Tumgik
#cucinare con i bambini
la-scigghiu · 10 months
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Consigli.. Sii gentile Esagera pure in gentilezza La gentilezza è gratis Bacia il più possibile Se non trovi da baciare abbraccia Se non trovi da abbracciare sorridi Prima o poi un abbraccio arriva Se non arriva chiamami Carezza Chiedi aiuto Mangia molta verdura Sii pure timido Continua ad essere gentile Non porgere l’altra guancia se non per una carezza o un bacio Esigi affetto Esigi gentilezza Urla il meno possibile Mangia molta frutta possibilmente lontano dai pasti Cammina Parla pure da solo Se puoi ridi Se riesci fai ridere Leggi tanto Scrivi Spegni il cellulare a tavola Spegni il cellulare a teatro, al cinema, a letto Impara ad ascoltare Esagera con l’ascolto Ascoltare è gratis Sappi chiedere scusa Fatti sempre un mazzo di chiavi di riserva Osserva i bambini giocare Usa la bicicletta Regala fiori Impara a cucinare Perdona una volta Perdona due volte Alla terza fai un inchino, fai la riverenza e togli il disturbo Ascolta un sacco di musica Fai l’amore Fai l’amore il più possibile Se non hai nessuno con cui far l’amore masturbati Masturbarsi è gratis Allacciati le cinture Usa preservativi di qualità Dormi abbracciato a qualcuno Se non hai nessuno con cui dormire abbracciato, usa il cuscino Se non hai un cuscino chiamami Abbi cura degli amici Alcuni di questi consigli li hai già sentiti Ma ripetere aiuta Idratati Non ti prendere troppo sul serio Impara uno strumento musicale Anche se non è il violino, va bene Procurati un gatto Innamòrati Disinnamòrati Rinnamòrati Se non riesci ad innamorarti, siediti, accenditi una sigaretta e aspetta Se non fumi, spegnila subito Autocìtati È gratis Perdi tempo Ritrovalo Non esagerare col sale Impara ad usare le mani Tollera Fai colazione Comprati un trullo (scherzo) Ho finito.
.🦋.
🔸G. Catalano
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turuin · 1 year
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Oh, è arrivato il pacco da Temu! Lo so che attendevate con ansia gli sviluppi. Quindi:
Sui tempi di consegna ci siamo, perché era stimato 17-25 Settembre ed è arrivato il 19.
Gli oggetti ordinati ci sono tutti, ma proprio tutti.
Il confezionamento degli oggetti va da "scatolina di cartone leggero" a "bustina di plastica autoadesiva".
Andiamo al succo della questione, foto della merce e poi il mio commento.
Il pezzo forte:
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Per quello che è costato, fa il suo ed esattamente come le sue controparti grandi non c'è speranza che la gru afferri qualcosa.
Il tappetino da bagno:
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pure questo, tutto sommato dignitoso. Ma al momento sta prendendo aria fuori.
Il pacco sorpresa:
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No, non ne vale la pena. Ci sono dei gadget che sarebbero stati carucci nel 1988. Ma a fare due conti, gli squishy in edicola costano di più e sono pure peggio. Qui almeno c'è un cubo di Rubik e uno stranissimo pupazzo-fidget spinner.
Andiamo avanti.
Il CANE-LUCINA:
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Arriva con le sue batterie, non semplicissime da montare e decisamente molto fragile (more later) ma fa tutto quello che deve fare ed è carinissimo. Promosso!
Il supporto per le posate:
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Pure qui, che gli vuoi dire? Per quello che costava... poi oh, pare una cazzata, ma io ne avevo proprio bisogno perché non so mai dove poggiare i cucchiai e i mestoli che uso per cucinare, e quindi vale l'acquisto-necessità.
Il righello per la misurazione del piede dei bambini:
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Vabbé, qui eravamo proprio al cazzeggio. Non vale nemmeno quei 60 centesimi e rotti, pure perché arriva fino a 30 cm scarsi (manco ne sono sicuro).
I braccialetti e la collana da maranza:
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Cheap, davvero cheap, ma oh, si sa che io impazzisco per gli accessori. Non sono sicurissimo della collana ma boh, vedremo. Li sto ripulendo un po' per evitare irritazioni.
Gli ultimi due:
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Questi non li ho fotografati ma vanno bene: il soffione in particolare, pur essendo plasticaccia, fa un getto fenomenale. Stasera lo testo in doccia.
Conclusioni:
Il sito è affidabile? Lo è. La merce è arrivata tutta e non ci ha messo neppure troppo tempo, e mi hanno tempestato di aggiornamenti via mail (è decollato, è atterrato, sta passando la dogana, il doganiere s'è preso un caffè etc.)
I prezzi? Sono quelli di qualsiasi mercatino / store economico. L'ordine è stato fatto volutamente escludendo cose più complesse o tecnologiche tipo cuffie o tastiere perché non mi servivano e in ogni caso su quel genere di prodotto la qualità è imprescindibile, per me.
La qualità: bassa, bassissima. Tutto è plastica di quart'ordine, roba che si sfalda tra le mani. Però per quel prezzo non si possono avere grandi pretese.
Lo rifarei? No, ma sono contento di averlo fatto anche perché era da mesi che la pubblicità di Temu mi si presentava ovunque.
Ora posso ricominciare a bloccarla.
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susieporta · 1 year
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LA VOGLIA DI FARE L’AMORE
Non hai più voglia di fare l’amore?
È normale, questa società ti ha tarpato l’origine dell’energia radice per radice: il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, le sorprese.
Per aver voglia di fare l’amore, devi fare il pane, trovare nuovi utilizzi agli oggetti, giocare con dei bambini, impiastricciarti tutto e morire dal ridere.
Devi cedere il comando alla fantasia e disegnare quello che viene su tutto quello che vedi.
Cucinare con combinazioni nuove ogni giorno, invitare gli amici, sperimentare con la materia, annusare pugni di sottobosco, abbracciare gli alberi, giocare con un cane sporcandoti da capo a piedi.
Per aver voglia di fare l’amore, la tua giornata dev’essere un tripudio di situazioni tragicomiche, surreali e poetiche…
Le persone di cui ti circondi dovrebbero essere collegate al cuore e alla pancia, ridere di gusto, godersi i sapori veri, vedere la bellezza in ogni cosa, saper tornare bambini, divertirsi con niente… E se non se lo ricordano, accendili tu.
Per aver voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua! Un circolo virtuoso. Un vulcano inesauribile. Una nave piena di tesori.
Scrivi, dipingi, canta ogni volta che puoi, gioca, fai scherzi, balla da sola, non importa che tempo fa, non importa cosa capita fuori, non importa se puoi o non puoi fare questo o quello oggi: svegliati con la certezza che tu renderai la tua giornata esilarante!
Per aver voglia di fare l’amore, devi sorprenderti, stupire te stessa, camminare sui divani, sdraiarti per terra, mangiare quando ti pare, creare con qualunque cosa - situazioni, opere, doni, battute, avventura...
Il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, la sorpresa devono diventare ingredienti immancabili della tua esistenza, dal momento in cui apri gli occhi alla mattina.
Per avere sempre voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua.
Sonia Serravalli
www.ilboscofemmina.com
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sguardimora · 24 days
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Martedì 27 agosto è arrivato a Mondaino l'ultimo artista selezionato nel contesto del progetto europeo Stronger Peripheries. Si tratta di Hamdi Dridi, artista di origini tunisine che vive tra Tunisi e Montpellier in Francia ma principalmente nomade, come preferisce definirsi beyond borders.
