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Vincenzo Irolli (1860-1949), "Donna alla finestra"
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Gioachino Rossini
Compositore italiano
[ Pesaro, 29 febbraio 1792 - Passy, 13 novembre 1868 ]

Ieri ho trascorso la giornata a Pesaro da poco proclamata "Capitale della Cultura 2024" , città che non avevo finora mai visitato.
Dopo la visita al palazzo Ducale...
[ qui il link e un video]
youtube
ho voluto visitare la Casa natale, ora Museo, di Gioachino Rossini.

Gioachino Rossini, è stato un pianista e compositore di opere musicali, teatrali e liriche ed ha conosciuto un travolgente successo nella prima metà dell'Ottocento.
Possiamo dire che fu il primo compositore di musica classica a scatenare una entusiastica ammirazione e fenomeni di moda e di emulazione, al pari degli attuali "Influencers", in tutta Europa, ma più ancora in Francia, in Inghilterra e in Germania.
Anche il suo stesso abbigliamento diede origine a mode e a imitazioni (celebri i suoi copricapo).
Rossini fu un bambino prodigio. A soli 7 anni entrò al Conservatorio, a 12 anni componeva sonate, a 14 anni ricevette la commissione dell'opera Demetrio e Polibio.
A soli 37 anni decise di ritirarsi dalla carriera pubblica e dalle turnèe. All'età in cui la carriera degli altri musicisti toccava il culmine, il grande compositore pesarese, decise all'improvviso, di smettere di la sua carriera pubblica e di comporre opere teatrali.
Fu il più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo e uno dei più grandi operisti della storia della musica, e per la precocità e la velocità di composizione, è stato soprannominato il "Mozart italiano" .
Definito da Giuseppe Mazzini «un titano. Titano di potenza e d'audacia
Oltre che compositore raffinato, Rossini fu buongustaio in tutti i sensi e anche eccellente cuoco, e si dice che fosse inarrivabile nel cucinare i maccheroni, di cui era goloso, come era appassionato di un certo pasticcio di pollo con gamberi al burro.
Egli cercava di trarre dai fornelli le stesse armonie del pianoforte.
Da Napoli si faceva venire i maccheroni, da Siviglia i prosciutti, da Gorgonzola l'omonimo formaggio, da Milano il panettone.
Fu un innovatore dallo spirito ipersensibile ed inquieto, molto moderno quindi grazie alla sua insolita e complessa personalità.
Dopo la fine della sua carriera pubblica come compositore, fu ospite graditissimo del Re di Francia che gli attribui un ricco vitalizio, purchè si fermasse a Parigi e facesse parte della corte.
Premetto che fino ad oggi, io non mi ero mai interessato di Lirica.
Da ieri però una grande curiosità mi è presa dopo aver letto un pò di notizie su questo artista che ho poi scoperto avere importanti legami con la mia terra (la Romagna).
La prima notizia che mi ha coinvolto è stato apprendere che suo padre era di umilissime origini: era originario di Lugo di Romagna.
Ma ecco come ne parla Wikipedia:



Ma oggi, volendo ricordare la genialità e la modernità, del tutto fuori dagli schemi ottocenteschi, di questo Compositore che è passato alla storia come personaggio, bizzarro, amante del buon vivere, del bere, del cibo e delle belle donne, voglio scegliere un frammento delle sue tante opere trovato casualmente su YouTube.
Il brano è "Nacqui all'affanno..." ed è centrato sulla personalità della protagonista dell'opera "Cenerentola"

Libretto / Testo italiano
CENERENTOLA:
Nacqui all' affanno, al pianto
Soffrì tacendo il core
Ma per soave incanto
Dell'età mia nel fiore
Come un baleno rapido
La sorte mia cangiò.
No, no; tergete il ciglio
Perché tremar, perché?
A questo sen volate
Figlia, sorella, amica
Tutto trovate in me.
TUTTI ( coro)
M' intenerisce e m' agita
È un nume agli occhi miei
Degna del premio sei,
Che dato viene a te.
CENERENTOLA :
Padre... Sposo... Amico... oh istante!
Non più mesta accanto al fuoco
Starò sola a gorgheggiar.
