#don tonino
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Ceccano, don Tonino Antonetti lascia le parrocchie del centro, arriva don Italo
Nel periodico avvicendamento dei parroci, don Tonino Antonetti, apprezzato ed amato arciprete di Ceccano, lascerà le parrocchie dell’unità pastorale del centro cittadino, San Giovanni, S. Nicola e Sacro Cuore. Al suo posto arriverà don Italo Cardarilli, finora altrettanto benvoluto arciprete ad Amaseno. Don Tonino sarà parroco della concattedrale di Veroli. I cambiamenti hanno riguardato tante…
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Un anno insieme con Annalisa
Don Tonino Palmese alla presentazione del calendario solidale Un anno insieme, ricordando Annalisa SANT’AGNELLO | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nella Sala consiliare del Comune mercoledì 10 gennaio alle ore 18 sarà presentato il calendario solidale 2024 Un anno insieme, ricordando Annalisa, vincitore della IV edizione del Premio scolastico nazionale Un’opera per Annalisa – sezione…
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A COLORO CHE NON TROVANO PACE
di Don Tonino Bello
“A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi.
A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso.
A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un’altra piega all’esistenza.
A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate.
A voi, che avete il corpo qui, ma l’anima ce l’avete altrove.
A voi, che avete imparato tutte le astuzie del «bluff» perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza, ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire.
A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto, e non ve ne va mai a genio una, e non c’è bicchiere d’acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.
A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura…. Perché la vostra inquietudine interiore… non sarà più sete di «cose altre», ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo, può estinguere ogni ansia di felicità.
Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire, abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola: «O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».”
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<A me dice~amico d'avventura, siamo in due~non sei solo, inchiodato alla fatica del vivere, del prenderti cura di qualcuno~siamo insieme allo stesso solco, allo stesso aratro~Don Tonino Bello immaginava~Siamo angeli con un'ala soltanto e possiamo volare solo abbracciati~Gesù è l'altra mia ala, il mio ~cireneo~aggiogato ai miei amori, alla mia fatica, ai miei sogni, il vero maestro che non dà ulteriori obblighi, ma ulteriori ali><Ermes Ronchi>
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Ti auguro un'oasi di pace
La strada vi venga sempre dinanzi
e il vento vi soffi alle spalle
e la rugiada bagni sempre l'erba
cui cui poggiate i passi.
E il sorriso brilli sempre
sul vostro volto.
E il pianto che spunta
sui vostri occhi
sia solo pianto di felicità.
E qualora dovesse trattarsi
di lacrime di amarezza e di dolore,
ci sia sempre qualcuno
pronto ad asciugarvele.
Il sole entri a brillare
prepotentemente nella vostra casa,
a portare tanta luce,
tanta speranza e tanto calore.
don Tonino Bello
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Clint Eastwood in The Good, the Bad and the Ugly (Sergio Leone, 1966)
Cast: Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef, Also Giuffrè, Luigi Pistilli, Rada Rassimov, Claudio Scarchilli, John Bartha. Screenplay: Agenore Incrocci, Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Sergio Leone. Cinematography: Tonino Delli Colli. Production design: Carlo Simi. Film editing: Eugenio Alabisi, Nino Baragli. Music: Ennio Morricone.
