Tumgik
#effervescenza
humorstoria · 5 months
Text
IL TARDO MINOICO
Il periodo Tardo Minoico III, o come mi piace chiamarlo, “La Festa della Fine del Bronzo” a Creta. Questa fu un’epoca in cui l’isola era in piena effervescenza, con nuove tendenze che mettevano radici, un pizzico di dramma, e la fine di un’era. Ebbene sì, le invasioni Achee fecero il loro debutto spettacolare, mostrando ai Minoici che la vita non era solo feste in spiaggia e bellissime…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
lunamagicablu · 2 years
Photo
Tumblr media
Sol, Solitudo, Silentium Sotto l’ispirazione della luce divina( SOL), allontanarsi dal mondo in effervescenza verso la più profonda solitudine (SOLITUDO) e lavorare infaticabilmente in silenzio( SILENTIUM), in segreto e tacere.
Il Mago delle Nuvole
*********************
Sol, Solitudo, Silentium Under the inspiration of divine light( SOL), move away from the world in effervescence to the deepest solitude (SOLITUDO) and work tirelessly in silence( SILENTIUM), in secret and keep silent.
Il Mago delle Nuvole
26 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 1 year
Text
Tumblr media
Friedrich Nietzsche in compagnia della madre Franziska (1892)
2 aprile 1888: Friedrich Nietzsche era un viaggiatore un po’ distratto. Doveva arrivare a Torino, eppure si ritrovò a Sampierdarena, non lontano da Genova; aveva sbagliato treno, ecco tutto…ma un piccolo mistero rimane ancora oggi, visto che la sua valigia lo stesso giorno s’imbarcò educatamente sul vagone per il Piemonte.
Tre giorni dopo, comunque, il professore ritentò l’impresa sulla linea Alessandria-Asti-Torino e, questa volta, giunse a destinazione: gli apparve una città ammantata di luce purissima, dai viali silenziosi e splendidamente lastricati.
Proprio dietro Palazzo Carignano, l’edicolante Davide Fino vide il forestiero, tutto contento con la valigia in mano, e cercò di vendergli una guida turistica; si ritrovò, invece, ad affittargli una stanza nella sua stessa casa, all’ultimo piano di Via Carlo Alberto n.6, dove oggi si trova la lapide che ricorda il soggiorno torinese del filosofo.
Nietzsche rimase due mesi in città; in estate partì per la Svizzera e poi, a settembre, tornò qui per un soggiorno più lungo, che si rivelò fatale.  
Tumblr media
La targa che ricorda il soggiorno torinese del filosofo tedesco in via Carlo Alberto 6
Dodici anni prima, poco più che trentenne, la salute malferma lo aveva costretto a congedarsi dall’università di Basilea, dove insegnava lingua e letteratura greca; fu l’inizio di un’intensa attività di scrittura e peregrinazioni sempre più sofferte, in un “Gran Tour” europeo di cui rimane solamente un taccuino insignificante, con appuntati i prezzi di frutta e verdura.
Eppure, Torino gli apparve splendida:“…è l’unica città che mi piaccia. Un qualcosa di calmo e di superstite lusinga i miei istinti. Percorro con estasi queste vie dignitose…Un paradiso per i piedi, anche per gli occhi…Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare cosi bella”.
Diverse lettere, indirizzate alla madre, al musicista Peter Gast e al teologo Overbeck, mostrano l’entusiasmo per Torino che, persa la corona da capitale, rimaneva comunque vivacissima: cinque quotidiani, venti giornali scientifici e quattordici letterari, oltre a numerose biblioteche internazionali.
A questa effervescenza culturale, però, Nietzsche prendeva raramente parte. Preferiva passeggiate solitarie lungo i viali di Corso Casale; pensava, forse, a Richard Wagner, il celebre compositore con cui si era interrotto, misteriosamente, il sodalizio spirituale; o pensava ancora a Lou Salomé, l’affascinante russa che avrebbe anche sposato se questa non avesse ammaliato, prima il suo migliore amico, Paul Rée, poi un giovane poeta, Reiner Maria Rilke, e successivamente persino Sigmund Freud.  
Conduceva una vita riservata: di amici forse solo Carlo Clausen, editore tedesco che portò in Italia le dottrine orientali, quando erano ancora sconosciute.
Curiosamente, gli avvenimenti che lo interessavano di più erano gli stessi che entusiasmavano quella borghesia da lui tanto criticata: pare che alla fine dell’estate, trascorsa tra le montagne di Sils Maria, desiderasse tornare a Torino proprio per assistere, insieme ad oltre 70.000 persone, al matrimonio fra il duca Amedeo di Savoia e la principessa Letizia Bonaparte.
