporta i prezzi che potrebbero oscillare dai 699 dollari per il modello con LCD fino ad arrivare oltre i mille per gli Oled con hardware potenziato. Il modello LCD da 6,1 pollici avrà un design simile ad…
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Ieri vi ho presentato rapidamente i nuovi iPad, oggi voglio ritornare sull’argomento con una serie di informazioni in più. Durante la notte ho approfondito un po’ di cose che mi hanno confermato le buone impressioni sul modello base, mentre ho cambiato idea sull’iPad Air. Vi spiego meglio…
Le primizie tecnologiche vengono sempre introdotte nella fascia alta di mercato, ma il momento più importante è quello successivo, quando si riesce a portarle nei prodotti economici. Dopo un primo boom iniziale i tablet hanno vissuto momenti difficili, con vendite in calo e riduzione dell’interesse. La cosa ha toccato anche Apple, la quale aveva abbandonato la fascia più bassa di mercato nel 2012, anno dopo il quale non c’è più stato un iPad entry-level ma solo i modelli Air, mini e Pro. L’iPad base è rinato nel 2017 ed ha portato nuovamente Apple in crescita in questo settore, più di quanto non abbiano potuto fare i modelli top di gamma. C’è stato un leggero upgrade di mantenimento nel 2018 e poi un modello con schermo leggermente più grande (10,2″) nel 2019. Quest’ultimo ha mantenuto il precedente SoC A10 Fusion del modello 2018 ma ha portato due novità importanti: smart connector e supporto per Apple Pencil. Ad oggi l’A10 rimane molto valido per le attività del quotidiano ma soffre un po’ per quelle più avanzate, principalmente perché non è dotato di Neural Engine. Lo si nota nella gestione foto/video più spinta ma anche nel gaming, dove i titoli più impegnativi hanno prestazioni ed effetti ridotti.
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L’iPad è l’esatta definizione di Best Buy
L’iPad 8 del 2020 appena presentato supera ampiamente questi limiti. Apple gli ha concesso un doppio salto in avanti sul fronte delle prestazioni, passando dal SoC A10 Fusion a quello A12 Bionic con Neural Engine che equipaggiava i precedenti iPad Air 3 del 2019, il tutto mantenendo lo stesso prezzo base di 389€ per il modello Wi-Fi da 32GB. Il design non è cambiato, così come lo schermo da 10,2″, tuttavia alla compatibilità con Apple Pencil e tastiere con Smart Connector, ora si aggiungono anche dei miglioramenti importanti sul fronte delle prestazioni, sia per la CPU che la GPU.
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Nei modelli più costosi abbiamo design più moderni, schermi migliori, prestazioni ancora più elevate ed altri miglioramenti per multimedialità e connessioni, tuttavia nell’iPad base del 2020 c’è tutto il necessario per coprire ogni tipo di esigenza e si è risparmiato nei posti giusti. Tra l’altro è vero che manca la Magic Keyboard per questo modello ma la sostituisce bene la Logitech Combo Touch con Trackpad.
Questa è per me l’esatta definizione di best buy, difatti lo considero uno dei migliori iPad di sempre pur non avendolo ancora provato. L’unica cosa discutibile nella versione base da 389€ sono i 32GB di storage, ma il 128GB ha comunque un prezzo di listino ragionevole di 489€. E le cose si faranno davvero interessanti quando inizieremo a trovare i nostri classici super sconti nel canale Telegram delle SaggeOfferte.
Durante la presentazione l’aggiornamento dell’iPad base è passato un po’ in sordina, perché è più difficile far trasparire le novità di un prodotto consumer quando questo mantiene il medesimo design del precedente. Al contrario mi ha lasciato a bocca aperta l’iPad Air di quarta generazione, proprio perché è cambiato sia fuori che dentro. E devo anche ammettere che i nuovi colori sono davvero belli, in particolare il celeste.
