#complessata
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Ciao, tutto bene? Scusa se ti disturbo, ma volevo chiederti un consiglio: ho provato a fare un test d'ingresso per l'università, ma purtroppo mi è andato abbastanza male e l'unica speranza che ho è nei ripescaggi. Il problema sta nel fatto che con il mio punteggio, potrei immatricolarmi a dicembre (se tutto va bene) perdendo quasi 2 mesi di lezioni. Non sono sicura se sia meglio sperare nei ripescaggi, oppure perdere un altro anno e ritentare l'anno prossimo.
se c'è la speranza che tu venga ripescata a dicembre perché aspettare un altro anno anziché due mesi? se temi che così facendo avrai difficoltà ad integrarti/metterti in carreggiata, tranquilla: ce la farai sicuramente! magari più lentamente o con un pochino più di difficoltà, non importa. la maggior parte degli studenti universitari segue a malapena le lezioni o le segue molto male - me compresa, lol. se invece non è andata bene, allora puoi riprovarci l'anno prossimo :) è molto comune non riuscire a passare i test di ingresso al primo colpo. non parlare di anni persi in relazione ad esami andati male o test di ingressi non superati: c'è molto altro nella tua vita che non solo non viene perso ma addirittura guadagnato nel frattempo. può sembrare retorica, ma anche se l'università per noi tutti (o quasi) non è che un trampolino di lancio nel mondo del lavoro, non deve essere mai vissuta in maniera così totalizzante. in bocca al lupo!
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nimona for a pride collab held by sono.una.05.complessata over on insta :)
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Io vorrei un sacco essere socievole o anche solo più normale in casa con i coinquilini, ma casa è anche il posto dove tutti i miei disagi prendono il sopravvento e fatico ad uscire dalla mia testa complessata (e per cui questa nuova vita è un bel casino). Ci penso un sacco ultimamente, perché ormai è passato un mese e mezzo e ci conosciamo così poco, parliamo poco anche quando siamo nella stessa stanza, c'è ancora tanto imbarazzo, da parte mia ma anche da parte degli altri direi.
A me piacerebbe davvero tanto condividere la casa con qualcuno di amico, invece che sentirmi che tutto ciò che condividiamo è lo stesso spazio fisico, e negli scorsi due anni ero riuscita ad arrivare a una situazione così solo alla terza casa in cui ho vissuto. È bello sentire che a casa si fa parte di un gruppo in cui ci si conosce, si ha un peso nella vita dell'altro, si fanno cose insieme, si fa parte di una micro comunità ecco, forse potrei dirlo così. E poi è anche bello sapere che quando torni a casa non sarai tutto il tempo solx con la tua solitudine. Avere il proprio spazio e tempo personale per me è sacrosanto e bellissimo, ma comincia a stridere quando non è una scelta -specie se poi delle altre persone ci sono, ma quando sei con loro senti che quel contatto rappresenta uno sforzo invece che uno spazio dove sentirsi liberx e rilassatx.
Il primo mese avevo proposto una cena, avevamo cucinato il risotto ed era stato un momento molto carino, non avevamo mai fatto qualcosa tutti e quattro assieme né chiacchierato per così tanto tempo. Adesso però mi sembra di nuovo che l'unica cosa che condividiamo è la raccolta dei bollini del Conad appesa al frigo e mi rattrista, anche perchè, come dicevo, non riesco a fare la mia parte nella misura in cui vorrei per provare a smuovere la situazione.
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Talmente disagiata e complessata che se mi dovesse capitare qualcosa di bello mi mancherebbe il respiro e poi morirei.
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ho stra paura che lui mi abbia vista nel senso spirituale del termine e che sappia benissimo che sono una complessata irrisolta ma continuerò a pretendere che non abbia importanza
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ogni tanto vorrei scusarmi con le persone che ho attorno se sono tanto complessata
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Penosi gli individui che si sentono pungolati nell'ego dopo constatazioni veritiere, ma che problemi hanno?
Non si può dire che questa piattaforma è popolata da gente con DCA - che hanno una visione distorta dell'argomento - o che esiste gente veramente complessata mancante d'sutostima che frignano? Manco li avessimo insultati.