Clint Eastwood's Man With No Name* may be the movies' most famous picaro, the roguish hero who wanders through an often hostile landscape, surviving by his wits -- and in this case, his skill as a gunman. The picaro's heart is generally in the right place even if he doesn't mind breaking a few laws to get his way. In the first two films of Sergio Leone's "Dollars Trilogy," A Fistful of Dollars (1964) and For a Few Dollars More (1965), he is a loner, but in The Good, the Bad and the Ugly he has picked up an unlikely (and untrustworthy) sidekick in Tuco (Eli Wallach), with whom he is working a scam: Tuco has a price on his head, which our hero collects by bringing Tuco in to justice, and then splits with Tuco after rescuing him from a hanging. Tuco is a more vicious Sancho Panza to No Name's more capable Don Quixote. Leone himself once admitted his debt to the picaresque tradition, and The Good.... was filmed in Spain, where the tradition began with Lazarillo de Tormes in 1557 and produced its most influential analog in Don Quixote. But who, in the mid-1960s, when Leone was making movies derided as "spaghetti Westerns," would have anticipated such analysis or the veneration those films receive today? Half a century ago, when Leone's trilogy was being released, critics were raving about films like A Man for All Seasons (Fred Zinnemann, 1966), Doctor Zhivago (David Lean, 1965), and Becket (Peter Glenville, 1964): "prestige" movies on high-toned subjects that have dated badly, while Leone's movies still get enthusiastic viewings. The Good.... is overlong, especially in its latest restoration, which runs for 177 minutes, and there's some confusion in integrating the Civil War's New Mexico Campaign scenes with the story of the titular triad. But there are few scenes in movies more dazzling than Tuco's dash through the cemetery and the subsequent three-way standoff. Lee Van Cleef is a suitably scary Bad guy; Eastwood demonstrates the growth as an actor that would continue as his career soared; Wallach gives one of his best performances: and the contribution of Ennio Morricone is breathtaking. Raw and unpolished as The Good, the Bad and the Ugly at times is, it remains memorable filmmaking, while the films more celebrated in its day are mostly forgettable. *Actually, he picks up a name in each of Leone's "Dollars Trilogy" films: In A Fistful of Dollars he is called "Joe," which is a generic name for an americano. In For a Few Dollars More he is known as Monco, the Italian word for "one-armed," in reference to his tendency to use his left hand while keeping his gun hand under his poncho. And in the third film he is dubbed "Blondie" by Tuco. (The color of Eastwood's hair seems to me like a minor characteristic, but "Tall Guy Who Squints and Smokes Cheroots" would have been a mouthful.)
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«Credere non è un modo nuovo di pensare soltanto, ma è soprattutto un modo nuovo di vivere e di lottare». don Tonino Bello
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Salerno, a Don Tonino Palmese il premio alla memoria del cav. Andrea Carrano Bonadies | quotidianocostiera.it
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Case di personaggi famosi da visitare
Più di 90 case di personaggi famosi sparse in tutta Italia aperte al pubblico. E' l'iniziativa organizzata dall'Associazione Nazionale Case della Memoria. La terza edizione delle Giornate nazionali delle case dei personaggi illustri si svolgerà oggi, 6 aprile, e domani. I visitatori potranno entrare nelle case in cui scrittori, musicisti, scienziati hanno vissuto anche solo parte della loro vita e scoprire il loro lato più intimo. Case di personaggi famosi: scrittori e poeti Se vi trovate nei pressi di Forlimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena, non potete perdere Casa Artusi, sede dell'omonima Fondazione, un vero e proprio museo della cucina di casa. Pellegrino Artusi è il padre indiscusso della cucina moderna, il suo manuale "La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene" è presente ancora oggi nelle case degli italiani. Nella sua casa, un edificio di 2800 metri quadri ricavata dalla ristrutturazione del complesso monumentale della Chiesa dei Servi, trovano posto una scuola di cucina, una bottega, un ristorante ed enoteca. La casa di Tonino Guerra, a Pennabili in provincia di Rimini, è piena di cimeli di ogni tipo: un’antica chiave, uno scettro africano, un amuleto sciamano. Alle pareti si possono ammirare, accanto ai suoi pastelli e bozzetti, un disegno colorato di Wim Wenders, un acquarello di Michelangelo Antonioni, un De Chirico oltre a diverse opere di artisti russi. Le lettere di Pasolini, Natalia Ginzburg, Calvino, Fellini (solo per citarne alcuni) testimoniano la sua fortunata carriera di scrittore e di