"Mi occupo di coreografia" racconta Hamdi "ma quello che mi interessa per primo è l'incontro con l'altro". Dan(s)e House trio and constellations è il titolo del progetto a cui sta lavorando: si tratta di un lavoro in cui danza, cucina e musica provano a mescolarsi sulla scena per creare un ambiente accogliente e immersivo per lo spettatore. Per questo, per la scrittura coreografica, Hamdi sta collezionando un archivio di gesti attraverso l'osservazione della preparazione di alcune ricette o particolari cibi che le persone che incontra gli propongono. L'archivio, costituito dai movimenti del corpo, in particolare tronco e braccia, servirà a definire la danza delle tre performer che saranno in scena: Ewa Bielak, Lucia de Oliveira Moreira, Debora N’Jiokou, danzatrici e dj, mixano, preparano le loro ricette tradizionali e danzano su una base hip hop le danze tradizionali dei loro paesi di origine, Polonia, Portogallo e Capo Verde, e le partiture di gesti scritti da Hamdi.
In queste prime giornate di residenza in Italia quindi, dopo aver trascorso nei mesi scorsi un periodo di residenza in Spagna e in Francia confrontandosi con le comunità di quei territori, Hamdi ha iniziato a incontrare alcune persone di Mondaino e dei dintorni per cercare nei loro gesti non solo l'amore per la cucina ma anche per lo stare insieme e condividere un tempo e uno spazio di vita: stare, osservare, raccontarsi e ascoltare.
Così scopriamo che il progetto è ispirato da una parte al ricordo del lavoro del padre e alla ripetizione dell'azione, nel suo caso del dipingere, dall'altro all'amore della madre per la cucina.
Nel giorno del suo arrivo a Mondaino è stato accolto da Elisa ed Erica, due sorelle che si sono trasferite da poco in collina e che hanno aperto un'associazione culturale Sentieri Felici che si occupa principalmente di curare progetti per l'infanzia.
Al nostro arrivo tutto è pronto per accoglierci al meglio. Subito entriamo in cucina ed Elisa ed Erica iniziano a illustrarci quello che ci preparerano di li a poco, cioè cassoni e piadine. E mentre mescolano gli ingredienti facendo scivolare farina e acqua tra le mani ci raccontano l'origine di quella passione per il cibo e il cucinare per qualcuno. La tradizione di famiglia, che è passata dalla nonna alla mamma, è fatta di ristoranti e forni, di gesti ripetuti e di cibi condivisi, di accoglienza e piatti tradizionali.
Nella piccola cucina si muovono agili mentre Hamdi le segue con attenzione, cercando di non perdere nessun frammento dei loro movimenti coordinati, ritmici e ripetuti: il tempo è scandito dalla ripetizione dei gesti, dall'impastare e dal farcire, dall'attesa del riposo dell'impasto alla foratura del cassone "per farlo respirare" fino alla cottura finale.
La condivisione del cibo con tutta la famiglia, i sorrisi dei bambini e i loro sguardi attenti, i profumi e i sapori chiudono per Hamdi la prima intensa giornata di incontro con la comunità.
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"Si tratta", racconta Hamdi, "di comprendere un gesto che diviene ritmico: non è la danza che prende il sopravvento ma è il gesto che nel suo essere grezzo diventa ritmico e le due cose diventano organiche: è il gesto naturale che si fa danza inscrivendosi nei corpi".
Siamo a Marazzano ora, nel comune di Gemmano, e siamo a casa di Ivan Fantini dove ha sede il suo Boscost'orto. Ci accoglie insieme alla sua compagna, la danzatrice Paola Bianchi; poi seduti in giardino attorno a un lungo tavolo Hamdi e Ivan si raccontano, sorseggiando caffè e succo di mele appena fatto.
Ivan è un cuoco eterodosso, dimissionario e anarchico. Di origine romagnola proveniente da una famiglia del sottoproletariato inizia a cucinare in casa, a sette anni, per aiutare la madre e la nonna malate: così apprende la cucina tradizionale. Da qui in avanti non abbandonerà mai il mondo del cibo e della condivisione: dall'istituto alberghiero al primo lavoro a 16 anni in un ristorante famoso della zona, per poi entrare a far parte di un circolo culturale a Rimini, Quadrare il circolo, poi l'esperienza con festival e musei fino alla Biennale Teatro diretta da Romeo Castellucci dove curava installazioni gastronomiche d’arte, che potevano essere viste, toccate, mangiate. Infine un'osteria con cucina dentro un antico mulino prima di abbandonare tutto per ritirasi nella sua casa di Marazzano.
Ci racconta, infatti, come a partire dal 2008 con l'introduzione in Italia dell'HACCP, norma che concerne la sanificazione dei luoghi e degli alimenti, siano iniziati i problemi: Ivan non ha mai accettato di sottostare a quella norma e alle leggi del mercato: non ha voluto acquistare prodotti del mondo globalizzato ma ha continuato a lavorare con i contadini della zona, che ovviamente non potevano sottostare a queste norme e dopo tre anni di multe e una crisi depressiva ha scelto di uscire dal sistema.
Ha abbandonato, si fa per dire, il suo mestiere per fare quello che non sapeva fare. Ha cominciato a scrivere. Ha disboscato un bosco per avere un'autonomia alimentare. Ha iniziato a recuperare lo scarto del capitale, ciò che la comunità non acquista, e a saccheggiare quello che la natura offre vivendo di baratto.
E proprio grazie al baratto, un amico gli ha portato del pesce fresco. Così ci mettiamo in cucina, Ivan inizia a muoversi tra lavello e spianatoia, il dialogo prosegue mentre pulisce e disseziona seppie e sgombri, affetta cipolle, raccoglie foglie di alloro, rametti di rosmarino e scorze di limone per produrre un trito aromatico speciale. Il suo ritmo è serrato e sincopato allo stesso tempo, i gesti ripetuti sono ritmici e sicuri, le mani si muovono veloci e violente.
"Vivo il lusso della povertà: ho relazioni umane e politiche molto potenti in tutta Italia. Sono felice, malgrado quello che accade nel mondo", ci dice. Intanto i suoni e gli odori del cibo iniziano a pervadere lo spazio nonostante siamo all'aperto.
E Hamdi osserva, registra con gli occhi ogni movimento e con le orecchie, grazie anche al supporto di Anouk nella traduzione, le parole: lo sguardo non si arresta, entra ed esce dalla cucina, segue ogni movimento di Ivan.
E si tessono fili.
"La cucina è musica: come reagisce chimicamente la padella è un concerto."
"Conoscere le regole per poterle sovvertire. Opero come fa un musicista jazz che conosce le note e improvvisa." 
"La cucina è una danza, un gesto poetico e brutale allo stesso tempo!"
"La cucina come tutto è poetica e politica: quando cucino ho una specie di rabbia".
Così, tra una battuta e l'altra, si arriva al pranzo condiviso in giardino: il lungo tavolo apparecchiato si riempie e ci accoglie. E ce ne andiamo, ricchi di questo nuovo incontro.
#Tandem 11
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On Tuesday, August 27, the last artist selected for the European project Stronger Peripheries arrived in Mondaino. His name is Hamdi Dridi, a Tunisian artist who lives between Tunis and Montpellier in France but is primarily nomadic, as he prefers to define himself beyond borders.
