#conservazione fauna
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Pelikan: Simbolo Culturale di Generosità e Resilienza
Un uccello che ha ispirato arte, letteratura e spiritualità
Un uccello che ha ispirato arte, letteratura e spiritualità Il pellicano, da cui deriva il nome “Pelikan,” è un animale che ha assunto significati profondi in molte culture e tradizioni nel corso della storia. Associato a temi di generosità, sacrificio e rinascita, il pellicano è stato immortalato nell’arte, nella letteratura e nelle leggende popolari, diventando un simbolo universale di…
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dropsofsciencenews · 2 months ago
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OpenStreetMap per fermare il traffico di ghepardi
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Dietro le foto patinate dei cuccioli di ghepardo sui social si nasconde un mondo oscuro. Con meno di 7.000 esemplari in natura, il ghepardo (Acinonyx jubatus) è una delle specie più minacciate al mondo, e il commercio illegale di cuccioli vivi, specialmente nel Corno d'Africa, ne sta decimando le popolazioni. I bracconieri sottraggono i piccoli alle madri mentre queste sono a caccia e li destinano al mercato del lusso come animali da compagnia esotici, a un costo che può arrivare fino a 50.000 dollari per esemplare. Tra il 2020 e il 2023, questo commercio è aumentato del 50%, rappresentando una minaccia concreta alla sopravvivenza della specie.
Ora, però, una nuova metodologia sviluppata da un team di ricerca potrebbe finalmente aiutare a monitorare e interrompere il traffico illegale di ghepardi, con un approccio innovativo a tre livelli. Gli scienziati stanno mappando non solo le rotte di traffico, ma anche le popolazioni di ghepardi non ancora documentate, combinando i modelli di distribuzione delle specie preda, l’idoneità dell’habitat e una rete di traffico basata sui dati di OpenStreetMap.
Il primo passo consiste nel localizzare le prede dei ghepardi, come gazzelle e antilopi, essenziali per la loro sopravvivenza. Per farlo, il team ha utilizzato Maxent, un metodo di apprendimento automatico, per incrociare i dati di presenza delle specie preda con variabili ambientali come clima e copertura del suolo, mappando così le aree più adatte a sostenere i ghepardi. Questo passaggio consente di identificare le zone chiave per la conservazione e, purtroppo, anche quelle più vulnerabili al bracconaggio.
Sulla base di questi dati, i ricercatori hanno sviluppato un Indice di Idoneità dell'Habitat (HSI) specifico per i ghepardi, che evidenzia le aree dove la loro sopravvivenza è maggiormente probabile. Questo modello permette di individuare le aree con le condizioni migliori per ospitare popolazioni stabili e di identificare i luoghi a rischio di traffico, favorendo interventi mirati.
Infine, è stato costruito un modello per comprendere come i trafficanti trasportano i ghepardi dalle aree di origine, spesso remote, fino ai mercati della Penisola Arabica. Integrando i dati di OpenStreetMap su strade, porti e punti di confine, i ricercatori hanno individuato le rotte terrestri e marittime più probabili e i principali punti di transito. Grazie agli strumenti di ottimizzazione delle rotte, sono stati mappati i percorsi più caldi del traffico, permettendo alle forze dell’ordine di pianificare interventi strategici nei punti di passaggio critici, come porti e confini meno sorvegliati.
Questo modello rappresenta una svolta per la conservazione, non solo perché consente di mappare e monitorare le rotte di traffico, ma anche perché ha permesso di identificare ghepardi che finora sfuggivano alle ricerche, dando a scienziati e conservazionisti un quadro più completo della situazione. Grazie a questa scoperta, abbiamo finalmente in mano un sistema che permetterà di proteggere una delle specie più iconiche dell’Africa e di offrire alle comunità locali uno strumento per difendere le proprie risorse naturali.
A Presto e Buona Scienza! fonte
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mezzopieno-news · 5 months ago
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IL PARCO NIOKOLO-KOBA IN SENEGAL È STATO SALVATO: ESCE DAI SITI IN PERICOLO
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Il Comitato per il patrimonio mondiale dell’UNESCO ha deciso di rimuovere il Parco nazionale Niokolo-Koba in Senegal dalla Lista dei siti mondiale in pericolo, in seguito alle misure positive che hanno contribuito a migliorare lo stato di conservazione del sito naturale.
Iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale nel 1981 per la sua biodiversità unica al mondo, la riserva naturale ha dovuto affrontare diverse minacce negli ultimi anni, dall’impoverimento della fauna selvatica, il bracconaggio, l’estrazione di basalto e altre attività umane che hanno minacciato il suo ecosistema, portandolo all’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo nel 2007. In seguito a questa procedura, lo Stato del Senegal ha notevolmente intensificato il monitoraggio delle specie emblematiche e sono state stanziate risorse per la sorveglianza, al fine di contrastare il bracconaggio e la ricerca illegale dell’oro, nonché per organizzare meglio la transumanza del bestiame. È stato inoltre istituito un sistema di controllo dell’inquinamento minerario e sono state installate apparecchiature per l’analisi dell’acqua e del suolo. Sono anche stati realizzati programmi per la lotta contro la specie invasiva Mimosa pigra.
Situate lungo le rive del Gambia, le foreste a galleria e le savane di Niokolo-Koba ospitano una ricchissima fauna selvatica, tra cui l’alce di Derby (la più grande delle antilopi), scimpanzé, leoni, leopardi, una numerosa popolazione di elefanti e un gran numero di uccelli, rettili e anfibi. La decisione riconosce i risultati conseguiti dal Senegal e il suo impegno formale durato 17 anni per rivalutare significativamente i piani di conservazione dell’area.
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Fonte: UNESCO; foto di Image Noise
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bonazeta · 2 years ago
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CORALLY |Shelley camillafascina (Official video) guardianidelmare
CORALLY  Shelley  videoclip di camillafascina   LYRICS  testi  della canzone LYRICS   CORALLY  Shelley Come with us to sail and fight We are the ones, we are the ones One last chance to save our lives, we are the ones, we are the ones. Shelley è un invito a difendere la fauna marina. "Come with us to sail and fight for life", canta Corally (a.k.a. Camilla Fascina), cantautrice che supporta con i suoi testi e con la sua musica l’azione di Sea Shepherd e le campagne di azione diretta in difesa e conservazione dei nostri Oceani tramite la donazione a Sea Shepherd dei diritti musicali dei suoi brani. Questo brano è stato inserito nella colonna sonora di "I Guardiani del Mare", docu-film disponibile su Amazon Prime presentato in anteprima alla 79• Mostra del Cinema di Venezia e dedicato alla storia di sette volontari che scelgono l’azione diretta, intervenendo in modo non violento per impedire le attività illegali che distruggono il mare e i suoi abitanti. Shelley is a battle cry for change uttered by the shepherds of the sea and by Corally, a singer songwriter who supports  Sea Shepherd and their campaigns in defense and conservation of our Oceans. This song is the soundtrack of "The Guardians of the Sea", a documentary presented at the 79• Venice Film Festival dedicated to the story of seven volunteers who choose direct action, intervening in a non-violent way to prevent the illegal activities that destroy the sea. ------ ♬   Follow IG:  instagram.com/corally_music Website:  corally.it CREDITS: Video directed by Mehmet Gurkan Shooted in Milkit Film Studio Music & Lyrics by Camilla Fascina (Corally), Stefano Paviani e Laguna Produced by Laguna Label: Sea Shepherd Music - Amor Fati Dischi Luca Sammartin per il campionamento suoni Sea Shepherd Italia per le immagini di Operazione SISO Quintastagione per l'outfit. LYRICS Come with us to sail and fight We are the ones, we are the ones One last chance to save our lives, we are the ones, we are the ones. Musica BRANO Shelley (Original soundtrack from "I guardiani del mare") (Original soundtrack from "I guardiani del mare") ARTISTA CORALLY ALBUM Shelley (Original soundtrack from "I guardiani del mare") -    #camillafascina #Shelley #corally #camillafascina #seashepherd - 
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enkeynetwork · 1 month ago
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m2024a · 4 months ago
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Beluga Hvaldimir trovato morto in Norvegia: era una spia russa addestrata? In un tragico epilogo di una storia che ha catturato l'immaginazione del mondo, il famoso beluga soprannominato Hvaldimir è stato trovato morto al largo della costa norvegese. Questo cetaceo, al centro di speculazioni su un possibile addestramento come "spia" da parte della Russia, ha concluso il suo viaggio nella Baia di Risavika, vicino a Stavanger, il 31 agosto 2024. Una storia intrigante Hvaldimir, il cui nome è un gioco di parole tra la parola norvegese "hval" (balena) e Vladimir Putin, fu avvistato per la prima volta nell'aprile 2019 vicino a Hammerfest, nel nord della Norvegia. Ciò che rese il suo caso unico fu l'imbracatura che indossava, dotata di una videocamera e con l'iscrizione "Equipment St Petersburg". Speculazioni e teorie L'insolita attrezzatura scatenò immediatamente teorie sul possibile coinvolgimento del beluga in operazioni di spionaggio russo. Esperti hanno sottolineato che sia gli Stati Uniti che la Russia hanno programmi di