#divani ad angolo
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Amavo il Natale da piccola. Ricordo perfettamente la vigilia, la strada per arrivare a casa di nonna con una Roma notturna che mi affascinava tanto, soprattutto passare sopra Corso Francia illuminato con quelle luci gialle, io lo chiamavo il ponte di nonno. Arrivare a casa e trovarla sempre perfetta con le sue decorazioni elegantissime in ogni angolo, il presepe con decisamente troppe pecore e il terreno fatto di ceci e lenticchie, le tante candele rosse sparse per casa (sì, una volta sono venuti i pompieri), i rami di eucalipto rosso, i fazzoletti ricamati a tema natalizio, il vassoio gigante degli antipasti con pomodorini, mozzarelline, carciofini, cipolline, olive e salamini tutto rigorosamente disposto in fasce precisissime, il pandoro con la candela sopra, il Mont blanc enorme e il dolce della castagna, noi tanti cugini che dopo cena andavamo ad addormentarci tutti accalcati sui divani di velluto mentre i grandi facevano la cioccolata (o in realtà preparavano i regali) e chi voleva andava a messa. Al loro ritorno si mangiavano i dolci e poi i regali. Scatola grande "aaah questi sono calzini!" e scatola piccola "finalmente delle scarpe", classica battuta degli zii o che adesso faccio io. Era molto bello.
Poi una grande fase di Natali divisi per due nuclei familiari, ma sempre belli bene o male. Vigilia con papà e nonna poi la mattina del 25 in macchina per scendere dagli zii e da mamma.
Da un po' di tempo abbiamo ricominciato a fare il Natale uniti. La famiglia allargata. I primi istanti non senza un pochino di imbarazzo ma per fortuna il ruolo di giullare mi riesce benissimo e devo dire ha aiutato tanto in quei momenti. In questi ultimi anni per me l'unica vera cosa che significa Natale è passare queste giornate con mia nonna. È l'unica cosa che mi preme. L'unica cosa per cui mi impunto.
Lo scorso Natale l'ho passato a casa col covid. Piangendo. Non per il covid, ma perché avevo infettato tanti miei amici ad una cena qualche giorno prima, rovinando il loro Natale e quello delle loro famiglie. Gli unici due giorni senza olfatto e gusto sono stati 24 e 25, come beffa del menù godurioso, credo. Col senno di poi ci rido e ci ridiamo sopra, soprattutto perché mi sono beccata il soprannome di Cavallo di Troia.
Quest'anno non sento il Natale ma non me ne dispiaccio. Nelle ultime 48 ore si sono susseguite una serie di notizie e cambiamenti di programma per cause di forza maggiore che all'ultima ho reagito ridendo. Si naviga a vista. Io, alla fin fine, vorrei solo mantenere la certezza del vedere nonna, controllare se il presepe ha sempre troppe pecore e il terreno fatto di ceci e lenticchie anche se adesso non lo fa più lei, portarle dei rami di eucalipto rosso, accendere tante candele rosse in giro per la casa, farla ridere e farle assaggiare il dolce della castagna.
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La strada della vita
Questa mattina percorrendo la strada che mi portava in centro città, complice la pigrizia del traffico, mi sono preso la briga di automotivarmi.
Di pensare positivo, di vedere la vita in maniera da prendere un respiro e ricominciare.
Ricominciare a viaggiare, ricominciare a leggere, ricominciare ad ascoltare musica, ricominciare ad assaporare le cose belle della vita.
In una giornata primaverile con il colori sgargianti, grazie a un sole limpido, osservavo dai finestrini la vita scorrere lungo la strada.
Ed ecco una coppia, molto anziana, entrambi ricurvi sulle loro schiene camminare attaccati l'una all'altro. Ho subito pensato che per arrivare a stare tanto tempo insieme, quelle due persone, abbiano imparato a ingoiare il dolore per non farlo deglutire a chi gli sta a fianco.
Arrivato al semaforo successivo nell'auto sulla corsia al mio fianco un'altra coppia, stavano litigando. Le urla le sentivo nonostante i finestrini fossero chiusi. Non ho voluto invadere quel momento ho rivolto lo sguardo davanti a me, solo una cosa ho notato: gli occhi di lei, quasi abituati a una disperazione quotidiana. A non piangere per mancanza di tempo, perché se si fermasse cederebbe e verrebbe sopraffatta.
Nel tragitto vedo una donna con un cane al guinzaglio, un cucciolo pieno di vita e curiosità che si sofferma ad annusare e osservare tutto quello che incontra. Lei, lo asseconda con amore guardando quella piccola creatura come se fosse suo figlio.
Probabilmente uscivano dalla clinica veterinaria poco più in là, quella dove nel momento del mio passaggio un furgone per la raccolta di rifiuti speciali sta caricando quello che la clinica veterinaria aveva preparato in un cassonetto. Nel ribaltare il cassonetto non ho potuto fare a meno di notare che tra sacchetti neri e scatole c'era una carcassa. Quello di un cane di grossa taglia, bianco e nero, rigido nel suo stato di morte. La sua anima avrà già superato il ponte, qualcuno in questi giorni ha pianto per l'addio a un membro scodinzolante della famiglia. Un amico fedele, una presenza rassicurante e molti divani condivisi con i suoi famigliari umani. Questo mi sono imposto di pensare, non voglio credere che abbia avuto una vita fredda come il cassonetto metallico in cui si trovava la sua carcassa. Anche se io lo definirei "un corpo". Perché sanno essere più umani di noi.
Passato un incrocio un uomo, avvolto in un eskimo di molte taglie più grandi che lo copriva completamente, la testa coperta dal cappuccio il volto mascherato da una sciarpa fino sotto gli occhi, stava urinando sul marciapiede, contro il muretto di cinta di un giardino pubblico. In mezzo alla strada. Barcolla e riprende a camminare con un equilibrio compromesso, quasi trascinandosi.
Venti metri dopo averlo superato una ragazzina, seduta sotto la tettoia di una fermata dell'autobus, aspetta la sua corsa guardando incantata il cielo. Grandi cuffie sulle orecchie le trasmettono musica che lei canticchia sorridendo mentre muove la testa a ritmo. Il tutto con lo sfondo di un enorme zaino scolastico in spalla.
La vita sta proprio in questo, un lungo percorso dove si alternano momenti di vita piene d'amore e gioia e sogni, con sconfitte e lutti e rabbia.
Non esiste una soluzione per vivere al meglio intesa come legge universale, poiché non tutti ci comportiamo allo stesso modo, non siamo spinti dalle stesse motivazioni. Non abbiamo lo stesso cuore, non siamo uguali. Esiste chi il cuore lo usa tanto, esiste chi il cuore non lo ascolta da così tanto tempo che esso si è rassegnato. Atrofizzato.
Ho semplicemente percorso un tratto di strada che mi portava in centro città, ma se si osserva bene quello che ci circonda c’è da imparare e comprendere in ogni angolo del mondo.
Arrivo al mio appuntamento lavorativo, conscio di aver imparato qualcosa in più di ieri e meno di domani. Stringo le mani, saluto con sorriso cortese e comincio a ritornare con i piedi per terra.
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Il Dar Omar Khayam è un autentico riad del XIX secolo situato nel cuore di Tangeri, a pochi passi dalla Medina e dal Grand Socco. Questo è un angolo del suo cortile interno, dove nel pomeriggio è consuetudine rilassarsi bevendo un buon tè alla menta, simbolo dell'ospitalità marocchina. Tra luci calde, tessili, piante e divani, nascosti in un vecchio mobile, ci sono alcuni libri: sono pieni di polvere, un po' abbandonati ma in fondo sempre vivi perché le parole scritte nero su bianco non muoiono mai. Ho lasciato qualche pagina in più da sfogliare e una dedica per tutti quei viaggiatori che come me si troveranno a passare di qui. Ho amato tanto i giorni trascorsi in questo posto, semplice e silenzioso: la mattina, durante la colazione potevi incontrare e parlare con persone diverse provenienti da ogni parte del mondo. L'ultimo giorno avevo accanto due motociclisti spagnoli, uno di Madrid e l'altro di Bilbao, che con le loro Yamaha Tracer da Tangeri avevano percorso tutta la costa nord-ovest passando per Rabat, Casablanca, El Jadida fino ad arrivare a Marrakech. Abbiamo parlato di Marquez, dei problemi della Honda e della Ducati che ora non è più quella inguidabile dei tempi di Rossi; qualche racconto, un sorriso e un saluto veloce. Mentre loro si dirigevano al porto per prendere il traghetto di ritorno per la Spagna, io proseguivo verso sud per arrivare a Chefchaouen. È in queste piccole cose che ritrovo l'essenza dell'essere un viaggiatore: posso incontrare persone come me. Un po' come quei libri pieni di polvere: da solo hai pur sempre una storia da raccontare, ma insieme hai qualcosa di più grande da lasciare.
