#gocce rosse
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ma-pi-ma · 1 year ago
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Dal melograno
sui tuoi capelli
cadono gocce rosse.
Tu sei la donna
dei trapassi stagionali
con gli occhi di nebbia,
quando le spume del mare
salgono il monte
e marciscono gli ulivi.
Sulla tua spalla
piange l’uccello marino
perduto sopra gli argini dei fiumi
e posa il tordo
la notte
che non ha più voglia.
Paolo Volponi, Dal melograno, da Poesie e poemetti 1946-1966
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fetznerdeathrecords · 2 months ago
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Hexenbrett - Dritte Beschw​ö​rung: Dem Teufel eine Tochter
Black/Heavy Metal
Third Incantation: Daughter of the Devil is an amalgamation of love and hate, representing the duality of birth and death. Its purpose is to allow the listeners to escape; it strangles and stabs the status quo of normality. Normality means surrender – escape with WITCHBOARD!
1. Um Mitternacht 05:11 2. Dem Teufel eine Tochter 06:23 3. Marisa 03:51 4. Imhotep 04:47 5. Wozu die Angst? 02:35 6. La plese de la nuit 07:19 instrumental 7. Leder im Nachtverkehr 04:57 8. Denn der Tod lächelt nicht 05:49 9. Sette gocce rosse su velluto verde 05:51
Release date: December 20th, 2024 via @dyingvictimsproductions
@hexenbrett_official
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princessofmistake · 10 months ago
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I rumori del traffico, lentamente, scemano. Irrealtà. Irrealtà a gocce. Poche gocce di pioggia cominciano le danze. Ma è una pioggia strana, di lacrime rosse, che sporca i tetti delle case e delle macchine, bagna le strade, fa sanguinare gli alberi del viale. Sono lacrime grandi, d’un rosso intenso Cadono a un ritmo incalzante, una, cento, mille, ricoprono tutto. Non si vede nulla. Tuoni vicini, lampi improvvisi. Vento spazza cose, sentimenti, parole, discorsi.
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personal-reporter · 1 year ago
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Il curioso fenomeno dell’estate indiana
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Quando le foglie gialle, arancioni e rosso sangue cominciano a cadere nelle foreste del Nord America da settembre in poi, è il momento dell'estate indiana, noto per essere un periodo insolitamente secco e caldo accompagnato da cieli azzurri e luminosi. Si racconta che il fenomeno dell’Indian Summer prenda il suo nome dal fatto che questa era la principale stagione di caccia degli indiani d’America, dato che era l'ultima opportunità di raccogliere provviste per l'inverno. Il popolo irochese in una leggenda sull'estate indiana racconta che, ogni anno in autunno, due cacciatori e il loro cane inseguono un grande orso e, poiché l'orso ha poteri magici, fugge verso il cielo, ma i cacciatori e il loro cane lo seguono e lo uccidono, poi il sangue dell'animale cola sulla terra e colora di rosso le foglie degli aceri. Le costellazioni di questa caccia sono il Grande Carro, meglio conosciuto come l'Orsa Maggiore, e vicino a esso i due cacciatori e il loro cane, rappresentati dalle tre stelle del timone. Nella mitologia irochese, i colori dell'estate indiana hanno un significato speciale, infatti le foglie gialle simboleggiano i fuochi degli spiriti, mentre le foglie rosse sono intrise del sangue dell’orso, che i cacciatori hanno ucciso. Ma gli indiani raccontavano queste storie solo in inverno, dato che l'estate era riservata al lavoro e chi infrangeva questa legge veniva punito dagli spiriti invisibili della natura, noti come Jo-ga-oh. Un altro segno caratteristico di questa stagione sono i sottili fili che si possono osservare ovunque, dato che durante il giorno si sviluppano leggere correnti ascensionali sopra i terreni caldi, dove i giovani ragni si lasciano trasportare nell’aria per trovare nuovi territori e un buon posto per passare l’inverno. Dopo notti fresche, compaiono delle sottili gocce di rugiada che si depositano sui fili galleggianti e sulle ragnatele, scintillando nella luce brillante del mattino e assomigliando a dei capelli grigio-argento. Per molto tempo, si è pensato che questi fili d’argento ricordassero i capelli delle donne anziane, ma erano anche ritenute le ragnatele degli elfi o delle Norne. Nei paesi cristiani si diceva che i fili fossero fili del mantello della Beata Vergine Maria, che indossava durante la sua Ascensione. Per questo motivo, i fili di filatura erano anche chiamati capelli di Maria, filo di Maria, filato d’autunno, seta estiva o filato della Madonna e l’estate indiana come i conseguenza chiamata estate di Maria o estate del filo. Read the full article
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agrpress-blog · 1 year ago
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Il ritornello di Jingle Bell è già nell’aria e Cinecittà World si veste di incanto, suggestioni e colori per una lunga stagione natalizia da sabato 11 novembre 2023 e che prosegue fino a domenica 7 gennaio 2024. Il Parco divertimenti del Cinema e della TV di Roma si trasforma per due mesi in un magico Villaggio di Natale tra i percorsi di Luminarie Polvere di Stelle, luci sfavillanti, decorazioni festive, mercatini di Natale pieni di idee regalo, originali oggetti d’artigianato, leccornie per deliziare i palati e tanto divertimento per amici e famiglie con dodici attrazioni a tema. Ogni mattina quando si spalanca il sipario dalle tende rosse del Parco, la Christmas Street si popola di elfi e magiche creature che danno il benvenuto agli ospiti con il Christmas Show, mentre nella Casa di Babbo Natale il simpatico barbuto e i suoi aiutanti si preparano per scattare foto memorabili insieme ai bambini che vogliono spedire il loro desiderio nella lettera per il Polo Nord. L’atmosfera di Natale permea ogni angolo del Parco: con le proiezioni di Gocce di Cinema si rivivono i classici di Natale più belli di sempre e nel Regno del