#grande fratello 15
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Sono passati 15 anni, e io sono sempre là.
La statua parlante di Pasquino e i Settecenteschi leoni di Palazzo Braschi. Oggi è la sede del Museo di Roma, un'esposizione di tele, acquerelli, foto e plastici che narrano la storia della città.
Per 50 anni, dall'Unità al 1921, fu sede del Viminale, prima del trasferimento all'attuale sede dietro via Nazionale.
Dal portone del palazzo entrave e usciva Giovanni Giolitti, forse, dopo Cavour, il più importante, discusso e discutibile ministro della storia italiana pre-repubblicana.
Il palazzo nasce sulle macerie del più antico palazzo Orsini a Pasquino: è il 1792, un brutto momento per il potere teocratico e monarchico in un'Europa che assiste inorridita ed impotente allo scatenarsi della furia giacobina.
Papa Pio VI Braschi se ne frega: vuole un bel palazzo per l'amato nipote, il principe Luigi Braschi-Onesti, e lo avrà alle spese del preesistente edificio.
Questo Luigi, per altro, è, forse suo malgrado visto lo sprezzante giudizio che della sua intelligenza dà il procuratore per il Tevere napoloenico, de Tournon, un personaggio formidabilissimo della Roma a cavallo tra papato e era napoleonica. Dico a cavallo a ragion veduta, perché Luigi sa stare in sella sia prima, che dopo l'avvento di Bonaparte: un talento raro in un epoca così turbolenta.
Il futuro papa è zio suo e del piccolo Romualdo: cesenatesi, nascono da Giulio Onesti e da Francesca Braschi, che di Pio VI è sorella. Quando Luigi è abbastanza grande, Pio lo richiama a Roma con il fratello che diverrà cardinale. Il papa celebra nella Cappella Sistina le nozze tra Luigi e Costanza Falconieri, nobildonna della potente famiglia nobile residente nel bel palazzo borrominiano di via Giulia (segue foto mia di una delle arpie di palazzo Falconieri, aggiunte più tardi ma su progetto di Borromini).
Adotta inoltre i nipoti, che da Onesti diventano Braschi e, come tali, principi.
Luigi ha il fiuto per gli affari ed è anche ben raccomandato: conduce lucrosi affarucci nella campagna romana, uno dei quali sfocia in un'incresciosa causa di cui si sobbarca sempre lo zio. È la causa Lepri, che finisce davanti a tribunale rotale perché gli eredi Lepri, defraudati della loro eredità alla morte del padre Amanzio, ricusano la legittimità del testamento in favore del papa (che intendeva allegare i ricchi beni del possidente pontino a Luigi).
Alle soglie della Rivoluzione Francese, Luigi viene mandato dallo zio a trattare con i Francesi giacobini a Tolentino. Tuttavia, le trattative vanno maluccio e per giunta Luigi, tornato a Roma, si trova i Francesi in città ed il palazzo ancora in costruzione devastato: il popolo romano lo detesta e ha salutato con soddisfazione lo scempio francese nelle sue proprietà.
Tra l'altro, poiché il principe era di bocca buona e aveva collocato nel suo palazzo la sua collezione di preziose tele (Caravaggio, pittori Cinque-Seicenteschi, sciocchezzuole del genere) i francesi, quel che non rompono lo rubano e lo spediscono in Francia.
Però, Luigi, che forse non è sveglio, sostiene de Tournon, ma evidentemente ha la furbizia degli imbelli, riesce a rimontare anche da questa disgrazia: dopo alterne vicende di prigionia condivisa con lo zio, diventa infatti il primo sindaco della Roma giacobina e repubblicana e, come tale, pure scomunicato.
Intanto si procura come segretario privato Vincenzo Monti, e pare che i rapporti del poeta con la famiglia del suo datore di lavoro siano intimi, mooolto intimi. Così intimi, infatti, che forse la piccola Costanza Braschi è figlia di Monti, più che di suo padre.
Comunque, passata la fulgida tempesta napoleonica, Luigi, come le lumache dopo la pioggia, rifà capolino e mostra nuovamente il suo talento opportunistico: riesce a rientrare al servizio del pontefice, un altro, Pio VII, e a farsi levare pure la scomunica.
Ma le fortune economiche della famiglia sono state duramente messe alla prova dalle ruberie e dai rovesci bonapartisti. È il 1816: Luigi muore, sepolto a Santa Maria Sopra Minerva, e per cinquant'anni gli eredi campicchiano di rendita senza replicare le fortune paterne e anzi, indebitandosi oltre il tollerabile.
Infine, ridotta con le pezze al culo come si dice a Roma, tenta di alienare il palazzo che tanti grattacapi ha causato all'avo Luigi per ripagarsi i debiti con una riffa nel 1866.
Gli va male, però: non vendono sufficienti biglietti, e l'ingombrante e costoso casermone resta loro sulle croste, sebbene per soli cinque anni. Infatti lo Stato Italiano, sin dalla sua nascita contrassegnato da un brillante fiuto per le cause perse e le sòle più solenni, interviene a salvare la situazione e se lo compra nel 1871.
Il palazzo diventa così residenza e ufficio di Giolitti però il suo ruolo nelle vicende di storia patria e cittadina non è finito. Dopo il trasferimento del Viminale alla sua attuale sede, infatti, iniziato nel 1921 e terminato nel 23, il palazzo Braschi subisce una curiosa sorte, proprio lui, sorto alle spalle di Pasquino, voce del popolo contro le assurdità e gli abusi del potere su Roma la sua gente. Infatti, diviene epicentro dell'attività propagandistica fascista, finché, dopo l'Armistizio e fino alla Costituente, è perfino sede del PNF e dei gruppi di repressione.
Dalla fine della guerra al '49, ecco che si ripete, pur con le debite differenze, la vicenda di spoliazione e devastazione già vista nel 1798: stavolta, a far danni sono i poveri cristi degli sfollati, morti di fame e di rabbia e di disperazione dopo la fine della guerra. Le belle sale, gli eleganti affreschi sono deturpati e danneggiati da gente abbrutita dall'orrore della guerra, dell'occupazione nazista e della guerra civile.
Solo dal 1952, Palazzo Braschi viene infine risistemato alla bell'e meglio e istituito a sede del Museo di Roma.
Ancora adesso ci accoglie con una bella carrozza settecentesca nell'androne, memoria di uno sfarzo e di un'indolenza verso la miseria e le piccole cose che è forse quella della grande Storia, ai cui margini questo luogo ha tanto fortunosamente galleggiato.
Le prime due foto, tutte mie, sono scatatte nel settembre 2024, le ultime due le scattai nel 2009 e infatti sono barochissime, storte e filtrate con i potenti mezzi di Paint su un PC che montava Windows Vista.
Dopo 15 anni sono sempre a spasso per Roma a fotografarla, però!
#roma#rome#italy#italia#palazzo braschi#storia di roma#napoleone#bonaparte#repubblica romana#roma papale#pio vi#giovanni giolitti#storia#storia d'italia
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A Portrait Of Jianghu: Reincarnated Disciple
Episodi 15 - 16 - 17 - 18
Ritorniamo tra le rassicuranti braccia di A Portrait eec ecc con una Barbie in versione Ma Come Ti Vesti?! in grande stile: vestitino arancione e mantellina di pizzo azzurrino che solo a guardarla da lontano diventi daltonica. Sta tizia ha l'armadio di Topolino modalità pizzi e centrini.
Arrivata a questo punto della storia posso dire che questa serie è una grandissima giostra del calcio in culo. Sai no, quella tonda dove ci sono i sedili che gira su se stessa e devi prendere la bandierina in alto. Anche noi giriamo in tondo persi tra le storyline ed eventi che non portano a nulla, rimanendo, alla fine, sempre nello stesso posto. Un incubo.
Gli episodi si aprono come erano finiti gli altri: con l'accordo tra Only Fans e i Daoke per il commercio di oppio. Pratica avversata da parte di chiunque ma soprattutto da parte di Barbie daltonismo. Non perché l'oppio fa male ed è una cosa cattiva - Barbie ha una fedina penale da 41bis - ma perché teme che le due sette si arricchiscano a sue spese.
Ed ecco perché, salita in piccionaia assieme alla gang, si presenta al Molo dove avverrà la consegna dell'oppio, dicendoci che ha manomesso la droga per rovinare la festa a tutti.
Ma è in realtà il nostro Only Fans che rovina la droga scaricandogli sopra una vagonata d'acqua e mandando a quel paese anche l'accordo con i Daoke, facendoci poi una filippica di due ore su quanto la droga faccia male, su come sia la rovina del mondo ecc ecc.
Ora, uno si potrebbe essersi perso: ma come prima fa l'accordo con i Daoke e poi rovina tutto? Eh si. In questa serie si tira avanti con espedienti narrativi che ci permettono di girare in tondo all'infinito e che non portano a niente. Only Fans ha fatto l'accordo con i Daoke solo per liberarsi di Barbie. Dopodiché si libera anche dei Gianni e Pinotto del Metal, tornando esattamente alla situazione dei primi episodi, con le tre sette in lotta tra loro. Non è magnifico?!
E mo'? Senza il commercio di droga come andrà avanti la setta? Only Fans ha la risposta pronta: da oggi la setta Wuzong venderà cozze, vongole e telline. Una pescheria.
D'altronde Capitan Findus della Cina ha rovinato tutto l'oppio - che per motivi che non comprendo, una volta bagnato si trasforma in petrolio - e da qualche parte i soldi vanno ripresi. Che sia il pesce - che tra l'altro contiene fosforo e fa bene anche al corpo - a darci il guadagno!