sceneggiatore. Politici e patrioti L’8 agosto 1867, la villa Tinti-Fabiani di Castelfiorentino, in provincia di Firenze, ospitò, anche se solo per una notte, il generale Giuseppe Garibaldi impegnato a raccogliere adesioni in Toscana in vista dell'imminente attacco allo Stato Pontificio. La villa conserva ancora la stanza in cui Garibaldi pernottò con gli arredi originali. A Ghirlaza, in provincia di Oristano, è possibile visitare la casa in cui Antonio Gramsci trascorse la sua infanzia e l'adolescenza. Acquistata dal PCI nel 1965, la casa è diventata il “Centro di documentazione e ricerca sull’opera gramsciana e sul movimento operaio”, un luogo che celebra la memoria dell'uomo, del politico, dell'ideologo, del suo pensiero e della sua opera nota in tutto il mondo. Papi , Santi e testimoni Tra le dimore visitabili in Sicilia vogliamo segnalarvi la casa di don Pino Puglisi e del giudice Rosario Livatino, entrambi beatificati dalla Chiesa. A Palermo, l'appartamento in cui don Puglisi visse dal 1969 al 1993 è diventata un Museo che testimonia la sua vita al servizio del prossimo e un centro di crescita spirituale. La casa del Giudice Rosario Livatino sita a Canicattì, in provincia di Agrigento, testimoniano la sua fede religiosa e la tempra morale. Valori che hanno segnato la sua carriera da magistrato fino alla morte avvenuta per mezzo della mafia. Cantanti e personaggi dello spettacolo Quasi vent'anni fa veniva realizza a Modena la Casa Museo Luciano Pavarotti. La villa in cui il maestro visse gli ultimi anni della sua vita conserva tutti gli oggetti a lui appartenuti e i ricordi legati alla sua carriera. Ambienti realizzati secondo le sue minuziose indicazioni che testimoniano perfettamente la sua personalità. La casa di campagna della famiglia Tognazzi a Velletri, invece, è la sede del Museo dedicato a Ugo Tognazzi. Un luogo dov'è possibile respirare aria di cinema grazie alla Fondazione dedicata all'attore romano simbolo indiscusso del cinema italiano. In copertina foto di Michele Bitetto su Unsplash Read the full article
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Ceccano, tanta gente a salutare don Tonino
Un servizio pastorale lungo 12 anni l’ha portato a conoscere tante persone, ad affrontare situazioni le più svariate, ad affezionarsi a tante persone, che gli rimarranno sempre nel cuore, come ha detto don Tonino Antonetti, nell’omelia della celebrazione di saluto in Piazzale Bachelet a Ceccano. Andrà a Veroli, come parroco della cattedrale. In tanti l’hanno voluto salutare domenica mattina. Al…
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18 marzo 2024
IL SOSTEGNO SCOLASTICO DELLA PARROCCHIA DI PINO TORINESE AI BAMBINI E RAGAZZI DELLA ECOLE SAINTE MARIE DI JANGANY
Messaggio di ringraziamento da Jangany
Carissimo parroco don Mimmo e carissimi tutti della comunità di Pino Torinese,
ancora ricordo il giorno in cui sono stato con voi in occasione della mia visita in Italia: era il 19 novembre 2023. Mi sono sentito molto accolto ed è stata un’occasione nuova per me, di amicizia e di conoscenza. Il padre Tonino, che bene conoscete ho visto anche nelle scuole, non ha potuto venire per il difficile viaggio da fare, e sono venuto io, nuovo responsabile della Missione di Jangany.
Siamo lontani geograficamente ma vicini nell’amicizia e negli aiuti concreti che da tanti anni riceviamo da voi, in momenti di difficoltà come la carestia e soprattutto per l’aiuto scolastico. La scuola è stata per noi occasione di far crescere le persone, umanamente e spiritualmente.
Sono con questa mia lettera a ringraziarvi per le offerte che abbiamo ricevuto di 7.130€, corrispondenti ai nostri circa 35.000.000 Ariary. Con questi soldi ben 234 bambini e ragazzi potranno frequentare la scuola Sainte Marie per un anno intero. Ce ne sono 1.000 quest’anno ma di questi dobbiamo pensare che 700 sono poveri e non riuscirebbero a pagare la retta scolastica con cui dobbiamo pagare gli insegnanti e i materiali scolastici.
Grazie dal profondo del cuore a nome mio personale, di padre Tonino, di suor Annick responsabile della scuola e di tutta la nostra comunità cristiana
Si avvicinano i giorni della Pasqua, non mancheremo di essere insieme con voi e di ricordarvi nella preghiera. I miei più sinceri auguri a tutti voi.
18 marzo 2024. Padre Jean Marcel Fahamaro
Très cher révérend Don Mimmo et chers membres de la communauté de Pino Torinese,
je me souviens encore du jour où j'étais avec vous lors de ma visite en Italie : c'était le 19 novembre 2023. Je me suis senti très bien accueilli et c'était pour moi une nouvelle occasion d'amitié et de connaissance. Le Père Tonino, que vous connaissez bien et que j'ai vu aussi dans les écoles, n'a pas pu venir à cause du voyage difficile qu'il devait faire, et c'est moi, le nouveau chef de la mission de Jangany, qui suis venu.
