#frasi insicurezze
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ragazzoarcano · 1 year ago
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❤️‍🩹
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catastrofeanotherme · 2 years ago
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la paura di essere un peso
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mostro-rotto · 2 years ago
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Eii ciao, scusa tantissimo se ti disturbo, ma ho bisogno di scrivere queste parole che ovviamente non leggerai mai. Sai, Sono perfettamente consapevole che è difficile starmi accanto, so perfettamente che è difficile sopportarmi, con tutte le mie paranoie, con tutte le mie insicurezze, con tutte le mie paure, con la mia ansia, con il mio odio immenso nei miei confronti, con il mio immenso bisogno di amore, di rassicurazioni. So perfettamente di non essere abbastanza per te, So perfettamente che meriti di meglio, So perfettamente di non essere alla tua altezza. So anche perfettamente che sono facilmente sostituibile. Però ti prego di non abbandonarmi, non farlo anche tu, perché non lo spererei. Questa volta non ce la farei veramente.
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Mi sono sempre sentita sbagliata per colpa di un padre disfunzionale. Non ha mai mancato di farmi sentire diversa e in errore, non siamo mai andati d'accordo perché non mi sono mai sentita amata e accettata. Ora che la sua salute è venuta meno sono stata l'unica insieme a mia madre, anche lei maltrattarla nel corso degli anni, ad accudirlo. Ma oggi mi ha riversato addosso un altra battuta velenosa, di quelle che colpiscono dritto in profondità e mettono radici.
-laragazzadagliocchitristi
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jewelintheshowcase01 · 2 years ago
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essere se stessi, accettati nelle proprie insicurezze…
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uncaosdiemozioni · 2 years ago
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Molto spesso non riesco ad accettare i complimenti della gente.. tendo sempre a pensare che tutto le cose belle che mi dicono siano un modo per prendermi in giro.
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sayitaliano · 28 days ago
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Ciao sono nata in Italia ma il mio italiano fa comunque schifo è incomprensibile. Vorrei migliorare il mio lessico la scrittura e quando parlo ho problemi.
Come posso migliorare? Dovrei avere un tutor?
Ciao!
Da quello che hai scritto non mi sembra che tu abbia grossi problemi, anzi. Vivi sempre in Italia, giusto? Lo sai che noi stessi siamo i primi a non parlare correttamente la nostra lingua, a metterci dentro errori e via dicendo...
Quello che posso suggerirti è di provare a lavorare sulla punteggiatura quando scrivi, e anche quando parli: non ti ho ascoltata e non ti conosco, per cui non so se sia questo il problema, ma non preoccuparti se devi prenderti delle pause per pensare prima di esprimerti. Abbiamo preso la brutta abitudine di fare tutto di corsa, sembra che non abbiamo mai tempo per nulla, invece ne siamo pieni e finiamo anche con l'avanzarlo... Quindi davvero, non preoccuparti.
Per migliorare il lessico (ma anche il tuo parlato/scritto) leggi (dai giornali, ai libri, alle riviste, alle poesie... lo so a scuola ce ne fanno leggere molte, ma ce ne sono di più belle: cerca anche quelle straniere tradotte, prova a capirne le sfumature e cerca di capire se tu avresti usato parole differenti); se non ti piace leggere, guarda serie tv o film anche storici, o documentari (non tutti sono noiosi... prova con argomenti che sono di tuo interesse, anche video su youtube vanno bene). Se trovi parole complesse o sconosciute, cercane il significato sul dizionario e usale in un paio di frasi. Studia la grammatica anche se è noiosissima: diventa curiosa sul perché qualcuno abbia usato quelle parole, quella punteggiatura, quel tempo verbale invece che un altro. Trova gli errori dei giornalisti, per esempio: non per qualcosa, ma per ricordarti di ciò che sai tu. Da quello che ho capito con questo blog, a scuola non ci insegnano molte cose in maniera diretta, ma solo in maniera indiretta: le apprendiamo con la pratica, vivendo, interagendo con gli altri e aprendoci ai nostri errori, che, come detto, ci stanno. Italians are imperfect beings! :P. Ah, vale anche aprire il dizionario a caso e leggere le definizioni di un paio di parole ogni tanto, e provare ad usarle sia in alcune frasi di prova che mentre parli. La decisione finale è la tua, ma non credo che tu abbia bisogno di un tutor: credo che tu possa ancora concederti del tempo, no? Prova a scrivere un diario giornaliero, anche poche parole su quello che hai fatto o inventando storie di poche righe, magari appunto usando parole nuove. Tra un mese dimmi come va, se è cambiato qualcosa oppure no. E poi decidi. :)