Le novità di questo modello sono sicuramente più numerose e per certi versi interessanti. Il design è radicalmente diverso dal precedente Air, poiché ripreso da quello dell’iPad Pro 11″ 2018, ma anche qui c’è un doppio salto per il SoC, che passa da A12 ad A14 Bionic. È la prima volta che un nuovo chip arriva su iPad prima che su iPhone, ma questo è dovuto principalmente al fatto che gli smartphone devono essere prodotti in numero molto superiore prima di approcciarsi alle vendite e la pandemia ha slittato il tutto in avanti di qualche settimana. Il nuovo SoC non dovrebbe apportare dei miglioramenti impressionanti sul fronte delle prestazioni ma la tecnologia produttiva a 5nm dovrebbe consentire di mantenerle meglio nel lungo periodo, cosa che è un po’ mancata ai recenti A12 ed A13 (dove il throttling riduce le performance di picco).
Apple ha menzionato prestazioni 40% superiori per la CPU rispetto al vecchio Air, che montava A12. Purtroppo non ha specificato se in single o multi-core ma, se fosse per quest’ultimo, allora l’update anno su anno rispetto all’A13 potrebbe essere di un ben più misero 7%. Si parla invece di 30% in più per la GPU, sempre con riferimento il precedente Air con A12. Qui qualcosa non torna, secondo me, perché aggiungendo un 30% in più sull’A12 si arriva ad uno score leggermente inferiore a quello dell’A13, cosa che credo sia impossibile per l’A14.
Dunque, mettiamo da parte le stime finché non avremo dati concreti, tuttavia è certo che il nuovo SoC non apporterà grandi miglioramenti sul fronte delle prestazioni nude e crude ma, oltre alla possibilità di mantenerle meglio nel tempo, avrà dei vantaggi sul fronte multimediale per via del nuovo ISP (processore d’immagine) e del potenzialmente del 38% Neural Engine rispetto ad A13. Insomma, alla fine andrà sicuramente molto bene ma difficilmente potrà impensierire A12X e A12Z degli iPad Pro, dove ci sono più core e, presumibilmente, anche un maggiore quantitativo di RAM.
È interessante notare un certo rallentamento di Apple sul fronte SoC negli ultimi 2 anni. Sicuramente non si potevano sostenere per sempre le crescite esponenziali dei periodi precedenti, tuttavia è lecito che l’azienda stia iniziando a mettere da parte un po’ di margine in vista del primo Apple Silicon per Mac, il cui annuncio è previsto per novembre. Dopotutto con i numeri che ha se lo può permettere.
Proprio l’iPad Pro è, in fin dei conti, il motivo che mi ha portato a rivedere un po’ le prime impressioni sul nuovo iPad Air; che rimangono assolutamente positive visto che l’upgrade è complessivamente superiore a quello dell’iPad base, dove è cambiato praticamente solo il SoC. Tuttavia quello ha mantenuto il prezzo precedente mentre l’iPad Air 2020 aumenta di 100€, cosa giustificabile poiché qui cambia anche il design oltre al SoC. Tuttavia è proprio sul prezzo che può nascere un po’ di riflessione, specialmente considerando quello che ha oggi l’iPad Pro.
Vi metto in una tabella le principali informazioni di confronto che sono riuscito a trovare, dove noterete che il vecchio Air è sicuramente inferiore su alcuni aspetti ma anche che il Pro continua a mantenere una netta leadership in tanti altri.
