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Questa è una delle due varianti di Apollo Citaredo che si fronteggiano in una delle prime sale del percorso espositivo visibile a Palazzo Altemps, parte del circuito del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e dove è stata trasferita la collezione Boncompagni Ludovisi, della quale questa statua fa appunto parte. Non ironicamente, si pensa che il palazzo, così come la prospiciente Chiesa di Sant'Apollinare (proprio quella dell'Opus Dei, dove giace Renato De Pedis e che è perciò collegata alla scabrosa questione di Emanuela Orlandi) sorgano sulle rovine di un tempio di Apollo (la fonte è Mariano Armellini, Le Chiese di Roma, 1891). Ricordo bene la stanza che ospita i due Citaredi insieme ad altre erme: ampia, spoglia, inondata dalla luce dorata di un pomeriggio quasi primaverile e pervasa da una calma dolce e triste insieme. Palazzo Altemps è un luogo magico, forse non sempre d'una magia benigna: la sua storia s'intreccia con famiglie segnate da eventi tragici tanto per loro che per la città e l'Italia intera. Si parte con Girolamo Riario, colui che fece edificare il palazzo commissionandone il progetto a Melozzo da Forlì. Girolamo era marito della leggendaria Caterina Sforza, nipote e favorito del papa Sisto IV Della Rovere, a propria volta una figura più che controversa; di fondamentale importanza per la rinascita urbanistica di Roma "imperiale" (da lui prende nome la Cappella Sistina), il suo papato fu macchiato dall'attiva partecipazione alla congiura dei Pazzi, della cui bontà era stato persuaso proprio da Girolamo, dalla partecipazione alla Lega contro il duca di Ferrara, sempre per compiacere l'amato nipote, i cui territori forlivesi lo ponevano in diretto contrasto con lo scomodo vicino estense, e da una serie di discutibili scelte politiche che avrebbero lasciato strascichi di disunità e germi di futuro conflitto sia in Italia che in Europa. Girolamo doveva poi pagar cara la parte determinate giocata nella congiura contro i Medici, perché, sordo ad una profezia di morte che avrebbe ricevuto, fu poi massacrato per mano di sicari della famiglia degli Orsi (Congiura degli Orsi).

Melozzo da Forlì, "Sisto IV nomina il Platina (Bartolomeo Sacchi) prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana", 1477. Girolamo Riario, in veste azzurra, le mani giunte nelle maniche, è il secondo da sinistra.

Non meno sfortunata la vicenda di un altro ospite del Palazzo, il cardinal Francesco Soderini che, alla decadenza dei Riario con la fine del pontificato di Sisto IV, fu due volte arrestato per congiura, prima contro Leone X e poi ai danni di Adriano VI.

Ma forse la più nota e tragica vicenda che coinvolge questo luogo è quella del giovane Roberto Sittico Altemps, figlio naturale del nuovo inquilino del Palazzo, il cardinale Marco Sittico Altemps. Marco, austriaco, legato pontificio al Concilio di Trento, è figura curiosamente legatissima ad alcuni luoghi iconici di Roma: non solo Palazzo Altemps, ma anche Santa Maria in Trastevere, dove è sepolto, e sant'Ambrogio alla Massima, enigmatica chiesetta nel cuore del Portico di Ottavia in cui si ritirò a vita monastica Altea, altra figlia naturale, sorella di Roberto e unica sopravvissuta dei due figli del cardinale. Quanto allo sventurato Roberto, aveva commesso il grave errore di sposare una fanciulla Orsini, famiglia baronale romana più volte coinvolta sin dal Medioevo nelle lotte di potere tra borghesia, baroni e Papato urbano. Il Papa di cui Roberto era prefetto delle armi, Sisto V Peretti, non era entusiasta della rapida ascesa del giovane, aiutata dai buoni rapporti degli Altemps con il suo predecessore al soglio, Gregorio XIII. Oltretutto, Marco non era stato tra i suoi sostenitori durante il conclave, anzi: così Sisto, già ostile agli Altemps, considerava ancor meno accettabile la loro convergenza con gli Orsini, suoi fieri avversari, per cui risolse la cosa decidendo di sbarazzarsi dell'incomodo. Fece decapitare il giovane Altemps a soli 20 anni dopo un processo farsa e un'accusa di adulterio del tutto montata. Sembra che Marco Sittico non si sia mai ripreso: per tutto il palazzo sono disseminati affreschi e decorazioni ricche di simbologie esoteriche e di paludati atti d'accusa al tradimento di Sisto V e all'ingiustizia della morte di Roberto. Si dice che il fantasma di Marco vaghi ancora tormentandosi per le sale, leggenda che rende Palazzo Altemps uno dei luoghi infestati di Roma.