E questo discorso suona così bene che anche i Daoke si uniscono alla rivendita di Frutti di Mare.
Sullo sfondo, Barbie gioisce di questa svolta degli eventi e ricordandomi che era venuta qui dicendoci che aveva manomesso l'oppio ma che alla fine non abbia fatto nulla, mi chiedo cosa abbia da esser così contenta, visto che nessuno dei suoi piani va in porto. Manco i più semplici.
Ma la confusione raggiungi livelli epici quando arriva Topolino che guarita dalla coltellata infertagli dal fratello qualche episodio fa, ribadisce il suo sostegno a Capitan Findus, come sorella e come Capo della Setta.
Come Capo Setta? Tre puntate fa abbiamo eletto Capo Setta Capitan Findus. Avevamo fatto tutto quel piano usando apposta Barbie per farci eleggere e abbiamo fatto l'accordo con i Daoke apposta e ora mi dici che il Capo è lei? Ma scusa a che cazzo è servita l'elezione? Perché l'abbiamo fatta???!!! Quando è stata nominata Capo questa?
Eventi inspiegabili. Ma non tanto come Capitan Findus che andato a trovare Ariel Minore per avere informazioni su tipo che ha avvelenato con dei fiori il Primogenito al suo matrimonio, salva la ragazza da un libro che porello, tenta il suicidio cadendo da solo.
L'essere da Ariel ovviamente non è un caso: la donzella è infatti la figlia del tipo più ricco/influente... signore della città. Onestamente non ho idea di chi sia il padre ma tutti lo venerano e quindi presumo che sia tipo il sindaco della città?!
Come avevo previsto, Ariel Minore si dimostra una coccola di ragazza che trova il tipo che Capitan Findus sta cercando e lo aiuta pure a convincerlo ad andare alla polizia a denunciare chi l'ha costretto ad avvelenare il Primogenito.
Approfitto di questo evento per evidenziare una grande mossa da parte della serie per complicare le cose e far rincoglionire lo spettatore ancora di più, ossia cambiare la dinamica di un fatto tra un episodio e l'altro. Così se qualche episodio fa avevamo visto il Nano di Barbie avvelenare il Primogenito impasticcando il suo caffè, adesso è stato infettato con un bouquet di rose. La domanda quindi è: è stata la pasticca o i fiori ad uccidere quest'uomo? beh dipende a che punto della serie sei.
Comunque sia, il tizio da tutta la colpa a Barbie - ovviamente - e si affida alla Polizia per essere protetto prima del processo che vedrà la Signora Kong come sospettata per la morte del marito.
Ma Barbie Grande Fratello ha saputo - non si sa come o da chi - che il tipo che ha comprato per avvelenare il Primogenito è dalla polizia e per non andare in galera fa quello che le riesce meglio: inventarsi una storia - che gli sceneggiatori le hanno prontamente concepito su due piedi - per ricattare la Capa della Polizia. La storiella prevederebbe che dieci anni prima di questi eventi, la Capa abbia ammazzato il padre del fidanzato Cazzo Duro. Se Cazzo Duro lo venisse a sapere, dice Barbie Mafia, di certo non ne sarà felice. Ecco quindi che la Capa deve risolvere la questione del processo a Barbie...altrimenti non avrà più un fidanzato.
Che poi, sta storiella è fantastica: Cazzo Duro sta investigando disperatamente sulla morte del padre da anni e non ha trovato nessun indizio da nessun parte. Barbie Gossip di Paese, riceve sta notizia direttamente nel salottino di casa sua mentre beve il thè.
Lasciamo quindi la Capa a stabilire le sue priorità e andiamo da Capitan Findus. Convinto di aver messo Barbie all'angolo - povero ingenuo - e di avere il pescato più buono di questo Universo, il nostro eroe si concentra sul recuperare i poteri. Fortunatamente abbiamo un personaggio che sta qui apposta per questo: il vecchio della gru.
Egli infatti è un... non ne ho idea. Un combattente? un saggio? un guru? Non lo so. Ma dice che può aiutare il lead a recuperare i poteri insegnandoli a trattenere il fiato. E come, se i suoi polmoni sono andati a puttane? Ma respirando con i piedi ovviamente, risponde il vecchio.
Questa tecnica, chiamata Tallone qualcosa - in onore di Only Fans e la sua passione per i piedi presumo - permette di prendere il respiro dagli arti inferiori ed aggirare così i polmoni. Se avete domande non fatemele perché son più confusa di voi...
Meglio farci confondere da Only Fans che mo' guarda con sguardo disperato e sognante Divin Codini, facendoci presupporre una qualsivoglia storia d'amore tra loro che mai fino ad ora è stata anche solo accennata. Che sia per farci ricordare che esiste anche questo personaggio? perché ora la guarda così?! Ma d'altronde Divin Codini è un personaggio noioso, totalmente assoggettato a Only Fans. Non ha una sua storia o un suo percorso da compiere. Sta qui solo per guardare languida Only Fans e mettergli occasionalmente la lingua in bocca.
Meglio quindi tornare all'allenamento per respirare con i piedi che si interrompe con il dramma: il Vecchio aggiusta l'orologio del lead mandandolo in panico. Ricordo a meno attenti che quest'orologio gli era stato dato dalla Signora del Tempo per ricordargli che aveva un limite di tempo per trovare la persona che voleva uccidere Barbie. E tante altre regole che onestamente non ricordo perché vengono aggiunte o cambiano episodio per episodio.
Vedendolo così angosciato, il Vecchio riporta l'orologio un' ora indietro come era prima e questo scatena in Only Fans il sospetto che non solo l'orologio sia una patacca ma che tutta la sua missione lo sia. Se lo è ed io mi sono vista 24 puntate di nulla tiro giù un imprecazione così forte che il Demonio in persona esce dall' Inferno per farmi gli applausi.
Per confermare i suoi sospetti o trovare indicazioni, Only Fans ritorna dal libro suicida di prima e lo ruba con una sicurezza che mi ha lasciata basita. Non so perché. No seriamente, perché?! Tra l'altro è un libro bianco senza scritte che rivela il suo contenuto solo se gli viene fatto il bagno. devo farmi domande?!
Perché Only Fans ha rubato questo libro? quando è caduto da solo non l'ha cagato di uno sguardo e l'ha subito rimesso al suo posto. Come faceva a sapere che conteneva quello che stava cercando?
Dile non farti domande, cazzo!
Cosa poi ci sia scritto dentro lo sa solo il Signore e non certo noi, visto che non ci viene detto nulla. E per la tesi che ormai la serie fa cose che io non comprendo, Only Fans scrive un messaggio da mettere davanti allo specchio a mezzanotte poiché sostiene che così si possa comunicare con l'altro Universo. Regola appena inventata dai bravissimi sceneggiatori.
Nel messaggio il lead scrive che ha trovato la donna con il segno rosso alla caviglia ma che non è lei. Perché non è lei? Topolino ha tutte le ragioni del mondo per uccidere Barbie.
Visto che la parte fantasy fa acqua da tutte le parti, torniamo alla "realtà": il processo contro Barbie. Al banco dei testimoni il tizio che ha dato i fiori avvelenati al Primogenito, imbeccato dalla Capa della Polizia che chiaramente apprezza di più Cazzo Duro che la sua moralità, accusa Topolino di averlo pagato per far del male al fratello. Grazie a prove e testimoni che non ci fanno vedere e che quindi all'atto pratico potrebbe essere composte da un cazzo gigante, la Capa arresta la sorella di Only Fans e ci regala uno dei processi più veloci e senza senso della storia: il giudice condanna - senza manco passare da un processo - Topolino all'esecuzione capitale. Così. Di default.
Fortunatamente Cazzo Duro si insospettisce della poca professionalità della Capa e dopo il processo rapisce il tizio dei fiori e si precipita a casa di Barbie per chiedergli cosa ha usato la Bionda dei pizzi e centrini per ricattare la Capa ed anche il tizio del fiori per fargli cambiare la testimonianza.
Barbie Al Capone ha semplicemente rapito la moglie dell'uomo - che troviamo comodamente seduta su un divanetto come si aspetta dal dottore e non come una sequestrata - mentre tace sulla storiella della morte del padre. E' una carta troppo importante da usare adesso.
Alla scena del confronto è presente anche Only Fans - non esistono le porte in questo Universo. Casa di Barbie poi, gli imboccano gente dall'episodio 1 - che salva Cazzo Duro e la moglie del Tizio dei Fiori usando il suo potere.
Per farla brevissima - cosa che A Portrait non ha la decenza di fare - loro vanno dal testimone che grazie alla moglie si convince a testimoniare di nuovo ma questa volta dicendo la verità. Solo che Barbie Messina Denaro lì fa sparire nella notte e quindi senza testimone rimane tutto così com'è.
A sto punto Only Fans è abbastanza disperato di salvare la Topolino che chiede un appuntamento a Barbie Camorra per sapere cosa vuole in cambio della salvezza di Topolino. E lei risponde: il Molo. Sto fottuttusimo Molo su cui stiamo girando intorno da quasi venti puntate. Dalle il Molo e lei chiamerà la Capa della Polizia e farà rilasciare Topolino. Perché ovviamente i giudici ed i processi che l'hanno portata alla morte ci sono. Quelli che la salvano no. Barbie Salvatore Riina è così potente che decide lei le esecuzioni capitali nel Paese.
Only Fans non vorrebbe dare il Molo ma la setta Daoke si fa viva dai Wuzong chiedendo soldi e messo alle strette, il nostro eroe è costretto a cedere il preziosissimo Porto di casa e così Topolino è salva.