Curioso, per un personaggio ritenuto da tutti anticonformista; ma Nietzsche non era mai stato un “bohémien” ed, anzi, aveva sempre tenuto tantissimo a titoli, blasoni e frequentazioni altolocate.
Arrivò l’autunno: monotono, ma prolifico. C’era la sua scrivania, dove scrisse “Ecce Homo”, e c’era il pianoforte, che condivideva con Irene, la figlia dei suoi affittuari.
Poi, giorno dopo giorno, la sua grafia divenne sempre più nervosa e illeggibile; mentre nel suo cestino i coniugi Fino trovavano banconote stracciate, dalla vicina posta centrale, il filosofo cominciò a spedire biglietti in cui si considerava l’incarnazione di Vittorio Emanuele II, dell’architetto Antonelli o di altre celebrità dell’epoca; firmava le lettere come “il Crocifisso” o “l’Anticristo”.
Cominciò a confondere le notizie che apparivano sui giornali con quelle della sua vita quotidiana: vaneggiò che i sovrani d’Italia sarebbero andati a trovarlo nella sua stanza e poi, quando su “La Gazzetta Piemontese” apparve la notizia che uno spagnolo, accusato di omicidio, veniva condannato a morte, pensò di essere il carcerato stesso.
Il 3 gennaio 1889 avvenne la fine, forse un episodio più leggendario che veritiero.
Vedendo un vetturino che frustava a sangue un cavallo, Nietszche abbracciò e baciò l’animale, cadendo a terra e urlando di essere il nuovo Dioniso.
Lasciò Torino con la papalina di Davide Fino sulla testa, come pegno di un futuro incontro che mai avvenne. Morì il 25 agosto 1900 a Weimar, prigioniero della pazzia, presto trasformato in un mito.
I suoi scritti, rimaneggiati dalla sorella Elisabeth, conobbero un enorme successo e colpirono negli anni successivi Adolf Hitler.
Si convinse di essere l’ubermensch invocato dal filosofo per una nuova era. E, cosa ancor più folle, tanti lo seguirono. Ma non era il superuomo; era, anzi l’ultimo uomo, il peggior nichilista che avrebbe distrutto il mondo. L’ubermensch vagheggiato dal filosofo era diverso; il suo oltreuomo, avendo scoperto che Dio era morto, con la Filosofia del Martello avrebbe distrutto quei valori in cui l’Occidente faceva ancora finta di credere, libero di creare, come un fanciullo, nuovi valori.
“Ma chi sono i pazzi?”
-Fonte: Nietzsche a Torino
---------
L'uomo e il suo pensiero raramente coincidono...(cit)
5 notes · View notes
gianlucacrugnola · 22 days
Text
Soundgarden - Louder Than Love
Louder Than Love, cinque settembre (1989), data di rilascio per il disco manifesto della creatura in fermento nel sottosuolo di Seattle.Il lavoro segna discograficamente tutta la scena cittadina uscendo per primo con una major, loro tra i tanti gruppi in ascesa nel periodo, umori, effervescenza e creatività lasciano il passo inevitabilmente a responsabilità e pressioni enormi in nome del music…
0 notes
thebeautycove · 4 months
Text
Tumblr media
ONSKAD FRAGRANCES - ONSKAD 50'- Retrospective Collection - Eau de Parfum
The legendary glamour of the Fifties. Remind me that Hollywood golden age with those femme fatale icons and above all the sublime beauty of Grace Kelly epitome of timeless elegance and style.
This fragrance would have been magnificently suitable for her while playing the role of Frances in Hitchcock movie ‘To Catch a Thief’, which she starred with Cary Grant in 1955 (how to forget that stolen kiss!).
L’impareggiabile glamour degli anni ‘50. Hollywood e la sua golden age costellata di attrici straordinarie, protagoniste assolute della storia della cinematografia, icone di stile, fascino, eleganza che sopravvivono al tempo e alle mode.
Marilyn, Audrey, Grace, solo tre di molte, non hanno bisogno di presentazione, con la loro eclatante personalità, bellezza e bravura hanno lasciato, da protagoniste di film intramontabili, un ricordo indelebile nel pubblico di ogni età.
Per Virginie Dhoye, fondatrice di Onskad Fragrances, sondare epoche passate, in particolare le decadi ‘30, ‘50, ‘80, ha significato individuare l’elemento focale per definire l’input creativo della collezione Retrospective.