addestramento di cetacei per scopi militari. Una vita sotto i riflettori Durante i suoi anni in libertà, Hvaldimir ha mostrato una notevole familiarità con gli esseri umani, interagendo spesso con pescatori, turisti e residenti locali. La sua presenza ha suscitato dibattiti sulla sua sicurezza e sul suo benessere, con varie organizzazioni che si sono mobilitate per il suo monitoraggio e la sua protezione. Le circostanze della morte Sebastian Strand, biologo marino dell'organizzazione no-profit Marine Mind, ha dichiarato: "Purtroppo, abbiamo trovato Hvaldimir galleggiante in mare. È morto, ma non sappiamo ancora la causa esatta". Il corpo del beluga, lungo 4,2 metri e pesante 1.225 kg, è stato recuperato per ulteriori esami. Impatto e riflessioni La morte di Hvaldimir segna la fine di un capitolo affascinante nella storia della fauna marina e delle relazioni internazionali. La sua vicenda ha sollevato importanti questioni sull'uso degli animali per scopi militari e sulla necessità di proteggere le specie marine in un mondo sempre più complesso. Guardando al futuro Mentre gli scienziati cercano di determinare la causa esatta della morte di Hvaldimir, la sua storia continua a stimolare discussioni sul benessere degli animali marini e sulle responsabilità umane nei loro confronti. Il suo lascito potrebbe influenzare future politiche di conservazione e di gestione della fauna marina in Norvegia e oltre.
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riccardofranchinilucca · 4 months ago
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🐟 LAGO DELL’ACCESA. MASSA MARITTIMA Il Lago dell’Accesa è un piccolo lago situato nella Toscana meridionale, in provincia di Grosseto, vicino alla località di Massa Marittima. Questo lago, di origine carsica, si trova in una conca naturale ed è alimentato da sorgenti sotterranee. - Caratteristiche - Dimensioni e profondità: Il lago ha una superficie di circa 14 ettari e una profondità massima di circa 50 metri. - Origine: È un lago di origine carsica, formatosi in una depressione naturale. - Ambiente: L'area intorno al lago è caratterizzata da una ricca biodiversità, con una vegetazione tipica della macchia mediterranea e un'abbondanza di fauna, tra cui diverse specie di uccelli acquatici. - Storia e cultura Il Lago dell’Accesa ha una storia antica, con tracce di insediamenti umani risalenti all'età del Bronzo. In epoca etrusca, la zona era abitata, come dimostrano i numerosi reperti archeologici trovati nei dintorni, tra cui tombe e resti di abitazioni. La vicinanza di Massa Marittima, con il suo patrimonio medievale, aggiunge un ulteriore interesse storico e culturale all'area. - Turismo e attività Il lago è una meta popolare per chi cerca relax e natura. Le sue acque cristalline lo rendono ideale per la balneazione, la pesca sportiva e altre attività ricreative come il trekking e il birdwatching. La presenza di sentieri ben segnalati permette di esplorare la zona circostante e ammirare il panorama. - Conservazione L’area del Lago dell’Accesa è protetta per preservarne l'ecosistema unico. Le autorità locali collaborano per mantenere l'equilibrio tra attività turistiche e conservazione ambientale, garantendo che il lago e la sua fauna e flora rimangano intatti per le generazioni future. Il Lago dell’Accesa è quindi un luogo di grande interesse naturale, storico e culturale, perfetto per una visita che combina relax, attività all'aria aperta e un tuffo nel passato. 🇬🇧 Lake Accesa is a small lake located in southern Tuscany, in the province of Grosseto, near the town of Massa Marittima. This karst lake lies in a natural basin and is fed by underground springs. - Characteristics - Size and Depth: The lake covers an area of about 14 hectares and has a maximum depth of about 50 meters. - Origin: It is a karst lake, formed in a natural depression. - Environment: The area around the lake is characterized by rich biodiversity, with typical Mediterranean scrub vegetation and an abundance of wildlife, including several species of water birds. - History and Culture Lake Accesa has an ancient history, with traces of human settlements dating back to the Bronze Age. During the Etruscan period, the area was inhabited, as evidenced by numerous archaeological finds, including tombs and remains of dwellings. The proximity of Massa Marittima, with its medieval heritage, adds further historical and cultural interest to the area. - Tourism and Activities The lake is a popular destination for those seeking relaxation and nature. Its clear waters make it ideal for swimming, sport fishing, and other recreational activities such as hiking and birdwatching. Well-marked trails allow for exploration of the surrounding area and admiring the scenery. - Conservation The area of Lake Accesa is protected to preserve its unique ecosystem. Local authorities collaborate to maintain a balance between tourism activities and environmental conservation, ensuring that the lake and its flora and fauna remain intact for future generations. Lake Accesa is thus a place of great natural, historical, and cultural interest, perfect for a visit that combines relaxation, outdoor activities, and a dive into the past.