#lapelledellalibertà#marocco#daromarkhayam#librichepassione#traveller#riad#tangeri#riadtangeri#dariomassi#piccolelibrerienelmondo#nomadedigitale#viaggiatore#scrittore
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Come arredare una casa con giardino
Il giardino è un'estensione della casa, un luogo dove rilassarsi, godersi il sole e l'aria aperta, coltivare le proprie passioni e trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici. Arredare un giardino con cura significa creare un ambiente confortevole e funzionale, in linea con lo stile della casa e le proprie esigenze. Sono, però, tante le variabili da considerare come le dimensioni dello stesso (un conto è un giardino con spazi grandi e un altro è con spazi piccoli), l’esposizione al sole per valutare se bisogna prevedere delle zone d’ombra, le esigenze di ciascuna persona (ad esempio un conto è avere i bambini, un altro è essere single e un altro ancora è vivere da solo) e, dulcis in fundo, lo stile della casa che dovrà essere, è meglio sempre non dimenticarlo, molto personale creando una sorta di linea di congiunzione tra lo spazio interno ed esterno. Come organizzare la cucina Se si ama cucinare all'aperto, si può creare una cucina in giardino con barbecue, forno a legna, lavello e piano di lavoro. In questo modo è possibile preparare deliziose pietanze e gustarle in compagnia di amici e familiari. Attenzione alla scelta dei materiali che dovranno essere selezionati con cura per creare la migliore cucina all’aperto, optando per quelli resistenti alle intemperie come il legno, il metallo o la pietra. La disposizione degli elementi della cucina svolge, inoltre, un ruolo fondamentale poiché ne va della funzionalità e sicurezza della stessa. L’obiettivo è creare un'area di lavoro comoda e accessibile. Come organizzare il terrazzo Se la casa dispone di un terrazzo, si può arredarlo con divani, poltrone, tavolini e vasi di fiori per creare un'oasi di relax dove godersi la vista panoramica. O, se non si ha la fortuna di guardare il mare e le montagne, si può pensare a una organizzazione che miri al relax della persona, dopo le fatiche quotidiane. Nella scelta dell'arredo per il terrazzo, si dovrà tenere conto delle dimensioni dello spazio a disposizione e dello stile della casa. Si può optare per un arredamento classico o moderno, a seconda dei gusti, e aggiungere un tocco personale con cuscini, tappeti e accessori. Come arredare il giardino Per arredare un giardino con stile, è fondamentale seguire alcune indicazioni come la creazione di diverse zone con differenti funzioni, tra cui una zona relax con divani e sedie, una zona pranzo con tavolo e sedie, una zona gioco per i bambini, un angolo per il barbecue, un orto o un giardino fiorito. Così come per la cucina, anche per il giardino la scelta degli arredi deve puntare sulla comodità e sulla resistenza. Senza, ovviamente, trascurare che un tocco di colore è quasi d’obbligo. Per quanto concerne l’illuminazione, le lampade da esterno sono fondamentali per creare un'atmosfera suggestiva e rendere il giardino fruibile anche di sera. Infine, piante e fiori non devono mai mancare: le piante devono essere adatte al clima della zona e fiorire in diverse stagioni per avere un giardino sempre colorato. In definitiva, nella scelta dell’arredo del giorno, bisogna tenere conto di dimensioni, esigenze e stile. Si possono trovare tante idee e consigli su favi.it, un sito web dedicato all'arredamento e al design. Favi.it offre un'ampia selezione di arredi da esterno per tutti i gusti e budget, dai divani e sedie alle lampade da esterno, dai vasi di fiori ai barbecue. Che colori usare per una casa con giardino La scelta dei colori è importante per creare un'atmosfera armoniosa in giardino. Se il giardino è piccolo, è meglio utilizzare colori chiari che lo faranno sembrare più grande. Se invece è grande, si possono utilizzare anche colori più scuri per creare un'atmosfera più intima e accogliente. Si può anche scegliere di utilizzare colori diversi per le diverse zone del giardino, in modo da creare un effetto più dinamico e personalizzato. Ad esempio, utilizzare colori caldi per la zona relax e colori freddi per la zona pranzo. Con un po' di fantasia e creatività, è possibile trasformare il suo giardino in un'oasi di relax e di bellezza, senza trascurare i propri gusti personali. Che, salvo casi particolari, devono essere alla base di ogni decisione. Image by suksao on Freepik Read the full article
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Si racconta infatti che all’inizio degli Anni ’60 questa villa fosse abbandonata e che in certe notti, dalle sue mura provenissero delle strane voci, le sue finestre si illuminavano all’improvviso, grazie alla flebile fiamma di misteriose candele… La notte del 2 Marzo 1963, un gruppo di ragazzi decise di trascorrere una notte all’interno della cosiddetta “Casa degli Spiriti”.
Ad un’ora imprecisata della notte, i ragazzi iniziarono a sentire dei rumori provenire dagli scantinati della villa, scesero le scale facendosi luce con delle candele e nella cantina dei vini trovarono inizialmente la statuetta di un nano e solo successivamente, in un angolo nascosto da una grossa botte, delle statuette bianche disposte in fila, raffiguranti i personaggi di un presepe. I ragazzi tornarono ai piani superiori con tutte le statuette e alcune bottiglie di vino, trascorsero il resto della notte ad ubriacarsi e scattarono alcune foto, servendosi di una delle prime macchine istantanee… La mattina successiva, non vedendoli ritornare, i genitori li mandarono a cercare.
Quando i carabinieri entrarono nella villa, si trovarono davanti agli occhi uno scenario a dir poco indescrivibile: tutti i mobili del salone erano rovesciati sui ragazzi, le poltrone, i divani, la libreria sembravano essere stati strappati direttamente dalle pareti… Quattro di loro erano in fin di vita, gli altri due si trovavano in un evidente stato catatonico. Nella stanza furono rinvenuti anche alcuni “roll film”, sui quali si distinguevano a malapena le immagini di tutte le statuette, ma di queste neanche una traccia… I vetri in frantumi delle finestre rivolte sul Lago, fecero presumere che le statuette fossero state gettate fuori.
Il fatto è che in fondo al Lago, a una profondità di -30/32 mt, un presepe lo si può trovare davvero… Si diceva infatti che dopo il terribile accadimento, la notte di ogni 3 di Marzo, fosse possibile osservare un presepe tutto bianco, illuminato da una flebile luce, emergere dall’oscurità del Lago!
Punto cospicuo per i velisti gardesani, quella costruzione gialla è chiamata, per ragioni a me sconosciute, "casa dei fantasmi"
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Prendere il covid quando è diventato fuori moda
È passata già una settimana ed io sto ancora male, o forse dovrei dire non bene.
Continuo a sentirmi stanca, irritata perché non sto meglio nemmeno di una virgola e abbastanza inutile, perché non riesco a far fruttare queste giornate.
Ho una casa tutta per me. I momenti in cui c'è silenzio sono i migliori, ma purtroppo non posso staccare il telefono e non rispondere alle inutili chiamate di mio padre, che mi lasciano semplicemente nervosa per le tre ore successive.
Ed il lavoro e lo studio sono lì a guardarmi ed io ho solo voglia di urlare, e molto probabilmente dormire ininterrottamente.
Quasi quasi mi sa che preferivo prenderlo a natale come il resto d'Italia.
#covid#La vita da quarantena non fa per me#Hai genitori dovrebbero fornire corsi sulla comunicazione#Ho sonno#Cose positive#I doppi cuscini#I divani ad angolo#Il WiFi
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Oggi mi manca tanto la casa in cui sono cresciuta e dove ho collezionato moltissimi ricordi. Mi manca il lungo vialetto d’entrata, mi manca la vista sul Monviso, mi manca la cucina color pesca con il lavandino ad angolo, i divani sotto la finestra, il balcone dei pranzi estivi e del momento sigarillo di papà.
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➡️ Divano artigianale by Formarredo Due modello Naviglio ➡️ Totalmente MADE IN ITALY 🇮🇹 ➡️ Il divano angolare Naviglio è una splendida produzione artigianale e si caratterizza per il suo design contemporaneo ed elegante. Se sei alla ricerca di un divano ad angolo dalla qualità eccelsa e dal forte look d'impatto, il modello Naviglio risulterà perfetto per arredare il tuo living. ➡️ Il divano ad angolo Naviglio riesce a donare ad ogni spazio un tocco di classe. Scopriamo di seguito le sue fantastiche peculiarità: 👉🏻 Struttura: in legno massello di abete; 👉🏻 Seduta: piuma con inserto in espanso e schienali in piuma; 👉🏻 Tavolini: rivestiti interamente in pelle piano fiore beige; 👉🏻 Rivestimento: in tessuto tramato bianco e pelle pieno fiore beige. ◾️ Larghezza: 342 centimetri ◾️ Profondità: 285 centimetri ◾️ Altezza: 63 centimetri #formarredodue #divano #divani #divanimoderni #interiordesign #design #madeinItaly #arredamento #arredamentointerni #arredamenti #arredarecasa #casa #arredocasa (presso Lissone) https://www.instagram.com/p/CSJ4LoINW5q/?utm_medium=tumblr
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CRONACHE DI YUUEI - GROUND ZERO Capitolo 6 - Istinto
PAIRING: KIRISHIMA X BAKUGO RATING: +18 GENERE: Fantasy AU
P.O.V. KIRISHIMA
Alla vista del biondo che si avvicinava, con quello sguardo astuto e dominante, una sensazione sgradevole iniziò a fiorire nel petto di Kirishima, seguita dal basso ringhio infastidito che lasciò le sue labbra.
Bakugo si bloccò, udendo il suono, e il suo sguardo si fece sorpreso e poi...deluso? Kirishima non ne era certo, ma sembrava davvero delusione quella che manifestavano i rossi occhi del Re. Ma deluso per cosa?
"Togliti la giacca, devi riuscire a muoverti liberamente" mormorò Bakugo, deviando la sua attenzione altrove.
Kirishima ubbidì subito, desideroso di cacciare quella sgradevole tensione tra loro.
"Per prima cosa vediamo come stai messo in difesa" spiegò il biondo, mettendosi in posizione di attacco "Cercherò di colpirti, tu cerca di impedirmelo"
Kirishima cercò di mettersi in posizione, una posizione terribile con un sacco di falle, Bakugo era certo che l'avrebbe colpito, ma appena il pugno volò nella sua direzione, l'altro lo bloccò con uno scatto repentino della mano.