Ghiaccio - l’unico snow park al coperto d’Italia con neve e ghiaccio veri tutto l’anno - sembra di essere in un film sull’iconica pista di pattinaggio. Qui si possono sfidare i compagni di avventure a bordo di gommoni tuffandosi da Scivolone, precipitando senza freni tra le curve di Kamikice o sfidandosi a Palle di neve sul morbido playground invernale. Per chi vuole partire per un viaggio magico c’è I-Fly La Montagna Russa di Babbo Natale: sulla slitta di Santa Klaus si consegnano i doni e si vola lontano…ma rimanendo a soli trenta centimetri da terra. Per chi ama gli spettacoli a tema c’è Natale a Cinecittà World, il musical in scena tutti i giorni che fa sognare e divertire gli ospiti di tutte le età. Nei weekend del 2-3 e 8-9-10 Dicembre il Natale si arricchisce ulteriormente con lo show Digital Circus in Wonderland, un’esperienza immersiva fatta di luci, colori e proiezioni che in un susseguirsi di emozioni lascerà a bocca aperta grandi e piccini. Ma a Cinecittà World anche la tradizione trova spazio con il Presepe del Cinema allestito nel padiglione Cinetour e la Santa Messa celebrata nel Parco la mattina del 25 dicembre, a cui seguirà il Pranzo di Natale.  Sempre il giorno di Natale debutta il grande show Christmas On Ice, storico spettacolo di pattinaggio sul ghiaccio che vedrà in scena oltre cinquanta artisti e performers che si esibiranno sulle coreografie della pattinatrice olimpionica Nicole Della Monica: sessanta minuti di pura magia, spettacolari scene tratte dai film e cartoni più famosi, con la partecipazione di guest pluripremiati e le più amate musiche di Natale. A firmare la regia è Piero Di Blasio, i costumi sono di Francesca Grossi. Il culmine dei festeggiamenti sarà il 31 dicembre, con il Capodanno a tema più grande d’Italia: quaranta attrazioni, otto cene e cenoni, nove stage musicali con discoteche, concerti e spettacoli dal vivo e la mezzanotte con i fuochi d’artificio e divertimenti fino alle 6 del mattino. La stagione 2023 terminerà con il weekend della Befana ricco di sorprese per grandi e piccini.
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violet-in-my-life · 2 years ago
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Papaveri
Farfalle rosse di terra
Sopravvivono
solo al tocco del vento.
Gocce di sangue,
Riempiono campi modesti
-E quesgli occhi ingenui-
Con violenta bellezza.
Fiori libertini,
trafiggono cuori acerbi.
Fiori senza profumo,
Che profumano di libertà.
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joval11 · 2 years ago
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“ O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato;
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
mentre gli occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! cuore! cuore!
o gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, freddo, morto.
O Capitano! mio Capitano! risorgi, odi le campane;
risorgi — per te è issata la bandiera — per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri — per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! amato padre!
questo braccio sotto il tuo capo!
è solo un sogno che sul ponte
sei caduto, freddo, morto.
Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili;
non sente il padre mio il mio braccio, non ha più energia né volontà;
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito;
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate, coste, e suonate, campane!
mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, freddo, morto.”
~ “O capitano! mio capitano!” [Walt Whitman]
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petalididonna · 2 years ago
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Nei silenzi
Un autunno quasi estivo
Ricopre la veste dei prati
Solo il vento strapazza i sentieri
Bacche rosse esplodono su rami
E le gocce di pioggia li baciano
Aprendone i semi raccolti
In caldi abbracci teneri e tenaci
La ruggine ne delinea i contorni
E l'aspro sapore,che profuma di terra.
D.P.©
#ermionepoesia
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suicideinthewonderland · 2 years ago
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Ho vagato per ore senza meta lungo le strade piene di Verona.
I miei occhi hanno incrociato lo sguardo di mille passanti.
Ho vissuto con loro oggi.
Ho tenuto mani che non tenevano le mie.
Ho baciato labbra che non bacerò mai.
Mi sono persa in sguardi non rivolti a me.
Ho abbracciato e sorriso.
Ho chiacchierato al bar con il barista.
Ho portato il cane a passeggio.
Ho varcato soglie di case non mie.
Ho sentito profumi.
Ho sentito sapori.
Ho vissuto mille vite non mie.
Io ero ferma, in mezzo alla via Roma.
Un foglio in mano.
Le lacrime scendevano lungo le mie guance rosse per il freddo.
Oggi, avevo fame di vita.
Avevo bisogno di sperare in un futuro diverso da quello che leggevo nero su bianco.
Per una volta, ho capito che l'amore non è poi così male.
Che piangere sulla spalla di qualcuno forse non è solo per alcuni.
Per una sola volta, volevo avere qualcuno con cui condividere la paura che mi stava già un poco alla volta consumando.
Poi aprii gli occhi, guardai le gocce di pioggia che bagnavano i sanpietrini.
Sorrisi ai miei piedi infreddoliti, e mi incamminai verso casa.
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poesiablog60 · 3 years ago
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Lo sapevo, sì, che le A erano nella
forma delle foglie, le O nelle gocce
di pioggia quando cade nell’acqua
di fossi e canali; vocali da mischiare...
alle M del mare e delle montagne
azzurre a comporre onde e diagrammi, là
in fondo, alla R dei rami e dei
rovi, delle rose più rosse, sì, lo sapevo...
F. Franzin
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emmapoetess · 2 years ago
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~ Warm hands stained by black ink
I wonder if it’s a lie or if it’s all true.
I wish I could read your eyes
I can hear you up to here even if you don’t touch me.
What color is your heart?
