#come se non esistessi
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chiudo gli occhi e lascio tutto scomparire... ma è come se già non esistessi più da un bel po'.
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“Sono stata fortunata nella vita. Sono stata con Raimondo dal '62, ma prima siamo stati fidanzati per tre anni, quindi sono 50 anni. Mi invitò a cena e si dichiarò davanti a una cotoletta. Mi guarda e mi dice: “Lo sai che sono innamorato di te?”. Dopo di che si volta verso Gino Bramieri e comincia a parlare del più e del meno, come se non esistessi. Non abbiamo mai smesso di ridere, è il segreto per stare bene insieme: noi ridevamo delle stesse cose. Poi abbiamo portato il nostro modo di essere in televisione. Poi quando c'è stato il momento dell'esplosione della volgarità siamo stati alla finestra a guardare, non abbiamo accettato compromessi. Siamo di quella generazione in cui l'attore sapeva di entrare nelle case senza suonare il campanello, e quindi ci entrava con la cravatta e con garbo".
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è da una vita che sento di essere meno degli altri, di non avere lo stesso valore, di non averne affatto. è da una vita che mi sento sbagliata perché sono rotta, vorrei essere diversa, nel senso che vorrei letteralmente essere un’altra persona (se proprio devo essere qualcuno) perché non voglio avere niente a che fare con me, ed è per questo che, spesso, nella mia testa è come se io non esistessi, come se fossi morta tanto tempo fa, come se mi fossi annullata perché il pensiero di essere “niente” è molto più rasserenante del pensiero di essere costretta a convivere con me per sempre
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La lingua italiana è un dono prezioso, spesso oltraggiato perfino dagli studiosi.
Cito dal sito Internet di un’università italiana a caso: “Il corso di Laurea Magistrale in Filologia Moderna permette allo studente di specializzarsi nello studio delle lettere e della comunicazione, con approfondimenti nel campo delle scienze linguistiche e filologiche e nell’ambito dei media tradizionali e digitali. L’obiettivo generale del corso di Laurea è la formazione di un laureato magistrale in grado di inserirsi nei campi professionali dell’editoria, della pubblicistica, della ricerca, dell’organizzazione e gestione degli eventi culturali, della comunicazione digitale e tradizionale e nel campo della formazione”. Da una ragazza che è laureanda o laureata in questa disciplina, pertanto, mi aspetto un’ottima comprensione di un testo in lingua Italiana, nonché delle spiccate capacità di analisi del testo stesso, del suo contesto, delle sue sfumature, e via discorrendo. A quanto pare, però, non è sempre così. Tutto nasce da un episodio avvenuto qualche giorno fa: noto una notifica di Tumblr, nello specifico un reblog, accompagnato da un testo. Lo potete vedere anche voi, è pubblico. A colpirmi non è stata l’opinione discordante, prevedibilissima in un mondo di marionette manovrate dall’opinione pubblica formata dai mezzi di comunicazione di massa in mano al potere. Mi aspettavo anche il solito linguaggio fatto di slogan, come si trattasse di uno spot elettorale. No, a colpirmi (non a sconvolgermi, certo, né a ferirmi o turbarmi) è stato il livore, la cattiveria, la spregiudicatezza del tono del commento stesso. L’immagine è proprio quella di una ragazza che arriva e vomita sul tappetino che hai posizionato davanti all’ingresso della porta di casa. Non succede niente, si prende la scopa e si pulisce. Ma è proprio a quella ragazza che pensavo, non a me. Che cosa si è voluto (o cercato di) ottenere, con quel commento? Ragazza, mi rivolgo a te (anche se spero che avrai trovato di meglio da fare che leggere il mio blog, visto che non è di tuo interesse): che cosa pensavi o speravi di fare? Offendermi? Turbarmi? Zittirmi? Ferirmi? Mi spiace, ma non sei riuscita in nessuno di questi propositi, né potresti mai riuscirci. Perché la tua opinione non richiesta (ma legittima), semplicemente non mi interessa. Specifico per il pubblico: sono stato accusato di misoginia (e sai che novità), con espressioni del tipo: “L’ennesimo incel misogino che fa mansplaining”. Peraltro mi sorprende (negativamente) che una ragazza che ha studiato o che studia filologia moderna (nobile disciplina), si esprima utilizzando termini abbastanza senza senso e in una lingua straniera. Però che dire, ormai dalle persone bisogna aspettarsi di tutto. E puoi anche considerarmi già estinto in realtà, sai, perché grazie a Dio là fuori non t’incontrerò nemmeno per sbaglio, per strada. Quindi è come se non esistessi. Ma quanto alla morte fisica, mi spiace per te, dovrai invece attendere il giudizio divino. Non sono io a decidere queste cose, grazie a Lui. Non farò commenti sul tuo blog.