iPad Air 3 iPad Air 4 iPad Pro 11″ Data di uscita 2019 Marzo 2020 Ottobre 2020 Marzo Design Vecchio tipo Come iPad Pro 11″ Angoli arrotondati, cornici simmetriche Schermo 10,5″ (2224×1668) 60Hz 264ppi 10,9″ (2360×1640) 60Hz 264ppi 11″ (2388×1668) 24-120Hz 264ppi Colore/Luminosità Gamut P3, 500 nit Gamut P3, 500 nit Gamut P3, 600 nit SoC Apple A12 Bionic (7nm) Apple A14 Bionic (5nm) Apple A12Z Bionic (7nm) Cores CPU 6-core (2 performance + 4 bassi consumi) / GPU 4-core CPU 6-core (2 performance + 4 bassi consumi) / GPU 4-core CPU 8-core (4 performance + 4 bassi consumi) / GPU 8-core RAM 3GB LPDDR4X non specificato 6GB LPDDR4X Autenticazione Touch ID frontale Touch ID laterale Face ID Audio 2 microfoni + 2 altoparlanti 3 microfoni + 2 altoparlanti 5 microfoni + 4 altoparlanti Pencil Prima Gen. Apple Pencil 2 con ricarica magnetica Smart Connector Laterale Sul retro Magic Keyboard Non compatibile Compatibile Storage 64/256GB 64GB/256GB 128GB/256GB/1TB/2TB Batteria 30,2 wattora 28,6 wattora 29,37 wattora Autonomia Fino a 10 ore di navigazione in Wi‑Fi o riproduzione video Porta di ricarica Lightning, alimentatore 12W USB-C, alimentatore 20W USB-C, alimentatore 18W Fotocamere Wide 8MP/1080p FaceTime 7MP/1080p Wide 12MP/4K FaceTime 7MP/1080p Wide 12MP/4K Ultra Wide 10MP FaceTime 7MP/1080p LiDAR Wireless Wi-Fi 5 + Bluetooth 5.0 Wi-Fi 6 + Bluetooth 5.0 Colori Argento, Grigio Siderale, Oro Argento, Grigio Siderale, Oro Rosa, Verde, Celeste Argento, Grigio Siderale Prezzo 64GB da 569€ 64GB da 669€ 128GB da 900€
Il prezzo ben superiore del Pro va a compensare le cose, mantenendo interessante il nuovo Air. Difatti non è tanto l’iPad Pro 2020 che mette qualche dubbio quanto il precedente del 2018. Questo modello, che possiedo anche io, ha praticamente le stesse specifiche di quello più recente tranne un core in meno sulla GPU, la fotocamera ultrawide e il LiDAR. E la cosa interessante è che si può trovare ad ottimi prezzi: ad esempio lo abbiamo segnalato a 649€, quindi 20€ in meno del listino attuale del nuovo Air. Purtroppo non ce n’è grande disponibilità dato che è uscito di produzione, però riuscendo a trovarlo pari prezzo voi cosa fareste?
iPad e iPad Air 2020: convengono? Confronto con vecchi modelli e iPad Pro Ieri vi ho presentato rapidamente i nuovi iPad, oggi voglio ritornare sull'argomento con una serie di informazioni in più.
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Apple presenta il nuovo iPad Air 2019 con schermo da 10,5"
Con l'evento speciale del 25 marzo alle porte, ci si aspettava che Apple presentasse anche alcune novità hardware, tra cui gli aggiornamenti della linea iPad che invece sono arrivati a sorpresa proprio in questo momento. Il tablet entry-level, che in questi ultimi due anni ha dato molta spinta alle vendite, non è stato effettivamente toccato ma gli si sono affiancati due update, uno per il mini e l'altro per l'Air.
Apple ha deciso di ripescare questo nome dal passato e si può tracciare un curioso parallelo con quanto avvenuto pochi mesi fa in ambito portatile con il MacBook Air 13" 2018 (recensione). Il primo Air era del 2013 e la seconda generazione è arrivata l'anno dopo, ma dal 2015 questa la linea è sparita con l'arrivo dei nuovi Pro, che hanno lasciato alla base degli iPad entry-level economici che sono stati molto graditi dal mercato. Dunque da oggi la proposta di tablet Apple "contemporanei" si estende, arrivando ad un totale di ben 5 modelli che vanno dai 7,9" del mini ai 12,9" del più grande Pro.
