#coscienzadelSé
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scienza-magia · 1 month ago
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I robot raggiungeranno l'autocoscienza del Sé
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Robot e coscienza di sé, una nuova frontiera per la ricerca in psicologia. Un recente articolo pubblicato su Science Robotics esplora il concetto di "senso di sé" negli esseri umani e come la robotica possa contribuire a una maggiore comprensione di questo fenomeno complesso. Gli autori, un team multidisciplinare composto da una robotica cognitiva, uno psicologo cognitivo e uno psichiatra, propongono di utilizzare i robot come modelli incarnati del sé e come piattaforme per esperimenti psicologici. L'idea di base è che il senso di sé negli esseri umani sia intrinsecamente legato al corpo, alla sua percezione e alle azioni che compiamo nel mondo. La ricerca in psicologia cognitiva suggerisce che il senso di sé non sia un'entità monolitica, ma un insieme di processi in continua evoluzione, come il senso di "possesso" del corpo e il senso di "agency", ovvero la sensazione di controllo sulle proprie azioni. I robot, in quanto agenti fisicamente incarnati, possono essere programmati per simulare i processi cognitivi che contribuiscono a questo tipo di percezione nell'uomo. Ad esempio, i robot possono essere utilizzati per testare le teorie secondo cui il senso di sé si sviluppa come la migliore spiegazione che il cervello riesce a dare della propria esperienza sensoriale e del proprio ruolo nella generazione di tali segnali.
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Inoltre, i robot possono essere impiegati in esperimenti psicologici in cui gli esseri umani interagiscono con loro. Questi esperimenti possono aiutare a capire se le persone percepiscono i robot come "altri" sociali e se gli stati mentali che attribuiscono ai robot sono simili a quelli che sperimentano quando interagiscono con altre persone. Alcuni esperimenti condotti dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno già dimostrato che, in determinate condizioni, gli esseri umani sviluppano un senso di "agency congiunta" con i robot, quando agiscono insieme come una squadra e il robot è percepito come un agente intenzionale. Gli autori tracciano anche un parallelismo tra lo sviluppo del senso di sé negli esseri umani nel corso della vita e la possibilità di trasferire alcune delle sue caratteristiche ai robot. Ad esempio, i bambini a 4 anni hanno già un senso di sé come entità che esiste nel tempo e percepiscono anche le altre persone come dotate di un sé. Questi aspetti del sé potrebbero essere replicati nei robot creando sistemi di memoria simili alla memoria autobiografica umana. Tuttavia, questo tipo di ricerca è ancora agli inizi. I robot attuali non hanno consapevolezza di sé come entità persistenti nel tempo, né sono consapevoli degli altri (umani o robot) come esseri dotati di un sé. L'articolo evidenzia anche le sfide future e le direzioni di ricerca per la comprensione del senso di sé attraverso la robotica, in particolare nei casi in cui il senso di sé è compromesso a causa di condizioni come la schizofrenia o l'autismo. Comprendere questa diversità potrebbe fornire nuove prospettive sui mattoni fondamentali dell'esperienza del sé. Read the full article
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