“I work in choreography,” Hamdi explains, “but what interests me most is the encounter with others.” The project he is working on is titled Dan(s)e House Trio and Constellations: it is a work in which dance, cooking, and music try to blend on stage to create a welcoming and immersive environment for the audience. For this, in choreographic writing, Hamdi is collecting an archive of gestures through the observation of the preparation of certain recipes or particular foods proposed by the people he meets. The archive, consisting of body movements, especially torso and arms, will be used to define the dance of the three performers who will be on stage: Ewa Bielak, Lucia de Oliveira Moreira, and Debora N’Jiokou, dancers and DJs who mix, prepare their traditional recipes, and dance traditional dances from their countries of origin—Poland, Portugal, and Cape Verde—on a hip-hop base, along with the gesture scores written by Hamdi.
In these first days of residency in Italy, after spending time in Spain and France in the previous months interacting with communities in those regions, Hamdi has started to meet some people from Mondaino and the surrounding areas to look for not only the love for cooking but also for being together and sharing a time and space of life: being, observing, storytelling, and listening.
We discover that the project is inspired partly by memories of his father’s work and the repetition of the action, in his case painting, and partly by his mother’s love for cooking.
On the day of his arrival in Mondaino, he was welcomed by Elisa and Erica, two sisters who have recently moved to the hills and opened a cultural association, Sentieri Felici, which mainly deals with projects for children.
Upon our arrival, everything is ready to welcome us in the best possible way. We immediately enter the kitchen, and Elisa and Erica begin to show us what they will prepare for us shortly: cassoni and piadine. As they mix the ingredients, letting flour and water slide between their hands, they tell us about their passion for food and cooking for others. The family tradition, passed down from grandmother to mother, is made of restaurants and bakeries, repeated gestures, shared foods, hospitality, and traditional dishes.
In the small kitchen, they move gracefully while Hamdi watches them closely, trying not to miss any part of their coordinated, rhythmic, and repeated movements: time is marked by the repetition of gestures, from kneading and stuffing, from waiting for the dough to rest to puncturing the dough box “to let it breathe” until the final baking.
Sharing the food with the whole family, the smiles of the children, and their attentive gazes, the aromas and flavors close for Hamdi the first intense day of meeting with the community. “It’s about,” Hamdi recounts, “understanding a gesture that becomes rhythmic: it’s not the dance that takes over but the gesture that, in its rawness, becomes rhythmic and the two things become organic: it’s the natural gesture that becomes dance inscribed in the bodies.”
We are now in Marezzano, in the municipality of Gemmano, at Ivan Fantini’s home where his bosco-storto (wooded garden) is located. He welcomes us together with his partner, dancer Paola Bianchi; then seated in the garden around a long table, Hamdi and Ivan share stories while sipping coffee and freshly made apple juice.
Ivan is an unorthodox and anarchic cook. Of Romagnolo origin, coming from a working-class family, he began cooking at home at the age of seven to help his sick mother and grandmother: this is how he learned traditional cooking. From then on, he never left the world of food and sharing: from culinary school to his first job at 16 in a famous local restaurant, then joining a cultural circle in Rimini, Quadrare il Circolo, then working with festivals and museums up to the Biennale Theater directed by Romeo Castellucci, where he curated gastronomic art installations that could be seen, touched, and eaten. Finally, an inn with a kitchen inside an old mill before abandoning everything to retire to his home in Marazzano.
He tells us how, starting from 2008 with the introduction of HACCP in Italy, a regulation concerning the sanitation of places and food, problems began: Ivan never accepted complying with that regulation and market laws: he did not want to buy products from the globalized world but continued to work with local farmers, who obviously could not comply with these regulations, and after three years of fines and a depressive crisis, he chose to leave the system.
He “left,” so to speak, his profession to do what he didn’t know how to do. He began writing. He cleared a forest to achieve food self-sufficiency. He started recovering discarded capital, what the community does not purchase, and to forage what nature offers, living off barter.
And it was thanks to barter that a friend brought him fresh fish. So we enter the kitchen, Ivan starts moving between the sink and the counter, the conversation continues as he cleans and fillets cuttlefish and mackerel, slices onions, gathers bay leaves, rosemary twigs, and lemon peels to make a special aromatic blend. His rhythm is tight and syncopated at the same time, the repeated gestures are rhythmic and sure, his hands move quickly and forcefully.
“I live the luxury of poverty: I have very strong human and political relationships throughout Italy. I am happy, despite what happens in the world,” he tells us. Meanwhile, the sounds and smells of the food begin to fill the space even though we are outside.
And Hamdi observes, recording with his eyes every movement and with his ears, thanks also to Anouk's help with the translation, the words: his gaze does not stop, entering and exiting the kitchen, following every movement of Ivan.
And threads are woven.
“Cooking is music: how the pan reacts chemically is a concert.”
“Knowing the rules to overturn them. I operate like a jazz musician who knows the notes and improvises.”
“Cooking is a dance, a poetic and brutal gesture at the same time!”
“Cooking, like everything, is poetic and political: when I cook, I have a kind of anger.”
So, between one comment and another, we arrive at the shared lunch in the garden: the long table is set and welcomes us. And we leave, enriched by this new encounter.
#Tandem 11
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francobollito · 9 months
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“Ero in casa con un amico, bevevamo un caffè, ad un certo punto gli ho detto: “aspetta due minuti, lavo i piatti e torno."
Con tono ammirato e perplesso mi ha detto: “meno male che aiuti tua moglie. lo non aiuto la mia, perché quando lo faccio non ho alcun riconoscimento da parte sua, mai un grazie."
Gli ho spiegato in realtà che non sto aiutando mia moglie.
Mia moglie non ha bisogno di aiuto, ha bisogno di un compagno. I nostri compiti sono condivisi. Vivo con lei a casa, quindi è normale che pulisca la casa perché la sporco anche io.
Non aiuto mia moglie a lavare i piatti, lo faccio perché anche io uso piatti, bicchieri e forchette quando mangio.
Non sto aiutando mia moglie con i
bambini, perché sono anche i miei figli e questo è il mio dovere di padre.
Non sono un aiuto a casa, sono parte di questa casa.
Ho chiesto poi al mio amico, se avesse mai ringraziato sua moglie per pulire la casa ogni giorno, stirare, fare il bagno ai bambini, cucinare e organizzare tutto...
Ringrazia tua moglie nello stesso modo in cui vorresti essere ringraziato.
Dai una mano, comportati come un vero uomo, un vero compagno e non come un ospite che viene solo a mangiare, dormire, fare la doccia e soddisfare le sue esigenze sessuali...
Sentiti a casa. In casa tua!
Il vero cambiamento nella nostra società inizia nelle nostre case, sono le nostre azioni che insegnano ai bambini il vero senso della vita.