Da Onskad 50' emergono immagini e sentori di quel tempo. Il fascino delle dive, le silhouette disegnate dai grandi couturier, vita stretta e grandi gonne a ruota, la pelle porcellana, il filo di perle sul décolleté, una femminilità innata, dignitosa, distinta ma non priva di imprevedibilità.
Sono le immediate note fresche e vaporose di agrumi e spezie a stuzzicare, è il radioso incalzare aromatico con la seduttiva eleganza di ylangylang e rosa a riportare alla mente la fatidica scena del bacio rubato tra Grace Kelly a Cary Grant nel film di Hitchcock ‘Caccia al Ladro’ del 1955, irresistibili i loro sguardi! 
L’armonia si compie nel finale dove è chiaramente percepibile l’intento di Lea Hiram di imporre alla fragranza una connotazione vintage.
Fiori, muschi, aldeidi in effervescenza serica fluiscono in una scia dal lucore opalescente in cui profonde ombreggiature boisé boschive ambrate, ne decretano l’assoluta raffinatezza. Retro Glam updated.
Creata da Lea Hiram.
Eau de Parfum 100 ml.  Online qui 
©thebeautycove   @igbeautycove
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
m2024a · 6 months
Video
La moda su TikTok piace alla Generazione Z, vince il sostenibile e l'usato Il 60 dei giovani usa la app ed è diventato uno dei loro marketplace digitali preferiti Ben il  60% della Generazione Z utilizza TikTok. Questa app di condivisione video si è evoluta ben oltre una semplice piattaforma per sfide di danza o video di lip-sync. Ha cambiato l modo in cui i giovani interagiscono con la moda, diventando il loro marketplace digitale di riferimento. Ma perché questa piattaforma di social media è diventata un fulcro della moda per questa generazione più giovane? Jason Adler, ingegnere del software presso Repocket, ha discusso le sorprendenti ragioni. La Magia dell'Algoritmo TikTok ha oltre un miliardo di utenti attivi mensili, secondo Backlinko. Inoltre, vanta un coinvolgimento di quasi il 18%, molto superiore a quello di Instagram e YouTube. Quindi, non sorprende che sia diventato un fulcro della moda per i giovani. L'algoritmo di TikTok è progettato per riconoscere e promuovere contenuti autentici. I contenuti di moda che sono rilevanti e originali tendono ad ottenere più visibilità, spiega Adler. L'algoritmo di TikTok si concentra sugli interessi e sui comportamenti dell'utente. Se continui a guardare e interagire con contenuti legati alla moda, l'algoritmo ti proporrà sempre più contenuti dello stesso tipo. È una relazione simbiotica  più consumi, interagisci e produci contenuti di moda, più l'algoritmo di TikTok alimenta la tua ispirazione per la moda. L'hashtag #TikTokFashion, con 9.5 miliardi di visualizzazioni, esemplifica l'enorme influenza della piattaforma sulle tendenze e gli stili attuali. Sostenibile e di Seconda Mano: Il Nuovo Cool Uno degli aspetti più affascinanti della rivoluzione della moda su TikTok è l'accento sulla sostenibilità. Con la crescente consapevolezza dell'impatto ambientale dell'industria della moda, gli acquirenti della Generazione Z stanno abbandonando il fast fashion a favore di alternative sostenibili, etiche e di seconda mano. TikTok è diventato un centro per questo movimento, con gli utenti che condividono i loro acquisti nei negozi dell'usato, consigli per l'upcycling e raccomandazioni di marchi sostenibili. Questo cambiamento non riguarda solo lo stile  è una dichiarazione di valori. Buona parte della Generazione Z preferisce acquistare da marchi sostenibili. E TikTok è uno strumento fondamentale per scoprire e promuovere queste alternative. L'Atmosfera di Comunità TikTok coltiva un forte senso di comunità, in cui gli utenti non sono semplici spettatori ma partecipanti attivi che influenzano le tendenze di stile. Adler sottolinea: La natura collaborativa di TikTok, dove le sfide e i duetti con hashtag sono all'ordine del giorno, crea una comunità della moda in piena effervescenza. Diluisce il confine tra creatori e spettatori, rendendo tutti potenziali trendsetter. Su TikTok, gli appassionati di moda non seguono le tendenze  le creano, creando un ambiente in cui la moda è un processo collaborativo, inclusivo e creativo. La Trasmissione Ultra-rapida delle Tendenze Le tendenze della moda emergono e svaniscono a un ritmo vertiginoso su TikTok. Ma perché succede? Adler spiega: Il contenuto di TikTok è breve e facilmente digeribile. Una tendenza può nascere da qualsiasi