Ah! fu un lampo, un sogno, un gioco
Il mio lungo palpitar
TUTTI (coro) :
Tutto cangia a poco a poco
Cessa alfin di sospirar.
Di fortuna fosti il gioco
Incomincia a giubilar.
Libretto inglese / traduzione:
CINDERELLA :
Born to trouble, to tears,
He suffered by keeping his heart silent
But for sweet charm
From my age in the flower,
Like a quick flash
My fate changed
No, no; wipe the edge
Why tremar, why ?
At this speed
Daughter, sister, friend
You find everything in me.
ALL:
M 'softens and agitates me
It is a nume in my eyes
Worthy of the prize six
What data comes to you
CINDERELLA :
Father ... Spouse ... Friend ... oh instant!
No longer saddened by the fire
I will be alone in gorgheggiar.
Ah! it was a flash, a dream, a game
My long palpitar.
ALL :
Everything changes gradually
He ceases to sigh
Fortunately, you were the game
It starts to jubilate
youtube
Riferimenti su Gioachino Rossini:
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“Capurà’, è mmuort’ l’alifante!”
1742 -L‘ Alifante a BAIANO
Il 7 settembre del 1742 approdò, nel porto di Brindisi, un’imbarcazione a vela da carico (tartana) partita da Durazzo con a bordo un poderoso elefante indiano destinato a Carlo III di Borbone. Nel racconto popolare la notizia diffusa era che si trattasse di un dono del sultano ottomano Mahmud I al re del Regno di Napoli. E secondo lo storico Michelangelo Schipa: “si voleva con questo presunto successo in politica estera, rafforzare nell’interno il prestigio del nuovo re Carlo di Borbone”. In realtà fu acquistato dal conte Finocchietti su mandato del marchese di Salas, con lo scopo di compiacere il re che lo desiderava all’interno del suo serraglio.
La notizia del passaggio di questo pachiderma si diffuse nei diversi territori del regno, richiamando l’attenzione di tante persone di ogni estrazione sociale e suscitando enorme curiosità e stupore .
Il corteo attravers�� l’abitato di Baiano e di questo singolare evento troviamo riscontro in un brano della raccolta di memorie della famiglia Foglia, il cui estratto è stato riportato da Antonio Iamalio nel libro “ LA VALLE MUNIANENSE”.
“ A' di 4 ottobre 1741 il Granvesirre de' Turchi mandò a regalare all’attuale Re di Napoli CARLO TERZO, infante di Spagna c gran Duca della Toscana, uno grossissimo Animale chiamato l’Alefante, il quale passò per mezzo la Piazza di cotesta nostra Terra di Baiano, et tanta soldati del Commissario di Campagna e turchi, che custodivano il med., il quale non è stato mai veduto da nessuno di questi Regni. Il detto Alifante pareva una montagna di carne, che fu uno gran portento; il detto nostro RE se lo tiene in Napoli dentro la tarcena (darsena) con grandissima spesa custodito.”
Chissà quanta meraviglia si manifestò tra i Baianesi nel vedere passare, sulla via Regia delle Puglie, il corteo con l’elefante destinato al re. Per tutti fu un evento insolito e una nuova esperienza di conoscenza, fino allora limitata a quella degli animali domestici che facevano parte del vivere quotidiano dell’epoca.
ll giorno 1 novembre di quell’anno l’elefante, scortato da soldati e gestito da sei turchi, con una lenta marcia, arrivò alla Reggia di Portici e fu accolto nello zoo privato affidandolo alle cure di un caporale del regio esercito.
Diventò subito una straordinaria attrazione con la possibilità di ammirarlo da vicino pagando una lauta mancia al caporale che lo accudiva.
Inoltre, fu fatto sfilare durante le parate ufficiali del re e perfino esibito nel 1743 a teatro San Carlo durante la rappresentazione dell’opera “Alessandro nelle Indie”.
Purtroppo, morì nel 1756, pare per un’impropria alimentazione, e il suo guardiano tornò alle ordinarie mansioni di sottufficiale, perdendo i benefici della notorietà e i vantaggi economici.
Per questa nuova situazione, i Napoletani, ai quali di certo non manca l’estro creativo e lo spirito canzonatorio, coniarono il detto “Capurà’, è mmuort’ l’alifante!” a evidenziare la fine di una situazione favorevole.