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La settimana scorsa ero d'accordo per uscire con a. (che è ben aggiornata -credevo?- sulla mia situazione economica e sul mio odio/disgusto verso la mia figura, le ultime boh 3 volte -quindi da inizio anno a ora circa- che ci siamo viste le ho ripetuto quanto me ne starei nascosta h24 per non farmi vedere da niente e nessuno) e una sua amica, che conosco anche io. Sono stata troppo impegnata e abbiamo rimandato a questa settimana.
Questa mattina messaggio di a.: hey ti va se quando ci vediamo andiamo su ISOLA X in giornata?
RAGA MA CHE CAZZO!? Al di là che madonna quanto vi invidio voi benestanti che proprio non badate ai soldi e non avete proprio idea che per una persona spendere così a cazzo 70(?)€ in una giornata forse è troppo. Ma poi porca madonna è mesi che non faccio altro che dirti che sto malissimo, nonostante sto caldo mi copro come un beduino, non ho niente da mettermi, non ho mai avuto costumi da bagno decenti ma figurati adesso, non esco perché non voglio essere vista, penso al mio peso probabilmente ogni minuto da non so più quanto a questa parte MA MI ASCOLTI OGNI TANTO?
Sono stanca, almeno se devi ascoltarmi così poco, anzi niente, fa come se non esistessi. Buongiorno e buon inizio settimana del cazzo vaffanculo vaffanculo vaffanculo
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NOTTE PRIMA DELL'ESAME
18 giugno ore 23:40
La finestra, quella esposta perfettamente a nord, è spalancata.
Steso sul letto guardo attraverso di essa scrutando le stelle e le vette delle montagne che affiorano dal davanzale.
Quella della mia camera da letto non è una finestra qualunque, è la finestra del respiro.
Da quella finestra ogni sera entra l'aria mossa dal vento che scende dalla valle. Da quella finestra si può respirare a pieni polmoni quando manca il respiro.
Che sia dovuto all'afa dell'ennesimo anticiclone, alla canicola della vita, alla calura dei pensieri o semplicemente al calore generato da un rimpianto.
Questa sera di dormire non sembro averne voglia, nonostante abbia assunto le benzodiazepine che goccia dopo goccia, generalmente, scavano quel solco che separa la mia coscienza dal mio corpo. Annebbiando la prima, rendendo inerme il secondo.
Decido di alzarmi, prima di provare un rabbocco ipnagogico, per fare un giro della casa.
Lo faccio quasi sempre la sera, controllando che i cuccioli stiano dormendo o siano tranquilli nelle loro faccende, augurando a chi è sveglio la buona notte. Sia essi siano bipedi che quadrupedi.
Una volta nel disimpegno noto la luce accesa nella cucina, Gabriele (figlio n. 2) sta mangiando un gelato con lo sguardo perso nel vuoto.
"Come ti senti - gli chiedo - sei teso?"
"Si papà - mi risponde malinconico - finisco il gelato e provo con della melatonina per vedere se riesco a dormire"
"Andrà tutto bene, vedrai. Ti ho visto quanto hai studiato in queste settimane. Credo che l'esame di maturità lo supererai brillantemente. Hai una bella media"
"Vedremo... quello che mi dà pensiero è il tuo di esame, che avrai domani"
"Già, curiosa la vita. Saremo sotto esame entrambi. Entrambi con la supervisione di professori, entrambi ci metteremo il cuore. Tu metaforicamente, io fisicamente"
"Come ti senti papà?"