parte e, dato che il contenuto è facilmente condivisibile, si diffonde rapidamente. Il formato di brevi video di TikTok facilita la diffusione delle tendenze e permette agli utenti di consumarle e replicarle. Questo contribuisce alla trasmissione ultra-rapida di stili e tendenze sulla piattaforma. Consigli per Ottenere le Migliori Offerte ed Evitare Truffe Controllare le recensioni degli utenti e le valutazioni dei prodotti. Forniscono informazioni preziose sulla qualità dei prodotti e sulla credibilità del venditore. Seguire account affidabili: Gli account TikTok popolari e affidabili spesso condividono i loro prodotti preferiti con link. Segui le loro raccomandazioni per ridurre il rischio di truffe. Contattare i Venditori: Non esitare a contattare i venditori per maggiori informazioni su un prodotto. I venditori legittimi saranno più che disposti a rispondere. Attenzione ai Prezzi Troppo Bassi: Se un affare sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. Fai attenzione ai prezzi estremamente bassi. Utilizzare metodi di pagamento sicuri: Opta sempre per metodi di pagamento sicuri come carte di credito o PayPal. Evita i bonifici bancari poiché offrono meno protezione contro le frodi. Rimani Informato: Infine, mantieniti aggiornato sulle ultime funzionalità di sicurezza e politiche di acquisto di TikTok. Familiarizza con le funzioni di segnalazione dell'app per segnalare comportamenti sospetti. Mentre TikTok continua a crescere, il suo impatto sull'industria della moda è innegabile. La sua combinazione di accessibilità, creatività e comunità ha creato un nuovo vivace mercato dove si stabiliscono le tendenze e possono emergere voci inascoltate negli spazi della moda tradizionale.
1 note · View note
lamilanomagazine · 9 months
Text
Vicenza, aprirà in via straordinaria la chiesa di Santa Maria Nova
Tumblr media
Vicenza, aprirà in via straordinaria la chiesa di Santa Maria Nova Il Natale culturale di Vicenza si arricchisce di un nuovo importante momento: sabato 6 e domenica 7 gennaio aprirà in via straordinaria la chiesa di Santa Maria Nova con la collaborazione della Delegazione di Vicenza del FAI e del Gruppo Giovani che dalle 10 alle 15 organizzano visite gratuite. Lo storico edificio, ora completamente sgombro dopo il recente trasferimento delle raccolte archivistiche della Biblioteca Bertoliana nella ex scuola Giuriolo, può tornare definitivamente alla città e mostrarsi al pubblico per essere ammirato in tutta la sua bellezza. Un primo momento per riscoprire un'opera che, pur figurando fin dal 1994 nell'elenco dei monumenti palladiani di Vicenza parte del patrimonio Unesco, molti dei vicentini ancora non conoscono. «Vicenza sta vivendo in questi giorni una grande effervescenza culturale - commenta l'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin -. Dal 16 dicembre la Basilica Palladiana accoglie l'evento espositivo "Caravaggio, Van Dyck, Sassolino. Tre capolavori a Vicenza", che dal primo giorno ci sta dando ragione – con gli alti numeri di visitatori – del valore di questa sfida che l'amministrazione ha condiviso con Intesa Sanpaolo, CISA e Teatro Comunale: si tratta di un'anticipazione di quella che vuole essere la nostra politica culturale, attenta alla città e alla sue raccolte, spinta a ospitare capolavori internazionali, capace di valorizzare un artista contemporaneo e locale come Arcangelo Sassolino. Insieme all'evento in Basilica la città è interessata da altre due mostre: "Le trecce di Faustina" alle Gallerie d'Italia (con il biglietto della Basilica si potrà accedervi con una riduzione) e "Opere di Mario Mirko Vucetich. La donazione Breganze", promossa dai Musei civici di Vicenza, aperta dal 21 dicembre nelle sale ipogee di Palazzo Chiericati. Insieme alle mostre, vanno in scena vari eventi e rassegne legati al Natale, sia in centro che nei quartieri. In questo contesto abbiamo voluto fare un ulteriore regalo alla città, aprendo finalmente la chiesa di Santa Maria Nova grazie alla collaborazione della Delegazione FAI di Vicenza. Anche in questo caso un'anticipazione in vista di un progetto di valorizzazione dell'edificio». Alessandra Ronchi, capo delegazione FAI Vicenza, conferma che «la Delegazione FAI di Vicenza e il Gruppo Giovani hanno risposto con entusiasmo alla richiesta di contribuire alla restituzione di un bene che da tempo non era accessibile alla città. L'apertura