Lo scheletro dello sfortunato pachiderma fu trasferito, nel 1819, al Museo Zoologico, dove ancora oggi è esposto.
Angelo Piciullo
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E così pensava l'uomo di passaggio
mentre volava alto nel cielo di Napoli
rubatele anche i soldi, rubatele anche i ricordi
ma lasciatele per sempre la sua dolce curiosità
ditele che l'ho perduta quando l'ho capita
ditele che la perdono per averla tradita.
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Daniela Ciancio

Il costume condiziona la postura, il movimento, la stessa psicologia dell’attore e dell’attrice. È quando lo indossa che capisci se è sparito il professionista ed è nato il personaggio. Chi disegna i costumi deve essere mosso dalla curiosità perché l’abito, i colori, certi dettagli, sono il racconto di un’anima.
Daniela Ciancio è una delle più grandi costumiste italiane.
Premiata due volte con il David di Donatello ai Migliori Costumi per i film Il Resto di Niente di Antonietta De Lillo, nel 2005, e per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, nel 2014, fa parte della Giuria degli Oscars Awards, degli Oscars Student Academy Awards, degli Oscars Animated Feature Film Awards, degli Oscars International Feature Film, degli EFA Awards e dei premi David di Donatello.
Ha fatto parte dell’European Film Academy dal 2010 al 2013, della Giuria Speciale EFA nel 2015, della Giuria dell’Ischia Film Festival nel 2017, della Giuria del Pune International Film Festival nel 2019 e della Giuria scelta dall’ANICA per la selezione del film che rappresenta l’Italia agli Oscar International Feature Film Awards 2024.
In produzioni italiane ed estere, ha lavorato con Francesca Comencini, Marco Risi, Carlo Vanzina, Ricky Tognazzi, Antonio Capuano, Marco Pontecorvo, Michael Winterbottom e David Levaux, solo per citare qualche nome.
Nata a Napoli, il 5 marzo 1965, ha iniziato a disegnare sin da bambina. Dopo la maturità classica, si è diplomata in scenografia all’Accademia di Belle Arti prima di approdare al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ha avuto come mentore il grande Piero Tosi (Oscar onorario nel 2014).
La sua carriera ha attraversato il cinema, il teatro, l’opera e la televisione, ha girato anche pubblicità dirette da celebrità come Wim Wenders.
Per Paolo Sorrentino ha disegnato i costumi dei film Il Divo che ha vinto il premio della giuria a Cannes 2008, diversi David di Donatello e Nastri D’Argento e La grande bellezza Oscar al miglior film straniero nel 2014 e vincitore di altri 60 premi internazionali, che le ha portato il David di Donatello, il Ciak D’Oro e il Woman in Cinema Awards 2014 ai migliori costumi.
Per Il resto di niente di Antonietta De Lillo ha vinto il David di Donatello 2005, il Ciak D’Oro 2005, Premio Piero Tosi 2005, il Capitello D’Oro 2005 e Diamanti al Cinema 2005.
Ha firmato i costumi per Maradona, la mano di Dio di Marco Risi, nominato ai Golden Trailer Awards e ai Nastri d’Argento.
Per la lirica spicca la sua collaborazione con Roberto De Simone per l’opera Cavalleria rusticana, oltre a diverse altre in giro per i teatri massimi italiani e europei.
Le ultime fruttuose collaborazioni sono state con i registi Michael Winterbottom per il film The face of an angel, nominato ai National Film Awards e ai British Independent Awards, con Robert Salerno per Here after e con Cosimo Gomez in Il mio nome è Vendetta.
Ha curato la supervisione ai costumi per Mission Impossible III.
Ha insegnato storia del costume alla scuola di Cinema Gina Maria Volontè di Roma e tenuto masterclass su costume e personaggi in accademie e università a New York, Anversa, Mumbai, Milano e Bergen.
Dal 2024 è responsabile della sartoria del Teatro San Carlo di Napoli.
Daniela Ciancio è una donna dotata di un’eleganza e sobrietà innate, con grande stile e creatività, ha un talento unico nel combinare una educazione artistica classica con i più attuali trend culturali.
