#fino a prova contraria board game

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Sotto questa casella del calendario dell'avvento di Around the table con gli amici di Hirtemis troviamo un momento feedback per i giochi da regalare e regalarsi e farsi regalare a Natale, oggi infatti andremo a scoprire Fino a Prova Contraria, un nuovo gioco investigativo che trasforma l'esperienza di gioco in qualcosa di differente, infatti in questo gioco dovremmo indagare su un caso di cui siamo anche avvocati difensori.

Fino a Prova Contraria, chiaramente ispirato a la saga video ludica di Phoenix Wight, è un gioco da tavolo investigativo unico, durante l'esperienza di gioco dovremmo tentare di risolvere il caso che coinvolge la nostra cliente come accusata, ma avremo gli elementi di prova su cui indagare solo durante lo svolgimento della sessione di gioco. Il tutto è giustificato in maniera ironica e forse un pochino troppo, azzardata, ma dal punto di vista del game design, questo aspetto risulta fresco e estremamente soddisfacente. Altro elemento di game design fondamentale e l'uso dell'elemento in cartone con la giuria, molto soddisfacente da vedere sul tavolo, e l'uso della web app. Se in prima battuta temevo che l'esperienza di gioco diventasse troppo video ludica alla prova dei fatti, i gang designer si sono rivelati molto bravi nel saper adoperare questo strumento solo esclusivamente come conferma o smentita delle tesi del giocatore, in questo modo sono riusciti a far, quasi, sparire dal tavolo la device, mantenendo il board game al centro dell'esperienza di gioco.

Fino a prova contraria si dimostra un'esperienza ludica, soddisfacente e ricca, e la seconda volta in pochi mesi che ci troviamo di fronte a un board game che tenta di evolvere il genere investigativo cambiando lo scenario delle investigazioni, in questo caso l'aula di tribunale offre al giocatore una prospettiva diversa e coinvolgente.

Fino a prova contraria è un gioco da tavolo investigativo, che si può fare in solitaria e sino a sei giocatori consigliato dai 10 anni in su edito da DV games creato da Enrico Procacci con le illustrazioni di Andrea Guerrieri, Idea Xu.