"Come diavolo hai fatto?" esclamò Katsuki sorpreso.
"Non lo so...l'ho sentito, diciamo. Quando hai mosso il braccio io sapevo dove avrebbe colpito" rispose Eijiro con esitazione.
"Va bene, riproviamo" disse il Re, rimettendosi in posizione.
Questa volta tirò un calcio e anche questo fu anticipato e bloccato dall'altro, nonostante la sua pessima difesa.
"Che cosa senti esattamente?"
"Non saprei spiegartelo...io non so dove proverai a colpirmi, ma appena ti muovi il mio corpo reagisce, da solo"
"E' il tuo istinto" spiegò Bakugo, con tono sorpreso "tu non sai combattere ma il tuo istinto di drago a quanto pare sì"
"Quindi se riuscissi a trasformarmi nella mia forma completa saprei combattere?"
"Forse...andiamo in biblioteca, se riusciamo a trovare qualche testo sui draghi forse possiamo capire come addestrarti in modo efficace" propose Bakugo.
"Io non so niente di addestramenti e combattimenti, quindi mi fido del tuo giudizio" rispose Kiri con un sorriso affilato.
Con grande dispiacere dell'altro, Bakugo si rimise il mantello sulle spalle e si incamminarono dentro il castello, verso la biblioteca in cui Kirishima era già stato poche ore prima.
"Ti piace vivere qui?" chiese il Re di punto in bianco, senza guardarlo.
"Oh sì...lo adoro. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi accolto. Questo è molto di più di quanto avessi mai potuto sperare" rispose Kirishima con dolcezza "spero che la mia presenza non ti sia d'impiccio"
"Ti sembro il tipo di persona che fa qualcosa per pura cortesia?" sbottò il Re infastidito, spalancando la porta della biblioteca "Se sei qui è perché io voglio che tu sia qui. Tu cerca da quella parte, io cerco da questa"
"Va bene" rispose il rosso, con un sorriso enorme.
La biblioteca era enorme, due piani di scaffali e libri. L'arredamento era di un bel legno scuro, lucido, e tutto aveva questo odore di inchiostro, carta e pelle lavorata che faceva sentire Kirishima rilassato. Gli piaceva come i passi sul pavimento di legno risuonavano nel silenzio e il fruscio della carta gli dava un grande senso di pace. Nella sua prigionia non aveva mai avuto dei libri, ma una delle sue compagne gli raccontava delle storie avventurose che aveva letto da bambina nella libreria dei genitori. Gli piaceva immergersi in quei mondi di favole per sfuggire al dolore e alla solitudine della sua cella. Gli venne da sorridere al pensiero che ora che aveva a disposizione tutti i libri che avesse mai potuto desiderare, non gli servivano perché la sua vita stessa era diventata una di quelle favole. Anche se, quando sognava nella sua gabbia, immaginava di essere il bellissimo principe che salva la principessa dai mostri, mentre nella realtà era stato lui ad essere salvato da un affascinante Re.
Se sei qui è perché voglio che tu sia qui. Quelle parole continuavano a ripetersi come un mantra nella sua testa, facendolo sorridere come un idiota per tutto il tempo.
"Che cazzo hai da sorridere in quel modo?" sbraitò Bakugo, quando si incrociarono a metà di un lungo scaffale.
"Niente...sono solo felice" mentì.
Aveva capito che se avesse fatto notare a Bakugo la dolcezza di quello che aveva detto poco prima, il biondo se lo sarebbe rimangiato e non voleva davvero che accadesse. Voleva conservare quella confessione come una rara gemma.
"Hai trovato qualcosa?" gli chiese, per cambiare argomento.
Il Re annuì, mostrando i due libri che stava portando con se.
"Anche io ne ho trovati un paio"
"Qui non c'è altro. Iniziamo a leggere questi e poi vediamo" disse il Re, facendogli cenno di seguirlo.
"Va bene. Dove andiamo?"
"In un posto speciale" rispose Bakugo, con un sorriso astuto.
A pochissima distanza dalla biblioteca, nascosta in un corridoietto laterale, c'era una porta che Kirishima ancora non aveva notato, con un pezzo di pergamena inchiodato sopra che diceva: disturbare solo in caso di emergenza.
Appena la porta fu aperta, Eijiro rimase incantato.
La stanza era piccola rispetto alle altre che aveva visto nel palazzo, appena sufficiente per ospitare un piccolo gruppo di persone. Al centro della parete c'era un camino e davanti ad esso un morbido tappeto. Sul tappeto erano stati sistemati due divanetti e una poltrona, rivestiti di soffici cuscini di velluto verde. Tra i divani e la poltrona erano posizionati due piccoli tavolini rotondi, completamente vuoti, e in un angolo della stanza c'era un carrello su cui erano posati bicchieri e bottiglie di vetro piene di liquidi in varie tonalità dell'ambra, un servizio di porcellane e un'elegante vaso di vetro pieno di biscotti.
Sopra al camino, era appeso un quadro che raffigurava una donna assolutamente identica a Bakugo, perfino nello sguardo altezzoso, un uomo dai capelli scuri e dall'espressione dolce e un ragazzino in piedi tra di loro. Non serviva un genio per capire che erano Bakugo e i suoi genitori.
"Che posto è questo?" chiese Eijiro.
"Il salotto di famiglia" rispose il Re, accucciandosi davanti al camino "Ne abbiamo un altro più grande per quando abbiamo ospiti, dove si serve da bere e si gioca a carte, ma io preferisco questo"
Con attenzione, Kirishima si accomodò su uno dei divani, rimanendo sorpreso dalla morbidezza del tessuto, ma uno scoppio lo fece sussultare.
Guardò preoccupato verso Bakugo, che lo guardava a sua volta con un sogghigno, e capì che aveva scatenato una piccola esplosione per accendere il fuoco nel camino.
"Pestifero" brontolò Kirishima mostrandogli la lingua.
Il Re ridacchiò di gusto al gesto e quella dolce sensazione di euforia tornò a riempire il petto di Eijiro. Gli piacevano sempre di più questi momenti intimi con il Re, quando cadeva la maschera del sovrano schietto e cinico e usciva allo scoperto il gentile, divertente e spensierato Bakugo.
Una volta che il fuoco iniziò a scoppiettare nel camino, il Re si alzò e andò verso il carrello.
Kirishima sentì i vetri tintinnare e poco dopo un bicchiere di liquido ambrato fu posto nella sua mano.
"Che cos'è?"
"Assaggia e lo scoprirai" rispose il Re, accomodandosi su divano di fronte.
Con esitazione, Kirishima annusò la bevanda. Aveva un odore dolciastro e speziato.
Ne prese un piccolo sorso e appena lo inghiottì un'inaspettato bruciore gli bloccò il respiro. Sotto lo sguardo divertito di Bakugo, iniziò a tossire.
"Ma che...che diavolo mi hai dato?" piagnucolò.
"Cazzo che femminuccia" rise il Re "E liquore, non veleno"
A dimostrazione di ciò, prese un generoso sorso dal suo bicchiere e lo mandò giù senza fare una piega.
Kirishima, che non voleva essere da meno, provò a prenderne un altro sorso, questa volta sapendo cosa aspettarsi, e scoprì che, una volta abituato al bruciore, il gusto gli piaceva. Dopo aver vuotato il bicchiere, si rese conto che anche la sensazione di calore e annebbiamento gli piaceva. Si sentiva caldo e felice.
"Posso averne ancora? E' buono...mi ricorda te" esclamò all'improvviso.
Bakugo, che intanto aveva iniziato a leggere, lo guardò con un sopracciglio inarcato.
"In che senso ti ricorda me? E no, non puoi averne ancora. Non mi serve un drago ubriaco"
"Il sapore...ha un sapore dolce e speziato e tu hai un'odore dolce e speziato...mi piace il tuo odore...sa di casa, di famiglia...e mi fa sentire lo stomaco strano...ma uno strano buono. E il liquore brucia, come te quando fai esplodere le cose" rispose il ragazzo, cercando di spiegarsi senza inciampare sulle parole.
Il volto di Bakugo passò in un istante dallo sconcerto al totale imbarazzo. Il suo intero viso si accese di un rosso brillante.
"Capelli di merda! Non puoi semplicemente...oddio...sei già ubriaco, vero?" ribatté il Re, iniziando improvvisamente a ridere "sei davvero una femminuccia"
"Ehi...non sono una femminuccia...sono un possente drago!" ribatté l'altro seccato, cercando di spostarsi verso di lui.
Le sue gambe collaborarono per il primo metro, ma a pochi passi dal divano cedettero, facendolo cadere.
"Attento idiota!" esclamò il Re, che non riusciva a trattenere le risate, afferrandolo al volo per i fianchi.
Il gesto impedì al ragazzo di finire a terra, ma gli fece comunque perdere l'equilibrio facendolo cadere addosso a Bakugo.
"Scusa" mormorò il affranto.
"Non importa" disse il Re divertito, aiutandolo a stendersi sul divano.
Il divanetto era per due persone e per quanto Kirishima non fosse enorme, non era nemmeno piccolo, quindi Bakugo gli fece posare la testa sulla sua coscia.
Con l'alcool nelle vene e il familiare odore di Bakugo nel naso, Eijiro impiegò pochi secondi a scivolare in un sonno profondo.
Quando il Re udì il respiro del drago farsi lento e regolare capì che doveva essersi addormentato e tornò silenziosamente alla sua lettura.
E se nel frattempo le sue dita scivolarono pigramente tra le ciocche cremisi, suscitando morbide fusa dal ragazzo addormentato, il segreto rimase custodito all'interno di quelle quattro mura.