Schiva e riservata, da vera professionista del backstage, ama far parlare il suo lavoro al suo posto.
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Atalanta-Napoli: analisi del nostro prossimo avversario
Opta Focus – Statistiche e curiosità di Atalanta-Napoli Dopo cinque successi consecutivi il Napoli è atteso al Gewiss Stadium, sabato 18 gennaio, da un’Atalanta reduce da tre pareggi di fila dopo un’incredibile striscia di 11 successi consecutivi, ma che resta sempre tra le principali candidate per la corsa al vertice della classifica. D’altronde, i bergamaschi non perdono dal 2-3 interno contro…
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Arredare uno spazio per bambinə vuol dire progettare con loro, imparare a muoversi con i loro passi, mettersi alla loro altezza comprendere movimenti, intenzioni e gesti con curiosità e flessibilità.
Il pedagogista Loris Malaguzzi definisce lo spazio come “educatore” ed è proprio così, a qualsiasi età e in ciascun luogo del mondo!
Disegnare e realizzare arredi per i piccolə è stata un’esperienza stimolante soprattutto perché ancora una volta ci ha riportato all’infanzia e a tutto il suo meraviglioso universo.
BEIBI è uno studio di design e arte-educazione creato da me e dall’architetto e designer Franco Lancio, insieme lavoriamo alla realizzazione di progetti culturali e sociali nell’ambito della grafica, dell’architettura del design e dell’arte.
Lo spazio nelle immagini è lo spazio Temporary OBÚ della Fondazione Terzoluogo a Napoli nel quartiere di Sant’Antonio Abate.
Uno spazio di riqualificazione architettonica e sociale che è solo l’inizio di un ampio e interessante progetto per la città di Napoli.
Gli arredi sono stati realizzati con la Falegnameria Arredogamma di Bonito (AV).
arteducazione#artapproach#design#arte#architettura#kids#spazionfanzia#napoli
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Perché dedicare oggi, in un tempo che pensa poco, ha poca fede, poco amore della storia e della cultura umanistica una biografia a Giambattista Vico? Perché è il più grande pensatore italiano, di quell’Italia di cui fu padre Dante Alighieri sette secoli fa. Misconosciuto, incompreso, più spesso frainteso, o ridotto a qualche tormentone scolastico, Vico è il filosofo che apre nuovi mondi e ci collega ai mondi più antichi; dei miti, della romanità, della cristianità, della tradizione, della civiltà mediterranea. E’ il pensatore che ha cercato il punto di confluenza tra la filosofia, la religione, il mito e la storia, preceduti dalla poesia ed ha pensato con mente eroica una Scienza nuova, che è il titolo del suo capolavoro di tre secoli fa.
Ci sono tante ragioni di pensiero, tante curiosità di vita e di storia, tanti intrecci col suo tempo e col nostro, che meritavano di essere raccontati. Vico dei miracoli è un noto punto di Napoli, ma è la metafora di un pensiero miracoloso, non solo per i suoi riferimenti alla grazia della Provvidenza. E mentre la vecchiaia avanzava, Vico insegnava ai suoi alunni, che più la storia avanza più il mondo si rinnova e anziché invecchiare ringiovanisce…
Difatti la storia va avanti e va indietro, secondo Vico, tra ascese e cadute; progredisce, ma segue i cicli, come la natura, dunque ritorna al cammino precedente. Ma non torna al passato, non cancella le esperienze accumulate. È un cammino a spirale, in cui ogni curva è analoga a quella corrispondente del precedente giro, ma non è uguale. Una visione originale che concilia la visione pagana classica, ciclica della storia, e la visione cristiana, che vede la storia come un cammino verso l'infinito.