In questo caso io non mi riferivo a te personalmente ma alla forma di "domanda in anonimo" che regala molti pro e pochi contro.
Lo ammetto tranquillamente anche io mettendoci la faccia che questa piattaforma è sempre stata anche il porto di gente con squilibri, anche se negli ultimi anni la trovo migliorata in fatto di DCA.
Dieci anni fa tra autolesionismo gratuito e blog pro anoressia era molto più problematica la situazione.
Adesso però ho riscontrato più ritardo mentale, e un generale impoverminento culturale, che non è proprio un miglioramento.
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Madonna cosa sei ciok..
Una ragazza complessata, ecco cosa sono AHAH
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The Regime: Kate Winslet da Emmy nella serie sulla fantapolitica
The Regime, la terza serie tv nella carriera di Kate Winslet in cui interpreta la Cancelleria di un moderno regime fittizio europeo, accanto ad un'incredibile Matthias Schoenaerts e diretti da Stephen Frears.
Kate Winslet non è solo un'attrice talentuosa ma anche una che oramai sceglie con cura i propri ruoli, perché può permetterselo grazie alla carriera che si è costruita. Lo ha fatto ancora di più finora sul "piccolo" schermo, dove si è affacciata pochissime volte e sono sempre coincise - guarda un po' - con un Emmy portato a casa, ovvero gli Oscar della tv. L'aspetto comune è inoltre il coinvolgimento di HBO per un numero limitato di episodi e grandi nomi del cinema dietro la macchina da presa. Non fa eccezione la sua ultima fatica e ci si chiede se porterà al terzo Emmy della sua carriera - che sarebbe un record date.
Una trama (fanta)politica
The Regime: Kate Winslet in una scena
La trama di The Regime si svolge lungo un anno tra le mura del palazzo, infatti originariamente era intitolata The Palace, di un moderno e fittizio regime autoritario europeo. Tutto ruota intorno alla potente e complessata Cancelliera Elena Vernham (Kate Winslet), comandante in capo del regime, che si ritrova minacciata da un dissenso interno sempre più forte. Tutto sembra cambiare con l'arrivo di un militare apparentemente responsabile di un massacro, a farle da guardia del corpo, Hubert (Matthias Schoenaerts). L'uomo, anche lui alle prese coi propri demoni interiori, ha una visione proletaria e utopistica di come dovrebbe funzionare un governo e prova a instillarlo nella mente della sua datrice di lavoro. Ciò a cui assistiamo è da un lato il voler mantenere il potere a tutti i costi, un tema tristemente attuale, dall'altro il vedere come tutto si stia sgretolando intorno a loro. Il loro rapporto è il vero punto di forza e specchio della narrazione perché, proprio come tutta la serie, è surreale e sopra le righe, passando da un eccesso ad un altro.
Un ritratto (fanta)politico
The Regime: Matthias Schoenaerts in una scena
Ciò che emerge da The Regime - Il palazzo del potere è un ritratto crudo e fortemente satirico della politica oggi, sia essa una monarchia, una repubblica o qualsiasi altro tipo di governo. Il creatore Will Tracy insieme alla sua writers room è stato furbo a creare anche visivamente un qualcosa che ricordasse tantissime realtà mondiali, da Buckingham Palace a Londra al Parlamento di Vienna fino al Palazzo dello Zar che subì la Rivoluzione Russa, senza dimenticare le dittature che hanno caratterizzato la Storia con la S maiuscola, ma senza concentrarsi mai su una in particolare. D'altronde le stesse location sprizzano Europa da tutti i pori: dal Regno Unito si passa al Palazzo Liechtenstein, il Liechtenstein Museum, la Fürstengasse e il Castello di Schönbrunn a Vienna. Dopo Todd Haynes e Craig Zobel, Winslet viene diretta questa volta da Stephen Frears e Jessica Hobbs per tre episodi a testa (su sei) che, tra The Queen, The Lost King e The Crown, oltre all'esperienza televisiva di Frears in A Very English Scandal e Quiz, ne sanno qualcosa di reggenti di varia natura. Il risultato è un insieme grottesco di elementi che rendono la storia talmente surreale da fare il giro e risultare drammaticamente vera, perché spesso è proprio l'assetto fantapolitico reale ad essere drammaticamente e amaramente tale.