#my hero academia#fanfiction#kiribaku#bakushima#italiano#fantasy AU#dragon!kirishima#barbarian!bakugo
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Obbligo o verità?
@nomeoriginaledainserire: Here’s a prompt for you 🌚❤️ Che ne dici di una bella Teen AU dove sono tutti ad un party e allora gioia gaudio emozione partono gli obblighi improbabili e le verità indecenti sia per Ermal che per Fab? XD
Ciao! Grazie mille innanzitutto per la richiesta, davvero, sono felicissima che tu abbia proposto questo prompt a me! Purtroppo non riesco a postarlo come risposta all’ask (grazie @/Tumblr, sempre molto GENTILE), quindi ho riportato qui il messaggio!
Spero di fare del mio meglio, buona lettura:
ALLORA, prima di tutto creiamo un contesto
I nostri boyz hanno rispettivamente 17 e 19 anni, Ermal è in quarto superiore e Fab tra una bocciatura e un trasferimento dovuto a dei problemi con dei professori si è ritrovato nella classe di Ermal
E diciamo che è ormai maggio, le vacanze si avvicinano e non si sono mai parlati per davvero
Certo, qualche parola se la erano scambiata, ma tra l’impressione da burbero bad boy, il fatto che era ricoperto di tatuaggi in un liceo classico e pregiudizi vari non avevano avuto l’opportunità e neanche la voglia di scambiare due chiacchiere, soprattutto perchè Ermal a scuola era l’esatto opposto suo, con i suoi ricci perfetti, sempre perfettamente ordinato e attento alle lezioni in primo banco
Nonostante Marco, compagno di banco, con la faccia appoggiata alla mano cercasse sempre di distrarlo per giocare all’impiccato o a tris sul banco, mentre Vigentini, dietro di lui, lo punzecchiava con la matita e gli infilava cose tra i capelli, cosa che puntualmente faceva incazzare Ermal mentre Pace li osservava dalla fila accanto e rideva
Quindi ecco, Fabrizio, seduto in ultima fila laterale insieme a un silenzioso Emiliano (con cui non aveva scambiato mezza parola in mesi) osservava ‘sti teatrini tutti i santi giorni, ma si sentiva parecchio fuori-luogo
Questo finchè Andrea decide di organizzare una sottospecie di festa il sabato sera
Aka i suoi genitori erano andati in vacanza per una settimana e, convinti dagli amici del figlio che “non si preoccupi signora, non lo lasceremo solo , lo controlliamo noi” seh seh proprio aveva la casa tutta per se
E perchè non organizzare qualcosa?
Insomma, qualche amico, un po’ di birra e si fa la serata
Solo che da essere in 5/6 alla fine la cosa si era sparsa in tutta la classe e si ritrovano 28 persone nella casa di un Andrea che già si immaginava il cazziatone dei genitori se avessero rotto qualcosa
Quindi una parola tira l’altra e anche Fabrizio si ritrova invitato e dopo mille pippe mentali si dice perchè no? Male male se ne poteva andare
Quindi quando arriva -in ritardo, ovviamente- a casa di Andrea si ritrova un po’ di gente, birre già mezze sparse, musica che non riusciva a riconoscere in sottofondo e chiacchiericci vari
“Ciao Fabrizio! Entra pure, c’è un po’ di gente” dice Andrea, che nonostante il casino riesce a districarsi tra le persone per fare gli onori di casa
Ed effettivamente erano anche troppe persone in un solo appartamento per i gusti di Fabrizio, ma cerca di passarci sopra e dopo qualche ciao detto a compagni con cui non ha mai realmente parlato si prende la birra e si mette in un angolo della stanza a osservare
Dopo neanche 5 minuti si rende conto che c’è un via-vai strano e inizia ad esserne particolarmente interessato quando intravede il proprietario della casa con cavi e una chitarra in mano
(Avete presente i piccioni che girano improvvisamente il collo appena sentono l’odore del cibo? ecco)
Fatto sta che nel giro di 15 minuti hanno spostato divani e cose varie e hanno fatto una sotto(moltosotto)specie di palchetto e solo in quel momento intravede Ermal, che fino a quel momento era imboscato in chissà quale posto
E Fab è tipo w o a h, abituato a vederlo sempre tutto rigido e impostato adesso se lo ritrova con dei jeans mezzi strappati, una maglietta dei The Rolling Stones e i capelli tutti scompigliati
Fab ha praticamente visto la luce
E se prima pensava che Ermal fosse semplicemente bello, adesso gli sembrava una vera e propria opera d’arte (Bizio asciugati la bavetta)
La cosa non migliora quando lo vede armeggiare tra casse e microfoni
Mica si incanta a vedere le lunghe dita dell’altro tra i cavi dei microfoni, no no
La cosa va ancora peggio quando, oltre a Marco e ad Andre, il suddetto ricciolino si aggiunge a loro
“AH- AH- PROVA PROVA, ok penso che vadano. Allora, visto che siete qua ne approfittiamo per fare le prove per quando diventeremo delle grandi star e ci pagherete per venirci a vedere” dice ridacchiando Vige, seguito a ruota dai “se se proprio convinto Andrè” “la convinzione fotte la gente Vige!” “Aò ricordati di me quando diventerai famoso!!” urlati dai suoi amabili compagni di classe, mentre Fabrizio sempre nel suo angolino ridacchiava mentre vedeva Ermal dargli uno scappellotto in testa
“Vi canto una canzone scritta da me... si chiama Il vento della vita, poi faccio qualche cover, promesso” dice Ermal con un filo di voce
E quando inizia a cantare Fabrizio lo vede chiudere gli occhi mentre è completamente trasportato dalla musica e non riesce letteralmente a staccare gli occhi dal suo viso, per tutta la durata della canzone
Cosa di cui Ermal se ne rende conto quando, a fine canzone, li apre e sente decisamente lo sguardo dell’altro su di lui, che ricambia a sua volta sorridendo
E Fab è tipo error 404 file not found e dopo un attimo di panico sorride anche lui, per poi applaudire insieme agli altri
Quindi dopo quell’attimo per rompere il ghiaccio cantano qualche altra cover, per poi finire tra applausi e fischi d’approvazione
Appena sistemano le cose, Fabrizio decide che è giunto il momento di parlargli, roba che ora o mai più
“Ehi, ciao”
“Ciao”
“La canzone tua... è bella, m’è piaciuta molto”
“Davvero?” ad Ermal gli si illuminano letteralmente gli occhi, cosa che fa sorridere Fabrizio
“E certo, mica dico stronzate”
“Grazie”
“Ti va ‘na birra? Magari fuori da ‘sto casino”
“Andiamo al balcone, così mi fumo anche una sigaretta”
Fab è sempre più sconvolto mentre la facciata da perfettino che il compagno di classe aveva si stava letteralmente sgretolando davanti ai suoi occhi
“Sai, non pensavo che tu fossi così”
“Così come?”
“...umano? Non so bene come spiegartelo”
“I pregiudizi sono la piaga dell’umanità -risponde tirando l’ultimo tiro della sigaretta che si era rollato- ma ammetto di averli avuti anche io su di te, siamo pari”
“Da quanto suoni?” e cominciano a parlare di musica, dei loro cantanti preferiti, di concerti, di testi e scoprono di avere in comune una passione così ampia che neanche si rendono conto del tempo che passa, almeno non finchè arriva Marco a interromperli, un po’ stranito dall’accoppiata che si era creata (soprattutto perchè stavano ridendo di gusto spintonandosi con le spalle)
“Ah ma siete qua! Vi davamo per dispersi... siamo rimasti in una decina e pensavamo di giocare a obbligo o verità, venite?”
A malincuore i due -ovviamente- non potevano dire di no e dar buca a loro, in particolare al proprietario di casa che era già gasatissimo all’idea di giocare
Quindi si ritrovano tutti in cerchio nella sala, chi impaziente e chi scazzato
“Allora, a turno abbiamo un obbligo o verità, scegliete e la verità da dire o l’obbligo da fare viene scelto da indica il giro di bottiglia, chiaro?”
E tra un Marco che ammette di avere una cotta per Anna della quinta che è accanto a voi nel corridoio, un Emiliano che incredibilmente parla e un Andrea che è stato costretto a leccare un calzino di Dino, arriva il turno di Ermal
“Obbligo o verità?”
“Verità”
La bottiglia punta verso un entusiasta Francesco, che subito “Oh raga, qui le cose devono farsi piccanti altrimenti che noia! Quindi Ermal... sei mai stato con un ragazzo?”
Attimo di gelo in cui Marco e Andrea, consapevoli della risposta, alternano lo sguardo tra Francesco e l’amico, spezzato da una voce decisamente chiara “Sì”
Bizio allert
“Ma davvero davvero? Cioè avete fatto cose?”
Ermal ridacchia più del solito, cosa che fa capire a Marco che sicuramente ha bevuto più del solito anche se stranamente il cambiamento è impercettibile agli altri “Si, Gabba. Non abbiamo scopato, ma gli ho fatto un pompino che penso che non si scorderà mai” risponde Ermal con fare teatrale, cosa che fa ridere ancora più del dovuto Fabrizio, che di fronte a lui lo guarda bevendo quel po’ di birra che era rimasta
“Ma tu guarda Meta, tanto santarello e poi ci sgancia ‘ste bombe” dice a sua volta Francesco dandogli ‘na pacca non indifferente alla schiena
“Dai dai andiamo avanti, tocca a Fabrizio! Obbligo o verità?”