Tuttavia, l'aver ceduto alla Mafia Bionda il suo bene più prezioso turba Only Fans che si sente disperato e sopraffatto dalle pressioni attorno a lui. Era venuto qui per salvare Barbie Comunione...come si è ritrovato a gestire e salvare dal fallimento una Setta, incartato nella guerriglia a tre con i Kong e i Daoke, senza più i poteri e con la sua missione che pare sia stato tutto un viaggio a vuoto?!
Disperato da tutto ciò, Only Fans si getta di sotto dalla scogliera pensando di ammazzarsi - anche se pensavo che a sto punto potrebbe pure tornare a casa. Peccato per Barbie Comunione ma alla fine sti cazzi! - ma Divin Codini lo salva gettandosi a mo' di pupazzetto in mezzo alle acque e lo riporta i superficie.
Non prima però di avergli infilato la lingua un gola. Tra l'altro ho apprezzato tanto la scelta scenografica di mostrare Divin Codini che si tuffa al salvataggio di giorno per poi mostrare loro che riemergono dall'acqua che è notte. Che il salvataggio sia durato mezza giornata?!
Riemersi dalla acque parte tutto un pippone di Divin Codini che ricorda al lead che siamo solo a metà serie tutti gli vogliono bene, che non è solo e che sono tutti lì per lui. Che deve combattere e che lo aiuteranno a vincere. Tutto giustissimo. Meno giusto quando lei conclude tutto questo bel discorso con un :-" ma tu...che ne pensi di noi?"
"Quale noi?" si domanda il lead. "Quale voi?" ci domandiamo noi spettatori. Non c'è nessuna storia d'amore qui. Only Fans a questa non l'ha mai cagata.
Siccome non so' boni a fare le storie d'amore, Divin Codini viene inserita delicatamente come una mietitrebbia dentro una cristalleria.
Va bene, lasciamo stare questa forzatissima storia d'amore a senso unico e torniamo alle cose importanti: il Molo. Only Fans, rincuorato dalle parole di Divin Codini esplica i suo piano per tenersi il Porto e non darlo a nessuno. Piano che riprende tutti i piani visti fino a mo': si dice di si a Barbie Hitler. Si va dai Daoke promettendogli la stessa cosa promessa a Barbie Mussolini e poi si usa uno dei due contro l'altro. Basic.
Adesso c'è però la variante alghe. Only Fans distrugge l'ecosistema del Molo facendo infestare le acque con delle alghe cosicché nessuna setta voglia più avere a che fare con il Porto.
E funziona.
E siccome "squadra che vince non si cambia" ecco il proverbiale rissone tra i Daoke e i Kong che iniziano a menarsi senza nemmeno che io ricordi il motivo. So' solo che c'è un combattimento che sembra quello dei bambini dell'asilo dove almeno Topolino ci fa vedere che si sa difendere mentre Barbie Donzella in Difficoltà, deve essere salvata perché non sa fare nulla. Nulla.
La "battaglia" viene prontamente interrotta da Capo Della Polizia che a bordo di un transatlantico prende direttamente a cannonate la gente sul Molo e comunica che da oggi il Porto sarà di proprietà del Padre delle due Ariel. Te lo dicevo che era potente questo.
Non capisco come il Molo, che era di proprietà di Only Fans possa passare a questo tizio, senza contratti, accordi o altro...solo in virtù del "perché ho deciso così". Ma d'altronde ho visto Topolino esser salvata dall'esecuzione decisa dal giudice grazie ad una telefonata di Barbie ndrangheta, quindi....
E mo'?
E niente. Esattamente come con i Wuzong, vedremo i Kong e i Daoke andare dal Padre delle due Ariel per convincerlo a cedergli sto cazzo di Molo. Esattamente come abbiamo visto fino a mo' con il lead. Cagheranno il cazzo a lui al posto di Only Fans. Ma la sostanza della molestia non cambia.
Ed indovinate chi è la prima che si precipita a tramare?
Barbie Faccia di Culo, con una faccia tosta impressionante, va a trovare la Capa della Polizia, scusandosi per averla ricattata e manipolata precedentemente e le chiede di intercedere per lei con il nuovo proprietario del Molo. Barbie Dignità Perduta.
Tuttavia è inutile, in quanto il padre delle due Ariel - invitati tutti ad una cena dove volano accuse reciproche, minaccioni e insinuazioni e a cui non vorrei partecipare manco se mi regalassero una delle due Ariel - e dice che darà il Molo a chi vincerà un Torneo di Arti Marziali. Torneo che mette in palio, oltre al Porto, pure la mano di Ariel Minore.
Chiaramente, essendo Ariel Minore una donna, la sua opinione sul matrimonio non conta un cazzo per suo padre. Ma d'altronde è un pezzo grosso della città e costringe le figlie a cantare in un night club. Cioè, che mi aspetto?!
Ariel Minore infatti, di sposarsi proprio non ne ha l'intenzione. Vuole viaggiare, essere libera di fare quel che vuole. Vuole vedere il mare. Ed invece no, le nozze. PS: nessuna donna di questa serie si vuole sposare.
Tanto più che la sorella maggiore si incazza da morire quando scopre che la più piccola è diventata il trofeo da Torneo. Perché è una cosa orribile? Perché è un' oggettivazione della sorella?
No. Ma perché trova inaccettabile che Ariel Minore si sposi prima di lei. E se la prende con la sorella per questo. Ah principessa del jet set! Ma non lo vedi che lei è la prima che vuole mandare a monte ste nozze?! In questa serie so' tutti rincoglioniti.
Triste e sconfortata dal suo destino da trofeo Birra Moretti, Ariel Minore esce per una passeggiata e becca Only Fans che vedendola così depressa e approfittando del fatto che la ragazza sembra esser l'unica sana di mente e con dei solidi principi, decide di regalarmi una scena sì romantica e molto carina ma fatta con un effetto cringe imbarazzante.
Siccome Ariel Minore vuole vedere il mare....portiamola al mare.
Non so come, Only Fans e Ariel Minore si ritrovano sott'acqua - dove c'è più luce che in superficie - piantati sul fondale - un corpo immerso in acqua galleggia raga'. Di cosa siete fatti? Piombo?! - con delle enormi bocce per pesci in testa che per magia delle serie tv non fanno passare l'acqua. E' una scena magica, resa ancor più impressionante dalle meduse fluorescenti che fanno più luce dei LED.
Ho amato questa scena perché mi ha ricordato quel capolavoro di Lost Tomb 2 ossia quando le serie sfidano le leggi delle fisica e della logica. Lì i protagonisti pensavano di sfondare un soffitto di una stanza sott'acqua senza venire annegati. Qui, mettono in pratica la cosa, mostrandoci direttamente come non affogare infilando la testa in una boccia per i pesci.
Si chiude così questo commento.
Dopo l'appuntamento subacqueo ho davvero finito le parole.
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allora onestamente visto il mio post laurea, l’obiettivo è diventato essere un mezzo influencer, guadagnarmi il grande fratello vip con tanto di commenti “ma chi cazz è questo”, vincere il grande fratello vip o almeno arrivare alla fine, farmi il trono di uomini e donne dopo un paio di mesi, finisco uomini e donne uscendo con la prima vrenzola che passa, mettiamo 2/3 storie e facciamo qualche copertina, ci lasciamo (😭), faccio una 10/15 ospitate in qualche discoteca milanese per mettere su 200mila euro che butterò nel cesso e dopo 3/4 anni di anonimato tornare in piazza facendo l’isola dei famosi
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Se fossi stato mio amico, ti avrei detto di non aver paura di scoprire chi sei.
Il ragazzo nella foto si chiama Andrea Spezzacatena. Andrea è un ragazzo sensibile, gentile, buono, Andrea è speciale, è diverso, è avanti con i tempi e questa sarà la sua più grande tortura. Andrea ha una famiglia che lo ama, è un figlio dal cuore d'oro e un fratello maggiore amorevole, ma Andrea ha anche le sue paure, le sue fragilità, i suoi dubbi. È solo un ragazzo di 15 anni ed ha tutta la vita davanti a sé per scoprire quanta bellezza c'è là fuori, quanta bellezza è in lui, ha ancora tanta strada da seguire, se solo qualcuno quella strada non gliela avesse bloccata con la forza dell'odio. Andrea viene bullizzito per lo smalto sulle unghie e perché indossa un pantalone rosa, inoltre i suoi bulli creano una pagine Facebook nella quale si prendono gioco di lui. Andrea ha 15 anni da soli 6 giorni, 15 anni li avrà per sempre, tutta quella vita a lui promessa non saprà mai cosa sia perché Andrea un giorno torna a casa e si toglie la vita.
Il bullismo uccide, la cattiveria uccide, le parole dette per ferire uccidono. Teresa, la madre di Andrea, da anni va di scuola in scuola a raccontare la storia di suo figlio, "è un modo per aprire e chiudere la bara di Andrea." Non si è lasciata morire da tanto dolore per far vivere Andrea e per ricordare ogni giorno che il bullismo è merda. A voi la lettura di un post Facebook di Teresa, post che mi ha fatto gelare il sangue, lacrimare, provare rabbia e fermarmi a pensare per trovare un perché di tanto odio, ma un perché non esiste, fa solo male. Oltre a quel pantalone rosa scolorito in lavatrice c'era un mondo di colori, la promessa di bellezza non mantenuta. L'educazione la si insegna, ma sensibilità è un dono e non ci sono esempi per insegnarla, la si applica e basta.
Teresa Manes:
Quando all'obitorio quel giorno ritrovai il corpo di mio figlio, in parte mi sentii risollevare.
Avevo di nuovo il suo corpo, in fondo.
Ricordo ancora quella teca, al centro della stanza, dove ci fu concesso di ritrovarlo, disteso in una sacca.