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newsnoshonline · 6 months ago
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"Cull of the Wild" mette in discussione il sacrificio della fauna selvatica in nome della conservazione Una visione critica sulla gestione della fauna selvatica Il libro “Cull of the Wild” dell’ecologo Hugh Warwick solleva dibattiti cruciali riguardo alla conservazione della fauna selvatica e alla pratica dei cull. L’autore cerca di trovare un equilibrio tra la necessità di gestire le popolazioni animali e il rispetto per la vita selvatica. Il dilemma della conservazione Warwick pone l’accento sul delicato equilibrio tra l’intervento umano per ridurre le popolazioni animali al fine di proteggere gli ecosistemi e il rischio di compromettere l’ecosistema stesso. Si interroga sulle conseguenze etiche e ambientali delle azioni di cull sulla fauna selvatica. Una prospettiva controversa
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Trentino, orsi: le associazioni chiedono al governo d’impugnare la legge trentina che consente di ucciderne fino a otto l’anno
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Trentino, orsi: le associazioni chiedono al governo d’impugnare la legge trentina che consente di ucciderne fino a otto l’anno Le maggiori associazioni animaliste chiedono al Governo d’impugnare innanzi alla Corte Costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento n. 2 del 7 marzo scorso che prevede l’uccisione fino a otto orsi l’anno. Nell’istanza, inviata dall’Oipa anche a nome delle associazioni Enpa, Fnpn, Lac, Lav, Leidaa, Leal, Lipu e Lndc Ap, alla presidente del Consiglio Meloni, al ministro per gli Affari regionali e le autonomie Calderoli e al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin, le associazioni esprimono netta contrarietà all’applicazione della norma, “sia per una violazione delle prescrizioni normative comunitarie, che ben potrebbero esporre il nostro Paese alla possibile apertura di una (ulteriore) procedura d’infrazione in tema di gestione della fauna selvatica, sia per un contrasto con la novella costituzionale rappresentata dall’art. 9, inserita tra i Principi fondamentali, nel quale viene previsto che la Repubblica ‘tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’, sia perché uccidere otto orsi l’anno è un atto violento e crudele che non incide sulla sicurezza dei cittadini trentini, sia per l’insussistenza scientifica delle motivazioni addotte riguardo il rispetto della conservazione della specie di orso bruno”. Le associazioni inoltre evidenziano quanto tale legge risulti “impopolare” per i cittadini italiani, che hanno più volte manifestato dissenso rispetto all’attuale gestione dei grandi carnivori da parte della Provincia Autonoma di Trento, sostenendo le diverse azioni legali condotte dalle associazioni innanzi al Tribunale di Giustizia amministrativa di Trento e al Consiglio di Stato, grazie alle quali già in sede cautelare si è ottenuta la sospensione di diversi provvedimenti di uccisione di orsi e lupi. L’istanza, inviata per conoscenza anche alla Commissione Europea – Direzione generale Ambiente, articola poi una serie di puntuali osservazioni giuridiche che evidenziano, nel testo della legge trentina, la violazione della corposa normativa riguardante la gestione e tutela dell’orso bruno. In conseguenza, le nove sigle animaliste chiedono un “intervento deciso” accompagnato da “un’opportuna azione legale mediante l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale” della legge trentina che potrebbe comportare l’uccisione di sedici orsi nel prossimo biennio. Le associazione facenti parte dell'istanza inviata da OIPA alla presidente del Consiglio. Ente nazionale protezione animali, Federazione nazionale pro natura, Lega abolizione caccia, Lega antivivisezione, Lega italiana difesa animali e ambiente, Lega antivivisezionista, Lega italiana protezione uccelli, Lega nazionale difesa del cane – Animal protection, Organizzazione internazionale protezione animali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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foxpapa · 9 months ago
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scienza-magia · 9 months ago
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Non è possibile un mondo senza la Luna
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Un mondo senza Luna: cosa accadrebbe alla Terra se scomparisse il nostro satellite naturale. Estinzioni di massa, disastrosi cambiamenti del clima, ridistribuzione degli oceani: scopriamo tutti gli effetti che avrebbe la scomparsa della Luna sul nostro pianeta ma anche sulla storia umana. L'improvvisa assenza della Luna avrebbe conseguenze disastrose che avrebbero un effetto irreversibile sulla vita sulla Terra. Implicherebbe notti più buie, ci farebbe dire per sempre addio alle eclissi, causerebbe una riduzione di circa un terzo delle maree marine terrestri, una oscillazione più pronunciata dell'asse di rotazione della Terra (con conseguenze sulla posizione dei poli e sulla durata delle stagioni) e un effetto sulla durata del giorno terrestre. Tutti questi effetti influenzerebbero pesantemente il clima, portando a eventi estremi, come le glaciazioni, e a estinzioni di massa delle specie animali e vegetali. Gli effetti sul nostro pianeta: le conseguenze per la Terra L'assenza della Luna causerebbe una variazione nelle maree marine terrestri: si ridurrebbero a un terzo di quelle attuali, senza però scomparire del tutto poiché anche il Sole esercita forze mareali sulla Terra. Se la Luna non esistesse, il rigonfiamento mareale della Terra a livello dell'equatore, che porta i poli ad avere meno acqua rispetto all'equatore, sparirebbe, con effetti sui livelli globali del mare.