Mine changes color
White begins to stain
With red drops the soul begins to get dirty
You’re like the moon and the stars when they shine
Without you the others are lost ~
..........original language (italian)
~ Mani calde macchiate da inchiostro nero
Chissà se è una bugia o se è tutto vero
Vorrei riuscire a leggerti negli occhi
Riesco a sentirti fino a qui anche se non mi tocchi.
Di che colore è il tuo cuore?
Il mio cambia colore
Il bianco inizia a macchiarsi
Di gocce rosse l'anima inizia a sporcarsi
Sei come la luna e le stelle quando splendono
Senza di te gli altri si perdono ~
Emmapoetess
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nessunotrannenoi · 3 years ago
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04/01/22 - 21:50
Sono tornata a casa dopo una giornata di lavoro. Questa casa vuota che ormai non mi rincuora più. Il tempo di chiudere la porta e sono crollata sul divano in un pianto che pensavo potesse alleviare almeno un po' del dolore che sento ma invece mi ha solo ricordato ancora e ancora te. Mi ha ricordato che avrei voluto averti accanto e avrei voluto poggiare la mia testa sulle tue gambe, chiudere un attimo gli occhi e non sentire per un attimo più niente. Mi manchi ed è devastante. Sono andata in bagno per sciacquarmi la faccia ma vedermi allo specchio ha solo peggiorato la situazione. Non mi sono mai accattata ma adesso non riesco più a guardarmi. Penso al fatto che non ti sono piaciuta abbastanza, che un Uomo bellissimo in tutto come te come poteva mai stare insieme ad una persona come me? Io che sono un disastro e un casino in tutto, che non riesco a non nascondere le guance che diventano rosse perché sono timida e mi vergogno sempre. Come avrei mai potuto farmi amare tanto io che faccio così schifo? Bevo un po' d'acqua e mi rendo conto che buttare giù un sorso è difficile. Ho il fastidio in gola che si è trasformato in dolore. Non riesco a tratteneree lacrime e il respiro che mi manca non mi fa nemmeno buttar giù un po' d'acqua. Tutte le sere prima di dormire prendo le gocce altrimenti mi metto nel letto e mi sento male, mi vengono gli attacchi di panico e non riesco a muovermi. E mi manchi tu. Manchi tu accanto a me quando mi metto sotto le coperte, quando mi giro e non ti trovo, quando chiudo gli occhi e non ti sento. Mi manchi ogni secondo e non riesco a smettere di piangere. Ieri sera ti ho mandato un messaggio dicendo che volevo morire, ero nel panico più totale e non sapevo che fare. Ti ho scritto perché volevo mi chiamassi, volevo sentire la tua voce che per me è la ninna nanna più bella. Ma non è andata così e ho passato un'altra notte insonne. "se vuoi chiamami" mi hai detto, ma mi sento di troppo anche nel farti una telefonata e ogni tanto vorrei lo facessi tu... Ti amo tanto e non smetterò mai di farlo.
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lunamagicablu · 3 years ago
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C’era una volta, quando le libellule danzavano in cerchio, una grande foresta incantata. Qui gli alberi si parlavano e le piante e i fiori delle quattro stagioni si cambiavano i segreti di colori e di profumi. E gli animali poi…Ma lo sapete che in questa foresta anche le loro orme, di notte, emanavano luce? Ma questo capitava solo una notte dell’anno, quando il cielo si curvava come un uovo con il guscio di lapiszazzuli…La chiamavano la Notte Dei Mille Veli perché ogni cosa era come avvolta da uno scialle…E camminando attraversavi tante soglie di colore diverso…
In questa notte molto molto speciale tutte le creature, visibili e non visibili, preparavano un giaciglio di erbe e di fiori per il Bimbo-Sole che stava nascendo…Ma siccome erano ormai passate mille lune rosse, c’era una profezia che diceva che bisognava cambiare culla perché…Ma il perché non lo sapeva nessuno e allora si rivolsero alla Signora delle Pigne, dei Nidi e della Neve per chiedere aiuto e consiglio.
“ Come dobbiamo preparare questa nuova culla? E chi sarà la Creatura-Sole che nascerà?”
“ Dopo mille lune rosse”. rispose sorridendo la Signora, “tutto si rinnova e un nuovo sole sorgerà dalla culla, vedrete…Sarà una bella e dolce sorpresa…”.
Dopo nella foresta ci fu un gran daffare per allestire la culla, seguendo i consigli della Signora: fiori d’ibisco, salvia, malva, lavanda, melissa, verbena odorosa, foglie di mora, petali di rosa e… e poi a cercare uccelline e uccellini che conoscono le ninnenanne dei quattro orizzonti… Nel frattempo la Signora pensando a una pappa molto speciale, era salita sopra un albero altissimo per prendere da una stella gocce di… Poi, poi finalmente la notte fatata spuntò e nella culla, con un sorriso di stupore di tutte le foglie, apparve una…Bimba-Sole…China sulla piccola, lei, la Signora, delicatamente sfiorando le sue labbra, lasciò gocce di miele su quella bocca di fragola… E allora apparvero api-lucciole , tante e tante, in girotondi attorno alla culla…
ApeArtemide
E una luce d’ambra avvolse la grande foresta, una luce anche dolce, perché stavano piovendo gocce di miele… E chi le assaggiava – anche la cimice nascosta, la molesta zanzara e l’unica piccola rana stonata -era accolta nella danza degli esseri…
Mario Bolognese
*******************************
Once upon a time, when dragonflies danced in a circle, there was a great enchanted forest. Here the trees spoke to each other and the plants and flowers of the four seasons changed the secrets of colors and scents. And the animals then ... But do you know that in this forest even their footprints, at night, gave off light? But this only happened one night of the year, when the sky curved like an egg with a lapiszazzuli shell ... They called it the Night of a Thousand Veils because everything was wrapped in a shawl ... And as you walked you crossed many thresholds of different colors ...