Pareva che stesse dormendo, sudato.
Allungai e strinsi tra le dita il polsino della maglia che tenevo addosso.
Passai e ripassai quel piccolo lembo così ricavato sui vetri della teca, di cui vi ricordo ancora impresse altre impronte di dita straziate.
Io ero lì che volevo solo asciugare il suo volto.
Ma chissà quanti altri occhi intrisi di dolore avrà ospitato quella teca.
Poi arrivò una donna a ritirare quella barella.
Lo fece con un amorevole lentezza che solo una mamma sa concedere ad un'altra mamma.
Un piccolo gesto, caritatevole di cui mi fece dono.
E in quell' ultima frazione di secondo, prima che quella porta si richiuse, strappandomi via mio figlio, ci fu uno sguardo, scambiato tra me e lei che fu intenso.
Ecco, se mi si chiedesse di descrivere un momento di empatia, io racconterei questo.
Un momento in cui due estranee hanno capito e accolto le necessità dell'altra.
Lei, donandomi il tempo di lasciarmi dire addio con la delicatezza che richiedeva la circostanza.
Io, di ringraziarla per aver compreso per poi lasciarla andare al suo lavoro.
Scrivo tutto questo perché credo che se la cattiveria avesse modo di respirare l'odore acre che quel giorno mi è rimasto impresso nelle narici, forse, le verrebbe un rigurgito di bene.
Ciao Andrea (1997 - 2012)
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1 Giovanni 3:11 Poiché questo è il messaggio che avete udito fin dal principio: che ci amiamo gli uni gli altri.
12 Non come Caino, che era dal maligno e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste.
13 Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.
14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.
15 Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
16 Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.
17 Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?
18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.
19 Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuro il nostro cuore davanti a lui.
20 Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
21 Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio;
22 e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito.
23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato.
24 Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
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Che te lo dico a fà!
Mentre il clima fa le bizze, siamo passati da -15 a +5 nell'arco di una settimana, la neve si è sciolta, non tutta, ma stanotte siamo tornati sotto zero e un pò di neve è caduta, effetti del surriscaldamento. E' dagli anni 50 che gli scienziati ci avvertono, attraverso calcoli e proiezioni, essendo ottusa l'umanità non ha subito pensato di cambiare direzione, questo perché come disse Chaplin "Il mondo è in mano ai farabutti" e il sistema che si è andato a imporre è quello capitalista statunitense, almeno in quella porzione di mondo che si crede di essere eletta, il famoso occidente. Furbetti senza scrupoli che pur di guadagnare denaro se ne infischiano del pianeta e delle conseguenze che le loro azioni hanno sugli altri, va bè questo diciamo che lo sappiamo un pò tutti, la cosa che invece mi fa incazzare è come questi vili umani riescano a convincere masse di idioti che sono loro i 'buoni', mi viene in mente quella frase "A distruggere il mondo non sono quelli con i tatuaggi, ma quelli in giacca e cravatta". Questo discorso è solo introduttivo, anche perché potrei scrivere per anni su sta cosa, non cambia nulla, introdurre l'argomento di distrazione di massa attuale, il pandoro. Un meme recita "Gli influencer non esisterebbero se non ci fossero i deficienter", come la madre degli idioti che è sempre gravida, i deficienti sono sempre una folta folla convinti che la loro visione di vita sia l'unica e la migliore e come dei pecoroni seguono e idolatrano persone prive di alcun talento se non la loro immagine fisica, che poi a guardarla bene la ferragni è brutta, comunque. Si, è l'era digitale che premia chi si sa vendere, cioè chi riesce a far di se stesso un brand, questo si riallaccia al capitalismo statunitense che altro non è che la creazione di un business per ogni cosa, guadagnare dove è possibile e in ogni modo possibile, fotte sega delle conseguenze. Questo perché orami l'umanità è in un loop autodistruttivo, egoista e anche saccente, le persone sono chiuse a doppia mandata nella caverna di Platone e guai a rovinargli il sogno dorato, diventi tutto quello che gli hanno infilato in testa, qualsiasi cosa non è contemplato nella propaganda cavernosa è il male, ma siamo sicuri che non è il contrario? Certo non proprio l'esatto opposto, ma che quello che stiamo vivendo non sia già un futuro, che in questo caso si dovrebbe chiamare presente, quindi, un presente distopico? Il grande fratello è tra noi e come Huxley siamo noi a glorificarlo e ad obbedire ciecamente, beh non tutti fortunatamente. La vera guerra, si ok quella che uccide milioni di persone è quella veramente fisica, ma la guerra che si sta combattendo unilateralmente è questa, contro un avversario che ha il coltello dalla parte del manico perché gli è stato permesso da noi stessi, che paradosso. Ultimamente mi sono dedicato ad altro e passavo dai social solo la sera e per poco, ma ogni volta era come un deja vu degli anni passati, ma non solo in questo periodo, diciamo un pò spesso negli ultimi anni, tra persone che postano la stessa canzone da anni a quelli che ti vogliono propinare qualcosa perché il loro prodotto è il più figo che però stranamente anche se è figo non lo compra nessuno, infatti c'è un ricambio di sti personaggi via quelli che falliscono dentro quelli nuovi, entusiasti di avere creato qualcosa che possono vendere seguendo un tutorial su youtube che ha soltanto 5 milioni di visualizzazioni, quindi sei l'unico e il solo che ha pensato che può diventare ricco con quella cagata, la convinzione avvolte è tale che anche l'asino vuole partecipare al derby. Che devo dirvi di più, siamo fottuti e chi ci fotte ci sorride con i suoi denti perfetti, le sue cravatte in tinta e i suoi vestiti stirati perfettamente, mostrandoci in una foto che siccome lui ha i soldi è di una elite superiore, però poi caga, piscia e muore come tutti, non esistono dei o persone privilegiate che se lo sono cucito sul petto con i capelli di quelli che credono nelle favole e si fanno abbindolare.
In tutto questo la mia voglia di vivere si è assottigliata parecchio portandosi dietro tutto compresa la musica, la mia compagna ha contratto il covid per la terza volta, porco dio, beh al teatro ci lavorano una cosa come 300 persone, forse più, di cui una buona parte è straniera e siccome viaggiano per andare a trovare i parenti è inevitabile che qualcuno si infetti e porti il virus al teatro, infatti questa notte ho dormito nel divano, ho il collo dolorante, forse il cuscino dovevo prenderlo. Per concludere l'altro giorno il tubo mi propone un brano dei Tool che negli anni 90 sono stati per me una folgorazione, visti anche dal vivo, secondo me sono la band che più incarna quegli anni con decadente cattiveria, infatti vi sbatto una delle mie tracce preferite, ciao ciao.
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15/02 Musica & Magia HOLOGRAM al Bolgia - Bergamo, Il Giullare Live set nel nome di Franchino
Sabato 15 febbraio 2025 al Bolgia di Bergamo, al culmine di una lunga stagione di elettronica internazionale, prende vita un evento unico. E' il primo appuntamento di Musica & Magia HOLOGRAM, la nuova versione di un progetto nato anni fa da un'idea di Franchino, purtroppo recentemente scomparso, e 00Zicky.
E' un evento unico nel suo genere, un Tribute Live Show chericorda Franchino nel suo giorno migliore. Chi parteciperà potrà ballare ancora una volta con Franchino, chein versione HOLOGRAM interagirà con Il Giullare, personaggio rivisitato anni addietro dagli stessi Franchino e 00Zicky. Sarà una performance Live di dj set, campionatori e microfono, un momento molto scenico e di impatto, durante il quale verrano proposte le HIT che hanno caratterizzato la carriera di Francesco Principato, in arte Franchino…
Musica & Magia HOLOGRAM è stato rielaborato quest'anno, con il desiderio di portare avanti la passione di Franchino, per consacrarlo tra i protagonisti più amati del mondo della notte. Il progetto prende vita non per caso al Bolgia di Bergamo, un club ad alto impatto tecnologico, in cui un immenso schermo video amplifica le emozioni create dalla musica. Anche la data, il 15 febbraio non è casuale: è il compleanno di Franchino, un evento che infinite volte l'artista ha festeggiato con i suoi fan proprio al Bolgia.
Musica & Magia HOLOGRAM si annuncia come un tour memorabile, che resterà sempre nei ricordi di chi lo ha vissuto. A questo progetto, insieme a 00Zicky parteciperanno infatti coloro che da sempre hanno lavorato con Franchino, ovvero Jo Gala, Joy Kitikonti in versione Enki, Sandro Pintori, Manuel Ribeca e Mat.Theo. La parte video sarà curata da Flash, video artist di fama internazionale.
Sarà una serata di musica, visual, performance, ricordi, emozioni. "Oggi purtroppo Franchino non c'è più", racconta 00Zicky. "La promessa che ho fatto a lui è che questo show possa andare avanti a lungo, per consacrare all'immortalità un fratello di mille avventure ed idolo indiscusso delle notti elettroniche. Questo format doveva garantire a Franco una sua pensione, e nel caso più spiacevole, garantire alle figlie un introito se lui non ci fosse stato più. Un ringraziamento particolare va a Valerino Gronchi LEG ed alla famiglia Bolgia, Giordano, Tonino e Tato per il grande supporto e la grande disponibilità data. La parte di produzione sarà curata dalla rinomata società di eventi LEG. E ora, che lo SHOW ABBIA INIZIO!".