Nous sommes éloignés géographiquement mais proches par l'amitié et par l'aide concrète que nous recevons de vous depuis tant d'années, dans les moments difficiles comme la famine et surtout pour l'aide scolaire. L'école a été pour nous l'occasion de faire grandir les gens, humainement et spirituellement.
Par cette lettre, je tiens à vous remercier pour les dons que nous avons reçus, d'un montant de 7 130 €, correspondant à environ 35 000 000 Ariary. Avec cet argent, 234 enfants et jeunes pourront fréquenter l'école Sainte Marie pendant une année entière. Ils sont 1 000 cette année, mais il faut penser que 700 d'entre eux sont pauvres et ne pourraient pas payer les frais de scolarité avec lesquels nous devons payer les enseignants et le matériel scolaire.
Je vous remercie du fond du cœur en mon nom, en celui du Père Tonino, de Sœur Annick, responsable de l'école, et de toute notre communauté chrétienne.
À l'approche de Pâques, nous ne manquerons pas d'être avec vous et de nous souvenir de vous dans la prière. Je vous adresse à tous mes vœux les plus sincères.
Le 18 mars 2024. Père Jean Marcel Fahamaro
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«Se un volto non è rivolto verso l'altro, non è più volto. Dovremmo vivere l'uno per l'altro, essere volto rivolto all'altro, volto che si rapporta all'altro».
Don Tonino
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"La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro.
E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo”
don Tonino Bello
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\A incoraggiare nei momenti di buio, a ricordarci che la luce c’è\Scavalcare il muro d’ombra di ciò che appare, per cogliere l’intimità di ciò che vive nel profondo delle cose\Superare il banco di nebbia degli avvenimenti per capirne le linee di tendenza e afferrarne il senso definitivo\Leggere in trasparenza\(don Tonino Bello)\Come sarà stato difficile, anche per i tre discepoli, e non solo quando la nube li avvolse, leggere in trasparenza\don Luigi Verdi\
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La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”. Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
(don Tonino Bello)
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Jean-PIerre Léaud in Pigsty (Pier Paolo Pasolini, 1969)
Cast: Pierre Clémenti, Jean-Pierre Léaud, Alberto Lionello, Ugo Tognazzi, Anne Wiazemsky, Margarita Lozano, Marco Ferreri, Franco Citti, Ninetto Davoli. Screenplay: Pier Paolo Pasolini. Cinematography: Tonino Delli Colli, Armando Nannuzzi, Giuseppe Ruzzolini. Film editing: Nino Baragli. Music: Benedetto Ghiglia.
Pier Paolo Pasolini's Pigsty is too much like what people think of when they hear the phrase "art house movie," especially when they have in mind films of the late 1960s. It's enigmatic and disjointed, and has a tendency to treat images as if they were ideas -- significant ideas. There are two narratives at work in the film: One features Pierre Clémenti as some kind of feral human wandering a volcanic landscape in which he finds a butterfly and a snake and eats both, then dons the helmet and musket he finds beside a skeleton. It's some unspecified pre-modern era -- the helmet and the garb of the soldiers and priests he meets later make me think 17th century. He kills and eats another man he meets, then begins to gather a group of fellow cannibals. The other story takes place in Germany in 1967 and centers on Julian Klotz (Jean-Pierre Léaud), the son of a wealthy ex-Nazi (Alberto Lionello) who styles his hair and mustache like his late Führer and is pursuing a merger with a Herr Herdhitze (Ugo Tognazzi), who is a rejuvenated Heinrich Himmler, having undergone extensive plastic surgery. Julian, meanwhile, is an aimless youth who resists the urgings of his fiancée, Ida (Anne Wiazemsky) to join in leftist protest movements and to have sex with her. He'd rather spend time with the pigs in a nearby sty. The efforts at satire in the modern section are heavy-handed, especially since Pasolini has chosen to have much of the exposition delivered by the actors in the flat-footed style of a 19th-century melodrama. There are some acting standouts, however, in both sections, especially Léaud, who seems to be having more fun than his role allows; Clémenti and Pasolini regular Franco Citti throw themselves into their feral roles, and Tognazzi is suavely menacing in his. If the whole thing is meant as a satire on dog-eat-dog (or man-eat-man or pig-eat-man) capitalism, it is sometimes too oblique and sometimes too blatant. Pasolini is a challenging, original filmmaker as always, but this one doesn't transcend the often inchoate artistic fervor of the '60s avant garde.
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