On this very very special night all creatures, visible and invisible, prepared a bed of herbs and flowers for the Sun-Child who was being born ... But since a thousand red moons had now passed, there was a prophecy that said that it was necessary change cradle because ... But nobody knew why and so they turned to the Lady of the Pine Cones, the Nests and the Snow for help and advice.
“How should we prepare this new cradle? And who will be the Sun-Creature who will be born? "
“After a thousand red moons”. the Lady answered smiling, "everything is renewed and a new sun will rise from the cradle, you will see ... It will be a nice and sweet surprise ...".
Later in the forest there was a great deal of work to set up the cradle, following the advice of the Lady: hibiscus flowers, sage, mallow, lavender, lemon balm, fragrant vervain, blackberry leaves, rose petals and ... and then to look for birds and little birds who know the lullabies of the four horizons ... Meanwhile the Lady, thinking of a very special meal, had climbed up a very high tree to take drops of astonishment of all the leaves, a ... Sun-Child appeared ... Leaning over the child, she, the Lady, gently touching her lips, left drops of honey on that strawberry mouth ... And then bees-fireflies appeared, many and many, in roundabouts around the cradle ...
ApeArtemide
And an amber light enveloped the great forest, a light also sweet, because drops of honey were raining ... And who tasted them - even the hidden bug, the annoying mosquito and the only little out of tune frog - was welcomed in the dance of beings ...
Mario Bolognese
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personal-reporter · 1 year ago
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Gli aperitivi più iconici del cinema e della letteratura
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Il piacere esercitato dai cocktail viene utilizzato dall’industria culturale per delineare le varie identità dei personaggi, da Ginger Roger e Fred Astaire col Buck’s Fizz ad un iconico Jack Nicholson in Shining che, in una scena agghiacciante, si siede davanti ad un fantasma e ordina il suo bourbon con ghiaccio. Ma pensiamo anche alla splendida Monument Valley di John Ford, il teatro ideale dove ospitare le tragedie di una serie di personaggi in Ombre Rosse, dove a prendervi parte c’è anche un ambiguo e alcolizzato Dr Boone. Va ricordato, inoltre, un personaggio iconico dell’America degli anni Trenta, William C. Fields. Uno dei più amati e odiati comici del suo tempo: bizzarro e cinico, ha portato sulle scene e sullo schermo il suo personaggio alcolizzato e sboccato, pronto a sparlare del Natale, dei bambini, delle vecchiette e di qualunque ipocrita convenzione sociale. Per gli inguaribili romantici abbiamo il Cocktail Champagne che aleggia nella storia d’amore di Casablanca. Vuoi sapere altro sul fascino e la bellezza dei drink come in Casablanca? In questo articolo trovi alcuni tra gli aperitivi più iconici del cinema e della letteratura. Orange Whip, The Blues Brothers I fratelli Blues stanno scatenando il panico per le strade di Chicago e poco prima dell’arresto cui li porterà il concerto dove si esibiscono, Burton Mercer ordina per entrambi l’Orange Whip. Un prodotto cremoso e agrumato, ottimo per gli amanti dei sapori dolci e fruttati. Se anche tu vuoi farti arrestare come… rettifico: se anche tu vuoi provare questo magico drink, ti lascio la lista degli ingredienti: - 45 ml di rum bianco - 45 ml di vodka - 45 ml di panna liquida - 45 ml di succo d’arancia fresco - 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia - Cubetti di ghiaccio - 1 fettina di arancia Indicazioni:  Riempire uno shaker con ghiaccio fino all’orlo. Aggiungere gli ingredienti e chiudere bene lo shaker, poi agitare vigorosamente per circa 15-20 secondi, in modo da mescolare bene il contenuto e raffreddare il cocktail. Scolare il cocktail in un bicchiere riempito di ghiaccio fresco. Infine, guarnire l’Orange Whip con una fetta d’arancia. E il cocktail del fratelli Blues è servito. Vesper Martini, 007 Casino Royale Il Vesper Martini è un cocktail reso famoso da James Bond. Nasce con Ian Fleming per il suo romanzo Casino Royale del 1953. Ecco gli ingredienti per la ricetta del Vesper Martini: - 90 ml di gin - 15 ml di vodka - 15 ml di vermouth bianco secco - 1 fettina di limone Per la preparazione, seguire le indicazioni di Fleming: riempire uno shaker con cubetti di ghiaccio. Aggiungere gli ingredienti, chiudere bene il tappo e agitare per circa 15-20 secondi. Versare il cocktail in una coppetta Martini precedentemente raffreddata. Infine, prendere una fettina di limone come guarnizione. Il risultato è garantito. Old Fashioned, Mad Man Mad men, la serie tv che ha dato vita ad un fenomeno del marketing incredibile, riportando in auge un cocktail degli anni Sessanta, ovvero l’Old Fashioned. Di fatto, dopo una giornata di lavoro particolarmente proficua, Don Draper è solito ordinare il suo drink con ciliegina. Ecco gli ingredienti per l’Old Fashioned: - 60 ml di bourbon o whisky - 1 zolletta di zucchero - 2 gocce di angostura bitters - 1 scorza di arancia - Ghiaccio Inserisci la zolletta di zucchero nel fondo di un bicchiere Old Fashioned e bagnala con 2 gocce di angostura bitters. Schiaccia lo zucchero con un pestello fino a scioglierlo, poi aggiungi il whisky, i cubetti di ghiaccio e mescola delicatamente per amalgamare gli ingredienti. Infine, guarnisci con una scorza di arancia. L’Old Fashioned è servito. Turquoise Blue, Cocktail  Nel film Cocktail il vero protagonista della storia non è Tom Cruise, bensì il Turquoise Blue. Se hai visto il film o ti è capitato di assaggiare il drink almeno una volta, avrai sicuramente notato l’intensità del colore turchese che questo cocktail possiede. Vediamo da quali ingredienti sprigiona il suo colore: - 45 ml di vodka - 15 ml di Blue Curaçao - Succo di mezzo lime - 15 ml di sciroppo di zucchero - Soda  - Ghiaccio La sua preparazione? Semplice, versa tutto in uno shaker, agita vigorosamente per circa 15-20 secondi e servi in un bicchiere da cocktail con ghiaccio. Il Turquoise Blue è pronto. Conclusioni Con gli aperitivi più iconici del cinema e della letteratura, tra l’Orange Whip, l’Old Fashioned, il Turquoise Blue o il Vesper Martini, c’è solo l’imbarazzo della scelta! Corri a provarli! Read the full article
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paoloxl · 4 years ago
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Genova 2001 per noi? A tutto gas - Osservatorio Repressione
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Quest’anno ricorre il 20° anno dal G8 di Genova. Con questo articolo iniziamo a ripercorrere quelle tragiche giornate
A distanza ormai di 20 anni dalle “giornate di luglio a Genova 2001”, ripercorro questa brutta storia. Una vicenda quella dei CS non solo mia, ma  comune a migliaia, decine di migliaia di persone.