15/02 Musica & Magia HOLOGRAM @ Bolgia - Bergamo
Bolgia - Bergamo
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
Info & prenotazioni 340 4624519
Franchino, la biografia
All'anagrafe, Francesco Principato; ma per tutti i suoi amici e i suoi fan, semplicemente, Franchino. Pochi personaggi hanno lasciato una traccia così profonda ed iconica nel mondo della notte italiano: la sua prematura scomparsa, avvenuta lo scorso 19 maggio 2024, ha colpito una quantità incredibile di persone, di tutte le età. Che si fosse accaniti frequentatori dei dancefloor o solo ballerini sporadici ed occasionali, che si fosse cinquantenni e sessantenni che hanno vissuto in prima persona quell'autentico fenomeno sociale (e culturale) che sono state le discoteche italiane tra la fine degli anni '80 e per tutti gli anni '90 o al contrario che si sia oggi ventenni che di certe cose hanno solo sentito parlare per racconti di padri, zii e fratelli maggiori, nulla cambia. Nulla. La figura di Franchino è stata talmente unica, particolare, viva, iconica ed immaginifica da aver travalicato confini, steccati, abitudini, gusti e generazioni in un modo veramente sorprendente. E fortissimo.
Questo è successo perché lui ha sempre mantenuto una purezza ed una passione più uniche che rare. Grazie alle scorribande in solitaria o con gli amici di sempre e soci del gruppo Metempsicosi, grazie al suo stile semplicemente unico, bizzarro ed inconfondibile, grazie infine alla sua leggerezza quasi fanciullesca che nascondeva invece una grande voglia di intensità e di fame di vita, fino all'ultimo Franchino ha continuato a stregare migliaia e migliaia di persone ad ogni sua apparizione, diventando decisamente un culto assoluto – senza però mai volersi mettere su un piedistallo. Per molti, è stata la sua presenza e il suo particolarissimo modo di interpretare la figura del vocalist – trasformandolo in "cantastorie lisergico" – ad essere il mezzo perfetto per decifrare i non così banali segreti del mondo della dance, della musica house, delle sognanti declinazioni trance-melodiche, della capacità della cassa dritta in quattro quarti di essere (anche) un modo per sognare e non solo uno sfogo meramente fisico e "vuoto" sulla pista da ballo. La scomparsa di Franchino lascia un grande vuoto. In primis nelle persone che gli sono state amiche e che hanno condiviso con lui mille avventure professionali ed umane.
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15/02 Musica & Magia HOLOGRAM al Bolgia - Bergamo, Il Giullare Live set nel nome di Franchino
Sabato 15 febbraio 2025 al Bolgia di Bergamo, al culmine di una lunga stagione di elettronica internazionale, prende vita un evento unico. E' il primo appuntamento di Musica & Magia HOLOGRAM, la nuova versione di un progetto nato anni fa da un'idea di Franchino, purtroppo recentemente scomparso, e 00Zicky.
E' un evento unico nel suo genere, un Tribute Live Show chericorda Franchino nel suo giorno migliore. Chi parteciperà potrà ballare ancora una volta con Franchino, chein versione HOLOGRAM interagirà con Il Giullare, personaggio rivisitato anni addietro dagli stessi Franchino e 00Zicky. Sarà una performance Live di dj set, campionatori e microfono, un momento molto scenico e di impatto, durante il quale verrano proposte le HIT che hanno caratterizzato la carriera di Francesco Principato, in arte Franchino…
Musica & Magia HOLOGRAM è stato rielaborato quest'anno, con il desiderio di portare avanti la passione di Franchino, per consacrarlo tra i protagonisti più amati del mondo della notte. Il progetto prende vita non per caso al Bolgia di Bergamo, un club ad alto impatto tecnologico, in cui un immenso schermo video amplifica le emozioni create dalla musica. Anche la data, il 15 febbraio non è casuale: è il compleanno di Franchino, un evento che infinite volte l'artista ha festeggiato con i suoi fan proprio al Bolgia.
Musica & Magia HOLOGRAM si annuncia come un tour memorabile, che resterà sempre nei ricordi di chi lo ha vissuto. A questo progetto, insieme a 00Zicky parteciperanno infatti coloro che da sempre hanno lavorato con Franchino, ovvero Jo Gala, Joy Kitikonti in versione Enki, Sandro Pintori, Manuel Ribeca e Mat.Theo. La parte video sarà curata da Flash, video artist di fama internazionale.
Sarà una serata di musica, visual, performance, ricordi, emozioni. "Oggi purtroppo Franchino non c'è più", racconta 00Zicky. "La promessa che ho fatto a lui è che questo show possa andare avanti a lungo, per consacrare all'immortalità un fratello di mille avventure ed idolo indiscusso delle notti elettroniche. Questo format doveva garantire a Franco una sua pensione, e nel caso più spiacevole, garantire alle figlie un introito se lui non ci fosse stato più. Un ringraziamento particolare va a Valerino Gronchi LEG ed alla famiglia Bolgia, Giordano, Tonino e Tato per il grande supporto e la grande disponibilità data. La parte di produzione sarà curata dalla rinomata società di eventi LEG. E ora, che lo SHOW ABBIA INIZIO!".
15/02 Musica & Magia HOLOGRAM @ Bolgia - Bergamo
Bolgia - Bergamo
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
Info & prenotazioni 340 4624519
Franchino, la biografia
All'anagrafe, Francesco Principato; ma per tutti i suoi amici e i suoi fan, semplicemente, Franchino. Pochi personaggi hanno lasciato una traccia così profonda ed iconica nel mondo della notte italiano: la sua prematura scomparsa, avvenuta lo scorso 19 maggio 2024, ha colpito una quantità incredibile di persone, di tutte le età. Che si fosse accaniti frequentatori dei dancefloor o solo ballerini sporadici ed occasionali, che si fosse cinquantenni e sessantenni che hanno vissuto in prima persona quell'autentico fenomeno sociale (e culturale) che sono state le discoteche italiane tra la fine degli anni '80 e per tutti gli anni '90 o al contrario che si sia oggi ventenni che di certe cose hanno solo sentito parlare per racconti di padri, zii e fratelli maggiori, nulla cambia. Nulla. La figura di Franchino è stata talmente unica, particolare, viva, iconica ed immaginifica da aver travalicato confini, steccati, abitudini, gusti e generazioni in un modo veramente sorprendente. E fortissimo.
Questo è successo perché lui ha sempre mantenuto una purezza ed una passione più uniche che rare. Grazie alle scorribande in solitaria o con gli amici di sempre e soci del gruppo Metempsicosi, grazie al suo stile semplicemente unico, bizzarro ed inconfondibile, grazie infine alla sua leggerezza quasi fanciullesca che nascondeva invece una grande voglia di intensità e di fame di vita, fino all'ultimo Franchino ha continuato a stregare migliaia e migliaia di persone ad ogni sua apparizione, diventando decisamente un culto assoluto – senza però mai volersi mettere su un piedistallo. Per molti, è stata la sua presenza e il suo particolarissimo modo di interpretare la figura del vocalist – trasformandolo in "cantastorie lisergico" – ad essere il mezzo perfetto per decifrare i non così banali segreti del mondo della dance, della musica house, delle sognanti declinazioni trance-melodiche, della capacità della cassa dritta in quattro quarti di essere (anche) un modo per sognare e non solo uno sfogo meramente fisico e "vuoto" sulla pista da ballo. La scomparsa di Franchino lascia un grande vuoto. In primis nelle persone che gli sono state amiche e che hanno condiviso con lui mille avventure professionali ed umane.
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“Ha lasciato la casa”. Grande Fratello, clamorosa uscita di scena. È successo a notte fonda, arriva la conferma
[[{“value”:” “Ha lasciato la casa”. Grande Fratello, clamorosa uscita di scena nella notte. Erano le 2:15 quando la gieffina… L’articolo “Ha lasciato la casa”. Grande Fratello, clamorosa uscita di scena. È successo a notte fonda, arriva la conferma proviene da Notizie 24 ore. “}]] Read More [[{“value”:”“Ha lasciato la casa”. Grande Fratello, clamorosa uscita di scena nella notte. Erano le 2:15…
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We Italians are something inexplicable.
We could fight over who makes the best food, who has the best city, start war for the Gioconda, stab each other in the back, arguing over a bucket (Modena and Bologna ... Don't ask me because i didn't understand anything either) we could fight about pineapple on pizza, we could fight about coffee and the correct way to make it (it really happens) we could insult mothers and the whole generation (both new and old)
We are a people known only for the mafia, pizza and mandolin... And for olive oil 💀 But you don't see all the stupidity we have.
I repeat, we may be assholes among ourselves, but when it comes to being stupid or ironic, we are united.
They paid homage to Pulcinella with an installation, and all Italy just said "that looks like a dick, a very big dick" and NOBODY. NOBODY. Not even the people of Naples (Pulcinella is a very well-known character in Naples, and respected ) argued about this definition.
Not to mention TV shows like Saremmo festival music, all of Italy comes together to comment and make memes, three days or more of fun. Or "Grande Fratello" , where famous people come into a house for a few months, and stuff happens, or "Uomini e Donne" Don't get me started, this program is awesome HAHAHAHAHA.
Not to mention that during the Eurovision, San Marino is afraid of being invaded by Italians if they do not vote for us (during the year they closed the Wikipedia page so as not to be vandalized with " May 14, 2017 at 5:00 The Italian army invaded the country. The Sammarinese army was taken by surprise and by 2:00 pm the Italian army had control of the situation. Sporadic fighting lasted until the morning of May 15. The military operation was: "the monkey's revenge", due to the betrayal, which occurred the night before, by San Marino, which gave only 3 points 2017, the leader of the p to the song "Occidentali's Karma" by Gabbani, engaged in the competition at the Eurovision Song Contest, Salvini has implemented the on 1 Marino for Scacc Italiano ") and the twees: " neighbors help each other, except San Marino " or people. who asks the president of the republic to declare war on San Marino or "Italy is a republic founded on the destruction of San Marino" or "remove the Rai signal from San Marino, right? They will receive the signal from Portugal better…" or "Good morning, how are we doing with the invasion of San Marino?" or "Goodbye San Marino, welcome Canada" or "after yet another ungenerous vote to the detriment of Italy (the nation whose territory they are illegally occupying)". or "Have we already decided which construction company will build the McDonald's in place of San Marino?" or people who were looking for workers around San Marino to build a wall around the city💀
One day I'll do some work on something like that, on an Italian show... It's gonna be fun, I promise.