L'iPad Air 2019 cresce di dimensioni e riprende quello che sembra essere a tutti gli effetti lo schermo da 10,5" del precedente iPad Pro. Troviamo infatti risoluzione di 2224×1668 pixel, la funzionalità True Tone e la gamma dinamica P3, ma soprattutto la laminazione completa, che manca ancora negli iPad base. Nessuno dei nuovi modelli si allinea al design dell'era X, lasciando agli ultimi iPad Pro l'esclusiva sul Face ID.
Questo nuovo Air è davvero molto vicino ad essere un semplice rebranding del precedente Pro 10,5", ma a differenza di questo monta il più recente SoC A12. Si tratta di quello "liscio" utilizzato anche negli iPhone, non di una delle varianti specifiche per i tablet, ma promette comunque alcuni vantaggi rispetto all'A10X, tra cui una sicura maggiore longevità in termine di aggiornamenti. La similitudine tra i due tablet si evidenzia anche per il supporto della Apple Pencil di prima generazione e per una Smart Keyboard che è essenzialmente la stessa di quella del vecchio Pro da 10,5". Ci sono anche altri vantaggi secondari dovuti all'update, come il Bluetooth che passa dalla 4.2 alla 5.0, ma essenzialmente l'obiettivo di Apple è stato quello di rimettere in pista tutti i suoi cavalli migliori creando una lineup tecnologicamente moderna in cui ci sia un tablet per ogni esigenza.
Il nuovo iPad Air 2019 è già ordinabile sul sito Apple e parte da 569€ per il modello solo Wi-Fi con 64GB di memoria. Ce ne vogliono invece 709€ per passare a quella Cellular, mentre con il taglio da 256GB i prezzi sono di 739€ e 879€. Si mantengono dunque 140€ di differenza per avere la connessione dati, caratterizzata dalla nano SIM fisica più la eSIM.
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Il 2018 di Apple, tra alti e bassi
È passato un altro anno, probabilmente uno dei più controversi nella recente storia di Apple. Se nei precedenti si potevano scorgere prevalentemente punti alti, il trend a cui abbiamo assistito negli ultimi 12 mesi presenta un maggiore equilibrio tra note positive e negative, se non addirittura una preoccupante tendenza a favorire quelle dolenti. Nulla d’irrecuperabile, ovviamente: chi ha già pronte le coccarde nere a lutto è bene che le tenga riposte in un cassetto, così come gli hater forse vorranno godersi per altri eventi lo champagne tenuto appositamente in fresco per l’istanza di fallimento di Apple. Nemmeno i fan più accaniti della mela possono però chiudere gli occhi davanti alla prospettiva di un 2019 maggiormente improntato sulla difensiva da parte di Tim Cook e soci, apportando quelli che appaiono ormai come doverosi correttivi. Non è nostra intenzione porre l'accento sulle negatività, partiamo anzi dai punti alti, che non sono affatto pochi.
Alti
Apple Watch
Non ne sono utente, anzi appartengo alla parrocchia sinora perdente (Wear OS). Ma se c’è una forza trainante nel settore smartwatch, quella è identificabile nell’Apple Watch (recensione). La nuova generazione ha migliorato ancor più l’ottimo lavoro svolto dalla precedente, portando un bel maquillage, la variante 4G in molte più parti del mondo (Italia inclusa) e funzionalità ben riuscite come l’ECG che, per quanto al momento sia solo USA-only, rappresenta una vera meraviglia tecnologica se si considera la natura del dispositivo. Anche watchOS continua ad evolversi nella giusta direzione e per quanto continui in buona parte a dipendere dall’iPhone cui l’orologio è abbinato sta ricominciando a guadagnare un po’ di trazione tra gli sviluppatori terzi (vedasi di recente Spotify). La concorrenza è di fatto costituita al momento dalla sola Samsung, l’unica con una piattaforma altrettanto competitiva, per giunta sotto il naso di Google che invece continua a non trovare davvero la quadra. Probabilmente chi sostiene che l’Apple Watch sia attualmente il miglior mezzo per mantenere ancorato un utente all’ecosistema iOS non ha tutti i torti. Resta da capire per quanto durerà la situazione positiva, temendo ripercussioni sullo smartwatch per colpe non sue.