Certo, apparentemente una piccola cosa a confronto delle brutali percosse e torture di Diaz e Bolzaneto. Ma ci ricorda che per reprimere l’insubordinazione popolare le classi dominanti sono disposte a ricorrere a qualsiasi cosa. Anche alla guerra chimica. Meglio conoscere e possibilmente  prevenire.
TESTIMONIANZA DI UN GASSATO  (COSTRETTO SUO MALGRADO A RIPENSARCI)
Sinceramente. Nei mesi immediatamente successivi alle giornate del luglio 2001 non avevo più intenzione di ripensare a Genova . La sensazione di “scampato pericolo” (dopo aver conosciuto nei dettagli quale fosse stato trattamento subito dagli arrestati a Bolzaneto, le conseguenze dell’attacco notturno  in stile militare alla Diaz) era stata molto forte e aveva alimentato il desiderio di rimozione. In effetti, come molti altri, probabilmente mi ero illuso di esserne uscito illeso. Tuttavia, dopo aver trascorso il peggior inverno della mia vita (2001-2002), avevo dovuto prendere in seria considerazione la possibilità di aver subito danni biologici significativi (per quelli morali si può soprassedere) avendo inalato ( ma la contaminazione sembra avvenire anche attraverso la pelle, gli occhi…) i famigerati CS.
Con il senno di poi, non credo sia eccessivo parlare di un “esperimento di guerra chimica a bassa intensità in tempo di pace”.
Ma andiamo con ordine.
Sabato 21 luglio 2001 sono arrivato a Genova in pullman. Facevo parte della numerosa delegazione di membri di varie associazioni vicentine che intendevano portare – pacificamente – la loro protesta al G8:
Gocce di Giustizia, Movimento UNA (Uomo-Natura-Animali), Lipu, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Rifondazione Comunista, diversi pacifisti della Casa per la Pace di Vicenza, Collettivo Spartakus, Centro Sociale “Ya Basta!”, alcuni sindacalisti della Cgil e della Cisl vicentine sensibili alle problematiche del Terzo Mondo.
Era inoltre mia intenzione raccogliere testimonianze da utilizzare per eventuali articoli. Durante il viaggio ho avuto una lunga conversazione con il compagno Arnaldo Cestaro, militante maoista dei primi anni Sessanta, sempre in prima linea in tutte le battaglie pacifiste e antimperialiste. Ricordo in particolare che per decenni l’ho visto picchettare ogni domenica, o quasi, la base militare “Pluto” di Longare.
Parlando dei vecchi tempi, gli avevo chiesto informazioni su tutti quei militanti di buona famiglia – spesso arroganti e autoritari – che dopo gli entusiasmi giovanili, erano rientrati nei loro ovili dorati. Mi spiegò che “uno era diventato dentista, un altro ingegnere, un altro ancora imprenditore…” E fin qui niente di strano, ovviamente. Però, aggiunse, la maggior parte di loro-  incontrandolo – fingeva di non conoscerlo.
 “Su quali basi – gli avevo chiesto – si permettono questo atteggiamento?”
Risposta: “Caro Sartori “te me pari bauco”. Ossia, tradotto dal veneto “mi sembri ingenuo” (ma tanto).
“Ma xe logico. In base all’articolo quinto: chi che ga fato i schei ga vinto” (non penso di doverlo tradurre).
Purtroppo per lui, l’ottimo e saggio Cestaro la sera non rientrava con noi in pullman ma si fermava a Genova (il giorno dopo voleva portare dei fiori sulla tomba di un vecchio amico) e andava a dormire alla Diaz. Ancora oggi, dopo tanti anni, porta i segni e le conseguenze delle percosse subite (braccia e gambe rotte).
Lo rividi,, sempre indomabile, soltanto l’anno dopo, a Firenze (mentre entrambi uscivamo dalla Fortezza da Basso per unirci al corteo del 9 novembre 2002) e poi in tante altre occasioni: dalle manifestazioni “NO-DALMOLIN” alle iniziative contro i rifiuti tossici sepolti sotto la A31.
Per quanto riguarda i gas CS di Genova 2001, personalmente ho subito una prima esposizione nel punto in cui il corteo, provenendo da Corso Italia, ha svoltato a destra, in prossimità dei Giardini Martin Luther King, e poi lungo Corso Torino in direzione di Piazza Ferraris, dove si doveva concludere – almeno ufficialmente – la manifestazione.