Marcello Veneziani, “Vico dei miracoli”
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Le istantanee di José Altafini
Un evento che ci ha permesso di scoprire il José Altafini scrittore ma anche di conoscere alcuni aneddoti della sua vita. "Istantanee di un campione", il nuovo libro scritto dall'attaccante ex Napoli, Milan e Juventus, è stato presentato presso la sede della Zeus in quel di Torre Annunziata. Chi è José Altafini? José João Altafini, nato a Piracicaba, in Brasile, il 24 luglio 1938, è un ex calciatore brasiliano naturalizzato italiano, che ha giocato come attaccante. Soprannominato Mazzola in Brasile per la sua somiglianza con la leggenda italiana Valentino Mazzola, Altafini è stato uno dei giocatori più prolifici della sua generazione, segnando oltre 630 gol in carriera. L'ex attaccante ha vestito le maglie, in Italia, di Juventus, Napoli e Milan vincendo 4 campionati, 4 Coppe Italia, una Coppa delle Alpi e una Coppa dei Campioni. Nel 1958, inoltre, vince il mondiale con il suo Brasile guidato da Pelé. Il libro Nel libro, Altafini ripercorre la sua carriera calcistica, dagli esordi in Brasile con il Palmeiras e la vittoria del campionato mondiale con la Nazionale nel 1958, fino alle sue esperienze in Italia con Milan, Napoli e Juventus. Il libro è ricco di aneddoti e curiosità sulla vita di Altafini, sia dentro che fuori dal campo. L'attaccante brasiliano racconta i suoi successi e i suoi fallimenti, i suoi compagni di squadra e i suoi allenatori, e la sua passione per il calcio. La presentazione Dialogando con il direttore di Cinque Colonne Magazine, Giovanni Tortoriello, l'attaccante campione del mondo nel 1958 ha raccontato non solo le sue avventure sportive ma anche del suo lavoro di commentatore televisivo e radiofonico, arrivato al termine dell’attività agonistica. Presenti alla presentazione del libro anche tre suoi ex compagni di squadra del Napoli ovvero Cané, Vincenzo Montefusco e Giovanni Improta. Read the full article
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Curiosità e ricette alla corte di Svevia: l’Università di Napoli celebra gli 800 anni con un libro | winenews.it
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**CURIOSITÀ SULLE STRADE DI POMPEI** 🇮🇹
**Le strade dell’antica Pompei**, così come le altre strade romane, non erano costituite da basoli quadrati o rettangolari (come si possono vedere ancora oggi, ad esempio, su alcune strade di Napoli e delle sua provincia), ma erano ricoperte di **basoli** poligonali irregolari, Questo perché i poligoni irregolari, ben incastrati tra di loro, davano maggiore stabilità. I basoli non venivano tagliati prima per essere montati per formare il selciato (come avviene oggi con i basoli regolari) ma venivano intagliati sul posto nella forma opportuna per rendere l’incastro perfetto.
**I SOLCHI DEI CARRI**
Sulle strade di Pompei si possono osservare dei **solchi incisi** dal passaggio delle ruote dei carri.
Istintivamente viene da pensare che siano dovute al continuo sfregamento delle ruote dei carri sul selciato. In realtà quei solchi sono stati preventivamente scavati nelle pietre durante la costruzione delle strade, come se fossero dei binari per consentire ai carri (che potevano sbandare per qualche motivo) di passare indenni e senza urtare i marciapiedi o gli alti blocchi di pietra dei passaggi pedonali e rompere così le ruote. Soprattutto perché i carri potevano circolare solo di notte. In determinati punti i solchi servono anche per prendere bene la curva senza urtare, ad esempio, i bordi delle fontane, anche se, quasi tutte, erano appositamente provviste di blocchi di pietra che fungevano da paracarri.
Grazie a questi solchi si è potuto scoprire che alcune strade di Pompei erano a senso unico.
**I carri**, per decreto imperiale, dovevano avere tutte le ruote alla stessa distanza: 1,43 metri.
Questa distanza teneva conto dello spazio occupato da una coppia di cavalli affiancati (valevole anche per i muli o i buoi). Un metro e quarantadue centimetri è ancora la distanza tra i due binari delle ferrovie, cioè il cosiddetto scartamento normale.
**I MARCIAPIEDI**
Mentre le strade a Pompei sono uniformemente ricoperte di basalto, **i marciapiedi cambiano di aspetto** e colore: di solito sono in cocciopesto e vanno dal rossiccio all’ocra, dal grigio al biancastro, a secondo degli elementi mescolati al cemento (terracotta, tufo, pietre vulcaniche, marmo ecc.). Questo perché, se per la costruzione e manutenzione delle strade era incaricato un unico responsabile, cioè l’edile della città, per i marciapiedi dovevano provvedere i proprietari delle case che vi si affacciavano.