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io-ti-regalo-il-mondo · 6 months
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"Mer,
non è il modo in cui volevo farlo ma mi conosci, ho sempre preferito la strada più facile o forse ero cosí un tempo, non lo so. Quello che so è che meriti la veritá. Non so come altro dirtelo ma sai bene quanto me che se dovessi venire da te urleresti e mi faresti sentire in colpa o qualsiasi cosa tu faccia che sembra sempre farmi ragionare. Eri l'unica in grado di farmi ragionare, sottolineare quando facevo lo stronzo. Quando non funzionava ti sdraiavi nel mio letto e dicevi la cosa perfetta e sensata, ma il problema è che non posso tornare, non posso affrontarti. Merito di sentirmi in colpa e di essere chiamato stronzo, ma non voglio che tu mi faccia ragionare, non voglio che tu dica la cosa giusta perchè la cosa giusta non è a Seattle, non più. Ti giuro che non c'entra il lavoro, non c'entri tu e neanche Jo, si tratta di me. Me ne sono andato e sono con Izzie. Forse a questo punto prenderai il telefono per chiamarmi un milione di volte e lasciarmi messaggi odiosi in segreteria finchè non ti richiamerò, ma non posso Mer, non posso mentirti e prometterti che tornerò a casa perchè quella non è piú casa per me. Quando hai rischiato di perdere la licenza, quando ho chiamato tutti per scrivere quelle lettere e venire a sostenerti, ho chiamato anche Izzie. Vorrei dirti che speravo non rispondesse ma in veritá ho sperato di sì. Vorrei dirti che l'ho dovuta chiamare per te, ma sarebbe una bugia. La veritá è che il tuo processo mi ha dato una buona scusa per chiamarla. Volevo sapere che fine avesse fatto, volevo sapere se fosse viva e se stesse bene, volevo sentire la sua voce. Quando ha risposto le ho raccontato tutto, su di te che raccoglievi la spazzatura per strada e che avevi bisogno di una lettera che dimostrasse che vali molto di piú. Lei ha riso ed ha detto: "era ovvio che finisse tra la spazzatura, perchè ha provato a salvare il mondo!"
C'erano voci di sottofondo, una bambina che cantava una canzone sulle "sporche e unte budella del geomide", che avevo imparato in prima elementare. Ho iniziato a ridere e le ho chiesto se avesse dei figli ed Izzie non parlava piú. Non ha parlato piú per molto tempo finchè poi mi ha detto: "sì, ho dei figli, due gemelli" e mi ha detto che sono figli miei Mer, figli miei e di Izzie, ha dato alla luce i nostri figli.
Amo Jo, profondamente, ancora. Credo che la amerò per sempre. Se si trattasse solo di scegliere tra due donne che amo, sceglierei mia moglie, lo sai bene. Ma non si tratta solo di lei, Izzie ha avuto i nostri figli. Era single e voleva dei bambini ma non poteva averne perchè il cancro le ha distrutto gli ovuli però aveva ancora i nostri embrioni. Allora ero troppo spaventato per interessarmi di cosa ne avrebbe fatto se non li avessimo usati cosí ho firmato dei documenti, dandole il consenso di farci quello che voleva e li ha usati, ha avuto due gemelli: Eli ed Alexis.
Avrei dovuto dirlo a Jo o a te, ma non l'ho fatto. Ho aspettato che finisse il tuo processo e poi sono venuto qui ed ho conosciuto i miei bambini Mer. Hanno 5 anni, sono divertenti e testardi da morire, proprio come Izzie, come una piccola squadra che si allea contro di me con caparbietá e mani appiccicose. Nel momento in cui ho varcato quella porta hanno subito voluto farmi vedere le loro camere, il loro sguardo mentre mi mostravano i loro giocattoli, i loro libri e mi hanno chiesto se potevano chiamarmi papá. Entrambi vogliono diventare dottori, Izzie gli insegna a cucinare come lei e scarabocchiano stetoscopi su tutti i muri con i gessetti. Alexis ha gli occhi di Izzie ed Eli ha un sorrisetto storto proprio come il mio ed ora vivo in una cavolo di fattoria nel nulla, in Kansas.
I bambini giocano con le galline ed Izzie lavora come chirurgo oncologico, ed è straordinaria Mer. I progressi che ha fatto, è viva. È un miracolo e tiene altre persone in vita mentre io sto facendo domanda all'ospedale qui vicino.
Volevo prendermela con Izzie per avermelo nascosto ma non posso perchè posso solo esserle grato per averli messi al mondo.
Sono cosí intelligenti, piú di quanto lo fossi io alla loro etá, cavolo forse anche piú di adesso!
Sono arrivato ad avere tutto....una casa in cui si sentono al sicuro e amati, fanno pigiama party in cui si scambiano il letto a non finire per tutta la notte finchè non piombano nel nostro letto alle 4 del mattino e si svegliano con due genitori quando io a malapena ne ho avuto uno.
Li amo Mer, con tutte le mie forze e con ogni singola cellula del mio corpo e posso essere il loro papá. Sono l'uomo che ha mentito dicendo di avere un solo testicolo per entrare al Seattle Grace ed ha funzionato, ho ottenuto un lavoro e una carriera che amo, basandomi su una bugia di cui non importava a nessuno e l'ho fatto funzionare. Quando guardo i miei figli e dubito di star facendo la cosa giusta per loro penso a te, Zola, Bailey ed Ellis. Sei diventata una madre straordinaria ed un chirurgo incredibile. L'hai fatto da sola.
Hai sempre detto che Cristina era la tua persona, poi che ero io ma sei sempre stata tu la tua persona, una forza della natura pazzesca. Non hai mai avuto bisogno di nessuno se non di te stessa.
Puoi venire qui sai? Potresti presentarti qui e convincermi a lasciar perdere tutto questo e ritornare da te, Jo, l'ospedale e da tutti quelli che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui ma spero che tu non lo faccia Mer. Sei la mia migliore amica e mi mancherai da morire ma sono finalmente dove dovrei essere, non l'ho mai avuto prima d'ora.
Perciò spero che un giorno verrai qui, ma non per chiedermi di tornare, spero tu venga a conoscere i miei figli e che possano chiamarti "zia Mer" perchè so che li amerai e loro ameranno te e finchè non sarai pronta a farlo, cerca di non odiarmi troppo per favore.
Alex."
La lettera d'addio di Alex Karev a Meredith Grey
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"I vecchi hanno solo un diritto: quello di morire."
“Potrei dire che chi l'ha detto è un cretino, ma invece dirò che è stato utile: ha rotto una ipocrisia, perchè è vero che diamo fastidio. L'ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli, è l'inferno".
-«La gente è diventata troppo seria, io ho 91 anni ma ho la fortuna di essere molto ironica, così non mi accorgo della presenza della morte che mi osserva da vicino pronta a prendermi, e la mattina continuo ad alzarmi contenta».
«Che gli anziani non servissero a mandare avanti il Paese forse poteva essere vero un tempo ma se oggi guardo all’età di molti grandi industriali, architetti, professori, scienziati, spesso vedo settantenni e anche ottantenni.
Ci chiamano nonnini, nonnetti, a parole ci vezzeggiano ma poi ci mettono nelle Rsa, prima di metterci nella tomba».
«Che diamo fastidio perché costiamo, perché siamo una spesa medica e sociale, perché prendiamo le pensioni, perché occupiamo posti negli ospedali e case o abitiamo in quelle dei figli e magari abbiamo la colpa di continuare a fare un lavoro. Io ho una rubrica delle lettere sul “Venerdì di Repubblica”, a un certo punto qualcuno ha cominciato a scrivermi, una minoranza per carità, che era tempo che lasciassi posto ai giovani. Nello stesso momento lo stesso pensiero è passato per la testa di colleghe più giovani. Io non mi considero inamovibile, se mi dicessero che le mie cose non interessano più, che sono rimbambita, non più capace di scrivere o fuori tempo allora farei subito un passo indietro, ma non per una questione anagrafica, non perché sono vecchia. Non è una colpa».