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🌹🙏Domenica 30 Giugno 2024
Ss. Primi martiri Chiesa romana (mf); S. Adolfo; S. Marziale
13.a del Tempo Ordinario (anno B)
Sap 1,13-15; 2,23-24; Sal 29; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
👉🕍📖❤️VANGELO
Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata.
+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 5, 21-43
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Parola del Signore.❤️🙏
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25 giu 2024 17:02
“SO ESSERE CONCAVO CON I CONVESSI E CONVESSO E CON I CONCAVI” – CICCIO BONGARRÀ CONFESSIONS: “HO UNO ZIO PRETE E A 15 ANNI CONOBBI IL VICEDIRETTORE DELL'OSSERVATORE ROMANO CHE MI MANDÒ A FARE UN'INTERVISTA. NEL ’92, A 18 ANNI, LAVORAVO COME CORRISPONDENTE PER IL GIORNALE DEL VATICANO DA PALERMO" - "FRANCESCO COSSIGA? TUTTI ALL’ANSA ERANO TERRORIZZATI. AVEVO 27 ANNI, MI AVEVANO ASSUNTO DA DUE GIORNI E ME LO SMOLLARONO AL TELEFONO. DOPO 40 MINUTI SI PRESENTÒ PER INCONTRARMI E RIMANEMMO A RACCONTARCI LA VITA” – QUELLA VOLTA CHE SUONÒ BACH A CASA DI RATZINGER, IN GERMANIA, E IL NUOVO INCARICO COME DIRETTORE DELL’ISTITUTO DI CULTURA ITALIANO A LONDRA: “IL SEGRETO È LA CURIOSITÀ. E POI CONTA LA PERSEVERANZA..."
Estratto dell’articolo di Irene Carmina per https://palermo.repubblica.it/
[…] Francesco Bongarrà — Ciccio per gli amici — […] è un’autobiografia vivente. E parlante. Ha suonato la spinetta a casa Ratzinger, facendo commuovere il fratello del papa, è andato al McDonald’s con l’amico presidente Cossiga. Persino Wojtyla sapeva chi fosse.
Cinquant’anni tondi tondi, nato a Palermo, si è fatto strada sin da giovanissimo nel giornalismo: prima come corrispondente da Palermo per “L’Osservatore Romano”, la “Reuters”, il “Times” e la “BBC”, poi come addetto stampa dell’ex sindaco Leoluca Orlando, infine per 23 anni come giornalista parlamentare dell’Ansa.
Nel 2024 inizia la sua seconda vita. È il 28 dicembre del 2023 e Bongarrà lascia Montecitorio, con l’applauso della Camera a salutarlo. “London calling”: Bongarrà è il nuovo direttore dell’Istituto italiano di Cultura a Londra.
Si è ambientato a Londra?
«Bazzico da queste parti da 12 anni, avendo insegnato all’Imperial college e alla Bayes Business School. Qualche giorno fa sono stato anche nominato visiting professor al Pembroke College, uno dei college più prestigiosi dell’università di Cambridge».
Nel suo curriculum si legge, tra le altre cose, che è stato ambasciatore della Repubblica di San Marino in Perù, rappresentante della Repubblica di San Marino presso l’Organizzazione marittima internazionale, consulente del Sovrano militare dell’Ordine di Malta ed è stato insignito con varie onorificenze tra cui quella di Grande ufficiale e di commendatore della Repubblica italiana. Come minimo, deve avere molti di più degli anni che dice.
«Ho iniziato presto».
Quando?
«A 12 anni. Mi inventai un programma radiofonico tutto mio, “Bimbomix”, a Mistretta, dove passavo l’estate con i miei genitori. La radio trasmetteva dal campanile della chiesa di Santa Caterina e dalle 2 alle 4 del pomeriggio, mentre la gente si appisolava, mi divertivo a mettere dischi e a leggere il giornale. A 14 anni iniziai a fare interviste per “Radio voce nostra”, poi diventata “Radio spazio noi”, che trasmetteva dal palazzo arcivescovile. L’aveva appena aperta il cardinale Pappalardo che conoscevo perché spesso celebrava la messa nella chiesetta di via Oreto dove sono cresciuto».
Un enfant prodige praticamente, cresciuto a pane, giornalismo e chiesa.
«Ho uno zio prete e a 15 anni durante un viaggio a Roma conobbi il vicedirettore dell’Osservatore romano. Mi mandò a fare un’intervista. Nel ’92 lavoravo come corrispondente per il giornale del Vaticano da Palermo: era l’anno delle stragi di mafia».
L’anno dopo incontrò papa Wojtyla ad Agrigento.
«[…] Me lo presentò il direttore dell’Osservatore, Mario Agnes. Wojtyla mi guardò: “Abbiamo letto, abbiamo letto”».
[…] Wojtyla suo lettore, Ratzinger […] quasi uno di famiglia, visto che ci andò a casa quando lavorava all’Ansa.
«Fumata bianca, Ratzinger è il nuovo papa. È il 19 aprile del 2005 e mi dicono di correre nel suo paese natale, Marktl, in Baviera. Proprio io, perché parlo il tedesco che ho imparato stando vicino all’ex sindaco Orlando per quattro anni da workaholic in qualità di suo addetto stampa. Non ci sono aerei ma, con l’aiuto di Cossiga, riesco ad arrivare a destinazione.
A Marktl incontro un pensionato dell’Albergheria che il giorno dopo mi porta dal fratello del papa, a Ratisbona. Riesco a entrare a casa sua, tirando fuori dal portafoglio un tesserino con lo stemma del Vaticano. Tombola. Finisce che suono Bach alla spinetta e faccio un grande scoop».
[…] Cossiga […]. Eravate amici?
«Molto. Tutti all’Ansa erano terrorizzati dalle sue dichiarazioni dettate al telefono. Avevo 27 anni, mi avevano assunto da due giorni e mi smollarono Cossiga al telefono».
Che le disse?
«“Con questo accento non puoi essere siciliano, devi essere scozzese”. Mi disse così dopo che esclamai “bloody hell”, “maledizione”, mentre trascrivevo le sue parole. Dopo 40 minuti si presentò per incontrarmi e rimanemmo a raccontarci la vita dalle 10 di mattina alle 9 di sera. Un mostro, un teologo. Quando si dimise mi chiamò la mattina all’alba perché lo raggiungessi. Abitava in una casa a Prati, borghese ma non lussuosa, piena di soldatini di piombo e di gadget elettronici. La cosa che gli piaceva di più era un vaso che gli aveva regalato Craxi da Hammamet».
[…] «[…] Una volta andai a Siviglia con l’allora assessore allo Sport, Giovanni Ferro. Lui non parlava inglese e bisognava presentare la candidatura di Palermo per i mondiali di mezza maratona. Allora il presidente della federazione di atletica leggera, Primo Nebiolo, propose: “Facciamo così, tu sei l’assessore e Ferro è l’addetto stampa di Orlando”. E così facemmo davanti a un’intera platea».
Dove la mettono, lei riesce. Come fa?
«So essere concavo con i convessi e convesso e con i concavi: mi adatto all’interlocutore. Il segreto vero, però, è la curiosità. Devi avere sempre la voglia di conoscere. E poi conta la perseveranza: non mollare mai. Mi sarebbe piaciuto da ragazzo andare a ballare e fare tardi la sera, ma non l’ho fatto sapendo che alle sei del mattino dovevo leggermi i giornali. E lo faccio ancora. Sono un cronista, anche se ora dirigo l’Istituto italiano di Cultura a Londra».
È soddisfatto del suo lavoro a Londra?
«Ho una squadra pazzesca. Assieme alle mie due giovani colleghe del ministero degli Esteri, stiamo lanciando iniziative a 360 gradi. Mostre d’arte contemporanea, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri italiani in inglese […]. Londra è la quinta città d’Italia: nel Regno unito vivono 530mila italiani. La nostra […] è una mission complessa: dobbiamo raccontare la nostra politica culturale agli inglesi, mostrandogli quanta avanguardia esiste in Italia. […]».