A Pompei, inoltre si può notare che alcuni blocchi di pietra lavica che costituiscono **il bordo dei marciapiedi** sono leggermente “imbarcati”; quest’incavo non è dovuto al passaggio delle persone (antiche e, più ancora, moderne) ma è stato formato in epoca romana dal gocciolio dell’acqua piovana dai tetti, dalle balconate e dalle tettoie che proteggevano i passanti.
Spesso lo spigolo di un marciapiede presenta **un foro** che passa da parte a parte questo serviva per legare i cavalli o altri animali, oppure per farci passare delle funi che tenevano tesi i tendoni dei negozi.
**I PASSAGGI PEDONALI**
Sulle strade degli scavi di Pompei si incontrano spesso dei grandi blocchi di pietra disposti in modo perpendicolare rispetto alla carreggiata. Collegavano i due lati dei marciapiedi ma lasciavano lo spazio sufficiente per il transito dei carri. Sono i “**passaggi pedonali**” dell’antica Pompei, antesignani delle nostre strisce pedonali. I blocchi servivano per attraversare la strada senza bagnarsi le gambe in caso di pioggia.
I marciapiedi e i passaggi pedonali sono rialzati, rispetto alla strada, anche per facilitare il carico e lo scarico dai carri.
**I CIPPI SGABELLI**
Sulla Via Consolare (ultima foto) che conduce a Porta Ercolano, porta d’ingresso per chi arrivava a Pompei dal nord, lungo i margini dei marciapiedi emergono, a distanza regolare, dei massi squadrati, come se fossero dei **piccoli cippi** che servivano per agevolare la salita (e la discesa) da cavallo; erano un po’ come dei sgabelli, visto che nell’età imperiale, i romani non conoscevano ancora l’uso delle staffe. La presenza di questi cippi dimostra che presso le porte, attraversate da un traffico molto intenso di carri e viaggiatori a cavallo, si lasciavano carri e cavalli (parcheggiandoli presso alcune rimesse) perché il loro ingresso di giorno era proibito in città. I viaggiatori poi proseguivano perlopiù a piedi o, i più facoltosi, affittavano delle lettighe trasportate da schiavi.
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curiosità
La pasta di mandorla nasce a Napoli, tuttavia attraversò lo stretto di Messina per approdare sull'isola dei maestri pasticceri che in qualche modo la migliorarono e si specializzarono nella lavorazione della mandorla.
Essi crearono dei piccoli capolavori e ricette tradizionali divenute famose in tutto il mondo, tra le quali l'apprezzatissimo marzapane.
curiosity
Almond paste was born in Naples, however it crossed the Strait of Messina to land on the island of master pastry chefs who somehow improved it and specialized in the processing of almonds.
They created small masterpieces and traditional recipes that have become famous throughout the world, including the highly appreciated marzipan.
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A RUVIANO FOCUS SULLA PREVENZIONE ONCOLOGICA, EVENTO RIUSCITO
Grazie alla ‘regia’ della dirigente scolastica Silvana Santagata e alla collaborazione di esperti, docenti, alunni e volontari


RUVIANO - Una giornata tutta dedicata alla prevenzione, iniziata la mattina nel Plesso di Ruviano con i ragazzi, e continuata con famiglie e cittadini il pomeriggio nell’accogliente Centro Funzionale della frazione Alvignanello. “Il potere della prevenzione nell’era post pandemica” questo il titolo della manifestazione, datata 6 aprile, voluta fortemente dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo Silvana Santagata in collaborazione con le associazioni La Mongolfiera (Castrovillari – CS) e Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all��Ictus celebrale; la Cooperativa di Comunità Icare di Cerreto Sannita e della Pro Loco Raiano. Un evento a più voci grazie al contributo fornito da numerosi esperti, professionisti del settore sanitario e del mondo associazionistico che hanno, con parole semplici e comprensibili a tutti, parlato dell’importanza dei controlli, della diagnosi precoce, di nuove sperimentazioni e tecniche chirurgiche, degli effetti del Covid, di risultati significativi emersi da progetti scolastici, della distinzione tra i concetti di benessere e di ben essere, della differenza delle emozioni e soprattutto degli screening e dei controlli a cui purtroppo - colpa dello stop pandemico - moltissimi malati oncologici non si sono sottoposti incrementando il numero dei pazienti che lottano contro la morte.