«Ho la fortuna di aver sempre lavorato e risparmiato e di poter essere ancora indipendente, ma te lo ripeto: i vecchi danno fastidio e la gente non accetta che possano ancora lavorare. Dieci anni fa, quando avevo appena passato gli 80, un giorno un giovane tassista che aveva sentito che parlavo di impegni di lavoro al telefono, alla fine della corsa mi chiese: “Ma lei ancora lavora? Ma non è tempo di smettere e riposarsi? Che cosa fa?” Risposi: “Sa, sono una cuoca, continuo a cucinare”. A quel punto lui disse: “Ah, allora ok”. Se stai in cucina può andare bene, non disturbi troppo…».
«Ti regalo una notizia: non tutti i vecchi sono sordi! Questa è un’altra cosa che mi fa impazzire, ti parlano e gridano o scandiscono le parole, come se fossi sorda o rincretinita. Ci trattano come i bambini e ogni frase finisce con il sorriso. Poi ci sono quelli che vogliono rassicurarti e con tono consolatorio ti dicono: “Dai, che vivrai fino a cent’anni”. Ma fatti gli affari tuoi, io non ho futuro ma ho un bellissimo passato, ho vissuto nell’Italia meravigliosa della ricostruzione e del boom economico e sono piena di memorie che mi tengono compagnia, non ho bisogno di compassione».
«Io, da giovane, i vecchi nemmeno li vedevo, non ho mai conosciuto i miei nonni e vivevo sempre tra i miei coetanei. Quando avevo 16 anni ricordo che i miei amici erano tutti innamorati di una ragazza bellissima che di anni ne aveva 26, io ero stupita e continuavo a chiedere: ma come fa a piacervi una così vecchia?! Quante cose ho visto, durante la guerra ho assistito al matrimonio di una mia amichetta che aveva 14 anni e che aveva avuto la dispensa dal vescovo per sposarsi con un ragazzo che partiva per il fronte. Mi piacciono tanto le storie del passato, le conservo con cura, ma senza alcun rimpianto».
«Porto sempre con me il bastone quando esco, mi aiuta a camminare ma serve anche molto, non tanto per difesa quanto per offesa, mi è utile con i giovanotti maleducati o con i vecchi che non sanno stare al mondo. Poche settimane fa, durante il mio piccolo giro intorno a casa, ho dato dei soldi a un ragazzino africano. Un signore mi ha vista e ad alta voce ha cominciato a criticarmi, dicendo che venivano dall’Africa per colpa di gente come me che li mantiene e li foraggia; gli sono andata incontro mentre continuava a criticarmi, ho alzato il bastone e gliel’ho messo sotto il mento e gli ho detto soltanto: “Non permetterti di dire un’altra parola, fascista”. Si è dileguato».
«Vivo alla giornata, la mia vita comincia la mattina quando mi sveglio e finisce quando vado a letto la sera, sperando sempre di morire nel sonno. Sai, io non sono vecchia, non sono un’ottantenne, io sono ultra-vecchia, penso spesso che potrei avere un figlio di più di settant’anni».
«A chi è giovane oggi vorrei dire: “Svegliatevi, informatevi, leggete libri, è una cosa che costa poco, puoi fare da solo e riempie di gioia”. Non è mai tempo perso!»...
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Natalia Aspesi
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Hygge
Hygge è un sostantivo danese  e norvegese impiegato per definire un sentimento, un'atmosfera sociale, un'azione correlata al senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità. Esprime un concetto analogo a quello della parola svedese mys e della parola tedesca Gemütlichkeit.
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Il concetto di hygge non ha come fine la ricerca di una felicità momentanea, bensì di una felicità quotidiana, che contribuisce a generare un senso di appagamento di lungo periodo equiparabile al nostro concetto di "benessere, essere in armonia con il proprio tempo e il proprio ambiente. Ricerca di una pace e di un equilibrio da condividere socialmente"
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Secondo un sondaggio dell'Unione europea, i cittadini danesi sono i più felici del mondo, visto che passano più tempo con la famiglia e con gli amici e si sentono più rilassati degli altri.
Per essere hyggelig (aggettivo derivato da hygge) bisogna concentrarsi sulle cose semplici che fanno stare bene, ricreando un ambiente accogliente dove godere a pieno dei piaceri quotidiani che la vita offre.
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Attività tipicamente hyggelige (plurale di hyggelig) sono per esempio: esprimersi liberamente, allontanarsi dagli impegni della vita quotidiana, condividere il cibo preparando torte, biscotti, pane per ospiti e vicini. Ma anche accendere candele, cucinare, chiacchierare tranquillamente davanti ad un camino acceso.
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Tre condizioni hanno favorito la nascita e la diffusione dell'hygge.
Il clima particolarmente ostile dei Paesi nordici, con estati di breve durata e ricche di luce che contrastano con gli inverni lunghi e bui, ha fatto crescere nei danesi la necessità di ricercare calore e comodità per lo più nelle proprie abitazioni, concedendosi del tempo da trascorrere con la famiglia, gli amici e per sé stessi.
Dopo la dichiarazione di indipendenza, la Danimarca si ritrova ad essere una distesa pianeggiante, ed il popolo, una piccola comunità. Una comunità coesa e determinata "Ciò che è perso all’esterno, verrà conquistato all’interno", in questo modo è cresciuto il senso di aggregazione e di comunità che sono i principi fondamentali dell’hygge e del popolo danese.
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Una società basata sull'uguaglianza, tra le più egualitarie, con un servizio sanitario, scolastico e fiscale.
In Danimarca le tasse sono molto alte proprio perchè è diffusa la consapevolezza che in tal modo sarà possibile prendersi cura degli individui più fragili, come i bambini, gli anziani, i malati. Le tasse sono lo strumento concreto di una comunità per dar riparo e conforto ad ogni tipo di fragilità che può incontrare un individuo nel corso della propria vita.
Le imposte e un sistema fiscale equo e unanimamente accettato e condiviso, divengono così il mezzo per creare una "rete di supporto, di sostegno e d'accoglienza". Un modo per far sentire alla comunità e al singolo che anche lo Stato si prende cura del "tuo benessere personale".
Nasce così uno dei sistemi statuali tra i migliori al mondo. In una società del genere, in cui i bisogni primari vengono soddisfatti, c'è più tempo e propensione a dedicarsi all'esplorazione sociale, creativa e personale.
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Gli elementi di hygge.
1) Luce
La luce è un elemento fondamentale per chi vive nei paesi scandinavi, per via del clima che in inverno costringe a godere della luce artificiale anche in pieno giorno.
La luce è un elemento essenziale per creare un'atmosfera hyggelig, come fondamentale è anche la scelta del tipo di illuminazione, che deve essere calda, nelle sfumature del giallo e dell'arancio, è preferibile tenere accese delle lampade a pavimento, rispetto ai lampadari a soffitto, poiché aiutano a creare un'atmosfera più intima e raccolta. Anche la luce soffusa ricreata dalle candele e dalle fiamme del camino sono in pieno stile hygge.
Osservare la fiamma della candela equivale a un vero e proprio esercizio di meditazione, che arresta il flusso dei pensieri e conduce a uno stato di calma.
L'85% dei danesi afferma che per creare un'atmosfera hyggelig bisogna usare le candele; il 28 % dei danesi le accende ogni giorno, il 23% 4-6 volte alla settimana, il 23% 1-3 volte alla settimana, mentre solo il 4% non accende mai candele. Inoltre, il 31% dei danesi accende più di cinque candele in contemporanea.
Il 4 maggio, giornata in cui ricorre l'anniversario della resa della Danimarca in seguito all'occupazione delle forze tedesche, viene celebrata la festa della luce, durante la quale vengono accese 30.000 candele in tutto il paese.
