#con i miei demoni
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Ti va una chiacchierata notturna?
Un po' in ritardo, ma certo! Scrivimi quando vuoi. Appena riesco rispondo volentieri!
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I miei demoni li ho nutriti con l'accettazione e l'ascolto.
Li ho fatti sedere intorno a me e li ho chiamati per nome, solo allora hanno smesso di farmi paura e sono diventati alleati potenti.
Avevano il nome del ricatto, dell'invisibilità, dell'inadeguatezza, del dolore della perdita, della ferita d'amore, della paura.
Finché li ho combattuti o ignorati hanno divorato la mia vita e le mie relazioni.
I demoni vanno abbracciati, in quel momento ti apriranno le porte della rinascita.
Il demone della paura ti parlerà di quanto ti sei allontanato dalla tua natura, ti parlerà delle passioni che hai messo a tacere, della tua voce che non ascolti più.
Il demone dell'invisibilitá ti racconterà del tuo bisogno di brillare, quello dell'inadeguatezza ti mostrerà i tuoi doni e il tuo potere personale.
Ognuno di loro avrà una storia da raccontarti, ascoltala.
Bride An Geal
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La stanchezza si accumula; guerre incessanti con i miei demoni; e ogni notte cercando di trovare pace tra i pensieri che affollano la mia mente
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Ho bisogno di cambiare. Forse questa è l'unica cosa che so al momento. E' tornato il buio, è tornato prepotentemente, come non mai e non so come affrontarlo. Sinceramente non so cosa sia andato storto nella mia vita, in quale momento o in quali momenti mi sono perso. Non è la prima volta che mi accade, ho avuto i miei periodi no ma non sono mai stati così visibili, esposti al mondo. C'è un mondo di rabbia dentro me che ho sempre saputo gestire ma ultimamente no, basta veramente un cazzo e come una bomba sono pronto ad esplodere. Questo mi fa tremendamente paura, anche perché non importa chi ci sia dall'altro lato e si ritroverà a beccarsi tutto il mio odio. Odio, odio per cosa? Questo ancora devo capirlo. Nella mia vita ho sofferto si, come tutti e meno di molti ma questo non può e non dovrebbe giustificare nulla. Sono bloccato, non riesco a vivere, e quando poi lo faccio e torno alla normalità è sempre peggio, ogni volta fa un po' più male. Forse la parte peggiore è vivere quegli attimi di felicità che mi mancano perché sono un ingordo, ho bisogno di sentirmi pieno, a volte anche un po' apprezzato ma allo stesso tempo non sono capace di gestirlo. Ho imparato che non sono mai contento di nulla, non mi basta mai e quindi come si fa? Come posso sopraffare questo mio modo di essere? Sono sempre in conflitto con me stesso, come se ci fossero due personalità che a volte convivono nello stesso momento e questo crea un conflitto enorme, vado in tilt. Spesso penso che l'unica soluzione sia quella di isolarmi, di mandare tutti via, le persone sono sempre state bene senza di me, possono continuare a farlo per il resto della loro vita. Ma della mia che ne sarà, deve davvero finire così? Deve essere davvero "un solo attimo di beatitudine può forse colmare una vita intera?". Non sono pronto a questo, non sono pronto a vivere un futuro misero fatto di solitudine, ne ho già vissuta tanta, ad un certo punto deve arrivare il mio momento no? Forse il mio momento è già arrivato e l'ho perso? Ed ora che si fa? Come supero tutta la tristezza che sento in ogni centimetro della mia pelle? Tutta questa tristezza che a volte non ha fatto parte della mia vita per alcuni attimi. Ci si abitua mai a stare male? Dobbiamo davvero vivere una vita di merda quando potremmo essere felici? Non lo so, ho perso il libretto delle istruzioni di questa vita. Ho perso tanto e sto continuando a perdere, sto continuando a perdermi. Aspetto un po' di luce in questa oscurità, una mano che forse mi tiri su anche se so che dipende tutto da me. Da me, appunto, questo è il problema più grande. Ho sempre provato a fare tutto da solo nella mia vita e questo è il risultato, un "uomo" a pezzi che distrugge tutto ciò che tocca. In fondo volevo solo una vita, una famiglia, una casa e dei figli, ed invece eccomi qui, io e i miei demoni a pensare su come farla finita. Ho bisogno di cambiare, ma per cambiare devo cambiare me, non so se ci riuscirò.
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Animal, planet, hobby, season, colour, character,food,plant, place.
Penso ci abbia azzeccato abbastanza dai. (Il gatto nero e Draco 🔝)
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Immersa nel buio, con i miei demoni che mi girano intorno.