Uno scambio molto interessante che ha visto protagonisti i ragazzi, rappresentanti istituzionali, docenti che hanno vissuto la malattia e medici in prima linea, sempre pronti a divulgare concetti fondamentali per la riduzione dei fattori di rischio e “per rendere mortale il mostro”, il mostro nero, che finirà al centro di un’idea editoriale, un libro il cui ricavato sarà devoluto per l’acquisto di materiale da destinare a reparti di Oncologia, che vedrà autori proprio i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa. Gli studenti, infatti, elaboreranno osservazioni, pensieri, racconti, impressioni raccolti a margine del convegno, tutto per narrare un’esperienza che ha suscitato in loro curiosità e riflessione. Registrata una interessante partecipazione alle visite gratuite (oncologiche, nutrizionali e celebrali), consegnati kit messi a disposizione dell’Asl di Caserta per la prevenzione del carcinoma al colon retto. All’iniziativa, sostenuta da alcuni esercizi locali, hanno partecipato: il vicesindaco Roberto Cusano e l’assessore Giuseppe Izzo, nonché della consigliera comunale dott.ssa Valentina Vecchiarelli, nei panni anche di Gastroenterologa dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta; dott. Ivano Schito, oncologo, ricercatore e dirigente medico Oncologia ASP Cosenza; dott. Gian Paolo Pitruzzella, Responsabile della Breast Unit di Caserta, Specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia Plastica; dott.ssa Maria Antonietta Santagata, specialista in Medicina di Emergenza-Urgenza, dirigente medico UOC Medicina di Accettazione e di Urgenza dell’Ospedale Spoke Castrovillari; dott.ssa Orsola Farina, psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia breve Strategica; dott.ssa Carolina Bologna, internista e geriatra dell’Ospedale del Mare – Asl di Napoli 1 e Presidente di Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; Prof. Antonio Popolizio e Chiara Mastroianni, docenti dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo; il pediatra dott. Antonino Puorto, don Matteo Prodi, presidente della Cooperativa di Comunità Icare e l’estetista Lucia Covino. Ha dato un tocco di effetto, bellezza e di stupore all’evento la sfilata resa possibile grazie all’Atelier Donna Luna di Telese Terme e gli abiti tradizionali, di Folklore del gruppo Kaiatia e storico di Ruviano, indossati da alunni della scuola, in nome di un passato che è fonte di cultura senza tempo per il presente e per il futuro. “Un ringraziamento doveroso va a quanti hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione”, commenta la dirigente Santagata, in particolare ai docenti della Commissione Eventi: il vicepreside Stefano Giannelli; il prof. di Arte e Grafico Federico Ricciardi che, anche in questa occasione, ha realizzato egregiamente la locandina; la Prof.ssa Carmelina Di Meola, la Prof.ssa Benedetta Puorto, le insegnanti Monica Morra e Federica Landolfi (che ha anche moderato e condotto la giornata), e l’assistente amministrativa dott.ssa Teresa Di Sorbo. Grazie anche agli insegnanti del corso Musicale della scuola che hanno scandito il pomeriggio con brani suonati e cantati: M° Guido Tazza, M° Alfonso Carullo, M° Fernando Ciaramella, M° Antonella Pietrangiolillo, M° Raffaele Fuccio e M° Paola Petillo (voce).