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La ridotta azione delle maree influenzerebbe inoltre il clima globale, dal momento che esse contribuiscono a stabilizzarlo attraverso le grandi correnti oceaniche che trasportano calore dall'equatore terrestre ai poli. Indebolendo le correnti oceaniche, si avrebbero temperature più estreme sulla Terra e il collasso degli ecosistemi marini che basano la loro vita sull'effetto delle maree. Anche gli animali terrestri sarebbero influenzati da una eventuale assenza della Luna: basti pensare a tutti i predatori notturni che utilizzano la debole luce lunare per cacciare. Senza Luna, questi predatori farebbero molta più fatica nel trovare prede, causando un drastico cambiamento nell'ecosistema e potenzialmente all'estinzione di alcuni predatori. L'assenza della Luna porterebbe quindi a un effetto combinato sulla fauna terrestre, conducendo così all'estinzione di numerose specie. A contribuire a ciò ci penserebbe anche l'effetto drastico che l'assenza della Luna avrebbe sulle stagioni. Sappiamo infatti che le stagioni sulla Terra esistono grazie all'inclinazione di circa 23,5° dell'asse di rotazione terrestre. La Luna riveste un ruolo fondamentale nello stabilizzare l'asse di rotazione terrestre. Senza di essa, la Terra potrebbe andare incontro a pericolose oscillazioni del suo asse di rotazione. Ci si troverebbe quindi a passare da un'inclinazione pari a 0° (con una conseguente assenza di stagioni) a un'inclinazione fino a 45°. In questo ultimo caso, alcuni luoghi del pianeta non vedrebbero quasi mai il sole, mentre in altri il dì durerebbe mesi interi. Se i lunghi tempi scala di un tale evento farebbero si che nel corso della vita di un essere umano i cambiamenti siano debolmente percettibili, gli animali si adatterebbero difficilmente, essendosi evoluti nel corso di milioni di anni per vivere in sincronia con le stagioni.
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Rappresentazione schematica degli effetti mareali mutui Terra–Luna. La forza gravitazionale della Luna crea un rigonfiamento mareale nella Terra (effetto volutamente esagerato per chiarezza grafica). Questo rigonfiamento ruota con la Terra che a sua volta esercita una forza mareale sulla Luna (frecce blu). La rotazione del rigonfiamento, unitamente alle forze gravitazionali, hanno come effetto netto una forza (freccia verde) che dà una piccola spinta alla Luna, aumentandone la velocità di rotazione. L'azione mareale della Luna non si esaurisce nel solo generare le maree marine. Per la conservazione del momento angolare, La Luna infatti tende a rallentare la rotazione terrestre e contemporaneamente allontanarsi dal nostro pianeta al ritmo di 3,8 centrimetri all'anno. Il rallentamento della rotazione terrestre implica che la Luna è responsabile dell'allungamento della durata del giorno, pari a circa due millisecondi per secolo. Senza l'azione prolungata della Luna per miliardi di anni, a quest'ora la rotazione terrestre sarebbe stata molto diversa. All'epoca della sua formazione, infatti, la Terra aveva una durata del giorno inferiore alle 10 ore, ed è andata progressivamente aumentando a 22 ore quando i dinosauri vagavano per la Terra e a 24 ore oggi. Gli effetti sull'astronomia Se la Luna dovesse scomparire, si avrebbero tre effetti principali di tipo astronomico. Il primo è che il cielo notturno apparirebbe molto più buio. Escludendo la fase di Luna nuova, anche quando la Luna è sotto l'orizzonte, la sua luce, che altro non è che riflessione di quella solare, rende la brillanza superficiale del cielo notturno molto elevata. Senza la Luna si avrebbero notti molto più buie ogni giorno dell'anno, portando più stelle e oggetti del profondo cielo a essere visibili a occhio nudo. L'altro effetto principale è che l'assenza della Luna implica assenza di eclissi, dal momento che essa, sia nel caso di eclissi solari che naturalmente di eclissi lunari, gioca un ruolo fondamentale in questi eventi astronomici. Senza la Luna non si avrebbe un terzo corpo che nel caso delle eclissi solari va a trovarsi in proiezione nella stessa posizione in cielo del Sole, oscurandolo parzialmente o completamente. È proprio grazie alle eclissi solari che siamo stati in grado di provare sperimentalmente per la prima volta la relatività generale di Albert Einstein e sempre grazie alle eclissi solari siamo stati in grado di osservare la corona del Sole.