2) Stare insieme
Passare il tempo con gli amici e con la famiglia in un'atmosfera simpatica e rilassante, in cui tutti sono uguali e nessuno ha bisogno di essere al centro dell'attenzione, descrive un altro punto fondamentale di una situazione di hygge: lo stare insieme.
Quando ci si riunisce è fondamentale creare un'atmosfera informale: gli ospiti devono sentirsi a proprio agio, accolti in un'atmosfera conviviale in cui tutti si sentono liberi di esprimersi e di essere sé stessi. In questo modo è possibile instaurare rapporti autentici che generano senso di appartenenza.
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3) Cibo e bevande
Lo stare insieme si associa al mangiare e al bere e alla convivialità. Secondo le regole di hygge, non si deve rinunciare alle cose buone da mangiare, anche se sono poco sane. Allora, tra i prodotti più consumati ci sono: carne, caffè, dolci, cioccolato. Molto hygge è anche il cucinare insieme tra amici e l'odore delle torte fatta in casa. Tra le bevande adatte a tale atmosfera ci sono il tè, la cioccolata, o il vin brulé (gløgg), ma quella considerata più hygge è il caffè.
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Esistono anche dieci cose che fanno la casa più hyggeligt:
- Hyggekrog - è un posto della casa, di solito nel salotto, dove si può sedere tra i cuscini con una coperta;
- caminetto;
- candele;
- oggetti in legno;
- piante;
- libri;
- oggetti in ceramica;
- rivestimenti di diversa fattura;
- arredamento vintage;
- cuscini e coperte
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Le dieci parole chiave:
Atmosfera - abbassare le luci, accendere una candela, luce calda
Presenza - essere qui e ora, spegnere i telefoni.
Piacere - concedersi caffè, cioccolato, biscotti, torta.
Eguaglianza - il "noi" deve vincere sul "me".
Gratitudine - accogliere quel che c'è.
Armonia - non c'è competizione.
Tregua - non drammatizzare; si parlerà di politica un altro giorno.
Spirito di solidarietà - condividere racconti e ricordi.
Comfort - mettiti a tuo agio, prendi una pausa, rilassarsi è tutto.
Rifugio - un posto di pace e sicurezza.
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elianity · 11 months
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LEZIONE DI UN'ANZIANA AI GIOVANI DELLA NUOVA GENERAZIONE del Movimento Ecologista.
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Alla cassa di un supermercato una signora anziana sceglie un sacchetto di plastica per metterci i suoi acquisti. La giovane cassiera, molto somigliante alla svedesina gredina, le rimprovera di non adeguarsi all'ecologia e le dice:
“Purtroppo la sua generazione non comprende il movimento ecologista. Noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse"!
La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega: “Mi dispiace, non c'era nessun movimento ecologista al mio tempo".
Mentre lei lascia la cassa, affranta, la cassiera aggiunge: " Sono state le persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. È vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell'ambiente nel vostro tempo".
Allora, un po’ arrabbiata, la vecchia signora fa osservare che all'epoca restituivano le bottiglie di vetro registrate al negozio. Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate. La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. Non c’era il “residuo” e l’umido si dava da mangiare agli animali. Ma non conoscevano il movimento ecologista.
E poi aggiunge: “Ai miei tempi salivamo le scale a piedi: non avevamo le scale mobili e c’erano solo pochi ascensori. Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all'angolo. Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista. Non si conoscevano i pannolini usa e getta: si lavavano i pannolini dei neonati. Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda. Avevamo una sveglia che caricavamo la sera. In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva degli aggeggi elettrici specializzati per cucinare senza sforzi e che però mangiano tutti i kwatt che Enel produce. Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dell’ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica. Non avevamo i tosaerba a benzina o i trattori: si usava l'olio di gomito per falciare il prato. Lavoravamo fisicamente, non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l'elettricità. Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista. Bevevamo l'acqua alla fontana quando avevamo sete. Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare. Si riempivano le penne d'inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta. Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi. Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista. Le persone prendevano il bus o il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24. I bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all'altro, le matite, le gomme , i temperamatite e gli altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni nuovi gettati a fine giugno, così come matite e gomme con uno slogan diverso ad ogni occasione. Ma, è vero, noi non co innoscevamo il movimento ecologista! C’era solo una presa di corrente per stanza e non una serie multioresa per alimentare tutta la panoplia degli accessori elettrici indispensabili ai giovani di oggi. Ci lamentiamo solo di non aver avuto abbastanza presto la pillola, per evitare di generare giovani idioti come voi, che si immaginano di aver inventato tutto, a cominciare dal lavoro. Giovani che non sanno scrivere 10 righe senza fare 20 errori di ortografia, che non hanno mai aperto un libro, neppure dei fumetti, che non sanno chi abbia composto il bolero di Ravel…(che pensano sia un grande sarto), che non sanno dove passa il Danubio quando proponi loro la scelta tra Vienna e Atene, ecc. Ma che credono comunque di poter dare lezioni agli altri, dall'alto della loro ignoranza"!
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canterai · 2 years
Note
A me interesserebbero le strategie di decompressione
ecco allora una lista esaustiva ma non definitiva, basata sulla mia esperienza. 🪷 tutte le attività elencate possono essere tanto d'aiuto come peggiorare la situazione se applicate nel modo sbagliato. l'ascolto di sé è sempre il primo passo da fare. molte di queste sono attività che facciamo anche senza pensarci, e per questo può essere molto utile a sera fermarsi a pensare a cosa durante la giornata ci ha giovato, e cosa no.
ascoltare/suonare musica, lasciandosene circondare. andare a un concerto. andare a se tire musica in un locale, a patto che l'ambiente non si riveli più stressante della serenità che ci dà l'evento, e organizzandosi in modo da poter tornare a casa quando si vuole in autonomia
ballare, cantare a squarciagola
andare al cinema, guardare un film o una serie tv, sempre valutandone l'impatto emotivo su di noi
visitare una mostra o un museo
stare a contatto con gli animali
stare a contatto con i bambini
stare con altre persone con la nostra stessa sensibilità
stare con amici cari e con chi si ama
fare l'amore
curare delle piante o un orto, dedicarsi al giardinaggio
passare tempo nella natura, ammirarla
passeggiare, o viaggiare
stare in solitudine e in silenzio, se scelti
yoga!! su yt ci sono video di ogni tipo e durata, così come per la meditazione o anche semplicemente per lo stretching
pregare, se si è religiosi
andare alle terme, farsi fare un massaggio
avere cura del proprio corpo, facendosi una maschera, una doccia, provare un trucco diverso o una nuova pettinatura
giocare! giochi da tavolo, carte, scacchi
leggere, scrivere, tenere un diario, sfogliare riviste o leggere il giornale, fare sudoku, fare un mandala
impiegare le mani e creare qualcosa: dipingere, disegnare, lavorare a maglia, colorare, ma anche cose più impegnative
andare al ristorante, gustare nuovi sapori, cucinare, andare a fare la spesa al mercato rionale invece che al supermercato
farsi una tazza di tè calda e buona
fare sport, a patto che sia di decompressione e non sentito come un dovere o un'imposizione
fare shopping, senza lasciarsi sopraffare da folle e caos, da soli o con una piacevole compagnia
farsi un piccolo regalo
fare ordine, pulire
annusare dei buoni odori, ad esempio la lavanda
imparare qualcosa di nuovo, iscrivendosi a un corso, ascoltando podcast, leggendo riviste, guardando documentari
fare fotografie
fare volontariato
dormire!