Come unica protezione avevo prima un fazzoletto e poi una maschera di carta (di quelle vendute in farmacia) che mi era stata data da un altro manifestante, il compagno Giorgio Fortune scomparso pochi anni dopo. Niente per gli occhi. Questo perché avevo considerato di partecipare ad una manifestazione pacifica e autorizzata, non pensando di dovermi attrezzare in alcun modo (in quanto ritenevo di potermi tenere il più lontano possibile da ogni eventuale “casino”).
Con il senno di poi, ovviamente, ho peccato di ingenuità (“baucaggine” direbbe Arnaldo) e di eccessiva fiducia nelle istituzioni.
Sono rimasto in zona per qualche minuto, il tempo necessario per scambiare qualche impressione con alcuni baschi che inalberavano una ikurrina listata a lutto (per Carlo Giuliani ovviamente).
Quindi rispetto al vero e proprio “casino” in atto, mi trovavo a qualche centinaio di metri di distanza anche se zaffate di gas arrivavano con una certa regolarità (presumo da Piazzale Kennedy), ma sul momento gli effetti non sembravano particolarmente intenso (avvertivo solamente una leggera irritazione agli occhi).
Ci tengo a precisare che in passato mi ero  ritrovato altre volte in prossimità di lacrimogeni (di tipo “normale”, presumibilmente), sia alla fine degli anni Sessanta che poi negli anni Settanta (quasi sempre in Italia). Successivamente, come fotografo e giornalista freelance negli anni Ottanta, Novanta e oltre, in vari “conflitti a bassa intensità” (come in Irlanda del Nord e nei Paesi Baschi), ma senza particolari conseguenze.
Al momento della carica che doveva spezzare il corteo in due sono riuscito a passare , anche se di poco.
Altro ricordo “fotografico”: un drappello di bandiere galleghe – bianche con la striscia diagonale blu e la stella rossa – illuminate dal sole che sfilavano in velocità davanti alla carica appena in tempo per non esserne travolte (come invece accadde all’improvvisato cordone).
Dopo poche centinaia di metri mi sono accorto che alle nostre spalle c’erano grossi problemi, sia per il fumo dei lacrimogeni (riocrdo il tunnel già intasato), sia per le “ondate” di persone in fuga che – ad ogni carica successiva – si mettevano improvvisamente a correre disordinatamente mettendo in moto tutto il corteo davanti (come un’onda , appunto), nonostante gli appelli alla calma.
Riuscivo comunque ad arrivare in piazza Ferraris e perfino a seguire i vari interventi (Hebe Bonafini, Giuliano Giuliani il padre di Carlo, Agnoletto, Bovè…) fino alla fine.
In questo momento di pausa ho avuto anche modo di apprezzare la grande eterogeneità della “moltitudine” presente. Citando alla rinfusa: il già intravisto drappello di bandiere bianche con striscia diagonale blu e stella rossa della Galizia; diverse bandiere gialle con le quattro strisce rosse dei catalani; bandiere con i quattro mori di un movimento indipendentista sardo (NON un partito, ci tengono ndr); qualche ikurrina basca (sia autentica che “apocrifa”, quelle dell’Askatasuna di Torino); i famigliari dei militanti della sinistra turca all’epoca in sciopero della fame (alla fine i morti saranno oltre cento) con le foto degli hunger strikers; i Sem Terra del Brasile; alcuni comunisti greci che cantavano “Bella ciao” (in greco, ovviamente); gli animalisti della LAV di Bassano e gli antispecisti dell’UNA di Vicenza; il comitato di Bolzano a sostegno degli indiani U’wa della Colombia; molte bandiere curde (del PKK) e ritratti di Ocalan . E anche in mezzo a un esercito di militanti di Rifondazione Comunista, un solitario con la bandiera occitana; alcuni membri di un movimento autonomista trentino con due genziane sulla bandiera (ho poi controllato: all’epoca c’erano due fazioni; quella con le due stelle alpine vicina al centro destra, quella con le due genziane al centro sinistra); uno striscione in memoria di Edo e Sole (compagni anarchici militanti NO-TAV), bandiere corse, scozzesi, bretoni (tutte di movimenti autonomisti o indipendentisti di sinistra … Oltre ovviamente alle varie tribù dell’anarchismo (CNT iberica, CNT francese).
Più o meno la stessa molteplicità eterogenea rivista poi a Firenze nel novembre 2002.
Del tutto inaspettato, l’incontro con l’amico “Giaco”, scrittore e giornalista di Radio Popolare (e massimo esperto nel nostro Paese sulla questione basca) intento a fare la doccia con i secchi d’acqua che una pia vecchietta genovese riversava sulla folla dalla finestra. Non poteva poi mancare il mitico Vincenzo Sparagna, inossidabile direttore di “FRIGIDAIRE”, intento a distribuire un particolarissimo numero speciale: “Il testimone di Genova”.
Al termine dei vari interventi avevo creduto di poter ripercorrere a ritroso il percorso del corteo (Corso Sardegna, Corso Torino). Invece, come tanti altri, dovevo ritornare velocemente verso piazza Ferraris a causa della forte irritazione alla gola e della lacrimazione agli occhi dovute ai gas ancora abbondantemente presenti nelle strade.
Infatti la coda del corteo, praticamente quasi fino a piazza Ferraris, era stata ripetutamente caricata e attaccata con i lacrimogeni.
In questa occasione, dal momento in cui il bruciore acuto mi ha costretto a tornare indietro a quando l’irritazione è diventata sopportabile, saranno passati circa venti minuti. A questo punto, temendo di perdere il pullman per il ritorno, ho cercato di aggirare le strade dove ancora stagnava il pestilenziale gas.