Due interpreti in stato di grazia
The Regime: un'immagine della serie
Nel cast della miniserie figurano anche due bravi Guillaume Gallienne e Andrea Riseborough, anche se quest'ultima un po' vittima del proprio ruolo, una ben ritrovata Martha Plimpton e un cameo di Hugh Grant, anche dimenticabile e non necessario. Ma a brillare davvero sono loro due, le colonne portanti di The Regime, la Cancelliera e il suo braccio destro, i cui ruoli di potere si ribaltano continuamente nel corso delle sei puntate, e la loro relazione travalica i sentimenti ed è incredibile come i due interpreti siano riusciti a dar credibilità ad un rapporto nato e cresciuto nella più totale follia che imperversa la narrazione e la caratterizzazione dei personaggi. Kate Winslet è una conferma nel dipingere questa donna piena di insicurezze e paure con un rapporto complicato col padre, donandole qualche tic nervoso simile ad una paresi facciale, e un accento particolare non riconducibile a nessuno Stato; mentre la vera sorpresa è Matthias Schoenaerts che finora non si era mai fatto notare così tanto. La follia mista a terrore e forza bruta che dona al proprio personaggio, che ha occhi solo per la Cancelliera, emerge fin dalle sue espressioni facciali. Tutto trasuda (sur)realtà nel serial, dai colori scelti per la bandiera e per il regime fittizio del titolo, alle scenografie e ai costumi, così minimalisti e in tinte decise, fino alle musiche che ci ricordano che siamo in un dark comedy e non in un political drama.
Alla fine di The Regime si rimane attoniti per la (mini)serie che ci si è ritrovati di fronte, che non è quello che ci si può aspettare, ovvero una chiave satirica e grottesca piuttosto che drammatica e farraginosa, ma ci ha sorpreso in positivo. Così come i due protagonisti, sulle cui spalle si erge l’intero assetto narrativo, ovvero una Kate Winslet che per la terza volta si conferma da Emmy e un Matthias Schoenaerts sorprendente in un ruolo così complesso senza diventare una macchietta. Anche perché è l’intera miniserie a fare il giro per diventare satira feroce e farsesca della politica oggi. Chapeau alla messa in scena che rende perfettamente il tono del racconto fin dalle prime battute, così come alla regia briosa di Stephen Frears e Jessica Hobbs, il cui ritmo si fa però sentire nella lunga durata delle puntate.
Perché piace 👍🏻
Kate Winslet e Matthias Schoenaerts, immensi e incredibili.
Scenografie e costumi scelti per parlare di politica oggi senza rappresentare uno Stato in particolare, eppure rappresentandoli tutti.
La chiave farsesca scelta, che spesso supera il surreale…
Cosa non va 👎🏻
…ma rischia di lasciare interdetti gli spettatori.
Non tutti i comprimari sono indimenticabili, su tutti Hugh Grant.
La durata degli episodi un po’ si fa sentire dato il tema complesso affrontato.
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Sono ben complessata col fisico ultimamente cazzo
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una mia amica mi ha detto che quando voglio posso andare in piscina da lei e io ci andrei anche subito perché mi sto letteralmente squagliando e vorrei stare dentro una piscina 24/7, il problema è che mi sentirei un sacco a disagio perché sono talmente complessata che mi vergogno di farmi vedere in costume anche dalle mie amiche, mi vergognerei anche se avessi la piscina a casa e dovessi semplicemente fare un bagno con mia sorella
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Ma perché sono così complessata?
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Cervello delle donne (mio) essere tipo:
- sono piatta e faccio in modo che si noti perché ne vado assolutamente fiera
- ho dei normalissimi polpacci/interno cosce/piedi/braccia ma sono complessata
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Questa è per te, attento che scotta.
Sono una ragazza complessa, complessata no, magari complicata a volte. Per questo mi piacciono le cose semplici. Semplici come le torte, come i dolci, che sono sempre il regalo giusto quando sai che vuoi dire ma non sai tanto bene come. La settimana scorsa ho fatto dei biscotti. Li ho fatti per te. Impastavo e pensavo a cosa avrei detto nel darteli. Stesa la pasta, tagliando con le formine,…
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