iPad Pro
Potevamo non metterlo tra i fatti positivi? La nuova serie di iPad Pro (recensione) rappresenta, almeno dal punto di vista hardware (e unità piegate a parte), un gran bel passo in avanti. Estetica moderna, Face ID e potenza da vendere. Certo non costano poco, ma non sono fatti per chi bada al budget. Apple li posiziona a tutti gli effetti come dei laptop replacement, ponendoli almeno in parte come concorrenti anche degli stessi MacBook. Il freno a mano è costituito dal software, e ci ritorneremo a breve. Per chi invece vuole un prodotto dalle buone prestazioni senza spendere un capitale, ha una validissima scelta nell’iPad 2018, che ora supporta anche la Apple Pencil di prima generazione.
SoC A12/A12X
Buona parte del merito per il piazzamento dell’iPad Pro ce l’ha indubbiamente il SoC. Gli A12/A12X rappresentano uno stato dell’arte nel mondo ARM, che Qualcomm ed altre rivali cercano di raggiungere e superare senza successo, restando ancora all’incirca 12-18 mesi indietro in termini di prestazioni. Il peccato è anche qui costituito dal succitato freno a mano, dato che in sua assenza l’ottimizzazione hardware/software tipica dei prodotti Apple permetterebbe di sfruttare al meglio la cavalleria a disposizione. Se poi siano pronti per fare il salto nei Mac, è tutt’altro discorso entrando in gioco un sistema e un parco applicazioni ben più complesso. Appare in ogni caso più una questione di quando (2020? 2021?) che di se, a meno di proposte Intel che non si potranno rifiutare.
MacBook Air e Mac mini
Vi starete chiedendo senz’altro: e il MacBook Pro? Certo, merita di stare tra gli alti (vecchia tastiera a parte), ma alla fine si è trattato di un semplice refresh hardware, per quanto corposo visto l’aumento dei core nonché il successivo arrivo delle opzioni Radeon Vega. Se ci sono due computer che devono avere l’onore della ribalta, questi sono i nuovi MacBook Air e Mac mini (recensione). Oserei dire a furor di popolo, hanno ricevuto una revisione completa tanto nell’aspetto quanto all’interno. Non sono ciambelle perfettamente riuscite, specialmente sul fronte dei prezzi, ma rappresentano un bel segnale per chi sosteneva che il Mac fosse morto al di sotto della fascia Pro. Se basteranno a quietare tali timori, tuttavia, non è ancora possibile dirlo. Come abbiamo già avuto modo di dire a più riprese quest’anno, le sfide davanti ad Apple in termini di coesistenza tra iPad e Mac sono parecchie.
AirPods
Non sono state rinnovate quest’anno, ma continuano a stupire. Le AirPods (recensione) sono ormai un simbolo quasi tanto quanto le antenate "cuffiette" bianche cablate che facevano la loro bella figura negli spot di iPod. Mantengono saldamente un alto volume di vendite e sono invidiate dalle aziende rivali che cercano di replicarne la bontà in tutti i modi. Più facile a dirsi che a farsi: qui Apple non ha commesso errori, proponendo un prodotto riuscito dal buon rapporto qualità/prezzo. Per la seconda generazione, che dovrebbe avere tra le sue peculiarità il case con ricarica wireless e la resistenza al sudore, la strada appare tutta in discesa.
iOS 12 e macOS 10.14
Diciamocela tutta: ci voleva poco per far meglio dei predecessori. Detto questo, Craig Federighi e il suo team hanno optato ad inizio anno per dare più attenzione alla qualità. E ci sono riusciti. A mio avviso più con iOS 12 che con macOS 10.14 Mojave, ma in entrambi i casi si percepisce una migliore realizzazione, frutto di bugfix e cura per le prestazioni. Scusate se è poco vedere un iPhone 5s, anno 2013, che tuttora riceve nuovi rilasci che nemmeno lo penalizzano troppo, come invece iOS 11 aveva maldestramente fatto. Detto questo, il 2019 sarà un anno chiave. Gli iPad Pro hanno bisogno di un iOS più all’altezza delle aspettative, mentre su Mac si attende il completamento dei lavori sui framework legati al progetto Marzipan, di cui Mojave offre un assaggio sotto forma di Borsa, Home e Memo Vocali, promettendo un futuro interscambio migliore di app tra piattaforma mobile e desktop.