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I demoni sono come i draghi: vanno baciati, non uccisi. I miei demoni li ho nutriti con l'accettazione e l'ascolto. Li ho fatti sedere intorno a me e li ho chiamati per nome, solo allora hanno smesso di farmi paura e sono diventati alleati potenti. Avevano il nome di mio padre, del ricatto, dell'invisibilità, dell'inadeguatezza, del dolore della perdita, della ferita d'amore, della paura. Finché li ho combattuti o ignorati hanno divorato la mia vita e le mie relazioni. I demoni vanno abbracciati, in quel momento ti apriranno le porte della rinascita. Il demone della paura ti parlerà di quanto ti sei allontanata dalla tua natura, ti parlerà delle passioni che hai messo a tacere, della tua voce che non ascolti più, di come sei rimasta incastrata in una vita che non è quella che desideri. Il demone dell'invisibilitá ti racconterà del tuo bisogno di brillare, quello dell'inadeguatezza ti mostrerà i tuoi doni e il tuo potere personale. Ognuno di loro avrà una storia da raccontarti, ascoltala. I demoni sono come i draghi, vanno baciati, non vanno uccisi.
#pensieri#penso sia vero#i miei demoni sono così#imparare ad accettare#demoni#pochi spettri e molti demoni oggi
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legame
passi da me questa notte? perché sei l'unico legame che mi rimane con la vita. siamo simili e inevitabilmente legati, inscindibili, un'anima divisa in due corpi. quando hai questo, hai almeno una cosa per cui valga la pena dare un'ultima possibilità alla vita che sembra disprezzarti tanto. resti con me anche domani? possiamo rimanere abbracciati sul letto a guardare anime e parlare e ridere mentre i nostri cuori di ghiaccio si baciano, infuocandosi all'improvviso. possiamo anche guardare il soffitto o guardarci negli occhi senza dire una parola, tanto i tuoi occhi leggono i miei e i miei leggono i tuoi, e i nostri pensieri si incontrano, così come fanno le nostre anime. possiamo restare insieme ancora un po'? giusto il tempo di fonderci meglio, ammesso che sia possibile. tra noi due c'è un legame, forse uno dei più forti. se c'è una cosa che ho imparato sui legami, è che non c'è niente e nessuno che possa spezzarli, un legame non si esaurisce, il tempo non lo consuma, ma lo rende sempre più forte; i legami, quelli veri, sinceri, puri, quelli forti, sono indissolubili. possiamo restare insieme e parlare delle paure e delle ansie che ci logorano e ci legano, raccontarci ancora le storie che si celano dietro ogni cicatrice presente sui nostri corpi nudi e intrecciati tra loro. possiamo fare sesso facendo l'amore, e fare l'amore senza fare sesso, possiamo continuare ad amarci nel nostro inusuale modo di farlo e tenere per noi il nostro legame, perché non tutti comprenderebbero che ciò che ci lega ci tiene in vita; non comprenderebbero che, anche se il nostro amore è tormentato, i miei demoni si sposano perfettamente con i tuoi. possiamo abbandonarci al silenzio e stare soli, insieme, come abbiamo sempre fatto. mentre tutto tace, puoi darmi uno dei soliti baci sulla fronte, puoi darmene quanti vuoi. nel silenzio, possiamo parlare senza voce, e come sempre ci capiremo
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La Rinascita
Capitolo 1: La Caduta
Ero persa in un vortice di emozioni contrastanti, incapace di distinguere tra il bene e il male. La mia anima era avvolta da un'oscurità che sembrava soffocarmi lentamente, mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi. Avevo perso la speranza, la fiducia in me stessa e nel mondo che mi circondava. Ogni giorno era una lotta contro i miei demoni interiori, una battaglia persa in partenza.



Capitolo 2: La Rinascita
Ma un giorno, un raggio di luce squarciò le tenebre che mi avvolgevano. Iniziai a vedere le cose in modo diverso, a sentire di nuovo il calore del sole sulla mia pelle. Lentamente, con fatica, iniziai il mio percorso di rinascita. Mi sforzai di lasciarmi alle spalle il passato, di perdonare me stessa per gli errori commessi.

Capitolo 3: L'Amore Ritrovato
E fu proprio quando meno me lo aspettavo che l'amore bussò alla mia porta. Un amore sincero, capace di guarire le mie ferite e di farmi sorridere di nuovo. Insieme, io e lui, affrontammo le tempeste della vita, consapevoli che uniti avremmo potuto superare qualsiasi ostacolo. E così, grazie a lui, riuscii finalmente a rinascere completamente, più forte di prima.

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'L'amavo
non per il modo in cui ballava con i miei angeli
ma per il modo in cui il suono del suo nome sapeva far tacere i miei demoni...
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Odiarti per cosa?
Perchè ti amavo davvero?
Perchè ti ho dato la mia vita?
Nonostante tu mi abbia ferito,
nonostante i tuoi assurdi misteri
ti ho amato e non ho esitato a mettere nelle tue mani
il mio cuore e i miei sentimenti.