Nota curiosa, Marco Altemps è legato ad alcuni luoghi molto caratteristici di Roma e del Lazio: oltre ad aver acquisito l'ex palazzo Riario ed avervi dato il proprio nome, è sepolto nella splendida Santa Maria in Trastevere e fu proprietario della Villa Mondragone, oggi nel territorio di Monte Porzio Catone ma all'epoca frascatana, una delle 12 residenze tuscolane che abbelliscono i Castelli Romani. Sua figlia Altea, invece, si fece monaca nel 1583 e visse nel Ghetto di Roma, a Sant'Ambrogio alla Massima, piccola ed enigmatica chiesetta in cui non ho ancora mai avuto la fortuna di poter entrare.

[libroazzurro]

È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE - IL SEGRETO DELLO SPLENDORE

Solo Ermete sa cosa sia lo splendore, il cui manifesto segreto ha un giorno comunicato al grande dio Pan.

Nell’immagine un dettaglio del cosiddetto “Hermes Loghios”, scultura in marmo, copia romana della fine del I sec.-inizio del II sec. d.C. da un originale greco del V sec. a.C., conservato presso la Collezione Boncompagni Ludovisi a Palazzo Altemps, Museo Nazionale Romano (Foto di Marie-Lan Nguyen, licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons).

Testo di Pier Paolo Di Mino.

Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.

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El maravilloso Sarcófago Ludovisi  es un sarcófago romano de mármol, del siglo III, que representa una batalla entre bárbaros y romanos. Fue descubierto en 1621 cerca de la puerta de San Lorenzo y adquirido por el poderoso cardenal nepote Ludovico Ludovisi. Ahora forma parte de la Collezione Boncompagni Ludovisi conservada en el Palazzo Altemps de Roma. Pertenece a los llamados sarcófagos romanos "de batalla", donde se representa un conjunto abigarrado de combatientes en una escena caracterizada por el movimiento, la confusión y el horror vacui. El estilo es propio del renacimiento de Galieno (siglo III), pero no parece ser el emperador Galieno, sino alguno de los hijos de Decio, ambos también emperadores: Hostiliano  o su hermano Herenio. En la representación los romanos, aparecen afeitados o con barbas cuidadas y cabellos cortos, llevan casco, coraza o túnica de malla, espada corta y manto militar; sus rostros se muestran voluntariosos e implacables . Los bárbaros, barbudos y con cabellos largos, visten pantalones, algunos túnicas y otros llevan el torso desnudo; muestran dolor, sufrimiento y angustia porque su derrota parece segura. #vincens2019 #volgoarte #volgoroma #vivoartworld #quiriters #turistitalia #luxury_allworld #LOVES_LANSCAPE #total_monuments #ig_vatican #clickfor_italia #clickfor_lazio #clickfor_roma #total_art_gallery #dettagli #Cityscapes #traveling_arte #art_photogroup #super_art_channel #superb_travelpics #rome_tips #art #arte #photography #photographer #artemondo #_igeuropa #arts_illife #ig_vatican #romacittaes (en Palazzo Altemps) https://www.instagram.com/p/B1n_uSToWur/?igshid=1bjvpqqj63025

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Roma - Villa Ludovisi, Collezione Boncompagni  Ludovisi - Hera, Greek deity (Juno), sister and wife of Zeus, portrait, bust, probably head of Antonia 

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Il cordoglio per la scomparsa della maestra Milvia Zoi. Grazie a lei, le opere di Irma Vandi e di Giocondo Boncompagni furono donate al Comune

Il cordoglio per la scomparsa della maestra Milvia Zoi. Grazie a lei, le opere di Irma Vandi e di Giocondo Boncompagni furono donate al Comune

L’Assessorato alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Sansepolcro ricorda la maestra Milvia Zoi, scomparsa pochi giorni fa. “E’ stata innanzitutto una maestra che in tanti anni di insegnamento ha contribuito a formare molti nostri concittadini. Oltre a ciò, negli ultimi anni Milvia Zoi si era adoperata energicamente per salvaguardare la collezione di opere d’arte di un’altra donna molto…

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 Testo di Pier Paolo Di Mino.

Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.

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