“Obbligo, decisamente”
“Aò visto che siamo in vena di ‘ste cose bacia per 10 secondi chi punta la bottiglia”
La bottiglia gira e... Ermal
E Fabrizio, che al destino fino a quel momento non ci credeva, ringrazia chiunque sia il responsabile di quella botta di culo e figurati se ti tira indietro
Ermal, che si era mostrato indifferente fino a quel momento, si sporge dal cerchio formato dalle gambe degli altri per mettersi verso il centro “Vieni, facciamolo” mentre Andrea sussurra a Francesco “Non penso che sia molto triste di quest’obbligo comunque eh”
Fabrizio molla la bottiglia e si mette anche lui al centro del cerchio, per poi avvicinarsi anche col viso
Ermal si aspettava un misero bacio a stampo e invece nel giro di mezzo secondo si ritrova la mano del più grande sul suo collo, quindi perchè non approfittarne? Tanto il danno ormai era fatto
Quindi schiude le labbra e lascia che la lingua accarezzi le labbra dell’altro, che a sua volta le schiude per approfondire il bacio sotto gli occhi dei loro compagni di classe
E continuano a baciarsi finchè Gabbani li interrompe con un sonoro “Oh ragà, sembra l’inizio di un porno i 10 secondi so’ passati” e si staccano, per poi guardarsi e scoppiare a ridere sulla spalla dell’altro dopo mezzo secondo (scemo+scemo)
Passano così il resto della serata tra ammiccamenti e scherzi, risate e prese in giro fino a quando, alle due di notte ormai passate, Fabrizio annuncia di dover tornare a casa
“No ragà devo andare, mio padre m’ammazza se se sveglia e nun me trova” dice prendendo la giacca di pelle che si era portato per poi alzarsi
“Aspetta, ti accompagno io alla porta!” dice a sua volta Ermal, alzandosi leggermente barcollante
Socchiudono la porta d’ingresso e si mettono sotto al porticato che divide il giardinetto dal cancello
“Ci smezziamo una sigaretta?” e, dopo aver annuito, si appoggia al muro accanto a lui
“è stata ‘na bella serata” dice Fabrizio rubandogli un tiro direttamente dalle sue mani
“Decisamente” ridacchia Ermal sfregandosi le mani sulle braccia per ripararsi dal freschetto della notte
“Non pensavo che fossi... insom-”
“Gay? Non lo sono, non penso. Penso che la sessualità sia una cosa molto fluida, non amo definirmi”
“Neanche io. ‘so contento che me capisci” e sorride scompigliandogli leggermente i capelli
Continuano a stare lì fuori finchè la sigaretta finisce e una volta fatto l’ultimo tiro Fab si gira verso di lui
“Allora... ci vediamo lunedì”
Non fa in tempo a finire di dirlo che viene tirato da Ermal, che replica il bacio dell’ora precedente lasciando senza fiato il più grande, che ricambia con piacere
“A lunedì, Bizio”
EEEEEEEEEEEEEEEE niente, spero che vi sia piaciuta. Sinceramente (forse essendo la prima richiesta) non ne sono pienamente soddisfatta, ma spero che venga apprezzata comunque!
Le richieste, se ne avete, sono sempre aperte come la gambe di Ermal, quindi non esitate a mandare prompt. Alla prossima!
#metamoro#ermal meta#fabrizio moro#headcanon#fanfiction#metamoro headcanon#metamoro teen au#ask#prompt belli belli#obbligo o verità
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Conciliare l'amore per il design con quello per gli animali
Che gli animali siano sempre più presenti nelle case degli italiani è un dato di fatto. A tutti noi sarà capitato, soprattutto negli ultimi due anni – complice anche la pandemia e il conseguente incremento delle modalità di lavoro agile – di conoscere qualcuno che ha scelto di accogliere nella propria famiglia un nuovo componente peloso o, perché no, con le piume o le branchie. Animali domestici in Italia Nel 2021, in Italia, il numero di animali domestici ha raggiunto quota 62,1 milioni, come evidenziato dal rapporto Assalco-Zoomark. Facendo una breve stima, quindi, quasi tutti gli italiani sono dei Pet Parent. Lo stesso studio rivela anche quali sono le categorie di animali più diffuse all’interno delle nostre case: primi tra tutti i pesci (29,9 milioni) seguiti dagli uccelli (circa 13 milioni); al terzo e quarto posto si posizionano rispettivamente i cani (8,2 milioni) e i gatti (7,9 milioni). Aumentando gli animali all’interno dei nostri nuclei familiari, è aumentato in modo significativo anche il giro d’affari generato dalle vendite di prodotti dedicati a loro. ManoMano – l’e-commerce leader europeo del fai-da-te, giardinaggio e arredo casa – segue questa tendenza. Infatti, sul portale è disponibile una sezione dedicata proprio agli animali, dove è possibile reperire moltissimi articoli per la casa ma anche cibo e accessori. I dati di vendita 2021 di ManoMano relativamente a questa sezione evidenziano una preponderanza di acquisti di prodotti per cani e gatti, che si confermano i quadrupedi preferiti dalle famiglie italiane. Nello specifico, gli acquisti con l’incidenza maggiore in termini di business volume sono state cucce da esterno e casette per cani, mentre tra gli articoli più acquistati prevalgono i prodotti alimentari per i nostri amici felini. Chi sceglie di accogliere tra le proprie mura domestiche un animale, sa perfettamente quanto i nostri amici pet abbiano bisogno di spazi a loro dedicati, dove possano riposare in serenità, mangiare comodamente o giocare senza preoccuparsi di distruggere parti dell’arredamento a cui siamo affezionati. Convivere con uno o più animali domestici, dunque, è assolutamente compatibile con la passione per il design e l’arredamento. Bastano solamente alcuni piccoli accorgimenti che saranno utili a migliorare la nostra vita insieme a quella dei nostri amici pet. Uno spazio per riposare Dopo lunghe passeggiate o semplicemente di notte, i nostri amici a quattro zampe hanno bisogno di una zona della casa adatta a garantire loro il giusto riposo. Sarà sufficiente posizionare in un angolo tranquillo dell’appartamento un’ampia cuccia o una morbida coperta. Per coordinare questo spazio con il resto dell’arredamento potete scegliere elementi che ricordino le stesse tonalità dell’ambiente circostante. Un posto per la pappa Il luogo della casa dove i nostri animali mangiano dovrebbe essere sempre lo stesso. Per comodità, si può optare per collocare ciotole e pappa in cucina, in modo da avere nelle vicinanze un rubinetto così da avere sempre a portata di mano dell’acqua fresca oltre ad uno sportello della credenza dedicato a loro. Per evitare macchie sul pavimento difficili da rimuovere, è inoltre consigliabile posizionare le ciotole su un tappetino apposito. Uno spazio accanto a noi I nostri pet, soprattutto appena arrivati in famiglia, hanno bisogno di sentire la nostra vicinanza e il nostro calore. È bene quindi avere a disposizione degli oggetti che siano facilmente spostabili da una stanza all’altra della casa, per esempio un grande cuscino, in modo che l’animale possa stare accanto a noi in tutti i momenti della giornata. Un altro escamotage per rimanere accanto al nostro cane o gatto, senza rovinare l’arredamento, è quello di coprire divani e poltrone con stoffe dello stesso colore dei rivestimenti: passerà completamente inosservato e avrete il vantaggio di poterlo lavare quando necessario. Se avete in programma di rinnovare mobili o zone della casa, è consigliabile prediligere tessuti e rivestimenti antimacchia o trattati con materiali speciali come il Teflon. Uno spazio per giocare Specialmente da cuccioli, sia cani che gatti sono molto giocosi e utilizzano qualsiasi oggetto che trovano in giro per casa per sfogare un po’ della loro energia. I gatti, inoltre, hanno bisogno di affilarsi le unghie tutti i giorni e lo fanno solitamente con qualsiasi cosa gli capiti a tiro: divani, gambe di tavoli e sedie, letti rivestiti. Per questo motivo, è consigliabile tenere a portata di mano un cesto in cui riporre giocattoli adatti ai nostri pet ed evitare di avere tessuti – come le tende – lunghi fino a terra. Meglio avere un tiragraffi in salotto, che le tende distrutte! Read the full article
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Miglior scopa elettrica dell'anno : offerta last minutes
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/miglior-scopa-elettrica-dellanno-offerta-last-minutes/109181?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=109181
Miglior scopa elettrica dell'anno : offerta last minutes
Grazie alla scopa elettrica, il modo di pulire casa è totalmente cambiato.
Con questi dispositivi bastano poche semplici mosse per eliminare la polvere e lo sporco, anche negli angoli più stretti. Molte donne, dopo averla acquistata, si dichiarano soddisfatte e le pulizie non sono più considerate un’attività che richiede molta fatica.
Ovviamente, come ben sapete, non esiste soltanto un tipo di scopa elettrica. Questo perché nel mondo del commercio, diversi brand le hanno ideate, seguendo particolari standard.
Di conseguenza, c’è molta competizione e decretare la migliore in assoluto non è affatto semplice. Allo stesso tempo però, abbiamo dato un’occhiata alle recensioni Amazon, così da farci un’idea in merito.
Così, ne abbiamo selezionate alcune per voi. A seguire trovate alcuni esempi di scope elettriche, completi di scheda tecnica e descrizione. I prezzi non sono presenti (poiché possono subire variazioni a seconda delle offerte).
Buona lettura!
Scopa elettrica Hoover FD22G
La scopa elettrica di Hoover si presenta davvero super innovativa.
Infatti, come riportato su Amazon e altri siti web è senza fili, per la massima flessibilità di utilizzo. Puoi pulire tutte le stanze della tua casa senza dover continuamente cambiare presa, grazie ai 25 minuti di autonomia.