Apple Music
Sempre più in ascesa, Apple Music è uno dei servizi meglio curati in quel di Cupertino, se non proprio il più curato. Varie acquisizioni, soprattutto quella poderosa di Shazam, e gli accordi pattuiti come quello con Amazon per l’integrazione con Alexa, stanno preparando il terreno per una ulteriore espansione futura, mentre la base d’utenza continua a crescere trasformando il mercato dello streaming musicale in una corsa a due con Spotify. La lunga esperienza di iTunes, coadiuvata dall’investimento in Beats, ha dato e sta continuando a dare anche qui i suoi frutti. Vedremo se il 2019 porterà sinergie con l’imminente servizio di streaming video e, perché no, pure Libri, rendendo Apple la terza dopo Amazon e Google ad offrire un pacchetto completo.
Bassi
HomePod e Siri
Veniamo alle note dolenti. HomePod, allo stato attuale, appare un fiasco senza mezzi termini. Soprattutto al di fuori del territorio USA. Qualitativamente il dispositivo meriterebbe: è ben realizzato ed ha un audio davvero curato. Se però tu, Apple, proponi uno smart speaker, deve essere smart. Invece ci troviamo con Siri che arranca rispetto le rivali, il supporto HomeKit che non attecchisce tra le soluzioni di domotica emergenti, un singolo prodotto contro molteplici da Amazon e Google per ogni fascia di prezzo e limitazioni geografiche in termini di disponibilità. In Italia è atteso e ci sono test in corso, come vi avevamo già rivelato nei mesi scorsi, ma considerato come Echo e Home abbiano fatto in pochi mesi man bassa dalle nostre parti, forse quasi non varrebbe più neanche la pena per Apple investire in un mercato che sembra perso ancor prima d’iniziare a combattere. Un peccato, se si considera che al contrario delle altre piattaforme smart la mela offrirebbe un livello di privacy superiore. Per fortuna dei segnali incoraggianti si vedono, con la nuova gestione in mano a John Giannandrea e recenti test che indicano, almeno negli USA, Siri in ripresa.
iPhone XR e XS
A pensare che li sto davvero collocando tra i bassi mi viene il dispiacere. Non posso fare altro, però: che XR e XS non stiano andando come auspicato appare ormai palese. Specie se si considerano solo le vendite a prezzo pieno nei negozi Apple. Passi per l'iPhone XS (recensione), una semplice evoluzione del X con l'unica aspettativa sulla variante Max destinata ad accontentare una fetta di pubblico premium abbastanza ristretta. In questo senso, forse non meritava né di essere menzionato come punto alto né come basso, se non fosse per il problema di cui parleremo a breve. Impossibile transigere invece per XR (recensione). Molti, me compreso, si aspettavano che questo dispositivo avrebbe venduto a vagonate, anche perché stavolta la formula sembrava azzeccata dal punto di vista hardware rispetto al passato tentativo del 5c. Invece, rischia di essere un flop proprio tanto quanto il 5c, a meno che le promozioni sempre più frequenti e la distribuzione a prezzi migliori su Amazon non invertano la rotta.