Continua a provare ad esprimerti, non chiuderti. Non convincerti di non essere capace di fare qualcosa: questo è il blocco più grande che ci possa essere. Sei tu che ti controlli, e se ti convinci di qualcosa, sarà difficile non seguire quella tua convinzione inconsciamente. Le tue paure e insicurezze prenderanno il sopravvento e ti bloccherai, trovando solo conferme sulle tue incapacità. In poche parole, se ti convinci di non essere abbastanza brava a comunicare o di essere incomprensibile (specialmente se per qualsiasi motivo qualcuno te lo ha detto e tu hai iniziato a crederci), finirai davvero per esserlo perché l'ansia di voler comunicare al meglio ma non sapere come farlo (in realtà lo sai, ma magari hai smesso di fidarti di te), ti saboterà fino a farti balbettare o avere dubbi su qualsiasi cosa. Tante volte le persone si chiudono nelle loro paure, e nel chiudersi ci chiudono fuori a nostra volta. Non sempre hanno ragione però. Non aver paura di essere te stessa, di prenderti del tempo, di parlare a modo tuo con le tue sfumature. Chi vuole aspettarti ti aspetta comunque. Gli altri, lasciali andare. E datti tempo anche tu. ...Forse mi sono lasciata prendere dal momento qui, ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che non dovevo o che non c'entra con la tua situazione. Ma succede che ciò che non va sul piano emotivo si rifletta sul piano comunicativo. Siamo esseri complessi...
In bocca al lupo!
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stranomavero-o · 11 months ago
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Oggi ho realizzato che una delle cose che mi rende così spiacevole andare in ufficio 3 giorni a settimana è la mancanza di altre colleghe donne nel team a parte una stagista che tra pochi mesi se ne va. Ho iniziato a rifletterci perché la nostra giovane stagista a volte prova a intavolare una discussione coi miei colleghi su tematiche sociali e a fargli capire che i loro commenti o certe frasi sono fuori luogo e francamente fanno schifo, e questi over 50 con le abilità sociali di un comodino riducono tutto a una discussione maschi contro femmine che era già ridicola anche in seconda media. Ma loro da lì non si sono mai mossi, non hanno sviluppato nessun livello di empatia verso chi è “altro” rispetto a loro (donne, gay, pelle di colori diversi ecc), come ha ben detto Zerocalcare sono fermi al vittimismo piagnone. Un esempio: tema della violenza sulle donne, la risposta è stata “e allora gli uomini vittime di violenza?”. Voglio dire, ma che senso ha provare a intavolare una discussione con sta gente? A lavoro poi, dove già mi gira il cazzo per mille altri motivi e dove mi tocca stare 8 ore al giorno circondata da sti personaggi. Io me ne lavo le mani, non voglio educare un figlio figurati se posso aver voglia di educare un bamboccione prossimo alla pensione, cazzi della sua famiglia. Io sono stanca, io non ne ho voglia, io ho dato forfait.
Però questo mi ha fatto riflettere, e ho capito che una delle fonti del malessere da ufficio è il costante flusso di discorsi e commenti sessisti, le battutine, le frasi che non si rendono nemmeno conto di quanto fanno salire lo schifo alle poche donne che li circondano, gli sguardi da laidi di merda… questi pensano di essere intelligenti, simpatici, dei brillantoni di grande successo. Vorrei alzarmi in piedi sulla scrivania e urlargli “Fate schifoooooo”. Ma non posso, quindi metto in atto meccanismi di difesa, li tengo a distanza, non gli parlo dei cazzi miei, cambio discorso quando si parla di temi caldi, mi isolo nella mia bolla guardando il cellulare. Ma è tutto uno sforzo, una fatica, un impegno extra che durante il giorno mi consuma energie.