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Natisone, quei 15 minuti maledetti tra la prima chiamata al 112 e l'arrivo dei Vvf Ora che tutto (o quasi) si è compiuto: trovato il corpo del povero Cristian Molnar, sotto un sasso all'interno di una galleria del fiume che lo ha travolto assieme a Patrizia e Bianca, le campane suonano a morto ed è lutto cittadino a Premariacco, in Friuli, ma nel frattempo le carte vanno avanti, nella procura di Udine i dati segreti - ancora non divulgati - raccolti dal cellulare di Patrizia, incise, nella memoria dello smartphone, le quattro maledette chiamate al 112, mentre i tre ragazzi morti erano abbracciati cercando di resistere alla furia del fiume Natisone. Ci sono dei punti oscuri, ancora - forse - da unire, accertare se c'è stata una qualche responsabilità, nonostante i tentativi disperati di salvataggio tentati dai soccorritori, dalla fune sfuggita per un soffio dalle mani dei ragazzi, lanciata dai vvf, al vigile che cercava di raggiungerli nuotando - invano - contro la furia del fiume, e soprattutto: quei 15 minuti maledetti tra la prima chiamata al 112 e l'arrivo dei Vvf. Ieri il corpo di Cristian Molnar è stato ritrovato nel pomeriggio. E' stato il fratello, Radu Petru, a riconoscerlo. Petru, poco tempo dopo la tragedia dei tre ragazzi, si era trasferito lungo il Natisone per osservare da vicino l'andamento delle ricerche. Ricerche continuate senza sosta per 20 giorni, dal giorno cioè in cui Cristian (25 anni) è stato portato via dalla piena insieme alle due giovani amiche, Patrizia Cormos (20) e Bianca Doros (23). Il suo corpo è stato l'ultimo a essere ritrovato, in una zona più volte battuta. Ma fintanto che la massa d'acqua è rimasta imponente, è stato impossibile raggiungere la pozza in cui era rimasto incastrato. Il calo del livello dell'acqua lo ha fatto riemergere, coperto da un grande masso e da legname. Il corpo di Cristian Molnar era sott'acqua, in una zona che era stata battuta diverse volte in queste settimane. È quasi impossibile entrare in quei posti, in quelle forre, quando l'acqua ha certe portate, ha detto Michele De Sabata, sindaco di Premariacco (Udine) ai giornalisti, spiegando le modalità del ritrovamento, da parte del gruppo fluviale dei vigili del fuoco, del ragazzo, disperso dal 31 maggio nelle acque del fiume. Era sotto un enorme sasso, all'interno di una galleria - ha aggiunto - coperto anche da legname: finalmente questi straordinari pompieri sono riusciti a notare qualcosa sott'acqua, dov'è sempre rimasto fino ad oggi. Il sindaco raccontato poi di aver fatto suonare le campane a morto e di aver fissato per domani il lutto cittadino a Premariacco: Vi comunico che deve essere ancora riconosciuto dal fratello, ma io ho potuto vedere alcune cose: è lui, ne è certo il primo cittadino del piccolo Comune di 4mila anime. ''Chiudiamo una delle pagine più tristi della nostra piccola comunità. Il nostro compito era quello di restituire un corpo ai familiari e oggi l'operazione è stata portata a termine. Mi dicono, tra l'altro, che oggi è la giornata mondiale degli abbracci''. Il progetto di una statua dei tre ragazzi abbracciati Quanto al progetto di una statua in omaggio ai tre ragazzi, il sindaco di Premariacco, De Sabata, racconta di aver da poco ''terminato un colloquio con la comunità romena del nostro comune che mi sostiene in questo progetto. Non mi interessa fare lapidi ai caduti ma vorrei che a chiunque passi da qui arrivi il senso di quell'abbraccio tra i tre ragazzi, un segnale straordinario che porta via il cuore, l'ultimo regalo che ci fanno prima di sparire tra i flutti. Io quell'abbraccio lo voglio cristallizzare''. L'inchiesta, ed il telefono ritrovato Intanto, l'inchiesta procede spedita. E' stata completato, a Udine, nel Laboratorio di informatica forense, l'accertamento tecnico non ripetibile disposto dalla PM, Letizia Puppa, sul cellulare di Patrizia Maria Cormos: si tratta dell'unico telefonino ritrovato finora sulle sponde del fiume Natisone. E' agli atti ormai una copia forense del dispositivo, incluse le schede SIM e le schede di memoria. Questo accertamento è necessario - a più di 3 settimane dalla tragedia - per evitare il possibile deperimento del cellulare e la sua inutilizzabilità in caso di processo. Il consulente nominato dagli avvocati delle famiglie Al lavoro anche il consulente tecnico congiunto nominato dai due avvocati delle famiglie, Gaetano Laghi del foro di Milano che rappresenta i Molnar, quindi il fratello di Cristian e i genitori, e i Doros, i genitori di Bianca e Maurizio Stefanizzi, del foro di Pistoia, a rappresentanza della famiglia Cormos, quella di Patrizia. Quando giorni fa il fratello diceva Sento che è vivo. La straziante testimonianza La cronologia della tragedia: minuto per minuto E' dal telefono che sarà possibile risalire, minuto dopo minuto, alla cronologia di quel venerdì 31 maggio, attraverso gli orari delle chiamate, i metadati di foto e video, l'aggancio alle celle telefoniche. Il fascicolo aperto in Procura rimane per omicidio colposo a carico di ignoti. Sul Natisone, le ricerche si sono interrotte dunque ieri, 23 giugno, dopo 24 giorni con un impegno titanico di volontari e vvf della zona, che si sono spesi con incredibile caparbietà: un esempio civico di impegno e generosità, per chiudere una pagina dolorosissima per le zone dove si trova il fiume Natisone. Giorni fa, il rischio di un altro Natisone: il salvataggio fortunoso sul fiume Brenta, l'elicottero Drago che salva un ragazzo nella piena del fiume
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Grande Fratello: riconosci due protagoniste del reality in versione "baby"?
Greta Rossetti e Rebecca Staffelli amiche prima del “Grande Fratello” Greta Rossetti e Rebecca Staffelli hanno condiviso su Instagram il selfie di 15 anni fa, divertendosi a ricreare la posa ora che sono giovani donne. All’epoca avevano appena dieci anni, erano ovviamente molto diverse da adesso a livello fisico ma avevano già una naturale predisposizione a mettersi in posa davanti alla…
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Villa del Bono, un autentico gioiello
Questa volta, noi di Vortici.it vi portiamo in Brianza più precisamente a Cremella(Lecco) dove sorge una dimora unica nello stile sul nostro amato territorio: Villa del Bono.
Vogliamo illustrarvi Villa del Bono, questo autentico gioiello artistico residenziale che ci ricorda la ricchezza del nostro patrimonio culturale che non ha eguali al mondo.
Villa del Bono si trova su una collina all’interno di un parco secolare di circa sei ettari, raggiungibile lungo un viale di tigli di oltre duecento metri. Il panorama gode di una vista sulle Grigne e il monte Resegone. In una zona strategica, la villa si trova a 15 km da Como e da Lecco, e a 35 km da Milano. Progettata dall’architetto Cecilio Arpesani, che s’ispirò alle forme del Rinascimento fiorentino. Le sale interne sono ricche di raffinate decorazioni con pavimenti marmorei a mosaico. Il grande parco all’inglese è dotato di stupendi esemplari arborei. Dal 1934 la villa è proprietà dei Conti del Bono. Ci sono anche le antiche scuderie ristrutturate. È una dimora eclettica circondata da un magnifico parco con terrazzo panoramico da cui si gode una vista mirabile sulle Prealpi comasche e bergamasche e sui laghetti dell’alta Brianza. Ideale per organizzare ricevimenti, matrimoni, sfilate e riprese fotografiche e cinematografiche nell’arco dell’intero anno è anche una dimora per tutta la famiglia: può ospitare fino a 24 persone in camere doppie, per una vacanza da sogno o un weekend fuori porta. E per un’azienda, un “Buen Retiro” ove accogliere i propri collaboratori per momenti di immersione e relax. Scopriamone la storia… LA VILLA: DAI SESSA AI DEL BONO Lo stile neorinascimentale lo si può riconoscere a prima vista. Rodolfo Sessa la costruì tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento. La famiglia dei Sessa era divenuta importante grazie all’attività propria di un setificio dalla metà del Diciannovesimo secolo, acquistando tutta la collina su cui oggi sorge la chiesa di San Sisino, Martirio e Alessandro. Lo stesso convento in cui oggi è stata ricavata questa chiesa era in origine la villa di Francesco Sessa, fratello di Rodolfo; sull’altra riva della collina, simmetricamente a villa Del Bono rispetto a via Luigi Cadorna, si può trovare l’originaria casa di famiglia, divenuta di proprietà del terzo fratello dei Sessa, Giuseppe, dopo la morte del padre comune. Il motivo per cui Rodolfo costruì questa villa fu per distaccarsi dal resto della famiglia; infatti, dopo essersi sposato con Anna Fumagalli, era rimasto a vivere nella casa paterna sino a quando decise di costruire una villa dove vivere con lei, non andando via da Cremella. Per l’edificazione della struttura fu necessario sbancare la collina su cui oggi trova posto da cui si può godere di una meravigliosa vista sulla vicina vallata ma, nelle giornate più limpide, anche delle vette del Cervino e del Monte Rosa. Rodolfo acquistò anche i terreni circostanti con l’opzione di inedificabilità, creando una zona franca che dividesse la propria villa dal futuro sviluppo urbanistico che probabilmente si aspettava. Il pensiero con cui fu costruita questa villa era diretto in due direzioni opposte: all’indietro, verso il rinascimento fiorentino, per quanto riguarda il gusto architettonico, ma guardando avanti per quanto riguarda la tecnologia presente nell’edificio: questo era l’unico edificio con l’impianto elettrico di tutta la zona perché i Sessa avevano trovato il modo per connettere la villa di Rodolfo con la rete elettrica di Merate, a circa tredici chilometri di distanza. Ma l’avanguardia tecnica la si può osservare nella presenza di un riscaldamento centralizzato, oppure in alcune manopole poste a fianco di ogni finestra della casa: con queste