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La totalità dell’eclissi solare dell’estate 1999 vista dall’Ungheria. La perdita o la non esistenza della Luna avrebbe come ulteriore effetto la perdita di informazioni sulla Terra stessa. Le rocce terrestre vengono infatti continuamente modificate dall'azione della tettonica a placche, facendoci perdere informazioni sulla composizione delle rocce più antiche. La Luna, che invece è geologicamente morta, essendo nata dallo scontro tra la Terra e un planetoide chiamato Theia, è un deposito di informazioni su come erano la Terra e il Sistema Solare miliardi di anni fa. Per esempio, grazie ai numerosi crateri lunari, sappiamo che il Sistema Solare primordiale, tra 4,1 e 3,8 miliardi di anni fa, sperimentò un intenso bombardamento di asteroidi e comete che probabilmente contribuì in larga parte a portare sulla Terra l'acqua da cui poi nacque la vita. Se la luna non fosse mai esistita: gli effetti sulla storia umana La Luna ha accompagnato l'umanità sin dagli albori della nostra specie sulla Terra. Ha ispirato la poesia, la letteratura, le mitologie, le religioni e perfino i calendari, difatti quelli più antichi si basavano sulle fasi mutevoli della Luna: la parola mese deriva da antico termine indoeuropeo che significava appunto “Luna”. Senza la Luna, forse, gli esseri umani non avrebbero ancora sviluppato la capacità di viaggiare oltre l’atmosfera terrestre ed esplorare lo spazio, poiché sarebbe venuto a mancare quel corpo celeste vicino (un razzo convenzionale può compiere il viaggio in circa 3 giorni) da usare come trampolino di lancio verso altri luoghi del Sistema Solare.
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Apollo 15 con il Lunar Roving Vehicle. Credits: NASA. Inoltre, senza la Luna, almeno fino all'avvento di telescopi più potenti, l'essere umano non sarebbe riuscito a rendersi conto che i corpi celesti sono anch'essi simili alla Terra, come invece fece Galileo Galilei quando osservò valli e montagne lunari. Fonti: What if the Moon disappeared tomorrow? What would happen if the Moon disappeared? 7 Ways Earth Would Change If Our Moon Were Destroyed Read the full article
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Vendono online tagliole per la fauna selvatica: i Carabinieri Forestali intervengono
Un illecito interrotto grazie alla segnalazione della LAC e all’azione dei Carabinieri Forestali di Asti e Bubbio
Un illecito interrotto grazie alla segnalazione della LAC e all’azione dei Carabinieri Forestali di Asti e Bubbio Un commercio illegale fermato in Piemonte Asti e Mirabello Monferrato – Grazie alla segnalazione tempestiva dell’Associazione LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, i Carabinieri Forestali di Asti e Bubbio hanno interrotto un illecito legato alla vendita online di tagliole per la…
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'Troppo caldo in Russia, per orsi difficile andare in letargo'
Le temperature in modo anomalo elevate di novembre nell’estremo oriente russo stanno impedendo agli orsi di andare in letargo e alcuni animali vagano attorno alle loro tane invernali in uno “stato di mezzo sonno”: lo scrive il Moscow Times citando l’Autorità per la conservazione della fauna selvatica della regione russa dell’Amur.     Secondo la testata, le temperature nella zona del fiume Amur…
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mezzopieno-news · 4 months ago
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I CAVALLI SELVATICI TORNANO NELLE STEPPE DEL KAZAKISTAN
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Sette cavalli di Przewalski, noti anche come cavalli selvatici mongoli o takhi, sono stati reintrodotti nella steppa del Kazakistan, dove mancavano da almeno due secoli. Si tratta di un gruppo di sei giumente ed uno stallone, provenienti dagli zoo di Berlino e di Praga. Questa reintroduzione è considerata un evento storico per la biodiversità, i cavalli di Przewalski sono infatti geneticamente distinti dai cavalli domestici, avendo una coppia di cromosomi in più rispetto ai cavalli comuni. Questi esemplari sono considerati gli ultimi cavalli veramente selvatici rimasti, nonostante alcune ricerche suggeriscano che potrebbero essere stati addomesticati migliaia di anni fa e che si siano successivamente inselvatichiti. Verranno monitorati per un anno in una riserva di 80 ettari per assicurarsi che si adattino al nuovo ambiente e alla convivenza reciproca. Durante questo periodo saranno sotto la sorveglianza da parte di un team di esperti che valuterà la loro capacità di resistere al clima rigido e di procurarsi il cibo autonomamente. Successivamente saranno rilasciati in natura.