Ho seguito altre persone dirigendomi verso una strada in salita (forse via dell’Orso). Anche qui, salendo, di tanto in tanto ho avvertito bruciore agli occhi. Siamo arrivati nei pressi di una chiesa (presumibilmente San Fruttuoso) dove alcuni frati ci hanno offerto molta acqua (“dar da bere agli assettati”) e la possibilità di utilizzare i bagni.
Poi ci hanno indicato una stradina raggiungibile solo a piedi che ci avrebbe portato in Corso Europa per raggiungere i pullman. Deve essere stato nel tardo pomeriggio, forse un paio d’ore dopo la fine del comizio.
Un genovese, amico dei frati, ci ha fatto da guida. Ad un certo punto una parte della stradina era crollata e per pochi metri si poteva procedere solo in fila indiana, praticamente aggrappati al muretto. Alla fine il vicolo sbucava in una strada che in quel momento era percorsa da gruppi di persone, evidentemente di ritorno dal corteo. Eravamo arrivati a pochi metri di distanza quando tutti hanno iniziato a correre, a scappare.
Temendo di rimanere bloccato, mi precipitavo in strada entrando nel flusso di persone in fuga. A quel punto, piuttosto agitato ormai,  sentivo ancora che una forte presenza di gas proveniva da dietro le nostre spalle. L’esposizione durava, credo, solo una decina di minuti, ma mi sembrò più intensa delle altre. In questi frangenti non avevo protezione e subito dopo ho iniziato a provare un forte senso di nausea. Come tanti altri, sono scappato salendo una scala che si rivelò completamente intasata da chi cercava di fuggire. Non saprei dove collocare esattamente questo episodio, comunque tra San Fruttuoso (sotto la Chiesa) e gli Ospedali Civili. Come ho detto dopo questa fuga ho iniziato a provare nausea, sensazione di vomito e mal di stomaco che mi ha accompagnato per tutto Corso Europa. I pullman avrebbero dovuto stazionare su un lato di Corso Europa (via Isonzo,) ma invece il punto di incontro era stato spostato di circa un chilometro. Sono arrivato dopo le 19 (giusto in tempo per non dover restare a Genova), attraverso altri vicoli, ancora una volta grazie ad un cittadino genovese che si è offerto come guida.
Nel complesso l’intensità dell’esposizione non avrebbe dovuto essere troppo elevata (anche se non saprei dire rispetto a quali parametri vista la particolare natura del CS) ma ripetuta più volte, per un totale di circa un’ora di esposizione. Come ho detto ho provato bruciore agli occhi, lacrimazione, irritazione alla gola, nausea anche se al momento nessun sintomo appariva con violenza.
Tuttavia dall’inizio di settembre 2001 ho cominciato ad avere problemi respiratori. Nonostante i molti  anni di pratica sportiva e di allenamento costante (escursionismo, alpinismo, ciclismo) con buoni risultati. In particolare – sottolineo  –  fino a pochi giorni prima del 21 luglio avevo effettuato varie ascensioni nelle Dolomiti senza alcuna difficoltà o disturbo.
Da allora ho dovuto usare medicinali e sottopormi a vari trattamenti.
Dopo una serie di visite mediche ho dovuto riconoscere che il danno c’era e anche dopo tanto tempo la situazione rimaneva problematica.
Ho quindi ritenuto mio diritto e dovere sporgere denuncia (tramite l’avvocato Canestrini di Trento) contro gli autori dei delitti deducibili da quanto detto.
Successivamente ho raccolto varie testimonianze di altre persone che dopo Genova si sono trovate con problemi di salute, più o meno acuti. Si tratta di solito di problemi respiratori: asma, bronchite ricorrente (anche in estate), raucedine, difficoltà respiratorie. Tuttavia, ho avuto l’impressione che molti sottovalutassero la gravità della questione (quasi una forma di rimozione), forse sperando che “col tempo andrà tutto bene”. Personalmente credo che ogni caso andava considerato, ricostruendo nel dettaglio quanto accaduto, cercando di specificare luogo, tempo, circostanze e sottoponendosi a opportune visite mediche in modo da poter quantificare con precisione quante persone (sicuramente centinaia, probabilmente migliaia), esposti a CS, hanno subito conseguenze dopo essere state irrorate con il micidiale aerosol. Soprattutto pensando al futuro,
E il futuro – a venti anni di distanza – è ancora molto incerto, soggetto sempre più a decisioni prese da altri. Anche la semplice partecipazione ad un evento autorizzato per esprimere democraticamente il proprio pensiero potrebbe comportare gravi rischi per la salute. Concludo dicendo che, a mio avviso, l’uso massiccio di sostanze altamente tossiche ha rappresenta (almeno per l’Italia) un vero salto di qualità in campo repressivo.
Gianni Sartori
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*nota 1: qualche dato scientifico sul micidiale aerosol a base di CS che la polizia ha usato a Genova in maniera massiccia e spregiudicata (si parla di almeno 60.000 lacrimogeni) contro manifestanti inermi.  Sui bossoli in alluminio raccolti (che ricoprivano a migliaia le strade) era ben evidente la scritta: “cartuccia 40 mm a caricamento lacrimogeno al CS,S TA – 1 – 98”.
Il CS non è una sostanza qualsiasi. È stato messo al bando dalla convenzione mondiale sulle armi chimiche (ma solo per il suo uso in tempo di guerra). È considerato estremamente dannoso, può provocare danni permanenti e può avere effetti sui cromosomi delle persone. Secondo i dati raccolti da uno studio del Parlamento europeo, ad alti livelli di esposizione, il CS può causare polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, oppure gravi gastroenteriti ed ulcere perforanti. Sperimentazioni in vitro hanno dimostrato che il CS è clastogenico, causa cioè la separazione dei cromosomi, e mutageno, cioè può causare mutamenti genetici ereditabili, mentre in altri casi il CS aveva dimostrato di poter causare un aumento nel numero di cromosomi abnormi.