ultime è possibile aprire e chiudere le imposte dall'interno, senza che sia necessario aprire la finestra. È comunque da sottolineare che questa, come tante altre analoghe strutture, erano dimore che venivano vissute nel periodo di villeggiatura, quindi solo nei mesi più caldi dell’anno. Nel 1912 Rodolfo muore in villa, ma la moglie continua a vivere la villeggiatura a Cremella sino alla sua dipartita nel 1932. La villa passa in eredità alle nipoti femmine di Rodolfo sino all’attuale proprietario. Il titolo di conti è riconosciuto alla famiglia cremellese nel 1720, ma in realtà l’appartenenza alla nobiltà cittadina risale al 1300. “Lo stemma di famiglia conferma questo fatto: con il trascorrere dei secoli l’araldica divenne molto complessa e ricca per potersi distinguere da tutti gli altri. Sul nostro si può riconoscere una montagna al cui culmine si trova la luna. Con questi due simboli di vuole indicare il desiderio di puntare alla luna, ovvero alla perfezione” afferma il proprietario, il Conte Pietro del Bono. Durante gli anni della guerra la villa divenne un luogo sicuro per tutta la famiglia, permettendo anche di nascondere il padre di Pietro del Bono dalla leva militare nella Decima Mas a cui era destinato: “Si rifiutò perché non gli piaceva, quindi si nascose qui e si accorse che il fatto che tutta la casa fosse affrescata la rendeva davvero pesante, quindi decise di imbiancarla. Oggi si possono ancora trovare alcuni affreschi vicino alle finestre, ma l’unica camera rimasta completamente affrescata è quella che poi divenne sua e di mia madre quando si sposarono” afferma Pietro del Bono. GLI SPAZI DI VILLA DEL BONO L’ingresso è molto importante, addirittura imponente. Gli elementi neorinascimentali sono ovunque: dal soffitto a cassettoni, alle porte di legno, sino alle sovrapporte in marmo: “Nella casa sono sparse tante iscrizioni, alcune serie altre delle vere e proprie prese per i fondelli: ‘non vanitate sed studio’, ovvero ‘Non per vanità ma per passione’ sopra la porta della biblioteca; di fronte ad essa ‘frons prima decipit multos’, ‘la prima porta ingannò molti’, perché si pensa che ci sia il salotto, invece cela il bagno”. LA BIBLIOTECA I mobili che si possono trovare in villa sono in parte originali, in parte provenienti dalle altre residenze di famiglia, ma i lampadari sono originali, elettrici e oggi ancora funzionanti. Questa biblioteca chiusa è una caratteristica rinascimentale, con le porte che riprendono le ante degli scaffali, creando nella sala con le porte chiuse, una grande uniformità di stile. Nella biblioteca si può trovare un camino finto su cui è posto lo stemma della famiglia. IL SALOTTINO ROSSO Questa piccola camera ospita il soffitto a cassettoni più bello di tutta la casa. Originariamente era tappezzata di rosso ma oggi di questa decorazione rimane solo una fascia più alta. Sul resto delle pareti il rivestimento si era logorato, quindi il proprietario ha deciso di sostituirla con una nuova che ne riprende il disegno originale con vasi di rose. SALA MUSICA Il nome di questa sala non deriva dal fatto che si suonasse della musica qui, ma dalle decorazioni sul soffitto ovvero due angeli che cantano e un pentagramma. Questa sala ospita busto che assomiglia al bisnonno di Pietro, ammiraglio che rivestì il ruolo di ministro della marina alla fine della Prima Guerra mondiale: venne acquistato dal padre di Pietro proprio perché assomigliava al bisnonno. SALA DELLE COLONNE Il salone principale della villa è arredato finemente e con un grande camino finto sopra al quale si può riconoscere lo stemma dei Sessa scolpito nella pietra serena. Rodolfo era erede di una famiglia di setaioli che vollero riportare nel loro emblema gli elementi del filo e del fuso, ma è uno stemma inventato dato che non avevano alcuna nobile origine. La stessa invenzione venne fatta anche per la moglie di Rodolfo, Anna Fumagalli, il cui araldo si può trovare sopra la porta del refettorio: uno stemma con un castello sopra cui è posto un gallo che canta. SALA DA PRANZO O DEGLI ANTENATI Questa sala è posta a fianco delle cucine, ma viene anche chiamata degli antenati perché si hanno vari ritratti di probabili antenati. Sulla decorazione in legno posta su tutte le pareti della sala, si trova una decorazione che riporta un’ode al cibo in latino scritta da Orazio. Questo scritto è stato analizzato da uno degli avi dell’attuale proprietario, il quale ha posto una bruciante critica a colui che decise di redarla in quel modo: “Questa iscrizione non è troppo felice, né chiara. Il latino non è ottimo giacché è tolto dalla seconda satira di Orazio Flacco, ma a pezzettini presi un pò qua un pò là Talché nell’iscrizione perdono in parte il significato che hanno nella satira. Latino assai difficile”. Nella sala da pranzo, aguzzando la vista si può trovare una porta nascosta che conduce alla scala di servizio, che permette di raggiungere tutti i piani della villa e che, al piano rialzato, permette di giungere alla cucina. Quest’ultima è stata realizzata negli anni Sessanta dal padre di Pietro del Bono poiché quelle originali si trovano nel seminterrato: “Ai tempi dei Sessa, in quella che oggi è la cucina, giungevano solo i piatti con un montacarichi e, attraverso un passa piatti, le pietanze raggiungevano la sala da pranzo ed i commensali grazie all’opera di eleganti camerieri in livrea” ci ha spiegato il proprietario. Ovviamente tutto questo nel dopoguerra non era più necessario. “Da sottolineare è il fatto che gli arredi che si hanno in questa cucina anni Sessanta e nei bagni degli anni Trenta, sono di pregevole fattura, cosa che si può riconoscere dalle piastrelle di ceramica Bisazza, oppure le lampade nei bagni di Venini: quindi gli ammodernamenti che si sono fatti hanno comunque uno stile comunque ricercato, come è sempre stato per la storia di questa villa” secondo le precisazioni del dottor Lorenzo Colombo, giovane storico dell’arte che ha svolto degli approfonditi studi sull’edificio residenziale cremellese. LO SCALONE Lo scalone è il fulcro della casa che vuole richiamare lo stile rinascimentale fiorentino, motivo per cui questa dimora è soprannominata “La Fiorentina”. “Da fuori la villa richiama palazzo Strozzi, un grande esempio di architettura rinascimentale fiorentina; mentre lo scalone vuole si ispira chiaramente allo scalone del Bargello: questo di evince dai tanti stemmi murati sulle pareti e dalla fontana che si trova alla base delle scale, elemento immancabile nei cortili fiorentini del rinascimento. Sulle pareti dello scalone di hanno elementi veri e finti, che vanno dagli stemmi di varie famiglie, ad elementi portati per richiamare infelicemente gli stilemi fiorentini, ma incastonando un leone di San Marco oppure un sovrapporta della biblioteca di Sant’Agostino di Bergamo” sottolinea il dottor Colombo. Giungendo al primo piano si trova una finta balaustra che riprende lo stile del rinascimentale. Poco sopra, poggiata sui merli, si poggiava un tempo, la vetrata che oggi si trova due piani più in alto su cui si riconosce lo stemma dei Sessa che si alterna ai Gigli di Firenze. Il motivo per cui venne spostata lo spiega il conte stesso: “Negli anni '60 mio padre volle ricavare varie camere da letto con bagno in cui dormivano i figli e gli ospiti e lui voleva in un certo senso poterli controllare dal piano nobile, per evitare scorribande notturne”. LA CAMERA PADRONALE Si può comprendere che si tratta della camera padronale sia dalle dimensioni del letto, sia dell’affresco posto dietro di esso. Letto in stile rinascimentale sulla cui testiera si riprende uno dei due soggetti dell’affresco lombardo di fine Quattrocento appeso sopra di esso: l’Annunciazione; tra l’Arcangelo Gabriele e la Madonna, posti agli estremi della rappresentazione, si trova una Maestà. La presenza ripetuta della figura dell’Annunciazione probabilmente sottolinea la ricerca di una progenie da parte di Rodolfo e Anna che ebbero una unica figlia che morì prima dei genitori nel 1902. Questo segnò molto la coppia. La tecnologia ritorna in questa camera nel letto matrimoniale che permette di dividere in due singoli il grande letto, per rendere più semplice rifarlo alle cameriere. IL BAGNO PADRONALE In stile anni Trenta ha un meraviglioso arredo in marmo con una vasca da bagno. Tutto è ancora funzionante. IL GIARDINO Il giardino si estende su sessanta mila metri quadrati in cui vige la più grande quiete. Sono ospitati svariati esemplari secolari che contrappongono la loro grande storia alla più recente piscina costruita negli anni Sessanta dall’architetto Antonio Clerici. Un trucco che venne utilizzato dai Sessa fu quello di piantumare svariati alberi sui confini della proprietà, facendo quindi confondere il giardino con il resto della vegetazione intorno, dando l’impressione che fosse più grande. Dal giardino si possono osservare anche un'iscrizione sul lato ovest: “FAMILIAE AMICISQUE DICATA ET LUDIS IVCVNDIS”. In questo modo la villa viene dedicata alla famiglia agli amici e agli svaghi:, riconoscendo nella Brianza il luogo dell’otium e Milano è il luogo del negotium. “Le dimore storiche sono vive, cambiano con il trascorrere del tempo. Quindi come si fecero e rifecero i bagni, come si realizzò la cucina negli anni Sessanta, tale è in tutte le case dell’epoca. Fissarle in un momento significa ucciderle: mantenerle immobili non avrebbe senso....le renderebbe difficili da vivere” sostiene Pietro del Bono, Presidente della sezione lombarda dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. Vi abbiamo fatto vivere un’esperienza a tutto campo in quello che si può considerare un grandioso esempio di architettura rinascimentale fiorentina, unico nel suo genere. Scopri la nostra rubrica Arte Immagine di copertina: https://ledimoredelquartetto.eu/ Read the full article
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