2 in 1: Scopa + aspirapolvere portatile. Questo dispositivo si trasforma con un semplice gesto in un comodo aspirapolvere portatile.
Batterie al litio. Super leggera e tempi ricarica super rapidi, grazie alle batterie al litio.
Spazzola ultra slim. La spazzola super sottile ti permette di pulire a fondo anche sotto i mobili più bassi di casa.
Supporto a muro. Pratico supporto a muro per riporre il prodotto e gli accessori dopo l’utilizzo.
Scheda tecnica:
Colore Grigio Perlato
Peso articolo 2,2 Kg
Dimensioni prodotto 23 x 25,9 x 110 cm
Capacità 0.7 litri
Volume 0.7 litri
Wattaggio 22
Voltaggio 22
Spegnimento automatico No
Raggio d’azione 30 metri
Classe di efficienza etichetta energetica A to G
Rumorosità 76 dB
Autonomia 25
Caratteristiche speciali senza sacchetto
Scopa elettrica Ariete 2761
Quando si parla di miglior scopa elettrica, è impossibile non citare Ariete 2761.
Come indicato su Amazon e vari siti web, si presenta così:
Leggera come una piuma: il corpo leggero e slanciato e l’impugnatura ergonomica permettono di muoversi agevolmente in tutti gli spazi raggiungendo anche gli angoli più difficili.
2 in 1: la possibilità di utilizzarla sia come scopa verticale, sia come aspirapolvere portatile, rende Handy Force un alleato irrinunciabile per le pulizie domestiche quotidiane.
Prestazioni al top: la tecnologia ciclonica garantisce la perfetta eliminazione di polveri, acari e batteri dalle superfici di casa.
Filtro Hepa: il filtro HEPA assicura il massimo trattenimento delle micro polveri all’interno del serbatoio; ideale per i soggetti allergici a pollini o animali domestici.
Spazzola universale: la spazzola è idonea per la pulizia profonda dei pavimenti in cotto, marmo, gres porcellanato e ceramica; ottima anche per i tappeti.
Scheda tecnica:
Colore Rosso / Nero
Peso articolo 2,78 Kg
Dimensioni prodotto 22 x 23 x 122 cm
Capacità 0.5 litri
Volume 0.5 litri
Wattaggio 600 watt
Materiale Tubo Telescopico
Numero di velocità 2
Classe di efficienza etichetta energetica A+++ to D
Rumorosità 80 dB
Caratteristiche speciali Tipo di contenitore della polvere
Scopa elettrica Moosoo
La scopa elettrica MooSoo ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Facendo riferimento alla dicitura Amazon, presenta tali peculiarità:
E’ perfetta per marmo, piastrelle e pavimenti in legno. Raccoglie tutti i residui di superficie e lo sporco incorporato in profondità come lettiera, briciole di cibo per cani e peli di animali. La sua capacità di aspirazione è davvero eccezionale.
Inoltre, con un cavo di alimentazione lungo 5 m, l’aspirapolvere principale può pulire ogni angolo della stanza. Non è necessario ricaricare e non dovrete preoccuparvi di una mancanza di corrente, come avviene con i dispositivi senza fili. È pratico da usare rapidamente. Suggerimenti: grazie all’elevata capacità di aspirazione, è possibile muoversi in avanti durante la pulizia del tappeto. Pulire all’indietro.
Ma non è tutto. Con un tubo di prolunga estendibile, la lunghezza può essere regolata in base alla propria statura. Basta inserire un pratico bastone e un detergente e utilizzare l’ugello in dotazione per pulire facilmente il pavimento, le scale, il divano, il soffitto e altre altezze. Inoltre, il design leggero da 1,5 kg riduce lo stress del braccio e facilita le donne e gli anziani il funzionamento con una sola mano e il Tra
Per questo prodotto si applica una garanzia di 12 mesi dalla data di acquisto. In caso di guasto iniziale o malfunzionamento, potete contattarci volentieri. Risponderemo immediatamente.
Infine, utilizza un filtro ad alte prestazioni per ridurre il rischio di fuoriuscita di polveri sottili. Per trattare facilmente i rifiuti basta premere un solo pulsante. Non sono necessari imballaggi di carta. I filtri a nido d’ape e i filtri HEPA possono essere lavati con acqua e sono facili da pulire.
Scheda tecnica:
Colore Red
Peso articolo 1,5 Kg
Dimensioni prodotto 144 x 22 x 25 cm
Capacità 0.80 litri
Wattaggio 600 watt
Caratteristiche speciali
Aspirazione 17Kpa
Motore 600W
Cavo di Alimentazione 5m
Senza Sacco
Design 2 in 1
Tubo Metallico Telescopico
Super Leggero
Sistema di Filtro a Ciclone a 4 Stadi con HEPA
Scopa elettrica Philips SpeedPro
Philips ha ideato la SpeedPro, ossia una scopa elettrica senza fili con spazzola aspirante a 180°.
Infatti, è in grado di aspirare anche lungo le pareti e autonomia fino a 30 minuti! Inoltre, presenta le seguenti caratteristiche:
La tecnologia PowerCyclone 7 separa efficientemente la polvere dall’aria per un’aspirazione potente e costante
Batteria agli ioni di litio da 18 V: fino a 30 minuti di autonomia in modalità Eco e 15 minuti in modalità Turbo
Bocchetta e spazzola integrate per raggiungere in modo semplice e veloce anche le aree più difficili da pulire
Un’unica spazzola sia per i pavimenti duri che per i tappeti
Spazzola dotata di luci LED per rivelare la polvere più nascosta
Aspirabriciole integrato e subito pronto all’uso
Inoltre, gli accessori sono integrati per una pulizia efficace e senza interruzioni. La spazzola in dotazione è universale e può essere utilizzata sia sui pavimenti duri sia sui tappeti. SpeedPro ha un design unico, che permette di raggiungere anche i punti più difficili da raggiungere, come sotto mobili o divani. E grazie alla luci LED sulla spazzola, ogni traccia di sporco è facilmente visibile.
Peso articolo 2,43 Kg
Dimensioni prodotto 17 x 39 x 77 cm
Capacità 0.4 litri
Voltaggio 18 volt
Rumorosità 80 dB
Contenuto della confezione:
1 scopa elettrica senza fili FC6723/01
La base per aggancio a parete
Un adattatore di alimentazione con sistema di ricarica magnetico
Il manuale utente
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CRONACHE DI YUUEI - GROUND ZERO Capitolo 7 - Rumag
P.O.V. KIRISHIMA
Alla vista del biondo che si avvicinava, con quello sguardo astuto e dominante, una sensazione sgradevole iniziò a fiorire nel petto di Kirishima, seguita dal basso ringhio infastidito che lasciò le sue labbra.
Bakugo si bloccò, udendo il suono, e il suo sguardo si fece sorpreso e poi...deluso? Kirishima non ne era certo, ma sembrava davvero delusione quella che manifestavano i rossi occhi del Re. Ma deluso per cosa?
"Togliti la giacca, devi riuscire a muoverti liberamente" mormorò Bakugo, deviando la sua attenzione altrove.
Kirishima ubbidì subito, desideroso di cacciare quella sgradevole tensione tra loro.
"Per prima cosa vediamo come stai messo in difesa" spiegò il biondo, mettendosi in posizione di attacco "Cercherò di colpirti, tu cerca di impedirmelo"
Kirishima cercò di mettersi in posizione, una posizione terribile con un sacco di falle, Bakugo era certo che l'avrebbe colpito, ma appena il pugno volò nella sua direzione, l'altro lo bloccò con uno scatto repentino della mano.
"Come diavolo hai fatto?" esclamò Katsuki sorpreso.
"Non lo so...l'ho sentito, diciamo. Quando hai mosso il braccio io sapevo dove avrebbe colpito" rispose Eijiro con esitazione.
"Va bene, riproviamo" disse il Re, rimettendosi in posizione.
Questa volta tirò un calcio e anche questo fu anticipato e bloccato dall'altro, nonostante la sua pessima difesa.
"Che cosa senti esattamente?"
"Non saprei spiegartelo...io non so dove proverai a colpirmi, ma appena ti muovi il mio corpo reagisce, da solo"
"E' il tuo istinto" spiegò Bakugo, con tono sorpreso "tu non sai combattere ma il tuo istinto di drago a quanto pare sì"
"Quindi se riuscissi a trasformarmi nella mia forma completa saprei combattere?"
"Forse...andiamo in biblioteca, se riusciamo a trovare qualche testo sui draghi forse possiamo capire come addestrarti in modo efficace" propose Bakugo.
"Io non so niente di addestramenti e combattimenti, quindi mi fido del tuo giudizio" rispose Kiri con un sorriso affilato.
Con grande dispiacere dell'altro, Bakugo si rimise il mantello sulle spalle e si incamminarono dentro il castello, verso la biblioteca in cui Kirishima era già stato poche ore prima.
"Ti piace vivere qui?" chiese il Re di punto in bianco, senza guardarlo.
"Oh sì...lo adoro. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi accolto. Questo è molto di più di quanto avessi mai potuto sperare" rispose Kirishima con dolcezza "spero che la mia presenza non ti sia d'impiccio"
"Ti sembro il tipo di persona che fa qualcosa per pura cortesia?" sbottò il Re infastidito, spalancando la porta della biblioteca "Se sei qui è perché io voglio che tu sia qui. Tu cerca da quella parte, io cerco da questa"
"Va bene" rispose il rosso, con un sorriso enorme.