e infine, piangere, sfogarsi, gridare. niente di meglio per decomprimere le emozioni 🦊🌛
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susieporta · 1 year
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Consigli. [di Guido Catalano]
9 OTTOBRE 2017 / ACHIARA84
Sii gentile
Esagera pure in gentilezza
La gentilezza è gratis
Bacia
Bacia il più possibile
Se non trovi da baciare abbraccia
Se non trovi da abbracciare sorridi
Prima o poi un abbraccio arriva
Se non arriva chiamami
Carezza
Chiedi aiuto
Mangia molta verdura
Sii pure timido
Continua ad essere gentile
Non porgere l’altra guancia se non per una carezza o un bacio
Esigi affetto
Esigi gentilezza
Urla il meno possibile
Mangia molta frutta possibilmente lontano dai pasti
Cammina
Parla pure da solo
Se puoi ridi
Se riesci fai ridere
Leggi tanto
Scrivi
Spegni il cellulare a tavola
Spegni il cellulare a teatro, al cinema, a letto
Impara ad ascoltare
Esagera con l’ascolto
Ascoltare è gratis
Sappi chiedere scusa
Fatti sempre un mazzo di chiavi di riserva
Osserva i bambini giocare
Usa la bicicletta
Regala fiori
Impara a cucinare
Perdona una volta
Perdona due volte
Alla terza fai un inchino, fai la riverenza e togli il disturbo
Ascolta un sacco di musica
Fai l’amore
Fai l’amore il più possibile
Se non hai nessuno con cui far l’amore masturbati
Masturbarsi è gratis
Allacciati le cinture
Usa preservativi di qualità
Dormi abbracciato a qualcuno
Se non hai nessuno con cui dormire abbracciato, usa il cuscino
Se non hai un cuscino chiamami
Abbi cura degli amici
Alcuni di questi consigli li hai già sentiti
Ma ripetere aiuta
Idratati
Non ti prendere troppo sul serio
Impara uno strumento musicale
Anche se non è il violino, va bene
Procurati un gatto
Innamòrati
Disinnamòrati
Rinnamòrati
Se non riesci ad innamorarti, siediti, accenditi una sigaretta e aspetta
Se non fumi, spegnila subito
Autocìtati
È gratis
Perdi tempo
Ritrovalo
Non esagerare col sale
Impara ad usare le mani
Tollera
Fai colazione
Comprati un trullo (scherzo)
Ho finito.
Guido Catalano
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napoli-city · 14 days
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Candy CHW6LBX Piano Cottura a Gas, 4 Fuochi, da Incasso, Griglie in Metallo, Val...
Price: (as of – Details) Descrizione Prodotto Candy Idea Piano Cottura a Gas La collezione Idea ha un design semplice e minimale. È la scelta ottimale per le persone che amano la consuetudine e il comfort. Sicurezza totale in cucina I comandi del Piano Cottura sono laterali: difficilmente raggiungibili dai bambini. Massima flessibilità Zone di diversa dimensione per cucinare facilmente con…
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scontomio · 3 months
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Mi sono sentita la peggiore delle madri, quando ho visto piangere i miei figli.
La peggiore, quando li ho rimproverarti. Quando non sapevo cosa cucinare, quando non ho avuto voglia di cucinare. Quando non mi andava di alzarmi, stare con loro per la troppa stanchezza. Quando non mi andava di lavarli, sistemarli e dargli qualcosa da fare.
Mi sono sentita la peggiore delle madri, quando la casa non è in ordine, quando non riesco ad avere tutto sotto controllo, quando non riesco a dargli tutto ciò che vogliono o, meglio, che meritano. Quando mi mancavano i sorrisi e il buonumore, e mi avanzavano le lacrime e malumore.
Mi sono sentita anche la peggiore delle mogli, quando non ho fatto trovare un piatto pronto da mangiare e gustare a tavola. Quando non sono riuscita a rifare il letto per stare dietro ai bambini, ai loro bisogni e capricci.
Quando sono stata troppo stanca per darti anche un solo bacio prima di dormire. Quando la casa, anche per te, era una caos assolutamente sottosopra e non hai mai detto una parola a riguardo.. anzi mi hai sempre spronata a non pensarci, e pensare che un giorno sarà ordinata.
E forse è vero, un giorno i bambini cresceranno e non avranno bisogno di me in modo così continuativo, quasi eccessivo. La casa sarà più ordinata, pulita e non regnerà il caos e non nego che, possibilmente, quel caos mi mancherà perché vuol dire che i bambini avranno altri interessi.
Però poi, poche volte, mi sono sentita la migliore delle mamme quando ho visto i vostri sorrisi mentre giochiamo, quando le lacrime le caccio via, quando cucino e mangiate di gusto.
La migliore delle mogli quando torni a casa e riesci a rilassarti perché quel giorno, caos o no, va bene così. E andiamo a letto stanchi e sfiniti, col caos, i vestiti e i giochi in giro. Però i bambini sono felici, dormono sonni tranquilli e noi siamo appagati così. Allora mi abbracci e dormiamo sonni tranquilli e profondi anche noi.
Fino al prossimo risveglio che chiama "mamma".