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Milan-Napoli: analisi del nostro prossimo avversario
Opta Focus – Statistiche e curiosità di Milan-Napoli Il trittico di sfide d’alta quota per il Napoli inizia da San Siro martedì sera, dove i partenopei faranno visita al Milan. L’ultimo incrocio tra le due squadre in Serie A è stato proprio a San Siro, con i padroni di casa che in quella occasione si sono imposti per 1-0, lo scorso 11 febbraio. Il Milan ha vinto solo uno degli ultimi nove match…
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/geolier-e-la-fidanzata-i-ferragnez-di.html Geolier e la fidanzata i "Ferragnez di Napoli", Emma pazza di Tedua, Arisa lontana da Paola e Chiara Emma Marrone pazza di Tedua: "Pensieri impuri" Nella Top 5 del Festival non è mai entrata ma sulle piattaforme musicali Emma Marrone è una delle artiste più ascoltate di Sanremo 2024 ed è questo, alla fine, che conta. Al Festival Emma non si è fatta mancare nulla: ha sfoggiato look che l'hanno valorizzata, duettato con Bresh nella serata delle cover e persino baciato in bocca Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Ma c'è di più. A Sanremo Emma si è presa una vera e propria cotta o almeno è quello che ha confessato nelle scorse ore. "L’ultima ricerca che ho fatto su Instagram è su Tedua, perché l’ho incontrato a Sanremo e ho fatto pensieri impuri…", ha rivelato durante l'intervista a Fanpage.it, aggiungendo: "Ho detto 'mamma mia che bono' ed ho detto: 'Ma quanti anni avrà Tedua?'". Poi ha fatto le dovute verifiche: "Ho controllato. Come siamo messi? Piccolo! Ma forse sono troppo grande io forse… però mi sono innamorata". L'amore non ha età (cantavano Gli Alisei nel 1977). "I Ferragnez napoletani", chi è la fidanzata di Geolier Geolier è sicuramente uno dei cantanti che ha fatto più discutere a Sanremo 2024. Prima per il testo in napoletano poi per la vittoria della serata delle cover. Sta di fatto che la sua canzone è in vetta alle classifiche musicali e in radio era un tormentone già alla vigilia della finalissima. La curiosità attorno al rapper è così alta che tra le ricerche più frequenti in rete c'è quella su chi è la sua fidanzata. Beh, problema risolto: si tratta della partenopea Valeria, influencer da quasi 300mila follower, con la quale ha una relazione da diversi anni. Lei a Sanremo non è arrivata e Geolier, per non sentire la sua mancanza, si è portato dietro il suo profumo. "Quando sto in giro e non ci sta lei lo spruzzo un po', sento un po di odore che mi ricorda lei come se stesse con me". Curiosità: sono considerati i Ferragnez napoletani. Ma perché... (cantavano i Matia Bazar nel 1977). "Se si incontrano...". Arisa e le Iezzi, scintille a Sanremo? Nella serata delle cover si è evitato accuratamente di fare incontrare (ma anche solo avvicinare) Arisa e le sorelle Iezzi, Paola e Chiara. I motivi sono ovvi. Impossibile dimenticare lo scazzo social tra le artiste avvenuto in occasione del Pride di Roma. Così gli organizzatori del Festival (forse lo stesso Amadeus) hanno ritenuto opportuno tenerle a debita distanza nonostante Arisa fosse sul palco di piazza Colombo e Paola e Chiara fuori dall'Ariston per il PrimaFestival e poi dentro per duettare con i Ricchi e Poveri. "Si è cercato con molta attenzione di evitare un incontro dietro le quinte tra le cantanti. Meglio non rischiare una nuova lite", ha assicurato Dagospia. Meglio non rischiare, tsunami (cantava Annalisa nel 2020). Ferro, lacrime per l'omaggio di Emma: "Ora che sono in ritirata" L'omaggio che Emma Marrone ha fatto all'amico Tiziano Ferro ha colpito al cuore almeno quello del cantante. Alla vigilia della serata delle cover, vode Emma ha proposto un medley di Ferro in coppia con Bresh, Tiziano ha voluto ringraziare pubblicamente l'amica e collega per averlo scelto per un omaggio speciale e portato virtualmente sul palco dell'Ariston insieme a lei. "Troppi amici partecipano a questo Sanremo, sarei volentieri andato a cantare con uno di loro. Vi siete messi d'accordo per mandare in crisi il mio cervello", ha detto su Instagram Tiziano Ferro ringraziando Emma per il suo gesto inatteso: "Il suo gesto è per me epocale, evocando la mia musica in un periodo nel quale sono completamente in ritirata. E' uno dei gesti più belli che mi abbiano mai fatto". Tu chiamale se vuoi emozioni (cantava Lucio Battisti nel 1970).
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