La biblioteca era enorme, due piani di scaffali e libri. L'arredamento era di un bel legno scuro, lucido, e tutto aveva questo odore di inchiostro, carta e pelle lavorata che faceva sentire Kirishima rilassato. Gli piaceva come i passi sul pavimento di legno risuonavano nel silenzio e il fruscio della carta gli dava un grande senso di pace. Nella sua prigionia non aveva mai avuto dei libri, ma una delle sue compagne gli raccontava delle storie avventurose che aveva letto da bambina nella libreria dei genitori. Gli piaceva immergersi in quei mondi di favole per sfuggire al dolore e alla solitudine della sua cella. Gli venne da sorridere al pensiero che ora che aveva a disposizione tutti i libri che avesse mai potuto desiderare, non gli servivano perché la sua vita stessa era diventata una di quelle favole. Anche se, quando sognava nella sua gabbia, immaginava di essere il bellissimo principe che salva la principessa dai mostri, mentre nella realtà era stato lui ad essere salvato da un affascinante Re.
Se sei qui è perché voglio che tu sia qui. Quelle parole continuavano a ripetersi come un mantra nella sua testa, facendolo sorridere come un idiota per tutto il tempo.
"Che cazzo hai da sorridere in quel modo?" sbraitò Bakugo, quando si incrociarono a metà di un lungo scaffale.
"Niente...sono solo felice" mentì.
Aveva capito che se avesse fatto notare a Bakugo la dolcezza di quello che aveva detto poco prima, il biondo se lo sarebbe rimangiato e non voleva davvero che accadesse. Voleva conservare quella confessione come una rara gemma.
"Hai trovato qualcosa?" gli chiese, per cambiare argomento.
Il Re annuì, mostrando i due libri che stava portando con se.
"Anche io ne ho trovati un paio"
"Qui non c'è altro. Iniziamo a leggere questi e poi vediamo" disse il Re, facendogli cenno di seguirlo.
"Va bene. Dove andiamo?"
"In un posto speciale" rispose Bakugo, con un sorriso astuto.
A pochissima distanza dalla biblioteca, nascosta in un corridoietto laterale, c'era una porta che Kirishima ancora non aveva notato, con un pezzo di pergamena inchiodato sopra che diceva: disturbare solo in caso di emergenza.
Appena la porta fu aperta, Eijiro rimase incantato.
La stanza era piccola rispetto alle altre che aveva visto nel palazzo, appena sufficiente per ospitare un piccolo gruppo di persone. Al centro della parete c'era un camino e davanti ad esso un morbido tappeto. Sul tappeto erano stati sistemati due divanetti e una poltrona, rivestiti di soffici cuscini di velluto verde. Tra i divani e la poltrona erano posizionati due piccoli tavolini rotondi, completamente vuoti, e in un angolo della stanza c'era un carrello su cui erano posati bicchieri e bottiglie di vetro piene di liquidi in varie tonalità dell'ambra, un servizio di porcellane e un'elegante vaso di vetro pieno di biscotti.
Sopra al camino, era appeso un quadro che raffigurava una donna assolutamente identica a Bakugo, perfino nello sguardo altezzoso, un uomo dai capelli scuri e dall'espressione dolce e un ragazzino in piedi tra di loro. Non serviva un genio per capire che erano Bakugo e i suoi genitori.
"Che posto è questo?" chiese Eijiro.
"Il salotto di famiglia" rispose il Re, accucciandosi davanti al camino "Ne abbiamo un altro più grande per quando abbiamo ospiti, dove si serve da bere e si gioca a carte, ma io preferisco questo"
Con attenzione, Kirishima si accomodò su uno dei divani, rimanendo sorpreso dalla morbidezza del tessuto, ma uno scoppio lo fece sussultare.
Guardò preoccupato verso Bakugo, che lo guardava a sua volta con un sogghigno, e capì che aveva scatenato una piccola esplosione per accendere il fuoco nel camino.
"Pestifero" brontolò Kirishima mostrandogli la lingua.
Il Re ridacchiò di gusto al gesto e quella dolce sensazione di euforia tornò a riempire il petto di Eijiro. Gli piacevano sempre di più questi momenti intimi con il Re, quando cadeva la maschera del sovrano schietto e cinico e usciva allo scoperto il gentile, divertente e spensierato Bakugo.
Una volta che il fuoco iniziò a scoppiettare nel camino, il Re si alzò e andò verso il carrello.
Kirishima sentì i vetri tintinnare e poco dopo un bicchiere di liquido ambrato fu posto nella sua mano.
"Che cos'è?"
"Assaggia e lo scoprirai" rispose il Re, accomodandosi su divano di fronte.
Con esitazione, Kirishima annusò la bevanda. Aveva un odore dolciastro e speziato.
Ne prese un piccolo sorso e appena lo inghiottì un'inaspettato bruciore gli bloccò il respiro. Sotto lo sguardo divertito di Bakugo, iniziò a tossire.
"Ma che...che diavolo mi hai dato?" piagnucolò.
"Cazzo che femminuccia" rise il Re "E liquore, non veleno"
A dimostrazione di ciò, prese un generoso sorso dal suo bicchiere e lo mandò giù senza fare una piega.
Kirishima, che non voleva essere da meno, provò a prenderne un altro sorso, questa volta sapendo cosa aspettarsi, e scoprì che, una volta abituato al bruciore, il gusto gli piaceva. Dopo aver vuotato il bicchiere, si rese conto che anche la sensazione di calore e annebbiamento gli piaceva. Si sentiva caldo e felice.
"Posso averne ancora? E' buono...mi ricorda te" esclamò all'improvviso.
Bakugo, che intanto aveva iniziato a leggere, lo guardò con un sopracciglio inarcato.
"In che senso ti ricorda me? E no, non puoi averne ancora. Non mi serve un drago ubriaco"
"Il sapore...ha un sapore dolce e speziato e tu hai un'odore dolce e speziato...mi piace il tuo odore...sa di casa, di famiglia...e mi fa sentire lo stomaco strano...ma uno strano buono. E il liquore brucia, come te quando fai esplodere le cose" rispose il ragazzo, cercando di spiegarsi senza inciampare sulle parole.
Il volto di Bakugo passò in un istante dallo sconcerto al totale imbarazzo. Il suo intero viso si accese di un rosso brillante.
"Capelli di merda! Non puoi semplicemente...oddio...sei già ubriaco, vero?" ribatté il Re, iniziando improvvisamente a ridere "sei davvero una femminuccia"
"Ehi...non sono una femminuccia...sono un possente drago!" ribatté l'altro seccato, cercando di spostarsi verso di lui.
Le sue gambe collaborarono per il primo metro, ma a pochi passi dal divano cedettero, facendolo cadere.
"Attento idiota!" esclamò il Re, che non riusciva a trattenere le risate, afferrandolo al volo per i fianchi.
Il gesto impedì al ragazzo di finire a terra, ma gli fece comunque perdere l'equilibrio facendolo cadere addosso a Bakugo.
"Scusa" mormorò il affranto.
"Non importa" disse il Re divertito, aiutandolo a stendersi sul divano.
Il divanetto era per due persone e per quanto Kirishima non fosse enorme, non era nemmeno piccolo, quindi Bakugo gli fece posare la testa sulla sua coscia.
Con l'alcool nelle vene e il familiare odore di Bakugo nel naso, Eijiro impiegò pochi secondi a scivolare in un sonno profondo.
Quando il Re udì il respiro del drago farsi lento e regolare capì che doveva essersi addormentato e tornò silenziosamente alla sua lettura.
E se nel frattempo le sue dita scivolarono pigramente tra le ciocche cremisi, suscitando morbide fusa dal ragazzo addormentato, il segreto rimase custodito all'interno di quelle quattro mura.
PAIRING: BAKUGO X KIRISHIMA RATING: +18 GENERE: Fantasy AU
P.O.V. KIRISHIMA
Alla vista del biondo che si avvicinava, con quello sguardo astuto e dominante, una sensazione sgradevole iniziò a fiorire nel petto di Kirishima, seguita dal basso ringhio infastidito che lasciò le sue labbra.
Bakugo si bloccò, udendo il suono, e il suo sguardo si fece sorpreso e poi...deluso? Kirishima non ne era certo, ma sembrava davvero delusione quella che manifestavano i rossi occhi del Re. Ma deluso per cosa?
"Togliti la giacca, devi riuscire a muoverti liberamente" mormorò Bakugo, deviando la sua attenzione altrove.
Kirishima ubbidì subito, desideroso di cacciare quella sgradevole tensione tra loro.
"Per prima cosa vediamo come stai messo in difesa" spiegò il biondo, mettendosi in posizione di attacco "Cercherò di colpirti, tu cerca di impedirmelo"
Kirishima cercò di mettersi in posizione, una posizione terribile con un sacco di falle, Bakugo era certo che l'avrebbe colpito, ma appena il pugno volò nella sua direzione, l'altro lo bloccò con uno scatto repentino della mano.
"Come diavolo hai fatto?" esclamò Katsuki sorpreso.
"Non lo so...l'ho sentito, diciamo. Quando hai mosso il braccio io sapevo dove avrebbe colpito" rispose Eijiro con esitazione.
"Va bene, riproviamo" disse il Re, rimettendosi in posizione.
Questa volta tirò un calcio e anche questo fu anticipato e bloccato dall'altro, nonostante la sua pessima difesa.
"Che cosa senti esattamente?"
"Non saprei spiegartelo...io non so dove proverai a colpirmi, ma appena ti muovi il mio corpo reagisce, da solo"
"E' il tuo istinto" spiegò Bakugo, con tono sorpreso "tu non sai combattere ma il tuo istinto di drago a quanto pare sì"
"Quindi se riuscissi a trasformarmi nella mia forma completa saprei combattere?"