Ti ho affidato i miei segreti più profondi anche se tu pensavi sempre il contrario.
Perché dovrei odiarti?
Sì, tutto quello che ti ho dato
è stato sincero...
non c'è mai stato un briciolo di sospetto per me,
non ho previsto nulla,
ciò che ho dato è perché l'ho sentito
anche se spesso ho sbagliato...
Non ho potuto combattere con i tuoi demoni.
Almeno non da solo.
Ho vinto la lotta dal dolore e dalle ferite
che ti hanno aperto prima che arrivassi io,
ti sei lasciata battere da loro nuovamente
e mi hai fatto arrendere alla fine.
Giuro che volevo guarirti,
ma non me l'hai permesso;
tuttavia,
Hai sabotato ogni tentativo
di guarirti con il mio amore,
e non ti biasimo...
Forse le ferite erano più profonde
e hanno prevalso nonostante quello che provavamo,
forse non sono stato abbastanza,
né quello giusto.
Per questo non ho potuto.
Non ho soddisfatto le tue aspettative?
Non vuoi amarmi
ed è per questo che devo andarmene.
Odiarti?
Perché?
Non posso più farlo adesso!
Ho sempre saputo in cosa mi stavo cacciando.
Eppure ho deciso di rischiare
e scommettere sull'amore che provavo per te;
la battaglia non era solo mia,
in fondo lo sapevo che sarebbe stato difficile,
ma speravo
di non sbagliare.
Ci sarà sempre una poesia,
una canzone, un profumo,
un posto che mi faccia pensare a te,
ma non posso più restare,
Non posso più aspettare,
Verrai nel mio letto un'ultima volta?
Faremo l'amore ancora prima di salutarci?
Ne ho davvero tanto bisogno.
Non voglio arrivare cercare una persona
diversa da te per soddisfare
anche questi miei desideri,
perchè io, non sono come te.
Spero che il tuo orgoglio non prevalga
e che se c'è qualcosa
scapperai da me
nel pieno della notte,
come quella prima volta.
Devo solo ringraziarti
per la lezione che mi hai insegnato,
perché anche per me
è stato un buon apprendimento.
Grazie amore mio, per sempre!
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Io appartengo piuttosto al genere di persone
che preferiscono galleggiare ancora un po’ sull’oceano,
stese sul dorso e con gli occhi rivolti al cielo,
finché - con un gesto rassegnato e devoto –
vanno a fondo per sempre.
Le mie battaglie le combatto contro di me,
contro i miei propri demoni.
Etty Hillesum
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I miei demoni li ho nutriti con l'accettazione e l'ascolto.
Li ho fatti sedere intorno a me e li ho chiamati per nome, solo allora hanno smesso di farmi paura e sono diventati alleati potenti.
Avevano il nome del ricatto, dell'invisibilità, dell'inadeguatezza, del dolore della perdita, della ferita d'amore, della paura.
Finché li ho combattuti o ignorati hanno divorato la mia vita e le mie relazioni.
I demoni vanno abbracciati, in quel momento ti apriranno le porte della rinascita.
Il demone della paura ti parlerà di quanto ti sei allontanata dalla tua natura, ti parlerà delle passioni che hai messo a tacere, della tua voce che non ascolti più.
Il demone dell'invisibilitá ti racconterà del tuo bisogno di brillare, quello dell'inadeguatezza ti mostrerà i tuoi doni e il tuo potere personale.
Ognuno di loro avrà una storia da raccontarti, ascoltala.
- B. An Geal
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Questione di scelte
Avevo deciso che con URMA ero a posto così, almeno come corridore, così appena mi è arrivato l'invito avevo rifiutato. Poi, l'altro giorno sono salito in Marzola per balisare un pezzo del percorso, in compagnia della Leti, di Ale Dellai e del Pass, e mi è venuta un po' di voglia. Diciamo che l'idea è stata del Pass. In realtà in quel momento non mi ricordavo esattamente perché avessi deciso che non l'avrei più corsa, in ogni caso si trattava soltanto di una delle mie ragioni di principio, che spesso lasciano il tempo che trovano. Così il giorno prima della gara ho cambiato idea, spinto anche un po' dai ragazzi, Vezza e Mirel, e anche se non avevo niente con cui correrla, né cibo né una cintura in cui metterlo.
��Che te frega, mona!"
