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Scarlet Diva - Asia Argento
2000
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50 sfumature di patriarcato
quindi ho guardato il trailer di 50 sfumature e dopo tre nanosecondi lui chiede a lei dei suoi interessi, e lei gli assicura senza remore di essere na poraccia senza vita.Â
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Educazione Giussaniana
Fabrizio Corona, circondato dalle forze dell’ordine in una palestra meneghina, riesce a fuggire e volare a Manhattan. Una volta atterrato si dirige verso il Mertin Flenner Building, raggiunge il settimo piano e mezzo ed entra nella mente di John Malkovich. Sul comodino di Malkovich c’è un copione firmato Nicolaj Lilin, Corona non ci capisce granché ma visto che c’è pieno di pistole e tatuaggi richiama il numero di cellulare.
“Pronto”
“Bella zio. So’ Fabrì…ehm… sono John Malkovich.”
“Mister Malkovich, what an honour…”
“Gabriele, non si capisce una minchia, parla italiano cazzo. T’ho chiamato per dirti che sta roba dei russi è una figata cazzo. Minchia dobbiamo farlo sto film. Il nonno è troppo giusto.”
“Che professionalità ! Che Genio che è Signor Malkovich, il suo italiano è ottimo.”
“E grazialcazzo Gabrie’…ehm..volevo dire grazie mille Maestro, fa parte del mio perfezionismo. Ma parliamo del nonno che non invecchia per tutto il film.”
“Lo sapevo che le sarebbe piaciuto Mister Malkovich, questa parte è perfetta per lei”
“Lei chi?”
“Lei…lei…tu…si scusi capisco che la terza persona è un problema per voi madre lingue”
“Non toccare mia madre figlio di puttana! Ti avverto subito, per girare il film ho due pretese: Non in Italia che c’ho delle grane con gli sbirri, Quell’attore americano che fa bene il russo!”
“Mi dica, ogni consiglio da lei è oro”
“Il tizio di Armageddon russo quello fuori di testa. Che gallo. Riusciamo a prenderlo e fargli fare qualcosa?”
“Se lei è dei nostri non sarà un problema.”
“Ma lei chi?”.
Due anni dopo il film esce nelle sale:
Nella periferia milanese una comunitĂ patriarcale vive secondo le regole della Compagnia delle Opere guidati dal memore domini John Malkovich. Quattro bambini: Kolima, Gagarin, Vitalic e Mel , crescono in un ambiente altamente formativo per un brillante futuro al Pirellone tra piccoli furti, mercato nero, bravate e risse di quartiere. Gagarin, il piĂą brillante giovane ciellino del paese, passa pure sette anni in riformatorio per aver dato una lamata a BR1 Tabacci.
Nel frattempo al cinema la gente inizia a farsi domande: “Hai visto che merda i titoli di testa? Ma Stalin la gente non la mandava in Siberia? Perché questi li ha mandati in Moldavia? E se sono in Moldavia? Perché c’è e resta l’Armata Rossa? Maledette toghe rosse, solo perché sono ciellini!” Il vociare si fa fragoroso finché un coraggioso dalla galleria zittisce tutti. “SHHHHH,che  è un film di merda, godetevi i paradossi, il doppiaggio fuori fase e i dialoghi di merda!” “Ha ragione che se ci distraiamo non notiamo la pochezza delle scene d’azione!”
La vita avanza tra ricostruzioni storiche anacronistiche finché un giorno un treno porta in città due personaggi fondamentali per l’evoluzione della trama: Giovannallova e il ritorno di Gagarin.
Gagarin, rilasciato dal riformatorio, torna nel paesino ma la prigione ti tempra, ti cambia e tornare alle regole di clausura del memore non è semplice.
Giovannallova, invece è una ragazza tanto magra quanto piena di emozioni e candore la cui voglia di bega è proporzionale all’incapacità dell’attrice che la interpreta.
Kolima è scosso profondamente da Giovannallova, da un lato ne è attratto essendo l’unica figa passata per il paese negli ultimi 18 anni, d’altra parte teme che inanellando una relazione intima il personaggio solitario, disadattato, pieno di talento e sentimento tipico del clan dei giovannallevi possa perdere di intensità ed appeal verso il pubblico. Il memore domini lo consiglia dicendo che non sta bene pocciare il biscotto nei giovannallevi perché la loro natura truffaldina e supercazzolante è un dono di Dio verso tutti i mediocri come loro, vanno tutelati e protetti.
Mentre i migliori amici annegano nel totale disinteresse dei protagonisti, a Gagarin, che in riformatorio ha conosciuto la dottrina di Don Verzé, sta merda di paesello sui navigli senza figa e soldi va davvero stretto e progetta una carriera a Occidente, ancora indeciso se diventare il cantante dei The Commitments o raggiungere le fazenda brasiliane del Don.
A questo punto della storia gli sceneggiatori potevano decidere di approfondire l’affascinante rituale dei tatuaggi simbolici della comunità religiosa, dando spazio al personaggio del maestro tatuatore (che con slancio di creatività si chiama Ink) ma con un golpe ben riuscito Carlo Giovanardi si impossessa dei copioni e decide che Gagarin, avendo pippato per la prima volta è pronto a diventare nel giro di due settimane un efferato stupratore ed un trafficante di eroina.
Quando il 25 enne Kolima esce da un riformatorio minorile , in cui era stato rinchiuso con l’accusa di non aver fatto un cazzo, scopre che John Malkovich deve trasferirsi definitivamente a Rimini per diventare capo organizzatore del Meeting e che il suo migliore amico ha violentato Giovannallova portandole via la purezza, l’armonia, l’emozione sincera della sua musica celestiale e stupendamente stupenta. Deciso a vendicare il mondo dei cialtroni che fanno “solo piano”, Kolima, pur di perpetuare la propria vendetta si allea all’odiatissima Guardia di Finanzia.
La tensione a questo punto della pellicola è altissima, chi è sveglio, sgrana gli occhi F4 (basito).
Scovato Gagarin in una comunità sull’Appenino Romagnolo, Kolima gli manda un segnale per dirgli che è pronto allo show down. I due vecchi amici ciellini si ritrovano faccia a faccia e quando Kolima gli rivela il suo obbligo morale a ucciderlo il cattivissimo,biondissimo e brillantissimo Gagarin risponde: “Sì, ci sta, tanto per oggi non ho altri appuntamenti.”
Libero dalla propria vendetta il giovane Kolima manda una lettera alla madre, rimasta sola a Rogoredo dicendole: “oh, Ma’, prima 18 anni senza una figa, poi arriva una e non la si può scopare, poi un anno in gabbia, poi cinque anni nell’esercito… io c’ho voglia di schiacciare della passera. Vado a Milano, scrivo un’autobiografia e faccio il misterioso con la storia dei tatuaggi, se mi va bene scopo, se mi va di lusso trovo qualche editore e poi pure regista in declino che ci fa su un film con quell’attore ganzo che aveva fatto Fargo e Armageddon. Sì, brava, quello con la faccia da matto che tritava la gente sulla neve. Un film con lui che fa una parte fighissima di maestro tatuatore e poi tagliamo tutte le sue scene...m’immagino già le risate. Ciao Ma’, non ti mando soldi tanto poi dovete darli al Perego.”
FINE
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