E non è solo quello, mi sono resa conto che è anche proprio l’ambiente troppo maschile che mi fa male. Questi passano il tempo a urlare, discutere, litigare, fare a chi ce l’ha più grosso… se la sentono ceo di stocazzo in carriera. Ma vivi sereno che quando te ne vai in pensione finalmente nessuno si ricorderà di te, sarai solo l’ennesimo che è passato di là. Pensa a fare meno schifo con la tua famiglia, pensa a fare meno schifo nella vita, sviluppa empatia ed educazione.
Ah e questi sono tutto sommato brave persone, sono al 99% sicura che non farebbero mai male a una mosca fisicamente e che il comportamento derivi in buona parte da loro insicurezze e dal mondo in cui sono cresciuti, ma il fatto che non ammazzerebbero la moglie non cambia il fatto che, purtroppo per me, fanno schifo.
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susieporta · 2 years ago
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I genitori che non hanno consapevolezza dei loro traumi fisici ed emotivi, delle loro ferite e dell'esistenza di un bambino interiore da rispettare e amare, rischiano di instaurare relazioni traumatiche e disfunzionali con i propri figli, i quali si ritroveranno ad essere dipendenti, infelici e spesso portatori di sintomi psicofisici per esprimere tramite il corpo sofferenze non verbalizzabili.
I GENITORI CHE NON HANNO RICEVUTO SUFFICIENTE NUTRIMENTO EMOTIVO DA PICCOLI, SE LO ASPETTERANNO DAI PROPRI FIGLI O LO PRETENDERANNO IN MODO DISFUNZIONALE DAI PARTNER.
Immaginiamo una mamma che non abbia nella vita altri scopi, interessi se non essere mamma.
Si renderà indispensabile, sceglierà per i figli, farà tutto lei per tutti, rinfacciando di non avere tempo per altro, se i figli andranno via minaccerà scenari catastrofi di malattie o di situazioni di pericolo nelle quali si troverà (accade lo stesso anche se ha un partner o un marito).
Se la mamma non si rende indipendente i figli non si potranno staccare, sentiranno sempre che la loro missione è da portare a termine, la mamma è troppo fragile per lasciarla da sola. Allora si rinuncia all'Università lontana da casa, al lavoro dei nostri sogni all'estero, si scarteranno i legami affettivi profondi, per restare fedeli al nostro ruolo di piccole salvatrici o piccoli salvatori...senza pensare che nel frattempo noi ci siamo annullati, messi in standby....
Ci sono genitori che in modo sottile trasmettono il messaggio:" Io vivrò attraverso te. Tu realizzerai ciò in cui io ho fallito".
Tutto questo crea un macigno di piombo sulla vita dei figli, i quali per rendere i genitori felici, per non deluderli si infilano in scelte non sentire, non volute... Una pericolosa inversione dei ruoli in cui i figli devono soddisfare i bisogni dei genitori e farsi carico della loro felicità...
I GENITORI man mano dovrebbero spostarsi sullo sfondo e donare ai figli la libertà di vivere e scegliere. Altrimenti creano un senso di impotenza difficile da riconoscere e sciogliere.
Mi vengono in mente delle frasi:
_ Io ho scelto la facoltà d'Ingegneria perché mio padre non aveva i soldi per poterla frequentare, ma ad ogni esame mi sentivo morire dentro. Nonostante tutto mi sono laureato con il massimo dei voti ma il minimo della gioia.
- "Mia madre mi diceva sempre finché ci sarai tu in questa casa la mia vita avrà uno scopo, cucinerò per te, laverò i tuoi vestiti...
Non darmi il dispiacere di lasciarmi sola, ho fatto tanto per te".
Giulia si sentiva in trappola ma non sapeva come uscirne.
Le richieste della madre sono diventate sempre più minacciose.
"Se non ritorni per pranzo non mangio, non cucino se sono da sola.
Se non mi accompagni tu dal medico continuerò a stare male, ma non ci andrò"...
Questi rapporti simbiotici sono sempre tossici, avvelenano, creano dipendenza e insicurezze. BISOGNA TROVARE IL CORAGGIO DI CRESCERE, I GENITORI POI UN MODO PER CAVARSELA LO TROVERANNO
Annarita Bavaro
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libero-de-mente · 2 years ago
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IL TRENO DELL'AMORE
(PER GLI ADOLESCENTI IL BIGLIETTO DOVREBBE ESSERE GRATIS)
È una mattina piovosa che mi accoglie al risveglio. Il sole non è ancora sorto, mi accomodo in cucina con una tazzina di caffè e un tozzo di pandoro, avanzato la sera precedente.