Il CS era già noto per essere stato usato in Vietnam e per essere una delle sostanze sotto accusa tra quelle in possesso dell’Iraq. Inoltre viene studiato con preoccupazione negli Usa ed è stato oggetto di una proposta di messa al bando da parte dell’associazione dei medici sudcoreani che hanno richiesto una “ricerca indipendente per comprenderne gli effetti acuti e subacuti, cronici e di lungo periodo, in particolare su soggetti a rischio, bambini, neonati, anziani, soggetti con malattie croniche preesistenti e pazienti in degenza”.
Come ha scritto il senatore verde Francesco Martone (vittima dei CS e autore di una inchiesta sui fatti di Genova) “chi era a Genova lo ricorda. Ricorda il fiato mozzato, il cuore in gola, l’impossibilità di respirare, la pelle bruciata e gli occhi pieni di lacrime. Ricorda la sensazione di vomito e nausea, immediata, ed il bruciore allo stomaco, i dolori al fegato”. Nella sua inchiesta Martone ha anche ricostruito la storia dell’uso repressivo di questo gas. Il CS è stato usato a Seattle, a Québec, a Genova, in Irlanda del Nord, a Waco, a Seul, in Palestina, in Malesia, in Perù.
In un libro di Gore Vidal (La fine della Libertà – verso un nuovo totalitarismo?) si parlava della strage di Waco, quando il 19 aprile del 1993 gli agenti dell’Fbi posero fine al lungo assedio alla sede della setta dei Davidiani, usando gas CS e carri armati. Secondo le successive ricostruzioni, fu proprio il CS a innescare l’incendio nel quale morirono 82 persone.
Il CS, sigla per chlorobenzylidene malonitrile, in italiano “ortoclorobenzalmalonitrile” è stato sviluppato negli anni ‘50 dal Chemical Defence Experimental Establishment [Porton, Inghilterra]. In Italia i candelotti al CS li produce la ditta Simad s.p.a. di Carsoli, in provincia dell’Aquila. È una sostanza cristallina usualmente mescolata con un composto pirotecnico in una granata o candelotto. Si diffonde sotto forma di nebbia o fumo di particelle sospese. La sua efficacia deriva dalla proprietà irritante, molto forte, per la pelle e le mucose, e di agente lacrimante anche in dosi minime. Gli effetti caratteristici sono una congiuntivite istantanea con blefarospasmo, irritazione e dolore. Il CS micronizzato e mescolato con un antiagglomerante o trattato con idrorepellenti a base di silicone (formule note come CS1 e CS2) può rimanere attivo per giorni e settimane, se polverizzato sul suolo. A Québec, dove si fece uso di CS per reprimere le manifestazioni contro il Trattato dell’Area di libero commercio delle Americhe (aprile 2001), l’ufficio di igiene pubblica avvisò i residenti di indossare guanti di gomma e lenti protettive nel trattare i residui, di gettar via il cibo contaminato (anche quello dentro ai contenitori), rimpiazzare i filtri dell’aria condizionata, e lavare l’esterno delle abitazioni.
Non risulta che nel 2001 gli abitanti di Genova abbiano mai ricevuto suggerimenti del genere.
A livelli più alti il CS è stato associato con disfunzioni cardiache, danni al fegato e morte. Dal punto di vista tossicologico, molte associazioni mediche hanno raccomandato lo svolgimento di maggiori analisi di laboratorio ed epidemiologiche, per avere un quadro completo delle conseguenze mediche derivanti dall’esposizione di componenti quali il CS. Il Journal of the American Medical Association concludeva che la “possibilità di conseguenze mediche di lungo termine quali formazione di tumori, effetti sull’apparato riproduttivo e malattie polmonari è particolarmente preoccupante, considerando l’esposizione alla quale vengono soggetti dimostranti e non dimostranti in caso di operazioni di ordine pubblico”.
L’azienda che fornì il CS al cloruro di metilene, la Defense Technology Corporation (Wyoming) si è poi unita alla Federal Laboratories. Questa ditta, nel 1992, insieme alla TransTechnology Corp, fu oggetto di una causa civile da parte delle famiglie di nove palestinesi uccisi da esposizione a CS, usato massicciamente dagli Israeliani contro l’Intifada.
Va anche ricordato che l’Italia ha ratificato nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l’uso di sostanze soffocanti o gas e che nel 1969 almeno ottanta paesi hanno votato per la messa al bando di gas lacrimogeni in operazioni di guerra. Per quanto riguarda l’Italia: come si giustifica la discrepanza sul regime di uso di CS, proibito in guerra ma permesso in tempo di pace, considerando che l’Italia è firmataria ed ha ratificato il protocollo di Ginevra? Secondo alcuni esperti, esisterebbe al riguardo una grave scappatoia legale nella Convenzione sulle armi chimiche, poiché la Convenzione non proibisce l’uso di gas tossici in operazioni “pacifiche” come ad esempio quelle di “law enforcement” (ripristino della legge).
A questo punto è lecito chiedersi quali siano le garanzie per un cittadino che esercita il suo diritto inalienabile all’espressione delle proprie opinioni.
O forse il diritto alla salute di un civile vale meno di quello di un militare?
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exursus · 5 years ago
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Photographer Lachlan bailey
https://exursus.tumblr.com/
* Nelle tue perfette dita sono soltanto un fremito un canto di foglie al tocco delle tue calde labbra l’odore irrita dice: tu esisti l’odore irrita urta il naso nelle tue perfette dita sono la luce di verdi lune brucio sul morto cieco giorno a un tratto sai  che ho le labbra rosse... con sapore salmastro affluisce il sangue
_Halina Poswiatowska
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