"Mah, è come se per il mondo io non esistessi. Eppure percepisco la mia esistenza perché provo dolore"
"Il cuore? Fa male ancora?"
"Gabriele, quello mi fa male da tanto. Però si, in queste settimane un po' di più fisicamente che metaforicamente"
"Sono preoccupato per te"
"Andrà tutto bene vedrai, anche per me. Nonostante i voti del mio fisico non sono ottimi come i tuoi. Troppi eccessi, assenze e spesso non mi sono applicato"
"Ti voglio bene papà, buona notte" - mi dice mentre ci abbracciamo.
Sono seduto di nuovo sul bordo del letto, di fronte alla finestra del respiro. Mentre guardo le montagne penso a chi vorrei qui vicino a me, per metterla a nudo, non fisicamente, ma dalle sue emozioni.
Mi sento così tenue. Una sensazione strana che avverto da non so quanto tempo, ho tantissimi pensieri, moltissime mancanze. Che mi portano a sentirmi vuoto, triste. Come se la vita sia una cosa talmente grande e io così piccolo. Da non riuscire a contenerla tutta.
Forse è per questo che mi duole il cuore, è troppo piccolo per contenere quello che provo. L'amore, come quello per i miei figli, non ci sta dentro tutto e spinge, per uscire.
Credo che non prenderò altre gocce, l'abbraccio appena ricevuto è più che sufficiente. Ora chiedo solo un po' di silenzio. Nella mia testa.
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“Sono stata fortunata nella vita. Sono stata con Raimondo dal '62, ma prima siamo stati fidanzati per tre anni, quindi sono 50 anni.
Mi invitò a cena e si dichiarò davanti a una cotoletta. Mi guarda e mi dice: “Lo sai che sono innamorato di te?”.
Dopo di che si volta verso Gino Bramieri e comincia a parlare del più e del meno, come se non esistessi.
Non abbiamo mai smesso di ridere, è il segreto per stare bene insieme: noi ridevamo delle stesse cose.
Poi abbiamo portato il nostro modo di essere in televisione.
Poi quando c'è stato il momento dell'esplosione della volgarità siamo stati alla finestra a guardare, non abbiamo accettato compromessi. Siamo di quella generazione in cui l'attore sapeva di entrare nelle case senza suonare il campanello, e quindi ci entrava con la cravatta e con garbo".
Sandra Mondaini
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– Dio, ma tu davvero esisti?
– Ma ti pare che possa esistere uno come me?
– Quindi sto sognando...
– E se esistessi non sarei come mi vedete voi.
– Come ti vediamo?
– Uno che crea pianeti abitati da creature che cercano di distruggerli.
– Avresti di meglio da fare?
– Ovvio.
FINE
[L'Ideota]
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Oggi ero nel mezzo di una conversazione, o meglio, in realtà ero totalmente nel mio mondo e non stavo ascoltando niente.
Poi ho attivato l'udito di comprensione.
-...e allora mettevo i semi di lino nell'acqua, li lasciavo una notte e poi li bevevo! Facevano proprio schifo.
-E perché li bevevi?
-Avevo letto che fanno crescere le tette...
Ora, tralasciando i rimedi della nonna che ogni tanto E mi tira fuori che vorrei abbracciarla e dirle "se non esistessi ti dovrebbero inventare", siamo andate a cercare se ci fosse qualche fondamento scientifico nella cosa.
Arrivo al punto che voglio raccontare perché sono incazzzata come una iena.
E. finisce su un sito sul quale il dottor dei miei coglioni Sir Raffaele Salvione ci illumina con la sua saggezza:
Io non so neanche cosa dire a quest'uomo. Scrivendo queste stronzate ha già fatto capire che tipo di uomo è.
Se possibile vorrei fargli sapere che onestamente spero che il mio biglietto da visita possa essere qualcosa di più di un paio di tette!
Quindi caro Dr. Raffaele Salvione
Le mando un vaffanculo da parte mia e del genere femminile intero,
Le auguro una pessima giornata,
Distinti saluti e blabla.