Ripetendomi queste parole, il giorno dopo ho preso la borraccia, ci ho svuotato dentro un po' delle malte del Pass, mi sono messo una t-shirt e sono partito. Negli anni ho capito che correre URMA al gancio non ha molto senso, così avevo dato per scontato di correrla chiacchierando insieme a qualcuno. Sono partito come se stessi andando a correre un classico Biography Loop col TRC, lasciando gli altri andare avanti a spingere. Ho fatto i primi chilometri sparando stronzate col Metti, Jaco Bozzoli, Winner e qualcun altro che in questo momento non ricordo. Poi ho ripreso Luchino e il Pass e ho scambiato qualche parola con loro. Dopo ho preso l'Enrico Scanavin e un tipo di Milano. Poi Roby, poi il Loren. Ho fatto il primo loop correndo facile e chiacchierando con gli altri, poi, senza fare attivamente nulla, mi sono trovato da solo. Talvolta bastano due curve. A quel punto non avevo voglia di fermarmi ad aspettare e avevo dato per scontato che prima o poi qualcuno mi avrebbe ripreso, così ho fatto la salita al mio passo, senza spingere, se non l'ultimo tratto dal Doss dei Corvi a Cima Mirel, dove o corri o ti areni. Poco prima del ristoro di Cima Mirel ho incrociato Jacopino, Rigo e Rino che tornavano indietro, circa cinque minuti davanti a me. Li ho presi un po' per il culo perché mi aspettavo che fossero molto più avanti. Arrivato al ristoro mi sono infilato uno Snickers nel taschino della borraccia, ho mangiato un paio di fette di anguria e mi sono girato per tornare indietro. In discesa ho beccato tutti gli altri che salivano e ho pensato che è una delle cose più belle di URMA. Più ci ripenso e più mi viene da sorridere. Ero davvero contento. Era una bella giornata. Qualcuno deve avermi urlato che avevo Rino, Rigo e Jacopo poco avanti, ma non ho pensato neanche per un momento di provare a prenderli. Mi stavo divertendo e non era quello il giorno o il luogo per fare gara, ammesso che ci fossi riuscito. Al rifugio ho superato Rino, che nel frattempo era stato male, e sono arrivato alla fine dell'out&back senza troppe paranoie.
Il Biography inizia in discesa e la mazzata arriva solo dopo il forte Brusafèr. Pur non avendo corso troppo forte i primi 45 chilometri, sull'ultima salita mi sono piantato e salendo al rifugio ho iniziato a perdere la vista. Ogni volta che usciva il sole mi spaccavo gli occhi e mi girava la testa. Ho iniziato a sentire il fiato di Enrico dietro di me e mi sono arreso all'idea che di lì a poco mi avrebbe superato (non sarebbe successo: pur essendo poco dietro di me, in quel momento stava affrontando i miei stessi demoni).
Quest'anno i ragazzi avevano deciso di tracciare il percorso del Loop della prima edizione, che in realtà nessuno corre mai preferendo invece una variante un po' più logica e leggermente più corta. Salendo al rifugio, in quel luogo oscuro in cui mi trovavo, ho avuto una grande tentazione di tagliare strada, dichiarando i miei peccati all'arrivo e facendomi squalificare: ero talmente lesso che non mi sarebbe importato più di tanto. Poi, arrivato al bivio, mi sono sentito stupido e ho tirato dritto sul percorso giusto.
Al rifugio Maranza ho attraversato il prato e ho iniziato la discesa. In quel momento ho iniziato a pensare a tutti i momenti passati su quella strada: la prima volta a URMA cinque anni fa; la volta in cui, proprio lì, incontrai Noah per la prima volta; il giorno in cui mio nonno morì; quando registrai il miglior tempo del Biography Loop; e poi con Dakota Jones e Martina; e con Paco naturalmente, innumerevoli volte; e soprattutto quella sera, con Nic, Fabio, il Luchino e tutti gli altri. E le volte col sole, con la pioggia e con la neve.
"Fanculo, questo è il Biography Loop, non sarà qua che mi farò superare". Volevo tornare a correre bene, volevo onorare quella corsa improvvisata il giorno prima, e la gara che ha cambiato il mio rapporto con questo sport, e in qualche modo anche la mia vita. Prima ho incontrato Maria, poi Elena e Piergiorgio, li ho salutati e mi è scesa una lacrima, forse più di una. Non era il vento negli occhi. Sono arrivato alla sbarra del loop e nel frattempo ero rinato, la crisi era passata ed era giusto averla vissuta. In fondo, era a quello che serve quel loop, per rivivere la tua vita e rivederla più e più volte, scavando nel profondo. Era andato tutto bene e avevo sofferto solo lì, esattamente dovrei avrei dovuto. Non sarebbe dovuta andare diversamente da così. Sono arrivato al prato e ho girato verso il boschetto magico. Sotto il corridoio di piante che porta al boschetto ho imboccato il ponticello e poi ho visto la bandiera alla fine di quel tunnel verde. Poi si è alzato un boato e ho smesso di correre. Mi sono commosso. È andata come doveva andare, e sono stato dove dovevo essere. Per questo proverò sempre forte gratitudine.
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