di Santa Maria Nova è un'occasione importante per sottolineare la collaborazione tra FAI e l'amministrazione di Vicenza. Solo la sinergia tra più soggetti, sensibili alla bellezza del nostro Paese e della nostra Città, può consentire la valorizzazione di un patrimonio artistico preziosissimo e offrire la possibilità di apprezzarlo». Realizzata su un progetto probabilmente di Andrea Palladio sul finire del XVI secolo, la chiesa – una sontuosa pianta rettangolare a navata unica – nacque per essere annessa al convento delle Agostiniane di Porta Nuova: uno scrigno di tesori anche pittorici (con tele dei Maganza, di Francesco Maffei, Giulio Carpioni, Palma il Giovane) poi dispersi per il Veneto in seguito alla sua sconsacrazione, avvenuta per effetto dei decreti napoleonici di soppressione degli ordini religiosi ai primi dell'Ottocento. Da allora venne destinata a svariati usi: prima a caserma, quindi a magazzino e, in tempi più recenti (dal 2007 al 2023), a deposito di una parte del materiale archivistico della Biblioteca Bertoliana. Informazioni: Le visite sono gratuite; non è prevista prenotazione. Sarà sufficiente presentarsi davanti alla chiesa in contra' Santa Maria Nova.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Capodanno: consigli e vademecum salva-gaffe per il brindisi
Re per una notte forse, ma sommelier non ci si improvvisa. Neanche a Capodanno. Per il brindisi di mezzanotte “una bollicina, che sia Metodo Classico o Italiano, non va ruotata nel bicchiere per non disperdere la preziosa effervescenza. Con gli spumanti quindi non esagerare con lo swirling, come dicono gli inglesi”. A dirlo è Marco Sabellico, storico curatore della Guida Vini d’Italia del Gambero…
View On WordPress
0 notes
daraprispumanti · 1 year
Text
L'obiettivo principle è stato quello di dar vita a un "metodo classico antico", suadente, femminile per eleganza e armonia, raffinato e di soffice masticabilità, persistente e saporoso fino al quarto del palato, con un effervescenza sottilissima quasi a ricordarti la setosità e la leggerezza di un inimitabile foulard si seta.
Mattia Vezzola
#Bollicinedipuglia 
#MetodoClassico
#daunia
#enjoydarapri
https://winequote.wineducational.it/
0 notes
sandratognarini · 1 year
Text
Il Comtes de Champagne Grands Crus Rosé Maison Taittinger
Tumblr media
Il Comtes de Champagne Grands Crus Rosé Maison Taittinger Scopri il millesimato che esprime l’eleganza e la personalità della Maison Taittinger in un Rosé di gran classe Comtes de Champagne Grands Crus Rosé: il millesimato che incarna il connubio tra Pinot Noir e Chardonnay C’è stata molta attesa per Se ami lo #Champagne, non puoi perderti il #ComtesDeChampagneGrandsCrusRosé, il millesimato che esprime l’eleganza e la personalità della #MaisonTaittinger in un Rosé di gran classe. 🥂 Scopri la sua composizione, le sue caratteristiche organolettiche, il suo affinamento e i suoi abbinamenti con l’alta cucina. 🍽 https://ramingare.com/?p=7882 #PinotNoir #GrandsCrus #Cuvée #Millesimato #Terroir #Vendemmia #Effervescenza #Aromi #Tannini #Affinamento 🍇😊 ... Read the full article
0 notes
amicidomenicani · 1 year
Text
Quesito Caro Padre Angelo, avrei bisogno urgentemente di aiuto. Mi chiedevo se un’anima può dannarsi in vita prima di morire. Ho 33 anni e all'età di 23 anni feci un patto con il demonio per avere successo lavorativo e l'ottenni. C’era un prezzo morale da pagare. Divenni benestante ma quando pagherai il prezzo morale di cui gli ho detto, rinnegai ciò che avevo fatto. Piansi tanto e mi pentii. Qualche sera dopo feci un sogno: una sorta di nano deforme mi diceva che lui (riferendosi al diavolo) mi avrebbe tolto tutto quello che mi aveva dato. Infatti per eventi che successero persi tutto. Mi sono avvicinato al Signore, mi sono pentito, ho confessato questo peccato al mio confessore e sono stato assolto. Ma sento sempre voci come se fossero pensieri che non mi lasciano pregare, che mi dicono che ormai non c'è più nulla da fare, che sono dannato e che ormai appartengo al diavolo. Sto vivendo un periodo bruttissimo. Mi vengono in mente pensieri blasfemi, frasi blasfeme anche in Chiesa. Tra l'altro sono due anni che vado a Messa tutti i giorni. Recito il Rosario, ma niente mi sento assediato dal male... Cosa posso fare? Sono perso per sempre? Sono fuori dalla grazia e misericordia di Dio? Mi aiuti la prego ne ho bisogno. Spero mi risponda al più presto. Risposta del sacerdote Carissimo, 1. ti sei pentito di quello che hai fatto, l'hai confessato e sei stato perdonato. Le ossessioni che al momento ti turbano sono assalti di colui nelle cui mani a suo tempo ti sei messo e che non vuole abbandonarti. Ma ormai non gli appartieni più. Sono contentissimo che tu partecipi quotidianamente alla Santa Messa. Così come sono ugualmente contento che reciti il Santo Rosario. 