La reintroduzione fa parte di un ampio progetto di conservazione della fauna locale portato avanti dall’Altyn Dala Conservation Initiative, una partnership tra ONG nazionali e internazionali e il governo del Kazakistan, impegnata a salvaguardare e ripristinare i diversi ecosistemi del Paese. I cavalli di Przewalski, insieme all’asino selvatico e all’antilope Saiga anch’essi reintrodotti in natura tramite progetti di conservazione, aiuteranno a mantenere la biodiversità fertilizzando il terreno con il loro sterco e disperdendo i semi delle piante, contribuendo così a rendere il territorio più resistente alla desertificazione e agli incendi.
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Fonte: Zoopraha; foto di Pexels
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Pia Klemp
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Non vedo il salvataggio in mare come un’azione umanitaria, ma come parte di una lotta antifascista.
Pia Klemp è l’attivista capitana della Louise Michel, nave che soccorre le persone migranti in difficoltà nel Mar Mediterraneo.
Precedentemente aveva lavorato sulla Iuventa e sulla Sea-Watch 3.
Nata il 10 ottobre 1983 a Bonn, in Germania, ha studiato biologia marina e partecipato a diversi progetti di conservazione della natura in Germania, Tailandia e Indonesia. 
Nel 2011 è entrata a far parte dell’organizzazione per la conservazione della fauna marina Sea Shepherd dove ha ricoperto varie posizioni a bordo delle sue navi prima di ottenere la licenza di capitana. In sei anni ha preso parte a numerose missioni tra cui le Operazioni Relentless e��Milagro.
Il 9 giugno 2015 ha fondato l’organizzazione Aquascope eV, per sviluppare e utilizzare tecnologie di sorveglianza per contrastare la pesca illegale e non regolamentata. 
Nel 2017 è passata alle operazioni di salvataggio delle navi nel Mar Mediterraneo, comandando la Iuventa dell’organizzazione tedesca Jugend Rettet in due missioni, fino a quando la nave è stata sequestrata dalle autorità italiane il 2 agosto 2017 con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e collaborazione con i trafficanti di esseri umani. Il procedimento è ancora in fase dell’udienza preliminare e Pia Klemp rischia una condanna a 20 anni di carcere.
Da novembre 2017 è stata responsabile delle prime quattro missioni di salvataggio della Sea-Watch 3 a cui, le autorità maltesi hanno impedito di lasciare i loro porti da giugno a ottobre 2018.
Ha scritto diversi libri su viaggi, salvataggi e morti in mare.
Il 1 marzo 2019 ha ricevuto il Clara Zetkin Women’s Award. Il 10 maggio 2019, insieme all’equipaggio della Iuventa è stata insignita del Premio svizzero Paul Grüninger. Nel luglio dello stesso anno, era stata insignita, insieme a Carola Rackete, della Medaglia Grand Vermeil, il massimo riconoscimento della Città di Parigi, per aver salvato le persone migranti in mare, come simboli della solidarietà per il rispetto della vita umana. Pia Klemp ha rifiutato il premio, rilasciando una dichiarazione in cui criticava il governo parigino per le proprie azioni in un comunicato rivolto alla sindaca socialista Anne Hidalgo, in cui ha sostenuto: mi volete decorare per la mia azione di solidarietà nel Mar Mediterraneo, mentre la vostra polizia ruba le coperte delle persone costrette a vivere per strada, mentre sopprimete le manifestazioni e criminalizzate le persone che difendono il diritti dei migranti e dei richiedenti asilo. Sono sicura che non sarà sorpresa del mio diniego. Ciò di cui abbiamo bisogno sono libertà e diritti. Non sentiamo la necessità di “ipocriti onori” ma di giustizia sociale.