Penso. I miei pensieri sono rivolti all'inizio di questo anno e ai progetti che sto portando avanti. Tra non poche difficoltà.
Sento un rumore che mi distoglie dai pensieri e sulla porta della cucina si materializza figlio 2.
Capello lungo, arruffato con quell'aria da bello e dannato che si rifà come look ai rocker degli anni '70.
- Buongiorno papà.
- Buongiorno a te, come mai svegli a quest'ora? - chiedo sapendo che non c'è scuola per le vacanze natalizie.
- Devo uscire.
- Deduco che tu abbia da fare un lungo tragitto per esserti svegliato presto.
- Già...
- Un tragitto fatto di autobus e treni?
- Si pa', dai che l'hai capito.
- Motivo?
- È il suo compleanno oggi.
- Quello che fai è un bel gesto, la presenza non è così scontata. Te lo ha chiesto lei?
- No, l'ho voluto io. Perché questa domanda?
- Ho imparato che è importante saper dare senza che ti venga richiesto. Una donna se deve continuamente chiederti una determinata cosa, poi, smetterà di farlo.
- Perché?
- Perché a un certo punto, se dovrà sempre chiederlo, non lo vorrà più.
- A quale stazione scenderai?
- A Trenofermo*
- (sospiro) Trenofermo, anche io una volta per amore andai a Trenofermo.
- Ah si? Tu? Come andò?
- Fu una grande emozione per me. Me lo ricordo come se fosse ieri, sai? Lei, così dolce e piena di insicurezze. Lei che non si amava abbastanza, che non apprezzava le forme del suo corpo. Io invece la guardavo, come se fosse il più bel tramonto ricco di colori e sfumature che abbia mai visto.
- Ora scopro che sei anche romantico, mio Dio - mi risponde mentre depone delle cose nello zainetto.
- Vedo che il regalo e i fiori, che hai riposto con cura nello zainetto, ti rendono degno di questo padre romantico... mio Dio.
- (Arrossendo) Non è per essere romantico, ma perché tengo a lei.
- "Tengo a te" ovvero io tengo te appartenersi, è una delle frasi più belle e romantiche, non trovi?
- Eddài pa', non farmi passare per romantico.
- Invece lo sei, quando distogli l'attenzione dallo studio, da una partita di calcio o da un videogioco pensi a lei?
- Beh, si.
- Siamo di chi ci riempe gli spazi mentali tra gli impegni quotidiani.
- Ma cos'è che ti rende così filosofo la mattina?
- Il caffè. Passato l'effetto torno a essere un pirla qualunque.
- Papà, io vado altrimenti faccio tardi.
- Hai paura di perdere il treno oppure lei?
- Beh... io...
- Tranquillo, mi hai già risposto. Mandami un messaggio quando arrivi. Che sono in pensiero.
- Ma tu sei sempre in pensiero per me?
- Sempre, finché respirerò.
- Ma stai tranquillo papà.
Lo saluto un'ultima volta dal balcone, sorseggiando un secondo caffè. Il mio neurone va riattivato, ha già pensato troppo questa mattina.
Penso a tutti i viaggi che non ho avuto il coraggio di fare, ai limiti che mi sono posto per insicurezza. Ai rimpianti che ho. Bisogna sempre osare nella vita, credendoci. Meglio ruzzolare per terra e sbucciarsi un ginocchio, che rimanere con l'aria da fessi sulla banchina della stazione, guardando il vagone di coda che si allontana.
I sogni rimangono tali, se non sono seguiti dalle azioni per realizzarli.
Come prendere un treno per esempio.
*nome di fantasia per tutela della privacy a seguito della Legge 675 del 31 dicembre 1996 - Tutela delle persone e di altri soggetti, treni e stazioni comprese, rispetto al trattamento dei dati personali.
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ragazzoarcano · 8 months ago
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“Fino a quando non attraverserai il ponte delle insicurezze, non potrai cominciare a esplorare le tue possibilità”
— Tim Fargo
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alexsaal · 2 years ago
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"È un laureato, è un bravo ragazzo" e proseguono i vari titoli, lavori ecc
Come se una laurea o un determinato lavoro potesse definire quella persona una brava persona e "adatta" ad una relazione e ad amare.