2. Il beato Bartolo Longo non soltanto si era consegnato al demonio, ma era diventato sacerdote satanista. Se il Signore ha reso santo Bartolo Longo che si era così degradato, lo può fare anche con te. Anzi, vuole farlo anche con te. 3. Il demonio vessa in modo particolare quelli che hanno cambiato vita. Soprattutto tormenta i santi. Tra questi mi piace ricordare il santo Curato d’Ars. Nugoli di demoni gli dicevano: “Mangiatore di tartufi! Ti avremo, ti avremo!… Sei nostro, sei nostro!” (A. Monnin, Il Curato d’Ars, p. 163). In questo modo cercavano di portarlo alla disperazione. 4. Il santo Curato veniva disturbato da rumori violentissimi, che mettevano sottosopra tutta la casa. Chiamava uomini che vigilassero con lui durante la notte. Anch’essi sentivano i rumori, ma non vedevano nulla. Nel frattempo i suoi confratelli sacerdoti lo prendevano in giro e dicevano: “Se il curato d’Ars vivesse come gli altri, se prendesse la sua parte di sonno e di vitto, quella effervescenza di immaginazione si calmerebbe, il suo cervello non sarebbe popolato da spettri e tutta quella infernale fantasmagoria svanirebbe” (Ib., p. 165). 5. Se avevano l’opportunità di parlarli gli dicevano: “Andiamo, andiamo! Caro curato, fate come gli altri, nutritevi meglio: è il miglior modo di farla finita con le diavolerie. Così il povero curato fu trattato a lettere maiuscole da visionario e da maniaco. Egli non rispose a quelle ingiurie; si ritirò nella sua camera, insensibile a tutto fuorché alla gioia di essere stato umiliato (Ib., p. 166). 6. Poco per volta il santo curato conobbe tutte le astuzie del demonio per disturbarlo e farlo soffrire. Ma ormai aveva imparato a dire: “Il demonio è molto astuto, ma non è forte. Un segno di croce lo pone in fuga. Appunto or sono tre giorni faceva gran rumore sopra la mia testa. Pareva che tutte le carrozze di Lione rotolassero sulla soffitta… Ieri sera turbe di demoni scuotevano alla mia porta, parlavano come un’orda di barbari; io non intendevo parola del loro gergo. Feci il segno della croce e tutti sparirono” (Ib., p.167). 7. Aveva capito anche che se Dio permetteva certe vessazioni era per prepararlo a ricevere grazie più grandi: “Ogni volta che le vessazioni del demonio raddoppiavano di frequenza ed intensità prevedeva che la grazia
stava per inviargli qualche gran peccatore da convertire: di rado i suoi presentimenti fallivano” (Ib., p.167). 8. Impara anche tu a farti spesso il segno della croce per allontanare quelle vessazioni. Non solo, ma sii persuaso che se il Signore le permette è per riscattare qualche anima e portarla a conversione. Pertanto accetta i disturbi e le sofferenze provocate da quelle ossessioni in espiazione di quello che hai fatto e per la conversione dei peccatori. Come sarebbe bello se dove è abbondato il peccato sovrabbondasse la grazia! 9. Infine, nessuno è già eternamente dannato finché vive in questo mondo. Abbiamo la libertà e per mezzo di essa possiamo sempre capovolgere e rinnegare il male commesso. Con l’aiuto della grazia possiamo sempre salvarci. Ti auguro un sereno e Santo Natale, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.  Padre Angelo
0 notes
lunamagicablu · 1 year
Text
Tumblr media
Sol, Solitudo, Silentium
Sotto l’ispirazione della luce divina
( SOL), allontanarsi dal mondo in effervescenza verso la più profonda solitudine (SOLITUDO) e lavorare infaticabilmente in silenzio
( SILENTIUM), in segreto e tacere. Il Mago delle Nuvole art by_tutifruiti1511 ******************* Sol, Solitudo, Silentium
Under the inspiration of divine light
(SOL), move away from the effervescent world towards the deepest solitude (SOLITUDO) and work tirelessly in silence
(SILENTIUM), in secret and in silence. The Cloud Wizard art by_tutifruiti1511 
4 notes · View notes
Text
Moscato naturale d’Asti
Moscato naturale d’Asti
Tumblr media
Il Moscato naturale d’Asti è un vino bianco dolce prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti.
Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato Bianco, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da una grande varietà di minerali e un clima tipicamente temperato, che favorisce la maturazione dell’uva. Il processo di vinificazione prevede una sola fermentazione, che avviene naturalmente grazie alla presenza di lieviti indigeni presenti sull’uva stessa.
Il Moscato naturale d’Asti si presenta di colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note fruttate e floreali, con profumi di pesca, albicocca, fiori di sambuco e acacia. Al palato, il vino è dolce e aromatico, con una leggera effervescenza che ne esalta la freschezza.
Il Moscato naturale d’Asti è un vino dal carattere allegro e spensierato, che si presta a molteplici abbinamenti. È perfetto da gustare come aperitivo, con dolci e dessert, ma si abbina anche bene con formaggi erborinati, crostacei e frutti di mare.
Il Moscato naturale d’Asti ha ottenuto la denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantisce la sua qualità e autenticità.
Uve di produzione
È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco.
Il colore
è un giallo paglierino dorato assai limpido e brillante.
L’odore
se si tratta di prodotto genuino, è quello caratteristico e fragrante dell’uva d’origine.
Il sapore
è dolce e delicato.
La gradazione alcolica
ben raramente supera i 10”Moscato naturale d’Asti; soltanto in annate eccezionali può raggiungere i 10,5.
Invecchiamento
Per il consumo è già pronto quello dell’annata o, al massimo, quello dell’anno precedente. Qualche produttore, dopo una rapida sosta in botte (7-8 mesi), lo imbottiglia nelle caratteristiche champagnotte verdi che tiene, disposte orizzontalmente, in cantina molto fresca e asciutta per passarlo al commercio verso la metà dell’annata successiva, Qualche altro, lo lascia addirittura in botte per imbottigliarlo man mano che lo immette sul mercato.
Degustazione
Per degustare l’ottimo Moscato naturale d’Asti, non sono necessari particolari accorgimenti: si mette la bottiglia in frigorifero, ve la si lascia per un’ora o poco più e la si stappa al momento di mescere.
Abbinamento cibo vino
Tipico vino da dessert, si accompagna deliziosamente a biscotti, piccola pasticceria secca e ad ogni genere di frutta, esclusa quella molto dolce.
Centri di produzione
I maggiori centri di produzione sono situati in provincia di Asti e precisamente nei territori dei comuni di Costigliele d’Asti, Nizza Monferrato, Rocchetta Tanaro.
un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/moscato-naturale-dasti/
0 notes
gianlucacrugnola · 1 year
Text
Soundgarden - Louder Than Love
Louder Than Love, cinque settembre (1989), data di rilascio per il disco manifesto della creatura in fermento nel sottosuolo di Seattle.Il lavoro segna discograficamente tutta la scena cittadina uscendo per primo con una major, loro tra i tanti gruppi in ascesa nel periodo, umori, effervescenza e creatività lasciano il passo inevitabilmente a responsabilità e pressioni enormi in nome del music…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
mantruffles · 1 year
Text
Moscato naturale d’Asti
Moscato naturale d’Asti
Tumblr media
Il Moscato naturale d’Asti è un vino bianco dolce prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti.
Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato Bianco, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da una grande varietà di minerali e un clima tipicamente temperato, che favorisce la maturazione dell’uva. Il processo di vinificazione prevede una sola fermentazione, che avviene naturalmente grazie alla presenza di lieviti indigeni presenti sull’uva stessa.
Il Moscato naturale d’Asti si presenta di colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note fruttate e floreali, con profumi di pesca, albicocca, fiori di sambuco e acacia. Al palato, il vino è dolce e aromatico, con una leggera effervescenza che ne esalta la freschezza.