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Come arredare una casa con giardino
Il giardino è un'estensione della casa, un luogo dove rilassarsi, godersi il sole e l'aria aperta, coltivare le proprie passioni e trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici. Arredare un giardino con cura significa creare un ambiente confortevole e funzionale, in linea con lo stile della casa e le proprie esigenze. Sono, però, tante le variabili da considerare come le dimensioni dello stesso (un conto è un giardino con spazi grandi e un altro è con spazi piccoli), l’esposizione al sole per valutare se bisogna prevedere delle zone d’ombra, le esigenze di ciascuna persona (ad esempio un conto è avere i bambini, un altro è essere single e un altro ancora è vivere da solo) e, dulcis in fundo, lo stile della casa che dovrà essere, è meglio sempre non dimenticarlo, molto personale creando una sorta di linea di congiunzione tra lo spazio interno ed esterno.  Come organizzare la cucina Se si ama cucinare all'aperto, si può creare una cucina in giardino con barbecue, forno a legna, lavello e piano di lavoro. In questo modo è possibile preparare deliziose pietanze e gustarle in compagnia di amici e familiari. Attenzione alla scelta dei materiali che dovranno essere selezionati con cura per creare la migliore cucina all’aperto, optando per quelli resistenti alle intemperie come il legno, il metallo o la pietra. La disposizione degli elementi della cucina svolge, inoltre, un ruolo fondamentale poiché ne va della funzionalità e sicurezza della stessa. L’obiettivo è creare un'area di lavoro comoda e accessibile. Come organizzare il terrazzo Se la casa dispone di un terrazzo, si può arredarlo con divani, poltrone, tavolini e vasi di fiori per creare un'oasi di relax dove godersi la vista panoramica. O, se non si ha la fortuna di guardare il mare e le montagne, si può pensare a una organizzazione che miri al relax della persona, dopo le fatiche quotidiane.  Nella scelta dell'arredo per il terrazzo, si dovrà tenere conto delle dimensioni dello spazio a disposizione e dello stile della casa. Si può optare per un arredamento classico o moderno, a seconda dei gusti, e aggiungere un tocco personale con cuscini, tappeti e accessori. Come arredare il giardino Per arredare un giardino con stile, è fondamentale seguire alcune indicazioni come la creazione di diverse zone con differenti funzioni, tra cui una zona relax con divani e sedie, una zona pranzo con tavolo e sedie, una zona gioco per i bambini, un angolo per il barbecue, un orto o un giardino fiorito. Così come per la cucina, anche per il giardino la scelta degli arredi deve puntare sulla comodità e sulla resistenza. Senza, ovviamente, trascurare che un tocco di colore è quasi d’obbligo. Per quanto concerne l’illuminazione, le lampade da esterno sono fondamentali per creare un'atmosfera suggestiva e rendere il giardino fruibile anche di sera. Infine, piante e fiori non devono mai mancare: le piante devono essere adatte al clima della zona e fiorire in diverse stagioni per avere un giardino sempre colorato. In definitiva, nella scelta dell’arredo del giorno, bisogna tenere conto di dimensioni, esigenze e stile. Si possono trovare tante idee e consigli su favi.it, un sito web dedicato all'arredamento e al design. Favi.it offre un'ampia selezione di arredi da esterno per tutti i gusti e budget, dai divani e sedie alle lampade da esterno, dai vasi di fiori ai barbecue. Che colori usare per una casa con giardino La scelta dei colori è importante per creare un'atmosfera armoniosa in giardino. Se il giardino è piccolo, è meglio utilizzare colori chiari che lo faranno sembrare più grande. Se invece è grande, si possono utilizzare anche colori più scuri per creare un'atmosfera più intima e accogliente. Si può anche scegliere di utilizzare colori diversi per le diverse zone del giardino, in modo da creare un effetto più dinamico e personalizzato. Ad esempio, utilizzare colori caldi per la zona relax e colori freddi per la zona pranzo. Con un po' di fantasia e creatività, è possibile trasformare il suo giardino in un'oasi di relax e di bellezza, senza trascurare i propri gusti personali. Che, salvo casi particolari, devono essere alla base di ogni decisione. Image by suksao on Freepik Read the full article
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lamilanomagazine · 7 months
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Verona, mercoledì 14 febbraio si terrà la Festa de la Renga nel quartiere Parona
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Verona, mercoledì 14 febbraio si terrà la Festa de la Renga nel quartiere Parona. Una grande festa all'insegna della solidarietà, socialità, inclusione e divertimento. Mercoledì 14 febbraio, a partire dalle 10 il quartiere di Parona si anima con la "Festa de la Renga", il tradizionale appuntamento legato ai festeggiamenti del Carnevale promosso dal Comitato Benefico Festa de la Renga in collaborazione con il Comune e la Circoscrizione 2^. L'evento, che si celebra da 56 anni sempre il Mercoledì delle Ceneri, chiude il periodo di Carnevale e apre quello della Quaresima. Il piatto simbolo della manifestazione è la polenta brustolà con la renga, a ricordo di quando l'Adige era navigabile e i barcaioli facevano sosta al porto di Parona nei giorni di festa, perché la dogana era chiusa. Andavano a mangiare nelle locande gestite dalle 'parone', dove chiedevano di cucinare le aringhe che trasportavano nelle imbarcazioni e, chi non poteva pagare, lasciava alla locanda una cassetta di quel pesce diventato poi il piatto tipico del luogo. Il programma.  L'apertura dei chioschi con degustazione di polenta e renga sarà a partire dalle 10. Alle 14.30 il ricevimento delle maschere in via Liberale da Verona e, dalle 15, il corteo mascherato con la partecipazione delle maschere veronesi tra cui la "Parona". Alle 16.30 infine festa in piazza del Porto e in Largo Stazione Vecchia con giostre e musica. L'evento è presentato questa mattina dall'assessore alle Relazioni con il territorio Italo Sandrini. Presenti anche la presidente della Circoscrizione 2^ Elisa Dalle Pezze, il presidente del Comitato Benefico Festa de la Renga Roberto Bussola e Gianna Valerio nelle vesti della "Parona", la maschera del quartiere. "La Festa de la Renga incarna lo spirito popolare del carnevale – ha detto la presidente Elisa Dalle Pezze –. È attesa da Parona ma anche da tutta la città e la provincia, perché per una giornata porta gioia, divertimento e musica ai bambini, alle bambine e ai grandi. È un grande momento di solidarieta, socialità e inclusione. Ringrazio il Comitato de la Renga perché questa iniziativa è quella più visibile tra le loro attività, ma opera a Parona tutto l'anno, collabora con la Circoscrizione, e sostiene tante altre realtà associative meno strutturate ma con tanti volontari e persone che si mettono in gioco".  "Sarà un momento di grande valore simbolico – ha affermato il presidente Roberto Bussola -. Ringrazio tutti gli sponsor che ci sostengono e aiutano a mandare avanti una macchina organizzativa davvero complessa, ma soprattutto i più di 60 volontari che preparano questo piatto. La Festa de la Renga deve essere un momento di inclusione per le famiglie e anche per le persone che sono appena venute a stare a Verona, un modo per incontrarsi, crescere e progredire. Abbiamo bisogno di volontari, e invito chi vuole darci una mano ad unirsi a noi a scriverci una email a [email protected]". Sicurezza e divieti. Per evitare danni e pericoli, soprattutto per i più piccoli, è vietato utilizzare, lanciare e disperdere prodotti schiumogeni di ogni tipo e sorta (bombolette, schiuma da barba, ecc.). È inoltre vietato l'impiego di tutti i prodotti e le sostanze (es: uova, farina, ...) che possano imbrattare, molestare, arrecare danno alle persone, insudiciare e deturpare il suolo ed i beni esposti al pubblico con eccezione dei soli coriandoli e stelle filanti, anche spray. Il regolamento antischiuma è sul sito http://polizialocale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=24214 Per consentire lo svolgimento della manifestazione saranno adottati i seguenti provvedimenti viabilistici. - Dalle 7 alle 23 del 14 febbraio 2024, viene istituito il divieto di transito dei veicoli con esclusione dei diretti ai passi carrabili, con l'ausilio di movieri dell'organizzazione, e dei mezzi di soccorso e di pronto intervento in via Valpolicella, tratto compreso tra piazza Del Porto e viale Del Brennero, viale Del Brennero, nel tratto compreso tra p.zza Della Vittoria e I.go Stazione Vecchia, piazza del Porto, via Fratelli Alessandri, via Caovilla, nel tratto compreso tra l'intersezione con via Pesenti e l'intersezione con via Fratelli Alessandri. - Dalle 00 alle 23 del giorno 14 febbraio 2024, viene istituito il divieto di sosta dei veicoli, con facoltà di rimozione, in piazza Della Vittoria, via Fratelli Alessandri su entrambi i lati, via Caovilla, nel tratto compreso tra l'intersezione con via Pesenti e l'intersezione con via Fratelli Alessandri, entrambi i lati. - Dalle 14 del giorno 14 febbraio 2024, e per il tempo strettamente necessario al passaggio della sfilata, è vietato il transito dei veicoli nelle seguenti strade e piazze: via Valpolicella dall'intersezione con via L. da Verona, strada per Arbizzano, largo Stazione Vecchia, via Valpolicella, piazza Del Porto. - Dalle 14 fino alla fine della sfilata, del giorno 14 febbraio 2024, viene istituito il divieto di transito, in via dei Reti, nel tratto compreso tra l'intersezione con via Valpolicella e l'intersezione con via Arusnati, eccetto per i veicoli provenienti da via Valpolicella con direzione con viale Del Brennero.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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