"Forse...andiamo in biblioteca, se riusciamo a trovare qualche testo sui draghi forse possiamo capire come addestrarti in modo efficace" propose Bakugo.
"Io non so niente di addestramenti e combattimenti, quindi mi fido del tuo giudizio" rispose Kiri con un sorriso affilato.
Con grande dispiacere dell'altro, Bakugo si rimise il mantello sulle spalle e si incamminarono dentro il castello, verso la biblioteca in cui Kirishima era già stato poche ore prima.
"Ti piace vivere qui?" chiese il Re di punto in bianco, senza guardarlo.
"Oh sì...lo adoro. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi accolto. Questo è molto di più di quanto avessi mai potuto sperare" rispose Kirishima con dolcezza "spero che la mia presenza non ti sia d'impiccio"
"Ti sembro il tipo di persona che fa qualcosa per pura cortesia?" sbottò il Re infastidito, spalancando la porta della biblioteca "Se sei qui è perché io voglio che tu sia qui. Tu cerca da quella parte, io cerco da questa"
"Va bene" rispose il rosso, con un sorriso enorme.
La biblioteca era enorme, due piani di scaffali e libri. L'arredamento era di un bel legno scuro, lucido, e tutto aveva questo odore di inchiostro, carta e pelle lavorata che faceva sentire Kirishima rilassato. Gli piaceva come i passi sul pavimento di legno risuonavano nel silenzio e il fruscio della carta gli dava un grande senso di pace. Nella sua prigionia non aveva mai avuto dei libri, ma una delle sue compagne gli raccontava delle storie avventurose che aveva letto da bambina nella libreria dei genitori. Gli piaceva immergersi in quei mondi di favole per sfuggire al dolore e alla solitudine della sua cella. Gli venne da sorridere al pensiero che ora che aveva a disposizione tutti i libri che avesse mai potuto desiderare, non gli servivano perché la sua vita stessa era diventata una di quelle favole. Anche se, quando sognava nella sua gabbia, immaginava di essere il bellissimo principe che salva la principessa dai mostri, mentre nella realtà era stato lui ad essere salvato da un affascinante Re.
Se sei qui è perché voglio che tu sia qui. Quelle parole continuavano a ripetersi come un mantra nella sua testa, facendolo sorridere come un idiota per tutto il tempo.
"Che cazzo hai da sorridere in quel modo?" sbraitò Bakugo, quando si incrociarono a metà di un lungo scaffale.
"Niente...sono solo felice" mentì.
Aveva capito che se avesse fatto notare a Bakugo la dolcezza di quello che aveva detto poco prima, il biondo se lo sarebbe rimangiato e non voleva davvero che accadesse. Voleva conservare quella confessione come una rara gemma.
"Hai trovato qualcosa?" gli chiese, per cambiare argomento.
Il Re annuì, mostrando i due libri che stava portando con se.
"Anche io ne ho trovati un paio"
"Qui non c'è altro. Iniziamo a leggere questi e poi vediamo" disse il Re, facendogli cenno di seguirlo.
"Va bene. Dove andiamo?"
"In un posto speciale" rispose Bakugo, con un sorriso astuto.
A pochissima distanza dalla biblioteca, nascosta in un corridoietto laterale, c'era una porta che Kirishima ancora non aveva notato, con un pezzo di pergamena inchiodato sopra che diceva: disturbare solo in caso di emergenza.
Appena la porta fu aperta, Eijiro rimase incantato.
La stanza era piccola rispetto alle altre che aveva visto nel palazzo, appena sufficiente per ospitare un piccolo gruppo di persone. Al centro della parete c'era un camino e davanti ad esso un morbido tappeto. Sul tappeto erano stati sistemati due divanetti e una poltrona, rivestiti di soffici cuscini di velluto verde. Tra i divani e la poltrona erano posizionati due piccoli tavolini rotondi, completamente vuoti, e in un angolo della stanza c'era un carrello su cui erano posati bicchieri e bottiglie di vetro piene di liquidi in varie tonalità dell'ambra, un servizio di porcellane e un'elegante vaso di vetro pieno di biscotti.
Sopra al camino, era appeso un quadro che raffigurava una donna assolutamente identica a Bakugo, perfino nello sguardo altezzoso, un uomo dai capelli scuri e dall'espressione dolce e un ragazzino in piedi tra di loro. Non serviva un genio per capire che erano Bakugo e i suoi genitori.
"Che posto è questo?" chiese Eijiro.
"Il salotto di famiglia" rispose il Re, accucciandosi davanti al camino "Ne abbiamo un altro più grande per quando abbiamo ospiti, dove si serve da bere e si gioca a carte, ma io preferisco questo"
Con attenzione, Kirishima si accomodò su uno dei divani, rimanendo sorpreso dalla morbidezza del tessuto, ma uno scoppio lo fece sussultare.
Guardò preoccupato verso Bakugo, che lo guardava a sua volta con un sogghigno, e capì che aveva scatenato una piccola esplosione per accendere il fuoco nel camino.
"Pestifero" brontolò Kirishima mostrandogli la lingua.
Il Re ridacchiò di gusto al gesto e quella dolce sensazione di euforia tornò a riempire il petto di Eijiro. Gli piacevano sempre di più questi momenti intimi con il Re, quando cadeva la maschera del sovrano schietto e cinico e usciva allo scoperto il gentile, divertente e spensierato Bakugo.
Una volta che il fuoco iniziò a scoppiettare nel camino, il Re si alzò e andò verso il carrello.
Kirishima sentì i vetri tintinnare e poco dopo un bicchiere di liquido ambrato fu posto nella sua mano.
"Che cos'è?"
"Assaggia e lo scoprirai" rispose il Re, accomodandosi su divano di fronte.
Con esitazione, Kirishima annusò la bevanda. Aveva un odore dolciastro e speziato.
Ne prese un piccolo sorso e appena lo inghiottì un'inaspettato bruciore gli bloccò il respiro. Sotto lo sguardo divertito di Bakugo, iniziò a tossire.
"Ma che...che diavolo mi hai dato?" piagnucolò.
"Cazzo che femminuccia" rise il Re "E liquore, non veleno"
A dimostrazione di ciò, prese un generoso sorso dal suo bicchiere e lo mandò giù senza fare una piega.
Kirishima, che non voleva essere da meno, provò a prenderne un altro sorso, questa volta sapendo cosa aspettarsi, e scoprì che, una volta abituato al bruciore, il gusto gli piaceva. Dopo aver vuotato il bicchiere, si rese conto che anche la sensazione di calore e annebbiamento gli piaceva. Si sentiva caldo e felice.
"Posso averne ancora? E' buono...mi ricorda te" esclamò all'improvviso.
Bakugo, che intanto aveva iniziato a leggere, lo guardò con un sopracciglio inarcato.
"In che senso ti ricorda me? E no, non puoi averne ancora. Non mi serve un drago ubriaco"
"Il sapore...ha un sapore dolce e speziato e tu hai un'odore dolce e speziato...mi piace il tuo odore...sa di casa, di famiglia...e mi fa sentire lo stomaco strano...ma uno strano buono. E il liquore brucia, come te quando fai esplodere le cose" rispose il ragazzo, cercando di spiegarsi senza inciampare sulle parole.
Il volto di Bakugo passò in un istante dallo sconcerto al totale imbarazzo. Il suo intero viso si accese di un rosso brillante.
"Capelli di merda! Non puoi semplicemente...oddio...sei già ubriaco, vero?" ribatté il Re, iniziando improvvisamente a ridere "sei davvero una femminuccia"
"Ehi...non sono una femminuccia...sono un possente drago!" ribatté l'altro seccato, cercando di spostarsi verso di lui.
Le sue gambe collaborarono per il primo metro, ma a pochi passi dal divano cedettero, facendolo cadere.
"Attento idiota!" esclamò il Re, che non riusciva a trattenere le risate, afferrandolo al volo per i fianchi.
Il gesto impedì al ragazzo di finire a terra, ma gli fece comunque perdere l'equilibrio facendolo cadere addosso a Bakugo.
"Scusa" mormorò il affranto.
"Non importa" disse il Re divertito, aiutandolo a stendersi sul divano.
Il divanetto era per due persone e per quanto Kirishima non fosse enorme, non era nemmeno piccolo, quindi Bakugo gli fece posare la testa sulla sua coscia.
Con l'alcool nelle vene e il familiare odore di Bakugo nel naso, Eijiro impiegò pochi secondi a scivolare in un sonno profondo.
Quando il Re udì il respiro del drago farsi lento e regolare capì che doveva essersi addormentato e tornò silenziosamente alla sua lettura.
E se nel frattempo le sue dita scivolarono pigramente tra le ciocche cremisi, suscitando morbide fusa dal ragazzo addormentato, il segreto rimase custodito all'interno di quelle quattro mura.
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Veramente molto interessante nella nostra nuova collezione è il divano letto matrimoniale angolare Coventry. Questo articolo si differenzia e si distingue in modo netto ed evidente rispetto agli altri divani della collezione, e più in generale da tanti altri articoli presenti in commercio, per una serie di caratteristiche peculiari: in primis la linea dei braccioli che è sezionata nella parte anteriore in alto a formare una geometria caratteristica (angolo tagliato a 45°); inoltre, il divano Coventry, presenta i cuscini e parte della struttura in versione bicolore con tonalità a contrasto; infine, i cuscini della seduta sono trapuntati e questa peculiarità gli dona una particolare eleganza. Il divano Coventry è dotato di funzione letto, dispone di 2 box contenitori e pesa ben 122 Kg!
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