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Uomini che frignano appena ti rendi non disponibile sessualmente come se esistessi solo per quello, che rottura di palle veramente
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Ormai è più di un mese che ho ripreso la farmacoterapia per gestire quello che è diventato l'episodio depressivo più lungo che abbia mai sperimentato.
Certe volte non so più chi sono. E' come se non esistessi, come se fossi uno spettatore. Osservo il mio corpo muoversi, fare cose, parlare con le persone, mentre accanto a me, in quella sorta di limbo mentale, un'altra versione di me stessa osserva con compassione quella figura che si affanna tanto per essere funzionale nonostante tutto.
Osserviamo insieme quel cumulo di pezzi rotti ricuciti insieme migliaia di volte, mentre cerca di darla a bere a tutti, di sembrare una persona normale che si confonde nel flusso. L'altra spettatrice commenta che non ha senso, che queste giornate in fondo sono tutte uguali. Si interroga su quale sia, dunque il punto d'arrivo. Vale davvero così tanto da sforzarsi fino ad annaspare? Da questa prospettiva, da questo limbo mentale in cui ormai sono finita intrappolata, è difficile dar torto all'osservatrice.
Mi sento entrambe e non mi sento nessuna delle due al tempo stesso. Il mio corpo si muove, dalla mia bocca escono parole, eppure mi sento come schiacciata tra un vuoto enorme ed un altro. E' un vuoto che fa male, che toglie il respiro e che ormai conosco troppo bene. Vorrei solo stare meglio, riuscire ad avere ancora speranza. Allo stesso tempo vorrei essere già morta, perché non riesco a sentirmi viva, a emozionarmi, a provare piacere nelle cose. Penso a tutte le volte in cui già ho rischiato di rimanerci, in cui sono arrivata incredibilmente vicina alla morte e mi domando quanto a lungo ancora riuscirò a rimandare una sorta di fine già programmata. Non posso fare a meno di pensare, infatti, che una persona come me, forse il suo posto nel mondo non lo troverà mai, perché semplicemente non c'è.
#contraddizione#disturbo borderline#depressione#pensieri#sfogo#frasi tumblr#frasi italiane#morte#salute mentale#terapia#psicofarmaci#guarire#sopravvivere#dissociazione#trauma
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Ho sempre guardato con ammirazione le persone che a un certo punto della loro vita decidevano di lasciare questo social, più o meno come quelli per cui l'ultima sigaretta, era davvero l'ultima sigaretta, non come la sigaretta della coscienza di Zeno. Non so cosa scattasse in loro, ho sempre visto tumblr come un posto sicuro dove vomitare miei pensieri, mie intimità e mano a mano rapportandomi anche con altre persone nel corso del tempo son cambiato tantissimo. Son cambiato nel momento in cui ho eliminato il mio primo blog con cui son diventato più popolare, ma si dai avete capito, quello con sessanta mila e passa followers che non so perché siano capitati a me ma che mi son ritrovato di punto in bianco dopo aver scritto una sorta di poesia, sì i più datati si ricorderanno di quale parlo. Lo cancellai e ne aprii un altro in cui il mio anonimato duró poco perché il mio stile di raccontare le cose era facilmente riconoscibile. Accettai di nuovo di essere in vista dai più, ma ero molto diverso. Meno scritti intimi, più cose sarcastiche, accadimenti divertenti della mia vita, risposte a domande anonime solo di carattere medico o consigli. Che poi mi ci vedete a me a dare consigli? Eppure oh, sembrava funzionassero. Son bravo a predicare ma poi quando si tratta di me son una chiavica. Una chiavica vera, un inetto, un Serafino Gubbio operatore che guarda da lontano la sua vita da una cinepresa e non vi partecipa. Vabbè fatto sta che lasciai l'ennesimo blog per farne un altro e fingermi una ragazza, per un periodo son stato Jasmin e scrivevo solo, non avevo interazioni con nessuno e poi alla fine è finita che mi han riconosciuto anche lì. Arrivo ad oggi che non so davvero cosa posso dare di più su