Ancora oggi sento queste frasi quando si parla di una ragazza che si è fidanzata e l'uomo con il quale è fidanzata deve essere "giudicato".
Continuamente le sento.
Non è tramite le etichette che una persona può essere definita.
Oggi molti uomini (non che le donne non ne soffrano) soffrono le pressioni della società perché devono dimostrare continuamente di valere qualcosa, spinti da ciò che impone la società, da ciò che la società ritiene corretto da fare per valere, secondo loro, qualcosa.
Molti uomini non riescono ad esternare le proprie debolezze, si chiudono, tentano di esternarle ma senza "ascolto" reale, inoltre potrebbero essere visti, secondo la società, come "uomini deboli", perché "gli uomini non piangono" e frasi del genere.
Dobbiamo ascoltare gli uomini, senza dirgli che sono chiusi e che devono aprirsi di più.
Non bisogna "sentirli", ma "ascoltarli".
Non sentirti non adatto se non hai il fisico che vuoi, se non hai una ragazza o se non sei "abbastanza uomo" secondo la società.
Sei soltanto umano.
Con insicurezze e fragilità.
Sei abbastanza anche tu.
Vali anche tu.
Questa società è malata e uccide ogni giorno, lentamente.
E un dato che fa paura, è che gli uomini che si suicidano ogni anno sono il doppio delle donne.
Fonte: https://www.google.com/amp/s/luce.lanazione.it/attualita/suicidi-uomini-donne-italia-soluzioni/amp/
"Rahn Bailey, psichiatra statunitense e direttore sanitario del Kedren Health System Inc. di Los Angeles, ha messo in evidenza questa differenza invitando a non aver paura a chiedere aiuto: “Gli uomini possono soffrire di depressione tanto quanto le donne, ma manca la nostra capacità di coglierla e diagnosticarla. Inoltre dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi che va bene chiedere aiuto quando se ne ha bisogno.”
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mostro-rotto · 2 years ago
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Gli scherzi son fatti per far ridere non per creare insicurezze
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Odio questi momenti dove vedo tutto grigio, dove mi frana l'intera esistenza, dove vengo sopraffatta dal pessimismo e dai pensieri negativi. Sono questi i momenti in cui non voglio andare avanti, in cui penso di essere inutile in confronto a tutto il resto e se mi capita la notte non riesco neanche a dormire tanto sono sopraffatta dai pensieri. Vorrei poter dire che ultimamente mi capita spesso, ma la verità è che mi è sempre successo, e se non me ne accorgevo spesso è perché ero distratta momentaneamente da qualcos'altro, ma questa cosa in me non è mai cambiata, anzi non è mai guarita. Basta un niente che tutto vaccilla e crolla dentro me.
-laragazzadagliocchitristi
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cuor-trasparente · 1 year ago
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Riletture
Mi sconvolge rileggere i miei ultimi post, ancora una volta sottoscrivo di quanto sia importante per me scrivere, fissare le emozioni e i momenti che sto passando: perchè li dimentico. Inevitabilmente, un po' per mia natura, un po' perchè mi piace vivere così, sono in continua e costante evoluzione. Faccio, disfo e incontro, e così nel giro di pochi mesi le mie priorità cambiano rapidamente e mi dimentico cosa mi facesse star male prima, magari lo ricordo vagamente, ma sempre circondato da nebbia. Mai come prima ora sento di amare le mie migliori amiche, ci sono stati momenti di difficoltà che mi rendo conto sono stati utili per la nostra amicizia, siamo cambiate in tempi e in ritmi diversi, ognuna afflitta dalle proprie insicurezze, paure, che, inevitabilmente abbiamo un po' riversato su di noi. E' da un po' che non mi sento più meno amata, finalmente. I mesi prima del 2023 effettivamente ricordo di aver vissuto grandi complessi all'interno delle mie relazioni, e da un lato, probabilmente, mi sono fatta sopraffare dalle mie insicurezze. Da un lato sentivo che troppe persone volevano che io ci fossi sempre, che fossi costante, che mettessi impegno. E se da un lato questa cosa mi faceva sentire desiderata da molti, in realtà è la cosa che mi ha fatta star più male, perchè circondata da molti sì, ma pochi sentivo che c'erano veramente. E