Prezzi
Eccoci qui. Basta menare il can per l’aia e guardiamo al vulnus più pesante per Apple nel 2018: i prezzi. Apple Watch, AirPods e iPad 9,7” a parte, si può dire che hanno tirato troppo la corda su tutti gli altri prodotti e quel bubbone che sotto la cute si stava gonfiando negli ultimi anni alla fine è esploso in maniera dolorosa. Per parecchio tempo Apple ha gongolato sui propri successi, gli utenti acquistavano in massa e i profitti erano stellari. Il nocciolo della questione è nel modo in cui si ricerca il profitto. Due sono le vie principali: o vendendo quantità elevate o alzando i prezzi accontentandosi di una nicchia. Si può cercare anche una modalità intermedia, basta non esagerare. Cosa che Apple invece ha fatto, non accorgendosi peraltro che è l’unica a perseguire un vero e propio posizionamento di lusso (non ditemi che credete davvero a Cook quando lo nega). In mercati come quelli automobilistici e dell’orologeria, l’innalzamento dei prezzi o la strategia intermedia funzionano perché le case di lusso sono numerose quasi quanto quelle di massa, permettendo così la creazione di concorrenze pressoché parallele. Ma Huawei e Samsung non sono per Apple le equivalenti di BMW e Mercedes, semplicemente perché nel settore smartphone non ce ne sono. Del resto, se Audi non fa competizione diretta a Fiat e Toyota, lasciando che a farlo siano altri marchi del gruppo Volkswagen, ci sarà un perché. Ci sarà un altro perché poi nel constatare come gli stessi marchi premium offrano spesso sconti, pardon, "vantaggi cliente" sui propri modelli e non solo quando si trovano in difficoltà. Essere un po’ più upscale ci sta, pretendere la botte piena e la moglie ubriaca no. Speriamo che il 2019 porti Apple a più miti consigli che non si limitino a modeste supervalutazioni.
AirPower
Diciamoci la verità: ormai è da considerarsi alla stregua del vaporware. I problemi progettuali menzionati dai vari report non sono triviali e la prospettiva di causare incendi, per quanto magari in fin dei conti possa non essere elevata, rende corretta la scelta da parte di Apple di non rilasciare definitivamente la base AirPower. Tanto clamore si sarebbe però evitato se il prodotto non fosse stato annunciato lo scorso anno. Non penso che i difetti strutturali risultassero allora ignoti, perciò perché fare una mossa così poco "Apple" anticipando qualcosa destinato a non arrivare? Perlomeno, non nella forma in cui l'abbiamo visto? Se vedremo l'AirPower, è probabile che avrà un bel po' di differenze rispetto quanto previsto e considerato che l'immagine del dispositivo è ormai danneggiata sul nascere anche un nuovo nome potrebbe essere di auspicio.
Prodotti seppelliti o dimenticati
Per carità, è probabile che continui ad essere una mia ossessione più che un dato di fatto. Ma resto convinto che aver eliminato l'iPhone SE, senza nemmeno avergli dato un ultimo successore, sia stato uno sbaglio. Oltre ad accontentare gli affezionati delle dimensioni ridotte, rappresentava il punto d'ingresso al mondo iPhone nonché un buon prodotto nei piani telefonici in abbonamento a scopi lavorativi/aziendali (che poi 4" non siano effettivamente così comodi per inviare lunghe email o consultare documenti al volo è un punto da concedere a favore dei detrattori). Con la crescente anzianità di iPhone 7 ed 8, mi auguro che Apple voglia considerare un futuro modello XE che vada ad offrire in un formato più compatto, attorno ai 5", le principali novità hardware (a partire da Face ID) dei modelli maggiori, come ai tempi fece SE col 6s. Desta poi stranezza il fatto che il piccolo SE sia stato rimosso quando rimane in commercio l'iPod touch ancor più vecchio nelle caratteristiche, quasi una reliquia del passato di cui Apple nemmeno sembra curarsi per dargli un'onorevole uscita di scena. Ma tant'è. Anche l'iPad mini inalterato dal 2015 costituisce una singolarità in attesa di risoluzione: qui, per fortuna, i rumor sembrano essere tutti benevoli per un rilancio nel 2019. Esulo volutamente dal discorso iMac e Mac Pro. Il primo è rimasto bloccato al 2017, sia per le vicissitudini di Intel nel rilascio dei nuovi processori desktop che per incuria di Apple; il secondo, invece, gode già della sostanziale ufficialità della nuova versione nei prossimi mesi.
