#come tutti passo anche il tempo a panificare cucinare e via dicendo ma quello lo facevo anche prima
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Siamo forse finalmente arrivati al punto in cui parlo della didattica a distanza. Qui le scuole sono chiuse dal 24 febbraio, quindi ormai da ben più di un mese. La prima settimana, quella di carnevale, era già prevista “corta”, di fatto nei tre giorni di frequenza i prof avrebbero finito il giro di interrogazioni e assegnato i compiti per i due giorni di chiusura, ovviamente non hanno interrogato, il prof di lettere ha iniziato ad utilizzare una piattaforma in cui caricare le sue lezioni pre-registrate, test e tracce di esercitazioni. Nel giro di tre giorni anche la prof di matematica lo seguiva. La settimana successiva (settimana 2 di chiusura), venivano raggiunti dalla prof di inglese, poi a seguire da tutti gli altri. Ognuno di loro caricava videolezioni registrate, alcune molto “frontali”, altre molto meno (nonostante l’ostacolo della distanza e della fruizione tramite schermo), per esempio la prof di scienze ha fatto una bellissima lezione sulle piante girando per il suo giardino. Tutti loro hanno, sin dall’inizio, cercato di coinvolegere i ragazzini chattandoci, facendo dirette a 2/3 per volta, istituendo contest sulla quantità di piante e animali presenti in casa (”fotografa il pavimento! è pieno di batteri! sai quanti sono??”), chiedendogli di sperimentare e interagire, organizzando mostre di arte in virtuale, lavoro di coding in gruppi e via dicendo. Dalla settimana numero 3 hanno iniziato con le lezioni in diretta, incluse interrogazioni e via dicendo. A oggi l’unico prof che non fa lezioni in diretta è quello di religione, che si tiene in contatto via mail coi singoli ragazzini. Tutti gli altri scrivono mail, fanno lezioni in diretta, registrano video, rispondono in chat, scherzano, li coinvolgono e insegnano. Insegnano esattamente come se li avessero lì davanti, scherzando, riprendendoli, e facendo battute sceme. La preside ogni tanto passa in “aula” a salutare. I lavori su più materie vedono coinvolti contemporaneamente entrambi i docenti interessati. Cosa ho notato: mio figlio quando è lasciato da solo, senza il mio controllo, si perde un po’ via all’inizio, ma poi arriva al punto e porta a casa il risultato. Non so come, il suo inglese è migliorato. Non so come, il mio spagnolo (che non so) è migliorato (”mamma mi spieghi?” No comment). E questo è il mio personalissimo punto di vista e la mia esperienza.
E PERO’ (scritto grosso)
La seconda settimana figlio era col padre (prima che impedissero del tutto gli spostamenti) e non ha concluso un cazzo: connessione traballante, nessuno che se lo cagasse, zero capacità di correzione compiti e (senza voler essere troppo stronza, giuro che è un parere oggettivo) una buona dose di menefreghismo. Quindi, se lui, che è un ragazzino tutto sommato fortunato e intelligente, ha dovuto poi mettersi sotto per recuperare 4 giorni di menefreghismo dell’adulto, come può cavarsela un ragazzino che magari deve dividersi il pc con altri due fratelli? un ragazzino con entrambi i genitori che lavorano e magari non da casa? un ragazzino con una connessione internet peggiore dela mia? un ragazzino che banalmente ha i genitori che non sono in grado di aiutarlo con epica o con inglese (come succede a me con spagnolo, ma io ho un debole per gli spagnoli in vacanza in sardegna, quindi tutto sommato qualcosa capisco)? Insomma, fighissima, funziona benissimo ma: 1- non per tutti, e vuoi che sia una questione economica, di voglia, di competenze di partenza, di quello che vuoi, il fatto è che qualcuno rimane fuori, e qualcuno rimane fuori in qualsiasi ambito (qualcuno è rimasto fuori anche nella scuola di mio figlio, che è comunque una di quelle chiccosine) 2- non da tutti, so per certo (e gliene sono grata) che mio figlio ha trovato dei prof che amano quello che fanno, che ci tengono a coinvolgerlo. Non so dire se dipende dai singoli insegnanti o dalla dirigenza scolastica. Le direttive del MIUR sono le stesse per ogni scuola, quindi la differenza chi la fa? la singola scuola? il singolo insegnante? Non dovrebbe esserci differenza (e questo è un discorso che va ben oltre la differenza tra pubblico e privato, ci sono pubbliche che stanno funzionando e private che si limitano a “leggi da pagina a pagina e fai gli esercizi, no, non mandarmeli, non serve che te li corregga”) 3- in ogni caso senza nessun supporto statale, non tutti sono a casa dal lavoro e lo stato ha sì previsto dei congedi per chi ha figli con meno di 12 anni (quindi alle elementari), ma sono congedi che in ogni caso non copriranno l’intero periodo di chiusura delle scuole. Io per esempio lavoro, non sempre posso lavorare da casa, non mi spetta alcun congedo perchè mio figlio gli anni li ha fatti a febbraio. E però attenzione, ricordiamoci che il 591 del codice penale mi dice che non posso lasciarlo a casa da solo. Come la mettiamo?
Tutto questo per dire niente, come mio solito.
Però grazie ai prof e alla scuola, grazie a mio figlio che in tutte le giornate che è rimasto a casa da solo non ha bruciato o fatto esplodere casa (per ora) e mi ha chiamato solo una volta (e solo perchè gli serviva assistenza IT), e grazie a me, che stavolta lo dico chiaro e tondo, mi sto facendo un gran culo e se ne esco viva e sana di mente mi merito un premio.
#me#e la scuola#DAD#come tutti passo anche il tempo a panificare cucinare e via dicendo ma quello lo facevo anche prima
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