questo social, dopo quindici anni sento di aver dato forse troppo in pasto a chi poi ha rigirato spesso le cose a suo favore, giusto per parlare di qualcosa con le amiche, giusto per avere una freccia in più al loro arco da poter scoccare al momento giusto. Arrivo ad oggi in cui non mi sento partecipe di questo mondo, tantomeno di questo social. Non mi sento più, vivo ma non vivo ed è davvero logorante per me continuare a fingere di star bene quando la mattina l'unico pensiero che ho è: "e pure oggi non sto fra i convocati del Signore". Magari questa cosa di salvare il mondo, aiutare il prossimo mi si sta ritorcendo contro. Faccio miei dolori altrui, i miei non so risolverli, accumulo e non voglio farmi aiutare perché non sia mai che porto nella merda qualcuno a me caro. E sto in questo loop, in questo mio inferno personale, creato su misura per me da me medesimo. E chi meglio di me poteva costruire questo castigo infernale? Forse voglio punirmi, ma per cosa? Perché continuo? E se me ne andassi? Ma ci pensate, se da domani io non esistessi più e tutto ciò che rimanesse di me sarebbe questo post? Credete sia possibile? Andarsene in silenzio, in punta di piedi, senza scomodare o disturbare nessuno, perché non voglio questo. Ma cosa voglio per me? Davvero non sarebbe bello? Sparire, da ogni social, non essere più partecipe. Oggi mi han detto:"lei mi ha salvato doc" e son stato felice ed ho pensato alla mia promessa:" una vita per una vita". Certo me lo ha detto la nonnina dissociata di ottant'anni, ma per lei io in quel momento l'ho salvata. Salvare, salvarsi, una vita per una vita. Sono pronto.
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Sto mese ho viaggiato sulle 2 ore e 30 di media giornaliera su IG, che si sono tante, ma era anche estate e tra ferie, smart e chiusioni generali a casa, potrei anche giustificarli. 2 ore e 30 al giorno a usufruire di contenuti che poi non memorizzo. Avrei potuto impiegarli per disegnare, per fare foto, per fare qualcosa di creativo, ma poi ricordo che delle cose che faccio pubblico il 10% e quel poco non è che faccia questi grandi like. Non che abbia questa grande esigenza di prendere like, ma al solito fanno piacere e puoi usarli come benzina per andare avanti. Purtroppo è quel periodo in cui se non pubblichi qualcosa è come se non esistessi, e non esistere è un concetto tutto suo perché nel frattempo si cambia, si muta, si trovano nuovi interessi e nuove esigenze, e quando ritorni a esistere, sei diverso, quasi irriconoscibile. Comunque mi sono messo in testa di abbassare la media a 30/45 minuti e leggere, o scrivere, o boh fare altro.
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Se Vuoi Amare Qualcuno "AMATI" perché chi si AMA sa AMARE OLTREMODO! Se ti amassi sempre, oltre ogni cosa, oltre ogni mio respiro, oltre ogni mia ragione, se mi rimanessi viva anche se per te io non esistessi più dentro ad ogni mio desiderio nell'esigenza di ogni voglia nella necessità di ogni attimo. Se ti amassi ancora come il primo momento in cui mi vacillo il pensiero e l'Anima non mi AMEREI e non sarei più l'UOMO che ti AMO'
RelaxBeach© (Tutti i Diritti Riservati.) 31/05/2024
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Questa notte è stato terribile. La mia amica si è accorta che durante la notte ho cominciato a respirare affannosamente con la bocca aperta, immobile nel letto. Mi è scesa anche una lacrima mentre ero in quello stato. È stato faticoso riuscire a calmarmi ieri sera dopo il sogno.
Il sogno:
La luna nel cielo blu cade e la lancetta dell’orologio del paese anche facendo un rintocco inquietante. Sapevo che stavo sognando ma non mi riuscivo a svegliare, ero come bloccata. Sogno che le persone accanto a me non mi calcolano come se non esistessi e io comincio a urlare e giro per la città come una pazza. Che sogno di merda! Eppure io sono tranquilla in questo periodo, piena di cose da fare, ma sono tranquilla. Credo.
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