Servizi in Italia
È finito il 2018, e anche quest’anno vediamo mancare all’appello in Italia: Apple News, indicazioni di corsia, limiti di velocità e sezione "nei dintorni" in Mappe, app TV e Siri nella Apple TV. Novità di questo elenco è HomePod di cui abbiamo parlato sopra. Il tutto mentre le corrispettive proposte a marchio Google sono perfettamente disponibili nel Belpaese. Non è detto che tutti gli utenti Apple vorranno utilizzare quei servizi, ma se oltre ai bellissimi Store con cascate d’acqua arrivassero qui pure i servizi, apprezzeremmo lo sforzo. In caso contrario non bisognerà stupirsi se qualcuno andrà verso chi gli offre un’ecosistema completo a tutto tondo.
L'articolo Il 2018 di Apple, tra alti e bassi proviene da SaggiaMente.
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Segnali dal futuro: Mojave e l'accelerazione eGPU per app, iPhone dual SIM e iPad Pro con Face ID
Come promesso, ecco l'ennesimo round-up sulle indiscrezioni sui prossimi prodotti Apple. A questo giro, preso da un attacco di nostalgia, ho voluto citare nel titolo del post il vecchio nome della categoria di SaggiaMente dedicata ai rumor, prima che la rendessimo un semplice tag.
Inizio la disamina con la novità più consistente e, per giunta, confermata dalla stessa azienda di Cupertino: con macOS Mojave sarà finalmente possibile abilitare l'accelerazione eGPU per app anche per i Mac dotati di un proprio monitor, ossia gli iMac e i MacBook, anche se l'app è eseguita su uno schermo esterno. L'accelerazione via eGPU potrà essere attivata semplicemente dalla finestra informazioni dell'app, visto che, ad oggi, tale operazione può essere svolta solo tramite comandi da Terminale. Ho inserito questa notizia nel round-up odierno solo perché, spesso, alcune feature vedono la luce solo con gli aggiornamenti successivi alla major release settembrina (come iMessage in the Cloud).
Ritorna prepotente il supporto alla doppia SIM in iPhone, cosa che è stata ventilata da più parti nel corso degli ultimi mesi in relazione al modello da 6.1". Nella beta 5 per gli sviluppatori di iOS 12 è stata scoperta una porzione di codice che fa riferimento tanto a "secondSimStatus" quanto a "secondSimTrayStatus", ossia al rilevamento di una scheda di un operatore telefonico in un secondo slot.
Sarà interessante vedere se l'opzione verrà implementata e, soprattutto, come iOS gestirà i due operatori, magari con l'introduzione di API che consentano a WhatsApp, Messenger e affini di gestire le due linee in maniera separata e limpida per l'utente.
Infine, è trapelato il design del nuovo iPad Pro, con Face ID e cornici ridotte su tutti e quattro i lati. O meglio, sono state scovate le icone di iOS che ne abbozzano la forma (proprio come è accaduto circa un anno fa per il design di iPhone X, svelato dalle icone ritrovate nella beta del firmware di HomePod).
In questo caso, però, pur essendo palese la mancanza del tasto Home, non v'è traccia né dello schermo con rapporto di 2:1 né v'è nulla di riconducibile al notch: è presumibile, dunque, che i sensori del Face ID possano essere collocati sotto il vetro delle cornici, alte il giusto per nasconderli. Se, invece, qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla presenza del nuovo sistema di sicurezza, questi possono essere del tutto risolti dall'ennesima scoperta dello sviluppatore Guilherme Rambo che ha notato come nel codice di iOS ci siano riferimenti al Face ID per i prossimi iPad Pro.
This method in AccessibilitySettings confirms Face ID on the new iPad Pro (J3xx) pic.twitter.com/oeJQ0GxOoM
— Guilherme Rambo (@_inside) 1 agosto 2018
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