Il Moscato naturale d’Asti è un vino dal carattere allegro e spensierato, che si presta a molteplici abbinamenti. È perfetto da gustare come aperitivo, con dolci e dessert, ma si abbina anche bene con formaggi erborinati, crostacei e frutti di mare.
Il Moscato naturale d’Asti ha ottenuto la denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantisce la sua qualità e autenticità.
Uve di produzione
È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco.
Il colore
è un giallo paglierino dorato assai limpido e brillante.
L’odore
se si tratta di prodotto genuino, è quello caratteristico e fragrante dell’uva d’origine.
Il sapore
è dolce e delicato.
La gradazione alcolica
ben raramente supera i 10”Moscato naturale d’Asti; soltanto in annate eccezionali può raggiungere i 10,5.
Invecchiamento
Per il consumo è già pronto quello dell’annata o, al massimo, quello dell’anno precedente. Qualche produttore, dopo una rapida sosta in botte (7-8 mesi), lo imbottiglia nelle caratteristiche champagnotte verdi che tiene, disposte orizzontalmente, in cantina molto fresca e asciutta per passarlo al commercio verso la metà dell’annata successiva, Qualche altro, lo lascia addirittura in botte per imbottigliarlo man mano che lo immette sul mercato.
Degustazione
Per degustare l’ottimo Moscato naturale d’Asti, non sono necessari particolari accorgimenti: si mette la bottiglia in frigorifero, ve la si lascia per un’ora o poco più e la si stappa al momento di mescere.
Abbinamento cibo vino
Tipico vino da dessert, si accompagna deliziosamente a biscotti, piccola pasticceria secca e ad ogni genere di frutta, esclusa quella molto dolce.
Centri di produzione
I maggiori centri di produzione sono situati in provincia di Asti e precisamente nei territori dei comuni di Costigliele d’Asti, Nizza Monferrato, Rocchetta Tanaro.
leggi tutto https://online-wine-shop.com/moscato-naturale-dasti/
0 notes
blissful-moontrip · 1 year
Text
Moscato naturale d’Asti
Moscato naturale d’Asti
Tumblr media
Il Moscato naturale d’Asti è un vino bianco dolce prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti.
Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato Bianco, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da una grande varietà di minerali e un clima tipicamente temperato, che favorisce la maturazione dell’uva. Il processo di vinificazione prevede una sola fermentazione, che avviene naturalmente grazie alla presenza di lieviti indigeni presenti sull’uva stessa.
Il Moscato naturale d’Asti si presenta di colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note fruttate e floreali, con profumi di pesca, albicocca, fiori di sambuco e acacia. Al palato, il vino è dolce e aromatico, con una leggera effervescenza che ne esalta la freschezza.
Il Moscato naturale d’Asti è un vino dal carattere allegro e spensierato, che si presta a molteplici abbinamenti. È perfetto da gustare come aperitivo, con dolci e dessert, ma si abbina anche bene con formaggi erborinati, crostacei e frutti di mare.
Il Moscato naturale d’Asti ha ottenuto la denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantisce la sua qualità e autenticità.
Uve di produzione
È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco.
Il colore
è un giallo paglierino dorato assai limpido e brillante.
L’odore
se si tratta di prodotto genuino, è quello caratteristico e fragrante dell’uva d’origine.
Il sapore
è dolce e delicato.
La gradazione alcolica
ben raramente supera i 10”Moscato naturale d’Asti; soltanto in annate eccezionali può raggiungere i 10,5.
Invecchiamento
Per il consumo è già pronto quello dell’annata o, al massimo, quello dell’anno precedente. Qualche produttore, dopo una rapida sosta in botte (7-8 mesi), lo imbottiglia nelle caratteristiche champagnotte verdi che tiene, disposte orizzontalmente, in cantina molto fresca e asciutta per passarlo al commercio verso la metà dell’annata successiva, Qualche altro, lo lascia addirittura in botte per imbottigliarlo man mano che lo immette sul mercato.
Degustazione
Per degustare l’ottimo Moscato naturale d’Asti, non sono necessari particolari accorgimenti: si mette la bottiglia in frigorifero, ve la si lascia per un’ora o poco più e la si stappa al momento di mescere.
Abbinamento cibo vino
Tipico vino da dessert, si accompagna deliziosamente a biscotti, piccola pasticceria secca e ad ogni genere di frutta, esclusa quella molto dolce.
Centri di produzione
I maggiori centri di produzione sono situati in provincia di Asti e precisamente nei territori dei comuni di Costigliele d’Asti, Nizza Monferrato, Rocchetta Tanaro.
un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/moscato-naturale-dasti/
0 notes