poi in risposta a questo mi sono ritrovata essere quella sfuggente, quella che pacca sempre, quella che non ci tiene. Quella che dalle relazioni sfugge, quella che non comunica, quella che ho sempre odiato. Oggi posso dire di non risentirmi più così, ho trovato il mio equilibrio all'interno delle relazioni e ho imparato che dire di no è importante, perchè chi ci tiene lo capisce e non te lo fa pesare. Ho imparato a comunicare, verbalizzare le frasi, gli atteggiamenti, le maniere che mi feriscono. Ho imparato che quello che dice la nostra testa non è sempre vero, e che se senti delle mancanze da parte di qualcuno forse vale lo stesso al contrario. E se da un lato ho imparato a dire di no, dall'altro ho imparato che è importante dire anche di sì, crearsi degli spazi quando vedersi diventa difficile, far capire alle altre persone che ci tieni. Perchè se no che resta? Inconsciamente ho applicato, gli scorsi mesi, una serie di atteggiamenti che ripensandoci ora sembrano proprio quelli di una persona evitante, non perchè non mi importasse degli altri, ma perchè facevo fatica a crederci, perchè sentendomi ferita, tradita e anche violata (A.T vaffanculo) dalle persone di cui mi sono fidata ho iniziato a pensare che non valesse la pena, impegnarsi emotivamente, dalle relazioni, agli amici, agli sconosciuti. Classico meccanismo di autodifesa in cui quando inizi ad accumulare tante delusioni inizi a chiuderti e a pensare che non ne valga la pena. Per fortuna in questi mesi le cose sono cambiate, avrò trovato un mio equilibrio? forse. Fatto sta che in quel periodo non stavo bene, e non mi amavo quando mi comportavo così. Io sento di essere una persona che ama molto, anche in modo genuino e ingenuo, e mi amo quando amo. Ho deciso di accettare questa mia caratteristica, pur salvaguardandomi.
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oretsim-mistero · 2 years ago
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Alla fine Andrea cosa ti porta a pensare che le persone dovrebbero avere un interesse nei tuoi confronti?
Ti porti dietro quelle frasi da una vita "mi manca tanto" "quella è mia migliore amica" "ci siamo divertite un sacco" "mi rendi felice", tutte quelle frasi in cui il fatto che non si riferiscano e non si siano mai riferite a te, ti ferisce in un modo disumano; è proprio per questo che ti sei annullata dalla vita sociale, stufa di essere sempre di meno di tutti, quella persona che chiami solo quando tutti ti danno buca; stai passando la tua vita da sola, da tanto tempo; io non chiedo di essere sopra ogni cosa, chiedo solo di contare un po' di più; "oh è una settimana che piango perché devo salutare tutti e non andrò più a fare le scampagnate", ma scusa, siamo andate domenica scorsa "eh ma quella era corta, a me piacciono quelle più lunghe e impegnative, quelle che tu non fai"; la storia si ripete in un loop continuo, come quando a scuola mi sceglievano sempre per ultima quando facevano le squadre per giocare a qualcosa.
Alla fine l'opportunità di essere qualcosa di più per una persona, la ho, ma perché devo accontentarmi? Perché devo sempre accontentarmi?
Accontentarmi della paga bassa; del modo in cui vengo trattata da deficiente dalle persone che mi circondano, perché il fatto che io faccia la persona simpatica in una costante ricerca della approvazione degli altri, porta tutti a credere che io non abbia un cervello; perché tutte quelle insicurezze e dubbi, beh, se non li avessi sabbe tutto diverso;
Accontentarmi del primo che capita, perché ehy, abbiamo tante cose in comune, ma perché, ma perché, ma fai un passo indietro, no? Fai un passo indietro e ricominciamo dall'inizio, perdio;
Accontentarmi delle uniche due amiche che ho, perché loro due si preferiscono senza dubbio, luna con l'altra, a me, ma io alla fine sono solo quel pezzo in più che non sai dove mettere o cosa farne e te lo porti dietro, nel caso serva a qualcosa.
Quindi ehy, come ti senti oggi? Fa tutto schifo, perché il mondo è brutto, le persone sono cattive, il mio titolare mi ha appena chiesto se vado ad aiutarlo, perché ehy a quanto pare il locale è mio e mi interessa se è allagato o no; dio dio dio
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