Le è stata anche dedicata una canzone da un gruppo rock tedesco dal titolo Ein Mensch mehr auf dem Meer (Un altro essere umano in mare) interpretata da diversi artisti e artiste per sostenere il suo processo e a tale scopo, è stata creata anche una birra, chiamata ” Pia-Bier ” nella sua città natale di Bonn.
Poco tempo dopo l’artista e attivista britannico Banksy ha deciso di finanziarle l’acquisto di una nave che porta il nome dell’anarchica femminista francese Louise Michel, di cui è diventata comandante. La prima missione è partita in gran segreto da un porto spagnolo, nell’agosto 2020.
Dipinta di rosa acceso e con un’opera d’arte firmata da Banksy raffigurante una giovane ragazza avvolta in giubbotto di salvataggio con una boa di sicurezza a forma di cuore, la nave di 31 metri, è più piccola ma molto più veloce delle altre imbarcazioni di soccorso appartenenti alle ONG. Un progetto femminista che vede una squadra composta da sole donne che hanno già prestato servizio di soccorso in operazioni di recupero.
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verticalcarousel · 1 year ago
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Riserva dello Zingaro: Una delle Bellezze Nascoste della Sicilia
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Nel cuore della magnifica Sicilia, tra le scogliere a picco sul mare cristallino e la vegetazione lussureggiante, sorge un gioiello naturale: la Riserva dello Zingaro. Questo angolo di paradiso, situato sulla costa nord-occidentale dell'isola, è una delle sue bellezze meglio custodite e un rifugio per gli amanti della natura e delle meraviglie paesaggistiche. In questo articolo, esploreremo le meraviglie e la storia di questa straordinaria riserva naturale siciliana.
Una Gemma Naturalistica
La Riserva dello Zingaro, istituita nel 1981, è la prima area naturale protetta della Sicilia. Si estende su oltre 1.600 ettari di terreno e abbraccia una vasta gamma di habitat, dai boschi di lecci e palme nane alle scogliere calcaree e alle calette isolate. La varietà di flora e fauna presenti nella riserva è stupefacente, e gli appassionati di botanica e ornitologia troveranno qui un paradiso di biodiversità.
Uno dei punti salienti della Riserva dello Zingaro è la sua rete di sentieri escursionistici che si snodano tra paesaggi mozzafiato. Lungo questi sentieri, è possibile ammirare panorami spettacolari sul mare e fare incontri ravvicinati con la fauna selvatica locale, tra cui falchi, gruccioni e tartarughe marine. La riserva è anche il luogo ideale per il birdwatching, con oltre 40 specie di uccelli registrate nella zona.
Spiagge Incantevoli
Le acque cristalline della Riserva dello Zingaro sono lambite da una serie di spiagge e calette nascoste. Questi luoghi incantevoli offrono un'oasi di pace e tranquillità, ideale per nuotare, fare snorkeling o semplicemente rilassarsi al sole. La spiaggia di Cala Tonnarella dell'Uzzo è una delle più celebri, con il suo ambiente incontaminato e la possibilità di vedere tartarughe marine.
Storia e Cultura
La Riserva dello Zingaro è anche un luogo ricco di storia e cultura. Lungo i sentieri escursionistici, è possibile visitare antiche torri di avvistamento costruite per proteggere la costa dagli attacchi dei pirati. Queste torri risalgono al periodo della dominazione spagnola in Sicilia.
Inoltre, la riserva ospita il Museo Naturalistico e Archeologico, dove è possibile scoprire la storia geologica e archeologica della zona. Questo museo offre un'opportunità unica di apprezzare la connessione tra l'ecosistema naturale della riserva e la storia umana che l'ha plasmata.
Conservazione e Sostenibilità
La conservazione della Riserva dello Zingaro è una priorità assoluta. Grazie agli sforzi dedicati alla preservazione dell'ambiente naturale, è possibile godere di una riserva incontaminata e intatta. Per preservare questa bellezza naturale per le generazioni future, è fondamentale rispettare le regole e le direttive ambientali durante la visita.
Conclusioni
La Riserva dello Zingaro è una delle gemme nascoste della Sicilia, un luogo dove la bellezza naturale, la storia e la cultura si fondono in un'esperienza unica. Se siete appassionati di natura, escursionismo o semplicemente alla ricerca di un rifugio tranquillo lontano dalle folla, questa riserva è un luogo da non perdere durante la vostra visita in Sicilia. Percorrendo i suoi sentieri e godendo delle sue spiagge incantevoli, scoprirete perché la Riserva dello Zingaro è davvero una delle bellezze più preziose dell'isola siciliana.
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